le comunita

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LE COMUNITA’
La comunità è una struttura rivolta a specifiche categorie di persone, soprattutto portatrici di disagio o
difficoltà, composta da un insieme di persone finalizzate al raggiungimento di un unico obiettivo, tale
obiettivo dipende dal tipo di comunità con cui abbiamo a che fare.
Sono molte le attività presenti all’interno delle comunità, attività che stimolano le diverse capacità
degli individui. Un ruolo molto importante è anche rivestito da quelle attività legate al tempo libero.
Con il termine gruppo si intende invece un insieme di individui che svolgono un certo ruolo
all’interno della comunità. Molto importante è anche l’armonia tra i vari membri del personale della
comunità, essi dovranno svolgere un tipo di lavoro chiamato coesione in orizzontale, cioè dovrà
esserci tra i vari membri una parità di ruoli. Tale lavoro dovrà però essere affiancato da una coesione
in verticale, ciò significa che potrà esserci un membro del personale che avrà un ruolo leggermente
superiore agli altri. Inoltre il personale svolge un lavoro di pubblica necessità, pertanto di fronte ad
un problema, non ci dovrà essere un rifiuto da parte del o dei membri chiamati in causa a risolvere un
determinato problema o a prestare un determinato servizio ad un paziente della comunità.
Sempre in riferimento ai gruppi, se ne possono individuare di primari e secondari. I gruppi primari
Sono quelli nei quali vi è uno scambio diretto fra gli appartenenti allo stesso gruppo, come la
famiglia e le classi scolastiche. I gruppi secondari sono invece quelli in cui lo scambio è meno
diretto, le aziende rientrano in questa categoria.
Le varie attività della comunità possono coinvolgere il gruppo o il singolo individuo, e possono essere
di due tipi: attività spontanee, che lasciano spazio all’immaginazione e all’azione del soggetto e
attività che seguono regole ben precise.
Le attività ricreative devono tenere conto principalmente di 3 aspetti: il corpo, la mente e la
relazione, tra queste troviamo: giochi di società, visite guidate a musei, centri storici e altri luoghi di
interesse culturale, attività sportive come la ginnastica o giochi di squadra (che svolgono anche un
importante ruolo terapeutico e di mantenimento delle capacità fisiche o una valvola di sfogo per gli
adolescenti), disegno, pittura o attività cinematografiche e teatrali (con cui gli anziani mantengono
allenata la memoria). La memoria si divide in 3 parti: registro sensoriale: che è in grado di
mantenere le informazioni per alcuni decimi di secondo, memoria a breve termine: che mantiene le
informazioni per alcuni minuti e memoria a lungo termine che possiede una capacità illimitata ed è
in grado di ricordare informazioni relative a molti anni prima. C’è uno scambio di informazioni tra la
memoria a breve e a lungo termine, denominato reiterazioni, nella persona anziana c’è un
rallentamento di questi scambi. La stimolazione delle reiterazioni viene pertanto favorita da attività
che mantengano la memoria stessa in esercizio.
Anche lo psicodramma costituisce un’attività estremamente importante, consiste nell’organizzazione
di giochi di ruolo, nei quali i soggetti si immedesimano, non è basato su di un copione, bensì su una
sorta di improvvisazione stabilita volta per volta. Altro ruolo importante all’interno della comunità è
quello rivestito dai mezzi di comunicazione di massa, radio, stampa, tv e internet, che se ben
impiegati, rappresentano un notevole stimolo per venire a conoscenza di nuove informazioni. Tali
mezzi non dovranno comunque mai predominare sui mezzi di comunicazione diretta, lo scambio
diretto tra i diretti soggetti è sempre fondamentale. In alcune comunità è presente anche un giornalino
scritto dagli stessi soggetti.
Il passaggio dall’età adulta a quella anziana implica una serie di cambiamenti, sia fisici che mentali, si
può parlare di età anziana a partire dai 65 anni circa, fino ad arrivare agli 80, superati gli 80 si
parla di vecchiaia. In riferimento ai cambiamenti si può parlare di una vecchiaia biologica che
riguarda i cambiamenti fisici-biologici e di una vecchiaia mentale legata ai cambiamenti mentali.
Riguardo i cambiamenti fisici ci sono modificazioni legate al sistema nervoso centrale che implicano
principalmente una perdita del numero di neuroni e dei legami tra gli stessi, le sinapsi. Ci sono anche
cambiamenti legati ai tessuti e ai vari organi e apparati, esempio quello cardiovascolare.
Riguardo i cambiamenti mentali, (molto legati alla degenerazione del sistema nervoso), vi sono anche
cambiamenti affettivi e cognitivi, in particolare c’è la tendenza nell’anziano a considerare
principalmente il proprio punto di vista tralasciando quello dei suoi interlocutori. Mentre nella fase
adolescenziale e adulta parliamo di tendenze centrifughe, nell’anziano al contrario si parla di
tendenze centripete, tendenze che lo legano al suo mondo. Anche per quanto riguarda l’attenzione
gli anziani hanno spesso difficoltà a dividere l’attenzione su diversi fronti, come vedere le immagini
alla tv e seguire l’audio contemporaneamente. In alcuni casi ciò deriva da alcune gravi forma di
demenza come l’Alzheimer, che si manifesta da principio con perdita di memoria per poi degenerare
fino a compromettere anche il linguaggio e l’autonomia del soggetto.
Se l’anziano necessita di servizi socio-sanitari, vengono in aiuto alcuni tipi di comunità come:
servizio sociale di base, assistenza abitativa, assistenza domiciliare integrata e il centro di pronto
intervento. E’ sempre preferibile, quando possibile, l’utilizzo di una forma di assistenza domiciliare,
è risaputo quanto per un anziano possa costituire un dramma doversi separare dal proprio domicilio.
Se invece si parla di anziani non più in grado di risiedere nel proprio domicilio, ci sono comunità
come: centri diurni, comunità alloggio e le case protette che sono strutturate per fornire assistenza ad
anziani non più autosufficienti.
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