alimentazione in età senile

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ALIMENTAZIONE IN ETÀ SENILE
Un anziano sano e normopeso non necessita di una dieta particolare, ma è importante tenere presente
che dopo i 60 anni si registrano in genere sia una diminuzione delle attività metaboliche che un aumento
della sedentarietà, con una conseguente riduzione delle necessità energetiche.
Il fabbisogno calorico si aggira attorno alle 1700 kCal per le donne ed alle 2400 kCal per gli uomini, in riduzione del 10% al di sopra dei 70 anni.
La distribuzione dei nutrienti nella dieta è simile a quella dell’adulto (10-15% di proteine, 25-30% di lipidi
e 45-55% di carboidrati), ma non uguale. I lipidi devono essere limitati il più possibile ed è meglio preferire
quelli di origine vegetale (olio d’oliva e di semi), anziché burro, strutto ecc, per evitare un eccessivo apporto
di grassi saturi e colesterolo, implicati nella patogenesi ateroscleroritca. Il fabbisogno proteico è un 3% più
elevato rispetto all’adulto, per permettere un buon mantenimento dei tessuti; la scelta deve essere orientata prevalentemente verso le proteine presenti nei legumi e nel pesce, moderando il consumo di carne,
uova e latticini. La quantità di carboidrati resta invariata, come per l’adulto, ma in età anziana diventa ancora più importante prediligere gli zuccheri complessi (l’amido di pasta, pane ecc) rispetto a quelli semplici
(presenti nei dolci, negli snack ecc).
A tutte le età, quindi anche da anziani, consumare frutta e verdura per 5 volte al giorno nei 5 colori del benessere (rosso, verde, giallo-arancio, bianco e blu-viola) è fondamentale per mantenere un buono stato di
salute e, soprattutto, per prevenire le carenze nutrizionali in minerali e vitamine, piuttosto frequenti a
quest’età.
Il numero e la distribuzione dei pasti nell’arco della giornata resta invariato: colazione, pranzo, cena e
due spuntini, da consumarsi più regolarmente possibile come orari. Questo permette di mantenere un valore costante della glicemia, senza il rischio di incorrere in crisi di fame o sbalzi glicemici eccessivi, ancor più
pericolosi in età anziana.
Le persone di età superiore a 60 anni presentano una generalizzata tendenza a bere poco (a causa della
riduzione di percezione della sete) ed una ridotta capacità di ritenzione di sali e acqua da parte
dell’organismo, situazioni che possono portare a disturbi renali, neurologici ed intestinali. Per questo motivo l’assunzione di frutta e verdura è indispensabile per compensare l’eventuale carenza idrica.
Per le donne quanto riguarda le donne, invece, la menopausa determina un aumento del fabbisogno di
calcio, a causa della riduzione della capacità di assorbimento di questo minerale, dovuta a motivi ormonali.
Per limitare questo fenomeno è importante il consumo quotidiano di latte e yogurt a colazione e con gli
spuntini, senza accompagnare l’assunzione di questi alimenti con quella di spremute e succhi di frutta, che
impediscono l’assorbimento del calcio.
Il rischio nutrizionale maggiore per l’età anziana è rappresentato dalla malnutrizione, che può avere diverse cause, di natura psicologica, sociale e fisiologica: depressione esistenziale (dovuta a lutti, percezione
del cambiamento anatomico e fisiologico, nostalgia ecc), solitudine, mancanza di autonomia nella gestione
domestica, difficoltà economiche, affidamento agli erronei consigli divulgati dalla televisione, problemi di
salute che per natura caratterizzano l’età anziana (scarso appetito, difficoltà a dormire, problemi neurologici, digestivi, di masticazione ecc).
Queste situazioni determinano un cambiamento delle scelte alimentari dell’anziano, orientandole verso alimenti facilmente masticabili e digeribili, ma poco nutrienti. Il tutto si traduce in un’alimentazione monotona e poco varia, non utile ad un corretto apporto di nutrienti. Seguire una dieta monotona, inoltre, determina un’ulteriore diminuzione dell’appetito e dell’importanza attribuita al cibo.
La malnutrizione ha diverse ripercussioni sullo stato di salute dell’anziano, aumentando la possibilità di
ammalarsi e riducendo la possibilità di guarigione da molte malattie. Per questo è fondamentale seguire il
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più possibile l’evoluzione del comportamento alimentare del nonno, al fine di prevenire e/o correggere abitudini sbagliate. Questo compito spetta ai famigliari e alle persone che hanno l’incarico di assistere la persona (assistenti sociali, medici ecc).
Non bisogna infine dimenticare che l’attività fisica è importante per bambini, ragazzi e adulti, ma lo è
ancora di più nel caso degli anziani. Un regolare esercizio fisico, come ad esempio una passeggiata quotidiana, permette di mantenere un buon funzionamento delle ossa, dei muscoli, del cuore, dei polmoni e dei
principali distretti corporei, oltre a mantenere vivo l’appetito ed a permettere all’anziano di distrarsi un po’.
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