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L’apprendimento
le principali teorie
A cura di Eleonora Bilotta
Principali teorie dell’apprendimento

E’ tendenza comune quella di identificare la crescita e
l’apprendimento, in effetti sono due processi totalmente distinti.

Il primo è regolato da fattori determinati geneticamente.

Mentre il secondo, dipende dall’ambiente in cui l’individuo vive.

Non a caso i fatti in mezzo ai quali si svolge la vita e lo sviluppo
della persona determinano ciò che egli apprende, il che implica
una grande responsabilità per tutti i membri di un gruppo
sociale.

Quindi l’apprendimento può essere definito come un
cambiamento nelle attitudini o capacità umane, che può essere
conservato e che non si può semplicemente attribuire al
processo della crescita.
L’apprendimento stimolo-risposta

Questo cambiamento si manifesta come cambiamento di
comportamento (Gagnè,1973). Per cui si verifica un
apprendimento quando ha luogo una situazione di stimolo che
colpisce il soggetto provocando un cambiamento nella sua
performance da prima che la situazione si verifichi a dopo.

Il tipo più semplice di apprendimento può così essere
rappresentato:
STIMOLO --- NULLA
a
STIMOLO --- RISPOSTA
questo tipo di capacità appresa si chiama “associazione”.
Gli associazionisti

Una delle più antiche scuole di pensiero nella psicologia americana
risale agli associazionisti. Gli studiosi appartenenti a tale scuola si
dedicarono sostanzialmente al problema della formazione nella mente
umana di idee complesse.

Questi ricercatori sostenevano che per l'acquisizione di una nuova idea
era necessaria la contiguità delle sensazioni e la ripetizione di questi
eventi contigui.

In seguito, la psicologia americana ha cominciato ad utilizzare animali
per la ricerca sull'apprendimento.

Il primo studioso a muoversi in questa direzione fu Lee Edward
Thorndike (1874-1949), il quale dall’osservazione dell'uscita di cani,
gatti e polli dai labirinti, trasse la conclusione che molte opinioni sul
pensiero degli animali erano sbagliate perché attribuivano alla loro
intelligenza possibilità maggiori di quelli effettive.
La posizione di Thorndike

Thorndike sostiene che l'apprendimento negli animali può
essere spiegato dalla relazione tra le sensazioni e gli impulsi
dell’azione. Associazioni di questo genere svolgono una grande
importanza anche nell'apprendimento umano.

Uno degli esperimenti più noti svolti da Thorndike è il seguente:

un animale affamato, come può essere un gatto, viene posto in
una gabbia dotata di una porta che si apre premendo una leva
che fa cadere un saliscendi e permette così all'animale di
arrivare al cibo, che è visibile all'interno del recinto.
La posizione di Thorndike

Dapprima, si osserva che il gatto si impegna in una molteplicità di
azioni, tra cui il graffiare le pareti e la porta del recinto. Prima o dopo,
queste diverse attività porteranno per caso alla pressione del saliscendi
che fa aprire la porta. Allora l'animale immediatamente lascia il recinto
e mangia il suo cibo.

Rimesso nel recinto, l’animale avrà ovviamente un comportamento
diverso. Dedicherà molto meno tempo a grattare le pareti, e di più a
movimenti nelle vicinanze del saliscendi.

Le risposte corrette sono rafforzate dalla soddisfazione, e Thorndike
chiamò questa generalizzazione “legge dell’effetto”.

Questo tipo di risposta si presenta quasi impossibile nell’uomo, perché se
un individuo viene posto in un labirinto, rifletterà sulle sue azioni prima di
cominciare ad agire.
Thorndike disconosce l’intelligenza negli
animali

Secondo Thorndike la forma tipica di apprendimento sia negli animali
sia negli uomini è quella che si realizza attraverso prove ed errori

Thorndike poneva un gatto, chiuso in una gabbia dotata di un sistema,
che messo in moto, permetteva all’animale di uscire dalla gabbia e di
impadronirsi del cibo.

Thorndike affermò che il gatto apprendeva la maniera di uscire registrando
le risposte giuste e cancellando quelle sbagliate. Tale meccanismo poteva
essere considerato meccanicistico e quindi non necessitava di una grande
intelligenza.

Thorndike formulò la sua legge meccanicistica dell’effetto nei seguenti
termini:
– le risposte ad una situazione seguite da una ricompensa
sarebbero state rafforzate o registrate come risposte abituali a
quella situazione, invece quelle errate si sarebbero indebolite o
cancellate come risposte a quella situazione.
Confronto fra uomini ed animali

Un confronto delle curve di apprendimento degli uomini con
quelle degli animali lo portò ad affermare che gli stessi fenomeni
meccanici riscontrati nell’apprendimento animale sono
fondamentali anche nell'apprendimento umano.

Egli sosteneva che la “legge dello stato di preparazione” è un
principio ausiliario che caratterizza le circostanze in cui
l'organismo che apprende è soddisfatto o no.

Le caratteristiche di questa legge possono così essere
riassunte:
– stimolando un forte impulso a una particolare serie di azioni,
la calma che deriva da quella sequenza provoca
soddisfazione;
– se quella sequenza di azioni è ostacolata e non può essere
completata, ne deriva insoddisfazione;
– se c'è stanchezza o sazietà di una data azione, allora
l’obbligo a una ripetizione dell’atto provoca insoddisfazione.
La creazione delle connessioni e le sue leggi

All’apprendimento umano e a quello animale si possono applicare
cinque leggi dette sussidiarie, e cioè:
– risposta multipla, o reazione variata, poiché una risposta per essere
premiata deve verificarsi, dal momento che se l’organismo è incapace di
variare le sue risposte, è impossibile variare la risposta giusta;
– assetto o atteggiamento, perché le risposte sono in parte determinate da
aggiustamenti permanenti caratteristici degli individui cresciuti in una data
cultura. Ma l’atteggiamento o assetto dell’organismo non determina solo ciò
che la persona farà, ma anche ciò che lo soddisferà o non lo soddisferà;
– prevalenza degli elementi, nel senso che un essere umano è capace di
estrarre un solo elemento dal problema che deve risolvere, trascurando
altre caratteristiche che potrebbero confondere un animale inferiore;
– risposta per analogia, nel senso che un individuo risponde ad una nuova
situazione come farebbe in presenza di una situazione simile, oppure
risponde ad alcuni elementi per i quali possiede già una risposta;
– spostamento associativo, l’idea fondamentale è che se una risposta può
essere mantenuta intatta attraverso una serie di cambiamenti nella
situazione-stimolo, essa può infine essere data anche di fronte ad una
situazione totalmente nuova.
Pavlov

Il fisiologo russo Pavlov (1927) si interessò dei riflessi
condizionati.

Inizialmente Pavlov svolse delle indagini sulla
circolazione e sul cuore, poi si dedicò alla fisiologia
della digestione. La sua opera principale sui riflessi
condizionati fu iniziata nel 1899 ed intitolata
“Osservazioni sulla secrezione salivare”, in
quest'opera i riflessi appena scoperti furono chiamati
“secrezioni psichiche” con lo scopo di distinguerle
dalle reazioni fisiologiche non apprese.
La ricerca di Pavlov

Pavlov (1927) scoprì che, suonando un campanello mentre si
mostrava del cibo ad un cane affamato, e ripetendo questa serie di
eventi varie volte, si portava il cane a salivare al solo suono del
campanello.
La ricerca di Pavlov
Mentre la salivazione alla vista del cibo poteva essere considerata
una risposta naturale (o non condizionata), la salivazione al suono
del campanello doveva essere acquisita come risposta
condizionata.
Fasi del condizionamento
Prima del condizionamento
SC (suono) --------
SI (cibo) ----------
Nessuna risposta
RI (salivazione)
Durante il condizionamento
SC (suono)
seguito da
SI (cibo) ----------
RI (salivazione)
Dopo il condizionamento
SC (suono) -------
RC (salivazione)
Pavlov

Il contributo di Pavlov sta non tanto nella scoperta del riflesso
condizionato e nemmeno nella teorizzazione di esso, quanto nella cura
con cui egli ha esplorato numerose relazioni empiriche, ed ha quindi
determinato i parametri essenziali e fornito il necessario bagaglio
teorico sperimentale e la necessaria terminologia per innumerevoli
esperimenti successivi condotti da altri oltre che dai suoi colleghi e
discepoli.
Il riflesso condizionato

Il riflesso condizionato comincia grazie al rinforzo ripetuto, cioè
seguendo più volte lo stimolo condizionato ad una adeguata
distanza temporale dello stimolo incondizionato. Però se il
rinforzo viene interrotto, la risposta condizionata comincia a
diminuire fino a scomparire. Egli si interessò anche dei processi
fisiologici che si realizzano all’interno della corteccia cerebrale,
dandogli il nome di “attività nervosa superiore”. Infatti, un
esperimento che voleva indurre il condizionamento in un cane
decerebrato convinse Pavlov che i riflessi condizionati non si
possono formare in assenza della corteccia cerebrale.
Il riflesso condizionato

Partendo dal fatto che esistono due processi nervosi, che
attraverso le loro interazioni offrono le basi per il funzionamento
degli emisferi cerebrali:
– l’eccitamento;
– l’inibizione.

Pavlov ha differenziato quattro tipi di sistemi nervosi genotipici
basati proprio sulla forza dei processi eccitatori ed inibitori.

Per cui si avranno i temperamenti sanguigni, flemmatici, collerici
e melanconici.
Le nevrosi sperimentali indotte

Le prime scoperte di Pavlov sulle “nevrosi sperimentali” furono
occasionali. Infatti, un cane era stato addestrato a salivare di
fronte ad un cerchio e a non farlo di fronte ad una ellissi
allungata.

Dopo una serie di prove il raggio dell'ellissi veniva accorciato
così che era sempre più difficile distinguerla dal cerchio.

Quando la discriminazione risultò eccessivamente difficile, il
comportamento del cane divenne strano e cominciarono a
comparire i segni di un disturbo emotivo.
Le nevrosi sperimentali indotte


Pavlov chiamò questo disturbo emotivo, “nevrosi sperimentale”
determinata da un conflitto tra forze di eccitazione e di inibizione
collocate in punti adiacenti della corteccia cerebrale.
Queste scoperte sono state fondamentali per lo studio
dell'apprendimento umano, perché si è creduto che questa nevrosi
presente negli animali fosse simile alla neurastenia nell'uomo.
Il riflesso di orientamento

Dopo questa serie di studi Pavlov ha parlato del “riflesso di
curiosità” che poi verrà chiamato “riflesso di orientamento”,
che serve ad indicare la tendenza ad orientarsi verso qualsiasi
nuovo stimolo indipendentemente dal suo significato.

Questo riflesso cominciava a scomparire quando i riflessi
condizionati diventavano più forti. Secondo Pavlov, la capacità
di formare riflessi condizionati è, in parte, regolata dal tipo di
sistema nervoso ed è proprio per questo che esistono alcune
differenze congenite nella capacità di apprendimento.
Skinner (1938) e il condizionamento
operante



Il modello Stimolo-Risposta (S-R) di Pavlov non riusciva a
spiegare l'ampia gamma dell'apprendimento degli organismi,
sopratutto non includeva il ruolo attivo dell'essere vivente
sull'ambiente circostante.
Ogni comportamento produce un effetto, l'effetto prodotto a sua
volta è in grado di produrre delle conseguenze sull'individuo.
Gli studi di Thorndike hanno permesso a F.B. Skinner di
sviluppare il modello del condizionamento operante. Una
risposta può essere attivata senza la necessità di uno stimolo in
quanto essa diviene subordinata alla possibilità di una
ricompensa (o rinforzo oppure rinforzatore) in grado di
sollecitare un comportamento volontario acquisito in seguito ad
un rinforzo.
IL CONDIZIONAMENTO OPERANTE
L’apprendimento è il risultato del condizionamento mediante
rinforzo di una risposta selezionata tra le tante possibili in un dato
contesto.
Un topo affamato, introdotto nella Skinner-box, durante l’attività
esplorativa preme casualmente una leva.
La pressione fa emettere una pallina di cibo (rinforzo) e ciò
succederà ogni volta che il ratto preme la leva.
Si è così instaurato un condizionamento operante.
TIPI DI RINFORZO
Rinforzo positivo: consiste in una contingenza volta ad aumentare
la probabilità di emissione di una risposta desiderata
Rinforzo negativo: consiste nell’eliminazione di uno stimolo che
produce una risposta di evitamento
Punizione: consiste in una contingenza volta a diminuire la
probabilità di comparsa di una risposta non voluta
Le ricerche degli studiosi della Gestalt

Una corrente di pensiero opposta all’associazionismo è quella
della Gestalt, rappresentata da Max Wertheimer, Wolfang
Kohler e Kurt Koffka.

Secondo questi autori la tipica forma di apprendimento è quella
dell’insight, che consiste in una improvvisa riorganizzazione del
campo di esperienza. Inoltre, è stato dimostrato che i fenomeni
di insight sono condizionati dall'apprendimento precedente.

Uno degli esperimenti più importanti, riguardo a questo tipo di
apprendimento, è quello condotto da Harlow (1949).
Le ricerche degli studiosi della Gestalt

Questi addestrò delle scimmie a risolvere problemi, durante
l’esperimento venivano presentati alle scimmie tre oggetti, la
scelta giusta era quella di individuare l’oggetto diverso. Dopo
aver risolto una serie di questi problemi le scimmie erano in
grado di risolvere problemi di dissimiglianza, con oggetti mai
visti prima.

Visti questi risultati Harlow concluse che le scimmie avevano
acquistato un set di comportamenti di apprendimento, grazie ai
quali potevano risolvere problemi di dissimiglianza senza
ricorrere alle prove ed errori.
Le capacità iniziali del soggetto



Quindi, a questo punto si può affermare che le capacità iniziali
del soggetto svolgono un ruolo di particolare importanza nella
determinazione delle condizioni richieste per l’apprendimento
successivo.
Queste capacità iniziali possono dirsi interne al soggetto e si
possono distinguere da quelle esterne che hanno anch'esse un
ruolo importante nell’apprendimento.
Per cui ogni tipo di apprendimento inizia da un punto diverso di
capacità interna, ed è verosimile che per avere luogo richieda
anche una diversa situazione esterna (Gagnè, 1973).
Piaget e lo sviluppo cognitivo (Continua)

Piaget pur non venendo riconosciuto come teorico
dell’apprendimento, ha comunque dato un contributo notevole
allo sviluppo della psicologia.

Prima di parlare della teoria dell’apprendimento è necessario
trattare la posizione di Piaget circa lo sviluppo cognitivo

Egli si accorse che le teorie classiche dello sviluppo
considerano fondamentalmente tre aspetti:
– maturazione biologica;
– esperienza dell'ambiente fisico;
– esperienza dell'ambiente sociale.
Piaget e lo sviluppo cognitivo

Piaget vuole dimostrare che la sua teoria oltre a trattare questi
tre punti, ne esamina anche un quarto, l’equilibrazione.

Per quanto riguarda l'ambiente fisico, Piaget volge la sua
attenzione su tre tipi di esperienza:
– esercizio, esperienza fisica e esperienza logico-matematica.

L'esercizio porta all’eleganza dei movimenti, l’esperienza fisica
riguarda l’estrapolazione dell’informazione dagli oggetti
dell’ambiente, infine l’esperienza logico-matematica dipende da
priorità speciali dell’interazione soggetto-oggetto e non dalle
proprietà fisiche dell’oggetto.
Otto varietà di apprendimento secondo Gagné


Secondo Gagnè , che ha prodotto un’interessante rivisitazione
del fenomeno di apprendimento soprattutto in ambito scolastico,
vi sono otto varietà di apprendimento:
– 1° apprendimento di segnali;
– 2° apprendimento stimolo- risposta;
– 3° concatenazione motoria;
– 4° concatenazione verbale;
– 5° apprendimento di discriminazioni;
– 6° apprendimento di concetti;
– 7° apprendimento di concetti definiti o regole;
– 8° soluzione di problemi.
Importanza notevole hanno le condizioni esterne che
presiedono all'apprendimento, entrano in azione pochi minuti
prima dell’inizio dell'apprendimento, e cessano subito dopo.
1° Apprendimento di segnali

Consiste nell'apprendimento di risposte di tipo emotivo ed è
molto familiare, sia negli animali domestici che negli uomini.
Una situazione di apprendimento di segnali molto studiata negli
uomini è il battito degli occhi. Infatti se si soffia un po' d'aria sulla
cornea di un uomo, l'occhio batte rapidamente e questo è un
riflesso incondizionato, cioè originario e non condizionato da un
precedente apprendimento. Se in seguito si produce come
stimolo un movimento subito prima del soffio, si avrà uno
stimolo condizionato (il movimento).
2° Apprendimento stimolo-risposta

Ripetendo più volte la connessione movimento-soffio- si
produce una connessione appresa cioè:
– S (movimento)
R (battito).

Le condizioni interne fondamentali per l’apprendimento di
segnali, sono la disposizione del soggetto ad una risposta
emotiva riflessa.

Invece le condizioni esterne sono:
– la contiguità,
incondizionato
prossimità;
cioè lo
devono
stimolo-segnale e
essere presentati
lo stimolo
in stretta
– la ripetizione.

L’apprendimento stimolo - risposta risulta molto resistente
all'oblio. Sia l’apprendimento di segnali che quello stimolorisposta possono essere prodotti a volontà, ma le capacità che
possono stabilire sono molto limitate.
3° La concatenazione motoria

E' una sequenza di connessioni S-R che si manifestano nei
movimenti della vita quotidiana. Un tipico esempio ci è offerto
dalla capacità appresa di aprire una porta con una chiave. Ogni
atto di questa sequenza deve essere eseguito correttamente e
nell'ordine giusto, altrimenti il soggetto non riuscirà ad eseguirla.

Inoltre, per avere questo tipo di apprendimento il soggetto deve essere
capace di eseguire ogni sequenza singolarmente.

Un soggetto può essere predisposto ad apprendere una catena di
questo genere tramite istruzioni verbali.

Queste istruzioni verbali accompagnano solo l'inizio dello stabilirsi di
una catena e non ne sono una parte.

Affinché a catena si stabilisca appare necessaria qualche
soddisfazione, perché se manca il rinforzo si ha l’estinzione dell’anello
finale e quindi dell'intera catena.
4° Concatenazione verbale

E' l’apprendimento di associazioni verbali, mediante cui l’individuo
apprende il nome di oggetti. L’uomo mostra una straordinaria
versatilità nell’ambito della vocalizzazione. La capacità di chiamare
un oggetto per nome è costituita da una catena di almeno due
anelli, il primo è una risposta di osservazione, il secondo è
costituito da uno stimolo che spinge il soggetto a dire il nome
dell'oggetto. E' stato dimostrato che una catena di sette anelli sia il
massimo che può essere appreso come fatto singolo.

Alcuni studi hanno dimostrato che nella maggior parte dei casi il
modo migliore è quello chiamato “partizione progressiva”, nel
quale il soggetto aggiunge sempre una nuova parte (per esempio
un verso) man mano che ripete le parti vecchie.
5° Apprendimento di discriminazioni

E’ la capacità di dare risposte diverse agli elementi-stimolo di uno
stesso gruppo, discriminando i tratti distintivi degli oggetti. Le
connessioni stimolo-risposta, una volta apprese, possono essere
collegate in catene con lo scopo di generare capacità più complesse.
La capacità di acquisire discriminazioni svolge un'importante funzione
nella vita quotidiana. La discriminazione riguarda spesso i caratteri
distintivi. Così il bambino apprende a rispondere diversamente a quelle
caratteristiche degli oggetti che servono a distinguerli l'uno dall'altro.

Quando viene appreso un insieme multiplo di discriminazioni diventa
molto difficile ritenerlo; per cui, risulta più efficace apprendere le
associazioni una per volta e poi ripeterla più volte in ordine diverso.
Infatti, una volta apprese, le discriminazioni vengono ricordate in
misura uguale, indipendentemente dalla complessità degli elementi
discriminati. La serie di stimoli che devono essere associati in varie
catene vanno presentati uno per volta in modo che il soggetto possa
ripristinare la catena per ciascuno di loro. Se la discriminazione è stata
compiuta in questo modo, l’interferenza che nasce da generalizzazioni
tra stimoli risulterà enormemente ridotta.
6° Apprendimento di concetti

E’ la capacità di dare una stessa risposta a oggetti o
stimoli appartenenti a una stessa classe.

In questo caso si parla di apprendimento di concetti concreti che
dipendono dall'osservazione diretta.

Si potrebbe credere che un concetto si possa acquisire
attraverso il metodo per prova ed errore, ma questo non appare
il mezzo più appropriato se non per le scimmie.

Infatti anche se l’apprendimento di concetti non è
necessariamente una questione verbale, è risultato chiaro che i
suggerimenti verbali facilitano l’apprendimento nei soggetti
umani che possiedano alcuni prerequisiti essenziali.
I prerequisiti essenziali nell’acquisizione di
concetti

Questi prerequisiti sono costituiti da una serie di catene, verbali
o no, che deve essere stata già acquisita in situazioni di
stimolazione rappresentative.

Tali catene devono in qualche modo esibire le caratteristiche
della classe descritta dal concetto, distinguere questi stimoli da
altri non appartenenti alla classe.

Accanto a questi prerequisiti vanno individuate le condizioni
esterne indispensabili per questo genere di apprendimento che
generalmente sono comprese in una serie di istruzioni verbali.
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