Prima delle primavere arabe
Cenni di storia del Vicino e Medio
Oriente e del Nordafrica dalle
indipendenze alla fine del XX secolo.
2. Il Vicino Oriente arabo
Ira Lapidus, Storia delle società islamiche, Einaudi, 1995, vol.
3, pp. 73-181
(History of Islamic Societies, Cambridge University Press)
Il mondo arabo in rivolta
• In Egitto, Tunisia,
Libia, Yemen: cambio
di governo.
• Riforme ottenute a
seguito di rivolte
(Marocco, Kuwait,
Giordania e Oman).
• Siria (rivolta armata)
• Proteste diffuse
(Algeria, Iraq,
Palestina, Libano).
• Proteste minori (Sahara
occidentale, Mauritania,
Sudan, Arabia Saudita).
Il Vicino (o Medio?) Oriente
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Libano
Siria
Giordania
Palestina
Iraq
Arabia
Saudita
Yemen
Oman
EAU
Bahrein
Qatar
Kuwait
Dai mandati alla fine della 1° guerrra
mondiale: la nascita del nazionalismo
• La regione della cosiddetta Mezzaluna Fertile era
costituita,negli ultimi decenni dell’impero ottomano, da una
serie di piccole province autonome una dall’altra.
• Solo le grandi città di Damasco, Beirut, Aleppo, Baghdad,
Mossul erano centri di potere e grandi città commerciali.
• Gli Stati indipendenti comparvero solo dopo la seconda guerra
mondiale e sulla base di una forte ingerenza europea.
• Tuttavia è proprio qui che nasce un pensiero politico arabo
nazionalista, fratello ed erede del riformismo egiziano.
• Il musulmano ‘Abd al Rahman al-Kawakibi (Aleppo,1849 Cairo,1902) e il cristiano maronita Negib Azoury (? -1916)
furono fra i primi a propugnare un nazionalismo arabo, privo di
colorazioni religiose, fortemente antiturco e antiottomano.
Al-Kawakibi e Azoury
Tutti voi che parlate arabo e non siete musulmani, io v'invito a dimenticare le
differenze del passato. La discordia che è stata seminata da individui
malevolenti deve essere superata... Organizziamo insieme la nostra vita
sulla terra e lasciamo alle religioni la cura di occuparsi dell'Aldilà. Viviamo
liberi e rispettati in seno alla nostra nazione araba. (al-Kawakibi)
Niente è più liberale che il programma della Lega: la patria araba, che vuole,
innanzitutto separare, nell’interesse dell’islam e della nazione araba, il
potere civile e il potere religioso. (Azoury)
Il sistema dei mandati
• Gli eventi che conducono alla nascita del sistema dei
mandati e alla creazione dei nuovi Stati del V.O. hanno
origine nella penisola arabica, dove lo shaykh Huseyn
della Mecca viene convinto dai Britannici a capeggiare
una rivolta contro i Turchi con la promessa che avrebbe
poi avuto il loro sostegno per costituire una nazione araba
unita, di cui lui stesso sarebbe stato il capo indiscusso.
• In realtà, Huseyn sarà tradito: fu convinto a intraprendere
una lunga guerriglia contro i Turchi per conquistare la
regione dell’Hijaz (Arabia occidentale) in vista della
conquista delle ricche regioni arabe mediterranee, ma in
realtà quei territori furono spartiti con la conferenza di San
Remo (1920) secondo i piani dell’accordo Sykes-Picot
(1916).
• Ha inizio l’epoca dei mandati della Società delle Nazioni.
• Si trattava di cosiddetti “mandati di classe A", su aree
prima controllate dall’Impero Ottomano e che si riteneva
avessero "raggiunto uno stadio di sviluppo in cui la loro
esistenza come Nazioni indipendenti poteva essere
riconosciuta anche se provvisoriamente soggetta
all'assistenza amministrativa di una Potenza Mandataria
fino a quando non fossero stati in grado di governarsi da
soli".
• Vennero creati cinque nuovi Stati e posti sotto mandato:
Siria e Libano (Francia, 1923);
• Iraq, Palestina (Gran Bretagna, 1920).
• Transgiordania (Gran Bretagna, 1922).
Il Libano
• La regione del Libano, da sempre centro importante di
commerci mediterranei, vive nella seconda metà del
XIX secolo un incremento notevolissimo della
presenza europea, cui corrispose un risveglio della
chiesa maronita* che creò tensioni con altre comunità
religiose, in particolare con i drusi**.
• Nel 1843 gli Ottomani avevano diviso il paese in due
distretti, uno settentrionale (maronita) e uno
meridionale (druso); poi, nel 1861, decretarono per
legge (e per volere delle potenze europee) che il capo
del governo dovesse essere un cristiano.
•
•
* La Chiesa maronita è la chiesa cristiana d’oriente che riprende riti e liturgia della
tradizione siriana; prende il nome dal suo fondatore, il siriano S. Marone, che la
istituì nel IV secolo, ed è retta da un suo patriarca, che riconosce comunque la
Santa Sede.
** I drusi sono sciiti ismailiti. Si costituiscono in Egitto nell’XI secolo, seguaci di alDarazi, che cominciò a predicare che uno dei califfi fatimidi, al-Hakim, fosse
l’incarnazione di Dio. Credono nella metempsicosi e sono monogami.
• Il Libano, quale entità prima autonoma dalla Siria e solo in
seguito vero e proprio Stato, nasce per volere dei Francesi
e fu governato sotto mandato da un Alto commissario
francese.
• Nel 1926 il potere politico fu suddiviso fra le diverse
comunità religiose: presidente (cristiano), governo (guidato
da un sunnita) e parlamento (guidato da uno sciita).
• Fra il ‘20 e il ‘45 il Libano viene governato sulla base di
compromessi continui fra i capi delle varie fazioni religiose
(partito del Blocco Nazionale, cristiano maronita,
favorevole all’indipendenza ma ostile agli arabi musulmani;
il partito del Blocco Costituzionale, filosiriano), i cui
contrasti venivano puntualmente rafforzati dalla politica
inglese, con conseguente sviluppo di una rete di clientele e
corruzione.
• Nel 1943 il Libano diviene indipendente: in realtà si trattava
di uno Stato debole, creato solo per bilanciare i poteri e le
risorse fra le varie fazioni.
La Siria
La città di Damasco e tutta la regione siriana
erano governate in epoca ottomana da notabili
divisi in famiglie rivali che si sentivano minacciati
dalla concorrenza commerciale europea.
Alla metà del XIX secolo essi videro il loro potere
politico ed economico ulteriormente minacciato
dal programma modernizzatore (Tanzimat), ma
anche dalla reazione accentratrice degli
Ottomani, dopo la breve parentesi della conquista
egiziana sotto Muhammad ‘Ali (1831-39).
Nei primi anni del XX secolo, la reazione contro
la laicizzazione e il forte accentramento dei poteri
da parte del governo turco (CUP, 1908) conduce
una parte delle élite siriane ad abbracciare le
nuove forme di nazionalismo.
• Le élite politiche locali conservatrici accettarono in linea
di massima il sistema mandatario (1923-1944) e
cercarono di sfruttare per i loro interessi specifici il
favore delle potenze europee.
• Ma anche in quest’area, come in Egitto, una nuova
intellighenzia, più giovane e colta, spesso
occidentalizzata, comincia a rendersi visibile in
opposizione alle vecchie classi dominanti e reclamano
l’indipendenza.
• Questa generazione più giovane spesso fa parte della
casta militare: i giovani ufficiali, provenienti dalle classi
medio alte, acquisiscono una posizione dominante nella
società mediorientale e ambiscono al potere,
appropriandosi dell’ideologia nazionalistica.
• Altro elemento rilevante anche per la lettura dell’oggi: le
potenze mandatarie si adoperarono per acuire, e non per
ridurre, le differenze e i conflitti interni etnici e religiosi.
• Ad esempio in Siria i francesi divisero il paese in base
alle etnie che vi abitavano e diedero diverse forme di
amministrazione alle varie aree, incentivando le
differenze, le discordie e gli scontri.
• Proprio in Siria il nazionalismo arabo trova in questi anni il
proprio acme con la creazione del partito Ba‘ath
(Resurrezione), fondato negli anni ‘40 dal cristiano Michel
Aflaq e dal musulmano Salah ad-Din Bitar.
• I concetti chiave sono il concetto classico islamico di
qawmiyya, l’appartenenza a un gruppo, accanto ai nuovi
concetti, giunti dall’Europa, di unità, democrazia, libertà
dei popoli e giustizia sociale.
• Dopo la seconda guerra mondiale, in Siria (divenuta
indipendente nel 1946) il potere politico passerà a queste
nuove generazioni militari.
L’Iraq
• Nel 1920, dopo un periodo di aspre rivolte locali, gli Inglesi in qualità di potenza mandataria - decisero di crearvi una
monarchia costituzionale, con a capo Faisal (figlio di
Huseyn d’Arabia): un’èlite sunnita e straniera al potere, che
governava un popolo si sciiti e curdi.
• Nel 1932 l’Iraq diviene (solo) formalmente indipendente, ma
gli affari esteri e militari rimangono in mano agli Inglesi.
• Fra la metà degli anni Trenta e l’inizio della seconda guerra
mondiale si susseguirono colpi di stato militari e lotte fra
fazioni interne.
• Dal 1939 fino al 1958 governò il giovanissimo Faisal II con
l’aiuto del fido e potentissimo primo ministro Nuri al-Sa‘id: Il
colpo di Stato del 1958 pone fine alla monarchia in modo
drammatico (uccisione di Faisal a soli 23 anni e di Nuri alSa‘id) e salita al potere di un governo repubblicano, che
sarà rovesciato nel 1963 dal colpo di Stato dei membri del
partito Ba‘ath.
La Giordania
• E infine, l’emirato di Transgiordania, creato dagli Inglesi
per sistemare l’altro figlio dello shaykh Huseyn della
Mecca e fratello di Faisal, ‘Abdallah, che fu posto sul
trono nel 1922 e governò sino al 1951.
• Anche qui la proclamazione di una monarchia
costituzionale, concessa nel 1928, fu solo formale,
poiché gli Inglesi controllavano esteri e esercito.
• La Transgiordania diviene indipendente come regno di
Giordania solo nel 1946, sempre sotto il re ‘Abdallah.
• Fra il 1948 e il 1950 il suo territorio fu riorganizzato,
assorbendo alcuni territori della Palestina e includendo
migliaia di palestinesi profughi entro i suoi confini.
• La storia della Giordania è strettamente legata a quella
della Palestina.
Gli eventi dopo la seconda guerra mondiale
• Si sviluppa fra i neonati Stati del Vicino Oriente una visione
nazionalistica unitaria che utilizza come proprio vessillo della lotta
contro Israele, contro gli intenti imperialistici delle potenze occidentali e
contro l’inerzia delle classi politiche locali conservatrici e contrarie alle
riforme e alla modernizzazione.
• Nasce nel 1945 la Lega degli stati arabi, fortemente voluta dall’Egitto e
con sede al Cairo.
• Negli anni ‘50 il regime nasseriano in Egitto e quello ba‘athista di Siria
e Iraq dominano la scena politica con le scelte a livello internazionale e
con le loro rivalità interne. Si tratta di regimi militari, centralisti,
socialisteggianti, laici.
• Stati Uniti e Unione Sovietica iniziano una competizione per il
predominio su queste aree.
• In risposta al Patto di Baghdad (Iraq e Turchia, poi Iran e Pakistan,
firmano nel 1955 il Patto fortemente voluto da USA e GB in funzione
anticomunista), si avrà la Conferenza dei Paesi afroasiatici a Bandung
nel 1955 e infine la Conferenza di Belgrado nel 1961 con la quale
nasce il movimento dei Paesi non allineati (Tito, Nehru e Nasser ne
sono i leader principali).
Siria e Iraq: gli sviluppi del partito Ba‘ath
• In Siria, dopo il fallimentare tentativo di unione con l’Egitto
(R.A.U.,1958-63), il partito Ba‘ath conquistò il potere nel 1963 con un
colpo di Stato.
• La componente alauita (alawita*) in questi anni assume una rilevanza
politica notevole, anche perché per decenni aveva goduto di una
politica assolutamente favorevole da parte della potenza mandataria,
la Francia, che strumentalizzò le differenze religiose per spezzare la
compagine nazionalista.
• Con la salita al potere nel 1970 di Hafez al-Assad, padre di Bashar, di
famiglia alauita, questi ultimi assumono ancora più potere e si sviluppa
un’opposizione di matrice religiosa, guidata dai FM siriani.
• È una reazione degli ‘ulama’ sunniti contro contro il regime di Assad,
che caratterizzerà i decenni successivi della storia della Siria, e che
culminerà con la strage di Hama nel 1982, quando la repressione
governativa contro la ribellione della roccaforte dei FM causò un
numero imprecisato di morti (fra i 7000 e i 35.000).
•
*Sono sciiti storicamente discendenti da sette come quella dei Nusayri o
Ansariyya. Sono considerati eretici perché, sciiti, deificano la figura del cugino
e genero del profeta, ‘Ali.
• In Iraq il potere viene assunto nel 1958 da un gruppo di giovani
ufficiali dell’esercito che giustiziarono il re Faisal II, abolirono la
monarchia e instaurarono una dittatura militare vicina al partito
comunista iracheno.
• Il loro leader Qassim fu poi rovesciato nel 1963 da un colpo di Stato
del partito Ba‘ath, e qualche anno dopo emergerà in questo contesto
la figura di Saddam Huseyn, che mantenne ben saldo il potere sino
alla sua caduta (1968-2003).
• Il regime, che poggiava sull’esercito e che fu fautore di imponenti
nazionalizzazioni, godeva solo dell’appoggio di una minoranza
sunnita (regione di Tikrit) ed era ostile alle componenti sciita e curda
del paese (situazione rovesciata rispetto alla Siria).
• Si sviluppò anche qui una forte opposizione religiosa, in particolare
sciita, fortemente repressa.
• Nel 1980 l’Iraq - appoggiato dall’Occidente - attacca l’Iran
khomeinista (la guerra terminerà nel 1988) e nel 1990 attaccherà il
Kuwait, nel vano tentativo di annetterlo (cosiddetta prima guerra del
Golfo) ma verrà sconfitto in breve da una coalizione capeggiata dagli
USA.
• Il Libano ha drammaticamente vissuto anni di guerra
civile dal 1975 al 1990, che vede schierarsi due coalizioni
contrapposte, una dominata dalle milizie dei cristianomaroniti di Gemayel; l’altra dal partito socialista
progressista druso di Jumblatt, che appoggiava i
palestinesi. Nel 1982 Israele interviene nel sud del
Libano (operazione pace in Galilea) e da quel momento
la presenza della Siria nel Paese si è rafforzata.
• In Giordania, il re Husayn rimane saldamente al potere
dal 1952 (dopo il brevissimo regno del padre Talal), fino
alla morte (1999) grazie al carisma della discendenza
profetica (hashemita) ma anche grazie al forte appoggio
che inizialmente ebbe dagli Inglesi. Governa uno stato
conservatore e filo-occidentale. Gli succederà il figlio
‘Abdallah II, tuttora al potere.
La questione palestinese
• Dopo la prima guerra mondiale la Società delle Nazioni
ratificò il mandato della GB sulla Palestina al fine di favorire la
creazione di una “national home” per gli Ebrei.
• Le aliyah ebraiche fecero crescere il numero degli ebrei
residenti in Palestina in maniera esponenziale, anche prima
della Shoah (nel 1939, già mezzo milione di ebrei).
• Si crea un movimento di opposizione palestinese e più in
generale arabo, forte ma frammentato: 1920, Comitato
esecutivo arabo; 1922, Consiglio musulmano supremo,
entrambi guidati dal mufti di Gerusalemme Amin al-Husayini.
• Negli anni Trenta emerge una opposizione di massa: ‘Izz alDin al-Qassam elabora un’ideologia basata sui concetti di
lotta armata (jihād) e di martire per la causa (shahīd) alla
base delle grandi rivolte arabe del 1936-39.
• Le rivolte furono sedate dagli Inglesi che assunsero il
diretto controllo del territorio.
• Nel 1939: pubblicazione del Libro Bianco degli Inglesi e
limitazione della immigrazione ebraica in Palestina.
• Gli ebrei sionisti, soprattutto dopo la tragedia della
Shoah, si oppongono violentemente a questo
cambiamento della posizione inglese e scatenano
attentati terroristici contro la potenza mandataria.
• Nel 1947 la GB rassegna il suo mandato e le Nazioni
Unite stabiliscono di dividere la Palestina in due Stati
(risoluzione 181 dell’ONU), uno ebraico e l’altro arabo.
La Lega degli stati arabi rifiuta.
• 1948: autoproclamazione dello Stato di Israele: il regno
di Giordania (divenuto indipendente nel 1946) ingloba
porzioni della Palestina a est del Giordano e l’Egitto
assume il controllo della piccola striscia di Gaza.
• Dal 1967 la causa palestinese viene rappresentata
dall’OLP (Organizzazione per la Liberazione della
Palestina), nata nel 1964, una coalizione di gruppi di
cui da sempre fa parte al-Fatah (La vittoria), guidata
da Yasser Arafat.
• Arafat diventerà l’incontrastato leader dell’OLP fino
alla morte (11 novembre 2004).
• Le azioni, spesso violente, dell’OLP hanno scatenato
ripercussioni anche negli stessi paesi arabi vicini che
ne temevano conseguenze negative sulla stabilità
interna e sul controllo politico della popolazione: nel
settembre (“settembre nero”) 1970 la Giordania
massacra ed espelle migliaia di profughi palestinesi e
scaccia dai suoi confini il vertice operativo
dell’organizzazione, che si rifugia in Libano.
• Durante la guerra civile libanese, nel 1982 Israele
invade il sud del Libano (Operazione “Pace in
Galilea”, giugno 1982) e, pochi mesi dopo, alla
periferia di Beirut, si compì uno dei massacri più
atroci della storia del Vicino Oriente, la strage dei
campi profughi di Sabra e Chatila (circa 3.500 vittime
civili, settembre 1982).
• La strage viene compiuta come ritorsione, da parte
delle falangi maronite e con la “supervisione”
dell’esercito israeliano, per l’uccisione del presidente
libanese Bashir Gemayel da parte dei servizi segreti
siriani.
• L’OLP, che aveva sede in Libano, era appena stata
evacuata.
Gli Stati della penisola arabica
• La penisola arabica è stata, nel periodo che stiamo
considerando, piuttosto marginale rispetto al corso degli
eventi.
• L’Islam ha costituito un fattore fondamentale per
l’unificazione dei vari gruppi tribali e clan che hanno
costituito i vari regni e confederazioni dell’area.
• I vari sovrani hanno sempre rivestito un forte ruolo religioso
e la funzione degli ‘ulama’ non è stata sminuita dal
passare del tempo.
• Solo nella seconda metà del XX secolo si è dato inizio a
timide riforme sia in campo politico che cultural-religioso.
• La scoperta del petrolio, alla fine degli anni Trenta del XX
secolo, ha modernizzato (e traumatizzato) società
tradizionali ed economie poverissime.
Lo Yemen
Lo Yemen
• L’islamizzazione dello Yemen si definì con le caratteristiche che
rimarranno fino ai tempi attuali con l’arrivo di un imām zaidita* di nome
Yahya, che inaugurò una dinastia che governò quasi ininterrottamente
dall’893 fino al 1962, pur con ramificazioni e denominazioni diverse,
anche se sotto la formale sudditanza all’impero ottomano.
• Lo Yemen si divide, sin dal secolo XIII, in una parte meridionale, di
orientamento religioso sunnita, e una settentrionale, sciita: questo
segnò una profonda divisione che fino a tempi recenti ne ha segnato la
storia.
• Infatti nel XIX secolo lo Yemen si divise fra una parte ottomana al nord
e una sotto protettorato britannico a sud (1839).
• Lo Stato rimase abbastanza isolato dal resto del mondo arabo e dai
processi di modernizzazione, almeno fino agli anni Cinquanta.
•
*Gli zaiditi sono un ramo degli sciiti che si stacca dal gruppo dei duodecimani
fermandosi al quinto imām della catena, Zayd, e proseguendo poi con una
diversa successione. Non considerano gli imām divini, ma solo infallibili.
• Lo Yemen del nord entra nell’orbita di influenza dell’Egitto nasseriano e
dal 1956 stabilì rapporti con l’Unione Sovietica. Nel 1958 fu proclamata
l’effimera unione fra RAU e Yemen, che fallì tre anni dopo.
• Nel 1962, infine, un colpo di stato guidato da ‘Abdallah Sallal, rovesciò il
plurisecolare potere zaidita. Il governo repubblicano era appoggiato
dall’Egitto e osteggiato dall’Arabia Saudita. Solo nel 1967 cessò il
conflitto fra i due contendenti esterni e si stabilì un governo di larghe
intese, a sua volta rovesciato nel 1974 da un altro colpo di stato, che di
fatto proseguì sulla strada del precedente, cercando di mantenere una
certa apertura sia verso l’Egitto che verso l’Arabia Saudita.
• Nello Yemen del sud, che a suo tempo era diventato una colonia della
Corona inglese (1939), molto interessata al porto di Aden, si sviluppa
una forte opposizione che costringerà gli Inglesi - fra il 1962 e il 1967 ad andarsene. Verrà proclamata la Repubblica Popolare dello Yemen del
sud (1967), poi Repubblica Democratica Popolare dello Yemen (1969),
fortemente improntata all’ideologia marxista-leninista, governata da un
partito unico, il Fronte nazionale. L’islam tuttavia continua ad essere
religione di Stato.
• I due Yemen si sono riunificati nella Repubblica Unita dello Yemen nel
1990, governato in maniera assolutistica da ‘Ali ‘Abd Allah Saleh (che
governava già sullo Yemen del Nord al 1978), che ha ceduto il suo
potere costretto dalle recenti rivolte, nel febbraio del 2012.
L’Arabia Saudita
• Dopo il patto di alleanza con il predicatore Ibn ‘Abd al-Wahhab nel
1745, Ibn Sa‘ud, capo di un piccolo Stato nel centro della penisola
arabica, comincia a conquistare le tribù vicine presentandosi come
paladino di un rinnovato messaggio religioso di purificazione e
unificazione tribale.
• Nel 1773 conquista Riyad, che diventerà molto tempo dopo la
capitale del futuro Stato, nel 1803 i suoi successori conquistano La
Mecca, ma vengono ricacciati indietro da Muhammad ‘Ali, inviato
dagli Ottomani, che ne distrugge il nascente Stato.
• Solo nel 1902 venne riconquistata Riyad da ‘Abd al-Aziz che riuscì
a unificare la gran parte delle tribù dell’Arabia centrale e orientale e
si proclamò sultano del Nejd (1921), impadronendosi anche della
regione dell’Hijaz e dei Luoghi Santi.
• Nel 1932 nasce l’Arabia Saudita, che farà del puritanesimo
oltranzista wahhabita la sua ideologia di Stato.
• La scoperta del petrolio porterà l’Arabia Saudita ad arricchirsi
enormemente, in particolar modo dopo la decisione dell’embargo
petrolifero del 1973, a seguito della guerra arabo-israeliana dello
stesso anno.
• La modernizzazione economica non ha tuttavia intaccato il forte
conservatorismo religioso dell’ideologia di S tato, il wahhabismo.
• Tuttavia, sia in seno alla stessa famiglia reale che nelle fasce più
alte della società, è presente una tendenza più aperta e
moderatamente modernizzatrice.
• Lo Stato è governato attraverso un Consiglio familiare, il Majlis, non
prevede elezioni e non si sono registrati molti eventi connotabili
come dissenso politico (il più drammatico nel 1979, quando ci fu un
tentativo di colpo di Stato durante il hajj, che traumatizzò il mondo
musulmano).
• Oggi la dinastia custode dei Luoghi Santi è uno dei più fidi alleati
degli Usa e dell’Occidente in generale.
Gli Stati del Golfo Persico
(Bahrein, Kuwait, E.A.U., Oman, Qatar)
Infine, i ricchissimi Stati del Golfo
• Già nel 1798 gli Inglesi siglarono il primo di una lunghissima serie di
trattati che stabilì la loro predominanza nella navigazione nel Golfo
Persico e la loro incontrastata influenza, che durò fino agli anni
Settanta del XX secolo, quando i singoli Stati del Golfo divengono
indipendenti.
• Il Kuwait ottenne per primo la sua indipendenza nel 1961 ed è
ancora oggi governato dalla famiglia al-Sabah con un sistema di
governo tradizionale parzialmente riformato.
• Gli Stati della “Costa dei pirati” vennero trasformati in Stati della
Tregua e poi in Emirati Arabi Uniti (il più importante è Dubai) nel
1971;
• il Bahrein, che è un arcipelago composto da 33 isolotti, è governato
dalla dinastia al-Khalifa dalla fine del Settecento, ha ottenuto
l’indipendenza nel 1971, ma presenta una società civile più vivace
e un sistema politico più aperto.
• Infine, l’emirato del Qatar e il sultanato dell’Oman, sono entrambi
indipendenti dal 1971.