indipendente dal 1946 dopo ventisei anni di

Capitale: Damasco
meDio oRiente
SIRIa
Ordinamento: Repubblica presidenziale (ereditaria)
Superficie: 185.180 km²
Popolazione: 22.457.336
Religioni: sunnita (75%), sciita (15%), cristiani (10%)
Damasco
Livello di criticità:
Lingue: arabo, curdo, armeno, francese
Moneta: lira siriana (SYP)
PIL pro capite: 5.100 USD
POLITICa
indipendente dal 1946 dopo ventisei anni di mandato francese, la Siria è formalmente una Repubblica popolare, democratica e socialista (come stabilito dalla Costituzione del 1973), governata sin dal 1970 dalla famiglia Assad, appartenente alla corrente minoritaria dei musulmani sciiti, e in particolare alla setta degli Alawiti. il clan è asceso al
potere con un colpo di stato ad opera di Hafez al-Assad, già ministro della difesa nel 1966 e, successivamente, presidente della Siria dal 1971 al 2000. Con il colpo di stato si è concluso il processo di insediamento del partito arabo socialista Baath, salito al potere grazie a un precedente golpe nel 1963 e caratterizzato da uno spirito fortemente
anti-occidentale. Dallo stesso anno è in vigore in Siria lo stato di emergenza e il Baath governa ininterrottamente
come partito unico. Alla morte di Hafez nel 2000, la presidenza è stata ereditata dal figlio Bashar al-Assad, attuale
presidente della Siria. il 21 aprile 2011, dopo oltre un mese di violente proteste in tutto il Paese (nate sulla scia delle
rivolte in tunisia ed egitto), il presidente Assad ha firmato il decreto di abolizione dello stato di emergenza. tuttavia,
nonostante le sanzioni applicate alla Siria da Stati Uniti e Unione europea nel tentativo di porre fine al massacro di
civili inermi, le manifestazioni sono degenerate in guerra civile che, al momento, continua in tutto il Paese.
ECONOMIa
L'economia siriana risente, oggi, fortemente del conflitto in corso: le sanzioni internazionali e i ridotti consumi interni
hanno determinato una drastica contrazione e un'impennata inflazionistica. Prima della crisi, Damasco aveva appena
inziato a mettere in atto politiche economiche più liberali nonostante l'economia rimanesse fortemente controllata
dallo Stato. Se fino agli anni ottanta gli investimenti e i finanziamenti legavano la Siria all’Unione Sovietica, i nuovi
rapporti intessuti con USA e Ue sono stati bruscamente interrotti all’insorgere del conflitto. oltre ai proventi del petrolio (che comunque il Paese estrae in quantità inferiori rispetto ad altri Paesi del medio oriente), l’economia della
Siria si basa tradizionalmente sull’agricoltura (che rappresenta il 18% del PiL e nonostante le difficoltà legate all’irrigazione), e ancor più sull'industria (che rappresenta il 25% del PiL con la produzione di lavorati della seta e del cotone e di tappeti). Se si tralascia l'attuale devastante conflitto, i fattori economici che a lungo termine potrebbero
rappresentare una criticità per il Paese riguardano essenzialmente: l'elevata disoccupazione, il crescente deficit di
bilancio, la diminuzione della produzione petrolifera e lo sfruttamento incontrollato delle risorse idriche.
CRITICITÀ
Se da un lato il rischio criminalità è trascurabile, in seguito alle rivolte popolari scoppiate nel marzo 2011 contro gli
Assad, il quadro politico è fortemente instabile: il Paese è ormai sprofondato in una guerra civile, lungi dal concludersi.
Anche i rapporti tra Siria e Stati limitrofi (Giordania, Libano, turchia ma soprattutto iraq e israele) sono estremamente
tesi e contribuiscono a innalzare il rischio terrorismo, ancor più se si tiene conto della recente attività di Jabhat alnusra, fronte militante islamista formato dai ribelli nel gennaio 2012 e affiliato ad Al Qaeda. il governo degli Assad,
oltretutto, è in stretto rapporto con Hamas in Palestina ed Hezbollah in Libano, partiti politici in passato responsabili
di atti terroristici contro israele. La Siria, del resto, è stata inclusa fin dal 1979 dagli Stati Uniti nell’elenco degli stati
sponsor del terrorismo, proprio in virtù del supporto offerto a simili organizzazioni anti-israeliane. tra Siria e israele,
inoltre, formalmente esiste ancora lo stato di belligeranza.