Lez. 5

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Storia contemporanea
dei paesi mediterranei
LA GRANDE GUERRA
E IL MEDITERRANEO
Valeria Deplano: [email protected]
La Grande Guerra e il Mediterraneo
In che modo la Grande guerra interessa l'area del bacino mediterraneo?
1.
2.
3.
Nelle cause (almeno nel pretesto) -> nazionalismo della grande Serbia
Nell’esito: scomparsa definitiva dell’Impero ottomano
Per il nuovo ruolo (diminuito) della Europa, e il nuovo peso delle aree del
Maghreb e sopratutto del cosiddetto “Medio Oriente”
La partecipazione del Mediterraneo alla guerra
-
Teatri di guerra mediterranei (l’Adriatico italiano, i Balcani, i
territori turchi)
- La partecipazione dei popoli colonizzati - in particolare tunisini ed
algerini alla guerra, nelle fila degli eserciti europei
- Partecipazione allo sforzo bellico attraverso la produzione o la
fornitura di basi logistiche (Egitto) e alla fornitura di materie prime
Conseguenze coinvolgimento colonie
● Rafforzamento movimenti nazionalisti (Egitto)
● Stimolo migrazioni: es. In Francia gli uomini impiegati nel
conflitto furono in parte sostituiti con lavoratori provenienti
dal Maghreb. Tra operai e soldati 500mila magrebini (circa
119mila algerini) sbarcarono nel paese
● Italia: colonie non coinvolte. I libici ne approfittano per
riprendere la Resistenza, e ricacciare gli italiani verso le zone
costiere: truppre anglo-italiane vs truppe ottomane e
Senussi
Potenze europee e Mediterraneo
-
-
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Aspiravano anche a un Mediterraneo assoggettato a sfere di influenza: la
Russia a nord (Asia e Anatolia); la Gran Bretagna nel Golfo Persico e
nell’Oceano indiano e la Francia a sud.
Francia e Inghilterra vedevano i territori mediterranei come “merce di
scambio” per aggiudicarsi il sostegno delle altre potenze (Italia e Russia in
primis)
In generale: decisioni prese dall’alto senza attenzione per spinte
nazionalistiche, ma neanche per culture storie etnie e lingue. Es. Trattato
di Costantinopoli nel 1915
La duplice politica di Francia e Inghilterra
Da una parte appoggiano le iniziative indipendentiste e nazionaliste delle
popolazioni arabe contro l’impero ottomano, e promettono il supporto
all’indipendenza dei popoli arabi una volta che questi avessero battuto i turchi
ottomani.
Dall’altra si accordano per la spartizione dei territori del Medio Oriente,
secondo divisioni che tengono conto solo degli interessi europei (cioè il
controllo delle vie di comunicazione verso l’Oriente, e il controllo di aree ricche
di materie prime, in particolare minerali)
Le promesse agli arabi
La Gran Bretagna si impegna a riconoscere i diritti della nazione araba alla
costituzione di un grande stato indipendente, qualora l’Impero ottomano
fosse crollato.
Trattative tra:
Hussein della Mecca (sceriffo della Mecca) e suo figlio Feysal
Mac Mahon (alto commissario britannico in Egitto)
Thomas Edward Lawrence (archeologo, agente segreto e consigliere militare
presso Feysal)
Lawrence d’Arabia
Arriva in Medio Oriente come archeologo, in Siria,
poi è inviato in Egitto come addetto al serviio
cartografico.
Sostenitore del nazionalismo arabo,il suo ruolo è
quello di convincere lo sceriffo della Mecca al
Husayn ibn 'Ali a unirsi agli Alleati . Nel 1917 si pone
alla testa delle forze arabe comandate dal figlio
Faysal, futuro re dell'Iraq, conquistando il porto di
Aqaba, sul mar Rosso. Il 1° ottobre dell'anno
successivo entra in Damasco al seguito del generale
Allenby, dopo la battaglia di Megiddo.
T.E.Lawrence and the Middle East
Lawrence Lucarelli
Gli accordi segreti: Sykes-Picot
Maghreb e Mashreq prima del 1916
Gran Bretagna: controllo di un
territorio comprendente Iraq e
Transgiordania
Francia: influenza Siria e Libano fino
all'alto Libano.
La Palestina restava non assegnata
con una amministrazione
internazionale a controllo dei luoghi
santi.
La presa di Mosul del 2014
Dichiarazione Balfour (1917)
“Egregio Lord Rothschild, è mio piacere
fornirle, in nome del governo di Sua Maestà,
la seguente dichiarazione di simpatia per le
aspirazioni dell’ebraismo sionista, che è stata
presentata e approvata dal governo. Il
governo di Sua Maestà vede con favore la
costituzione in Palestina di un focolare
nazionale (‘a national home’ nel testo
originale, ndr) per il popolo ebraico, e si
adopererà per facilitare il raggiungimento di
questo scopo, essendo chiaro che nulla deve
essere fatto che pregiudichi i diritti civili e
religiosi delle comunità non ebraiche presenti
in Palestina, ne’ i diritti e lo status politico
degli ebrei nelle altre nazioni. Le sarò grato se
vorrà portare questa dichiarazione a
conoscenza della federazione sionista”.
Che cosa è la Dichiarazione Balfour
Documento ufficiale del governo
britannico inviato dal ministro Lord
Balfour a Lord Rothschild - leader
dell’ebraismo inglese.
La
dichiarazione
prevedeva
l’impegno
britannico
per
“la
costituzione in Palestina di un
focolare nazionale per il popolo
ebraico”.
I termini utilizzati nella lettera sono
stati scelti con estrema attenzione e
altrettanta ambiguità: “focolario
nazionale”; comunità “presenti in
Palestina”
Ambigue sono anche le stesse
garanzie di indipendenza offerte
alla dirigenza araba
Motivazioni
●
●
Accontentare comunità
ebraiche il cui ruolo era
sempre più determinante nello
svolgersi del conflitto
Rafforzare il proprio ruolo
arbitrale all’interno dell’area
(peraltro esclusa dagli accordi
Sykes- Picot)
e
Conseguenze
● Comunità ebraiche leggono
la dichiarazione come
un’autorizzazione a
compiere l’emigrazione
verso la Palestina
● Cresce l’immigrazione in
Palestina; iniziano gli scontri
Dopo la guerra
●
●
Le trattative di pace dopo il conflitto vengono portate avanti secondo tre
principi: quello di punire la Germania; quello di spartire i territori persi
dagli imperi e dalle nazioni sconfitte, e quello, che si doveva al presidente
statunitense Wilson, del principio di nazionalità.
Quasto non vale per la Jugoslavia né per le sponde sud ed est del bacino
mediterraneo. Non viene infatti data agli arabi l’indipendenza promessa
ma viene realizzato un sistema di mandati secondo gli accordi del 1916
(gli inglesi riescono anche ad aggiungere Mosul ai propri possedimenti)
Sistema dei mandati
Mandati di classe C includeva l'Africa sud-occidentale e alcune isole del Pacifico meridionale, furono
considerati da amministrare "secondo le leggi della Potenza mandataria come parte integrante del
suo territorio"
Mandati di classe B i precedenti Territori tedeschi nelle regioni sub-sahariane dell'Africa
centro-occidentale, in cui la Potenza mandataria dev'essere responsabile dell'amministrazione del
territorio, a condizione che garantisca la libertà di coscienza e di religione"
Mandati di classe A costituito dalle aree prima controllate dall'Impero ottomano e che si
riteneva avessero "raggiunto uno stadio di sviluppo in cui la loro esistenza come Nazioni
indipendenti poteva essere riconosciuta anche se provvisoriamente soggetta all'assistenza
amministrativa di una Potenza Mandataria fino a quando non fossero stati in grado di governarsi da
soli". Dopo il 1948 questi Mandati saranno sostituiti da monarchie (Iraq, Giordania) o repubbliche
(Israele, Libano, Siria).
Trattati
Conferenza di San Remo – 1920: si stabilisce la spartizione mandataria del
Medio Oriente secondo quanto stabilito negli accordi Sykes Picot:
Trattato di Sèvres – 1920: si stabilisce il dissolvimento dell’impero ottomano
(che perde quasi tutti i suoi possedimenti) e vengono ratificati dalla Società
delle Nazioni mandati sulla Siria e sul Libano per la Francia e sulla Palestina e
sull'Iraq per la Gran Bretagna
Conseguenze generali conflitto
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Crediti accumulati dai popoli del bacino mediterraneo afroasiatico che
parteciparono allo sforzo bellico contro le potenze dell’asse (nazionalismo
era stato usato come carta politica)
Sostegno a lotta per indipendenze nazionale sia da Wilson che, in maniera
più netta, dalla nascente Unione Sovietica
Delusione per accordi firmati dalle potenze dell’intesa a scapito delle
popolazioni arabe e delle popolazioni colonizzate
RAFFORZAMENTO NAZIONALISMO
Medio Oriente
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Rivolte in Siria e Libano, violentemente
represse dai francesi
Rivolte in Mesopotamia represse dagli
inglesi, che poi decidono di cambiare
tattica
CONFERENZA DEL CAIRO (1921):
creazione Transgiordania e Iraq; la
Palestina resta inglese e si favorisce
l’afflusso sionista (35000 persone
1922-1930)
Motivi politica inglese: alleggerimento
oneri economici e pressione politica
arabi
Nordafrica
EGITTO: la repressione delle richieste
di indipendenza scatena altre rivolte
al Cairo, cha anche in questo caso
sono risolte con la concessione
dell’indipendenza formale nel 1922
LIBIA: Resistenza della confraternita
Senussita contro gli italiani, in
Cirenaica, sino al 1931
ALGERIA e TUNISIA: richieste di indipendenza
e riforme ignorate dai francesi
MAROCCO: Guerra del Rif 1921-1926,
condotta dai capi berberi. Abd el-Krīm nel
1922 proclama la Repubblica confederata
delle tribù del Rif, e chiama alla sollevazione
acnhe i tunisini e gli algerini.Anche in questo
caso la sollevazone viene repressa nel sangue.
Conclusioni:
- Prima guerra ridisegna la carta geografica, inventa il Medio
Oriente, ma non risolve ma anzi aggrava le tensioni nell’area
mediterranea
- Come in Europa la pace porta instabilità e nazionalismo: la
religione è solo un elemento dei contrasti tra le forze in campo, e
decisamente non il più determinante (la religione organizza la
resistenza ma non la causa)
- Emergono due modi di gestire la politica estera da parte di Francia
e Gran Bretagna che ritornano poi nel corso del Novecento
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