Diapositiva 1 - Facoltà di Scienze Politiche


Che cosa è l'economia?
E’ la scienza che studia il modo in cui all’interno della società gli
individui, le imprese, le autorità pubbliche e le altre
organizzazioni compiono le proprie scelte e come tali scelte
determinano l’uso efficiente di risorse scarse.

A quali domande risponde?
perché il prezzo del petrolio sta aumentando così rapidamente?
perché in Italia il reddito pro capite è più alto che in Turchia?
perché i giovani hanno difficoltà a trovare lavoro?
perché alcuni guadagnano molto e altri molto meno?
perché le imprese italiane sono oggi poco competitive?
perché le quotazioni dei titoli in borsa stanno crollando in tutto il
mondo?
la globalizzazione è un bene o un male?
• Cosa si intende per uso efficiente di risorse scarse?
Si intende il fatto che l’economia di mercato utilizza le risorse
disponibili in modo tale da produrre la maggiore quantità
possibile di beni e servizi rendendo massimo il benessere dei
cittadini
• Come misuriamo il benessere dei cittadini?
In genere il benessere è misurato dal reddito pro capite ovvero
dalla quantità di beni e servizi di cui ogni cittadino può disporre
• Il reddito pro capite è una buona misura del benessere?
Il reddito pro capite è una misura molto imperfetta perché non
tiene conto di numerosi fattori, ciononostante è la misura più
usata perché rappresenta una buona approssimazione ed è
facile da misurare
Indicatori di progresso economico per gli U.S.A.
35000
30000
PIL
25000
20000
15000
GPI: Genuine Progress Indicator
10000
5000
1950
55
60
65
70
75
80
85
90
95
00
Non di solo pane vive l’uomo
Misurare il benessere non è semplice. La misura più utilizzata è il PIL, ma se
sottraiamo i costi sociali dovuti alla criminalità,
all'inquinamento e al
deterioramento delle risorse naturali; aggiungiamo il valore del lavoro svolto
all'interno della famiglia e del volontariato; teniamo conto dell'equità distributiva,
delle infrastrutture, della disponibilità di tempo libero e altre cose. Il risultato è il
Genuine Progress indicator.

Cercheremo di spiegare il funzionamento di un’economia di
mercato

Le scelte degli individui interagiscono fra loro attraverso il
mercato.
Il mercato è il luogo in cui avvengono gli scambi di beni e servizi
tra gli individui. Esso va inteso non solo e non tanto come un
luogo fisico ma come una rete di relazioni fra agenti in cui i
diversi interessi e preferenze si coordinano e raggiungono un
equilibrio.

Il coordinamento avviene in modo spontaneo senza bisogno
di una pianificazione centralizzata nonostante siano coinvolte in
ogni momento le decisioni di milioni di agenti economici che non
hanno contatti diretti fra loro
Il principale presupposto metodologico è l’individualismo.
L’unità di analisi per capire il funzionamento del sistema economico
nel suo insieme è il comportamento del singolo individuo, ovvero il
funzionamento del sistema non è altro che il risultato dell’interazione
di tutte le decisioni prese dagli individui che lo compongono.
Ciascun individuo si comporta in modo razionale.
L'individuo agisce razionalmente nel senso che trovandosi di fronte
a diverse alternative sceglie quella che ritiene migliore, date le sue
preferenze e i mezzi di cui dispone per soddisfarle. L'agente
economico ha un comportamento massimizzante nel senso che
cerca di ottenere il massimo risultato con il minimo uso di risorse.
Le risorse disponibili sono scarse rispetto ai bisogni che sono
chiamate a soddisfare. Scegliere qualcosa significa necessariamente
rinunciare a qualcos’altro.
Ogni decisione ha un costo in termini di rinuncia a un’alternativa
possibile. Questo costo si chiama costo opportunità. Su questo
aspetto fondamentale il modo di pensare degli economisti è spesso
diverso dal senso comune.
Quale è il vero costo degli studi universitari?
Quale è il rendimento di un’obbligazione?
Molto spesso le decisioni economiche non comportano una scelta
qualitativa netta fra due alternative quanto, piuttosto, una scelta di
grado o quantitativa, ciò che si deve decidere è fino a che punto è
razionale portare avanti le proprie azioni.
Queste scelte si chiamano decisioni al margine perché riguardano
cambiamenti marginali ma non per questo poco importanti del proprio
stato.
Ciò che è importante è che cosa cambia in seguito alle proprie
decisioni.
Esempi di decisioni
E’ conveniente caricare un passeggero su un aereo se la tariffa che è
disposto a pagare è inferiore a quanto costa in media ogni
passeggero?
E’ conveniente vendere un’azione dopo un crollo della borsa?
Agire razionalmente significa scegliere in ogni momento l’alternativa
migliore.
Al mutare delle condizioni anche le decisioni mutano. L' "homo
economicus" rivede continuamente le proprie scelte ossia
risponde tempestivamente agli incentivi.
Le cinture di sicurezza hanno veramente contribuito a ridurre gli
incidenti mortali?
Ciò di cui bisogna tener conto sono i benefici e i costi derivanti da una
scelta.
• Molti economisti sostengono che, se tutti gli individui si comportano
in questo modo (egoistico), la libera interazione delle loro scelte
attraverso il mercato produce un risultato complessivo o equilibrio
che è il migliore possibile per l’economia nel suo insieme.
• Per equilibrio si intende una situazione in cui le scelte degli agenti
economici sono compatibili fra loro, ciascuno ritiene di trovarsi nella
migliore condizione possibile dato il contesto in cui opera e non ha
interesse a cambiare le proprie decisioni.
• L’equilibrio è un concetto essenziale nella scienza economica. Esso
è un punto di attrazione verso il quale le forze che governano il
funzionamento del mercato normalmente tendono.
• Grazie a questo lo studio dell’economia ci consente di fare
previsioni sulla direzione verso la quale si muoveranno le forze di
mercato a partire da una certa situazione.
Non sempre la scelta razionale garantisce un risultato ottimale.
Talvolta l'interazione di decisioni razionali intrappola l'economia in
situazioni che non sono le migliori possibili ma, nonostante questo gli
agenti non hanno incentivi a cambiare le proprie decisioni.
In altri casi si verificano fenomeni cumulativi che spingono verso
situazioni estreme lontane dall’equilibrio ottimale.
Il sentiero della ragione
Il trionfo della ragione (4,5)
L’ultimo trucco (5,3)
Il furbo disonesto (2,4)
Lo stolto (3,1)
Il contratto sociale (0,2)
La scelta razionale (1,0)
Il principio di razionalità ha una grande potenza euristica: partendo da
ipotesi molto semplici, consente di raggiungere risultati molto
complessi. Ma non tutti gli individui si comportano in modo razionale.
Secondo i sociologi gli individui non agiscono in vitro, i loro
comportamenti sono condizionati dal contesto sociale in cui
operano ovvero dall’insieme di norme sociali e istituzioni che si sono
formate nel corso della storia. Non sono le decisioni individuali che
plasmano la società ma il contrario. I comportamenti individuali sono
quindi molto meno flessibili di quanto pensino gli economisti.
Chi ha ragione?
I fenomeni sociali sono complessi e hanno numerose facce alcune
delle quali possono essere spiegate meglio con i metodi degli
economisti altre con quelli dei sociologi o di altri scienziati sociali come
psicologi, antropologi e giuristi.
• Il ragionamento economico si esprime attraverso i modelli che
sono rappresentazioni semplificate dei fenomeni reali
formalizzate mediante sistemi di equazioni matematiche. Lo
scopo dei modelli è isolare, all’interno del complesso insieme
di fattori che influenzano i fenomeni reali, quelli veramente
rilevanti, eliminando quelli di minore importanza o accidentali.
• Distinguere ciò che è essenziale da ciò che non lo è un
compito fondamentale dalla scienza. Spesso partire da una
rappresentazione molto articolata della realtà non aiuta a
capirne il funzionamento e può impedirci di raggiungere gli
scopi che ci proponiamo.
• A differenza delle scienze fisiche nelle scienze sociali non si
possono condurre esperimenti di laboratorio, inoltre ciò che
accade nella realtà dipende da come gli agenti la
percepiscono e rappresentano.
A partire da fondamenti semplici e chiari la scienza economica ha
costruito un linguaggio rigoroso in cui le proposizioni possono
essere sottoposte a critica sul piano della coerenza logica.
Nonostante la sua maggiore formalizzazione e rigore l’economia non
è una scienza esatta, lo stesso fenomeno può essere spiegato da
molte teorie che devono trovare conferma nei fatti empirici.
L’obiettivo della scienza economica non è solo quello di capire il
funzionamento dell’economia (economia positiva) ma anche quello
di fornire indicazioni per intervenire su di esso (economia
normativa).
L’economia politica studia i fenomeni economici per spiegarne il
funzionamento, la politica economica studia come intervenire su
tali fenomeni per orientarli verso il perseguimento di obiettivi
prestabiliti.
Il corso è diviso in due parti: microeconomia e macroeconomia
La microeconomia studia i comportamenti dei singoli agenti
economici (il singolo consumatore o la singola impresa) per
spiegare il funzionamento di un singolo mercato
La macroeconomia studia i comportamenti di gruppi sociali come
l’insieme dei consumatori, l’insieme delle imprese, lo Stato
Testo consigliato
I tre problemi fondamentali dell’economia
Se le risorse sono scarse l’economia deve risolvere tre
problemi fondamentali
che cosa produrre
come produrre
per chi produrre
La scelta di quali beni produrre può essere il risultato di:
decisioni prese dallo Stato (economia pianificata)
libera interazione delle decisioni individuali nel mercato (economia di
mercato)
di entrambi (economia mista)
d
b
20
c
10
60
a
b
c
20
a
30
Armamenti
Armamenti
L’uso di risorse scarse: frontiera della produzione
80
10
100
Alimenti
d
30
50 60
80
Alimenti
Armi
Armi
60
40
b
a
60
80
Alimenti
Che cosa produrre
Nell’economia ci sono molti individui con gusti e preferenze diversi
come può il mercato far sì che le imprese producano
approssimativamente i diversi beni che i consumatori desiderano
nelle quantità che essi desiderano?
Il coordinamento avviene grazie al meccanismo dei prezzi che
influenzano le decisioni delle une e degli altri
Se il prezzo di un bene aumenta le imprese avranno convenienza ad
aumentarne la produzione perché così accresceranno i loro profitti
Se il prezzo di una risorsa aumenta il costo di produzione dei beni
prodotti con essa aumenterà decideranno di acquistarne una quantità
minore
Come produrre
La produzione dei beni e servizi avviene utilizzando tecnologie, ossia
combinando insieme i fattori della produzione
Possiamo inquadrare i diversi fattori della produzione in tre categorie
fondamentali:
- lavoro
- capitale
- terra
Cosa garantisce che le imprese usino nella produzione le tecnologie
più efficienti?
Anche in questo caso la concorrenza e i prezzi orientano le imprese
verso scelte ottimali
Chi si appropria dei beni prodotti nel sistema economico?
Chi ha maggiore capacità di spesa può acquistare più beni. La capacità
di spesa dipende a sua volta dai prezzi dei fattori produttivi di cui
ciascuno dispone
Il mercato coordina le decisioni agendo come un sistema di segnali
che premiano coloro che agiscono in modo conforme con le
informazioni che tali segnali trasmettono e sanzionano coloro che
agiscono in modo difforme
Circuito economico
abbigliamento
abitazioni
alimentari
Mercato
dei beni
abbigliamento
abitazioni
alimentari
offerta
domanda
beni
moneta
Famiglie
Imprese
moneta
servizi dei fattori
domanda
offerta
lavoro
capitale
terra
Mercato
dei fattori
salari
interessi
rendite
Perché esiste il mercato?
se tutti sapessimo produrre da soli quanto ci occorre il mercato non
avrebbe ragion d’essere
ma se ci si specializza nella produzione di pochi o un solo bene si può
destinare il proprio tempo a produrre ciò che si sa fare meglio
lasciando ad altri il compito di produrre ciò in cui sono più efficienti
in questo modo tutti diventano più produttivi e le dimensioni della torta
dei beni prodotti che è possibile scambiare sul mercato aumentano
la divisione del lavoro e lo scambio sono forse i principali fattori che
hanno fatto crescere le economie nella storia!
Vantaggio comparato
Ore necessarie per produrre
1 abito
produttore di vino
sarto
1 bott.
vino
10
5
5
10
Se il produttore di vino produce abiti deve rinunciare a 2 bottiglie di vino
per produrre 1 abito. Il costo opportunità di un abito è 2 bottiglie di vino
Se il produttore di vino produce vino deve rinunciare a 1/2 abito per
produrre 1 bottiglia di vino. Il costo opportunità di una bottiglia di vino è
1/2 abito
Se il sarto produce vino deve rinunciare a 2 abiti per produrre 1
bottiglia di vino. Il costo opportunità di una bottiglia di vino è 2 abiti
Se il sarto produce abiti deve rinunciare a 1/2 bottiglia di vino per
produrre 1 abito. Il costo opportunità di un abito è 1/2 bottiglia di vino
per il produttore di vino
costo opportunità del vino = 1/2
per il sarto
costo opportunità del vino = 2
costo opportunità degli abiti = 2
costo opportunità degli abiti = 1/2
Come si comporta un individuo razionale?
Entrambi possono scegliere se produrre sia vino che abiti oppure
produrre solo vino o solo abiti e scambiare quello che producono con
l’altro bene
Nel primo caso entrambi sarebbero autosufficienti e non ci sarebbe
scambio
Lo scambio è conveniente quando entrambi possono avere quantità di
vino e abiti maggiori di quelle ottenibili producendoli da sé
Se ognuno si specializza nella produzione del bene che è capace di
produrre in modo più efficiente e scambia il suo prodotto con l’altro
entrambi possono ottenere benefici dallo scambio
Ipotizziamo che vino e abiti si scambino secondo un rapporto di 1 a 1
ossia compreso fra i due costi opportunità allora:
Al produttore di vino conviene specializzarsi nella produzione di vino e
scambiarlo con abiti perché
Cede 1 bottiglia di vino ottiene in cambio 1 abito
Se producesse tutto da sé
Rinunciando a 1 bottiglia di vino produrrebbe ½ abito
Al sarto conviene specializzarsi nella produzione di abiti e scambiarli
con vino perché
Cede 1 abito ottiene in cambio 1 bottiglia di vino
Se producesse tutto da sé
Rinunciando a 1 abito produrrebbe ½ bottiglia di vino
Caso meno ovvio. Il sarto è più efficiente nella produzione di
entrambi i beni
Ore necessarie per produrre
1 abito
produttore di vino
sarto
1 bott. vino
12
3
4
2
In questo caso:
per il produttore di vino
costo opportunità del vino = 1/4 di abito
costo opportunità degli abiti = 4 bottiglie di vino
per il sarto
costo opportunità del vino = 1/2 di abito
costo opportunità degli abiti = 2 bottiglie di vino
Il costo opportunità del vino è più basso per il produttore di vino
quello degli abiti è più basso per il sarto
Se un abito si scambia con 3 bottiglie di vino ancora una volta al sarto
conviene specializzarsi nella produzione di abiti perché
Cede un abito
ottiene in cambio 3 bottiglie di vino
Se producesse tutto da sé
Rinunciando a un abito
produrrebbe 2 bottiglie di vino
al vinaio conviene specializzarsi nella produzione di vino perché
Cede 1 bottiglia di vino
ottiene in cambio 1/3 abito
Se producesse tutto da sé
Rinunciando a 1 bottiglia di vino abito
produrrebbe ¼ di abito
Tre tipi di mercati:
concorrenza perfetta: è un mercato caratterizzato dalla presenza di
un numero molto elevato di acquirenti e di venditori, talmente
elevato che nessuno di essi, preso individualmente, è in grado di
influenzarne il funzionamento, così come un singolo elettore non
può determinare il risultato delle elezioni politiche
monopolio: molti acquirenti ma un solo venditore che può influenzare
il funzionamento del mercato con le proprie decisioni
oligopolio: molti acquirenti e pochi venditori le decisioni di questi ultimi
dipendono le une dalle altre come le mosse dei giocatori di scacchi
Piani di domanda di spettacoli musicali
Prezzo
100
80
60
40
Quantità
2
4
6
8
120
P
100
80
60
40
20
0
0
2
4
6
8
10
Q
Curva di domanda collettiva
P
100
80
A
40
3
5
8
10
B
13
A+B
23
Q
Curva di offerta individuale
Curva di offerta collettiva
P
P
100
100
80
80
60
60
40
40
20
30
Q
A
20 30
B
50
A+B
Q
Le curve di domanda e di offerta definiscono le quantità domandate e
offerte in corrispondenza di ciascun prezzo.
Esse sono costruite ipotizzando che solo il prezzo influenzi le decisioni
degli agenti o che, se intervengono altri fattori, questi ultimi siano
mantenuti costanti (ipotesi del ceteris paribus).
Oltre che dal prezzo le decisioni di domanda possono essere
influenzate da:
prezzo di altri beni
reddito
preferenze dei consumatori
aspettative
Effetti del prezzo e di altri fattori sulla domanda
Movimento lungo la curva
L’OPEC aumenta il prezzo del petrolio. Il
prezzo della benzina aumenta e la
domanda diminuisce
Spostamento della curva
La gente capisce che l’aria pulita è
importante. Il traffico diminuisce e, con
esso, la domanda di benzina
Un aumento del prezzo dello zucchero fa diminuire la quantità domandata di caffè
Effetti del prezzo di altri beni sulla domanda
Un aumento del prezzo del tè fa aumentare la quantità domandata di caffè
Effetti del reddito sulla domanda: beni normali e inferiori
Un aumento del reddito fa crescere la domanda di lana e diminuire quella di fibre sintetiche
Effetti sulla domanda delle preferenze e delle aspettative
Preferenze dei consumatori
p
curva di domanda dei
consumatori tedeschi
Aspettative
p
curva di domanda oggi se ci si
aspetta una diminuzione del prezzo
curva di domanda dei
consumatori italiani
p1
curva di domanda oggi
se ci si aspetta un
aumento del prezzo
p1
q2
q1
spaghetti
q2
q1
navigatori
satellitari
Offerta
Oltre al prezzo altri fattori possono influenzare le
decisioni di offerta
 cambiamenti della tecnologia
 variazioni dei prezzi dei fattori produttivi
 eventi naturali, catastrofi, guerre
 aspettative
Effetti sull’offerta di eventi naturali e aspettative
Siccità
Aspettative di aumento del prezzo
p
p
p1
p1
q2
q1
vino
q2
q1
petrolio
Equilibrio del mercato
p
D
O
p2
p3
p1
qdqd q1 qo
q qo
q
Quando il mercato è in equilibrio i consumatori riescono ad acquistare esattamente quello
che vorrebbero al prezzo corrente e lo stesso vale per i venditori
Se la curva di domanda si sposta verso destra crescono sia il prezzo
che la quantità di equilibrio
Effetti sull’equilibrio di spostamenti delle curve
p
p
p2
p1
p1
p3
p2
q1
q2
q
q1 q2
q3
q
Se la curva di offerta si sposta verso destra diminuisce il prezzo ma cresce la quantità di equilibrio
Se entrambe le cure si spostano gli effetti su prezzo e quantità dipendono dall’entità e direzione degli
spostamenti
Elasticità della domanda
Non è sufficiente sapere che la quantità diminuisce o aumenta al variare
del prezzo è importante misurare anche di quanto varia
l’elasticità misura la reattività della domanda rispetto a variazioni del
prezzo, ovvero in che misura varia la quantità domandata al variare del
prezzo
l’elasticità dipende da:
esistenza di buoni sostituti
maggiore o minore importanza del bene per il consumatore
confini del mercato
orizzonte temporale
Breve e lungo periodo
Il breve periodo è un periodo di tempo di durata tale che gli agenti
economici non sono in grado di adattare completamente i loro
comportamenti di fronte a mutamenti del contesto in cui operano
Il lungo periodo è un periodo di tempo abbastanza lungo da consentire
agli agenti di fare tutti gli aggiustamenti necessari per adeguarsi
in modo ottimale al mutato contesto
L’elasticità non è costante lungo una retta
elasticità = Dq/Dp x p/q
p
Dp/Dq
A
p1
Dp/Dq
B
p2
p2/q2
p1/q1
q1
q2
q
Elasticità
DQ/Q
Variazione % della quantità domandata
Elasticità della domanda =
=
Variazione % del prezzo
DP/P
Elasticità in etti = DQ/DP = 50/10 = 5
Elasticità in chili = DQ/DP = 5/10 = 1/2
Elasticità
L’elasticità assume valore negativo perché è uguale al rapporto di due grandezze che
variano in senso inverso (se il prezzo aumenta la domanda diminuisce e viceversa)
L’elasticità non è costante lungo una retta
elasticità = Dq/Dp x p/q
Dq/Dp = 1/2
nel punto A p/q = 30/5=6
elast. = 1/2 x 6 = 3
nel punto B p/q = 20/10=2
elast. = 1/2 x 2 = 1
nel punto C p/q = 10/15=2/3
elast. = 1/2 x 2/3 = 1/3
Elasticità e variazioni della domanda
Se la domanda è rigida grandi variazioni del prezzo fanno variare di poco la domanda
Se la domanda è elastica piccole variazioni del prezzo fanno variare di molto la
domanda
Casi limite
Spesa = p x q
Domanda anelastica
p1
Domanda elastica
p1
A
A
p2
p2
C B
q1
C
q2
B
q1
q2
La variazione della spesa del consumatore al variare del prezzo dipende dall’elasticità
della domanda.
Quando la domanda è rigida un riduzione di prezzo fa diminuire la spesa totale
Quando la domanda è elastica una diminuzione di prezzo fa aumentare la spesa totale
Domanda a elasticità unitaria
p1
A
p2
C
B
q1
q2
Se l’elasticità è uguale a 1 lungo tutta la curva la spesa rimane costante a
qualunque prezzo
Domanda anelastica
p2
Domanda elastica
p2
p1
p1
q2 q1
q2
q1
Quando la domanda è rigida spostamenti della curva di offerta provocano grandi
variazioni del prezzo e piccole variazioni della quantità domandata
Il contrario accade quando la domanda è elastica
Offerta anelastica
Offerta elastica
p2
p1
p2
p1
q1 q2
q1
q2
Quando l’offerta è rigida spostamenti della curva di domanda provocano grandi
variazioni del prezzo e piccole variazioni della quantità offerta
Il contrario accade quando l’offerta è elastica
Domanda perfettamente elastica
Offerta perfettamente anelastica
p2
p1
p1
q1
q2
q1
Offerta perfettamente elastica
p
p1
q1
q2
q
Perché la UE spende il 70% del proprio bilancio per sostenere l’agricoltura?
P
D
p1
O1
O2
A>B
A
p2
B
q1 q2
Q
perché le restrizioni nel mercato della droga non hanno successo?
O2
P
O2
P
D
O1
p1
p2
p1
O1
p2
q1 q2
Q
q1
q2
Un prezzo massimo superiore a quello di equilibrio non ha nessun effetto. Ma può
causare distorsioni se il cambiamento dell’equilibrio fa salire il prezzo al di sopra
del prezzo massimo
dopo l’introduzione dell’imposta il consumatore è disposto ad acquistare la stessa
quantità solo se il prezzo che deve pagare non cambia ovvero se il prezzo di
mercato scende a p1-t in modo che p1-t +t = p.
Il produttore è disposto a offrire la stessa quantità di prima solo se introita un prezzo uguale al
precedente ma perché questo accada è necessario che il prezzo pagato dal consumatore sia uguale a
p1+t
p
p1+t
imposta
p1
p2
p1-t
D
D-t
q2 q1
q3
q
Un’imposta di uguale ammontare produce gli stessi effetti sia
che gravi sulla produzione sia che gravi sul consumo
Il consumatore non è disposto a pagare lo stesso prezzo per l’acqua da
destinare a diversi usi
Rendita del consumatore
Se il consumatore acquista la quantità q3 sta pagando le quantità q1 e q2 a un prezzo
minore di quello che sarebbe disposto a pagare. In pratica sta realizzando un sovrappiù
Molti consumatori
A
B
C
Al prezzo p3 A ottiene una rendita pari all’area grigio chiara, B a
quella grigio scura mentre C non ottiene alcuna rendita
Se i consumatori sono moltissimi la curva della disponibilità a pagare
è continua
disponibilità a pagare per q1
rendita
disponibilità a pagare per q4
disponibilità a pagare per q7
p
p
d
d
spesa
q1 q2 q3 q4 q5 q6 q7
q7
d = curva della disponibilità a pagare
trapezio rosso= disponibilità a pagare complessiva per le unità da q1 a q7
ovvero soddisfazione totale del consumatore
La curva della disponibilità a pagare è anche la curva di domanda
p
p1
q2
q1
q3
q
Se il consumatore non acquista q2-q1 la sua rendita si riduce del triangolo verde. Se
non acquista q1-q3 la sua rendita si riduce dell’area del triangolo rosso. Quindi la
sua rendita è massima quando, al prezzo p1, acquista la quantità q1
p
Costo unità q3
profitto o
sovrappiù
p
Costo unità q1
Costo totale
q1 q2 q3 q4
q5
trapezio rosso = costo totale
rettangolo blu = ricavo totale
q1 q2 q3 q4
q5
Al prezzo p2 l’impresa realizza un profitto uguale all’area a producendo q2. Al prezzo p3
ha convenienza a produrre q3 perché sulla quantità aggiuntiva q2-q3 ottiene il profitto c
In equilibrio il sovrappiù totale è massimo
p
p
O
O
p2
p1
p3
D
q1
D
q
q2
q1
Se il prezzo è diverso da quello di equilibrio la somma delle rendite non è massima
q
L’uguaglianza dei benefici e dei costi marginali
p
O
E
beneficio marginale
costo marginale
p1
D
o
q1
In equilibrio il prezzo misura:
la valutazione che la società dà dell’ultima
unità scambiata (ordinata della curva di
domanda o della disponibilità a pagare in
corrispondenza del punto q1), ossia il
beneficio marginale derivante dal
consumo del bene;
il costo dell’ultima unità prodotta e venduta
(ordinata della curva di offerta o dei costi
in corrispondenza del punto q1), ossia il
costo marginale che si deve sostenere
per produrre il bene.
q
Principio generale fondamentale
La differenza fra benefici e costi (sovrappiù) è massima quando il beneficio marginale è uguale
al costo marginale
Questo criterio decisionale può essere applicato a qualunque agente economico, sia esso consumatore
o impresa, in qualunque situazione debba decidere quale quantità consumare o produrre di un bene.
Imposte ed efficienza
O2
p
O
Area verde = surplus dei consumatori
imposta
p1+t
Area rossa = surplus dei produttori
Area beige = gettito fiscale
p1
Area gialla = perdita secca
D
q2
q1
q
q1-q2 = scambi che sarebbero effettuati in assenza dell’imposta ma non lo sono più in sua presenza
Perdita secca ed elasticità
Al variare dell’imposta variano anche gettito e perdita secca
Aliquota e gettito non variano sempre nella stessa direzione
Commercio internazionale
Se il prezzo internazionale supera quello interno il paese esporta, il benessere
generale aumenta ma non per tutti
i produttori guadagnano i consumatori perdono
qo
q1
qd
Se il prezzo internazionale è inferiore il paese importa, il benessere generale aumenta ma
non per tutti
I produttori perdono i consumatori guadagnano
Inefficienza del dazio
(ma qualcuno ci guadagna)
p
O
pe
pmo+t
pmo
D
importazioni
q2
q4
Area viola = gettito del dazio
triangoli gialli = perdita secca
qe
q3
q1
q
Esternalità
Si hanno esternalità quando le decisioni di un agente economico provocano
conseguenze negative o positive nei confronti di soggetti terzi non direttamente
coinvolti nella transazione senza che il mercato ne tenga conto.
ll mercato funziona correttamente quando decisioni che generano costi per la società
generano costi anche per chi le adotta e quando decisioni che generano benefici per
la società generano benefici anche per chi le adotta.
In questo caso i costi e benefici sociali coincidono con i costi e benefici privati.
In presenza di esternalità i benefici e i costi privati per chi adotta le decisioni sono
diversi da quelli sociali generati dalle stesse decisioni.
Quando le esternalità sono negative, con le loro decisioni gli agenti provocano costi
per gli altri, ma non ne tengono conto perché non subiscono nessuna conseguenza
negativa. Tendono quindi a prendere tali decisioni più frequentemente di quanto
sarebbe socialmente opportuno.
Quando le esternalità sono positive, con le loro decisioni gli agenti provocano benefici
per gli altri, ma non ne tengono conto perché non ottengono nessuna ricompensa per
questo motivo. Tendono quindi a prendere tali decisioni meno frequentemente di
quanto sarebbe socialmente opportuno.
Esternalità nell’offerta
esternalità negativa
esternalità positiva
Costi sociali
P
Costi privati
P
Costi privati
P2
P1
P1
P2
Costi sociali
D
Q2
Q1
Q
Q2 = quantità socialmente ottimale
Q1 = quantità effettivamente prodotta e scambiata
D
Q1
Q2
Q
Esternalità nella domanda
Esternalità negativa
Esternalità positiva
Benefici privati
P
P
P1
P2
P2
P1
Benefici sociali
Benefici sociali
Q2
Q1
Q
Benefici privati
Q1
Q2
Q
Esternalità: come intervenire?
esternalità negativa
esternalità positiva
Costi sociali
P
Costi privati
P
Costi privati
P2
Costi sociali
P1
P1
tassa
P2
sussidio
D
Q2
Q1
Q
Q2 = quantità socialmente ottimale
Q1 = quantità effettivamente prodotta e scambiata
D
Q1
Q2
Q
Esternalità nella domanda
Benefici privati
P
sussidio
P
P1
tassa
P2
P2
P1
Benefici sociali
Benefici sociali
Q2
Q1
Q
Q2 = quantità socialmente ottimale
Q1 = quantità effettivamente prodotta e scambiata
Benefici privati
Q1
Q2
Q
La soluzione di Coase
profitti,
costi
E
B
A
O
I*
I1
I
Tassa Pigouviana
T
O
I*
I
Tassa e standard
Costo
abbattimento
T
O
I*
I
Esempio numerico
Inquinamento A = 10 unità di gas inquinanti
Inquinamento B = 10 unità di gas inquinanti
Costo abbattimento A = 80
Costo abbattimento B = 120
Standard = 10
Entrambe le imprese devono ridurre di 5
Costo abbattimento = 80 x 5 + 120 x 5 = 400 + 600 = 1000
Imposta = 100
L’impresa A non ha convenienza a pagare la tassa, perché abbattere le emissioni di
un’unità le costa meno che pagare la tassa (80<100). Preferisce azzerare le proprie
costo di abbattimento = 80 x 10 = 800.
L’impresa B sopporta un costo di abbattimento superiore alla tassa (120>100), ha
convenienza a continuare ad inquinare esattamente come prima e pagare la tassa.
Inquinamento totale = 0 + 10 = 10
costo totale di abbattimento = 800 + 0 = 800
L’ammontare della tassa pagata dall’impresa B è un costo per l’impresa ma non per la
società, perché il gettito della tassa va allo Stato e si trasformerà in un beneficio per
coloro che usufruiranno della spesa pubblica con essa finanziata.
Permessi negoziabili
costi
Ogni impresa può scegliere fra sostenere il costo
di abbattimento oppure acquistare un permesso
che le consente di inquinare
p1
costo impresa A = 120 euro per unità
costo impresa B = 80 euro per unità
p*1
p2
O
I1
I1I*
I2
I
se il prezzo di un permesso che consente di
emettere un’unità = 100 euro l’impresa A ha
interesse ad acquistare il permesso inquinando
per un’unità in più, anziché sostenere il costo di
abbattimento; l’impresa B avrebbe interesse a
vendere il permesso e ridurre di un’unità le
emissioni sostenendo i costi di abbattimento
Permessi di inquinamento
Cma, P
B
Cma B
A
E
P
Cma A
O
I
I’
Ammontare di inquinamento
O’
Confronto fra permessi e standard
standard
B
O
I
S
I’
O’
Beni pubblici
beni escludibili: chi li produce può impedire di consumarli a chi non
paga il prezzo
beni rivali: la stessa unità di un bene non può essere consumata da
più di una persona contemporaneamente
beni privati: sono escludibili e rivali
beni pubblici: sono non escludibili e non rivali
risorse collettive o comuni: sono non escludibili ma rivali
beni artificialmente scarsi (o monopoli naturali): sono escludibili ma
non rivali
Escludibilità
Rivalità
-
+
-
beni pubblici
beni artificialmente scarsi o
monopoli naturali
+
risorse collettive o comuni
beni privati
se il bene non è escludibile chiunque può goderne liberamente senza
pagare un prezzo
in questo caso nessun consumatore razionale sarebbe disposto a
pagare un prezzo (free rider) e nessun produttore razionale
sarebbe disposto a produrlo senza ottenere alcun guadagno
se il bene è necessario, può produrlo solo chi ha il potere di imporne
il pagamento ovvero lo stato
in assenza del mercato come fa l’autorità pubblica a stabilire quanto
produrre e a che prezzo? questo è compito dell’analisi costibenefici
Risorse comuni
chi la utilizza tiene conto delle conseguenze negative che
l’impoverimento della risorsa produce su se stesso ma non di quelle
che gravano sugli altri utilizzatori
la risorsa tende quindi ad essere sfruttata in misura eccessiva a causa
di esternalità negative
costi sociali
p, costi
costi privati
c1
c2
q1 q2
Risorse artificialmente scarse
Il costo di una unità aggiuntiva è nullo pertanto dovrebbe esserne
consentito il consumo a prezzo nullo
p
perdita secca
p1
profitto
q2
q1
q
ma il produttore ha interesse a restringere artificialmente l’offerta
per far aumentare il prezzo generando così una perdita secca
Breve e lungo periodo
Breve periodo (qualche mese)
Gli impianti non possono essere modificati perché il tempo non è sufficiente
Non possono essere costruiti nuovi impianti, nel mercato non possono entrare
nuove imprese
Lungo periodo
Gli impianti possono essere modificati e sostituiti da altri
Nuove imprese possono entrare sul mercato
Mercato di concorrenza perfetta
Le imprese sono moltissime ciascuna ha dimensioni piccolissime
Esiste piena libertà di entrata sul mercato nel lungo periodo
Funzione di produzione e costi
Funzione di produzione
L
9
21
32 40 47 50
prodotto totale e marginale
prodotto totale
prodotto marginale
4
4
Prodotto e costo marginale
prodotto marginale
costo marginale
Dc
2,50
10/3
1,43
10/7
1,25
10/8
1,11
10/9
0,91
10/11
0,83
10/12
4
9
21
32
40 47 50 q
Costo medio e marginale
2.50
Il costo totale può essere misurato in diversi modi
c
costo totale q1
0
q1
q
Fra costo medio e costo marginale esiste una
precisa relazione
Se il valore marginale è minore di quello medio il valore medio tende a diminuire.
Se il valore marginale è maggiore di quello medio il valore medio tende ad aumentare.
Se i valore marginale è crescente, il valore medio è al suo minimo quando i due valori sono uguali .
Costi fissi e variabili
C
costo variabile
costo fisso
Q
C
C
costo medio
totale
costo fisso
costo marginale
costo medio
fisso
costo medio
fisso
costo medio
variabile
Q
Q
C
A
B
q2 q1
q3
C
q4 q5
Q
C
Q
Nel lungo periodo l’impresa ha la possibilità di scegliere fra molti impianti di diverse dimensioni.
Qualunque sia la quantità che vuole produrre sceglierà sempre l’impianto che le consente di
produrla al costo più basso. Se gli impianti sono moltissimi solo un punto di ciascuna curva di
costo medio di breve periodo soddisfa questo requisito. L’insieme di questi punti forma la curva
nera detta inviluppo che è la di costo di lungo periodo.
Rendimenti di scala
Ricavi
R
RT
220
DR
200
100
Dq
b
5
10
11
q
RT = p x q
Tg b = prezzo = ricavo
medio (Rme)
DR/Dq = ricavo marginale
(Rma)
se il prezzo è costante
allora
p = Rme = Rma
Curva di domanda per la singola impresa concorrenziale
R, p
p
a
20
D
p = Rme = Rma
q1
qq2
q1 q2
q
Massimizzazione del profitto
P
p1
profitto
costo
q1
Q
q2
q1
q3
Curva di offerta
costo
La curva del costo marginale indica quale quantità l’impresa produce in
corrispondenza di ogni prezzo se vuole massimizzare il profitto, quindi non è altro che
la curva di offerta
Punto di chiusura
P
Cma
Cmet
p1
Cmev
p2
p3
q2
q1
Q
Nel breve periodo un’impresa in perdita continua a produrre se riesce a recuperare almeno
parte dei costi fissi. Smetterà di farlo se scende al di sotto del costo medio variabile.
equilibrio di lungo periodo
p
p
D
cma 1
cma
cma 2
cme
p1
p2
q1
q2
q
q1 q2
q
Se il prezzo supera il costo medio minimo entrano nuove imprese attirate dai sovraprofitti, l’offerta
complessiva si traspone e il prezzo diminuisce
il prezzo nel lungo periodo con rendimenti costanti
p
p
p1
3
2
1
p1
D1
q
D2
D3
q
Se i rendimenti sono costanti l’ingresso di nuove imprese fa sì che
il prezzo rimanga sempre uguale al costo medio minimo
Monopolio
L’equilibrio del monopolista
P
D, Rme
Pm
cma
cma1
M
Rma
o
Qm
Q
Perché il profitto è massimo quando ricavo e costo marginali sono uguali?
P
Pm2
Cma
Pm
Pm1
D, Rme
Rma
Qm2 Qm
Qm1
Q
o
Perché esistono i monopoli?
controllo di risorse o fattori di produzione scarsi
economie di scala
superiorità tecnologica
barriere all’entrata di tipo legale
strategie deterrenti
Perché tutti i paesi adottano politiche antitrust?
P
Cma
Pm
C
Pc
A
A+B = perdita secca
B
Cma1
D, Rme
Rma
o
Qm
Qc
Q
Con il monopolio l’area C è persa dai consumatori ma va ad
aumentare il profitto del monopolista. Le aree a e b sono perse da tutti
Monopolio naturale e regolamentazione
C,P Cme
D
C
D
pm
c2
p1
c1
Cma
Cme
c1
1/2 q1
q1
Q
c
Rma
qm
• • b
a•
q1 qc
Q
Monopolio regolamentato
monopolio non regolamentato
p
monopolio regolamentato
sovrappiù del
consumatore
p
sovrappiù del
consumatore
profitto
pm
cme
p=cme
cma
cma
rma
q1
rme
q
q1
q
Dal momento che il ricavo totale dipende dall’elasticità della domanda
se il monopolista può servire due mercati separati ha convenienza a
praticare un prezzo più alto dove la domanda è più rigida e viceversa
Discriminazione perfetta
Forme di discriminazione
sconti sulla quantità
tariffe in due parti
buoni sconto
prezzi differenziati in base a caratteristiche del
consumatore, degli orari
restrizioni sui tempi di acquisto
Instabilità dei cartelli
P
Pm
P1
Cma
Cma1
Rma
1/2Qm Qm Q1
D, Rme
Instabilità dei cartelli
prezzo
quantità
profitto
12
0
0
11
10
110
quantità che massimizza il
profitto congiunto
10
20
200
9
30
270
8
40
320
7
50
350
6
60
360
5
70
350
4
80
320
3
90
270
una delle due aumenta la produzione
a 40
2
100
200
q= 70 (30+40)
1
110
110
profitto con prod. 40 = 200
0
120
0
profitto con prod. 30 = 150
q= 60
le due imprese si accordano per
produrre 30 ciascuna e dividersi i
profitti
profitto di ciascuna impresa = 180
Cary Grant
confessa
2 anni
confessa
Grace Kelly
non confessa
2 anni
1 anno
8 anni
8 anni
5 anni
non confessa
1 anno
due strategie per entrambi
confessare: pena = 2 o 8 anni
non confessare: pena = 1 o 5 anni
5 anni
FIAT
prezzo = 20
prezzo = 10
2 milioni
prezzo = 20
Renault
2 milioni
1 milione
8 milioni
8 milioni
5 milioni
prezzo = 10
1 milione
5 milioni
Pratiche deterrenti e restrittive
pratiche deterrenti
prezzi predatori
capacità produttiva in eccesso
pratiche restrittive
meeting the competition
prezzi imposti
vendite congiunte o a pacchetto
zone esclusive
vendita esclusiva
Concorrenza monopolistica
Mercato del lavoro
Domanda di lavoro
w
Offerta di lavoro
w
pmv = Dq x p
w2
w1
w3
q2
q1
q3
Q
Q
Equilibrio
Trasposizioni della domanda e dell’offerta
Trasposizione dell’offerta
Trasposizione della domanda
w
w2
w1
w1
w2
L1
L2
L
L1
L2
L
cause della trasposizione della domanda: aumento del prezzo del bene, aumento della
disponibilità di altri fattori, progresso tecnologico
Cause della trasposizione dell’offerta: aumento del tasso di attività, ingresso delle donne
Domanda di capitale
La produttività marginale del capitale è aumentata per via del progresso
tecnologico (trasposizione della curva D) ma anche l’offerta è
aumentata perché gli investimenti hanno fatto crescere lo stock di
capitale. Di conseguenza la remunerazione del capitale è rimasta
abbastanza stabile nel tempo
Domanda di terra
pmv,r
Offerta di terra
r
pmv = Dq x p
r2
r1
r3
q2
q1
q3
Q
Q
O
Perché una tassa è efficace contro la rendita?
Ma c’è il rovescio della medaglia. Se la domanda aumenta tutto
l’aumento del prezzo è incorporato nella rendita
p, r
aumento del prezzo e
della rendita
p2
p1
Produttività marginale e distribuzione del reddito
In equilibrio
il lavoro è occupato in misura tale che la sua produttività marginale è
uguale al salario (remunerazione del lavoro)
il capitale è occupato in misura tale che la sua produttività marginale è
uguale al tasso di interesse (remunerazione del capitale)
la terra è occupata in misura tale che la sua produttività marginale è
uguale alla rendita (remunerazione della terra)
Ogni fattore è quindi remunerato secondo la sua produttività marginale
Perché in Italia al capitale va il 30% del prodotto totale e al lavoro il
restante 70%?
secondo questa teoria tale distribuzione non è arbitraria ma dipende
dalla produttività marginale dei fattori
Salario orario per livello di istruzione negli U.S.A.
E in Italia?
Facendo uguale a 100 la
remunerazione dei diplomati
quella dei laureati è pari a:
Italia
Francia
Regno Unito
USA
126
150
159
172
Perché alcuni cantanti, attori o campioni sportivi
guadagnano cifre altissime?
Accade perché grazie alle tecnologie esistenti (televisione, cinema, internet, CD e DVD,
videocassette) possono offrire le loro prestazioni ad un numero molto elevato di
consumatori
Il loro guadadagno non deriva tanto dal fatto di praticare un prezzo elevato ma dalla
domanda elevata, a sua volta dovuta al basso costo unitario di produzione
Se si possono acquistare allo stesso prezzo (o ad un prezzo non molto diverso) la
visione di un film di George Clooney o di un attore semi sconosciuto la stragrande
maggioranza dei consumatori acquisteranno il primo
I chirurghi di fama, che fanno pagare prezzi molto più alti, non guadagnano cifre
paragonabili perché il tempo a disposizione gli consente di soddisfare solo un numero
molto limitato di pazienti
Globalizzazione e mercato del lavoro
Mercato del lavoro qualificato
Mercato del lavoro non qualificato
W
W
W2
O1
W1
O2
W1
D2
W2
D1
L
L
immigrazione e commercio spingono verso l’alto i salari dei lavoratori
qualificati e verso il basso quelli dei lavoratori non qualificati
Discriminazione
imprese che discriminano
imprese che non discriminano
wd
wnd
stando alla logica dell’efficienza la discriminazione sul lavoro dovrebbe
tendere a scomparire ma l’osservazione della realtà ci dice che questo
non è vero
Il salario efficiente
Ciò che interessa alle imprese non è tanto pagare un salario basso quanto ridurre il costo
medio
Se il salario orario è 50 euro e il lavoratore produce 10 unità in un’ora
Cme = 50/10 = 5
Se il salario orario è 100 euro e il lavoratore produce 25 unità in un’ora
Cme = 100/25 = 4
Se la produttività aumenta più del salario il costo medio si riduce!
Il salario influisce sulla produttività perché un salario basso:
• crea nei lavoratori la convinzione di non essere giustamente remunerati e riduce la
motivazione al lavoro
• spinge i lavoratori migliori a cercare un altro lavoro meglio remunerato
• all’atto dell’assunzione attrae i lavoratori meno bravi
Se un salario più alto fa aumentare in misura più che proporzionale la produttività
all’impresa conviene pagarlo
Efficienza e giustizia sociale non necessariamente vanno insieme
a
b
d
Curva di Lorenz
100%
% cumulata del reddito
80%
60%
F
B
40%
35%
20%
10%
E
A
D
C
20%
40%
60%
80%
100%
% cumulata della popolazione
Indice di Gini = area beige/area triangolo rosso
La disuguaglianza nel mondo
1960
1970
1980
1989
1998
20% “basso"
2.3%
2.3%
1.7%
1.4%
1.2%
60% “medio"
27.5%
23.6%
22.0%
15.9%
9.8%
20% “alto"
70.2%
73.9%
76.3%
82.7%
89.0%
alto:basso
30: 1
32 :1
45 :1
59 :1
74 : 1
54%
57%
60%
Gini
65%
70%
Criteri di giustizia distributiva
Utilitaristi: bisogna dare al più povero se la somma dei benefici per il
ricco e per il povero è maggiore dopo la redistribuzione (ciò è vero
finché il beneficio marginale che deriva dal reddito è maggiore per il
povero).
Rawls: l'unica cosa che conta è se il povero sta meglio di prima,
bisogna sempre ridistribuire se la condizione del più povero
migliora. Il benessere della società aumenta solo se aumenta quello
del più povero.
Nozick: se il ricco ha ottenuto ciò che possiede con mezzi leciti in base
alle regole sociali lo stato non ha nessun titolo a ridistribuire
alcunché
Problema: è più giusto dare 10 a chi già possiede 100 o 1 a
chi possiede 50?
Risposte
Utilitaristi: se il beneficio aggiuntivo per il più ricco è maggiore di
quello che otterrebbe il povero è più giusta la prima alternativa, in caso
contrario la seconda.
Rawls: i benefici del più ricco sono irrilevanti è sempre preferibile dare
1 al più povero (si porrebbe problemi solo se la redistribuzione
rendesse il povero più ricco del ricco).
Nozick: il problema non si pone se la ricchezza del ricco è stata
ottenuta con mezzi leciti
Tassa negativa
Tassa negativa
T
T = 1/2 x Y -5000
T = 1/2 x 20000 – 5000 = 5000
T1
T = ½ x 10000 – 5000 = 0
0
T = ½ x 8000 – 5000 = -1000
10000
5000
Y1
Una tassa così congegnata diventa un sussidio per coloro che hanno un reddito inferiore a
10000 euro
Y
Il mercato dei “bidoni”
Se acquirenti e compratori hanno informazioni diverse sul prodotto, può verificarsi il
fenomeno della selezione avversa per cui solo i prodotti di peggiore qualità sono
scambiati sul mercato.
Nel mercato dell’usato le automobili sono di qualità diversa: alcune più integre e affidabili,
altre più logorate. I venditori conoscono l’effettivo valore delle auto che vendono.
I compratori non sono in grado di distinguerle e non sono quindi disposti a pagare prezzi
differenziati.
Il prezzo è una media del valore attribuibile a ciascuna auto sul mercato.
A questo prezzo:
• i venditori di auto di qualità superiore non hanno convenienza a vendere (perché il
valore dell’auto supera il prezzo) ed escono dal mercato
• i venditori di auto di qualità inferiore hanno convenienza a vendere (perché il prezzo
supera il valore dell’auto) e rimangono nel mercato.
La selezione avversa consiste quindi nel fatto che nel mercato tendono a rimanere
solo i beni di qualità inferiore. I compratori sanno che questo fenomeno si verifica e
molti di loro decideranno di non acquistare “bidoni” (auto di bassa qualità). In questo
modo le transazioni potrebbero annullarsi e il mercato scomparire.
Il rischio morale
Il rischio morale si manifesta quando, in un rapporto di scambio, un contraente
(denominato principale) non è in grado di controllare il comportamento dell’altro
(agente).
Il contraente non controllabile ha interesse a comportarsi in modo opportunistico. Per
esempio, un datore di lavoro ha difficoltà a controllare che il lavoratore eroghi uno sforzo
lavorativo pari a quello previsto nel contratto (il lavoratore può prendersi delle pause
senza essere scoperto). Se il contratto prevede una remunerazione fissa, il lavoratore ha
un incentivo a sfruttare questo vantaggio informativo lavorando meno.
Nel campo assicurativo un individuo che ha stipulato un’assicurazione anti incendio può
non prendere tutte le precauzioni per evitare l’incendio stesso.
Effetti dell’asimmetria di informazione
•
•
Il prezzo è distorto
vengono effettuati pochi scambi e il mercato si riduce fino a rischiare di scomparire
Soluzioni
Segnalazione delle informazioni (signalling): consiste nel rivelare le informazioni alla
parte meno informata
esempi: pubblicità, titoli di studio
Screening: consiste nel fatto che la parte meno informata cerca di ottenere le
informazioni da quella più informata
esempi: controlli da parte di terzi, garanzie, franchigia nelle polizze assicurative