Max Weber I
Cenni biografici e
l’impianto concettuale
della sociologia
comprendente
Cenni biografici
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Nasce nel 1869 a Erfurt
cittadina della Turingia da una
famiglia molto agiata e molto
colta. Suo padre era un
giurista ed un politico della
destra liberale, sua madre era
una donna di grande cultura.
Nel salotto di casa Weber il
giovane Max incontra i più
grandi intellettuali dell’epoca
come ad es. il filosofo Dilthey
e lo storico Mommsen
Cenni biografici
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Nel 1882 si iscrive alla
facoltà di legge di
Hidelberg, nel 1884
dopo aver passato un
anno nell’esercito
imperiale, prima come
soldato poi come
ufficiale, riprende gli
studi a Berlino. Studia
anche filosofia,
economia e storia.
Cenni Biografici
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Nel 1887 diventa
membro del Verein Für
Sozialpolitik, centro che
raggruppa studiosi di
formazione varia,
interessati alla questioni
politiche e sociali; di lì a
2 anni conseguirà il
dottorato di ricerca in
diritto all’università di
Berlino
Cenni biografici
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Inizia ad insegnare
economia politica
all’università di Friburgo
nel 1894, passerà ad
Hidelberg nel 1896.
Poco dopo sarà vittima
di una malattia nervosa
che gli impedirà di
insegnare per circa
quattro anni. Riprenderà
nel 1902.
Cenni biografici
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Tra il 1902 ed il 1907 pubblica
in due parti L’etica protestante
e lo spirito del capitalismo più
una serie di saggi di
metodologia delle scienze
sociali, di politica e di storia.
Nel 1910, durante il
congresso dell’Associazione
Tedesca di Sociologia attacca
duramente l’ideologia
razzista. Allo scoppio della
prima guerra mondiale,
chiede di essere richiamato e
svolge attività diplomatica a
Vienna, Budapest e
Bruxelles.
Cenni biografici
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Muore a Monaco nel
1920. A differenza di
Durkheim, l’aspirazione
professionale più grande
di Weber fu quella
politica e diplomatica,
che il destino non gli
permise di soddisfare
pienamente.
Un punto problematico in Durkheim
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“Nella tesi Durkheimiana del suicidio, non c’è
spazio per l’idea che l’azione umana sia
improntata a razionalità: Durkheim cioè, non
riconosce quell’intrinseca peculiarità del
comportamento umano in base alla quale gli
attori monitorizzano consapevolmente la loro
condotta insieme con il suo contenuto
intenzionale” (Giddens Durkheim, 1998: 98)
Il senso soggettivamente inteso
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Questo problema rappresenterà il punto di
partenza del ragionamento di Weber. La sua
sociologia è detta comprendente proprio
perché individua come oggetto del suo studio il
processo interpretativo del senso da parte
dell’attore.
Ti sei comportato così, come mai? Qual è il
senso del tuo comportamento?
Il concetto di comprensione
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“Uno psichiatra comprende un sogno, la relazione che
passa tra la turba infantile ed una nevrosi adulta” (Cfr.
Aron)
Che significa?
Che lo psichiatra riesce a seguire il percorso mentale
(l’interpretazione) che ha svolto il proprio paziente per
attribuire senso a quell’evento (la turba). Riesce cioè a
ricostruire il processo interpretativo del proprio
paziente.
La comprensione è possibile poiché il comportamento
degli individui è dotato di razionalità.
Weber è un individualista?
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Per certi versi sì. Il suo sguardo si posa sull’azione
dell’individuo, e la definisce comprensibile perché
razionale. Ma il concetto di razionalità che sviluppa
Weber, non riguarda esclusivamente il raggiungimento
dei fini individuali attraverso un uso efficace dei mezzi
a disposizione.
Per Weber il rapporto mezzi fini varia in base alla
cultura della società in cui è inserito l’individuo ed in
base ai valori che per quell’individuo sono importanti
(cioè in base alle interpretazioni soggettive che
l’individuo sviluppa della propria cultura).
Razionalità? Chi è costei?
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Il concetto di razionalità – dunque – non è definito da
Weber in relazione all’osservatore, ma in rapporto
all’osservato. Occorre conoscere l’orizzonte di senso
sociale in cui si muove l’attore e, in base a quello,
comprendere il senso soggettivo della sua azione.
In altre parole, la razionalità dell’attore è definita in
rapporto alle conoscenze dell’attore e non del
sociologo.
I quattro tipi di azione
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L’azione è tutta razionale?
No. Ve ne sono solo due tipi: razionale rispetto
alla scopo e razionale rispetto al valore
Gli altri due tipi di azione non sono razionali e
sono definiti come azione affettiva ed azione
tradizionale.
Esempi
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L’imprenditore che progetta un investimento compie
un’azione razionale rispetto allo scopo: esamina con
mezzi razionali il rapporto tra i mezzi che ha a
disposizione e gli scopi che intende ottenere.
Il suicidio altruistico (per riprendere l’esempio
Durkheimiano) costituirebbe invece un’azione
razionale rispetto al valore: è razionale uccidersi se la
posta in gioco è il proprio onore e si è immersi in un
orizzonte di senso in cui l’onore vale più della vita.
Esempi
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Lo schiaffo che la mamma, in lacrime, dà al
bimbo che si era perso (Azione affettiva) o
togliersi il cappello davanti ad una signora
(Azione tradizionale) non sono azioni razionali,
ma dettate dall’impulso o dalla consuetudine.
Individuo, società, interpretazione
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L’azione individuale quindi non è il semplice
conformarsi ai dettami della società. Per
Weber, il concetto di azione si situa all’incrocio
tra senso sociale e la sua rielaborazione
soggettiva da parte dell’attore concreto.
Il tipo ideale
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Che significa dire che ci sono 4 tipi di azione?
Che significato ha qui il termine “tipi”?
Significa che sono tipi ideali di azione, cioè dei
modelli tipici d’azione che nella vita quotidiana
non si incontrano mai
I tipi ideali sono costruiti ad hoc dal sociologo
per interrogare la realtà sociale e storica.
Per capire il concetto di Tipo ideale
Noi usiamo una stessa parola per definire questi due
oggetti, eppure sono entrambi molto differenti. Ciò che
notiamo è una somiglianza rispetto ad alcune loro
caratteristiche essenziali di base.
Tipo ideale e realtà empirica
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Allo stesso modo il tipo ideale è una definizione che
non consiste nelle caratteristiche medie di un
determinato fenomeno, ma nelle sue caratteristiche
tipiche.
È tipico dei veronesi bere l’aperitivo in piazza erbe. Lo
fanno il 51% dei Veronesi? NO, ma è una caratteristica
tipica della città.
La maggioranza dei capitalisti si arricchisce pagando il
giusto tributo al fisco? NO ma è tipico del capitalista far
soldi nel rispetto della legalità.
La definizione del Tipo Ideale
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“Il tipo ideale è ottenuto accentuando uno o alcuni punti di vista, e
mediante la connessione di una quantità di fenomeni particolari,
diffusi e discreti, esistenti qui in minor e là in maggior misura, e
talvolta anche assenti, corrispondenti a quei punti di vista
unilateralmente posti in luce, in quadro concettuale in sé unitario.
Nella sua purezza concettuale esso non può mai essere
rintracciato empiricamente nella realtà; esso è un’utopia e al
lavoro storico si presenta il compito di constatare in ogni caso
singolo la maggiore o minore distanza dalla realtà da quel quadro
ideale, stabilendo ad esempio in quale misura il carattere
economico dei rapporti di una determinata città possa venir
qualificato concettualmente come proprio dell’“economia cittadina”
(Weber, Il metodo delle scienze storico sociali, Einaudi, Milano,
1998: 108).
Il tipo ideale come concetto
genetico
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Lo scopo del Tipo Ideale non sta nel rintracciare una formazione
sociale che vi corrisponde (è impossibile), ma nell’individuarne il
significato tipico: “Si prendano i concetti di “chiesa” e di “setta”;
essi si lasciano risolvere in via puramente classificatoria in
complessi di caratteristiche in cui non soltanto il confine tra l’uno e
l’atro, ma anche il contenuto concettuale deve rimanere sempre
fluido. Se però voglio concepire il concetto di setta geneticamente,
cioè in riferimento a importanti significati culturali che lo spirito di
setta ha avuto per la cultura moderna, allora determinate
caratteristiche dell’uno o dell’altro divengono essenziali, poiché
essi stanno in relazione causale adeguata con quegli effetti”
(Weber, Il metodo delle scienze storico sociali, Einaudi, Milano,
1998: 112-113).
Il tipo ideale come concetto
genetico
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Un’azione razionale rispetto ad uno scopo
conterrà sempre una componente valoriale, ma
se voglio comprendere coma mai un
imprenditore decida di mandare all’aria la sua
azienda per mantenere la parola data ad un
fornitore, allora debbo distinguere
analiticamente due corsi tipici d’azione: uno
razionale rispetto al valore e l’altro razionale
rispetto alla scopo.
Il procedimento Durkheimiano ne Il
suicidio
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Abbiamo visto come Durkheim abbia
proceduto nell’analisi dei dati statistici usati nel
suicidio: deriva dalla teoria dei modelli ipotetici,
da verificare attraverso la statistica.
Weber invece sostiene che le cause dei
mutamenti sociali debbono essere derivate da
un procedimento induttivo, che parta dal
particolare per arrivare poi a determinare un
movimento causale più generale.
Il rapporto ai valori
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Che significa partire dal particolare?
Significa che occorre partire da un’analisi
storica dei documenti e dei casi specifici.
Per tornare a Durkheim questo avrebbe voluto
dire esaminare le documentazioni legali, gli
articoli dei giornali, le dichiarazioni dei parenti,
in merito a ciascun caso di suicidio, per ogni
nazione europea presa in considerazione.
Il rapporto ai valori
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Secondo Weber era materialmente possibile
una cosa del genere?
Affatto, infatti suggerisce anche lui di
interrogare la realtà partendo da una domanda.
In che differisce la domanda da quella di
Durkheim?
È molto più specifica, limitata, e chiama in
causa la stessa soggettività del ricercatore
Esempio: Etica protestante e spirito
del capitalismo
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Weber: Il tipo ideale dell’etica protestante (calvinismo)
influenza un tipo ideale d’azione economica (il capitalismo
europeo)
Marx: il rapporto di produzione (struttura) precede
teoreticamente il fenomeno religioso (che è una sovrastruttura)
Chi ha ragione?
Marx: Io
Weber: il mio punto di vista è orientato dal mio interesse di
ricerca (rapporto ai valori). Partendo dal taglio che ho scelto di
operare nel flusso degli eventi storici, io sono riuscito a fornire
un’interpretazione coerente ed esaustiva della religione come
causa di quel tipo specifico di azione economica.
Il rapporto ai valori
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In Weber, non c’è nessuna possibilità di
pervenire ad un sistema ipotetico deduttivo
capace di determinare i meccanismi evolutivi
della SOCIETA’. Ciò che la sociologia
comprendente offre è una serie di
interpretazioni selettive in rapporto ai sistemi di
valore scelti.
Scienze della natura e scienze della
cultura
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Proprio perché le scienze della cultura si
riferiscono all’azione umana in quanto azione
autointerpretata, non è possibile avanzare un
modello evolutivo generale della società.
Weber, al contrario di Durkheim, non pensava
fosse possibile dire alle persone come
comportarsi o alle società come organizzarsi.
Prossima lezione
La tradizione weberiana: teoria della scelta
razionale e teoria del conflitto