Deutsch e Gerard (1955): teoria della dipendenza
Influenza normativa forza che spinge un soggetto, in quanto
membro di un gruppo, a rispondere alle attese positive di uno o
più membri del proprio gruppo
Influenza informativa forza che spinge un individuo isolato ad
accettare le informazioni degli altri come prova circa la realtà
L’influenza normativa più forte di quella informativa
insieme di persone che resiste al gruppo e si
Minoranza
sottrae alla pressione sociale, riducendo
l’effetto di conformismo
insieme di persone che devia e che si allontana dai giudizi e dagli
obiettivi del gruppo, diventando un ostacolo all’adattamento del
gruppo
L’OBBEDIENZA ALL’AUTORITÀ: GLI STUDI
DI STANLEY MILGRAM
«L’obbedienza è uno degli elementi fondamentali della struttura della
vita sociale. Ogni forma di vita collettiva si basa su un sistema di
autorità: solo chi vive in isolamento completo non è costretto a
sottomettersi o a ribellarsi a ordini esterni. [...] È il meccanismo
psicologico che lega azione individuale e fini politici. È il
meccanismo psicologico che unisce uomini e sistemi di autorità»
(Milgram, trad. it. 1975 p.15).
Obbedienza: particolare forma di conformità che si esplicita
quando tra la fonte di influenza e il bersaglio vi è una differenza di
tipo qualitativo  differenza di status  Sulla base dell’autorità
che gli è riconosciuta un individuo esercita in modo esplicito e
diretto una pressione su altri individui
ELEMENTI CHE INCIDEVANO NELL’OBBEDIRE
ALL’AUTORITÀ
1) vicinanza fra soggetto sperimentale e vittima
2) vicinanza fra soggetto sperimentale e ricercatore (autorità)
INTERPRETAZIONE
Stato eteronomico: stato mentale che dispone un individuo a
orientare il proprio comportamento secondo le disposizioni date da
qualcuno di status superiore
Non responsabile di ciò che fa, ma percezione di essere uno
strumento che esegue ordini impartiti da altri.
CONDIZIONI CHE FAVORISCONO L’OBBEDIENZA:
Legittimità dell’autorità
Adesione al sistema di autorità
Pressione sociale
Comportamenti di obbedienza: esito delle pressioni esercitate dal
contesto e dalle situazioni in cui le persone agiscono
DIVERSI LIVELLI DI INFLUENZA SOCIALE
Varia per:
intensità (livello di profondità a cui agisce);
persistenza (durata nel tempo dei suoi effetti), e
resistenza (capacità di far fronte a tentativi di
contro-influenza, resistendo ad argomentazioni
contrarie a quelle espresse dalla fonte).
Compiacenza: modifica pubblica della propria posizione non per
convinzione. Ci si aspetta di ottenere qualche ricompensa o
riconoscimento a livello sociale o di evitare delle sanzioni. Bersaglio
non cambia proprie convinzioni Cambiamento fittizio e poco
duraturo.
Identificazione: ci si conforma a ciò che è sostenuto dalla fonte in
pubblico e in privato, per cercare di stabilire una relazione positiva con
essa  attraente. Bersaglio crede in ciò che sostiene la fonte (contenuto
del messaggio più o meno irrilevante).
Interiorizzazione: fonte riconosciuta particolarmente competente,
abile e degna di ascolto. Bersaglio non solo è favorevole ad essere
influenzato, ma inserisce i messaggi della fonte, verbali o di altra
natura, nel proprio sistema di credenze e di valori Processo
persistente che perdura anche quando la fonte non c’è
MODELLO FUNZIONALISTA dell’INFLUENZA
SOCIALE
La realtà nel suo complesso è qualcosa di predeterminato
QUINDI:
Comportamento dell’individuo o del gruppo ha una funzione di
adattamento al sistema sociale o all’ambiente
MODELLO FUNZIONALISTA dell’INFLUENZA
SOCIALE
1) Influenza sociale: distribuita in modo disuguale ed esercitata
secondo una modalità unilaterale
Solo chi ha potere esercita influenza
Chi ha il potere costituisce la maggioranza in grado di influenzare la
minoranza
Chi non ha potere può adeguarsi o porsi in posizione di marginalità
2) Funzione dell’influenza sociale: mantenere e rinforzare il
controllo sociale
3) Le relazioni di dipendenza determinano la direzione e la
rilevanza dell’influenza sociale esercitata in un gruppo
Asimmetria legata a status, ruolo e competenza:
Chi ha un status alto esercita maggiore influenza rispetto a chi ha
uno status inferiore
Chi ha uno status alto influenza chi ha uno status inferiore
4) Consenso che l’influenza è tesa a raggiungere: basato sulla
norma dell’obiettività
Quando non c’è una verità obiettiva:
gli individui cercano una verità convenzionale sulla base
dell’ampiezza di consenso che l’opinione riceve
Esempio: Teoria del confronto sociale (Festinger, 1954)
5) Tutti i processi sono visti nella prospettiva del
conformismo, e il conformismo è considerato sottofondo
comune di questi processi
Kiesler (1969): ogni cambiamento nel comportamento e delle
credenze in direzione del gruppo è il risultato di una pressione di
gruppo reale o immaginaria.
Ogni forma di influenza porta al conformismo
Moscovici (1976)
Critica “modello funzionalista dell’influenza sociale”:
1) visione troppo riduttiva e meccanicistica dell’influenza
sociale
2) non spiega i fenomeni di innovazione nei gruppi
contrappone il modello genetico dell’influenza sociale
La realtà è il risultato di un processo costruttivo in cui
maggioranze e minoranze interagiscono costruendo il
contesto sociale  Tutti coloro che ne fanno parte possono
essere considerati fonte o bersaglio di influenza. Quindi:
Tutti i membri di un gruppo sono
sia portatori di influenza
sia bersagli di influenza
MODELLO GENETICO DELL’INFLUENZA
SOCIALE
permette di:
1) Superare i limiti del modello funzionalista
2) Affrontare nuovi problemi che il modello funzionalista non
considera
L’influenza:
1) Non è necessariamente asimmetrica (dalla maggioranza alla
minoranza)
2) Non è solo funzionale al conformismo e all’uniformità, ma
anche al cambiamento sociale e all’innovazione
Influenza maggioritaria si ha quando:
esiste una collaborazione tra chi riceve influenza e chi la esercita
Influenza minoritaria:
definisce una posizione antagonista e alternativa alla maggioranza
Antagonismo
Conflitto tra
maggioranza
minoranza
Negoziazione
interindividuale
o intergruppi
Negoziato:
Ogni partner ha la possibilità di proporre il proprio sistema
di riferimento accettando o rifiutando quello dell’altro
Accento è spostato dai:
Fattori predeterminati (assetto del gruppo e potere)
Al negoziato che ha luogo nell’interazione sociale
Maggioranza: gruppo che assume e diffonde le norme
dominanti. Non è solo una questione quantitativa
Minoranza: gruppo che si batte contro le norme
dominanti. Non è considerata ad un semplice livello
quantitativo
La fonte di influenza: ha sede nei significati che emergono
dall’insieme dei comportamenti dei soggetti minoritari
durante gli incontri e le interazioni con i loro
interlocutori
Importanza dello stile di comportamento adottato dalla
minoranza nell’interazione e nei negoziati con la
maggioranza
STILE DI COMPORTAMENTO DELLA
MINORANZA
Coerenza sincronica del comportamento: unanimità totale
nell’espressione delle posizioni minoritarie
Coerenza diacronica del comportamento:
1) Ripetizione ferma e sistematica di una risposta in
occasioni successive
2) Ripetizione non contraddittoria della risposta
La coerenza diacronica fornisce informazioni su:
a) modo di vedere la realtà della minoranza
b) minoranza stessa: fermezza e sicurezza di sé attraverso
sacrifici personali (rappresaglie, incomprensioni, scherzi)
Perché la consistenza diacronica abbia influenza:
 deve essere riconosciuta dalla maggioranza
 deve essere attribuito al comportamento della
minoranza caratteristiche di sicurezza e autonomia
Stile di negoziato adottato dalla minoranza:
Rigidità della minoranza: intransigente rifiuta ogni
compromesso
minoranza considerata estremista e fatica a esercitare
influenza
Flessibilità della minoranza: disponibilità a fare concessioni per
non accentuare il conflitto
minoranza può esercitare influenza
PERCHÉ LO STILE FLESSIBILE È PIÙ
EFFICACE DELLO STILE RIGIDO?
Posizione rigida
Conflitto
Strategie
di
riduzione del
conflitto
Screditare la
minoranza
Le minoranze vengono screditate attraverso:
•l’attribuzione di un errore sistematico (es. dogmatismo)
•La naturalizzazione (Doise, Deschamps e Mugny, 1980)
•Attribuendo la causa dei comportamenti a proprietà
idiosincratiche della minoranza:
Biologizzazione (perché
è una donna, perché è tarato)
Psicologizzazione (per il carattere, per intelligenza limitata)
Riduzione al sociologico (è un comunista)
CONDISCENDENZA E CONVERSIONE
Influenza maggioritaria porta a condiscendenza:
Un cambiamento a livello manifesto (sociale)
Raramente a un cambiamento a livello profondo
Influenza minoritaria porta a conversione:
Un cambiamento a livello latente, non dovuto ad imitazione
della posizione minoritaria
Qualche volta a un cambiamento a livello manifesto
AGGRESSIVITÀ E ALTRUISMO
fattori innati
Molteplici prospettive teoriche
emozioni
apprendimento
dimensione individuale
versus
aspetto situazionale e dimensione collettiva
In psicologia sociale, ciò che differenzia aggressività e
altruismo non è l’esito positivo o negativo di una particolare
azione, ma la motivazione e l’intenzione a essa sottese che
hanno orientato il comportamento di chi ha agito contro o a
favore di qualcun altro
AGGRESSIVITÀ
Molteplicità di espressioni
difficoltà ad elaborare una
definizione univoca
Comportamento aggressivo: insieme di azioni dirette a colpire uno o
più individui, tali da infliggere loro sofferenze fisiche e morali,
oppure la morte (Baron, 1977)
Ha come esito la produzione di un danno ad un’altra persona. Si
definisce solo in riferimento alla sua natura intenzionale e
assumendo il punto di vista dell’aggressore
MOTIVAZIONE
AGGRESSIVITÀ EMOZIONALE
emozioni e sentimenti
Chi compie un atto aggressivo emozionale prova emozioni forti (es.
rabbia), e sentimenti di frustrazione, paura e bisogno di difendersi,
il cui insorgere è determinato da una serie di condizioni situazionali.
Insieme delle condizioni che si verificano rendono giustificabile,
agli occhi dell’aggressore, l’atto violento
Cause più frequenti: aggressore sente minacciati autostima e/o
status di cui gode nel gruppo di appartenenza (Baumeister, 1997)
AGGRESSIVITÀ STRUMENTALE
Aggressore vede la possibilità di ottenere dei vantaggi materiali
ai danni della vittima
Cause: motivazione alla padronanza  aggressore percepisce in
modo peculiare il rapporto tra costi dell’azione aggressiva e benefici
che ne derivano  no ruolo preponderante delle emozioni
Fattori che possono influenzare tale percezione: forza fisica, abilità
nel maneggiare un’arma, mancanza di punizioni, in passato, per
aver messo in atto comportamenti aggressivi
MODELLI INTERPRETATIVI
3 orientamenti
1) Aggressività come comportamento guidato da istinti e pulsioni.
Connaturato alla natura umana e quindi inevitabile (psicanalisi: Freud;
etologia: Lorenz)
2) Aggressività come apprendimento sociale. Comportamento
aggressivo acquisito attraverso l’esperienza individuale come qualsiasi
altro comportamento (Bandura)
3) Aggressività come reazione emotiva. Ipotesi frustrazioneaggressività (Dollard e Miller, 1939) e suoi sviluppi (Berkowitz 1989,
1990, 1993). Attenzione del ricercatore: fattori interni che mediano il
comportamento aggressivo
L’ISTINTO AGGRESSIVO
PSICANALISI & ETOLOGIA
Teoria dei due istinti:
nelle persone agiscono
due istinti fondamentali
contrapposti
Eros: autoconservazione
Thanatos: morte e ritorno allo
stato inorganico
Aggressività: istinto al servizio della conservazione della specie
Disposizione comportamentale innata che ha origine nella selezione
naturale e che accresce le probabilità di conservazione e
riproduzione della specie
Animali: funzione adattiva.
Meccanismi inibitori impediscono ai
membri di una stessa specie di
uccidersi tra di loro
Esseri umani: evoluzioni
culturali dell’istinto naturale
hanno ridotto questi meccanismi
MODELLO IDRAULICO
Per evitare l’autodistruzione l’individuo deve rivolgere Thanatos
all’esterno. Comportamento aggressivo devia l’energia distruttiva e
riduce la tensione (fisicità distruttiva, ma anche umorismo o fantasie)
Aggressività: fenomeno inevitabile, ma incanalabile e “scaricabile”
attraverso manifestazioni aggressive socialmente accettabili (es.:
partecipazione, anche solo passiva, a gare sportive)
IPOTESI FRUSTRAZIONE-AGGRESSIVITÀ
(Dollard, Dobb, Miller, Mowrer & Sears, 1939)
Frustrazione conduce sempre ad una qualche forma di aggressività
e l’aggressività è sempre conseguenza di una frustrazione
frustrazione
aggressività
Limiti
1) Non sempre l’aggressività si manifesta in
presenza di una frustrazione (es.
aggressività strumentale);
2) Frustrazione non produce sempre e solo
comportamenti aggressivi, ma può essere
accompagnata anche da altri tipi di
reazione (pianto, fuga o apatia; es.
sindrome da impotenza appresa)
condizione psicologica
che insorge in chi
incontra un ostacolo nel
raggiungimento
dei
propri fini
FRUSTRAZIONE-AGGRESSIVITÀ
Frustrazione induce una risposta aggressiva, che però è solo una delle
possibili alternative di risposta a disposizione dell’individuo, anche
se rappresenta la tendenza dominante (Miller et al., 1941)
Leon Berkowitz
Emozione negativa
Teoria del segnale-stimolo
SITUAZIONE
Condizionamento classico
aggressività
Stimoli aggressivi
Effetto
arma