Aggressività

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AGGRESSIVITA’
 Come l’uomo, molti altri animali combattono i loro conspecifici.
 Esistono diverse forme di aggressività,
che si distinguono per le motivazioni, i moduli espressivi, le funzioni
 L’aggressione intra specifica è diversa da quella inter specifica , generalmente volta alla
predazione e quindi a procurarsi cibo; si tratta di moduli di attacco diversi, attivati dalla
stimolazione di aree cerebrali diverse. D’altra parte animali erbivori possono mostrare alti livelli
di aggressività intraspecifica (tori, galli)
 Tipologie e finalità:
 Competitiva: attacco, combattimento serve ad aumentare la fitness (probabilità di
riproduzione) di un individuo; spesso ritualizzata
 Delimitare il territorio
 Distanziamento
per tenere sotto controllo il potenziale riproduttivo e il numero di individui
 Incremento della dispersione della specie
 Stabilire una gerarchia di rango (che a sua volta controlla l’aggressività)
 Selezione sessuale.
La competizione riproduttiva ha dato origine a particolari ornamenti e colorazioni del
corpo che vengono esibite nelle fasi iniziali del combattimento e a “armi”
(corna del cervo, mandibole chitinose del cervo volante).
Poiché gen. sono i maschi a combattere, questo ha prodotto dimorfismo sessuale
 Disciplinare o di svezzamento nei confronti dei figli
 Sessuale del maschio nei confronti della femmina
 Ridiretta ( su “vicarianti”)
 Difensiva: scarsa ritualizzazione
L’animale è minacciato da un potenziale pericolo  paura, tendenza alla fuga;
l’individuo deve proteggere se stesso o i propri piccoli .
Simile a quella messa in atto contro i predatori
 Madre che attacca i conspecifici che possono commettere infanticidio
 In situazioni naturali l’agg. non ha di norma esiti letali
Tornei per risparmiare gli individui della stessa specie
Comportamenti ritualizzati per combattere in modo incruento
La ritualizzazione è il risultato evolutivo di un vantaggio individuale ( e non solo della specie)
Secondo la teoria dei giochi (costo/ beneficio)
è più vantaggioso usare forme di aggressività non cruente
 Comportamento di esibizione, di imposizione (iguana), di minaccia  a v. fuga
 Attacco, combattimento vincitore e vinto
 Comportamento di sottomissione  inibizione aggressività
Particolarmente importante in specie sociali (in quelle solitarie chi perde fugge)
Assunzione di atteggiamenti infantili (lupo) o di presentazione sessuale
 I crotali non si mordono mai
 Corna che vengono usate in modo inoffensivo
 Tuttavia se la posta in gioco è alta o se l’animale è ferito  escalation  morte del perdente
Non è vantaggioso impegnarsi troppo in una lotta con escalation, ma nemmeno non servirsene
affatto
 Infanticidio (competizione per l’acquisizione del partner)
 Cannibalismo
 con scopo alimentare in molti vertebrati
 per regolare la dimensione della colonia e per recuperare le sostanze nutritive negli
insetti sociali
 Pulsione aggressiva, appetenza ad aggredire, stimolo endogeno, istinto appetitivo,
programmato filogeneticamente.
Spontaneità e appetizione della lotta dimostrabili in animali senza esperienza sociale.
Ceppi di topi selezionati in base all’aggressività
L’aggressività si può accumulare se non abreagita
 Segnali scatenanti
 colore rosso per lo spinarello
 livree nuziali e canto nei fagiani
 feromoni in molti mammiferi
 Moduli motori di lotta innati,istintivi, stereotipati
 Lorenz (1966) , Tinbergen
Fase appetitiva// fase consumatoria
Modello psicoidraulico delle motivazioni istintive; la pulsione o “energia
motivazionale” (rappresentata da un afflusso continuo di acqua) si accumula nel SNC
(rappresentato da un serbatoio in cui cade l’acqua), sin quando, per effetto della
pressione,, si apre una valvola che permette di scaricare l’energia accumulata, che, in
termini fisiologici, rappresenta l’esecuzione dell’atto consumatorio. A ciò consegue:
 Un abbassamento del livello di agg. dopo un episodio di aggressione
 Che con il passare del tempo dall’ultima interazione agg si abbassi il livello soglia
di reazione agli stimoli e che quindi l’animale sia più disposto ad attaccare i suoi
conspecifici
 Che se l’animale non combatte da molto tempo può avere attività a vuoto, cioè in
assenza di conspecifici che li stimolino
 Frustrazione e aggressività
Dollard (1939) ritiene che il comportamento aggressivo sia conseguenza di frustrazioni,
intendendo per frustrazione qualsiasi impedimento o influenza esterna che disturba il tendere di
un soggetto verso una meta desiderata.
L’agg è quindi di natura reattiva e non l’espressione di un impulso spontaneo
 L’opposizione o l’accettazione di una delle due teorie può avere implicazioni può avere
implicazioni filosofiche e etiche
 Tendenza attuale: istinto reattivo: pur avendo una preprogrammazione biologica, l’aggressività
si manifesta in risposta a gli stimoli. Nelle specie con notevole sviluppo neocorticale il
comportamento aggressivo è plasmato dall’esperienza.
 Substrati organici
 Neurali :
Non esistono dei veri e propri centri (ben determinate entità neurologiche) dell’aggressività,
ma piuttosto circuiti funzionali costituiti da vie e centri nervosi diversi che concorrono, in
risposta agli stimoli ambientali ,alla sua regolazione.
Nelle specie in cui esiste un adeguato sviluppo neocorticale, anche gli aspetti cognitivi
hanno una notevole influenza.
 Formazione reticolare
Controlla lo stato generale di attivazione dell’individuo
eccitandone o inibendone l’attività
 Sistema limbico:
Presiede alle espressioni di tipo emotivo-affettivo
Controlla molteplici aspetti del comportamento
 Ippocampo: controllo attacchi predatori
 Amigdala
 Talamo
 Ipotalamo: nel gatto stimolando aree diverse dell’ipotalamo, si ottengono varie forme di
aggressione (tanto da far ritenere che fosse il cento di controllo)
 Aree mediali  agg. intraspecifica, comportamento agonistico (piloerezione,
digrigna i denti, soffia…; se attacca emette suoni e colpisce con le unghie)
oppure di tipo difensivo ( mostra paura, si nasconde….)
 Aree dorsali  fuga
 Aree laterali  comportamento predatorio
 S.N.A. secrezione ormonale, regolazione ritmo cardiaco, pressione arteriosa, attività
muscolatura liscia
 Aree neocorticali (nelle specie in cui sono presenti)
 Fattori neurochimici
 Noradrenalina (neuromediatore del simpatico): viene liberata in situazioni di stress
 Serotonina, dopamina, acetilcolina, GABA
 Fattori endocrini.
 Testosterone comportamento agonistico, attitudine a combattere.
Ciclo annuale: aumenta durante il periodo riproduttivo
Regola, tramite la sensibilizzazione delle strutture paleoencefaliche implicate nel
controllo dell’agg., la sua espressione. Aumenta la sensibilità ai segnali
Tuttavia nei Primati le esperienze di vittoria e sconfitta possono essere così determinanti
che anche se si inietta testosterone ad un animale subordinato,
non si manifesta alcun aumento dell’aggressività
 Adrenalina  prepara il corpo per la lotta o per la fuga
 Cortisolo, cortisone (e ACTH)  stabilizzano la fisiologia del corpo sotto stress
 Fattori genetici: nel giro di poche generazioni si possono ottenere ceppi aggressivi e
pacifici di topi, cani, galli. Non si deve confondere il fatto che l’agg ha una base ereditaria
con l’idea che abbia una base motivazionale appetitiva o pulsionale (Lorenz)
 Apprendimento:
 Esperienze sociali (gioco tra coetanei)
 Apprendimento di bersagli adeguati
 Esperienze di vittoria o sconfitta possono modificare la tendenza ad aggredire i conspecifici.
 Contingenze ambientali esterne
 Cibo (se il cibo è concentrato l’agg aumenta)
 Incontri all’esterno del gruppo
 Stagionalità (riproduzione, testosterone)
 Affollamento
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