ALTRE RAPPRESENRTAZIONI GRAFICHE 2
Diagrammi logaritmici
Un diagramma logaritmico presenta uno o entrambi gli assi cartesiani espressi su scala
logaritmica, il che rende possibili rappresentazioni altrimenti non realizzabili.
Per la costruzione di un diagramma logaritmico, le misure vengono trasformate in logaritmi
e i nuovi dati si utilizzano per disegnare il grafico.
Le scale logaritmiche sfruttano la capacità dei logaritmi di comprimere i valori molto grandi
e di dilatare quelli molto piccoli permettendo di “linearizzare” misure estese su diversi ordini
di grandezza: in una scala logaritmica decimale, i valori lineari “… –2, –1, 0, +1, +2 …”
corrispondono ai valori originali non lineari “… 10‾2, 10‾1, 100, 10+1, 10+2 …”.
Queste proprietà consentono di rappresentare graficamente situazioni il cui campo di
variazione è vastissimo. La gamma dei suoni che l’orecchio umano può percepire presenta
una variazione teorica di intensità dell’ordine di 1014 (equivalente a 100 trilioni di volte):
una rappresentazione grafica, per quanto piccola possa essere l’unità di misura, per
esempio un millesimo di millimetro, richiederebbe uno spazio di migliaia di chilometri! Con
la trasformazione logaritmica, bastano pochi centimetri.
Elementi di Statistica medica
Pasquale Bruno Lantieri, Domenico Risso, Giambattista Ravera
Copyright © 2007 – The McGraw-Hill Companies s.r.l.
In alternativa alla trasformazione logaritmica,
esistono in commercio carte di tipo
millimetrato con una o entrambe le unità già
espresse in scala logaritmica (carte semi- o
doppio-logaritmiche); in esse, basta inserire i
dati originali per ottenere lo stesso risultato
grafico (Figura 1).
Ideogrammi e pictogrammi
Una tecnica poco utilizzata in ricerche biomediche, ma di uso molto frequente in letteratura e
sulla stampa quotidiana, utilizza disegni in grado di rendere l’idea di ciò che si desidera
evidenziare, da cui la definizione di ideogramma o pictogramma. Si tratta di
rappresentazioni di interesse più divulgativo che scientifico, in quanto soggette a notevole
approssimazione; vengono utilizzate di solito in relazione a dati demografici, economici e
sanitari di numerosità elevata per i quali non sia determinante una particolare precisione
espressiva (Tabella 1).
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Pasquale Bruno Lantieri, Domenico Risso, Giambattista Ravera
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In un ideogramma, i disegni di riferimento hanno il compito di rappresentare in
modo proporzionato le frequenze o le quantità che si intende descrivere: immagini
con dimensioni diverse devono rendere l’idea delle differenze riscontrate in diverse
situazioni osservate (Figura 2) o delle modificazioni intervenute nel tempo. Nel
caso del pictogramma, il disegno costituisce l’unità di misura del grafico: il numero
delle figure ed eventuali frazioni hanno il compito di fornire l’informazione sull’entità
del fenomeno (Figura 3).
Naturalmente la sola rappresentazione grafica fornisce un’indicazione grossolana;
per proporre una informazione più precisa, occorre accoppiare alla figura il valore
rilevato, per cui il grafico costituisce poco più di una presentazione tabellare dei
dati. Si comprende facilmente come, dal punto di vista scientifico, tali soluzioni
grafiche abbiano modesto significato, mentre risultano utili in campo giornalistico e
soprattutto divulgativo.
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