Hegel: il sistema
prof. Michele de Pasquale
“ Unificazione vera, amore vero e proprio, ha luogo solo fra viventi che sono
eguali in potenza, e che, quindi, sono viventi l’uno per l’altro nel modo più
completo, e per nessun lato l’uno è morto rispetto all’altro. L’amore esclude
ogni opposizione; esso non è intelletto, le cui relazioni lasciano sempre il
molteplice come molteplice, e la cui stessa unità sono delle opposizioni; esso
non è ragione che oppone assolutamente al determinato il suo determinare;
non è nulla di limitante, nulla di limitato, nulla di finito; l’amore è un
sentimento, ma non un sentimento singolo: dal sentimento singolo, poiché è
solo vita parziale e non vita intera, la vita si spinge fino a sciogliersi e a
disperdersi nella molteplicità dei sentimenti per trovare se stessa in questo
tutto della molteplicità. Nell’amore questo tutto non è contenuto come somma
di parti particolari, di molti separati; nell’amore si trova la vita stessa come
una duplicazione di se stessa, e come sua unità; partendo dall’unità non
sviluppata, la vita ha percorso nella sua formazione il ciclo che conduce a
una unità completa. Di contro all’unità non sviluppata stavano la possibilità
della separazione e il mondo; durante lo sviluppo la riflessione produceva
sempre più opposizioni, che venivano unificate nell’impulso soddisfatto, fin
che la riflessione oppone all’uomo il suo stesso tutto; l’amore infine,
distruggendo completamente l’oggettività, toglie la riflessione, sottrae
all’opposto ogni carattere di estraneità, e la vita trova se stessa senza
ulteriore difetto. Nell’amore rimane ancora il separato, ma non più come
separato, bensì come unito; e il vivente sente il vivente. [...]
[L’amore] è un prendere e dare reciproco; nel timore che i suoi doni
possano essere sdegnati, nel timore che un opposto possa non
cedere al suo prendere, vuol vedere se la speranza non lo ha
ingannato, se trova in ogni modo se stesso. Colui che prende non si
trova con ciò più ricco dell’altro: si arricchisce, certo, ma altrettanto fa
l’altro; parimenti quello che dà, non diviene più povero: nel dare
all’altro egli ha anzi altrettanto accresciuto i propri tesori. Giulietta nel
Romeo e Giulietta: «Più ti do, tanto più io ho, ecc.». L’amore acquista
questa ricchezza di vita nello scambiare tutti i pensieri, tutte le
molteplicità dell’anima, poiché cerca infinite differenze e trova infinite
unificazioni, si indirizza all’intera molteplicità della natura per bere
amore da ognuna delle sue vite. Quel che c’è di più proprio si unifica
nel contatto e nelle carezze degli amanti, fino a perdere la coscienza,
fino al toglimento di ogni differenza: quel che è mortale ha deposto il
carattere della separabilità, ed è spuntato un embrione di
immortalità, un embrione di ciò che da sé eternamente sviluppa e
produce, un vivente. L’unificato non si separa più, la divinità ha
operato, ha creato.”
(Hegel, Scritti teologici giovanili)
“ Il vero è l’intiero. Ma l’intiero è soltanto l’essenza che si completa
mediante il suo sviluppo. Dell’Assoluto devesi dire che esso è
essenzialmente Resultato, che solo alla fine è ciò che è in verità; e
proprio in ciò consiste la sua natura, nell’essere effettualità, soggetto o
divenir-se-stesso. Per quanto possa sembrare contraddittorio che
l’Assoluto sia da concepire essenzialmente come resultato, basta
tuttavia riflettere alquanto per rendersi capaci di questa parvenza di
contraddizione. Il cominciamento, il principio o l’Assoluto, come da
prima e immediatamente viene enunciato, è solo l’Universale. Se io
dico: «tutti gli animali», queste parole non potranno mai valere come
una zoologia; con altrettanta evidenza balza agli occhi che le parole
«divino», «assoluto», «eterno», ecc. non esprimono ciò che quivi è
contenuto; e tali parole in effetto non esprimono che l’intuizione, intesa
come l’immediato. Ciò che è più di tali parole, e sia pure il passaggio a
una sola proposizione, contiene un divenir-altro che deve venire
ripreso, ossia una mediazione.”
(Hegel, Fenomenologia dello spirito)
“ Secondo il mio modo di vedere che dovrà giustificarsi soltanto mercé
l’esposizione del sistema stesso, tutto dipende dall’intendere e
dall’esprimere il vero non come sostanza, ma altrettanto decisamente
come soggetto. [...]
La sostanza viva è bensì l’essere il quale è in verità Soggetto, o, ciò che è
poi lo stesso, è l’essere che in verità è effettuale, ma soltanto in quanto
la sostanza è il movimento del porre se stesso, o in quanto essa è la
mediazione del divenir-altro-da-sé con se stesso. Come soggetto essa è
la pura negatività semplice, ed è, proprio per ciò, la scissione del
semplice in due parti, o la duplicazione opponente; questa, a sua volta, è
la negazione di questa diversità indifferente e della sua opposizione;
soltanto questa ricostituentesi eguaglianza o la riflessione entro l’esseraltro in se stesso, non un’unità originaria come tale, né un’unità
immediata come tale, è il vero. Il vero è il divenire di se stesso, il circolo
che presuppone e ha all’inizio la propria fine come proprio fine, e che
solo mediante l’attuazione e la propria fine è effettuale.”
(Hegel, Fenomenologia dello spirito)
“ Il boccio dispare nella fioritura, e si potrebbe dire che quello
vien confutato da questa; similmente, all’apparire del frutto,
il fiore vien dichiarato una falsa esistenza della pianta, e il
frutto subentra al posto del fiore come sua verità. Tali forme
non solo si distinguono, ma ciascuna di esse dilegua anche
sotto la spinta dell’altra, perché esse sono reciprocamente
incompatibili. Ma in pari tempo la loro fluida natura ne fa
momenti dell’unità organica, nella quale esse non solo non
si respingono, ma sono anzi necessarie l’una non meno
dell’altra; e questa eguale necessità costituisce ora la vita
dell’intiero.”
(Hegel, Fenomenologia dello spirito)
“ Tutto ciò che è razionale è reale, tutto ciò che è reale
è razionale.”
(Hegel, Prefazione ai Lineamenti di filosofia del diritto)
la filosofia hegeliana è una reinterpretazione e sistemazione
della tradizione filosofica da Parmenide a Kant:
il tentativo di comprendere “in forma di pensiero” l’esperienza
culturale e storica confluita nel “tempo presente”, attraverso
originali strumenti teorici tra cui la dialettica
la DIALETTICA è il processo logico-ontologico del pensiero che si svolge secondo
un movimento triadico i cui lati sono:
a) una determinazione astratta (lato astratto intellettivo);
b) la negazione della prima determinazione (lato negativo razionale) della quale
viene così alla luce l’incapacità di sussistere nella sua separatezza dalle altre;
c) un risultato positivo (lato positivo razionale) che è la “negazione della
negazione” nel senso che le determinazioni intellettualistiche confutate vengono
ad essere bensì tolte nella loro astratta unilateralità, ma ricomprese e dunque
conservate come momenti distinti di una più profonda unità.
Il movimento dialettico risulta anche descritto come lo svolgimento che, muovendo
da una determinazione immediata, attraverso un momento di mediazione e
dunque di opposizione con altre determinazioni, conduce a comprendere
immediatezza e mediazione come momenti dell’esplicazione di un principio
unitario.
la vera conoscenza è quella che apprende la
realtà nella sua totalità;
di conseguenza la filosofia deve prendere forma di
sistema
REALTA’, REALE: sostantivo ed aggettivo designano ciò che esiste
come realizzazione del concetto e dunque in conformità alla
ragione: non dunque ogni esistente ma soltanto ciò che sia
riconoscibile come attuazione dell’essenza fondamentalmente
razionale del mondo. Non è reale ma accidentale ciò che esiste di
fatto, ma di cui la ragione non scorga il fondamento razionale.
la determinazione dell’assoluto non solo come sostanza,
ma come soggetto e spirito
ASSOLUTO: non è nè unilateralmente soggettivo (Fichte) nè oggettivo (Spinoza);
è unità di soggettivo e oggettivo: non un’unità immediata (Schelling), ma unità
mediata, processuale, dialettica. L’assoluto è l’intero, lo spirito, o ancora il
concetto o l’idea: è il principio dalla cui “divisione” si generano soggettività e
oggettività; e secondo una prospettiva complementare, il risultato
autoconsapevole dello svolgimento attraverso il quale il concetto si realizza
nell’oggetto.
SPIRITO: nella Fenomenologia designa, in primo luogo, il movimento
dell’assoluto in quanto sostanza e soggetto; in secondo luogo, il
manifestarsi/oggettivarsi storico dell’assoluto nella vita, nelle credenze, nelle
istituzioni, nella cultura. Nelle opere sistematiche la nozione di spirito designa
ancora, da un lato, il movimento complessivo dell’intero, ma dall’altro indica più
specificamente il momento conclusivo di tale movimento, il ritorno in sè dell’idea
dalla propria alienazione nella natura.
la spiegazione di ogni realtà finita come momento
dell’assoluto (idea), come sua manifestazione nel
tempo e nello spazio
IDEA: è la verità. Il vero è l’identità, cui mette capo la dialettica del
concetto, tra soggettività e oggettività; l’identità di finito e
infinito. In questo senso l’idea - che è il processo del pensiero
nella sua interezza soggettivo-oggettiva - si identifica col reale.
E ancora con l’assoluto: risultato della dialettica del concetto
nell’ordine del procedimento logico-speculativo, l’idea ne
rappresenta nell’ordine ontologico, il principio e il fondamento;
soggettività e oggettività si presentano secondo questa
prospettiva come il risultato del dividersi dell’idea e dunque
come suoi momenti.
l’identità di soggetto e oggetto, di ragione e realtà (“ciò che è
razionale è reale, ciò che è reale è razionale”)
RAGIONE/RAZIONALE: riprende la distinzione tra intelletto e ragione,
assegnando alla seconda una duplice funzione logica: a) mostrare
l’inconsistenza delle determinazioni astratte dell’intelletto (lato negativorazionale); b) far emergere, al di sotto della separatezza e
dell’opposizione reciproca delle determinazioni intellettualistiche, l’unità
che è alla base di quelle distinzioni, e che in esse si manifesta (lato
positivo-razionale). Questo movimento della ragione speculativa traduce
nell’ordine del procedimento scientifico la dialettica ontologica della
ragione (il processo - analizzato nella terza parte della Logica - attraverso
cui la ragione come concetto si esplica necessariamente in un mondo
oggettivo, attuandosi in esso e cogliendo se stessa come verità
dell’oggetto, o idea). Sulla scorta di questo modello teorico, Hegel
afferma che il razionale è reale (la ragione è questo stesso attuarsi del
concetto nella realtà effettiva) e il reale è razionale (la realtà è ragione
attuata).
il nucleo generatore della riflessione hegeliana sta
nell’aspirazione a superare le scissioni dalle quali è segnata
la coscienza e a ristabilire i legami tra sensibile e razionale,
individuo e società, umanità e divinità, finitudine ed
infinito
COSCIENZA: è la certezza che l’io ha di un oggetto quando il termine definisce le
forme di sapere contraddistinte dall’opposizione tra un soggetto e un oggetto,
opposizione superata nel pensiero speculativo. Più specificamente il termine
designa l’insieme delle prime figure percorse dalla coscienza individuale nella
propria formazione (certezza sensibile, percezione, intelletto).
FINITO/INFINITO: l’intelletto si ferma alla contrapposizione tra i due termini,
isolandoli reciprocamente; ma così contrappone il finito ad un altro finito (anche
l’infinito, infatti, se concepito in opposizione al finito è a rigore finito esso stesso,
perchè esclude da sè il finito e dunque risulta limitato da quest’ultimo). La
ragione speculativa supera questa contrapposizione, e perviene a cogliere la
profonda unità, insieme alla distinzione, tra finito e infinito. L’infinito viene allora
pensato come l’individuo, che si conserva identico a sè, pur esplicandosi nelle
infinite determinazioni in cui si manifesta.
il “bisogno della filosofia” è l’aspirazione
all’unità e alla conciliazione degli opposti
per rispondere a questo bisogno occorre:
individuare il principio assoluto cui ricondurre,
come a loro fondamento unitario, ogni dualismo
ed opposizione (= pensare in forma sistematica
la totalità);
definire una scala d’accesso lungo la quale la
coscienza comune, lacerata dalle opposizioni,
possa elevarsi al punto di vista della filosofia ed
avere accesso all’assoluto