L’uomo, la società e la politica nel XX secolo Quadro cronologico Gli sviluppi del marxismo Alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento le idee marxiste si diffondono e si differenziano LA SOCIALDEMOCRAZIA LA CORRENTE RIVOLUZIONARIA IL LENINISMO propugna una via riformista al socialismo: la società va trasformata con progressive conquiste sociali attraverso la partecipazione alla vita politica la Lega di Spartaco guidata da Rosa Luxemburg (1870-1919): il passaggio al comunismo deve avvenire attraverso una fase rivoluzionaria attuata dal popolo Vladimir Ilhič Uljanov, detto Lenin (18701924) rivede la teoria marxista teorizzando una strategia rivoluzionaria attuata da un ristretto gruppo che definisce la linea politica e la mette in atto Gramsci: l’egemonia culturale Antonio Gramsci, uno dei fondatori del Partito Comunista Italiano, ritiene che il modello del comunismo russo non sia applicabile in Occidente nella specifica situazione italiana il comunismo deve imporsi attraverso l’alleanza tra gli operai del Nord e i contadini del Sud la conquista dell’EGEMONIA cioè la conquista del consenso all’interno della società civile “formando” l’opinione pubblica, cioè esercitando un’influenza intellettuale e morale attraverso gli intellettuali organici al Partito Lukács: la coscienza di classe György Lukács (1887-1971) recupera la dialettica hegeliana come metodo di interpretazione della realtà storica utilizzando la prospettiva della totalità, cioè cogliendo il fenomeno all’interno del processo dialettico, si può vedere come il capitalismo conduca alla REIFICAZIONE = trasformazione di tutti gli aspetti della realtà e degli esseri umani in “cose” come il PROLETARIATO possa acquisite la propria COSCIENZA DI CLASSE = la consapevolezza della propria situazione nel processo storico lo scopo del proletariato è l’ELIMINAZIONE DELLE CLASSI SOCIALI Bloch: il principio-speranza Secondo Ernst Bloch (1885-1977) il movimento dinamico dello spirito assume le caratteristiche di uno spirito dell’utopia costantemente aperto alle possibilità l’agire umano deve basarsi sul PRINCIPIO-SPERANZA, secondo cui il fondamento della realtà è il futuro la tensione verso il futuro è caratteristica dell’intera storia umana e si manifesta pienamente nel marxismo anche la religione ebraica e il cristianesimo si fondano sull’attesa del futuro come Regno di Dio La Scuola di Francoforte: Horkheimer e Adorno La Scuola di Francoforte, fondata nel 1924 da Horkheimer, è costituita da un gruppo di studiosi che compiono delle ricerche sociali rielaborando la dottrina marxista Max Horkheimer (1895-1973) Theodor W. Adorno (1903-1969) elabora la “teoria critica della società”: la società capitalista è asservita a una ragione strumentale che tende al dominio sulla natura e sull’uomo è necessario recuperare una ragione dialettica, capace di osservare criticamente la realtà e di instaurare un ordine razionale ripensa la dialettica hegeliana come dialettica negativa, nella quale si mantengono gli aspetti contraddittori e irrazionali tale dialettica si mostra nella storia dell’Illuminismo: lo sforzo dell’uomo verso la razionalità si trasforma in uno strumento di condizionamento e di dominio La Scuola di Francoforte: Marcuse e Benjamin Marcuse lavora nell’Istituto di Francoforte, mentre Benjamin collabora con gli esponenti della Scuola Herbert Marcuse (1898-1979) Walter Benjamin (1892-1940) la società capitalista reprime l’uomo riducendolo a “una sola dimensione”, quella del conformismo i gruppi non integrati nel sistema devono opporsi con una rivoluzione che porti a rivalutare l’eros e l’immaginazione nella società industriale l’arte diviene riproducibile e perde così la sua aura, la sua unicità irripetibile ma l’arte, con la sua diffusione, può aiutare la rivoluzione, cioè la distruzione dell’ordine in quanto rottura della successione temporale La Scuola di Francoforte: Habermas Jürgen Habermas (1929) appartiene alla seconda generazione della Scuola di Francoforte nella società odierna l’opinione pubblica, soggetta a controllo e manipolazione, non è in grado di esercitare una funzione critica dell’agire politico l’emancipazione dell’uomo passa attraverso il linguaggio, attraverso un agire comunicativo fondato sul consenso Il neocontrattualismo: Rawls Nella seconda metà del Novecento l’evoluzione della società industriale e i fenomeni della globalizzazione pongono nuovi problemi alla riflessione politica in particolare negli Usa John Rawls (1921-2002) si pone sulla scia del contrattualismo, secondo il quale l’origine del potere sta nel patto sociale, e mette al centro delle sue riflessioni la GIUSTIZIA come è possibile costruire una società che sia nello stesso tempo libera e giusta? ciascun individuo ha diritto al massimo grado di libertà, mentre le disuguaglianze possono essere tollerate solo se si risolvono nel vantaggio di tutti La teoria dello Stato minimo: Nozick Robert Nozick (1939-2002), pur partendo dalle posizioni contrattualiste di Rawl, arriva a conclusioni differenti lo Stato non deve assumersi il compito di ridistribuire le ricchezze lo Stato deve unicamente far rispettare la legge: qualsiasi altro intervento sarebbe ingiustificato in quanto violerebbe i diritti degli individui = STATO MINIMO Il personalismo: Maritain Alcuni intellettuali cattolici ritengono che si possa recuperare il pensiero di Tommaso d’Aquino per una interpretazione del mondo moderno Jacques Maritain (1882-1973) propone un UMANESIMO INTEGRALE che mira allo sviluppo della persona umana e al bene della comunità lo Stato ha il compito di realizzare i valori morali della comunità politica, in primo luogo la giustizia, ma deve anche orientarsi verso la dimensione spirituale e la trascendenza Il personalismo: Mounier Per Emmanuel Mounier (1905-1950) il personalismo costituisce la risposta cristiana alla crisi di valori della civiltà europea la persona è un’entità spirituale unica, irripetibile e aperta alle altre persone, che si realizza all’interno della comunità in questo modo Mounier tenta di conciliare il pensiero sociale di Marx con l’individualità esistenzialista di Kierkegaard La filosofia della prassi: Arendt Alcuni studiosi tedeschi dedicano la loro attenzione all’agire umano e al sapere che lo guida, allo scopo di dare una base sicura ai principi etico-politici Hannah Arendt (1906-75) analizza il totalitarismo e il suo uso del terrore ma anche, seguendo il processo al criminale nazista Eichmann, la responsabilità personale il male emerge nel nazismo attraverso dei grigi burocrati in tutta la sua banalità Arendt: la vita attiva I problemi del lavoro e lo studio di Marx portano la Arendt a riflettere sulla diversa tipologia delle attività umane la vita attiva si caratterizza per il lavoro: è teso alla pura conservazione della vita la produzione: l’attività tecnica per realizzare strumenti l’azione: l’attività politica che sembra aver perso importanza nel mondo moderno, contrariamente a quanto avveniva nel mondo greco bisogna recuperare lo spazio della sfera pubblica, dell’agire libero e intersoggetivo La filosofia della prassi: Apel e Habermas Per Apel e Habermas l’etica si può fondare sul discorso poiché questo implica la relazionalità Karl-Otto Apel (1922) l’uomo è destinato alla comunicazione intersoggettiva cha assume il ruolo di un a priori in senso trascendentale Jürgen Habermas (1929) ricerca una pragmatica del linguaggio volta a ricostruire le condizioni della comunicazione linguistica autentica, tra soggetti liberi ed eguali La filosofia della prassi: Jonas La riflessione di Hans Jonas (1903-1993) prende l’avvio dallo sviluppo incontrollabile della tecnica già teorizzato da Heidegger Le etiche tradizionali non sono in grado di affrontare questo problema: la base dell’etica va ritrovata nel PRINCIPIO DI RESPONSABILITÀ l’azione morale deve farsi carico anche delle conseguenze che le proprie scelte avranno su quelli che non sono presenti, lontani nello spazio o nel tempo come le GENERAZIONI FUTURE Al di là del soggetto: Althusser Tra Ottocento e Novecento si afferma la convinzione dell’esistenza di strutture inconsce che governano il pensare e l’agire degli uomini Louis Althusser (1918-1990) attraverso la filosofia marxista scopre il ruolo essenziale della struttura per spiegare la realtà umana e la sua storia nei processi sociali ogni elemento si relaziona agli altri all’interno di uno specifico contesto Al di là del soggetto: Focault Michel Focault (1926-1984) inizia i suoi studi dalla psicopatologia e ne ricava l’idea che le vicende storiche non sono il prodotto degli uomini ma di un insieme anonimo e inconscio di regole la storia della cultura può essere compresa ricercando le strutture epistemiche, i rapporti tra i diversi campi della scienza = ARCHEOLOGIA DEL SAPERE negli anni Settanta Foucault concentra le sue ricerche sul rapporto tra il sapere e il potere il potere nella società si esercita attraverso una molteplicità di individui spesso anonimi e determina il sapere riconosciuto Lyotard: la condizione postmoderna Secondo François Lyotard (1924-1998) gli ideali che hanno caratterizzato la modernità, come la razionalità illuministica, sono delle metanarrazioni che hanno perso la loro capacità unificante la realtà appare quindi frammentata, senza criteri razionali in base ai quali definire i valori di riferimento in questo contesto instabile e plurale, non è più possibile ricondurre la realtà sotto un modello unitario e gerarchizzato