“VA’, FRANCESCO, E RIPARA LA MIA CHIESA”
Parrocchia S. Antonio – Omelia – 4 ottobre 2008
1. Sono passati ottocento anni, eppure la persona del Poverello di Assisi è ancora vivissima
per il messaggio profetico allora proclamato e per gli esempi di santità in quel tempo chiaramente
vissuti. Incontrare S.Francesco produce tuttora una crisi salutare e nessuno rimane facilmente
immune al suo vigoroso e dolce richiamo.
“Poeta…uomo di pace…amante della natura…” sono aspetti che conferiscono a Francesco
quella simpatia, per la quale perfino i non credenti o i lontani dalla fede si accostano con rispetto,
tenerezza e interesse. Anche se poi non possiamo permettere che egli sia rinchiuso solo in queste
categorie, perché sentiamo che nella sua figura c’è qualcosa di ben più grande e profondo.
Egli è fondamentalmente l’uomo del Vangelo, creduto e vissuto, l’uomo che ha
costantemente lo sguardo del cuore fisso sul mistero del Dio fatto uomo, il Signore Gesù, crocifisso
e risorto. La sua avventura comincia proprio da lì, dall’immagine del Crocifisso di S. Damiano, dal
quale si sente un giorno dire: “Va’, Francesco, e ripara la mia casa che è tutta in rovina!”. E da
quel momento egli si fa costruttore autentico della Chiesa come comunità, mediante la
testimonianza della vita e con l’annuncio semplice del Vangelo, in compagnia di un gruppo di
discepoli.
2. “Va’ e ripara la mia Chiesa! ”. Vorrei soffermarmi proprio su questo mandato e cogliere
qualche aspetto della vita di Francesco e del suo amore per la Chiesa.
A - Francesco ha una concezione alta della Chiesa voluta da Gesù, perché la vede radicata
nel mistero della santissima Trinità. Questo mistero dice che il Dio cristiano è Uno e Trino, cioè che
è una famiglia e che è una famiglia di amore, perché Deus caritas est.
Anche la Chiesa deve essere pensata come una grande famiglia, la famiglia dei credenti nel
Signore, che si amano e che vogliono trasmettere amore. La Chiesa ha il compito di custodire nella
propria esistenza il Dio che è Amore, rivelatosi in Cristo, e di donarlo a tutti gli uomini, così come
ha fatto la Vergine Maria, che accolse nel suo grembo il Figlio di Dio e lo ha donato all’umanità.
La realtà più profonda della Chiesa si trova in questa elezione da parte della Trinità, l’eterna
famiglia del Padre Figlio e Spirito Santo, per essere la dimora di Dio sulla terra e per portare il
Vangelo di salvezza a tutti gli uomini.
Dunque, per Francesco la sorgente dell’esistenza della Chiesa è la santa Trinità, il Dio
famiglia e il Dio amore, e la sua immagine terrena è la persona di Maria, la vergine purissima e la
madre tenerissima.
B – La Chiesa per Francesco tuttavia è anche una realtà concreta, storica, formata da tutto il
Popolo di Dio.
Quando egli vuole designare le membra di questa Chiesa ricorda i diversi ministeri in essa
presenti. Francesco parla di papa, vescovi, prelati, cardinali, sacerdoti, chierici, religiosi, teologi,
laici, e per descrivere il Popolo di Dio si sofferma ad elencare uomini, donne, bambini, giovani,
vecchi…e tutte le genti, le razze e le lingue, tutte le nazioni.
Dunque, per il santo di Assisi la Chiesa è questa folla immensa, in cui però i piccoli e i
poveri hanno il primo posto, perché sono quelli particolarmente amati dal Cristo.
Da questa Chiesa concreta Francesco non esclude gli aspetti istituzionali, che conosce e
rispetta, ed al contrario dei movimenti ereticali del suo tempo egli si pone dentro questo Popolo e
vuole vivere al suo interno con esemplare ubbidienza. Ricordo l’episodio di quando si spoglia
davanti al Vescovo di Assisi per mettersi sotto la sua protezione spirituale e ricordo il viaggio a
Roma per chiedere al Papa l’approvazione della sua Regola.
C – Francesco conosce la Chiesa come comunità carismatica e spirituale, ma l’accoglie
anche come realtà storica, alla quale intende pienamente aderire ed ubbidire. Nei suoi scritti
riconosce l’importanza delle funzioni della Chiesa e crede nel potere che il Signore le ha donato per
il bene dei credenti.
Secondo il nostro Santo la Chiesa è lo spazio spirituale della fede e della reale conversione
al Vangelo, è il luogo della presenza di Cristo e della sua grazia, è il criterio di discernimento della
vera fede e della norma di condotta cristiana.
E quindi per Francesco l’umile ubbidienza alla Chiesa istituzionale è indiscutibile. Qui sta la
differenza abissale tra la sua persona e l’atteggiamento assunto da quei gruppi cosiddetti
“spirituali”, che al suo tempo creavano tanto disturbo all’interno del Popolo di Dio.
3. Il Sinodo diocesano, che stiamo celebrando, ha come scopo principale quello di ravvivare
in ciascuno di noi il senso di appartenenza alla Chiesa per “camminare insieme”, come dice la
parola, sulla strada del Vangelo ed essere nello Spirito santo “un solo corpo ed un solo spirito”.
Alla luce di questi accenni, possiamo notare come la causa della vera grandezza e della
autentica santità di Francesco sia stata la sua profonda fede nella Chiesa. Il Poverello di Assisi ha
accettato le strutture ecclesiali, le sue leggi e anche le debolezze umane, perché per lui la santa
Madre Chiesa è il luogo della presenza di Dio, è la Sposa santa di Cristo, è la custode autentica del
Vangelo, è la fedele dispensatrice dei Sacramenti.
Come Maria ha portato nel suo grembo il Signore, così la Chiesa è casa e vestimento di Dio.
Per Francesco il legame di comunione con la Chiesa è garanzia dell’autenticità della fede cattolica.
Solo se saldamente radicati qui, nell’unica Chiesa di Cristo, il Santo ed i suoi frati possono trovare
la forza e la gioia per vivere autenticamente la povertà e l’umiltà.
L’insegnamento che ci viene è chiaro: per vivere da veri discepoli di Gesù dobbiamo
rimanere nel popolo della Chiesa. Essa è la nostra Madre spirituale, essa ci ha generati al Signore
con Sacramenti, essa è la causa della nostra salvezza per volontà del Cristo.
* * *
Che cosa dunque dobbiamo raccogliere dall’amore di Francesco per la Chiesa?
A noi che stiamo vivendo il Sinodo diocesano il Poverello di Assisi sembra ripetere le parole
che lui si sentì dire un giorno dal Crocifisso: Va’ e ripara la mia Chiesa!
Va’, ripete a ciascuno di noi, e costruisci ogni giorno la Chiesa con la tua fede personale e
con la tua chiara testimonianza di vita cristiana.
Va’ e annuncia il Vangelo della vita vera e non illusoria a questo nostro mondo, per tanti
aspetti lontanissimo dai valori cristiani e troppo spesso deluso e vuoto.
Va’ con coraggio per le strade delle città e negli ambienti della tua vita, nella certezza che il
Signore è sempre con te e non ti abbandona mai.
Va’ e porta quella speranza di cui il nostro mondo ha urgentemente bisogno per vivere con
serenità e con dignità.
Va’ e dona consolazione a coloro che hanno perso la fiducia negli altri, in quanto si sono
sentiti traditi nel loro desiderio di giustizia e depredati nella loro dignità di persone.
Va’ ogni giorno nella tua famiglia, nel tuo lavoro, nella gioia e nella sofferenza, convinto di
non essere mai solo, perché il Signore ti conosce e ti accompagna sempre con amore.
Va’ e annuncia a tutti con la tua persona che solo in Dio si può trovare speranza e senso
nella vita.
S. Francesco, intercedi per tutti noi. Amen.