Prevenzione e recupero traumatologico nel S.G.

ASSOCIAZIONE ITALIANA PREPARTORI PORTIERI DI CALCIO
STAGE DI AGGIORNAMENTO PER PREPARATORI DEI PORTIERI
TORTORA 5 OTTOBRE 2009
PREVENZIONE E RECUPERO
TRAUMATOLOGICO
NEL SETTORE GIOVANILE
Enrico Sarli - Masso Fisioterapista – Allenatore di Base – Preparatore Portieri
Gli argomenti trattati non riguardano la traumatologia diretta del gioco del calcio, e non trattano i
gravi infortuni del gioco del calcio, ma propone una approfondita e diversa disamina di come deve
essere la prevenzione e le modalità di recupero specifico del trauma giovanile.
Il gioco del calcio è praticato da soggetti che presentano le più svariate caratteristiche
morfofunzionali. É sicuramente questo uno dei motivi che lo rendono cosi popolare in tutto il
mondo: tutti possono giocare a pallone. Questa affermazione mette in gioco le capacità
dell’allenatore perché deve selezionare e tenere sempre presente le svariate caratteristiche di ogni
individuo giovane calciatore e deve saper trarne le dovute soluzioni. Solo in quel caso noteremo che
forse non tutti possono giocare a pallone e ai pochi con caratteristiche morfofunzionali poco
attinenti saranno dedicati allenamenti differenziati.
Tutte le attività sportive producono benessere a tutte le età, in modo particolare nei preadolescenti e
adolescenti. Ma anche nello sport ci possono essere eventi negativi uno di questi si riferisce
all’infortunio sportivo in età evolutiva. A questa età tratteremo traumatismi acuti o microtraumi che
non richiedono ospedalizzazione, e l’apparente semplicità con cui si risolvono non tirano l’interesse
scientifico. Nel passato quindi erroneamente avremmo fatto una raccolta dati del ragazzo, i dati li
avremmo confrontati con quelli degli adulti ottenendo risultati critici e generalizzati. Mentre la
tipologia di infortunio è assai differente da quella dell’adulto. La probabilità di infortunarsi è bassa
proprio per le caratteristiche fisiche del giovane, per la ridotta velocità del gioco, la ridotta massa
muscolare è la ridotta resistenza. Ma esiste un elevato “OVERUSE INJURI” cioè l’infortunio da
sovrallenamento per eccessivo carico di lavoro durante gli allenamenti. Pertanto il principale errore
è un inadeguato programma di allenamento fatto eseguire meccanicamente senza avere conoscenze
specifiche sulle modificazioni muscolo-scheletriche del preadolescente e adolescente. Gli argomenti
trattati non riguardano la traumatologia diretta del gioco del calcio, e non trattano i gravi infortuni
del gioco del calcio, ma propone una approfondita e diversa disamina di come deve essere la
prevenzione e le modalità di recupero specifico del trauma giovanile É obbligatorio da parte del
tecnico avere le conoscenze specifiche sulla precisa definizione di infortunio in età evolutiva, deve
avere dei validi strumenti di valutazione dell’infortunio, bisogna studiare e capire quale relazione
esiste tra l’abbandono dell’attività e l’infortunio e per ultimo, avere una maggiore conoscenza
didattica sui principali fattori di rischio di infortunio. Tra i fattori di rischio sottolineo una scarsa
struttura fisica, una ridotta mobilità articolare, la scarsa capacita cardiovascolare, scarse capacità
coordinative, scarsa forza muscolare. Presenza di una lassità legamentosa, rigidità muscolare e una
cattiva alimentazione. Nel far praticare il gioco del calcio è necessario identificare i fattori di rischio
a cui vanno incontro i giovani calciatori, identificare le strutture di misura affidabili sulle
caratteristiche biomeccaniche e comportamentali a rischio e verificare gli efficaci sistemi di
sorveglianza di prevenzione. Ma di quale prevenzione vogliamo parlare? Sicuramente non più
quella di rispettare il recupero, la multilateralità, la mobilità articolare, scarpe, allungamento
muscolare, terreni di gioco, riscaldamento o alimentazione, già conosciuti da tempo. Dobbiamo
parlare di una prevenzione che si identifica in quei sistemi di lavoro fisico tale da impedire che le
strutture subiscano danni perché maggiormente sollecitati dall’allenamento fisico e tecnico, sapendo
che i gesti tecnici specifici tendono a creare squilibri nella muscolatura soprattutto quando non
eseguiti correttamente. Nella analisi della correzione non bisogna valutare il solo distretto
muscolare interessato al gesto ma tutto il movimento della catena cinetica. Molto spesso il gesto
tecnico viene considerato solo nella sua forma come una rappresentazione cinematografica e meno
importanza viene data all’immagine interna del movimento che corrisponde all’immagine interna
del calciatore. É vero, noi allenatori diamo la priorità all’insegnamento della forma senza dedicarci
ai contenuti, i bambini apprendono le componenti della tecnica ma li viene difficile assimilare la
struttura interna che sono i contenuti. Spesso forme e contenuti non coincidono. La
rappresentazione interna è diversa dal movimento realizzato a causa di un a errata interpretazione
dei vari feed-back, quindi resta importante che il giovane calciatore adegui i suoi gesti alle
variazioni morfologiche e funzionali che cambiano durante la sua crescita, mantenendo la coscienza
del gesto tecnico. Quando la cattiva esecuzione dipende da una scadente interpretazione del
movimento è utile inserire esercizi che aumentano la consapevolezza cinestesica muscolare e
articolare in modo da apprendere l’esatto movimento. Quando è coinvolta la dinamica muscolare
l’intervento correttivo diventa più difficile e in questi casi ritornano utili le esercitazioni di
resistenza con esercizi a secco e l’utilizzo della propriocezione.
Per un allenatore o un preparatore di settore giovanile sono importanti conoscere i meccanismi
neurofisiologici che sono alla base della prestazione sportiva, possono suggerire nuove metodologie
di allenamento che risultano essere utili per ridurre quei rischi del gioco del calcio e migliorare la
prevenzione sfruttando le potenzialità naturali del giovane calciatore.
La prevenzione è l’insieme di azioni finalizzate ad impedire e ridurre il rischio, o la probabilità che
si verificano aventi non desiderati. Gli interventi di prevenzione devono ridurre i rischi che possono
generare danni, quindi ogni mezzo di prevenzione prima di tutto deve essere concreto e attendibile.
I rischi del calcio giovanile partono dalla non conoscenza della traumatologia in età evolutiva che a
sua volta comporta delle ripercussioni sul corpo del giovane calciatore con alcuni casi di abbandono
delle attività agonistiche. La non conoscenza degli aspetti morfologici del ragazzo possono indurre
ad attività condizionate e sbagliate.
Il rischio è la non conoscenza delle patologie dell’età evolutiva che sono un gruppo di forme
morbose con localizzazione intra od extra articolare che colpiscono il segmento scheletrico durante
la fase di crescita. Il rischio è non riconoscere le principali alterazioni dell’apparato muscolo
scheletrico in età evolutiva, le alterazioni morfologiche sono definiti atteggiamenti viziati cioè
difetti del portamento, tra questi segnalo i paramorfismi e i dimorfismi, quindi consiglio di non
imitare i grandi nelle proposte di allenamento, ma molto spesso capita che gli allenamenti sono
uguali a quelli dei grandi cioè dell’atleta maturo ridotto nella qualità che comporta:
* blocco delle prestazioni, determinato da un cattivo allenamento che a sua volta determina eccesso
di carico di lavoro o una distribuzione di carico sbagliato, una specializzazione precoce, richieste
inadeguate alla disponibilità del bambino, stress di allenamento. Gli infortuni o le alterazioni
morfologiche sono cause di alterazioni dell’apparato muscolo-scheletrico. Pertanto la proposta
operativa rimane che i carichi di lavoro devono essere attentamente valutati prima di essere
applicati. Il trauma nei giovani calciatori è dettato da uno squilibrio tra la forza muscolare e la
resistenza ai carichi offerta ai tendini, cartilagine, articolazioni e legamenti, la causa di quanto detto
possono essere gli allenamenti, quindi i compiti del tecnico, dell’allenatore sono quelli di fare molta
attenzione all’equilibrio muscolare, alternare la contrazione e decontrazione, sviluppare la mobilità
articolare, non creare punti deboli nella catena muscolare, educare il calciatore ad assumere posture
corrette, tonificare i muscoli del piede e della caviglia e potenziare il sistema muscolare con
esercitazioni a carico naturale.
Quali sono le patologie dell’età evolutiva ?
Osteocondrosi del collo del femore, della testa del II° metatarso, del calcagno, apofisite tibiale
prossimale, sofferenza del polo inferiore rotuleo e la necrosi asettica della testa del femore. Le
lesioni traumatiche si identificano nel morbo di Osgood-schlatter, morbo di Hanglund o la malattia
di Sinding Larsen. Detto questo alcune considerazioni personali: il principale obiettivo della
preparazione sportiva del giovane calciatore deve essere quello di una costruzione di base delle
capacità motorie, ovvero dello viluppo armonico generale del fisico in un contesto di educazione e
formazione della persona. Abbiamo l’obbligo di rispettare le regole che regolano l’accrescimento
fisiologico e psicologico del fanciullo per ottenere benefici effetti di una sana attività fisica ed il
risultato sportivo. La prevenzione nel calcio usufruisce di alcuni sussidi cosi detti “tecnici”:

stabilire i livelli di efficienza fisica di ogni ragazzo

rispettare l’età biologica e anagrafica

capacità di produrre lavoro

capacità di tollerare il carico di lavoro

stabilire le metodiche tecniche da eseguire

escludere eventuali alterazioni anatomiche e biomeccaniche

fare una valutazione biomeccanica
I punti essenziali della prevenzione sono racchiusi nella programmazione, nei metodi di
allenamento e nella valutazione chinesiologica posturale che personalmente la propongo attraverso
il progetto “LA PROGRAMMAZIONE COME PREVENZIONE”. E’ un programma di
prevenzione fisico-atletico basato sulla misurazione precisa e attendibile dei particolari parametri
fisici al fini di ottenere un quadro dettagliato delle capacità del giovane calciatore. Il progetto nella
forma pratica usufruisce appunto di una valutazione funzionale ad opera del fisioterapista, di
progetti di recupero preventivi, basi di ripristino tecnico-fisico attraverso le capacita coordinative e
la velocità e infine l’allenamento differenziato che lo ritengo utile anche nei Settori Giovanili.
Tutto questo per poter migliorare l’aspetto forse più importante del gioco del calcio : saper calciare
la palla, migliorare il gesto tecnico. Le conseguenze del gesto tecnico (il calciare la palla)
sull’ortostatismo rachidiano non sono passeggere, spesso si cronicizzano. É necessario studiare il
gesto tecnico nel suo movimento naturale, le alterazioni, il controllo neuro muscolare che regola i
movimenti automatici delle unità motorie coinvolte, e dei muscoli antagonisti reciprocamente
innervati.
Calciare la palla tende a creare uno spostamento del bacino in antiversione che comporta una
accentuazione della lordosi lombare, con conseguente torsione delle vertebre creando una curva
scoliotica a causa dell’intervento del muscolo ileo-psoas continuamente sollecitato in
accorciamento. Questo comporta delle compressioni che varia il normale equilibrio neuromuscolare. Calciare il pallone è un gesto fondamentale che tutti conoscono, ma che non tutti
apprendono in maniera corretta. Soprattutto in età giovanile si comincia a giocare “contro il
pallone” per arrivare attraverso appropriati insegnamenti e automatismo corretti a “giocare con il
pallone”. L’atto del calciare è un gesto tecnico con molte variabili dal punto di vista biomeccanico,
di conseguenza tecnico, sono coinvolti, oltre che il piede anche la caviglia ed il ginocchio e
un’articolazione con una ampia particolarità come l’anca che necessita di una buona stabilizzazione
del bacino per questo i programmi di prevenzione che proponiamo non possono essere limitati alla
solo mobilizzazione della colonna vertebrale ma devono occuparsi dell’equilibrio muscolare in
modo da correggere la statica del bacino stesso. Nel calciatore è molto frequente una iperlordosi
lombare aggravata da una scoliosi provocata dall’uso continuo di un arto calciante e quindi dallo
squilibrio muscolare. Nel programma preventivo inserisco le esercitazioni di core stability e le
esercitazioni con la swiss ball, evitando assolutamente quegli esercizi che creano una contrazione e
rigidità dei muscoli delle gambe e delle spalle che possono ripercuotersi sulla colonna vertebrale.
Sono da evitare gli esercizi di potenziamento che possono causare danni sulla parte debole della
colonna vertebrale cioè i dischi, esercizi di arco dorsale da posizione prona, flessione femorale
anteriore da supino. Per concludere i fattori preventivi da considerare nel calcio giovanile sono :

efficiente struttura organizzativa del settore giovanile

valida struttura medica

esatta valutazione diagnostica

corretta terapia riabilitativa

insegnamento tecnico e non fisico

educazione sportiva

cultura sportiva

fair play
Il recupero dal trauma nel giovane calciatore necessita di una approfondita conoscenza del soggetto
da trattare per poter usufruire al meglio dei campi di azione che un fisioterapista ha a disposizione.
La fisioterapia è un valido strumento se le apparecchiature strumentali vengono applicati con la
dovuta moderazione in rispetto della cartilagine in accrescimento, molto sicura oggi si è rilevata
l’utilizzo della TECAR TERAPIA, un misto tra applicazione strumentale non invasiva e la
manualità che la ritengo fondamentale. Il lavoro da svolgere in palestra viene limitato alla
ginnastica di recupero e alla ginnastica medica, il recupero fatto sul campo, la cosi detta
riabilitazione sul campo è l’ultimo stadio del recupero ma il più imprevedibile. Il concetto di
riabilitazione dopo infortunio è racchiuso nello specifico nella riabilitazione funzionale che
comprende gli aspetti delle complesse interazioni fisiche e psicologiche che colpiscono il paziente.
Essa è finalizzata al trattamento della disabilità e non cerca solamente di diminuire il dolore riferito
dal paziente, si deve delineare una distinzione netta tra il dolore e funzione. Nel recupero funzionale
si sviluppano degli argomenti specifici . Il trauma colpisce l’unità mente-corpo interrompendo il
normale flusso esistenziale, bisogna curare la persona e non solo il distretto colpito, curare tutte le
attività funzionali del corpo e non solo quelle lesi, e rimane fondamentale l’obiettivo del
fisioterapista, che è quello di come poter migliorare le qualità del movimento del giovane calciatore
infortunato.
Il programma della riabilitazione funzionale prevede .

la quantificazione delle capacitò fisiche

quantificare le funzioni psico-fisiche

recupero del fitness

ricondizionamento delle unità funzionali infortunati

riallenamento attraverso compiti multi-unitari

simulazione del gesto tecnico

verifica dei risultati ottenuti
Il reinserimento del giovane infortunato passa dal deallenamento al riallenamento per poi inserirlo
nell’attività agonistica. Tutto questo avviene dopo che il fisioterapista ha avuto attenzione nel
restituire al distretto infortunato le sue reali capacità e proporre gradualmente le sollecitazioni più
intense. Molta attenzione va rivolta all’ansia di ripresa da parte dell’atleta e curarlo in funzione
della fase di riallenamento.
Una delle traumatologie più specifiche del calcio è quella relativa al portiere. Ma chi è il portiere di
calcio? E’ un protagonista inconfondibile per spettacolarità della sua azione, per il suo
abbigliamento e per la sua posizione in campo diversa dagli altri compagni di squadra, da sempre
un autentico fantasista. Il portiere di calcio è l’ultimo baluardo da superare per gli attaccanti, ma
anche il primo attaccante della squadra. Nell’immaginario collettivo evoca un eroe sprezzante che
mette a repentaglio la sua incolumità fisica a servizio della squadra.
Ma per quali motivi un bambino scegli di giocare in porta?
E’ un egocentrico, ha la necessità di emergere dal gruppo e sentirsi diverso dagli altri. Per
imitazione, il desiderio di imitazione che il bambino nutre verso i personaggi più famosi che
interpretano questo ruolo. Il fascino del ruolo che equivale al fascino e alle sensazioni di colui che
realizza un gol.
Valutando con attenzione i portieri della scuola calcio, la suddivisione per categorie oltre a
rimarcare le caratteristiche caratteriali ci propone anche il tipo di infortunio. Nella categoria piccoli
amici- primi calci non possiamo certamente parlare di una formazione o di un ruolo specifico, in
porta gioca il meno dotato nel gioco d’attacco, va in porta il meno intraprendente. Quindi siamo di
fronte ad un soggetto dalle condizioni psicologiche deboli che in porta gli aumentano le
responsabilità ponendosi delle domande come :
“ se arriva il pallone mi sposto “, per una manifestata paura nei confronti dell’attrezzo palla che
arriva forte verso di lui. Oppure : “se cado a terra mi faccio male “, paura del contatto con il terreno,
quindi il tutto è un approccio negativo che potrebbe causare l’infortunio solo di tipo traumatico
come fratture delle dita della mano, contusioni degli arti inferiori molto colpito è il ginocchio,
trauma alla testa per una non corretta coordinazione spazio tempo, contatto con i compagni di
squadra o avversari.
Nella categoria esordienti già possiamo trovare il portiere esuberante, bravo capace e predisposto al
superamento dei problemi che va incontro ad un particolare tipo di trauma come può essere una
contusione dell’anca di contatto con il terreno, la spalla di solito quella dove preferisce buttarsi, il
braccio o le ginocchia. In questa categoria inizia la corretta esecuzione del gesto tecnico soprattutto
per fini preventivi del ruolo, ma molti abbandoni dipendono dai troppi traumi subiti.
Nella categoria giovanissimi la correzione del gesto continua, ma vanno inseriti elementi specifici
del ruolo e da questo nascono problemi traumatologici di tipo : borsite trocanterica (per un errore
del gesto tecnico nel contatto con il terreno) distorsioni dei distretti articolari superiori e inferiori.
Contratture soprattutto dei muscoli flessori per un eccessivo carico di lavoro, sovraccarico
articolare, classica lombalgia del portiere. Negli allievi siamo al completamento del ruolo. Non
dovrebbero esistere più traumi ingenui o causati da atteggiamenti scorretti, ma sono in agguato
stiramenti, lussazioni, fratture degli arti superiori e distorsioni.