Insiemi ortonormati di funzioni Definizione, Funzioni ortogonali. Un insieme di n funzioni f1 x , f 2 x ,..., f n x si dice ortogonale in a, b se f x f x dx 0 b a h k h k h, k n Definizione, Funzioni ortonormate. Un insieme di n funzioni dice ortonormato in a, b se f1 x, f 2 x,..., f n x ortogonale in a, b , si f x f x dx 1 b a h h h n Più in generale l’insieme ortogonale di cui sopra si dice ortonormato rispetto alla funzione peso px se risulta f x f x px dx 1 b a h h h n Dunque si può dire brevemente che un insieme di funzioni f1 x , f 2 x ,..., f n x risulta ortonormato in a, b (e dunque anche ortogonale), rispetto alla funzione peso px , se risulta f x f x pxdx b a h h hk h, k n dove si è introdotto il delta di Kronecker, che si ricorda assumere i valori hk 1 h k hk 0 h k Definizione, Coefficienti generalizzati di Fourier . Facciamo le seguenti posizioni: 1) l’insieme infinito d peso px ; f1 x, f 2 x,..., f n x,... 1 è ortonormato in a, b rispetto alla funzione 2) la serie di funzioni c f x (dove c i i 1 i i sono numeri reali) converge uniformemente,in a, b, verso una certa funzione F x . Allora i coefficienti ci sono detti coefficienti generalizzati di Fourier. Deduzione, Valore dei coefficienti generalizzai di Fourier. Si dimostra che ci F x f i x px dx b a Dimostrazione. Intanto l’ipotesi di ortonormalità si scrive 1 i j f x f x px dx 0 i j b i a j Dunque è anche vero che ci i j b c f x f x px dx c c f x f x p x dx j a j i j a j i j j 1 0 i j b Ammettiamo ora ( la dimostrazione segue dopo) che la serie di funzioni c f x f x px j 1 j i j converga uniformemente, in a, b, verso la funzione F x f i x px . Allora vale il teorema di integrazione per serie, il quale porge b a b F x f i x px dx c j f i x f j x px dx a j 1 Considerando allora il precedente risultato si ha la tesi: F x f x pxdx c b a i i Ora ritorno sul punto in sospeso: la dimostrazione di convergenza assoluta. Ebbene, l’ipotesi 2 in termini matematici si scrive n | n F x c j f j x , x a, b j 1 Ma allora, moltiplicando ambo i membri della disuguaglianza per f i x px si ha 2 n | n F x f i x px c j f j x f i x px f i x px , x a, b j 1 Tenendo poi presente che le funzioni f i x sono continue (e anche la funzione peso lo è), allora il teorema di Weierstras permette di dire che M | f i x px M , x a, b E dunque, tornando sopra, si ha n | n F x f i x px c j f j x f i x px M , x a, b j 1 Questa proposizione indica, per definizione stessa di convergenza assoluta, che la serie di funzioni n c f x f x p x j j 1 j i converge uniformemente verso la funzione F x f i x px , come si voleva dimostrare ■ Esempio uno, Un insieme ortogonale ma non ortonormale. Consideriamo in L, L l’insieme di funzioni 1, sin x L , cos x L , sin 2x x , cos ,... L L Vediamo se tale insieme è ortogonale: kx L L kx kx L kx L cos k cos k 0 1 sin dx sin d cos L L L kx L L kx L L kx L L kx L L kx kx L kx L sin k sin k 0 dx cos d sin L L kx L L L kx L L kx L L h k x h k x hx kx 1 L L sin L sin L dx 2 L cos L dx L cos L dx 0 0 0, h k L L 1 cos In quest’ultimo integrale si sono sfruttate le formule di Prostaferesi prima, e il risulatato del secondo integrale poi. Riporto, per completezza, l’applicazione delle formule di Prostaferesi all’integrale: pq p q cos q cos p sin PROSTAFERE SI 2 2 2 h k x 2hx p q L p L p q 2kx q h k x L L sin 3 Riprendo ora con la verifica della ortogonalità. h k x dx L cos h k x dx 0 0 0, h k hx kx 1 L cos dx cos L L L L 2 L L L L L h k x h k x hx kx 1 L L sin L cos L dx 2 L sin L dx L sin L dx 0 0 0, h k L cos Anche nel calcolo degli ultimi due integrali si sono applicate le formule di Prostaferesi, come sopra. Comunque abbiamo provato la ortogonalità della serie di funzioni. Ora vediamo se è anche ortogonale: L 11dx 2L L h h x dx L cos h h x dx hx hx 1 L sin dx cos L L L L 2 L L L h h x dx 0 1 L 1dx 1 2 L L 1 L cos 2 L L 2 L 2 L L h h x h h x hx hx 1 L L cos L cos L dx 2 L cos L dx L cos L dx L 1 0 1dx L L 2 L sin La serie di funzioni non è ortonormale, e non si può neanche considerare ortonormale rispetto ad una qualche funzione peso, a causa del primo integrale di cui sopra. Se però eliminiamo il primo termine della serie di funzioni data, cioè 1 , allora otteniamo una serie di funzioni ortonormale rispetto alla funzione peso 1 L . Esempio 2, Calcolo di coefficienti. Dato l’insieme di funzioni a0 , a1 a2 x, a3 a4 x a5 x 2 vogliamo determinare i coefficienti in maniera tale che l’insieme sia ortonormato in 0,1 . Sembra allora sensato cominciare imponendo 1 a 0 0 a0 dx 1 a0 1 a0 1 2 Scegliamo a0 1 (sperando che non pregiudichi la soluzione del problema!) e imponiamo l’ortogonalità fra le prime due funzioni: a0 a1 a2 x dx 0 a1dx a2 xdx 0 a1 1 1 1 0 0 0 1 a2 0 a2 2a1 2 Adesso, per una ulteriore condizione su a1 , a2 impongo la condizione di ortonormalità 4 2 2 2 2 2 0a1 a2 x dx 1 0a1 2a1x dx 1 0a1 dx 04a1 x dx 1 1 1 a1 4a1 2 2 1 1 1 2 2 2 1 3a1 4a1 3 a1 3 a1 3 3 Scegliendo il segno negativo (sempre arbitrariamente e sperando bene) si hanno sin qui i coefficienti a0 1 a1 3 a2 2 3 Procedo ora con l’imporre l’ortogonalità fra la prima e la terza funzione dell’insieme: a a 1 0 0 a3 3 1 1 1 0 0 0 a4 x a5 x 2 dx 0 a3 dx a4 xdx a5 x 2 dx 0 1 1 1 1 a4 a5 0 a3 a4 a5 2 3 2 3 Per cui la terza funzione dell’insieme si scrive 1 1 a4 a5 a4 x a5 x 2 2 3 Impongo poi l’ortogonalità fra la seconda e la terza funzione: 1 0 1 1 3 2 3 x a4 a5 a4 x a5 x 2 dx 0 3 2 3 3 2 3 a4 a5 3a4 x 3a5 x 2 3a4 x a5 x 2 3a4 x 2 2 3a5 x 3 dx 0 0 2 3 3 1 3 a4 2 3 a4 6 3 3 3 3 3 2 3 3 a5 a4 a5 a4 a5 a4 a5 0 3 2 3 2 3 3 2 3 a5 1 a4 a5 0 a4 a5 6 Per cui adesso possiamo scrivere la terza funzione come 1 a5 x x 2 6 Impongo adesso l’ortonormalità della terza funzione, in modo da ricavare il coefficiente a5 . 5 2 1 1 1 2 1 1 a5 x x 2 dx 1 a5 x 2 x 4 x x 2 2 x 3 dx 1 0 6 0 36 3 3 1 1 4 2 1 a5 x x 2 2 x 3 x 4 dx 1 0 36 3 3 2 1 1 4 1 1 2 1 2 1 a5 1 a5 1 a5 6 5 36 6 9 2 5 180 Arbitrariamente scegliamo a5 6 5 e dunque otteniamo i coefficienti a0 1 a1 3 a2 2 3 1 1 1 1 1 1 a3 a4 a5 a5 a5 6 5 6 5 3 5 2 5 5 2 3 2 3 2 3 a4 a5 6 5 a5 6 5 Dunque un insieme di funzioni ortonormato dedotto da quello dato è ad esempio 1 3 2 3x 5 6 5x 6 5x 2 Ulteriori esempi sono presenti nel manoscritto 6 Introduzione alla serie di Fourier Osservazione, Funzione periodica. Sia data la generica funzione f x definita in L, L. Estendiamo il suo insieme di definizione a tutto ponendo F x 2 L f x In questo modo otteniamo la funzione F x periodica in , di periodo 2 L , il cui andamento sarà del tipo indicato in figura: si vede la funzione di partenza f x , definita in L, L , e la funzione F x , definita in , ottenuta dalla prima. Si deve osservare che la funzione F x risulta discontinua nei punti x kL, k N . Definizione, Serie di Fourier. Consideriamo la funzione F x , introdotta sopra: periodica in , di periodo 2 L . Allora diciamo serie di Fourier di F x la serie di funzioni a k 0 k cos kx kx x x 2x 2x bk sin a 2 cos b2 sin ... a0 a1 cos b1 sin L L L L L L Si evidenzia come nella definizione di serie di Fourier di una data funzione F x non si faccia riferimento alla convergenza della serie alla funzione stessa. Si può notare che le funzioni sinusoidali che costituiscono la serie hanno un periodo che diventa via via più piccolo: prese per esempio le funzioni cosinusoidali vediamo che la prima ha periodo 2 L , la seconda ha periodo L , la terza ha periodo L 2 , e così via. Naturalmente lo stesso discorso vale per la serie di funzioni sinusoidali. Comunque in figura si riporta l’andamento delle prime tre funzioni cosinusoidali della serie, proprio per evidenziare il fenomeno del dimezzamento del periodo. Deduzione, La serie di Furier è ortogonale ma non ortonormata. Per verificare la ortogonalità della serie di Fourier si devono calcolare alcuni integrali. Questi integrali sono stati calcolati nell’ambito 7 L L cos cos 3L 4 L 2 L 4 x L cos L 4 L 2 3L 4 2x L 3x L dell’esempio uno della sezione sugli insiemi ortonormati di funzioni. Dunque riporto direttamente i valori degli integrali in oggetto. kx dx 0 L L L kx L 1 cos L dx 0 L hx kx L sin L sin L dx 0, h k L hx kx L cos L cos L dx 0, h k L hx kx L sin L cos L dx 0, h k L 1 sin Dunque la serie di Fourier risulta ortogonale. Gli integrali relativi alla verifica della ortonormalità, già calcolati nell’esempio citato sopra, sono invece i seguenti: L 11dx 2L L L L sin hx hx sin dx L L L 8 L L cos hx hx cos dx L L L Si vede dunque che la serie di Fourier non è ortonormata e che non esiste neanche una funzione peso rispetto alla quale si possa considerare ortonormata: infatti se considerassimo la funzione peso px 1 L , come suggerirebbero di fare gli integrali trigonometrici, ci sarebbe il problema del primo termine della serie, come si vede dal primo integrale ■ Osservazione, Serie di Fourier in scrittura alternativa. Per fare in modo che la serie di Fourier sia una serie ortonormata, oltre che ortogonale, allora si usa come prima funzione della serie la funzione 1 2 anziché la funzione unitaria. In questo modo la serie di Fourier si scrive a0 1 kx kx 1 x x 2x 2x ak cos bk sin a2 cos b2 sin ... a0 a1 cos b1 sin 2 k 1 L L 2 L L L L Si faccia attenzione che il coefficiente a0 di questa scrittura vale due volte quello della scrittura precedente. L’utilità di scrivere la serie di Fourier come serie ortonormata consiste nel fatto che nel seguente teorema si possono applicare i risultati ottenuti per gli insiemi di funzioni ortonormati. Inoltre, come si vede nel seguito, la scrittura dei coefficienti della serie di Fourier risulta, in questa sua nuova versione, più compatta. Deduzione, I coefficienti della serie di Fourier. Nel caso in cui la serie di Fourier della funzione F x converga uniformemente verso la funzione stessa, allora i coefficienti della serie, scritta in forma alternativa, sono dati da: 1 L hx F x cos dx, L L L 1 L hx bh F x sin dx, L L L ah h 0,1,2,3,... h 1,2,3,... Questi coefficienti sono quelli relativi alla scrittura alternativa della serie di Fourier. Dimostrazione. Questo teorema si dimostra con la stessa procedura usata nella dimostrazione del teorema sul calcolo dei coefficienti generalizzati di Fourier. Senza ripetere dunque quella procedura basta allora applicare la formula dei coefficienti generalizzati al caso particolare della serie di Fourier scritta nella forma alternativa, ottenendo così la tesi ■ I coefficienti della serie di Fourier sono diversi a seconda della forma in cui è scritta la serie: per essere precisi solo il primo coefficiente è diverso nei due casi, avendo valore doppio nel caso della scrittura della serie in forma alternativa. Comunque riassumo le due scritture, e i relativi coefficienti, in questa tabella. Per evitare confusione. 9 Scritture alternative della serie di Fourier kx kx bk sin L L k 0 x x 2x 2x a0 a1 cos b1 sin a2 cos b2 sin ... L L L L a k cos Espressione dei coefficienti 1 L F x dx 2 L L 1 L hx ah F x cos dx, h 1,2,3,... L L L a0 bh 1 L hx F x sin dx, L L L 1 kx kx 1 L hx ak cos bk sin ah F x cos dx, L 2 k 1 L L L L 1 x x 2x 2x a0 a1 cos b1 sin a2 cos b2 sin ... 1 L hx 2 L L L L bh F x sin dx, L L L a0 h 1,2,3,... h 0,1,2,3,... h 1,2,3,... Nel seguito si farà sempre riferimento alla seconda scrittura della serie di Fourier. Deduzione, Funzione pari. Nel caso di una funzione pari, cioè di una funzione F x per la quale risulti F x F x , allora i coefficienti di Fourier delle funzioni non cosinusoidali sono tutti nulli. Infatti kx kx k x k x F x F x ak cos bk sin bk sin ak cos L L k 0 L L k 0 kx kx kx kx a cos b sin bk sin ak cos k k L L k 0 L L k 0 b k 0 k sin kx kx bk sin bk bk bk 0, L L k 0 k 0 k 0 k 1,2,3,... Restano dunque solo i termini della serie costituiti da funzioni pari, cioè da coseni ■ Deduzione, Funzione dispari. Nel caso di una funzione dispari, cioè di una funzione F x per la quale risulti F x F x , allora i coefficienti di Fourier delle funzioni cosinusoidali sono tutti nulli. Infatti kx kx k x k x F x F x ak cos bk sin bk sin ak cos L L L L k 0 k 0 kx kx kx kx bk sin bk sin ak cos ak cos L L L L k 0 k 0 a k 0 k cos kx kx kx kx bk sin bk sin ak cos L L k 0 L L kx kx a cos a cos a ak ak 0, k 1,2,3,... k k k L k 0 L k 0 k 0 k 0 Restano dunque solo i termini della serie costituiti da funzioni dispari, cioè da seni ■ 10 Convergenza della serie di Fourier Deduzione, Primo lemma: lemma al lemma. Si vuole dimostrare che 1 sin x n 2 1 cos x cos 2 x ... cos nx x 2 2 sin 2 n N , x R Dimostrazione. Procediamo per induzione. Il primo passo allora è verificare che la tesi sia vera per n 1, cioè che sia 2 1 3 sin x sin x 1 2 2 2 cos x x x 2 2 sin 2 sin 2 2 Questo si può scrivere anche sin x 1 3 x cos x sin x sin 2 2 2 2 Questa scrittura della proprietà da dimostrare suggerisce immediatamente di ricorrere alle formule di Prostaferesi, in particolare alla formula sin pq pq 1 cos sin p sin q 2 2 2 Se allora faccio le posizioni p 3 x 2 q x 2 e vado a sostituire nella formula di Prostaferesi ottengo proprio la tesi per n 1 . Ora invece devo dimostrare che se la tesi vale per n 1 , allora vale per n . Scrivo quindi la tesi per n 1 : 1 sin x n 2 1 cos x cos 2 x ... cosn 1x x 2 2 sin 2 Ora aggiungo cos nx ad ambo i membri: 11 1 sin x n 2 1 cos x cos 2 x ... cosn 1x cos nx cos nx x 2 2 sin 2 Il secondo membro si scrive 1 x sin x n 2 sin cos nx 2 2 x 2 sin 2 Riconsiderando la formula di Prostaferesi indicata sopra e applicandola al secondo addendo del numeratore abbiamo 2 sin 2n 1 2n 1 x cos nx sin x sin x 2 2 2 Andando a sostituire questo risultato nel secondo membro otteniamo 2n 1 1 x sin x n 2 sin cos nx sin x 2 2 2 x x 2 sin 2 sin 2 2 e la tesi è dimostrata ■ Deduzione, Secondo lemma. Data la funzione f : L, L si vuole dimostrare che sn x 1 L L L k 1 sin n t L 2 f x t dt k 2 sin t 2L dove si intende che sn x è la somma parziale della serie di Fourier della funzione data. Dimostrazione. Ricordando le espressioni dei coefficienti della serie di Fourier si ha sn x n a0 kx kx ak cos bk sin 2 k 1 L L n 1 L kv kx 1 L kv kx 1 L f v dv f v cos dv cos f v sin dv sin L L L 2L L L L L L k 1 L 12 Si osservi che la variabile di integrazione v non è quella delle funzioni trigonometriche. Bene, osservato questo adesso cerco di scrivere il secondo membro in modo da poter applicare il lemma uno. Segui i passaggi… sn x n L 1 1 L kv kx kv kx L dv cos f v sin dv sin f v dv f v cos L L L L2 L L L L k 1 1 n 1 L kv kx kv kx f v cos sin sin cos dv L L L L L L 2 k 1 Osservando adesso che cos kv kx kv kv k v x cos sin sin cos L L L L L si ha sn x 1 n 1 L k f v v x dv cos L L L 2 k 1 che, in base al primo lemma, diventa 1 sin n v x L 2 1 L dv sn x f v L L v x 2 sin 2L Operando il cambio di variabili v x t abbiamo 1 sin n t L 2 1 L x sn x f t x dt L L x 2 sin t 2 L La funzione integrando, prodotto di tre funzioni, dovrebbe avere periodo, se non mi sbaglio, di 4 L : infatti f ha periodo 2 L , il seno a numeratore ha periodo 2L / n 1 / 2 e quello a denominatore ha periodo di 4 L . Questo mi impedisce di arrivare alla tesi: se infatti il periodo fosse 2 L sarebbe immediata, così invece non so come provarla. Sul Marcellini-Sbordone si opera come se il periodo fosse 2 L . Qui dunque c’è qualcosa che non ho capito. Lascio in sospeso la cosa e considero dimostrata la tesi ■ Definizione, Regolarità a tratti. Una funzione F : a, b si dice regolare a tratti in a, b se 1) n punti x0 , x1 ,..., xn con a x0 x1... xn b tali che F C 1 xi , xi 1 , i 0,1,2,3... ; 13 2) ciascuna delle F | : xi , xi 1 , i 0,1,2... presenta agli estremi delle discontinuità eliminabili. Prima di vedere in quali condizioni si verifica la convergenza della serie di Fourier alla sua funzione (e di che tipo di convergenza si tratta), è necessario dimostrare due proprietà, due lemmi, apparentemente insignificanti. Deduzione, Convergenza puntuale della serie di Fourier. Se F : è una funzione regolare a tratti di periodo 2 L , allora la serie di Fourier di F converge puntualmente verso la funzione 1 F x F x 2 dove si intende che F x lim F x 0 F x lim F x 0 Dimostrazione. Intanto si osserva che nei punti di continuità della funzione f risulta 1 F x F x F x 2 I limiti destro e sinistro sono introdotti per quei punti in cui la funzione è discontinua, come sono i punti di fusione che si hanno quando, partendo da una generica funzione, la si estende su tutto creando una funzione periodica (vedi l’illustrazione della introduzione alla serie di Fourier). Comunque quello che si deve dimostrare qui è in definitiva che F x F x lim sn x n 2 E allora il secondo lemma ci permette intanto di scrivere 1 sin n t L 2 F x F x 1 L F x F x sn x F t x dt 2 L L 2 2 sin t 2 L 1 sin n t L 2 1 0 F x F t x dt L L 2 2 sin t 2 L 1 sin n t L 2 1 L F x F t x dt L 0 2 2 sin t 2L 14 D’altra parte, per il primo lemma abbiamo anche che 1 sin n t 2 1 2 n L cos t cos t ... cos t 2 L L L 2 sin t 2L 1 sin n t L L 1 2 2 n L L dt cos t cos t ... cos t dt 0 0 L L L 2 2 2 sin t 2L 1 sin n t 0 0 1 2 2 n L L dt cos t cos t ... cos t dt L L 2 L L L 2 2 sin t 2L Quindi possiamo scrivere F x F x 2 1 1 sin n t sin n t L 2 2 1 0 F x 2 0 L F t x dt dt L L L 2 L 2 sin t 2 sin t 2 L 2 L 1 1 sin n t sin n t L 2 2 1 L F x 2 L L F t x dt dt 0 L 0 2 L 2 sin t 2 sin t 2 L 2 L sn x Semplificando e ricordando che la variabile di integrazione non è x ma t , abbiamo F x F x 2 1 1 sin n t sin n t L 2 2 1 0 1 0 L F t x dt F x dt L L L L 2 sin t 2 sin t 2 L 2 L 1 1 sin n t sin n t L 2 L 2 1 L 1 L F t x dt F x dt 0 L 0 L 2 sin t 2 sin t 2 L 2 L sn x 15 Sfruttando la proprietà additiva degli integrali definiti abbiamo ancora F x F x 2 1 0 F t x F x 1 1 L F t x F x 1 sin n t dt sin n t dt L L 2 L 0 2 L L 2 sin t 2 sin t 2L 2L sn x Se adesso definisco la funzione F t x F x 2 sin t 2 L G t F t x F x 2 sin t 2L per L t 0 per 0 t L posso scrivere sn x F x F x 1 L 1 Gt sin n t dt L 2 L 2 L che, ricorrendo alle formule sulla somma degli archi, diventa sn x n F x F x 1 L n G t sin t cos t cos t sin t dt 2 L L L 2L L 2L 1 L 1 L n n G t cos t sin t dt G t sin t cos t dt L L L L 2L L 2L L Introdotte le due funzioni H1 t G t cos t 2L H 2 t G t sin t 2L posso scrivere sn x F x F x 1 L 1 L n n H1 t sin t dt H 2 t cos t dt 2 L L L L L L A questo punto l’applicazione del teorema di Riemann porterebbe direttamente a F x F x lim sn x n 2 1 L 1 L n n lim H 1 t sin t dt lim H 2 t cos t dt 0 0 0 L L n L n L L L 16 ovvero alla tesi. Tuttavia per applicare il teorema di Riemann dovremmo provare che H1 t , H 2 t sono funzioni limitate, ovvero che Gt è una funzione limitata. Per fare questo dobbiamo calcolare i limiti lim G t lim t 0 t 0 2 sin lim G t lim t 0 F t x F x t 0 t 2L F t x F x 2 sin 2L t Ricorriamo al teorema di De L’Hospital, avendo una forma di indecisione del tipo 0/0. Dunque abbiamo F t x F x L lim G t lim lim t 0 t 0 t 0 2 sin lim G t lim t 0 t 0 t 2L F t x F x 2 sin 2L t F | t x L cos t 2L F t x | lim t 0 cos 2L t L F | x L F | x La regolarità a tratti di F (vedi secondo punto della definizione di regolarità a tratti) ci garantisce che F | x , F | x sono valori finiti. Dunque Gt è limitata e, in definitiva, anche H1 t , H 2 t sono limitate. E la tesi è dimostrata ■ Deduzione, Terzo lemma. Se F : L, L è una funzione regolare a tratti su , allora posto a|k 1 L | kx F x cos dx L L L b| k 1 L | kx F x sin dx L L L si dimostra che ak | k bk L bk | k ak L dove si intende sempre che ak , bk sono, con la consueta simbologia, i coefficienti di Fourier della funzione F : L, L . Dimostrazione. Si tratta di una semplice dimostrazione che sfrutta il metodo di integrazione per parti: 17 ak 1 L 1 kx F x cos dx L L k L L 1 1 kx F x sin k L k Dunque bk | kx F x d sin L L L 1 kx L sin L dF x k L L L L | kx | sin bk F x dx k L k k | ak . Allo stesso modo suppongo si dimostri che ak bk ■ L L Deduzione, Convergenza uniforme. Se F : è una funzione regolare a tratti di periodo 2 L e in più essa è continua in , allora risulta che la relativa serie di Fourier converge totalmente verso di essa, in . Dimostrazione. Ricordo che una serie di funzioni una serie numerica M f k x M k , k f k si dice totalmente convergente se esiste convergente, e a termini di segno positivo, tale che x, k Questo tipo di convergenza, apparentemente di scrso interesse, è quello di maggiore interesse, in quanto comporta la convergenza uniforme (la quale a sua volta comporta quella puntuale). L’interesse della convergenza totale risiede poi nel fatto che, se c’è, è più facile da dimostrare che la convergenza uniforme. Tornando a noi intanto possiamo dire che, stante l’ipotesi di continuità di F : , usando il risultato del teorema sulla convergenza puntuale, abbiamo qui subito che la serie di Fourier converge puntualmente verso F x su tutto . Questo vuol dire (su questo passaggio logico non sono sicuro) che se convergenza totale si ha (come dobbiamo dimostrare) allora la convergenza è proprio verso F . Questo discorso è necessario perché dimostrare la convergenza totale non vuol dire dimostrare la convergenza verso una data funzione. Cioè, altrimenti detto, la convergenza totale si dimostra a prescindere dalla funzione verso la quale la convergenza si ha. Va bene, allora devo dimostrare che M k : ak cos kx kx bk sin Mk L L x , k Intanto si può senz’altro scrivere che ak cos kx kx kx kx bk sin ak cos bk sin ak bk L L L L A questo punto si fa un piccolo gioco di pochi passaggi: 18 2 ak 2k ak 2 2 2 A B 0 2 AB A B 2 b 2k b k k k2 2 1 2 ak bk ak bk 2 2 k 1 1 2 k 2 ak 2 k k 1 1 2 2 k bk 2 k k Dunque sin qui abbiamo ak cos kx kx k 2 2 1 2 bk sin ak bk 2 L L 2 k E qui entra in gioco il terzo lemma L | a bk k kx kx 1 L2 1 |2 |2 k a cos b sin bk ak 2 k k 2 2 L L 2k k b L a | k k k Richiamando la disuguaglianza di Bessel posso poi scrivere a k 1 |2 k bk |2 |2 a 1 L 2 F | x dx 0 L L 2 Poiché, per ipotesi, l’integrale a secondo membro assume un valore finito ( F | è limitata), allora la serie numerica a termini non negativi a k 1 |2 k bk |2 converge. E siccome converge anche la serie armonica 1 / k 2 , in definitiva la serie numerica 1 L2 1 |2 |2 2 k 2 2 bk ak k 2 converge. Avendo dimostrato allora che ak cos 1 L2 kx kx 1 |2 |2 bk sin bk ak 2 2 2 L L k k 1 2 k ne segue la convergenza totale ■ Si ricorda adesso che, in base ai risultati sulla teoria delle serie di funzioni, se la serie di Fourier converge uniformemente verso la relativa funzione F , cosa che accade per esempio nelle ipotesi del precedente teorema, allora si può integrare F integrando la serie di Fourier, cioè si può scrivere 19 F x dx x2 x1 x2 a x2 a kx kx kx kx 0 ak cos bk sin bk sin dx 0 x2 x1 ak cos x1 x L L 2 L L k 1 1 2 k 1 Tuttavia, come scopriamo con il prossimo teorema, non è necessario che si verifichino tutte le ipotesi del teorema precedente per poter integrare. In particolare l’ipotesi di continuità non è necessaria. 20 Disuguaglianza di Bessel e teorema di Riemann Seguono due teoremi: la disuguaglianza di Bessel e il teorema di Riemann. Si tratta di due proprietà che legano la serie di Fourier alla sua funzione, nel caso di convergenza uniforme. Comincio con un lemma alla dimostrazione della disuguaglianza di Bessel. Deduzione, Lemma alla disuguaglianza di Bessel. Risulterà utile provare che a 2 L sn x dx L 0 L 2 2 n L ak bk k 1 2 2 dove si intende che sn è la somma parziale di ordine n della generica serie di Fourier, ovvero che s n a0 1 x x 2x 2x nx nx a1 cos b1 sin a2 cos b2 sin ... an cos bn sin 2 L L L L L L Dimostrazione. Questa proprietà si può dimostrare attraverso il procedimento di induzione. Dunque vediamo prima se essa è vera per n 1 . In tal caso la proprietà da dimostrare si scrive a x x 1 2 2 L a0 2 a1 cos L b1 sin L dx L 20 L a1 b1 2 L 2 Allora procediamo al calcolo del primo integrale. A tale scopo sviluppiamo il quadrato del termine integrando: x x x x x 1 2 1 2 2 2 x b1 sin 2 a0 a1 cos a0b1 sin a0 a1 cos b1 sin a0 a1 cos L L 4 L L L L 2 x x a1b1 cos sin L L 2 Calcoliamo adesso i sei integrali di cui l’integrale di partenza costituisce la somma. Prima però ricordo, per abbreviare i passaggi, che, integrando per parti si calcolano facilmente i seguenti integrali indefiniti: x sin x cos x c 2 x sin x cos x 2 c sin x dx 2 cos x dx 2 Dunque si ha x x 1 2 L 2 L 2 L 2 x 2 x L a0 2 a1 cos L b1 sin L dx a0 2 a1 L cos L dx b1 L sin L dx L 2 21 L x L L a0 a1 cos L x L L dx a0b1 sin L x L L dx a1b1 cos sin x L dx L a0 2 a1b1 L x x x x x x sin cos sin cos 2 2 L a1 L L L L b1 L L L L 2 2 2 L L L L L sin x L d sin x L a0 2 L L x 2 2 a1 L b1 L a1b1 sin 2 L 2 L L 2 a 2 2 L 0 L a1 b1 2 Dunque la proprietà è valida per n 1 . Adesso voglio dimostrare che se la proprietà vale per n 1 , allora essa varrà anche per n . La proprietà per n 1 si scrive s x L L 2 n1 2 Sommando L an bn 2 2 L ad entrambi i membri abbiamo s x dx La L n1 a 2 2 dx L 0 L ak bk 2 k 1 2 n1 2 n bn 2 2 n a 2 2 L 0 L ak bk 2 k 1 Considerando ora che nx nx 2 2 L L cos L dx L Lan an L cos L dx 2 L 2 nx nx 2 2 L sin dx L Lb b n n L L L sin L dx 2 L 2 possiamo scrivere s x dx La L L 2 n 1 2 n bn 2 2 n a 2 2 L 0 L ak bk 2 k 1 2 2 2 n sn1 x 2 an 2 cos nx bn 2 sin nx dx L a0 L ak 2 bk 2 L L L 2 k 1 L A secondo membro abbiamo ciò che cercavamo. A primo membro mancano dei termini nell’integrando. Tuttavia si osservi che nx a0 an cos dx 0 L L nx L a0bn sin L dx 0 L L 22 kx nx an cos dx 0 L L L L kx nx L ak sin L an cos L dx 0 L kx nx L ak cos L an sin L dx 0 L kx nx L ak sin L an sin L dx 0 L k 1,2,...n 1 ak cos k 1,2,...n 1 k 1,2,...n 1 k 1,2,...n 1 E allora possiamo scrivere, per il primo membro, che 2 2 L sn1 x 2 an 2 cos nx bn 2 sin nx dx sn x 2 dx L L L L L E in definita abbiamo trovato allora a 2 L sn x dx L 0 L 2 2 n L ak bk k 1 2 2 che è la tesi ■ Dopo questo noioso e macchinoso lemma ecco la disuguaglianza di Bessel. Deduzione, Disuguaglianza di Bessel. Data la funzione f : L, L, se la sua serie di Fourier converge uniformemente ad essa, allora si ha a k 1 2 k bk 2 2 a 1 L 2 f x dx 0 L L 2 dove si intende che i coefficienti a0 , a1 , b1 , a2 , b2 ,... sono i coefficienti della serie di Fourier della funzione f : L, L. Dimostrazione. In questa dimostrazione si parte dal lemma di cui sopra. Tieni presente il primo mebro del lemma. Adesso vediamo di scriverlo in un altro modo. Basta seguire questi semplici passaggi: f x sn x 2 f x 2 sn x 2 2 f x sn x sn x 2 f x sn x 2 f x 2 2 f x sn x Andando a sostituire nel primo membro del lemma abbiamo a 2 2 L f x sn x dx L f x dx 2L f x sn x dx L 0 L L L 2 2 23 n L ak bk k 1 2 2 Bene, adesso ci dobbiamo concentrare sul terzo integrale a primo membro. Se sviluppiamo la somma parziale della serie di Fourier abbiamo L L L L x x f x dx a f x cos dx b f x sin dx 1 1 L L L L L L nx nx f x cos dx bn L f x sin dx L L f x sn x dx ... an L L a0 2 L Non salta agli occhi qualche cosa di familiare? Esatto: i coefficienti della serie di Fourier di f x ! Infatti ricordo che ah 1 L hx f x cos dx, L L L h 0,1,2,3,... bh 1 L hx f x sin dx, L L L h 1,2,3,... Quindi, sostituendo nella espressione di cui sopra, si ha L L 2 2 n a L a L 2 2 2 2 2 2 f x sn x dx 0 a1 L b1 L ... an L bn L 0 L ak bk 2 2 k 1 Sostituiamo questo integrale nella espressione del lemma abbiamo adesso L 2 L a 2 2 2 2 2 L f x sn x dx L f x dx a0 L 2L ak bk 0 L a L n k 1 2 k bk 2 2 n n a 2 2 2 2 L ak bk L 0 L ak bk 2 k 1 k 1 2 a 2 2 L f x sn x dx L f x dx 2 0 L n 2 k 1 2 L n L ak bk k 1 2 2 2 L a 1 L 2 2 f x dx 0 f x sn x dx L L L 2 Tenendo adesso presente che evidentemente 2 2 L a a 1 L 1 L 2 2 2 f x dx 0 f x sn x dx f x dx 0 L L L 2 L L 2 si ha la tesi ■ Deduzione, Corollario alla disuguaglianza di Bessel: teorema di Riemann. La funzione f : L, L sia limitata. La sua serie di Fourier sia ad essa uniformemente convergente. Allora si ha 24 1 L kx f x cos dx 0 k k L L L 1 L kx lim bk lim f x sin dx 0 k k L L L lim ak lim Dimostrazione. Basta partire dalla disuguaglianza di Bessel. A primo membro della disuguaglianza abbiamo una serie numerica i cui addendi sono non nulli. Questo significa che tale serie o converge ad un numero reale non negativo, oppure diverge a . D’altra parte l’integrale a secondo membro, essendo f limitata, deve essere un numero reale non infinito; e così tutto il secondo membro. Allora la serie numerica a primo membro deve convergere. Questo comporta che i suoi termini debbano tendere a zero per k . Cioè appunto la tesi ■ 25 Integrazione della serie di Fourier, notazione complessa della serie di Fourier e serie doppia di Fourier Deduzione, Integrazione della serie di Fourier. Sia data la funzione f : L, L che estendiamo ad creando la funzione F : di periodo 2 L . Supponendo che la funzione F : sia regolare a tratti, allora la relativa serie di Fourier può essere integrata membro a membro, risultando che x2 x1 F x dx x a0 x2 x1 x 2 ak cos kx bk sin kx dx 2 L L k 1 1 per ogni x1 , x2 L, L . Dimostrazione. Definisco la funzione x a G x F t 0 dt L 2 Mettiamo di poter affermare che la funzione così definita sia regolare a tratti in , essendolo la sua funzione integrando. Allora essa la sua serie di Fourier converge almeno puntualmente e si ha x a k Gx F t 0 dt 0 k cos L 2 2 k 1 L k x k sin x L dove k , k sono i coefficienti della serie di Fourier della funzione G . Dunque posso scrivere x2 a G x2 G x1 F t 0 dt x1 2 k k k k k cos x2 k sin x2 k cos x1 k sin x1 L L k 1 L L k 1 k k k k k cos x2 cos x1 k sin x2 sin x1 L L L L k 1 Ricordando il teorema sulla derivazione delle funzioni integrali abbiamo d’altra parte a d F t 0 x x a dGx dx d L 2 F t 0 dt dt F x F L F x L L dx 2 dx dx dx E allora invocando il terzo lemma possiamo scrivere ak k k k ak k / L L bk k k k bk k / L L 26 dove si intende che ak , bk sono i coefficienti di Fourier di F x . Dunque, sostituendo, si ha x2 a G x2 G x1 F t 0 dt x1 2 bk k k k ak k x2 cos x1 cos L L L L k 1 k k x2 sin x1 sin L L Va bene, ora divaghiamo un attimo con questi due facili passaggi: x2 x1 kx L cos dx L k x2 x1 kx L kx 2 d sin sin L k L x1 x L kx2 kx1 kx2 kx1 L sin sin sin sin k L L L L k x x2 kx L x2 kx L kx 2 x1 sin L dx k x1 d cos L k cos L x 1 x2 x1 cos L kx2 kx1 kx2 kx1 L cos cos cos cos k L L L L k kx dx L x2 x1 sin kx dx L Sostituendo nella equazione di cui sopra si ha allora x2 a b k L G x2 G x1 F t 0 dt k x1 2 L k k 1 x2 kx kx x2 bk sin dx ak cos dx x1 x 1 L L k 1 x2 x1 sin a L kx dx k L kL k x2 x1 cos kx dx L Rimaneggiando abbiamo dunque trovato che x2 x1 F t dt x x a0 x2 x1 bk x 2 sin kx dx ak x 2 cos kx dx 1 1 2 L L k 1 che è appunto la tesi ■ Adesso scriviamo la serie di Fourier della generica funzione f : L, L in una forma compatta attraverso l’uso dei numeri complessi. A tale scopo si ricordi la formula di Eulero e i cos i sin Deduzione, Serie di Fourier in notazione complessa. La serie di Fourier della generica funzione f : L, L si scrive anche 27 c e k ikx L 1 L con ck f t e 2 L L k ik t L dt Dimostrazione. Ricorrendo alla formula di Eulero si ha ikx kx kx L c e ck cos i sin k L L k k ik c 1 L f t e L t dt 1 L f t cos k L k 2 L L 2 L L k t i sin L t dt Sostituendo l’espressione dei coefficienti ck in quella della serie di Fourier si ha allora ck e ikx L k k 1 k k L x i sin x f t cos cos 2 L k L L L L k 1 L L f t cos 2 L k L k x i sin L k x cos L k t i sin L k t i sin L t dt t dt k k k k x cos t i sin t cos x cos L L L L L 1 f t dt L 2 L k k k k k i sin x cos t sin x sin t L L L L Ricordando le formule trigonometriche sin cos cos sin sin e ponendo k x L k t L abbiamo ikx L k k 1 L k k x cos t sin x sin t dt L f t cos 2 L k L L k L L i L k f t sin x t dt 2 L k L L c e k Ma si osservi ora che k f t sin L x t dt k L L 28 L k L k x t dt f t sin x t dt L f t sin L L k 1 L k L k L k x t dt f t sin x t dt f t sin L L L k 1 L k 0 0 L 0 x t dt 0 f t sin L L Dunque tutti gli addendi immaginari si semplificano: questo grazie al fatto che la serie vada da a . E otteniamo ikx L k k 1 L k k x cos t sin x sin t dt L f t cos 2 L k L L k L L 1 k L k k L k cos x f t cos t dt sin x f t sin t dt 2 L k L L L L L L c e k Adesso dobbiamo considerare ancora che qui la sommatoria va da a . E allora riscriviamo quanto ottenuto come ck e ikx L k 1 1 k L k k L k cos x f t cos t dt sin x f t sin t dt 2 L k L L L L L L 1 0 L 0 0 L 0 cos x f t cos t dt sin x f t sin t dt L L 2L L L L L 1 k L k k L k cos x f t cos t dt sin x f t sin t dt 2 L k 1 L L L L L L 1 1 k L k k L k cos x f t cos t dt sin x f t sin t dt 2 L k L L L L L L 1 L 1 k L k k L k f t dt cos x f t cos t dt sin x f t sin t dt L L L 2L 2 L k 1 L L L L Ricordando che il seno è una funzione dispari e che il coseno è invece una funzione pari si ha ck e ikx L k 1 k L k k L k cos x f t cos t dt sin x f t sin t dt 2 L k 1 L L L L L L 1 L 1 k f t dt cos 2 L L 2 L k 1 L L k k L k x f t cos t dt sin x f t sin t dt L L L L L 1 k L k k L k f t dt cos x f t cos t dt sin x f t sin t dt L L L k 1 L L L L 1 L 2 L L Dunque in fine abbiamo dimostrato che 29 c e k ikx L k a0 L k k f t dt ak cos x bk sin x L 2L L L k 1 cioè la tesi ■ Ora vogliamo considerare il caso di funzioni di più variabili e vedere se è possibile avere per esse degli sviluppi in serie trigonometriche. Consideriamo allora la funzione f x, y : L, L M , M . Supponendo che si abbia k k f x, y Ak y cos x Bk y sin x L L k 1 con Ak y 1 L k f x, y cos x dx L L L Bk y 1 L k f x, y sin x dx L L L Cioè diciamo che, per ogni data y la funzione di x data da f x, y sia tale da avere una serie di Fourier convergente. Allora, per il calcolo dei coefficienti, che poi sono in questo caso delle funzioni di y , possiamo pensare che anche loro ammettano delle serie di Fourier convergenti, e scrivere dunque k Ak y akh cos L h 1 k Bk y kh cos L h 1 k y bkh sin y L k y kh sin y L dove k Ak y cos y dy M M 1 M k bhk Bk y sin y dy M M M ahk 1 M M Sostituendo qui le espressioni di Ak y , Bk y abbiamo ahk 1 LM k k f x, y cos L x cos M bhk 1 LM M L M L M L M L y dxdy k k f x, y sin x sin y dxdy L M Ricavati i coefficienti si avrà allora 30 f x, y k k k k k k akh cos y bkh sin y cos x kh cos y kh sin y sin x L L L L L L k 1 h1 31 Serie di Fourier e conduzione termica In questa sezione ci occupiamo della risoluzione, attraverso l’uso dello sviluppo in serie di Fourier, della equazione differenziale alle derivate parziali 2T 2T 2T T D 2 2 2 y z x detta equazione di Fourier, della quale ricordo brevemente il significato e l’utilità. Intanto la funzione rispetto alla quale si risolve l’equazione, cioè la funzione scalare T T x, y, z; , rappresenta il campo termico, ovvero il valore della temperatura in ogni dato punto dello spazio e in ogni dato istante (la variabile rappresenta proprio il tempo). La costante D , detta diffusività termica, descrive le proprietà termiche del corpo del quale si vuole conoscere il campo termico: si consideri che si assume che il corpo sia omogeneo rispetto alla diffusività, altrimenti non si potrebbe tirare fuori dalla derivazione la diffusività, e l’equazione di Fourier avrebbe una espressione più complessa. Si precisa che la diffusività termica di un mezzo è data da D / , dove è la conduttività termica (una cosa del tutto analoga alla conduttività nella elettrostatica), mentre è il calore specifico (paragonabile alla inerzia dei corpi in meccanica) e la densità. Le unità di misura della diffusività termica sono m 2 / s . Esempio 1, Sbarra isolata. Abbiamo una sbarra cilindrica lunga 3m il cui mantello sia isolato termicamente. La temperatura iniziale della barra sia uniformemente di 25 C , mentre agli estremi viene mantenuta, per 0 , una temperatura nulla. Quale è l’andamento, nel tempo, del campo termico della barra? Si osserva intanto che il sistema fisico in esame è monodimensionale. È sufficiente cioè un solo asse di riferimento. Chiamo x tale asse, lo oriento come l’asse della barra, e ne metto l’origine in coincidenza con un estremo della barra stessa. Considerando allora equazione di Fourier e condizioni al contorno abbiamo il problema 2T T D 2 x T x,0 25 C , T 0, 0 C , T 3m, 0 C Separo ora le variabili, cioè uso un procedimento molto ingegnoso, anche se probabilmente di rara applicabilità, che consiste che il campo termico che risolve il sistema si possa scrivere come prodotto di due funzioni di cui una dipendente dalla sola variabile spaziale e l’altra dipendente dalla sola variabile temporale. Pongo cioè per ipotesi che T x; X x e dunque ho DX || x X x | D X || x | X x 32 Si osserva adesso che se deve essere vera questa eguaglianza, allora i suoi due membri debbono essere costanti (questo è il passaggio geniale del metodo di separazione delle variabili). Dunque, detta questa costante si ha | 0 X || x | D || X x X x X x 0 D Abbiamo due equazioni differenziali ordinarie (cioè senza derivate parziali), omogenee ( cioè con coefficiente nullo del termine senza la funzione da ricavare), a coefficienti costanti (nel senso che i coefficienti degli addendi sono delle costanti), del primo (la prima equazione) e del secondo (la seconda equazione) ordine. Considero il polinomio caratteristico della prima equazione, e ne cerco la radice: 0 Dunque, secondo la teoria sulle ODE omogenee a coefficienti costanti la soluzione generale della suddetta equazione è C1e Notiamo allora immediatamente che deve essere 0 , perché se così non fosse avremmo per , il che è fisicamente impossibile. Considero adesso il polinomio caratteristico della seconda equazione, e ne cerco le radici: 2 D 0 D i D La presenza dell’unità immaginaria si giustifica considerando che 0 (vedi sopra). Va bene, allora l’integrale generale di questa equazione si scrive X x C2 cos x C3 sin x D D Per cui la soluzione della equazione di Fourier per il nostro caso fisico deve essere del tipo T x; X x C1e C2 cos x C3 sin x D D Adesso possiamo iniziare ad imporre le condizioni al contorno. Comincio con l’imporre che sia T 0, 0 C . Dunque 0 C1e C2 cos 0 C3 sin 0 0 C C1C2 e 00C C2 0 D D 33 Si deduce anche che C1 ha dimensione di temperatura. Dunque la soluzione della equazione di Fourier si riduce a T x; C1C3e sin x D Passo ora a imporre la condizione T 3m, 0 C : T 3m; C1C3e sin 3m 00 C 3m n 9m n 2 2 D D D n 2 2 D 9m Quindi la soluzione è adesso del tipo T x; C1C3e n 2 2 D 9m n sin x 3m n 1,2,... Posso imporre l’ultima condizione al contorno, cioè T x,0 25 C . Ottengo n T x;0 C1C3 sin x 250 C 3 m Si vede però che questa condizione non può essere soddisfatta dalla nostra soluzione. Allora si considera che in realtà noi abbiamo trovato infinite soluzioni, una per ogni valore di n . Se noi sommiamo questa serie di soluzioni, abbiamo ancora una soluzione. Se allora pongo C1C3 Cn , ammettendo così che C n possa assumere un valore diverso in corrispondenza ad ogni valore di n , abbiamo che la soluzione della equazione di Fourier si scrive anche T x; Cn e n 1 n 2 2 D 9m n sin x 3m Si osservi che qui supponiamo che la serie di funzioni converga al campo termico, cosa che è ammissibile visto che il campo termico, come traduzione matematica di un fenomeno fisico, è una funzione con tutte le garanzie di continuità ad ogni ordine di integrazione. Allora adesso torniamo ad imporre l’ultima condizione al contorno: C n 1 n n sin x 250 C 3m Cosa abbiamo? Abbiamo la funzione costante 250 C, x 0 e la sua serie di Fourier, espressa come serie di soli seni (cosa legittima visto che la funzione è definita solo per x 0 e dunque il fatto che sia pari o dispari non ha importanza). Allora non ci resta che calcolare i coefficienti di questa serie 34 di Fourier di soli seni, ricorrendo alla formula generale (o rifacendo i semplici passaggi che conducono alla formula dei coefficienti di Fourier). Teniamo presente però che la funzione costante deve essere trasformata, in questo calcolo, nella funzione dispari 25C per x 0 g x 25C per x 0 Allora si ha 0 3m n n n g x sin x dx 250 C sin x dx 250 C sin x dx 3 m 3 m 0 3m 3m 3m Cn 3m 3m 0 n n 250 C sin x dx sin x dx 3 m 0 3m 3m 3m 0 n n 250 C sin x dx sin x dx 3 m 0 3m 3m 3m 3 m n n 250 C sin x d x sin x dx 0 3m 3m 0 3m 3m 3 m n n n 250 C sin x dx sin x dx 50 0 C sin x dx 0 0 0 3m 3m 3m 3m 3m n n 3m 3m n 500 C x d x 500 C x 0 sin 0 d cos n 3m 3m n 3m 3m 3m n 3m 0 3m 50 C x 500 C cos cosn 1 50 C 1 cosn n 3m 0 n n 0 Dunque la soluzione del problema si scrive in definitiva 3m T x; 500 C 1 cosn e n n1 n2 2 D 9m n sin x 3m Si deve osservare adesso che per n dispari si hanno termini nulli della serie di funzioni. Dunque si devono considerare solo i valori n 2k . Si riscrive allora la soluzione come 3m T x; 500 C 2k k 1 150 m 0C k 1 e 4 k 2 2 D 9m 1 cos2k e 2k sin 3m k 4 k 2 2 D 9m 2k sin 3m x x Esempio 2, Sbarra isolata. Riconsideriamo la sbarra dell’esempio precedente e imponiamo le nuove condizioni al contorno: T x;0 25C, T 0; 10C, T 3m; 40C 35 Riconsideriamo allora la soluzione generale ottenuta nel precedente esercizio partendo dalla ipotesi di poter separare le variabili, cioè di poter scrivere il campo termico come T x; X x . Avevamo trovato T x; C1e C2 cos x C3 sin x D D Se provo ad imporre a questa soluzione generale di verificare la seconda condizione al contorno abbiamo T 0; C1C2e 10C Per soddisfare questa condizione dovremmo porre 0 . Ma in questo caso, fatte le sostituzioni, si otterrebbe un campo termico costante nello spazio e nel tempo, cosa che non è possibile, visto che alle due estremità viene imposta una temperatura diversa da quella iniziale della barra. Ecco allora un altro procedimento di risoluzione un po’ più complicato della semplice separazione delle variabili: facciamo l’ipotesi che si possa scrivere T x; x; x X x x Si vede che si ipotizza che il campo termico sia la somma di una funzione a variabili separabili con una funzione che dipende dalla sola variabile spaziale. Allora l’equazione di Fourier e le relative condizioni al contorno si scrivono 2 d 2 D D x 2 2 dx x;0 x 25C 0; 0 10C 3m; 3m 40C Data la linearità del sistema qui sopra, possiamo scomporlo in due sistemi. Per esempio si possono considerare i due sistemi seguenti: 2 d 2 0 D x 2 dx 2 x;0 25C x 0 10C 3m 40C 0; 0C 3m; 0C Allora prendiamo il primo sistema. Abbiamo una equazione differenziale ordinaria (senza cioè derivate parziali), omogenea del secondo ordine, a coefficienti costanti. Risolvo il suo polinomio caratteristico presenta la radice 0 con molteplicità 2. Dunque l’integrale generale si scrive x C1 x C2 36 Imponiamo adesso le condizioni al contorno: 0 10C C1 x 0 C2 10C C2 10C 40C 10C C 10 3m 40C C1 3m C2 40C C1 3m m Dunque la soluzione cercata è x 10 C x 10C m Adesso dedichiamoci invece al secondo problema, quello con le derivate parziali. Abbiamo detto che procediamo per separazione di variabili. Dunque, considerando anche il risultato appena ottenuto, il problema suddetto si scrive d 2 X x d 2 D X x 2 dx d D x 2 C x x;0 25C x X x 0 15C 10 m 0; 0C X 0 0C 3m; 0C X 3m 0C Allora, per la risoluzione della equazione differenziale utilizziamo direttamente l’integrale generale trovato nell’esercizio precedente, cioè x C3 sin x D D x; C1e C2 cos Se imponiamo le condizioni al contorno 0; 0C, 3m; 0C , che sono proprio le stesse dell’esempio precedente, abbiamo allora lo stesso risultato è cioè le soluzioni x; Cn e n 1 n 2 2 D 9m n sin x 3m Adesso rimane solo da imporre la condizione x;0 15C 10xC / m . Dobbiamo imporre cioè che sia C n1 n C n sin x 15C 10 x m 3m Cosa abbiamo? Abbiamo una serie di Fourier di soli seni (a sinistra) di una funzione polinomiale (a destra). Quello che dobbiamo fare allora è applicare la formula per il calcolo dei coefficienti di Fourier. Per fare questo però dobbiamo definire anche per x 0 la funzione polinomiale. E poiché la funzione così definita deve essere dispari (altrimenti non potrebbe essere sviluppata in una serie di soli seni), definiamo tale funzione come segue: 37 C 15 C 10 x per x 0 m g x 15C 10 x C per x 0 m Allora si ha Cn 3m 1 3m 1 0 n n n g x sin x dx x dx g x sin x dx g x sin 0 3m 3m 3m 3m 3m 3m 3m 3m 1 0 C n C n x dx 15C 10 x sin x dx 15C 10 x sin 3 m 0 3m m 3m m 3m 3m 1 0 C n C n x dx 15C 10 x sin x dx 15C 10 x sin 0 3m 3m m 3m m 3m 3m 15C 0 n n x dx sin x dx sin 0 3m 3m 3m 3m 3m 10C 0 n n x sin x dx x sin x dx 2 3 m 0 3m 3m 3m Adesso giochiamo ad invertire gli estremi di integrazione e a mettere in evidenza dei segni meno. Otteniamo 3m 15C 3m n n x dx sin x dx sin 0 3m 0 3m 3m 3m 10C 3m n n x dx x sin x dx x sin 2 0 0 3m 3m 3m 30C 3m n 20C 3m n x dx x dx sin x sin 2 0 0 3m 3m 3m 3m Adesso procediamo a calcolare gli integrali: 3m 3m 3m 3m 3m n n n n x sin x dx xd cos x x cos x cos 0 3m x dx n 0 n 3m 3m 3m 0 3m 0 3m 3m 3m 3m 3m 3m n n 3m cosn d sin x sin x 3m cosn n n 0 n n 3m 3m 0 3m 3m 9m 2 3 m cos n sin n n n n 1 9m 2 cos n sin n cosn n n 3m 3m 0 3m 3m 3m 3m n n n cosn 1 sin x dx d cos x cos x 0 n n n 3m 3m 3m 0 Dunque si ha 38 Cn 30C cosn 1 60C cosn n n Si osservi allora che 30C 60C 60C n pari Cn n 1 1 n n n dispari C 30C 1 1 60C 60C 60C 0 n n n n n Dunque si può scrivere x; Cn e n 2 2 D 9m n sin x C2 k e 3m k 1 n 1 30C 1 e k 1 k 2 k 2 2 D 9m 2 k 2 2 D 9m 2k sin x 3m 2k sin x 3m In definitiva la soluzione del problema qui proposto si scrive T x; 30C 1 e k 1 k 2 k 2 2 D 9m C 2k sin x 15C 10 x m 3m Esempio 3, Parete piana. Consideriamo una parete pianeggiante di spessore L e di dimensioni trasversali infinite. Le due facce della parete siano isolate termicamente, mentre il campo termico nella parete, all’istante iniziale, sia descritto dalla funzione f x . Si intende che l’asse x sia ortogonale alla giacitura della parete e abbia origine su una delle due superficie estreme della parete stessa. Allora qual è la funzione del campo termico per 0 ? Il sistema da risolvere è 2T T D x 2 T x; 0 f x , T 0; 0, x T L; 0 x Operando per separazione di variabili, come nell’esempio uno, si trova l’integrale generale T x; e C1 cos x C2 sin x D D Ora derivo rispetto a x per imporre le condizioni al contorno sulla derivata. 39 T x; e x D D sin x C2 cos x C1 D D Impongo allora le condizioni suddette: T 0; 0 e C2 D 0 C2 0 x T L; 0 e C1 D sin L 0 x D L n D n D L Abbiamo trovato allora le soluzioni n T x; e Cn cos x L n 1,2,3... Nessuna di queste soluzioni può soddisfare la restante condizione al contorno. Tuttavia, considerando che qualunque somma di queste soluzioni è ancora una soluzione, posso considerare la soluzione n T x; e Cn cos x L n 1 e imporre la restante condizione n T x; 0 Cn cos x f x L n 1 Ci troviamo allora di fronte alla serie di Fourier, di soli coseni, della funzione f x . Allora i coefficienti C n altro non sono che i coefficienti di Fourier di f x . Per ricavarli secondo la formula generale, occorre definire f x anche in x 0 . Poiché lo sviluppo in serie di soli coseni è possibile solo per una funzione pari, porremmo la definizione f x per x 0 g x f x per x 0 Dunque abbiamo 1 L 1 0 1 L n n n g x cos x dx f x cos x dx f x cos x dx L L 0 L L L L L L 1 0 1 L 2 L n n n f x cos x d x f x cos x dx f x cos x dx L 0 0 L L L L L L Cn E la soluzione del problema è 40 T x; 2e L n n f xcos L x dx cos L x n1 L 0 Esempio 4, Sbarra infinita. Prendiamo una barra di sezione a a e di lunghezza infinita. Diciamo che il mantello della barra sia tenuto a temperatura costantemente nulla e che il campo termico della barra sia descritto, per 0 , dalla funzione f x, y . Quale è il campo termico negli istanti successivi? x a a z y Mettendo insieme equazione di Fourier e condizioni al contorno abbiamo il sistema da risolvere: 2T 2T 2T T D 2 2 2 y z x T x, y; 0 f x, y T x,0; T x, a; 0 T 0, y; T a, y; 0 Procedo per separazione di variabili, cioè faccio l’ipotesi che il campo termico possa scriversi come T x, y; X xY y Con questa ipotesi l’equazione di Fourier si scrive d 2 X x d 2Y x d X x Y y D Y y X x 2 2 dx dy d Procedo allora con la separazione delle variabili 41 d 2 X x d 2Y x D Y y X x 2 2 dx dy 1 d X x Y y d 1 d 2 X x 1 d 2Y x 1 d D 2 2 Y y dy d X x dx Dunque, introdotta la generica costante reale , abbiamo le due equazioni differenziali 1 d 2 X x 1 d 2Y x D 2 Y y dy 2 X x dx 1 d d 0 d d La seconda è una equazione ordinaria a coefficienti costanti, del primo ordine. Ricavo le radici del suo polinomio caratteristico: 0 Dunque il suo integrale generale è C1e Supponiamo che sia 0 , anche perché altrimenti avremmo che il campo termico ha come fattore moltiplicativo una funzione che diverge per 0 . Consideriamo adesso la prima equazione differenziale: possiamo separare ulteriormente le variabili ottenendo 1 d 2 X x 1 d 2Y x X x dx 2 D Y y dy 2 Introdotta allora la generica costante reale abbiamo le due equazioni differenziali 1 d 2 X x d 2 X x X x 0 X x dx 2 dx 2 D 1 d 2Y x Y y dy 2 Consideriamo la prima: è una equazione ordinaria, lineare a coefficienti costanti, del secondo ordine. Cerco le radici del suo polinomio caratteristico: 2 0 Si tratta adesso di fare una ipotesi sul segno di . Se si ipotizza un segno negativo avremo un integrale generale combinazione lineare di due funzioni esponenziali. Se si ipotizza un segno 42 negativo avremo invece una combinazione lineare di due funzioni trigonometriche. Opto per questa seconda ipotesi, seguendo il consiglio di M. Spiegel (buon’anima?). Abbiamo l’integrale generale X x C2 cos x C3 sin x Adesso rimane l’equazione differenziale D 1 d 2Y x d 2Y x Y y 0 2 2 Y y dy dy D Essendo 0, 0 , il segno del coefficiente in parentesi è indeterminato. Allora anche qui, per avere un integrale generale con funzioni trigonometriche anziché esponenziali, ipotizzo che tale coefficiente sia non positivo. Dunque, riassumendo, ho ipotizzato che 0 0 0 D E l’integrale generale della equazione differenziale di cui sopra si scrive Y y C4 cos y C5 sin y D D C4 cos y C5 sin y D D E allora abbiamo trovato, per il campo termico, la spaventosa espressione T x, y; e C1 cos x C2 sin x C3 cos y C4 sin y D D dove ho rimaneggiato le costanti per averne una in meno. Bene, adesso procedo con l’imposizione delle condizioni al contorno. T 0, y; 0 e C1 C3 cos y C4 sin y 0 C1 0 D D T x,0; 0 e C1 cos x C2 sin x C3 0 C3 0 Fin qui abbiamo dunque trovato 43 T x, y; e C2 sin x C4 sin y Ke sin x sin y D D dove ho accorpato ulteriormente le costanti. Impongo le altre due condizioni al contorno. T a, y; 0 e C2 sin a C4 sin y T x, a; 0 e C2 sin x C4 sin a n 0 D a m 0 D D a Abbiamo trovato allora le soluzioni n m T x, y; K nme sin x sin y a a n, m 1,2,... dove la costante K è diventata un coefficiente con due indici, considerando che ciascuna delle 2 soluzioni sopra indicate avrà un valore proprio per la costante. Si deve adesso osservare che, in generale, nessuna delle 2 soddisfa l’ultima condizione al contorno rimasta, cioè quella per 0 . Però, considerando che la somma di tutte queste soluzioni è ancora una soluzione, possiamo scrivere n T x, y; K nme sin x a n 1 m1 m sin y a possiamo imporre n m T x, y; 0 K nm sin x sin y a a n1 m1 f x, y Abbiamo allora lo sviluppo in serie doppia di Fourier (di soli seni) della funzione f x, y . Se ampliamo l’insieme di definizione di questa funzione a tutto 2 , definendo la funzione dispari f x, y per x 0 and g x, y f x, y per x 0 and f x, y per x 0 or y0 y0 y0 allora, applicando la teoria (vedi parte su serie doppie di Fourier), si ha 44 K nm 1 a2 1 a2 n m g x, y sin a x sin a a a a a y dxdy m a n sin y g x, y sin x dxdy a a a a a a m 0 n n sin y g x, y sin x dx g x, y sin a 0 a a a a 2 a m a n 2 sin y g x, y sin x dxdy a a a 0 a 1 a2 a x dx dy a 0 m a n m a n y g x, y sin x dxdy sin y g x, y sin x dxdy sin 0 a a 0 a a a 0 4 a m a 4 a a n n m 2 sin y g x, y sin x dxdy 2 g x, y sin x sin y dxdy a 0 a 0 0 a 0 a a a 2 a2 Per cui, in definitiva, il campo termico cercato è dato da T x, y; 4 a2 n m a a n m x sin y dxdy sin y 0 0 g x, y sin a a a a e sin x n 1 m1 Esempio 5, Cilindro circolare retto. Abbiamo un cilindro circolare retto di lunghezza infinita. Metà del suo mantello sia a temperatura T1 , mentre l’altra metà sia a temperatura T2 . Introdotto il sistema di coordinate polari indicato in figura e ricordando l’espressione del laplaciano in coordinate cilindriche, abbiamo il sistema R z y θ x 45 r T 1 r r 1 2T 0 r r 2 2 r T r , T1 per 0 T r , T per 2 2 Si osservi che manca la dipendenza dal tempo: studiamo lo stato stazionario del sistema fisico. Procedo per separazione di variabili, cioè ipotizzo che il campo termico possa scriversi nella forma T r, Rr Allora l’equazione di Fourier si scrive dR d r 2 2 2 1 dr 1 R d 0 dR d R R d 0 r dr r 2 d 2 r dr dr 2 r 2 d 2 r dR r 2 d 2 R 1 d 2 R dr R dr 2 d 2 Introdotta la costante reale abbiamo allora le due equazioni differenziali d 2R dR r R 0 2 dr dr d 2 2) 0 d 2 1) r 2 La prima equazione non è a coefficienti costanti. Ma è una equazione di Eulero e come tale si riduce ad una equazione lineare a coefficienti costanti operando 46 INDICE GENERALE Insiemi ortonormati di funzioni 1 Introduzione alla serie di Fourier 7 Convergenza della serie di Fourier 11 Diseguaglianza di Bessel e teorema di Riemann 21 Integrazione della serie di Fourier, notazione complessa della serie di Fourier e serie doppia di Fourier 26 Serie di Fourier e conduzione termica 32 47