L’Assessorato dei Beni culturali ed ambientali e della Pubblica istruzione della Regione siciliana ha scelto di commemorare Luigi Pirandello nella ricorrenza del 69° anniversario della sua morte, a distanza di un secolo dalla pubblicazione del suo celebre romanzo “Il fu Mattia Pascal” con la promozione di un particolare evento espositivo dal titolo ”Il fu Mattia Pascal – il primo centenario”, affidandone l’organizzazione a questa Biblioteca-Museo. La manifestazione si iscrive nella serie delle iniziative, già intraprese dalla stessa da oltre un decennio, che la vedono attivamente impegnata nell’attività di divulgazione e valorizzazione dell’opera del “Nostro”. La mostra documentaria, bibliografica ed iconografica, allestita nei locali dell’Istituto, è articolata in sezioni tematiche, che consentono di seguire l’evoluzione artistica del romanzo dalla sua originale genesi letteraria, avvenuta come abbiamo detto nel 1904, alle sue diverse forme segniche, teatrali, cinematografiche, fino a giungere al trionfo della nuova forma espressiva del fumetto, la <nona> arte del XX secolo, ed, insieme, di ripercorrere e mettere in luce le frequentazioni personali ed artistiche dello scrittore. Nella prima parte del percorso espositivo, accanto al volume della Nuova Antologia, nel quale era stata pubblicata la prima puntata del romanzo il 16 aprile 1904, alle pagine 586-616 del fascicolo 776, figurano anche le successive apparizioni dell’opera nelle edizioni a stampa. In quest’ambito, un posto di particolare interesse occupa il Taccuino di Coazze, un quadernetto d’appunti tenuto da Pirandello in massima parte tra il 1901 e il 1910. Questo cartolare, come lo stesso Pirandello definisce i suoi numerosi Taccuini, riporta alle carte 24v-25r, sotto la dicitura “Anno 1904” una fitta lista di incassi relativi agli introiti mensili percepiti dal giovane professore del Magistero di Roma durante quell’anno, pari a un totale di 6203,61 lire. Più di tremila lire erano i ricavi derivanti dalla sua “professione di novellaro” e pubblicista. In particolare, tra le voci comprese nella lista, compare l’appunto: “... Maggio Giugno : Nuova Ant. (Il fu Matt. P.), 906,00 – ...” che è la somma che gli viene corrisposta, tra maggio e giugno del 1904 per la pubblicazione a puntate de ”Il fu Mattia Pascal”. Sono presenti, altresì, le riproduzioni di alcune pagine dell’Autografo attualmente depositato a Cambridge presso la “Houston Library”. Un'altra sezione è dedicata alle molteplici traduzioni del romanzo nelle varie lingue, francese, inglese, spagnolo, tedesco, portoghese, giapponese, arabo, polacco e greco. A seguire si presenta una selezione dei saggi critici sull’opera, pubblicati in Italia e all'estero, le opere monografiche dei convegni organizzati nel mondo, nonché alcuni quotidiani e riviste specializzate. Completa questa sezione il fumetto L’uomo che visse due volte, novità ultima e sorprendente per il lettore. Difatti, “Il fu Mattia Pascal” di Pirandello è divenuto nel 1992 un episodio di Dylan Dog. Questo fumetto, il numero 67 della serie, ideato da Tiziano Sclavi e disegnato da Andrea Venturi. Nella sezione dedicata al teatro si espone un’ampia scelta dei principali allestimenti tratti dal romanzo pirandelliano, grazie ai preziosi materiali forniti dal Centro Studi della Fondazione del Teatro Stabile di Torino e del Teatro Stabile di Catania che accompagnano la ricca documentazione finora raccolta dalla Biblioteca-Museo sul tema, come locandine d’epoca, foto di scena, manifesti e la minuziosa rassegna stampa delle recensioni degli spettacoli. Quella curata da Tullio Kezich, messa in scena nel 1974 da Luigi Squarzina, con interprete Giorgio Albertazzi; la messa in scena del 1986, per la regia di Maurizio Scaparro, con interprete principale Pino Micol; la trasposizione realizzata a Rieti, nel 1992, che vede la regia di Marco Mattolini, con interprete Flavio Bucci; la trasposizione realizzata dal regista Piero Maccarinelli, per la stagione inaugurale 2001-2002, con interprete principale Giuseppe Pambieri e l’ultima messinscena, realizzata a Roma, con la regia di Marcello Amici nell’ambito di “Pirandelliana 2005”. Vasto spazio occupa la sezione dedicata al cinema, nella quale si presentano alcuni importanti documenti d’archivio, come i contratti e la corrispondenza con registi, musicisti, agenti e direttori di produzione delle Case cinematografiche Cinegraphic e Colosseum film, pagine manoscritte di sceneggiatura, manifesti e locandine cinematografiche, foto di scena e alcuni ritratti dei maggiori interpreti, che mettono in evidenza la travagliata relazione di Pirandello con la nuovissima “settima arte”. Si ricostruisce per grandi linee, la storia delle tre più importanti versioni filmiche, tratte dal soggetto del romanzo, a partire dalla primissima trasposizione cinematografica dal titolo “Feu Mathias Pascal” (negli USA “The living dead man”), il celeberrimo film muto sceneggiato e diretto da Marcel L’Herbier (Francia, 1925), per passare poi a “L’homme de nulle part” (in Italia “Il fu Mattia Pascal), il film parlato con la regia di Pierre Chenal (Francia, 1937); per finire con “Le due vite di Mattia Pascal”, il film a colori di Mario Monicelli (Italia, 1985), presentato in concorso il 15 maggio del 1985 al festival di Cannes. I tre film corrispondono a fasi diverse dell’evoluzione della tecnica cinematografica, il muto, il sonoro in bianco e nero, per arrivare all’era del colore. In concomitanza con l’evento espositivo è prevista la proiezione nella versione ridotta del film “Le due vite di Mattia Pascal”, di Mario Monicelli, presso la Sala conferenze della Biblioteca dal 12 dicembre. Ogni proiezione sarà seguita da un momento di approfondimento e dibattito. Alla visione del film sono invitate le scuole dell’isola con l’intento principale di avvicinare gli alunni alle tematiche pirandelliane. Grato apprezzamento si deve alla disponibilità del direttore del Centro Studi della Fondazione del Teatro Stabile di Torino, dott. Pietro Crivellaro, e alla sua collaboratrice, dott.ssa Anna Peyron, al direttore del Teatro Stabile di Catania, dott. Orazio Torrisi, all’ Editore della rivista <<The Pirandello Society of America>> di New York, prof.ssa Jana O’Keefe Bazzoni, che, superando non semplici difficoltà burocratiche, hanno reso possibile il prestito dei materiali in esposizione. Si ringraziano altresì il prof. Stefano Milioto per il suo contributo scientifico, il direttore del Piccolo Teatro Città di Agrigento, Dott. Giovanni Sardone, che ha coordinato le letture di brani tratti dall’opera di Pirandello e gli interpreti Lia Rocco, Paolo Di Noto e Pippo Montalbano, il provveditore agli studi Dott. Nicolò Lombardo, i dirigenti scolastici, i professori e gli alunni delle scuole partecipanti. Un particolare ringraziamento va a tutto il personale della Biblioteca-Museo “Luigi Pirandello” per il contributo di collaborazione nelle fasi preparatorie della mostra. Calogero Carbone Direttore della Biblioteca–Museo “Luigi Pirandello” di Agrigento IL FU MATTIA PASCAL ROMANZO DEL FU LUIGI PIRANDELLO “Antonietta mia, ... In me son quasi due persone: Tu già ne conosci una; l'altra, neppur la conosco bene io stesso. Soglio dire, ch'io consto d'un gran me e d'un piccolo me: questi due signori sono quasi sempre in guerra tra di loro. ... Io son perpetuamente diviso tra queste due persone. Ora impera l'una, ora l'altra. Io tengo naturalmente moltissimo ... al mio gran me; ... Quale dei due amerai di più, Antonietta mia? In questo consisterà in gran parte il segreto della nostra felicità ...” Così scrive da Roma il 5 gennaio 1894 Luigi Pirandello in una lettera alla fidanzata Maria Antonietta Portulano, poche settimane prima di sposarsi. Un decennio dopo, lo scrittore siciliano fa dire a “Mattia Pascal” il protagonista del suo romanzo: “... Mi darò a poco a poco una nuova educazione; mi trasformerò con amoroso e paziente studio, sicchè, alla fine, io possa dire non solo di aver vissuto due vite, ma d'esser stato due uomini ...” L’intima analogia tra questi 2 brani lascia intravedere l’intreccio ambivalente tra vita e scrittura in Pirandello e come sia già ben delineato nella sua vita di uomo il motivo dello ‘sdoppiamento’, della disgregazione dell’unità psichica, presente nella scrittura de “Il fu Mattia Pascal”, che troverà poi nella sua opera un’ampiezza sempre maggiore fino a diventare emblematico della cultura del Novecento. “Il fu Mattia Pascal” fu pubblicato a puntate quindicinali dall’autorevole rivista letteraria romana ”Nuova Antologia”, nei fascicoli dal 16 aprile al 16 giugno 1904, e poi, a ottobre dello stesso anno, il romanzo appare raccolto in volume al n. 5 della collana <Biblioteca della Nuova Antologia>. Le prime notizie della composizione di quest’opera risalgono al 1902. Stando alle indicazioni che dà lo stesso autore nelle cartoline che invia ad Adolfo Orvieto, direttore della rivista letteraria fiorentina <Il Marzocco>, la stesura era iniziata alla fine di dicembre del 1902 e s’era probabilmente conclusa ad agosto del 1903, l’anno in cui lo scrittore confida amaramente ai suoi più cari amici di “... dibattersi tra asprissime difficoltà...” per il fallimento dell’azienda paterna dove il giovane e inesperto Luigi aveva investito la dote della moglie Antonietta, l’aggravarsi dei disturbi pschici di lei, che lo spingeranno a pensare da lì a poco anche al suicidio. Della stesura dell’opera in fieri, ne dà anche notizie all’amico Luigi Antonio Villari nella lettera da Roma del 24 aprile 1903, definendo il nuovo lavoro “... un romanzo umorista, una diavoleria...” e poi, ancora al Villari, in una lettera da Girgenti del 3 settembre 1904, in vista dell’uscita dell’opera in volume, fantasticava sulla possibilità di vedere stampigliata in caratteri cubitali sul frontespizio dell’opera la seguente epigrafe: “... IL FU MATTIA PASCAL / ROMANZO / DEL / FU LUIGI PIRANDELLO. Figuratevi quanti elogi, la critica, e come andrebbe a ruba il volume!...” Il romanzo gli procura una quasi immediata notoriètà e, ancora oggi, è forse la sua opera narrativa più universalmente conosciuta. La ricorrenza del centenario ha mosso i maggiori Enti Istituzionali e Culturali di tutto il mondo a celebrare questo evento con manifestazioni culturali, mostre, convegni, proiezioni. a cura di: Calogero Carbone, Filomena Capobianco, Cristina Angela Iacono, Carmelo Iacono Manno, Vincenzo Salemi