100 RISPOSTE SULLA PRESSIONE ARTERIOSA Augusto Zaninelli - Gian Franco Gensini Lombar Key - €12,00 IL LIBRO L’ipertensione arteriosa non è di per sé una malattia, ma interessa circa 20 milioni di italiani e si sa per certo che chi ha la pressione alta corre un maggior rischio di avere un infarto del miocardio o un ictus cerebrale. Gli autori di “100 risposte sulla pressione”, i professori Augusto Zaninelli e Gian Franco Gensini, specialisti in medicina interna e cardiologia, sulla scorta della loro trentennale esperienza nella pratica clinica quotidiana, hanno individuato le domande più frequenti sul tema dell’ipertensione arteriosa e le hanno raccolte in questo testo sotto forma di dialogo. documenti: che cos’è l’ipertensione La pressione arteriosa viene espressa da due valori che indicano i livelli di forza, o spinta, sufficiente a far scorrere il sangue in tutta le rete dei vasi sanguigni. Proprio perché dipende dall’azione del cuore che alterna fasi di pompa con fasi di riempimento, la pressione è sottoposta ad oscillazioni fra un valore massimo (pressione sistolica) e uno minimo (pressione diastolica). Si misura in millimetri di mercurio (mmHg). Per essere considerata normale la pressione arteriosa sistolica non deve superare i 140 mmHg e la diastolica i 90 mmHg. Per i pazienti con diabete, malattie renali o, in generale, ad alto rischio di sviluppare un infarto o un ictus, il limite cambia e deve rimanere al di sotto di 130/80 mmHg. Ipertensione essenziale e secondaria In Italia, il problema dell’ipertensione arteriosa interessa circa 20 milioni di persone e colpisce il 13,6% della popolazione. Le cause dell’ipertensione essenziale sono sconosciute per la quasi totalità dei pazienti (95%). L’origine è spesso familiare. Nel restante 5% degli ipertesi, le cause sono certe. Si parla quindi di ipertensione secondaria e, in questi casi, è necessario intervenire direttamente sulla malattia che provoca l’innalzamento della pressione. L’ipertensione secondaria può essere causata da varie malattie, specie a carico dei reni e del sistema endocrino. Cause e sintomi L’ipertensione può derivare da fattori non collegati direttamente alla pressione arteriosa, quali il patrimonio genetico, il comportamento dietetico (soprattutto l’aumento di peso, ma anche un’eccessiva assunzione di sale, grassi, alcool), l’abitudine al fumo, la ridotta attività fisica o squilibri ormonali. È accertato che anche uno solo di questi fattori, o la loro combinazione, può comportare una riduzione del calibro delle arterie, un’aumentata quantità di sangue in circolo o un incremento della frequenza cardiaca e quindi determinare un aumento della pressione arteriosa. Nelle forme lievi e moderate non sono conosciuti sintomi specifici. Raramente si può osservare una sintomatologia non specifica, con cefalea modesta, disorientamento o vertigini, presenti anche quando c’è un brusco abbassamento della pressione. Solo quando si manifestano le complicanze, i sintomi diventano più specifici. Se si verifica un aumento improvviso della pressione (crisi ipertensiva) si può avvertire cefalea, cardiopalmo, palpitazione, sudorazione fredda e intensa vasocostrizione. I pazienti con pressione arteriosa bassa mostrano un indice di benessere generale più elevato rispetto agli ipertesi. Manifestazioni a lungo termine dell’ipertensione L’ipertensione accelera i processi di invecchiamento delle arterie, rendendo più pronunciate, rigide e instabili le placche aterosclerotiche (costituite da infiltrazioni di colesterolo, cellule infiammatorie e globuli bianchi che si annidano nella parete delle arterie riducendone il diametro). La pressione alta può danneggiare il cuore perché costretto a pompare con più forza il sangue in arterie ristrette, per cui le sue cellule tendono a ingrandirsi. Questo fenomeno porta ad un ispessimento delle pareti del ventricolo sinistro e quindi a una condizione chiamata ipertrofia ventricolare sinistra. A distanza di alcuni anni il cuore ipertrofico si “sfianca”, manifestando, spesso, una dilatazione del ventricolo sinistro, con una sensibile riduzione della forza di pompa del cuore. Questo rappresenta l’avvio verso quella condizione clinica grave identificata con il nome di scompenso cardiaco. Gli ipertesi sono più esposti al rischio di insufficienza renale e ad avere problemi alla vista. L’ipertensione raddoppia la probabilità di avere un infarto del miocardio rispetto alle persone normotese. Sulla base degli studi effettuati si può dire che fino a 69 anni la probabilità di avere un infarto nei successivi 10 anni varia dal 2% al 30% a seconda che la persona, uomo o donna, abbia o meno il diabete, fumi, o che presenti valori di colesterolo al di sopra della norma. Fattori di rischio cardiovascolare Livelli elevati di pressione diastolica e sistolica Età: uomini di età maggiore di 60 anni e donne di età maggiore di 69 anni. Circa il 75% delle persone con più di 60 anni manifesta ipertensione arteriosa e la percentuale aumenta con l’età Fumo Dislipidemia: colesterolo totale > 240 mg/dl o colesterolo LDL > 160 mg/dl o colesterolo HDL nei maschi < 40 mg/dl e nelle femmine < 48 mg/dl Storia familiare di disturbi cardiovascolari prima dei 50 anni Obesità addominale Inabilità fisica/sedentarietà Livelli ematici di proteina C-reattiva superiori o uguali a 1 mg/dl Condizioni socio-economiche: secondo numerosi studi le persone più povere economicamente e con livello culturale più basso sono più predisposte a sviluppare ipertensione. Misurazione della pressione arteriosa 1. Attendere almeno un’ora dopo aver assunto cibi, caffè o tè, dopo aver fumato e dopo uno sforzo fisico moderato o intenso 2. Lasciare il paziente in una stanza tranquilla, seduto comodamente a temperatura confortevole per alcuni minuti prima della misurazione della pressione 3. Utilizzare una fascia o un manicotto di tipo standard (12-13 cm di lunghezza e 35 cm di larghezza). Adoperare una fascia più larga o più stretta in caso di braccia rispettivamente più grasse o più magre rispetto alla norma, utilizzare la fascia più piccola per i bambini 4. Far appoggiare il braccio del paziente in modo che il manicotto risulti sempre a livello del cuore 5. Al primo controllo, misurare la pressione su entrambe le braccia per evidenziare eventuali differenze dovute a disfunzioni vascolari periferiche 6. Effettuare almeno due misurazioni a distanza di 1-3 minuti e procedere con un’altra misurazione se le prime due differiscono notevolmente 7. Dopo la seconda misurazione in posizione seduta, misurare la frequenza cardiaca tastando il polso per 30 secondi 8. Misurare la pressione 1 e 5 minuti dopo l’assunzione della posizione eretta negli anziani e diabetici e in tutti i casi in cui si può sospettare ipotensione ortostatica 9. Per definire una persona ipertesa, la pressione arteriosa deve essere riscontrata superiore alla norma in almeno due o tre controlli a distanza di una settimana. Prevenzione e trattamento La prevenzione dell’ipertensione può essere attuata mettendo in pratica uno stile di vita sano, controllando fumo, peso corporeo (se l’individuo è in sovrappeso od obeso) e consumo di alcool, mantenendo un’attività fisica di tipo aerobico, riducendo il contenuto di sale nella dieta e aumentando quello di frutta e verdura, diminuendo al contempo il contenuto di grassi animali saturi e colesterolo. Quando per controllare la pressione non è sufficiente l’intervento sullo stile di vita, è necessaria una terapia farmacologica che deve essere somministrata sotto controllo medico. I farmaci anti-ipertensivi sono classificati in base al loro meccanismo d’azione: diuretici che aumentano l’escrezione urinaria di sodio e acqua (i diuretici tiazidici, agiscono meno con questo meccanismo, ma più per un effetto diretto di vasodilatazione delle piccole arterie), simpaticolitici che bloccano l’attività del sistema simpatico a livello centrale e periferico, si distinguono in alfa- e beta-bloccanti rispettivamente, ACE-inibitori che bloccano la sintesi di angiotensina II, potente vasocostrittore, calcio-antagonisti che promuovono la vasodilatazione, bloccando l’entrata di calcio nella cellula muscolare dei vasi. Spesso però l’ipertensione non è controllata con un solo farmaco e può essere necessaria la combinazione di due o più di questi farmaci.