La pressione arteriosa Di Rosanna Lambertucci L’ipertensione arteriosa é un vero e proprio killer silenzioso, tanto che spesso non ci si accorge nemmeno di soffrirne. Non va dimenticato, invece, che è uno dei maggiori fattori di rischio cardiovascolare e che molto spesso viene diagnosticata solo in occasione di tali eventi. Quando si entra nei fatidici “anta” questo disturbo può iniziare a minimare la salute e gli esperti sono concordi nel consigliare che cambiare il proprio stile di vita può influire positivamente e addirittura diminuire l’impiego di farmaci per il trattamento di questa patologia. Smettere di fumare (o quantomeno diminuire), bere alcolici con moderazione, praticare attività fisica, ma soprattutto mantenersi in linea e curare l’alimentazione possono apportare benefici in chi soffre di ipertensione arteriosa. Ecco perché, con la consulenza scientifica del prof. Pier Luigi Rossi, Specialista in Scienze dell’Alimentazione e Medicina Preventiva, è stata messa a punto una dieta preparata con alimenti poveri di sodio: i cibi, infatti, possono aumentare o ridurre la pressione in forma molto sorprendente. Il programma dimagrante, che dura cinque settimane, ma che può essere ripetuto nel tempo, permette anche di dimagrire e ridurre la presenza di grasso nel nostro corpo. È importante sapere che abbiamo 5 litri di sangue e il percorso che questo deve fare, partendo e ritornando al cuore, è di 96 mila km. In ogni chilo di grasso accumulato, invece, si formano ben 3 km di nuovi vasi sanguigni. Così chi ha 10 kg di adipe in eccesso ha ben 30 km di vasi sanguigni in più nel suo organismo, dove il cuore deve spingere avanti il sangue. Pertanto la massa grassa accumulata per essicco di alimentazione, allunga il percorso compiuto dal sangue per ritornare al cuore. Proprio il grasso corporeo, quindi, è una dei maggiori responsabili della nascita dell’ipertensione arteriosa. Un sano narcisismo aiuta a vivere in salute e nel benessere psico-fisico più a lungo! Un viaggio di 96 mila chilometri A cura del Prof. Pier Luigi Rossi –Specialista in scienze dell’Alimentazione e Medicina Preventiva La pressione arteriosa è la forza con cui il cuore spinge avanti nelle arterie i circa 5 litri di sangue circolanti nel nostro organismo. Questa forza è detta pressione sistolica o massima, che non deve superare il valore di 130 mmHg. Spinto dal cuore, il sangue percorre così tutto il sistema vascolare delle arterie che riducono il loro diametro man mano che si spostano verso la periferia del corpo fino ad arrivare al vasto letto vascolare dei capillari, che in tutto l’organismo è costituito da circa 7 mila metri quadrati! La resistenza che incontra nel viaggiare attraverso i tubi arteriosi, che riducono in modo progressivo il loro diametro, è detta pressione arterioso distolica o minima e non deve superare il valore di 90 mmHg. A questo punto il sangue, superato il grande letto dei capillari, viene convogliato nelle vene per ritornare al cuore dopo un viaggio di circa 96 mila km. Ecco perché parliamo di “circolazione”, perché il sangue parte da un punto, il cuore, e ritorna nello stesso punto di partenza. La circolazione del sangue ha lo scopo principale di rifornire sostanze nutrienti, acqua e ossigeno alle 100 mila miliardi di cellule che costituiscono il nostro organismo. Questo vitale sistema vascolare, regolato dalla pompa del cuore, ha valori pressori variabili da persona a persona: sale nei momenti di paura, rabbia e stress, durante i pasti, con lo sforzo fisico, quando siamo preoccupati e scende nel sonno, quando facciamo un bagno caldo o leggiamo un libro divertente, quando viviamo un’esperienza serena e felice, davanti a un paesaggio o un’opera d’arte. Più alta è la pressione del sangue, più il cuore degenera e più aumenta il battito cardiaco. I sintomi di pressione arteriosa elevata possono presentarsi in tutto il corpo e includono nausee, cefalee, insonnia, stanchezza, difficoltà a respirare, agitazione e instabilità emotiva. Negli stati più avanzati della malattia si possono riscontrare gravi danni renali, cardiaci e/o cerebrali. Valori elevati di pressione arteriosa costituiscono una grave patologia invalidante l’integrità e la funzionalità del cuore, rene, occhio, cervello e le pareti delle arterie in particolare. Tuttavia, nonostante l’intensa campagna di informazione, la percezione del problema “ipertensione” non è ancora ottimale. Mentre la consapevolezza di cosa vuol dire la pressione alta ha raggiunto infatti percentuali discrete, il controllo presso rio non è ancora soddisfacente. Occorre misurare la propria pressione arteriosa al mattino prima di fare colazione, tra le ore 6 e le 9, prima di prendere farmaci. In questo orario la pressione del sangue può raggiungere i valori più alti della giornata, che non dovrebbero superare i 140 mmHg di pressione sistolica (“la massima”) e 90 mmHg di distolica (“la minima”).