RISCHI COMPETITIVI, CONTINUITA’ INDIPENDENZA E Effetto troncatura: si produce quando degli individui escono dal campo di osservazione (ex. Previsioni di mortalità – emigrazioni) eterogeneità dei rischi tra chi “resta” e chi “esce” dall’osservazione Problema: quale sarebbero stati i rischi (per ex. di morte) se non ci fossero state delle perturbazioni, cioè se non avessero giocato dei rischi tra loro competitivi? Ipotesi di indipendenza: stima della probabilità di subire l’evento studiato in assenza di rischi competitivi Si può ipotizzare che l’evento studiato (ex. decesso) sopraggiunga prima dell’evento competitivo (ex. migrazione) Quale validità ha l’ipotesi di INDIPENDENZA? Ex. decesso e migrazione (eventi reciprocamente esclusivi) miglior salute dei migranti Ipotesi di indipendenza: rappresentazione semplificata della situazione reale non nota. 1 Ipotesi di continuità: ipotizzare che il passaggio da un rango a quello successivo non modifichi il rischio del verificarsi di un certo evento. Ex. il passaggio dalla parità 3 alla parità 4 non modifichi il rischio di morte. Due eventi A e B sono casualmente indipendenti se non ci sono cause comuni ad entrambi, come C che causa A e B e se, in più, non esiste relazione causale tra A e B (come A che causa B o B che causa A). L’ipotesi d’indipendenza posta in demografia corrisponde alla I° condizione, mentre quella di continuità riguarda la II°. L’assenza di cause comuni è richiesta per tutte le misure (tassi, probabilità, eventi ridotti) salvo il caso in cui sia possibile controllare tutte le cause. La continuità presuppone l’assenza di relazione causale tra i processi competitivi (ex. nascita di un figlio che modifica la probabilità di sopravvivenza della madre se la fecondità riduce la probabilità di sopravvivenza, le donne senza figli avranno maggiori chances di sopravvivere) 2 EVENTI NON RIPETIBILI L’approccio degli eventi ridotti si applica sia agli eventi ripetibili che a quelli non ripetibili, ma solo per i fenomeni che non escludono l’individuo dal campo di osservazione (fecondità/nuzialità) Nello studio della mortalità non è possibile usare un’osservazione retrospettiva no eventi ridotti approccio probabilistico Probabilità di morte in presenza delle migrazioni. Se l’emigrazione non si fosse prodotta il numero di morti osservati nel corso di un anno sarebbe maggiore di Dt poiché alcuni potenziali migranti sarebbero morti durante l’anno. Sia Kt il numero ignoto di decessi tra gli emigrati: qt Dt K t Pt Stima di Kt : se tutti gli Et fossero morti Kt = Et se tutti sopravvissuti Kt = 0 Dt D Et qt t Pt Pt 3 Sia Qt = prob. di morire dei migranti potenziali se fossero rimasti, ipotizzando che abbiano lasciato il territorio in modo uniforme nel corso del periodo sottomessi a ½ del rischio nel corso del periodo Dt 0.5 Et Qt qt Pt Qt è ignota ipotesi che si può fare: qt Qt (cioè decesso e migrazione eventi INDIPENDENTI) Probabilità di morire : qt Dt 0.5Et qt Pt qt Dt Pt 0.5Et In caso vi siano anche immigrazioni: Dt qt Pt 0.5Et qt 0.5I t Se la popolazione è eterogenea rispetto alla mortalità (ex una generazione: gli individui che hanno una prob. di morte maggiore degli altri moriranno ad età più giovani. 4 Con l’aumentare delle età della generazione i sopravviventi saranno composti, proporzionalmente, sempre più da individui con un rischi di morte inferiore. effetti selezione sulla probabilità di morte individuazione delle cause di eterogeneità x delimitare popolazioni più omogenee rispetto al rischio Nel caso di eventi non ripetibili anziché prob. si possono calcolare tassi per durata d’esposizione al rischio: rapporto tra il numero dei decessi e il tempo totale di esposizione al rischio o PERSONE-ANNO vissute nel corso del periodo Nell’ipotesi che Dt, Et, It si verifichino tutte in media a metà anno (ripartizione uniforme degli eventi nell’anno o evoluzione lineare della funzione di sopravvivenza nell’intervallo di tempo) il tempo totale di esposizione al rischio è di 1 anno intero per Pt+1, ½ anno per Dt, Et, It Pt 1 0.5Dt 0.5Et 0.5I t TASSO D’ESPOSIZIONE AL RISCHIO: rt Dt Pt 1 0.5Dt 0.5 Et 0.5 I t 5 Sostituendo Pt 1 Pt Dt Et It Dt rt 0.5Pt Pt 1 Come le probabilità i tassi d’esposizione possono essere calcolati per tutti gli eventi non ripetibili (ex. decessi, nascite per rango, migrazioni per rango). Il denominatore è il tempo di esposizione al rischio vissuto nell’intervallo da coloro che sono scampati all’evento o agli eventi in competizione. Le prob. dipendono dalla lunghezza di tempo considerato (ex. scorretto confrontare prob. di morte tra 30 e 31 anni alla prob. tra 30 e 35 poiché il numero di morti aumenta con l’ampiezza dell’intervallo) I tassi non dipendono dalla lunghezza di tempo. Si possono confrontare i tassi di mortalità calcolati su due gruppi di età poiché qs esprimono l’evento per persona e unità di tempo. 6 TASSI DI I° E II° CATEGORIA (fecondità o migrazione per rango) Ex. fecondità TASSO PER DURATA D’ESPOSIZIONE AL RISCHIO = rapporto tra il numero di nati del rango e il numero di anni vissuti dalla pop. Che non ha subito né l’evento studiato (nascita di quel rango) né gli eventi competitivi (decesso e migrazione) I° CATEGORIA NASCITE RIDOTTE PER ETA’ = rapporto tra il numero di nati di un dato rango e insieme della pop. Scampata all’evento competitivo II° CATEGORIA Relazioni tra probabilità e tassi di I° categoria Le prob. e i tassi di I° categoria sono degli indicatori abbastanza simili dell’intensità di un fenomeno e si distinguono nettamente dagli eventi ridotti. Tassi e prob. si applicano agli eventi non ripetibili e i numeratori dei due indici sono uguali. Solo i denominatori differiscono e di ben poco: nel caso della prob. si tratta della popolazione esposta al rischio all’inizio dell’intervallo mentre nel caso del tasso il denominatore è uguale al tempo d’esposizione al rischio vissuto nell’intervallo. Supponendo la linearità della funzione di “sopravvivenza” per l’insieme dei fenomeni, il tempo di esposizione al rischio durante l’intervallo è uguale alla media aritmetica 7 della pop. Esposta al rischio all’inizio e alla fine dell’intervallo moltiplicata per la durata dell’intervallo. 2rt qt 2 rt n qt (1 anno) 2nrt 2 nrt (n anni) Qs formule possono essere modificate per tener conto di altre ipotesi concernenti la ripartizione degli eventi nel’intervallo. Ex. funzione di sopravvivenza esponenziale n qt 1 e nrt ESTINZIONE SEMPLICE ED ESTINZIONE MULTIPLA Fino ad ora calcoli per ottenere una prob. netta esente dagli effetti delle migrazioni in un approccio ad ESTINZIONE SEMPLICE. Cioè: Quale sarebbe stata la prob. di morire in assenza di altre cause di uscita dall’osservazione? Se si vuol tener conto del’insieme delle cause d’uscita (morte e migrazione) nello stesso tempo PROB: GREZZA con un approccio ad ESTINZIONE MULTIPLA senza correzioni per i rischi competitivi 8 Dt kt Pt E t t Pt Prob. di morte e di emigrazione (grezze) Prob. di uscire per l’una o per l’altra causa: st Dt Et kt t Pt Le prob. grezze, contrariamente a quelle nette, sono ADDITTIVE. Infatti siano qt e et le prob. nette di morte e migrazione : qt Dt Pt 0.5 Et et Et Pt 0.5 Dt I due fenomeni, in questo caso, sono in competizione. La prob. di uscire per morte e per migrazione non è la somma di qt e et La prob. totale di uscire per morte e migrazione in un’ottica ad estinzione semplice: st 1 1 qt 1 et qt et qt e t 9 Quindi è necessario sapere se le prob. sono grezze o al netto dei rischi competitivi. L’approccio ad estinzione semplice, basato sulle prob. nette, è frequentemente utilizzato qd. Interessa un evento in particolare (ex. decesso in assenza di migrazioni) Si opterà per l’approccio ad estinzione multipla, basato sulla prob. grezza se interessano più cause nello stesso tempo (ex. nelle previsioni). Il calcolo delle prob. grezze non richiede alcuna ipotesi, mentre quello delle prob. nette si basa generalmente sull’ipotesi molto rigida dell’indipendenza delle prob. in uscita. 10