Comitato economico e sociale europeo NAT/499 Rio+20: verso un’economia verde e una migliore governance Bruxelles, 22 settembre 2011 PARERE del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Rio+20: verso un’economia verde e una migliore governance COM(2011) 363 definitivo Contributo della società civile organizzata europea _____________ Relatore: WILMS _____________ NAT/499 - CESE 1386/2011 EN/DE-SPE/Sab/SPE/Res/gp/en/cp/cl Rue Belliard/Belliardstraat 99 — 1040 Bruxelles/Brussel — BELGIQUE/BELGIË Tel. +32 25469011 — Fax +32 25134893 — Internet: http://www.eesc.europa.eu IT -1La Commissione, in data 20 giugno 2011, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla: Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Rio+20: verso un’economia verde e una migliore governance COM(2011) 363 definitivo. La sezione specializzata Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 6 settembre 2011. Alla sua 474a sessione plenaria, dei giorni 21 e 22 settembre 2011 (seduta del 22 settembre), il Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 141 voti favorevoli, 2 voti contrari e 11 astensioni. * * * 1. Conclusioni e raccomandazioni 1.1 Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ritiene che la conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile 2012 a Rio de Janeiro dovrà mandare un chiaro segnale alla comunità internazionale, presentando proposte concrete per la transizione ad un ordine economico fondato su una crescita economica qualitativa, che contribuisca a sradicare la povertà e l'ingiustizia sociale, conservando al tempo stesso le risorse naturali per le generazioni future. 1.2 Il CESE accoglie con favore la comunicazione della Commissione1 come importante punto di partenza per un'analisi congiunta e una posizione comune delle istituzioni dell'UE in preparazione della conferenza Rio+20. A tale proposito il CESE rinvia ai propri lavori in merito all'iniziativa faro Un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse e alla Tabella di marcia verso un'economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 20502. In questo contesto il Comitato desidera concentrarsi sulle seguenti priorità. 1.3 Il CESE è convinto che la transizione verso un'economia sostenibile debba inserirsi in una strategia globale per lo sviluppo sostenibile e rispettare l'equità. Il CESE si rallegra del fatto che anche la Commissione ora consideri la dimensione sociale dello sviluppo sostenibile, e desidera che si ponga maggiormente l'accento su questo aspetto. In tale contesto acquistano 1 2 COM(2011) 363 definitivo. Cfr. pag. xx della presente Gazzetta ufficiale. NAT/499 - CESE 1386/2011 EN/DE-SPE/Sab/SPE/Res/gp/en/cp/cl …/… -2un'importanza fondamentale: la coesione sociale, l'equità, anche tra le diverse generazioni, una giusta redistribuzione e soluzioni eque a problematiche sociali quali le crescenti disuguaglianze, il mancato accesso a tutta una serie di risorse, la povertà e la disoccupazione. 1.4 Il CESE appoggia le raccomandazioni politiche dell'OIL sui posti di lavoro verdi e sottolinea in modo particolare la necessità di un coinvolgimento attivo delle parti sociali nel processo di modifica dell'ambiente lavorativo. Inoltre, il Comitato accoglie con particolare favore l'iniziativa delle Nazioni Unite per una piattaforma in materia sociale (Social Protection Floor Initiative) volta a fornire una serie di diritti sociali e di trasferimenti fondamentali, e a mettere a disposizione un livello essenziale di beni e di servizi sociali accessibili a tutti. 1.5 Il CESE apprezza che la comunicazione delle Commissione sia stata presentata congiuntamente dai rispettivi commissari responsabili dell'Ambiente e dello Sviluppo, il che evidenzia chiaramente la connessione tra ambiente, sviluppo sostenibile e aiuti allo sviluppo. Il Comitato auspica vivamente che la nuova definizione della politica di aiuto allo sviluppo dell'UE si fondi sul concetto di sviluppo sostenibile e che ciò si rifletta anche nell'orientamento degli aiuti, compresa l'elaborazione di progetti locali di aiuto allo sviluppo. 1.6 Il CESE esprime il più vivo rammarico per il fatto che un miliardo di persone soffra la fame nel mondo, in particolare nei paesi in via di sviluppo; una situazione questa, in piena contraddizione con la realizzazione del primo obiettivo di sviluppo del Millennio. Il CESE è convinto che tra le priorità dell'agenda globale in materia di sviluppo sostenibile debba figurare la garanzia di accesso alle risorse, all'alimentazione e all'energia. Per conseguire questo obiettivo è fondamentale che la società civile partecipi attivamente all'elaborazione delle politiche locali e nazionali. In questo ambito, nei paesi in via di sviluppo, va sottolineato in particolar modo il ruolo delle donne. 1.7 Il CESE è convinto che per effettuare la transizione ad un "economia verde" siano necessarie misure politiche a livello internazionale, nazionale, regionale e locale, accompagnate da una serie di strumenti politici. In particolare, tra queste misure figurano quelle finalizzate a garantire che i prezzi di mercato rispecchino adeguatamente i costi ambientali, nonché una base imponibile più verde, che preveda l'imposizione sul consumo di risorse anziché sul fattore lavoro. Occorre definire i programmi di spesa pubblica in modo da incoraggiare gli investimenti in tecnologie e progetti sostenibili ed eliminare i sussidi dannosi all'ambiente, tenendo debito conto delle implicazioni sociali. Gli appalti pubblici devono essere utilizzati a favore dei prodotti e servizi maggiormente compatibili con l'ambiente. È opportuno adottare misure per migliorare la complementarità tra commercio mondiale e sviluppo sostenibile. 1.8 Occorre definire parametri precisi per misurare i progressi compiuti verso una maggiore sostenibilità. È inoltre necessario sviluppare dei metodi per misurare il progresso economico al di là del PIL, in termini di miglioramento del benessere dei cittadini e della qualità di vita, tenendo conto della lotta contro la povertà, della creazione di condizioni di lavoro più dignitose e della tutela dell'ambiente naturale. Tenuto conto del parere Oltre il PIL: strumenti NAT/499 - CESE 1386/2011 EN/DE-SPE/Sab/SPE/Res/gp/en/cp/cl …/… -3per misurare lo sviluppo sostenibile3, il Comitato intende presentare, ancora prima della conferenza di Rio, la sua posizione sul modo in cui la società civile dovrebbe essere coinvolta nello sviluppo di questi indicatori. 1.9 In tale ottica, la conferenza Rio+20 dovrà adottare un mandato per "un'economia verde". L'ONU perseguirà attivamente tale mandato, che comprenderà le sei priorità che seguono: la valutazione dei progressi verso un'economia verde, misure normative volte a favorire la transizione verso un'economia verde, la sensibilizzazione allo sviluppo sostenibile per promuovere un'economia verde, strumenti finanziari per promuovere un'economia verde, spese ed investimenti pubblici a favore di un'economia verde, la determinazione di obiettivi per un'economia verde. 1.10 Le conclusioni del lavoro svolto in base al mandato summenzionato dovrebbero esser utilizzate a livello nazionale per elaborare piani d'azione e strategie in vista del passaggio ad un'economia verde, tenendo conto delle diverse specificità nazionali. 1.11 Affinché la comunità internazionale compia i passi necessari per uno sviluppo sostenibile è urgente integrare e rafforzare maggiormente la governance in materia di sviluppo sostenibile e di ambiente a livello internazionale e delle Nazioni Unite. Bisognerà utilizzare la conferenza di Rio per predisporre un quadro istituzionale solido a livello delle Nazioni Unite. Il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) dovrebbe essere potenziato e ulteriormente sviluppato in termini istituzionali. Il CESE ritiene inoltre che l'idea di un Consiglio per lo sviluppo sostenibile, nel quale siedano i vertici politici degli Stati membri dell'ONU e che dipenda direttamente all'Assemblea generale, sia utile per far fronte alla sfida di garantire uno sviluppo sostenibile e il passaggio a sistemi produttivi ecologici. 1.12 Per realizzare con successo la transizione verso un'economia sostenibile è necessario ch'essa sia accettata e sostenuta dalla società civile. Pertanto, il Comitato s'impegna espressamente al fine di coinvolgere attivamente i rappresentanti della società civile organizzata nei preparativi e nel seguito della conferenza Rio+20 e di garantire ch'essi possano esprimersi efficacemente nell'ambito dei negoziati della conferenza e dell'attuazione delle sue conclusioni. Occorre effettuare una valutazione critica delle forme di partecipazione in uso per determinare se sono in grado di svolgere efficacemente il loro ruolo. In vista della conferenza Rio+20, il CESE appoggia già attivamente questo processo organizzando delle conferenze con la società civile e delle consultazioni con i rappresentanti della società civile europea e di altre regioni del mondo. 3 GU C 100 del 30.4.2009, pag. 53. NAT/499 - CESE 1386/2011 EN/DE-SPE/Sab/SPE/Res/gp/en/cp/cl …/… -41.13 Occorre rafforzare la governance a favore di uno sviluppo sostenibile a livello nazionale, regionale e locale, nonché nell'ambito della gestione delle imprese. Ciò presuppone che la società civile partecipi attivamente e con delle garanzie istituzionali, attraverso processi democratici e l'istituzione di strutture di dialogo, ai temi e ai progetti rilevanti per un'economia più verde e per lo sviluppo sostenibile. Nel quadro del vertice di Rio, l'Europa dovrebbe alimentare i dibattiti con le sue esperienze positive nel campo della partecipazione del pubblico ai processi decisionali, dell'accesso pubblico alle informazioni in materia ambientale e dell'accesso alla giustizia sulla base della cosiddetta Convenzione di Aarhus, ed insistere sul consolidamento di strutture analoghe a livello mondiale. 1.14 Nell'ottica di garantire che il perseguimento di una sostenibilità a lungo termine sia più efficace e giuridicamente legittimato, il CESE sostiene l'iniziativa del World Future Council di istituire, sia a livello dell'ONU che a livello nazionale, la figura del mediatore per le generazioni future. 1.15 L'UE e i suoi Stati membri dovrebbero mettere ordine in casa propria per quanto riguarda le sfide connesse allo sviluppo sostenibile e alla transizione verso un'economia verde. Il CESE è convinto che a Rio+20 l'UE avrebbe una posizione negoziale più forte se fosse all'altezza della propria responsabilità storica e adottasse ambiziosi obiettivi in materia di sviluppo sostenibile. Sebbene in alcuni settori l'UE l'abbia già fatto, in altri rimane ancora molto da fare e in alcuni casi essa dovrà iniziare da zero. Il Comitato invita il Consiglio, la Commissione e il Parlamento europeo ad attuare pienamente e senza indugio tutti gli obiettivi di riduzione delle emissioni attuali fino al 2020 e a valutare la possibilità di rendere più severo l'obiettivo per il 2020, passando ad una riduzione del 25 %, che costituirebbe un'opzione efficace in termini di costi per raggiungere i futuri obiettivi, aprendo la via ad ulteriori accordi globali. Inoltre gli Stati membri dovrebbero attuare con urgenza tutte le misure necessarie per conseguire l'obiettivo di migliorare l'efficienza energetica del 20 % entro il 2020. In generale, l'UE dovrebbe integrare le implicazioni politiche della transizione verso un'economia verde e uno sviluppo più sostenibile nell'elaborazione del nuovo quadro finanziario pluriennale, nella definizione delle sue politiche principali quali la politica agricola, di coesione, commerciale e di sviluppo, ed infine nell'attuazione ulteriore della strategia Europa 2020. Una volta conclusa la conferenza Rio+20, l'UE dovrebbe rivedere la sua politica per lo sviluppo sostenibile. 2. Contesto 2.1 Con risoluzione del 24 dicembre 2009 l'Assemblea generale dell'ONU ha deciso di tenere a Rio nel 2012 una conferenza dell'ONU sullo sviluppo sostenibile (UN Conference on Sustainable Development - UNCSD). NAT/499 - CESE 1386/2011 EN/DE-SPE/Sab/SPE/Res/gp/en/cp/cl …/… -52.2 Nel 2010, il CESE ha esaminato l'approccio dell'UE rispetto a questo importante evento e, nel settembre 2010, ha elaborato un primo parere su questo tema4. Da allora hanno avuto luogo riunioni preparatorie a New York e altrove e la Commissione europea ha presentato una comunicazione (COM(2011) 363 definitivo) sulle eventuali linee guida dell'Unione in vista dei negoziati del vertice Rio+20. Sulla base di un'ampia consultazione con i rappresentanti della società civile organizzata, nel presente parere, il CESE sviluppa ulteriormente il suo punto di vista e ribadisce l'esigenza di integrare tutta una serie di elementi nella strategia negoziale dell'UE per il vertice di Rio. 2.3 In base alla risoluzione dell'Assemblea generale, l'UNCSD 2012 avrà tre obiettivi: 2.4 Situazione attuale: benché negli ultimi 20 anni siano stati compiuti dei progressi per quanto riguarda certi aspetti dello sviluppo sostenibile, in molti settori la situazione si aggrava. 2.5 4 garantire un rinnovato impegno politico per lo sviluppo sostenibile, fare il punto sui progressi finora compiuti e sui persistenti ritardi nell'attuazione delle conclusioni dei grandi vertici sullo sviluppo sostenibile, affrontare le nuove sfide che si profilano. la povertà è aumentata in termini assoluti: 2,6 miliardi di persone vivono con meno di 2 euro al giorno, 1,5 miliardi di lavoratori, pari alla metà del totale mondiale, lavorano in condizioni di precarietà. Nel 2010 si è registrato il livello di disoccupazione più elevato da quando si è cominciato a misurarla, i livelli di emissioni e di carbonio nell'atmosfera sono in continuo aumento e i cambiamenti climatici hanno ripercussioni sempre più avverse sulle condizioni di vita in molte regioni del mondo, il fenomeno della migrazione aumenta globalmente esercitando così una pressione aggiuntiva sull'ambiente e sulla sicurezza degli approvvigionamenti, in base alle attuali tendenze demografiche, nel 2050 la popolazione mondiale avrà raggiunto i 9 miliardi, il che aggraverà ulteriormente questi problemi. Sfide nuove ed emergenti: la crescita della popolazione mondiale, le aspettative crescenti in termini di tenore di vita e l'aumento dei consumi di materie prime iniziano a creare tensioni negli approvvigionamenti alimentari, energetici e di altre risorse naturali, determinando prezzi più alti e gravi problemi sociali e politici. Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Verso un vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile nel 2012, GU C 48 del 15.2.2011, pag. 65. NAT/499 - CESE 1386/2011 EN/DE-SPE/Sab/SPE/Res/gp/en/cp/cl …/… -62.6 Una delle nuove sfide più importanti che il mondo dovrà affrontare nel prossimo secolo è mantenere o raggiungere un livello adeguato di sicurezza alimentare, energetica e delle risorse per tutti - generazioni attuali e future - in un mondo dove la popolazione aumenta e dove le risorse naturali sono limitate. Di conseguenza si rende necessaria una crescita economica qualitativa che contribuisca a sradicare la povertà e l'ingiustizia sociale conservando al tempo stesso le risorse naturali per le generazioni future. Tra i temi fondamentali sui quali il vertice mondiale del 2012 dovrebbe concentrarsi figura la realizzazione di strutture istituzionali per gestire tali sfide. 2.7 Negli ultimi tre anni la crisi economica e finanziaria è stata al centro delle preoccupazioni dei responsabili politici e dei dipartimenti economici e finanziari. Tuttavia, queste pressanti problematiche di breve periodo non devono distogliere l'attenzione dai problemi citati dell'economia mondiale reale e dall'impellente necessità di orientare il funzionamento dell'economia mondiale nella direzione di una maggiore sostenibilità, equità e di un maggior rispetto dell'ambiente. La stessa transizione dovrebbe essere una grande fonte di nuovi investimenti e nuovi posti di lavoro, oltre a creare più equità, coesione, stabilità e resilienza. Essa può contribuire a risolvere le difficoltà economiche attuali. 2.8 Il rinnovato impegno politico. Il vertice di Rio 2012 è un'occasione preziosa per inquadrare questa trasformazione e per determinare l'impegno politico di alto livello necessario affinché questo cambiamento diventi realtà. È fondamentale che i capi di governo affrontino queste problematiche, partecipino alla conferenza e ne garantiscano il successo. Inoltre, dato che la questione centrale è quella della trasformazione dell'economia globale, è necessario che alla conferenza partecipino anche i ministri delle Finanze, dell'Ambiente e dello Sviluppo. 2.9 Lo sviluppo sostenibile si basa sulle iniziative e sulla partecipazione della società civile, rendendo così necessario il coinvolgimento attivo di quest'ultima sia nella preparazione che nel seguito dato al vertice, e nell'attuazione delle sue conclusioni. A livello nazionale ed internazionale occorre creare delle sedi di discussione per promuovere, tra le parti interessate della società civile, e tra questa e i responsabili politici, un dialogo sui temi della transizione verso un'economia verde e lo sviluppo sostenibile. 2.10 In base alla risoluzione dell'Assemblea generale, i lavori dell'UNCSD 2012 verteranno in particolare su due temi: 2.11 un'economia verde nel contesto dello sviluppo sostenibile e dell'eliminazione della povertà, il quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile. Un solo vertice non sarà sufficiente per giungere ad un accordo su tutto ciò che occorre fare per rendere più verde l'economia mondiale e promuovere in modo più efficace lo sviluppo sostenibile. Per questo motivo il Comitato è convinto che l'obiettivo prioritario della conferenza dovrebbe essere quello di costituire all'interno del sistema delle Nazioni Unite un NAT/499 - CESE 1386/2011 EN/DE-SPE/Sab/SPE/Res/gp/en/cp/cl …/… -7quadro istituzionale solido per l'esecuzione delle decisioni della conferenza, la promozione a lungo termine dello sviluppo sostenibile nel mondo e l'attuazione di un programma d'azione per rendere più verde l'economia mondiale nei prossimi anni. 3. Il quadro istituzionale: un nuovo Consiglio per lo sviluppo sostenibile 3.1 A livello internazionale, da 19 anni la responsabilità di monitorare i progressi compiuti in tutto il mondo in materia di sviluppo sostenibile spetta alla Commissione delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile (CSS). Tuttavia, nella sua forma attuale, la CSS non è più produttiva. Sebbene abbia condotto alcune buone analisi dei problemi, non si è dimostrata in grado di darvi seguito con misure concrete. È necessario creare all'interno del sistema dell'ONU una struttura dotata di maggiori competenze per affrontare in modo più efficace le grandi questioni globali in materia di sostenibilità. 3.2 Tra le diverse opzioni per rafforzare la struttura istituzionale all'interno dell'ONU, il CESE sostiene l'idea, che sta gradualmente prendendo forma, di un nuovo Consiglio per lo sviluppo sostenibile, che riferisca direttamente all'Assemblea generale e che integri e rafforzi i lavori attualmente svolti in modo separato dal Consiglio economico e sociale (Ecosoc) e dalla Commissione per lo sviluppo sostenibile. 3.3 Di questo Consiglio dovrebbero essere membri tutti i paesi del mondo, rappresentati dalle loro massime autorità politiche. Il Consiglio dovrebbe favorire azioni globali su tutti gli aspetti dello sviluppo sostenibile, promuovere la transizione verso un'economia più verde e avviare azioni su questioni nuove e sempre più importanti quali la sicurezza alimentare ed energetica. 3.4 Questo nuovo Consiglio dovrebbe stabilire uno stretto legame con la Banca mondiale e con il Fondo monetario internazionale (FMI), ai quali andrebbe affidata una nuova missione, ossia porre la promozione dello sviluppo sostenibile al centro del proprio lavoro. 3.5 Il programma per l'ambiente (UNEP) e il programma di sviluppo (UNDP) delle Nazioni Unite dovrebbero essere potenziati affinché contribuiscano insieme in modo più incisivo alla dimensione ambientale dello sviluppo sostenibile, e a quella relativa allo sviluppo. 3.6 La governance nazionale. Oltre ad istituire strutture funzionali nel quadro dell'ONU, i leader politici dovrebbero sfruttare il vertice mondiale anche per infondere nuovo vigore nei propri meccanismi nazionali tesi a promuovere lo sviluppo sostenibile. 3.7 Occorre altresì rilanciare e aggiornare le strategie nazionali per lo sviluppo sostenibile, garantendo il pieno appoggio dell'economia e di tutti gli attori della società civile. Occorre parimenti dotare gli organi consultivi, quali i consigli per lo sviluppo sostenibile, di risorse adeguate affinché possano contribuire all'introduzione di nuove idee e a promuovere il progresso. NAT/499 - CESE 1386/2011 EN/DE-SPE/Sab/SPE/Res/gp/en/cp/cl …/… -8- 3.8 La governance regionale, e locale. In tutto il mondo esistono ottimi esempi di ciò che riescono a fare gli enti regionali e locali. Il vertice dovrebbe dare risalto agli esempi migliori e fare in modo che i governi nazionali stabiliscano degli obiettivi vincolanti di ulteriori progressi per i rispettivi enti regionali e locali e li sostengano in questo processo. 3.9 Il ruolo dell'economia e delle parti sociali. Basandosi sugli esempi migliori, è giunto il momento di promuovere in modo più ampio le migliori pratiche delle imprese in materia di sostenibilità, creando una convenzione quadro sulla responsabilità delle imprese in materia di sostenibilità, nonché una convenzione quadro sulla responsabilità, basata sulla norma ISO 26000. Al vertice dovrebbero essere avviati negoziati a questo fine. Le parti sociali dovrebbero partecipare pienamente a questo processo. 3.10 Il ruolo della società civile. Il passaggio ad un'economia sostenibile può essere efficace solo se la società civile viene coinvolta attivamente nel processo. Ciò presuppone processi democratici e la messa a punto di strutture di dialogo tra la società civile e i responsabili politici. Occorre inoltre che in ciascun paese le informazioni sull'ambiente, sul progresso verso un'economia più verde e su altri aspetti dello sviluppo sostenibile siano rese più disponibili al fine di agevolare un dibattito pubblico meglio informato sulle questioni cruciali. In Europa, la convenzione del 1998 sull'accesso alle informazioni, sulla partecipazione del pubblico ai processi decisionali e sull'accesso alla giustizia in materia ambientale (Convenzione di Aarhus) ha permesso di ampliare e consolidare i diritti pubblici di accesso alle informazioni e di promuovere la partecipazione pubblica, nonché l'accesso alla giustizia. Il vertice dovrebbe incoraggiare le iniziative volte a stabilire convenzioni simili in tutte le regioni del mondo e il mandato del nuovo Consiglio per lo sviluppo sostenibile dovrebbe prevedere di perseguire tale obiettivo, all'interno di un quadro globale. 3.11 Il mediatore per le generazioni future. Le esigenze delle generazioni future sono un elemento fondamentale dello sviluppo sostenibile ma non sono rappresentate nei processi decisionali pertinenti. Per rimediare a questa situazione e garantire che si tenga conto degli interessi a lungo termine in modo maggiore e giuridicamente legittimo, il CESE sostiene l'iniziativa del World Future Council5 di istituire la figura del mediatore per le generazioni future sia a livello dell'ONU che a livello nazionale. 4. L'economia verde 4.1 Attualmente l'economia globale non ha un funzionamento orientato a realizzare uno sviluppo sostenibile. Dal punto di vista ambientale essa favorisce un consumo eccessivo di risorse naturali, causa inquinamento dell'ambiente e non è in grado di contrastare il cambiamento climatico; mentre dal punto di vista sociale è responsabile di una disoccupazione e di una povertà diffuse, del prevalere di cattive condizioni di salute e della mancanza di istruzione. 5 http://www.futurejustice.org/action-the-campaign/?section=full#21. NAT/499 - CESE 1386/2011 EN/DE-SPE/Sab/SPE/Res/gp/en/cp/cl …/… -9- 4.2 Rendere più verde l'economia significa orientare il suo funzionamento verso risultati più sostenibili. Occorre riesaminare gli altri obiettivi economici per misurarne il contributo allo sviluppo sostenibile. Tutti gli strumenti di gestione economica dovrebbero essere reimpostati in modo da orientare l'economia in direzione di una maggiore sostenibilità. 4.3 Finora lo sviluppo economico considerava la crescita economica una condizione importante per aumentare il tenore di vita generale. Anche in futuro essa dovrà rimanere un obiettivo centrale, in particolare per i paesi in via di sviluppo, dove occorre ancora creare condizioni di vita decenti per tutti. Un'economia verde deve disaccoppiare la crescita economica dalla conseguenze negative per l'ambiente. Essa deve essere parte di una strategia di sviluppo sostenibile volta a conseguire una crescita economica di qualità che contribuisca a sradicare la povertà e l'ingiustizia sociale, conservando contemporaneamente gli ambienti naturali per le generazioni future. La riconversione verso un'economia verde deve tener conto dei principi chiave di equità, cooperazione e responsabilità comune ma differenziata. 4.4 Il Comitato si rallegra del fatto che, nel quadro della transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio, i colloqui internazionali sui cambiamenti climatici ora tengano conto degli aspetti sociali e del lavoro dignitoso, come previsto dall'accordo di Cancún nella sua visione comune a lungo termine per un'azione globale. Il CESE appoggia le raccomandazioni politiche dell'OIL sui posti di lavoro verdi e sottolinea in modo particolare la necessità di instaurare una cooperazione attiva tra le parti sociali nel processo di transizione dell'ambiente lavorativo. 4.5 Tale compito di rendere l'economia più verde è molto complesso e va realizzato in molti campi diversi: a livello di autorità internazionali, nazionali, regionali e locali, in molti settori diversi dell'economia, coinvolgendo le imprese di tutti i tipi, le parti sociali e altri attori economici, e includendo cittadini e consumatori. 4.6 La conferenza di Rio dovrà suscitare un nuovo impegno politico, diretto a promuovere lo sviluppo sostenibile e la transizione verso un'economia verde in tutto il mondo. I partecipanti dovranno elaborare dei principi per una transizione verso un'economia più ecocompatibile. Inoltre, dovranno dare mandato agli organi responsabili delle Nazioni Unite per sviluppare un programma di lavoro orientato all'azione e incentrato sugli aspetti fondamentali per il progresso dello sviluppo sostenibile in tutto il mondo. 4.7 Mandato agli organi delle Nazioni Unite per "un'economia verde". Il Comitato suggerisce che il mandato inerente ai futuri lavori degli organi delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile includa i sei pilastri o elementi principali che seguono: NAT/499 - CESE 1386/2011 EN/DE-SPE/Sab/SPE/Res/gp/en/cp/cl …/… - 10 la valutazione dei progressi verso un'economia verde, misure normative volte a favorire la transizione verso un'economia verde, la sensibilizzazione allo sviluppo sostenibile per promuovere un'economia verde, strumenti finanziari per promuovere un'economia verde, spese ed investimenti pubblici a favore di un'economia verde, la determinazione di obiettivi per un'economia verde. 4.8 L'Unione europea e i suoi Stati membri hanno acquisito una grande esperienza nell'applicazione di strumenti politici finalizzati a promuovere la sostenibilità. Proprio per questo l'UE dovrebbe far valere attivamente le sue esperienze a livello internazionale. 4.9 La valutazione dei progressi verso un'economia più verde. È necessario stabilire dei parametri per misurare i progressi nel campo della sostenibilità. Occorre sviluppare metodi per misurare il progresso economico in termini di miglioramento del benessere dei cittadini e della qualità di vita, tenendo conto della lotta contro la povertà, creando condizioni di lavoro più dignitose e conservando l'ambiente naturale. In particolare, è necessario concordare dei metodi per misurare la pressione che le attività economiche comportano per i diversi tipi di capitale naturale nel suolo, nell'acqua, nell'aria e nei rispettivi ecosistemi. 4.10 Il vertice dovrebbe stabilire un calendario per la messa a punto di un sistema per misurare i progressi in direzione di attività economiche verdi. 4.11 Nel suo parere sul tema Oltre il PIL: strumenti per misurare lo sviluppo sostenibile6 il Comitato aveva già riflettuto sui limiti del PIL, sulle eventuali modifiche ed aggiunte da apportarvi, nonché sulla necessità di elaborare nuovi criteri che permetterebbero di fissare degli indicatori complementari di benessere e di sostenibilità (economica, sociale ed ecologica). Ancora prima della conferenza di Rio+20, il CESE intende presentare la sua posizione in merito a come coinvolgere la società civile nello sviluppo di tali indicatori. 4.12 Le misure normative. In Europa, gli standard di efficienza per molti prodotti e processi (in particolare quelli relativi all'efficienza energetica) sono stati spinti costantemente verso l'alto nel corso degli anni rafforzando progressivamente le norme minime. L'UE dovrebbe proporre un meccanismo simile per promuovere lo stesso processo a livello internazionale. Forse è anche opportuno sviluppare nuove iniziative internazionali in materia di gestione dei prodotti chimici e di regolamentazione delle conseguenze dello sviluppo di nuove tecnologie, tra cui le nanotecnologie. 4.13 L'educazione alla sostenibilità e lo scambio di informazioni. Vi sono paesi, regioni, città, imprese, ecc. in cui sono già evidenti ottimi risultati della transizione in corso verso la sostenibilità. 6 GU C 100 del 30.4.2009, pag. 53. NAT/499 - CESE 1386/2011 EN/DE-SPE/Sab/SPE/Res/gp/en/cp/cl …/… - 11 4.14 L'Europa ha svolto un ruolo attivo nel promuovere l'educazione alla sostenibilità e nella diffusione dell'informazione relativa alle buone pratiche e alle nuove iniziative in questo ambito. Le conseguenti esperienze dovrebbero alimentare un dibattito internazionale sugli strumenti a favore di un'economia verde. 4.15 Le misure fiscali. Il vertice dovrebbe imprimere un maggiore impulso agli sforzi nazionali e internazionali per rendere più verde la base imponibile, eliminando i sussidi perversi e configurando la politica fiscale in modo tale da favorire l'occupazione e ridurre al minimo l'inquinamento e il consumo di combustibili fossili e di altre risorse naturali. È giunto inoltre il momento di lanciare una nuova iniziativa a favore di una tassa sulle transazioni finanziarie, concordata a livello globale, e di utilizzarne il gettito per finanziare investimenti nel campo dello sviluppo sostenibile. 4.16 Investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo. Gli organi competenti delle Nazioni Unite dovrebbero essere incaricati di individuare i settori di ricerca e sviluppo di tecnologie e strumenti a favore di un'economia verde nei quali, attraverso una cooperazione internazionale, sarebbe utile raggruppare gli sforzi in materia di ricerca e sviluppo. È importante adottare rapidamente in tutto il mondo le nuove tecnologie più verdi. Gli organi competenti dell'ONU dovranno specificamente individuare le barriere al trasferimento rapido di tali tecnologie e mettere a punto dei modi per superarle. 4.17 I programmi di appalti pubblici possono costituire uno strumento efficace per spingere i produttori in direzione di prodotti e servizi più verdi. L'Europa possiede esperienza nel campo dell'attuazione degli appalti pubblici "verdi" nel rispetto dei principi del libero scambio in un quadro europeo. Agli organi responsabili dell'ONU dovrebbe essere affidato l'incarico specifico di promuovere in tutto il mondo le buone pratiche in questo campo. 4.18 I flussi di investimento. Una nuova intesa globale. Secondo autorevoli stime, nei prossimi 40 anni, l'investimento globale necessario per effettuare la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio nel solo settore dell'energia ammonterà a migliaia di miliardi di euro. Anche altri elementi della transizione verso la sostenibilità richiederanno ingenti somme. Gli organi competenti dell'ONU dovrebbero essere incaricati di offrire una sede per monitorare i principali flussi di investimento globali ed indicare in che modo occorre aumentarli o modificarli per sostenere la transizione verso la sostenibilità. 4.19 La capacità di realizzare tale transizione varia notevolmente da un paese all'altro in termini di risorse naturali, economiche e umane. Una delle sfide più importanti per il vertice di Rio 2012 è come dare maggiore concretezza e ampiezza a un'intesa globale per mobilitare risorse pubbliche e private destinate allo sviluppo delle capacità, al trasferimento di tecnologia e a programmi di investimento sostenibili per aiutare i paesi meno sviluppati e altri paesi in via di sviluppo a tenere il passo in modo equo con la transizione verso la sostenibilità. Agli organi responsabili dell'ONU dovrebbe essere affidato l'incarico di monitorare il progresso in termini NAT/499 - CESE 1386/2011 EN/DE-SPE/Sab/SPE/Res/gp/en/cp/cl …/… - 12 di impegni finanziari e di altro genere, assunti per assistere i paesi in via di sviluppo nella transizione verso la sostenibilità. 5. Gli obiettivi nei settori chiave 5.1 Il concetto di "economia più verde" avrà un impatto su tutti i principali settori economici. In ciascun settore occorrerà incoraggiare un uso più efficiente dell'energia e di tutte le altre risorse naturali, ridurre l'impatto dell'inquinamento e della produzione di rifiuti, riservare maggiore attenzione all'ambiente e alla biodiversità, nonché garantire parità di opportunità ed equità. 5.2 Gli obiettivi di sviluppo internazionali ruotano intorno all'attuazione degli obiettivi di sviluppo del Millennio. Il Comitato ritiene che, in occasione della revisione di tali obiettivi nel 2015, occorrerà stabilire nuovi obiettivi di sviluppo internazionali per il prossimo periodo, ponendo maggiormente l'accento sugli obiettivi dello sviluppo sostenibile. Questo dovrebbe essere l'obiettivo generale adottato dal vertice di Rio, che in tal senso dovrebbe dare un mandato al nuovo Consiglio per lo sviluppo sostenibile affinché ne assicuri il conseguimento con la presentazione di proposte specifiche nei settori chiave. I punti che seguono passano brevemente in rassegna le priorità in alcuni settori cruciali. 5.3 L'energia. Rendere verde il settore energetico rappresenta la singola sfida più importante nel quadro del progetto per un'economia più verde. 5.4 Al fine di garantire la transizione verso un'economia più verde occorre una trasformazione radicale del settore energetico, che incoraggi l'abbandono dei combustibili fossili e favorisca fonti di energia a emissioni zero o a basse emissioni di carbonio quali le energie rinnovabili. Nel contempo, per gestire meglio tale transizione in termini di costi e di efficienza, tutti i settori devono compiere un notevole sforzo per utilizzare l'energia più efficientemente limitando o riducendo l'incremento della domanda energetica totale a livello globale. 5.5 L'accesso a servizi energetici puliti, abbordabili e moderni è indispensabile per promuovere uno sviluppo economico e sociale sostenibile e conseguire gli obiettivi del Millennio in materia di sviluppo. Secondo l'agenzia internazionale per l'energia, nel mondo oltre 1,4 miliardi di persone non hanno accesso all'elettricità. Un altro miliardo di persone ha unicamente accesso a reti energetiche inaffidabili. Recentemente, l'Assemblea delle Nazioni Unite ha proclamato il 2012 "Anno internazionale delle energie rinnovabili per tutti" offrendo finalmente l'opportunità, assolutamente necessaria, di attirare maggiormente l'attenzione internazionale sulla povertà energetica nonché sulle soluzioni a prezzi abbordabili e sui modelli aziendali già esistenti applicabili a livello mondiale. Il CESE ha partecipato attivamente al dibattito sullo sviluppo e l'energia sostenibili e continuerà ad apportare ulteriori contributi a questo tema importante anche in futuro. NAT/499 - CESE 1386/2011 EN/DE-SPE/Sab/SPE/Res/gp/en/cp/cl …/… - 13 5.6 Molte persone non dispongono ancora di un accesso sufficiente all'energia (povertà energetica). Il passaggio a forme di approvvigionamento energetico più verdi deve avere come obiettivo prioritario la fornitura di energia a prezzi accessibili per le fasce più povere della popolazione. 5.7 L'agricoltura, la biodiversità e l'ambiente naturale. Il CESE esprime il più vivo rammarico per il fatto che un miliardo di persone soffra la fame nel mondo, in particolare nei paesi in via di sviluppo; una situazione questa, in piena contraddizione con la realizzazione del primo obiettivo di sviluppo del Millennio. 5.8 Il CESE invita la comunità internazionale a riconoscere il diritto all'alimentazione a livello internazionale e nazionale, a migliorare i diritti di proprietà e di accesso al suolo e all'acqua, nonché a contenere il fenomeno dell'accaparramento delle terre nei paesi in via di sviluppo (land grabbing) da parte di attori pubblici e investitori privati. 5.9 In molte regioni del mondo il settore agricolo deve essere sottoposto ad un'approfondita revisione dal punto di vista dell'economia verde, del mantenimento della sicurezza alimentare per tutti, della conservazione del capitale naturale del suolo e delle sue risorse di biodiversità, ed infine della promozione dell'uso efficiente delle risorse in questo settore. In particolare, occorre gestire e conservare meglio le risorse idriche e stabilire nuovi obiettivi in materia. 5.10 Il CESE ritiene che la chiave per un'agricoltura sostenibile stia in una produzione alimentare quantitativamente sufficiente, qualitativamente buona e regionalmente differenziata, che venga realizzata su tutto il territorio e sia rispettosa della natura, che salvaguardi e tuteli l'ambiente rurale, preservi la differenziazione e la distintività delle produzioni e promuova sia i paesaggi culturali, così vari e ricchi di specie diverse, che le aree rurali7. Sebbene in tutto il mondo occorra un aumento della biodiversità, ciò a cui si assiste è ancora una sparizione di specie viventi. La silvicoltura, l'attività mineraria, l'industria e, non da ultimo, la crescita demografica minacciano la biodiversità. 5.11 Occorre introdurre delle misure efficaci per migliorare il funzionamento dei mercati agricoli e renderli più trasparenti. È necessario combattere la volatilità e l'aumento inaccettabile del prezzo dei prodotti alimentari. L'utilizzo di materie prime rinnovabili per produrre energia non può avvenire a scapito dell'approvvigionamento mondiale di prodotti alimentari. La sicurezza dell'approvvigionamento alimentare deve essere garantita costituendo riserve a livello regionale. Bisogna anche puntare ad utilizzare in misura maggiore la biomassa residua proveniente dall'agricoltura e dalla produzione alimentare. 7 Parere del Comitato economico e sociale sul tema La riforma della politica agricola comune nel 2013, GU C 354 del 28.12.2010, pag. 35. NAT/499 - CESE 1386/2011 EN/DE-SPE/Sab/SPE/Res/gp/en/cp/cl …/… - 14 5.12 È necessario garantire i diritti dei lavoratori nel settore agricolo applicando le convenzioni dell'OIL esistenti. La partecipazione attiva della società civile all'attuazione di progetti in materia di sostenibilità a livello regionale e locale è indispensabile e in questo contesto va sottolineato in particolare il ruolo delle donne nei paesi in via di sviluppo. 5.13 L'ambiente marino. L'ambiente marino è caratterizzato dall'inquinamento, dall'eccesso di pesca e dall'eccessivo sfruttamento delle altre risorse marine. Il vertice dovrebbe affidare agli organi responsabili dell'ONU l'incarico di avviare un nuovo processo internazionale teso a rafforzare e a coordinare i meccanismi esistenti nel campo della tutela dell'ambiente marino e a preservare gli stock ittici e altre risorse marine in modo più efficace rispetto alla normativa attuale. 6. Dar prova di responsabilità 6.1 Per essere credibile nel suo ruolo a favore della sostenibilità, l'UE deve inoltre fare la sua parte sotto questo aspetto. 6.2 Gli Stati membri e l'UE collettivamente devono: riconfermare il loro impegno politico per lo sviluppo sostenibile, assegnando chiaramente la responsabilità in materia ai rispettivi capi di governo, opportunamente sostenuti dai ministri dell'Economia e delle finanze, nonché dai ministeri dell'Ambiente e da altri ministeri, rilanciare le proprie strategie e i propri programmi di azione in materia di sviluppo sostenibile, coinvolgere appieno le imprese e tutte le parti della società civile nella preparazione e nel seguito della conferenza, così come nella promozione dello sviluppo sostenibile e dell'economia verde. * * * Piano d'azione Il Comitato economico e sociale europeo ha deciso di seguire attivamente il processo che porterà alla conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile 2012 a Rio. Nel contesto dell'elaborazione del presente parere sono già state organizzate due audizioni il 23 marzo e il 7 luglio 2011. Una volta adottato il parere, il relatore si adopererà affinché la posizione del CESE alimenti il dialogo istituzionale in vista dell'elaborazione di una posizione comune dell'UE. NAT/499 - CESE 1386/2011 EN/DE-SPE/Sab/SPE/Res/gp/en/cp/cl …/… - 15 - Sulla base del parere adottato, il CESE svilupperà ulteriormente il dialogo con la società civile organizzata europea. Sono previsti incontri con il gruppo di coordinamento, con i rappresentanti dei consigli economici e sociali nazionali, nonché con altre organizzazioni e reti della società civile che anche loro stanno definendo la propria posizione in vista della conferenza Rio+20. All'inizio del 2012, il CESE ha previsto di organizzare un grande convegno che costituirà un altro punto di riferimento all'interno di questo processo di dialogo con la società civile. Oltre al dialogo intraeuropeo, il CESE esamina il tema della conferenza Rio+20 nel quadro delle sue relazioni con i rappresentanti della società civile organizzata di altre regioni del mondo, in particolare del Brasile che ospiterà la conferenza, della Cina e del Sud Africa. Il relatore parteciperà attivamente a questo dialogo allo scopo di definire dei punti chiave comuni negli obiettivi della società civile organizzata delle diverse regioni del mondo e presentare tali posizioni nel mese di giugno 2012 a Rio de Janeiro. Il relatore rappresenterà il CESE nel quadro delle discussioni concernenti la conferenza Rio+20 che si svolgeranno all'interno dell'Associazione internazionale dei consigli economici e sociali e istituzioni analoghe (Aicesis). Inoltre, per l'anno prossimo a Rio è prevista, a margine della conferenza, una serie di riunioni con i nostri partner internazionali. Bruxelles, 22 settembre 2011 Il Presidente del Comitato economico e sociale europeo Staffan NILSSON _____________ NAT/499 - CESE 1386/2011 EN/DE-SPE/Sab/SPE/Res/gp/en/cp/cl