TERAPIA NON FARMACOLOGICA DELLA BPCO La terapia non

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TERAPIA NON FARMACOLOGICA DELLA BPCO
La terapia non farmacologica della BPCO è stata proposta per la prima volta nelle linee guida sul trattamento della
BPCO del 2004: “Standards for the diagnosis and treatment of patients with COPD: a summary of the ATS/ERS
position paper” con osservazioni sulla chirurgia nel paziente con BPCO e sui trattamenti chirurgici possibili come
trattamento della BPCO
Chirurgia nel paziente con BPCO
Il paziente con BPCO ha un rischio di 2,7-4,7 volte aumentato di complicanze respiratorie dopo un intervento
chirurgico. Le complicazioni si riducono quanto più lontana dal diaframma è la procedura. Lo studio funzionale preoperatorio ha un ruolo non ben definito. Sono importanti la cessazione del fumo 4-8 settimane prima dell'intervento, la
ottimizzazione della terapia, la mobilizzazione precoce, i respiri profondi, l'uso di IPPB e di spirometria incentivante,
una buona analgesia. L'intervento va rinviato in presenza di riacutizzazione. Per le resezioni polmonari, vanno
attentamente identificati i fattori di rischio: anamnesi, esame fisico, rx torace, spirometria con test di broncodilatazione,
volumi polmonari statici, DLCO, EGA. Il rischio è elevato in pazienti con ppoFEV1 o DLCO pari al 30-40%. In questi
casi è utile eseguire anche la valutazione della distribuzione regionale della perfusione e il test da sforzo
cardiorespiratorio. Una VO2< 10 ml/Kg/min o< 35% comporta un rischio molto elevato. La decisione finale va discussa
con il chirurgo, lo pneumologo, il curante e il paziente.
Chirurgia per la BPCO
Gli interventi che possono migliorare spirometria, volumi polmonari, capacità di esercizio, dispnea, qualità di vita e
possibilmente sopravvivenza in pazienti altamente selezionati sono la bullectomia, la LVRS ed il trapianto polmonare
Bullectomia Nella tabella vengono elencati i parametri favorevoli e non alla procedura
LVRS Lo studio NETT (National Enphysema Therapy Trial) ha dimostrato che i pazienti con enfisema non omogeneo,
prevalente ai lobi superiori, con FEV1 o DLCO >20% e con scarsa capacità di esercizio dopo un trattamento
riabilitativo preoperatorio avevano una migliore sopravvivenza, una migliore qualità di vita e confermano i dati dello
studio NETT a 3-4 anni per il miglioramento funzionale e 5 anni per la sopravvivenza. La procedura è molto costosa e
va valutata con molta attenzione. Per quanto riguarda ELVR sono necessari studi randomizzati controllati.
Trapianto polmonare E’ un opzione che migliora la funzione polmonare, la qualità di vità e la capacità di esercizio,
ma gli effetti sulla sopravvivenza sono del 75% ad un anno e 50% a 5 anni. I pazienti dovrebbero essere proposti per il
trapianto quando il punteggio BODE è = 5 (linee guida della Società Internazionale per il trapianto cardiaco e
polmonare).
Le linee-guidaGOLD del 2007 hanno inserito l’approccio chirurgico per le forme più gravi di BPCO
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