V Festival del teatro Classico nella scuola

V Festival del teatro Classico nella scuola
Lovere 24 marzo - 1 aprile 2011
Le Troiane
Da Euripide e Omero
Antonio Canova, Pompa delle Matrone Troiane con Ecuba…, incisione, Accademia di Belle Arti “Tadini” – Lovere
a cura di
Liceo Classico “D. Celeri “ Lovere
e
Ass.“Il cerchio di gesso” Bergamo
Teatro Crystal
24 marzo
ore 20,30
Le Troiane
da Euripide e Omero
Liceo Classico “D. Celeri” Lovere (BG), classi II A e B
In ordine di apparizione
Achille Nicola Ghirardelli
Antioco e Priamo Michele Feriti
Teti Marta Pedersoli
Atena Francesca De Giacomi / Antonella Turla
Poseidone Paolo Valzelli
Ecuba Lia Tonsi / Chiara Vitali
Coro Silvia Cerea, Roberta Comensoli, Domiziana Cristini, Silvia Doci, Luciana Facchinetti, Camilla Gardoni, Ilaria Giurini, Arianna Mariolini,
Beatrice Mignani, Micol Personeni, Elena Polini, Greta Ragni, Anna Serlupini, Greta Sigorini, Francesca Zanni, Alessandra Zocco,
Taltibio Damiano Plebani
Cassandra Debora Bardini / Marianna Filisetti
Andromaca Federica Gandelli / Eva Bassi
Ettore Mattia Riboli
Menelao Federico Laini
Elena Francesca Bonaldi / Lucia Brunetti / Elisabetta Piccinelli
Narratore Giancarlo Alessi
Tecnici suono e costumi: Simona Guizzetti, Katrin Pacchiani, Lidia Sanzogni
Testo: riduzione e adattamento a cura di Onelia Bardelli e Laura Dentella
Drammaturgia: Nadia Savoldelli
Regia: Laila Figaroli, Onelia Bardelli
Musiche: Arisk Priest, To illuminate Troy’s walls e Key from a secret of genetics of the Sun, da “Troy”;The Hives, A stroll through hive manor
corridors-ysp; Moni Ovadia, Es brent, e Di Silberne Khasene da “Dibbuk”; Faun, Satyros, da “Renaissance; Tunng vs. Taraf de Haïdouks,
Homecoming, da “Electric Gypsylang 2”; John Williams, Theme from Schindler's List, da “Schindler’s List soundtrack”; Luigi Rubino, Before
love e Nostalgia, da “A Theme for the Moon” ; Les Tambours du Bronx, Big Hands; Hagalaz Runedance, The Crossing, da “Frigga’s Web”;
Ferracini, Giuliano, Russo, Ethnic’s origin, da “Ziad Rahbani”; Omnia, Equinox, da “Alive”; Ludovico Einaudi, Uno, da “Divenire”;
La tragedia che Euripide compose nel 415 a. C. si apre con il prologo in cui Atena e Posidone, si accordano per rendere terribile e devastante il
ritorno dei Greci verso la patria, dopo la distruzione di Troia, saccheggiata e data alle fiamme. Il re troiano Priamo e i suoi figli maschi sono tutti
morti. Le donne troiane, radunate insieme alla loro regina Ecuba e alle Principesse, stanno per essere imbarcate per la Grecia, dove saranno
schiave del padrone greco loro toccato in sorte.
Private di qualunque possibilità di scelta, le principesse-schiave evocano il loro passato e piangono i lutti di guerra.
Conosciamo indirettamente il tragico destino di Polissena, sacrificata ad un morto, Achille.
Cassandra, in un intreccio di frenesia e lucidità, esalta la gloria e l’eroismo dei troiani, morti per difendere la loro città e ne rappresenta il
riscatto, poiché sa che non appena sarà giunta nella reggia di Agamennone, di cui sarà schiava e concubina, questi sarà ucciso, con lei, dalla
moglie Clitennestra.
Andromaca, persa nel ricordo di Ettore e straziata dalla sentenza di morte che condanna il figlio Astianatte, viene convinta da Ecuba, a scegliere
in qualche modo la vita e segue Neottolemo, l’eroe greco a cui è stata assegnata.
Elena gioca le sue armi di seduttrice e cerca di convincere Menelao della propria innocenza e di attribuire ogni colpa agli dei, ma è smascherata
dalla lucida condanna di Ecuba.
Il lutto si alterna allo strazio della deportazione, fino al lamento funebre sul cadavere del piccolo Astianatte, figlio di Ettore e Andromaca,
condannato a morte dai Greci come estremo atto di prepotenza e prevaricazione sui vinti.
Al testo di Euripide abbiamo intrecciato dei “ricordi” di dolore, di distacco e di lutto, con brani del racconto omerico, per evocare fatti
significativi avvenuti prima della tragica fine.
Un aspetto sorprendente di Troiane è la sue drammatica attualità: devastazioni, esilii, profughi, donne violate, bambini uccisi per uccidere il
futuro, la violenza tracotante dei vinti. Ai tempi di Euripide la tragedia è stata probabilmente sentita come un preannuncio di quella disastrosa
sconfitta che, solo due anni dopo la messa in scena, nel 417, gli Ateniesi avrebbero subito combattendo nel porto di Siracusa.
Oggi anche a noi certo non mancano scenari di guerre, recenti o contemporanee, in cui si ripeta la tragedia dei vinti e di chi è costretto ad
allontanarsi da patria ed affetti.
Al dolore di Ecuba con cui la tragedia si chiude abbiamo voluto aggiungere una speranza: che le ceneri di Troia possano trovare “leggerezza”,
perché forse ci sono ancora dei Giusti: pochi, piccoli, anonimi, probabilmente inconsapevoli; ma ci sono e “salveranno il mondo” perché non
vogliono essere vincitori, perché non interessa loro che ci siano dei vinti. Semplicemente vogliono continuare ad “essere”