2011 Troiane pieghevole per Liceo Arnaldo BS

LE TROIANE
Da Euripide e Omero
Antonio Canova, Pompa delle Matrone Troiane con Ecuba
incisione, Accademia di Belle Arti “Tadini” – Lovere
a cura di
Liceo Classico “D. Celeri “ Lovere
e
Ass.“Il cerchio di gesso” Bergamo
PRESSO
LICEO “ARNALDO” BRESCIA
9 GIUGNO 2011
ORE 11
Le Troiane
da Euripide e Omero
Liceo Classico “D. Celeri” Lovere (BG), classi II A e B
In ordine di apparizione
Achille Nicola Ghirardelli
Antioco e Priamo Michele Feriti
Teti Marta Pedersoli
Atena Francesca De Giacomi / Antonella Turla
Poseidone Paolo Valzelli
Ecuba Lia Tonsi / Chiara Vitali
Coro Silvia Cerea, Roberta Comensoli, Domiziana Cristini, Silvia Doci, Luciana
Facchinetti, Camilla Gardoni, Ilaria Giurini, Arianna Mariolini, Beatrice Mignani,
Elena Polini, Greta Ragni, Greta Sigorini, Francesca Zanni, Alessandra Zocco,
Taltibio Damiano Plebani
Cassandra Debora Bardini / Marianna Filisetti
Andromaca Federica Gandelli / Eva Bassi
Ettore Mattia Riboli
Menelao Federico Laini
Elena Francesca Bonaldi / Lucia Brunetti / Elisabetta Piccinelli
Narratore Giancarlo Alessi
Tecnici suono, luci e costumi: Simona Guizzetti, Katrin Pacchiani, Lidia Sanzogni,
Micol Personeni, Anna Serlupini
Testo: riduzione e adattamento a cura di Onelia Bardelli, Marianna Filisetti e Laura
Dentella
Drammaturgia: Nadia Savoldelli
Regia: Laila Figaroli, Onelia Bardelli
Musiche: Arisk Priest, To illuminate Troy’s walls e Key from a secret of genetics of
the Sun, da “Troy”;The Hives, A stroll through hive manor corridors-ysp; Moni
Ovadia, Es brent, e Di Silberne Khasene da “Dibbuk”; Faun, Satyros, da
“Renaissance; Tunng vs. Taraf de Haïdouks, Homecoming, da “Electric Gypsylang
2”; John Williams, Theme from Schindler's List, da “Schindler’s List soundtrack”;
Luigi Rubino, Before love e Nostalgia, da “A Theme for the Moon” ; Les Tambours
du Bronx, Big Hands; Hagalaz Runedance, The Crossing, da “Frigga’s Web”;
Ferracini, Giuliano, Russo, Ethnic’s origin, da “Ziad Rahbani”; Omnia, Equinox, da
“Alive”; Ludovico Einaudi, Uno, da “Divenire”;
La tragedia, che Euripide compose nel 415 a. C., si apre con il prologo in cui Atena
e Poseidone si accordano per rendere terribile e devastante il ritorno dei Greci verso
la patria, dopo la distruzione di Troia, saccheggiata e data alle fiamme. Il re troiano
Priamo e i suoi figli maschi sono tutti morti. Le donne troiane, radunate insieme alla
loro regina Ecuba e alle Principesse, stanno per essere imbarcate per la Grecia, dove
saranno schiave del padrone greco loro toccato in sorte.
Private di qualunque possibilità di scelta, le principesse-schiave evocano il loro
passato e piangono i lutti di guerra.
Conosciamo indirettamente il tragico destino di Polissena, sacrificata ad un morto,
Achille.
Cassandra, in un intreccio di frenesia e lucidità, esalta la gloria e l’eroismo dei
troiani, morti per difendere la loro città e ne rappresenta il riscatto, poiché sa che
non appena sarà giunta nella reggia di Agamennone, di cui sarà schiava e concubina,
questi sarà ucciso, con lei, dalla moglie Clitennestra.
Andromaca, persa nel ricordo di Ettore e straziata dalla sentenza di morte che
condanna il figlio Astianatte, viene convinta da Ecuba, a scegliere in qualche modo
la vita e segue Neottolemo, l’eroe greco a cui è stata assegnata.
Elena gioca le sue armi di seduttrice e cerca di convincere Menelao della propria
innocenza e di attribuire ogni colpa agli dei, ma è smascherata dalla lucida condanna
di Ecuba.
Il lutto si alterna allo strazio della deportazione, fino al lamento funebre sul cadavere
del piccolo Astianatte, figlio di Ettore e Andromaca, condannato a morte dai Greci
come estremo atto di prepotenza e prevaricazione sui vinti.
Al testo di Euripide abbiamo intrecciato dei “ricordi” di dolore, di distacco e di
lutto, con brani del racconto omerico, per evocare fatti significativi avvenuti prima
della tragica fine.
Un aspetto sorprendente di Troiane è la sue drammatica attualità: devastazioni,
esilii, profughi, donne violate, bambini uccisi per uccidere il futuro, la violenza
tracotante dei vincitori. Ai tempi di Euripide la tragedia è stata probabilmente sentita
come un preannuncio di quella disastrosa sconfitta che, solo due anni dopo la messa
in scena, nel 417, gli Ateniesi avrebbero subito combattendo nel porto di Siracusa.
Oggi anche a noi certo non mancano scenari di guerre, recenti o contemporanee, in
cui si ripeta la tragedia dei vinti e di chi è costretto ad allontanarsi da patria ed
affetti.
Al dolore di Ecuba con cui la tragedia si chiude abbiamo voluto aggiungere una
speranza: che le ceneri di Troia possano trovare “leggerezza”, perché forse ci sono
ancora dei Giusti, pochi, piccoli, anonimi, probabilmente inconsapevoli; ma ci sono
e “salveranno il mondo” perché non vogliono essere vincitori, perché non interessa
loro che ci siano dei vinti. Semplicemente vogliono continuare ad “essere”.