occorrono genitori speciali per bambini con

OCCORRONO GENITORI SPECIALI PER BAMBINI
CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI?
Dr.ssa Georgia De Biasi
Pavullo 21/3/2015
L’incontro di oggi è stato interamente dedicato all’esplorazione, da più punti di vista e con più voci,
del complesso mondo dei Bisogni Educativi Speciali.
Questo pomeriggio l’attenzione va a voi genitori, in prima linea nell’accompagnare i vostri figli nel
percorso scolastico, ma ancor di più nella vita.
Partiamo da un inquadramento: cosa si intende per Bisogni Educativi Speciali? Cosa significano
inclusione e individualizzazione del percorso formativo?
Fanno parte dei bisogni educativi speciali molte condizioni, alcune stabili, altre transitorie, che
fanno sì che un bambino, nel proprio percorso di apprendimento, abbia bisogno di un’attenzione
individualizzata, di una maggior cura nel pensare per lui a strategie anche diversificate per
apprendere al meglio delle proprie possibilità e vivere la scuola come una preziosa risorsa e non
come uno straziante banco di prova.
Ne fanno parte i disturbi dell’apprendimento, i disturbi dell’attenzione e iperattività, i problemi
comportamentali, le debolezze cognitive, i disturbi dello sviluppo, i problemi di salute,
l’insufficiente conoscenza della lingua da parte di bimbi stranieri, e anche condizioni transitorie che
possono determinare fatica nel contesto di vita di un bambino.
Da genitori, accorgersi di una difficoltà nel percorso di crescita dei figli può generare emozioni
diverse e negative.
In un primo momento, quando il problema non è ancora stato riconosciuto, nominato e compreso, ci
possono essere fatica, rabbia, sfiducia, paura, preoccupazione, frustrazione per i cattivi risultati e gli
sforzi vani, isolamento, senso di non esser compresi e sostenuti, diffidenza, a volte sottovalutazione
dei segnali, a volte centratura solo sugli aspetti problematici.
In questa fase, la parte più difficile è superare lo scoglio tra il bambino ideale, che è nella testa di
ogni genitore, ed il bimbo reale che ci si trova a dover accogliere anche nelle sue parti non efficienti
o diverse.
Per i genitori può esser molto difficile prendere in considerazione la difficoltà, perché nella fantasia
gli ostacoli rischiano di essere visti come difetti, manchevolezze permanenti dalle catastrofiche
conseguenze.
Le insegnanti talvolta temono di parlare dei possibili intoppi nella crescita per timore che i genitori
possano sentirsi giudicati, come se ciò che può essere messo in dubbio sia la propria capacità
genitoriale.
I genitori, che affiancano i figli e sanno quanti sforzi ci siano dietro a risultati talvolta scadenti,
possono essere presi dallo sconforto: da una parte c'è la voglia di aiutare e sostenere il proprio
figlio, dall'altra la tentazione di credere che sia davvero solo pigro, o menefreghista.
Quando i problemi sono nell'ambito del comportamento, come nel caso di bimbi con problemi di
attenzione e iperattività, ancor più forte è la tentazione di pensare che “lo facciano apposta” o il
rischio di sentirsi giudicati “cattivi genitori, che non sanno dare regole”.
Al momento della valutazione, inizia per genitori e figli un percorso faticoso e non sempre così
chiaro.
I Servizi, nel bisogno di efficienza e nel gran carico di lavoro, non sempre riescono a farsi carico
anche della fatica e della confusione dei genitori, del loro bisogno di comprendere meglio ciò che
succede al loro figlio e delle emozioni che talvolta rendono più complesso e in salita il percorso
dell'accettazione.
I genitori non sempre si sentono autorizzati a chiedere, anche di capire meglio la diagnosi, cosa
questa comporta e quali sono i passi e le strategie da mettere in campo per rendere il percorso
scolastico, ma non solo, più sereno per i figli e la classe.
A fianco alle cose da fare, relazioni da presentare, battaglie da portare avanti, tutti passaggi
necessari sul versante del FARE, il rischio è che poco o nessuno spazio sia concesso
all'elaborazione delle emozioni di tutti.
I genitori hanno il compito di accompagnare l'elaborazione del problema da parte del bambino, di
sostenerne l'autostima e la possibilità di credere nel proprio futuro, ma tutto ciò può esser reso più
complicato a causa delle emozioni degli adulti, anch'esse in gioco.
I genitori, giunti finalmente a dare un nome al problema, possono sentirsi in colpa per non averlo
riconosciuto prima, per non averlo saputo gestire diversamente, per averlo potuto forse “causare
loro”. Possono sentirsi enormemente stanchi e provati da ciò che occorre fare per sostenere la
crescita, possono essere arrabbiati con il bambino, con la scuola e vivere quanto accaduto come
un'ingiustizia, una ferita intollerabile. Possono sentirsi impotenti, inadeguati e profondamente soli.
Tutte queste emozioni, che possono provocare molta vergogna nei genitori, non sono né buone né
cattive: semplicemente sono.
La cosa importante sarebbe non giudicarle, ma condividerle dove opportuno, con altri adulti, per
evitare che possano paralizzare o intralciare in modo troppo marcato la relazione con il bambino.
Un'attenzione particolare vorrei fosse data al momento dei compiti, attività sommamente frustrante
sia per i genitori che seguono, che per i figli con una difficoltà.
I compiti, e il tempo infinito ad essi dedicato, spesso diventano la maggior parte delle attività
condivise con i figli, con il cumulo di rabbia e di non piacere che portano con sé.
Il rischio in tutto questo è che si finisca con il perdere di vista la piacevolezza della relazione a 360°
con il proprio bambino, che può essere carente in un'area per mille ragioni, ma non per questo
essere meno prezioso, divertente, amabile.
Il focus sulla prestazione rischia di far perdere di vista la complessità della persona umana e la
ricchezza che l'esperienza dell'apprendimento dovrebbe portar con sé.
Nel caso in cui ci si renda conto che questo sta davvero accadendo, sarebbe importante poter
chiedere aiuto, delegare almeno in parte la gestione dei compiti, per recuperare la serenità di una
relazione nutriente per entrambi.
I bimbi per mille ragioni in difficoltà rischiano di entrare in un circolo vizioso, in cui ciò che
sperimentano continuamente è la frustrazione, il non poter soddisfare le aspettative, l'avere
feedback negativi.
Questo li porta a evitare le situazioni frustranti, a disinteressarsi, o a fingersi tali, oppure al contrario
focalizzare ogni energia per superare gli ostacoli, a discapito del piacere e della soddisfazione
personale.
La creazione di un clima famigliare in cui ciò che conta non è la prestazione, ma l'impegno e il
piacere di apprendere ed esprimersi, in cui c'è spazio per l'errore, di genitori e figli, in cui si possono
pensare soluzioni creative per gli intoppi sperimentati, è una risorsa senza precedenti per tutti.
Anche la relazione con altri figli, senza difficoltà, è un tema importante: può generare pensieri ed
emozioni che spaventano in tutti i personaggi della vicenda. Il bambino con un bisogno speciale può
sentirsi da meno, ma anche nascondersi dietro il proprio problema; i genitori potrebbero trovarsi
dentro confronti che fanno sentire in colpa, ma anche protezione accentuata; i fratelli potrebbero
sentirsi non visti, a causa del gran tempo dedicato al sostegno , o tenuti ad essere “bravissimi” per
non creare ulteriori pensieri.
Anche la relazione con la scuola può essere fonte di fatica: i genitori, paladini dei legittimi bisogni
dei figli, talvolta si sentono inascoltati dall'istituzione che a sua volta fatica, con le risorse a
disposizione a offrire tutta l'individualizzazione di cui ci sarebbe bisogno.
E' necessario poter tenere aperto il canale del dialogo e della fiducia tra tutti i personaggi della
storia: famiglia, scuola, servizi e, non scordiamocelo, il bambino a cui è importante non dar l'idea
che le cose avvengano sopra la sua testa, nonostante lui.
Ogniqualvolta ci sembra che uno degli elementi analizzati ci stia ingombrando un po' troppo val la
pena di fermarsi a pensare, darsi l'occasione per un momento di riflessione condivisa, di espressione
delle proprie emozioni.
A tale scopo, messo a disposizione dall'Unione del Frignano e dalla Direzione Didattica, esiste
anche il servizio di Sportello, a disposizione di genitori ed insegnanti su tutti i temi che riguardano
le fatiche e la relazione educativa con i figli che crescono.
In un contesto privo di giudizio, l'operatore è a disposizione per un momento di confronto, a volte
sufficiente per riprendere il cammino con maggior serenità.
Lo Sportello è a disposizione, su appuntamento, il lunedì dalle 13 alle 16, presso la Direzione
Didattica.
Per appuntamento telefonare al numero 339/7176076.