NIETZSCHE – LA FILOSOFIA E LA SENSIBILITA`

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NIETZSCHE – IL SOGGETTO COME AGGIUNTA
Contro al Positivismo, che si ferma ai fenomeni: “ci sono soltanto fatti”, direi: no, proprio i fatti non
ci sono, ma solo le interpretazioni. Noi non possiamo constatare nessun ‘fatto in sé’, è forse un’
assurdità volere qualcosa del genere.
Allora direte: “tutto è soggettivo”; ma già questa è un’ interpretazione, il ‘soggetto’ non è una cosa
data prima, è solo qualcosa di aggiunto con l’ immaginazione, qualcosa di appiccicato dopo. E’
infine mettere anche un interprete dopo l’ interpretazione? Già questa è invenzione, ipotesi
indimostrabile.
In quanto alla parola ‘conoscenza’, affinché essa abbia senso il mondo deve essere conoscibile, ma
secondo diverse interpretazioni, non ha dietro a sé un senso, ma innumerevoli sensi,
“Prospettivismo”.
Sono i nostri bisogni vitali che interpretano il mondo, i nostri istinti, ciò che giova loro e ciò che li
ostacola. Ogni istinto è mosso da sete di dominio, ciascuno ha la sua prospettiva che per lui è l’
unica ‘vera’, che vorrebbe imporre a tutti gli altri.
( da Frammenti postumi alla Genealogia della morale, 1886/87)
1. in base al testo definisci ‘interpretazione’ e ‘soggetto’
2. ruolo degli impulsi vitali
NIETZSCHE – LA FILOSOFIA E LA SENSIBILITA’
Quel che diviene non è; quel che è non diviene. Allora tutti costoro credono, quasi con
disperazione, a cio che é. Ma dal momento che non ne divengono padroni, cercano di spiegarsi
perché ne vengano defraudati. “Deve esserci un’ illusione, un inganno nel fatto che non
percepiamo ciò che è; dove si nasconde il truffatore?” Lo teniamo, esclamano gioiosi, è la
sensibilità! Questi sensi, i quali tra l’ altro sono così immorali, ci ingannano nascondendoci il
mondo vero. Morale: liberiamoci dall’ inganno, dai 5 sensi, dal divenire, dalla storia, dalla
menzogna.(….) E soprattutto via dal corpo, da questa imperfetta e miserevole idea fissa della
sensibilità!questo corpo affetto da tutti i possibili errori della logica, confutato dalla morale, perciò
impossibile, anche se è tanto sfrontato da presentarsi come reale, come noi stessi!”
Tra tutti costoro (i filosofi) metto da parte il venerato nome di Eraclito. Se il restante popolo dei
filosofi rigettava le contraddittorie testimonianze dei 5 sensi, perché indicano molteplicità e
mutamento, egli rifiutava la loro testimonianza per il motivo opposto, perché mostrano le cose con
relativa durata e unità. Anche Eraclito dunque faceva torto ai sensi.
I 5 sensi non mentono né nel senso degli Eleati né in quello di Eraclito, anzi in generale non
mentono proprio. E’ soltanto quello che facciamo della loro testimonianza che introduce la
menzogna, per esempio la menzogna della durata, della sostanza, della cosalità. E’ la ragione la
causa del nostro falsificare e fraintendere la testimonianza dei sensi. In quanto essi ci mostrano il
divenire, lo scorrere eterno, dicono il vero. Eraclito ha ragione in eterno quando afferma che l’
essere non esiste, esso è una vuota menzogna, una finzione alla quale si vuole credere. Il ‘mondo
apparente’ è l’ unico mondo.
1. descrivi l’ errore degli Eleati
2. Descrivi l’ errore di Eraclito
3. Ricava la personale posizione di Nietzsche
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