Verifica Chimica Organica – coniugazione e composti aromatici 30/05/09. Spiegazioni e Soluzioni 1. Scrivi il prodotto atteso della reazione di idratazione diretta: CH3 H2O/H+ ? La reazione di idratazione è un tipo di reazione di addizione elettrofila al doppio legame. Bisogna conoscere bene il significato di queste parole. Addizione significa sommare il reattivo al substrato così da ottenere come prodotto un’unica molecola organica con qualche atomo in più rispetto a quella di partenza (il reagente organico si chiama substrato ). In questo caso il substrato è l’alchene metilcicloesa-1-ene. Ad esso si dovrà addizionare acqua, visto che si parla di “idratazione”. Quindi il prodotto dovrà contenere due atomi di idrogeno e uno di ossigeno in più del substrato. Elettrofila significa che il reagente che deve agire per primo sul substrato è un elettrofilo, cioè “desideroso” di accogliere elettroni provenienti dal carbonio per formare un legame con esso. In questo caso l’elettrofilo è il protone indicato sopra la freccia con H+. Anche se non è libero, tale protone sarà ceduto dall’acido di Brönsted H3O+ (che di per sé non può accettare elettroni perché tutti i suoi atomi hanno già la configurazione elettronica del gas nobile). Al doppio legame significa che il substrato è nucleofilo (in quanto dovrà lasciare che il reattivo elettrofilo si prenda la coppia di gli elettroni di cui è dotato) nel doppio legame carbonio-carbonio. Non è sempre così. Esistono ad esempio doppi legame C=O (carbonili), anch’essi nucleofili e capaci di dare addizione elettrofila. Una volta che si abbiano presenti questi punti (e solo allora) si potrà iniziare a scrivere qualcosa: cioè che il protone accetterà la coppia di legame e di conseguenza si legherà ad uno dei due carboni di tale doppio legame. Bene! Ma quale dei due carboni? Visto che i due carboni non sono equivalenti, uno è secondario (legato a 2 C) e l’altro terziario (legato a 3C), e dato che non possiamo scegliere a caso, vediamo prima separatamente le conseguenze delle due possibilità e poi decideremo come andare avanti. H + A CH3 CH3 H2O/H+ + B H CH3 Come si vede, la carica + portata all’inizio dal protone non sparisce (non potrebbe), ma si trasferisce su un carbonio che diventa quindi carbocatione, un carbonio positivo con tre soli legami. L’elettrone che condivideva con l’altro carbonio del legame è stato utilizzato per legare l’atomo d’idrogeno. Osserviamo quindi che il carbonio dove si lega H perde il legame , ma acquista un legame sigma, quindi rimane tetravalente e neutro. È l’altro C che diventa positivo. Nessun altro C può formare il carbocatione. Esaminiamo ora le differenze tra i due percorsi paralleli A e B: Il carbocatione formato nella reazione A è terziario, quello formato nella reazione B è secondario. A causa degli effetti induttivi +I dei gruppi alchilici, che donando elettroni vanno a ridurre la polarità positiva, il carbocatione terziario è più stabile del secondario. Una maggiore stabilità ha come conseguenza che il carbocatione A ha maggiore possibilità di aumentare di concentrazione, mentre il B è più probabile che si trasformi non appena formato. Se l’ambiente è abbastanza acido, una parte del B formato si trasformerà in A per trasferimento protonico interno: + H H CH3 + CH3 I percorsi A e B non sono “giusto” e “sbagliato”. Sono entrambi possibili e, anche se con probabilità diversa, si verificheranno ambedue contemporaneamente. Ci sono miliardi e miliardi di molecole. Questo vale a dire che se c’è una folla di automobili che deve passare un colle attraverso una galleria o attraverso un percorso stretto, in salita e pieno di curve, statisticamente saranno molte di più le automobili che percorreranno la galleria e qualcuna di quelle avventuratesi in salita cambierà anche percorso e sceglierà la galleria, ma non potremo eliminare del tutto quelle che imbroccheranno la via più tortuosa. Infatti bisogna rendersi conto che le reazioni non studiano la chimica organica e non seguono le regole fatte da noi. Siamo noi che studiamo le reazioni osservandole e cercando di capire come avvengono e perché avvengono in una certa maniera. Quindi noi creiamo le regole per descrivere, cioè per semplificare, ciò che accade in natura, non per fare in modo che la natura le rispetti. In questo caso la regola di Markovnikov (evidentemente stabilita da Markovnikov, http://en.wikipedia.org/wiki/Markovnikov1) afferma che nelle addizioni di una molecola polare l’elettrofilo, o parte positiva (spesso l’idrogeno) “preferisce” legarsi al carbonio meno sostituito (ovvero quello che lega già più idrogeni). Rispetto a Markovnikov ora abbiamo anche una teoria che ci spiega il perché: attraverso questa soluzione si forma un intermedio più stabile. Ora, dire che la specie carbocatione terziario è più stabile della specie carbocatione secondario non equivale a dire che sia stabile come lo è una molecola di acqua, di metano o di metilcicloesano. Il carbocatione, di qualunque tipo sia, rimane comunque una specie instabile, fortemente elettrofila (deve completare l’ottetto) ed andrà in cerca di elettroni. Elettroni che troverà nelle molecole di acqua (stadio C) H A CH3 CH3 H O H H O .. + .. .. H + H CH3 C H2O/H+ + B H CH3 Un’altra possibilità che ha il carbocatione è di rieliminare il protone appena aggiunto, restituendolo all’acqua che ridiventa idronio, H3O+ (reazione C’). Questa trasformazione avverrà (ha una certa probabilità di verificarsi) ma non condurrà alla formazione di qualcosa di nuovo, quindi avrà conseguenze sperimentali esclusivamente nel rallentare il tasso netto di formazione delle molecole di prodotto. 1 Esiste anche la biografia di Markovnikov nella wikipedia italiana, ma non è rallegrata dal volto del famoso chimico organico, né ci racconta chi e quando spiegò perché le reazioni di addizione sembrano rispettare la sua regola, come fa invece la voce in inglese. Quindi fate questo piccolo sforzo di leggere l’inglese. CH3 H O CH3 H + C' .. + .. .. H + O H H H Riprendiamo quindi il percorso principale (che come avrete capito non è l’unico) della nostra reazione, con l’ultimo stadio (D) in cui si forma un nuovo prodotto, stabile e neutro: un alcool. .. O .. .. A CH3 CH3 H + H O H H2O/H + - H+ OH CH3 D H alcool CH3 B H H CH3 C + + .. H .. H Il protone impiegato nel primo stadio è restituito alla fine. Quindi la reazione richiede acidi ma non li consuma (catalisi acida). Come può essere riassunto e sintetizzato tutto ciò? Con parole: 1. Il reattivo che dobbiamo (vorremmo) addizionare si divide nella parte positiva e in quella negativa. Per esempio H2O = H+ OH2. Uno dei due legami del doppio legame si apre (come un ponte levatoio) e ad un moncone si lega la parte positiva, quella dove ci sono legati più idrogeni. All’altro moncone si lega la parte negativa. Si otterrà direttamente il prodotto principale, corretto. Questo è naturalmente solo un metodo mnemonico per arrivare in modo rapido al prodotto dell’addizione e per immaginare substrato e prodotto senza dover ripercorrere tutta la sequenza dettagliata. H CH3 + H2O/H OH CH3 Prova ad applicare quanto spiegato finora a quest’altro caso. Scrivi il prodotto atteso della reazione di idratazione diretta: H3C CH2 H2O/H+ ? H3C Ora cerca di risolvere i seguenti problemi. Essi ti serviranno per capire che nelle reazioni organiche è importante avere un’idea generale del meccanismo di reazione e dei criteri per sapere quando si può o non può manifestare, ma soprattutto occorre saper associare un prodotto a un substrato e viceversa. OH H2O/H+ ? H H2O/H+ ? OH HCl ? Cl ? ? 2. Disegna il diene che ha generato il seguente dialoalchene per reazione con Br2 Br Br2 ? Br Il testo del problema richiede di disegnare un diene, cioè una molecola con due doppi legami. Possiamo anche supporre che tale molecola abbia sei carboni, quanti ne ha il prodotto a destra della freccia. Iniziamo quindi a mettere a fuoco il substrato: deve essere un esadiene. I doppi legami devono includere i carboni 2 e 5, dato che in essi si devono legare i due atomi della molecola di bromo: Br 3 1 5 2 6 4 Br inoltre il doppio legame tra 3 e 4 non può esistere nel substrato, poiché in caso contrario esso sarebbe un triene. Quindi solo basandoci sui dati del problema, e anche senza conoscere la specificità della reazione, possiamo avere uno dei seguenti substrati: 3 1 5 2 4 A 3 1 6 5 2 4 B 3 1 6 5 2 4 6 C Ma a questo punto, per mettere in relazione A, B o C col prodotto contenente due atomi di bromo occorre riconoscere la specificità dell’addizione 1-4 o coniugata rispetto all’addizione a un solo doppio legame isolato, come nel seguente caso: Br 3 1 2 5 Br2 3 6 4 5 1 2 6 4 Br I due bromi sono vicini e il doppio legame rimanente non è nella posizione desiderata. Addizionando un'altra molecola di bromo avremmo un tetrabromoalcano che non conterrebbe più alcun doppio legame. Per esempio: Br Br 3 1 2 5 2 Br2 3 6 4 5 1 6 2 4 Br Br Dunque dobbiamo legare un bromo al carbonio 2 usando il doppio legame di sinistra, far scorrere l’altro doppio legame tra i carboni 2 e 4 e usare il carbonio rimasto positivo per legare il secondo bromo. Questo “scorrimento” richiede una condizione: che i due doppi legami siano coniugati. Dei tre dieni solo lo C, l’esa2,5-diene è coniugato, quindi è il substrato cercato. Seguono i dettagli della reazione. H3C CH CH CH + Br Br CH CH3 H3C CH CH CH + C H CH3 H3C .. : Br : Br CH Br .. CH CH CH + Br Br CH CH CH3 Br .. : Br : H3C CH CH CH3 H3C CH Br + C H CH CH CH3 H3C CH CH CH CH CH3 Br Br La prima riga mostra l’addizione 1-4, la seconda l’addizione 1-2. Un altro modo equivalente per descrivere i due percorsi di reazione paralleli è il seguente, in cui si vede che in entrambi i percorsi si ha lo stesso intermedio carbocatione allilico: carbocatione allilico intermedio H3C CH + CH CH + Br Br CH CH3 H3C CH + C H CH CH CH3 H3C Br CH CH CH + C H CH3 Br + .. : Br : .. Br H3C CH Br CH CH CH CH3 H3C CH Br CH CH CH Br Come si vede, la risonanza del carbocatione intermedio è possibile solo se il diene iniziale è coniugato. CH3 Br ? Br2 Ed ora prova tu a risolvere: Br 3. Classifica i seguenti alcheni in attivati (A) e disattivati (D) a) O=CH-CH=CH-CH3; b) CH2=CH-CH=CH-CH3; c) CH3-Ö-CH=CH-CH3 ; d) HÖ-CH2-CH=CH-CH3. Distinguiamo innanzitutto in queste molecole cosa deve essere attivato o disattivato e cosa fa sì che lo sia. Il doppio legame , –C=C-, evidenziato in grassetto nell’esercizio è ciò che può essere attivato o disattivato. Attivato significa che reagisce come nucleofilo, donando la coppia di elettroni del legame , con maggior facilità (rapidità, esotermicità, equilibrio più spostato a destra), rispetto ad un doppio legame “normale”, prendendo come normale un doppio legame isolato inserito in una catena alchilica, es. CH3-CH=CH-CH2CH3. Disattivato significa, al contrario, che quel doppio legame addiziona un dato reattivo elettrofilo con minor facilità rispetto all’alchene “normale”. Che cosa fa sì che il doppio legame possa diventare più reattivo (più nucleofilo) o meno reattivo (meno nucleofilo)? Risposta: gli effetti elettronici dovuti a gruppi diversi che fanno parte della molecola. Se un gruppo è capace di donare elettroni al doppio legame C=C, aumentando ulteriormente la sua disponibilità a cedere la coppia a un elettrofilo, allora quel gruppo si dirà attivante del sistema . Se invece per qualsiasi ragione quel gruppo sottrae gli elettroni dal doppio legame, rendendo la nube pi greco meno disponibile, allora si dirà che è disattivante del sistema . Bisogna notare che in questo caso i gruppi che donano elettroni sono attivanti perché stiamo parlando di una reazione con elettrofili (l’addizione elettrofila) che richiede disponibilità elettronica. Se in futuro incontrassimo una qualsiasi altra reazione con nucleofili, che richiede la formazione di una carica positiva sul carbonio interessato, allora gli stessi gruppi donatori si trasformerebbero in disattivanti. I gruppi possono donare elettroni (elettrondonatori) o attrarre elettroni (elettronattrattori) in base a due diversi fenomeni fisici: l’effetto induttivo e l’effetto mesomerico, o di risonanza. L’effetto induttivo +I (elettrondonatore) è dato da: a) atomi nettamente più elettropositivi del carbonio (es. metalli capaci di formare legami covalenti con esso, quali Mg e Li) b) atomi o gruppi ionizzati con carica negativa, che ovviamente re-spingono gli elettroni, es. un gruppo -O-; c) gruppi alchilici, in proporzione ai carboni di cui sono formati. Per esempio un isopropile ha maggior effetto +I di un metile. Per spiegare tale effetto si ricorre generalmente all’iperconiugazione (http://it.wikipedia.org/wiki/Iperconiugazione), un’ipotesi quantistica complessa. L’effetto induttivo –I (elettronattrattore) è dato da: a) atomi con elettronegatività nettamente superiore a quella del carbonio. Per esempio –OH, -Cl, -NH-. b) atomi o gruppi ionizzati dotati di carica elettrica positiva. Per esempio: -NH3+. Gli effetti induttivi agiscono anche se i gruppi si trovano lontani lungo catena, ma il loro effetto si attenua con la distanza. Per esempio: O > O > O L’effetto induttivo elettronattrattore dell’ossigeno decresce al crescere della distanza dal centro reattivo. Gli effetti di risonanza o mesomerici sono dovuti alla presenza di atomi o gruppi coniugati col centro reattivo. Essi si verificano solo se c’è coniugazione e, a differenza degli effetti induttivi, se la coniugazione è estesa lungo la catena, l’effetto non si riduce. Generalmente gli effetti mesomerici sono più importanti degli effetti induttivi. Nel caso quindi che l’effetto di risonanza sia contrastante con quello induttivo (es. mesomerico elettrondonatore e induttivo elettronattrattore), sarà quello mesomerico a prevalere, con l’eccezione degli alogeni, per i quali prevale l’effetto induttivo –I anche quando le loro coppie libere sono coniugate. Hanno effetto mesomerico +M (elettrondonatore) atomi contenenti una coppia elettronica coniugata col centro reattivo: + OH .. OH .. O .. .. + O CH2 .. CH2 ..- .. NH2 .. NH + N H CH2 + NH2 .. CH2 .. - L’ossigeno e l’azoto hanno anche effetto –I, ma in questo caso a prevalere è l’effetto di risonanza, elettrondonatore. Gli alogeni, come –Cl: e -Br:, non sono stati inseriti negli esempi, poiché pur possendo coppie elettroniche, per essi prevale l’effetto induttivo elettronattrattore (-I). Esercitano un effetto mesomerico –M (elettronattrattore) gruppi comprendenti un doppio legame coniugato con il centro reattivo. Esempi: .. O .. .. .. .. O .. CH2 CH2 + + OH OH .. H..N + .. O.. - .. O .. + .. HN .. Come si vede, in questi casi, il doppio legame diventa parzialmente positivo, cioè impoverito di elettroni. In un sistema coniugato i quattro elettroni pi-greco sono distribuiti in tre posizioni anziché su due, a causa della delocalizzazione. È perciò ovvio che si riduca la loro disponibilità anche quando gli elettroni non sono attratti da un atomo elettronegativo, come nel primo esempio. Più la delocalizzazione è estesa, più diventa difficile coinvolgere un’insaturazione del sistema coniugato in una reazione di addizione (quarto esempio). Si potrebbe obiettare che gli elettroni potrebbero muoversi in direzione opposta ed andare verso il doppio legame C=C, dando luogo quindi a una elettrondonazione (attivazione in questo caso). Se il sistema coniugato è formato solo da carboni ciò è perfettamente possibile, ma come già detto l’effetto complessivo della delocalizzazione è una minore disponibilità di elettroni pi-greco rispetto al doppio legame isolato. Nei casi in cui l’effetto –M coinvolge atomi elettronegativi, l’allontanamento degli elettroni pi-greco da essi li trasformerebbe in cationi privi dell’ottetto. Specie di questo tipo (esempio a sinistra) sarebbero molto meno stabili dei carbocationi che si formano muovendo gli elettroni nella direzione corretta (esempio a destra). ..- - .. O.. .. O.. + .. .. O.. . +.O .. In questi casi oltre all’effetto –M si somma anche un effetto –I, dovuto all’elettronegatività. Attenzione: l’ossigeno positivo nell’esempio errato a sinistra non raggiunge l’ottetto, ed è diverso + .. O H H H dall’ossigeno positivo con tre legami e una coppia, che raggiunge l’ottetto, es. Chiariti tutti questi aspetti risolvere l’esercizio sarà una passeggiata. Eccolo qui di nuovo: a) O=CH-CH=CH-CH3; b) CH2=CH-CH=CH-CH3; c) CH3-Ö-CH=CH-CH3 ; d) HÖ-CH2-CH=CH-CH3. Nel caso a) abbiamo un doppio legame coniugato con un C=O, che eserciterà su di esso un effetto congiunto –M e –I, rendendolo meno efficace come nucleofilo. Quindi disattivato. Nel caso b) la coniugazione e la conseguente delocalizzazione degli elettroni pi-greco renderà meno disponibili ambedue i doppi legami verso le reazioni di addizione (si dice anche che il sistema coniugato è stabilizzato, quindi meno reattivo, “per risonanza”). Quindi disattivato per effetto –M. Nel caso c) la coppia elettronica dell’ossigeno è coniugata con il doppio legame. Quindi avremo un effetto +M che supererà il –I dovuto all’elettronegatività di O. Risultato: Attivato. Nel caso d) non dobbiamo lasciarci ingannare dalla coppia elettronica sull’ossigeno, che non è coniugata col doppio legame. Quindi abbiamo solo un effetto –I che fa sì che il doppio legame C=C sia disattivato. Ora prova a risolvere questo esercizio: Classifica i seguenti alcheni in attivati (A) e disattivati (D). a) CH3-CH=CH-CH=CH2; b) CH3-CH2-Ö-CH=CH2; c) CH3-Ö-CH2- CH=CH2; d) O=CH-CH=CH2. 4. Classifica i seguenti idrocarburi in AROMATICI (Ar) e ALIFATICI (Al). CH2 CH2 L’aromaticità è un caso particolare di coniugazione negli anelli che comporta a) elevata stabilità, cioè inerzia alle reazioni di addizione, di un ordine di grandezza maggiore rispetto ai sistemi coniugati lineari, b) planarità, c) l’esistenza di una corrente d’anello (circolazione vera e propria degli elettroni pi-greco come in un circuito elettrico) rivelabile con tecnica NMR. Affinché ci possa essere aromaticità, il sistema coniugato dell’anello deve a) coinvolgere tutti gli atomi dell’anello e b) rispettare il criterio di Hückel, cioè possedere complessivamente 4n+2 (= 2, 6, 10, 14,… con n = 0, 1, 2, 3,…) elettroni pi greco. Quando saranno rispettate queste due condizioni, tutti gli atomi dell’anello si disporranno sullo stesso piano, ogni atomo avrà un orbitale pz perpendicolare a tale piano, i legami pi-greco saranno delocalizzati in tutto il ciclo, o “scheletro sigma”, tutto il sistema diventerà molto più stabile di un normale sistema coniugato e per questa ragione in condizioni normali non darà più reazioni di addizione. La prima struttura ciclica rispetta le condizioni a) e b) (con 14 elettroni ) quindi è aromatica; La seconda struttura ciclica rispetta le condizioni a) e b), con 10 elettroni, quindi è aromatica; La terza struttura ha un anello che include un carbonio non coniugato, quindi è non aromatica; Nella quarta struttura, biciclica, è rispettato il criterio a) ma non la regola di Hückel (8 elettroni ); quindi è antiaromatica. Nella quinta struttura abbiamo tutti i carboni dell’anello che fanno parte del sistema coniugato e due elettroni pi greco nell’anello (con n = 0, 4n+2 = 2). Quindi aromatica. Ora prova a ripetere l’esercizio con queste strutture cicliche Classifica i seguenti idrocarburi in AROMATICI (Ar) e ALIFATICI (Al). CH2 H2C CH2 CH2 I composti ciclici con tutti gli atomi coniugati e formati da 4n elettroni si dicono antiaromatici e non hanno le stesse caratteristiche, o hanno caratteristiche opposte, a quelli aromatici (http://it.wikipedia.org/wiki/Composti_antiaromatici) 2 5. Su ciascuna struttura disegna la freccia o le frecce e poi una struttura limite di risonanza risultante. .. C CH2 - .. CH Questo esercizio richiede il rispetto di certe regole per la movimentazione degli elettroni che ci aiutano a generare tutte strutture limite di risonanza possibili (diversa poi la valutazione della loro importanza). 1. Si possono muovere solo elettroni e non atomi. 2. Le frecce indicano il moto degli elettroni sempre a coppie, con la coda che indica da dove gli elettroni partono e la punta che dice dove li vogliamo mandare. La freccia curva può partire da una coppia di elettroni solitaria (L.P., Lone Pair = coppia solitaria) o dal centro di un legame multiplo (doppio o triplo). 3. Se la freccia parte da un L.P., la sua punta andrà sul legame che lega lo stesso atomo dotato dell’L.P., legame che diventerà doppio se singolo o triplo se doppio, mentre la carica dell’atomo che +X :X Y Y impegna la sua coppia solitaria per fare un altro legame aumenterà di 1. Es.: . Naturalmente l’atomo Y che contribuisce a formare il legame aggiuntivo deve avere un orbitale libero per accettare la coppia di legame in più, o deve poterlo liberare cedendo due elettroni altrove, o deve avere la possibilità di espandere l’ottetto. Per :X- invece non ci sono problemi, poiché impegna lo stesso orbitale, prima per il LP, poi per il legame aggiuntivo. Il doppietto non può mai partire da un atomo e finire su un altro. 4. Se la freccia parte da un legame multiplo può andare su uno dei due atomi legati dallo stesso legame (caso inverso del precedente) oppure può andare su un legame singolo ad esso adiacente (ribaltamento). Nel primo caso l’atomo che riceve gli elettroni avrà un LP in più, mentre l’altro atomo del legame multiplo perderà l’ottetto e aumenterà la sua carica di 1. Nel caso del ribaltamento del legame pi-greco, l’atomo che riceve il legame aggiuntivo dovrà avere un orbitale libero o dovrà liberarlo, mentre l’atomo all’estremo opposto, che perderà un legame p, aumenterà la carica di 1 e non avrà più l’ottetto, a meno che non recupererà elettroni da altra provenienza. X Z Y ¯:X + Y Z X Z Y + X ..¯ Z Y Z X Y + X Z Y La seguente mobilitazione invece non è permessa perché i tre carboni dei doppi legami cumulati non formano un sistema coniugato (i tre obitali p utilizzati non sono tutti paralleli tra loro), senza contare che sia X che Y, se l’avevano, perderanno il completamento dell’ottetto. + X Z Y .. Y Z¯ .. X Qualche suggerimento utile infine: se ci sono atomi con carica negativa, gli LP potranno partire da essi e certamente non arrivare su di essi. Mentre se ci sono carbocationi che fanno parte del sistema coniugato, le coppie elettroniche andranno verso di essi e non ad allontanarsi da essi. H .. C CH2 C .. CH2 H - CH .. .. ¯ .. - CH .. C H H C .. H - CH2 C H C .. CH 2 Prova ora a costruire delle strutture permesse nel sottostante esercizio. È evidente, da tutto quanto detto finora, che PRIMA si devono disegnare le frecce a matita e DOPO le strutture elettroniche conseguenti. Se portano a strutture non permesse (es. carboni con 5 legami come negli esempi visti) si cancella e si riprova. .. O .. .. H3C + HC 6. Disegnare l’intermedio nella reazione SEA con NO2+ sul substrato nitrobenzene in posizione orto Una reazione SEA è una reazione di Sostituzione Elettrofila all’anello Aromatico. Essa prevede dunque che un reattivo elettrofilo sostituisca un idrogeno di un CH che fa parte dell’anello aromatico, cioè il substrato nucleofilo. L’intermedio si forma quando l’elettrofilo si lega con un carbonio dell’anello, usando una coppia di elettroni fornita dal sistema aromatico, prima che sia eliminato il protone, l’H+ sostituito. In questo intermedio l’aromaticità è perduta provvisoriamente, ma poi ripristinata quando si espelle il protone e si reintroducono nel sistema i due elettroni che prima servivano a legare l’idrogeno. Partiamo dal benzene: H H = = = C H C C C C H H C H A B C D Quattro modi equivalenti di disegnare il benzene Prendiamo l’ultimo modo di rappresentare il benzene lasciando però in evidenza solo quello sfortunato carbonio, tra i sei identici, che subirà l’attacco dell’elettrofilo. H C + E E H C + C + E + + H Come si vede l’intermedio può ripristinare il sestetto aromatico in due modi: o espellendo l’elettrofilo e ripristinando il substrato, o espellendo il protone dal carbonio tetraedrico e generando il prodotto. Entrambe le trasformazioni avranno luogo, ma solo la seconda avrà come esito l’accumulo di una nuova sostanza. Anche se l’intermedio non è aromatico, è comunque in qualche modo stabilizzato dalla delocalizzazione della carica positiva, estesa su 3 carboni. C E H C E H E + C H + + C = + E H Possiamo ora tornare al nostro esercizio, in cui l’elettrofilo è NO2+, e deve legarsi al nitrobenzene, cioè un benzene in cui uno degli idrogeni è già stato precedentemente sostituito con un gruppo NO2. Dal testo del problema vediamo che il secondo –NO2 dovrà andare a sostituire un idrogeno in orto, cioè in posizione 1,2 (vicina) rispetto al gruppo NO2 già presente nel substrato. O + O O H orto H + H meta O + N N orto - H H O - H O H N NO 2 + N + O meta O + H H NO 2 + H para nitrobenzene intermedio orto-dinitrobenzene Ora risolvi lo stesso esercizio in quest’altro caso: disegna l’intermedio nella reazione SEA con NO2+ sul substrato nitrobenzene in posizione para. + H 7. Dalla nitrazione del composto C6H4Cl2 si ricavano due diversi prodotti mononitrati, C6H3Cl2NO2. Stabilire se il diclorobenzene iniziale è orto, meta o para. La nitrazione di cui si parla è una reazione come quella vista nel precedente esercizio, in cui l’elettrofilo NO2+ sostituisce un H+ su un substrato aromatico, in questo caso un anello benzenico, poiché formato da sei carboni (C6H4Cl2). Sullo stesso anello benzeniche ci sono già due atomi di cloro al posto di due idrogeni e il problema è capire se questi due clori sono in orto, in meta o in para: Cl Cl Cl Cl Cl orto meta para Cl Dato che la nitrazione può avvenire in tutte le posizioni libere, il problema è puramente logico e si risolve sapendo che si formano due prodotti nitrati, e non uno, tre o quattro. Se si possono formare due mononitrati diversi C6H3Cl2NO2, allora nel diclorobenzene devono esserci due tipi di idrogeni differenti sostituibili. Iniziamo dall’orto: in esso ci sono due tipi di idrogeni sostituibili: i due vicini al cloro e i due più distanti. Quindi la soluzione sembra essere l’orto-diclorobenzene o 1,2-diclorobenzene. Ma per sicurezza vediamo gli altri due composti. Nel meta-diclorobenzene abbiamo tre diverse posizioni per i quattro idrogeni sostituibili. Uno è l’idrogeno tra i due clori, l’altro è quello opposto e la terza posizione è posseduta dai due idrogeni che vengono dopo i clori. Quindi escludiamo il meta-diclorobenzene. Infine nel para-diclorobenzene ciascuno dei 4 idrogeni è perfettamente equivalente agli altri tre, per cui abbiamo un solo prodotto mononitrato. La soluzione è confermata: il substrato diclorobenzene che darà due e solo due mononitrati diversi è l’orto-diclorobenzene. Cl a a b b orto Cl Cl Cl c a b Cl a a a a c Cl meta para Prova tu con questo problema simile: dalla nitrazione del composto C6H4Cl2 si ricava un solo prodotto mononitrato, C6H3Cl2NO2. Stabilire se il diclorobenzene iniziale è orto, meta o para. 8. Completare le seguenti reazioni Substrato + reagente/catalizz. CH3 CH3COCl / AlCl3 COOH Br2 / Fe Cl HNO3 / H2SO4 NO 2 CH3 CH CH3 SO / H SO 3 2 4 Analisi Prodotto principale CH3 Il reattivo è un agente acilante, per l’esattezza un cloruro acilico (RCOCl). Quindi si può avere l’acilazione se il substrato è non disattivato. In effetti il gruppo metile è leggermente attivante e orienta in orto-para. Quindi avremo una sostituzione favorita in para. CH3 O COOH Il reattivo è un alogeno. Quindi avremo un’alogenazione, permessa anche sul substrato disattivato perché siamo in presenza del catalizzatore (Fe che col Br2 si trasformerà in FeBr si trasformerà in FeBr3). Oltre ad agire da disattivante, il carbossile, COOH, orienterà la reazione di sostituzione in meta. Br Cl La miscela solfo nitrica forma l’agente nitrante, NO2+ : HNO3 + H2SO4 H2NO3+ + HSO4-. O2N H2NO3+ H2O + O=N+=O. Poiché il cloro disattiva meno del gruppo nitro, prevale la sua funzione orientante in orto-para. La miscela di anidride solforica in H2SO4 conc, chiamata oleum, è l’agente della solfonazione. Il gruppo isopropile, presente nel substrato, attiva l’anello aromatico e orienta in para. C NO 2 CH3 CH CH3 O S HO O Le reazioni di sostituzione elettrofila sono avvenute su substrati sostituiti. I sostituenti hanno un effetto attivante o disattivante, esattamente identico a quello già visto in riferimento alle reazioni di addizione su doppi legami isolati. E anche in questo caso i gruppi elettrondonatori comportano attivazione (maggior disponibilità degli elettroni p a legare l’elettrofilo) mentre i gruppi elettronattrattori disattivano l’anello aromatico. Anche se la reazione di addizione elettrofila al doppio legame e di sostituzione elettrofila aromatica sono diverse, nella fase di attacco iniziale sono identiche: un elettrofilo forma un legame col carbonio del substrato utilizzando una coppia di elettroni . Una considerazione particolare meritano la terza e la quarta reazione. Quindi sotto il profilo dell’attivazione-disattivazione, degli effetti induttivi e mesmerici, non ci sono novità rispetto a quanto già visto per gli alcheni. La novità invece riguarda l’orientamento. In assenza di sostituenti ogni idrogeno del benzene ha la stessa probabilità di essere sostituito. La presenza di uno o più sostituenti rende invece in generale differenti gli idrogeni e la probabilità della loro sostituzione. Questo avviene essenzialmente per due ragioni possibili. Per ingombro sterico: un sostituente, specie se particolarmente ingombrante (es. isopropile, atomo di bromo, ecc.) ostacola un poco la sostituzione degli idrogeni ad esso vicini, cioè quelli delle posizioni orto. Il secondo effetto orientante è dovuto invece alla capacità dei sostituenti di stabilizzare o destabilizzare il catione intermedio con effetti elettronici. Osservando le strutture limite di risonanza catione intermedio, vediamo che la sua carica positiva è delocalizzata sui carboni orto e su quello para. Qualsiasi gruppo elettronattrattore posto in una di queste posizioni “aggraverà” la positività del carbonio e renderà meno stabile l’intermedio, per cui la trasformazione complessiva, incontrando nel suo percorso una barriera energetica più alta, risulterà più lenta. Se invece i carboni orto o para hanno sostituenti elettrondonatori la carica positiva verrà in parte neutralizzata, l’intermedio stabilizzato e il passaggio ai prodotti velocizzato in quelle posizioni. Tutto ciò si riassume nella semplice regola: i sostituenti attivanti orientano in orto-para (con la posizione para in genere preferita per effetto sterico) mentre i disattivanti orientano in meta. Ogni regola ha le sue eccezioni, e come già detto per le addizioni al doppio legame, gli alogeni pur avendo un effetto prevalente elettronattrattore (dunque disattivanti) orientano ugualmente in orto-para perché grazie alle loro coppie elettroniche libere conservano un effetto +M capace di stabilizzare la carica positiva del carbocatione intermedio. Devo ancora una volta ricordarvi che le sostanze non studiano la chimica organica. Quando diciamo che un dato sostituente, es. un -CH3, è attivante e quindi orientante in orto - para, ciò non significa che mettendo a reagire un miliardo di molecole di substrato si formeranno solo molecole di prodotto sostituite in orto e para e nemmeno una molecola sostituita in meta. Ciò che accade è invece che ricercatori chimico-organici dopo aver ripetuto sperimentalmente molte di queste reazioni SEA, hanno visto che con dati gruppi sostituenti, anche se con diversi elettrofili, queste reazioni procedevano più rapidamente che con il benzene (ed hanno chiamato questo “effetto attivante”) e generavano percentuali più alte di prodotti della sostituzione in orto, in para, e minori percentuali in meta (ed hanno chiamato questo “effetto orientante in orto para”. Quindi siamo noi che studiando le reazioni osserviamo delle regolarità relative e le trasformiamo nelle regole e nei criteri della chimica organica, che però non sono né semplici né “perfetti” come ci piacerebbe. Tutti gli idrogeni di una sostanza aromatica sono in minore o in maggiore misura sostituibili e le reazioni organiche, ancora una volta, seguono percorsi paralleli 3. La terza reazione dell’esercizio 8 mostra come adattare il criterio dell’orientamento quando sono presenti più gruppi con azioni orientanti contrastanti: prevalgono le posizioni indicate dal gruppo attivante più forte o da quello meno disattivante (se entrambi disattivanti). 3 Si vedano i seguenti esempi: NO 2 NO 2 NO 2 NO 2 NO 2 HNO3, H2SO4 + 95 °C + CH3 CH3 SO 3H H2SO4 100% + + 0 °C NO 2 NO 2 88% CH3 CH3 7% 1% SO 3H SO 3H 62% 32% 6% Ora prova tu con quest’altra serie di reazioni Completare le seguenti reazioni Cl SO3 / H2SO4 ? NH2 Cl2 / FeCl3 ? CH3 O CH2CH3 HNO3 / H2SO4 HNO3 / H2SO4 ? ? NO 2 9. Completare le seguenti reazioni a partire dal benzene. NO 2 Cl Br COCH 2CH 3 10. Completa la seguente sintesi in tre stadi: NH2 Br Abbiamo ora tre problemi, che uniscono conoscenze sulle reazioni SEA e logica. Nel n.9, Partendo dal benzene “nudo”, dobbiamo effettuare due reazioni consecutive di sostituzione ed arrivare a un prodotto dato. Osservando il prodotto della prima sequenza di reazioni deduciamo che dobbiamo fare una alogenazione con cloro e una nitrazione, ma non sappiamo in quale ordine. Nella seconda catena di reazioni dobbiamo invece introdurre un Br e un COCH2CH3, e ciò può essere fatto con una bromurazione e con una acilazione, ma anche ora non sappiamo se fare prima l’acilazione e poi la bromurazione o viceversa. Le nostre conoscenze sugli effetti orientanti ci servono per la parte logica del problema: trovare la sequenza giusta che conduce a una resa maggiore possibile del prodotto atteso. Come nella maggior parte dei problemi spesso voi studenti non fate nulla perché non sapete che cosa fare. Piuttosto che rimanere con le mani in mano a cercare giustificazioni del perché non riuscite ad andare avanti 4, una tattica molto semplice consiste invece ne fare dei tentativi e degli errori, riconoscere gli errori, e riprovare fino a trovare una soluzione. In questo caso proviamo a fare una clorurazione del benzene. Otterremo il clorobenzene. Poi dovremo fare la nitrazione del clorobenzene. Sappiamo che il cloro orienta in orto e para, mentre noi dobbiamo ottenere il meta-cloronitrobenzene. Allora proviamo l’altra sequenza. Prima facciamo la nitrazione e otteniamo il nitrobenzene. Il nitro gruppo orienta in meta (oltre a disattivare). Quindi ci siamo: mettiamo un buon catalizzatore (FeBr3) per compensare la disattivazione e bromo per sostituire prevalentemente un idrogeno in meta e ottenere il prodotto desiderato. Nella seconda sequenza proviamo prima a introdurre il COEt facendo un’acilazione con CH3CH2COCl e AlCl3 su un substrato (il benzene) non disattivato, come vuole la norma. Per la presenza del doppio legame C=O il chetone formato sarà, come substrato, leggermente disattivato e orientante in meta. Facendo poi la bromurazione del chetone avremo una reazione scarsa e una percentuale infima di prodotto para. Quindi cambiamo strategia. Nella sequenza inversa operiamo prima una bromurazione, poi sfruttiamo l’orientazione dovuta agli effetti sterico ed elettronico per ottenere una acilazione difficoltosa sì, ma comunque con la formazione di un prodotto principalmente costituito dal para-disostituito. Il terzo problema, la sequenza 10., prevede un passaggio in più. Se analizziamo il prodotto finale vediamo il bromo che sappiamo come inserire, e un gruppo, quello amminico, -NH2, che non riconosciamo come ottenibile tramite reazioni SEA. Nella risoluzione dei problemi, oltre al pensiero (tentativi ed errori) è spesso richiesto anche l’andare a cercare. Uno dei compiti richiesti agli studenti del terzo millennio è sapere come e dove cercare le cose, mentre quelli del secondo millennio dovevano saperle imparandole a memoria e quelli del primo millennio non dovevano saperle e basta. Il primo posto dove cercare è il libro di testo, non sfogliandolo a caso, ma possibilmente nel capitolo dove si introducono gli aromatici e le SEA. Dopo un’inutile ricerca, proviamo a cercare i modi per ottenere i composti R-NH2, chiamati ammine. Sapendo che per ogni capitolo, relativamente a ogni famiglia di composti sono illustrati innanzitutto i modi per ottenerli, andiamo a cercare tali modi nel capitolo delle ammine. L’argomento inizia a pag. 157: “due importanti metodi per preparare le ammine”. Troviamo a pag. 158 ciò che cercavamo: “le ammine primarie 4 La spiegazione è che vi aspettate che il libro e l’insegnante siano come una specie di libretto delle istruzioni che vi dovrebbero dire cosa fare in ogni caso immaginabile. Quando ciò non c’è scritto preferite non montare né accendere l’apparecchio per non rischiare di danneggiarlo. Poiché invece il cervello non rischia bruciature, almeno nel suo uso normale, potete tranquillamente prendere l’iniziativa e provare, sbagliare, riflettere e riprovare. Questo si chiama pensare. Pensare non è qualcosa di ultracomplicato che sanno fare solo gli scienziati, ma qualcosa che tutti voi sapete fare e fate, almeno fuori dalla scuola. La principale ragione per cui si va a scuola è per diventare pensatori migliori. Se credete che la scuola riconosca un merito in relazione a quanto si studino e si seguano fedelmente delle ricette e delle regole e voi prendete per buono questo ruolo, non siete pensatori, ma vicesottoaiutocuochi (senza togliere nulla alla creatività e alla capacità di pensare dei veri cuochi). E chi vi insegna le istruzioni per casi immaginabili, e poi vi fa svolgere proprio e solo quelli, non è insegnante, ma ammaestratore o burattinaio. Quindi, quando venite a scuola non chiedete ricette per non pensare, ma piuttosto problemi per migliorare la vostra capacità di pensare e la vostra curiosità. Non mucchi di compiti ripetitivi da “smaltire” e pagine da “imparare”, ma al loro posto, e non in aggiunta, chiederete sfide, argomenti stimolanti su cui ricercare e problemi da provare a risolvere da soli, con gli altri e insieme al vostro insegnante che ha, rispetto a voi, al massimo solo un po’ più di esperienza in qualche settore limitato. Finché tutto questo non lo richiederete voi, i vostri insegnanti si guarderanno bene dal ricrearlo, poiché farlo significherebbe assumere un ruolo diverso, più impegnativo e più umile, e nuovi compiti da inventare. aromatiche si preparano per riduzione di nitroderivati aromatici, facili da preparare puri e poco costosi”. Il gruppo –NO2, per riduzione con Fe/HCl (miscuglio che sviluppa idrogeno) si trasforma in -NH2. Quindi sappiamo come ottenere l’ultimo passaggio. Per i primi due abbiamo la stessa situazione dei due problemi precedenti: scegliere se nitrare prima e bromurare dopo o viceversa. Abbiamo acquisito abbastanza esperienza per affrontare questo arduo dilemma a colpo sicuro senza fare tentativi ed errori. Se facciamo per prima la nitrazione avremo un effetto orientante in meta, esattamente dove vogliamo che vada a finire il bromo. Quindi la sequenza è 1. Nitrazione; 2. Bromurazione in meta; 3. Riduzione del gruppo nitro a gruppo ammino con Fe/HCl. Ecco le risoluzioni dei tre problemi in formule. NO 2 NO 2 HNO3, H2SO4 Cl2, AlCl3 -H+, -AlCl4- Br2, FeBr3 Br CH3CH2COCl, AlCl 3 -H+, -FeBr4- Cl Br -H+, -AlCl4- COCH 2CH 3 NO 2 NO 2 HNO3, H2SO4 NH2 Br2, FeBr3 Zn/HCl -H2O Br Br Ora prova tu altri tre problemi analoghi Completa le seguenti sintesi a partire da benzene: Br NO 2 COCH 3 SO3H Completa la seguente sintesi in tre stadi: COOH NO 2