Anna Colzato n. matricola 701367 Scheda per Matematiche Complementari II La dimostrazione per assurdo a.a. 2005-2006 5c – TRATTAZIONE: funzione della dimostrazione E’ anche interessante chiedersi a chi servono le dimostrazioni. Indubbiamente ai matematici, ad un altro livello anche ad insegnanti e studenti, i quali, leggendole, possono convincersi di quanto l’enunciato asserisce. Quali sono le funzioni della dimostrazione? Ovviamente non si può attribuirle solo il compito di stabilire la verità o quello di svelare “l’inganno”. Molte altre sono le funzioni svolte dalle dimostrazioni nella costruzione della matematica, vediamone alcune: - evitare i calcoli; - predire i risultati; - aumentare l’affidabilità, perché è inevitabile che si infiltrino errori anche nelle manipolazioni concrete che si presumono esatte, non appena i numeri in gioco diventano grandi, rispetto ai limiti di precisione della percezione e dell’attenzione umana o al buon funzionamento prolungato di una macchina fisica; - fornire spiegazioni: un calcolo fatto a macchina o ottenuto applicando un algoritmo, dà una risposta, ma nessuna comprensione del perché quella è la risposta giusta; - suggerire generalizzazioni; - trasportare risultati; - risolvere problemi: la dimostrazione ha spesso la funzione di trovare le soluzioni dei problemi. Un esempio facile è fornito dalla formula risolutiva delle equazioni di secondo grado, di non facile memorizzazione. Invece di memorizzare la formula, basta ricordare “il quadrato del binomio”, infatti: ax 2 bx c 0 b c x 0 a a b c x2 2 x 0 2a a x2 2 2 b c b b x 2 x 0 2a a 2a 2a 2 2 2 b b c x 0 2a 2a a 2 b c b x 2a a 2a x - b b 2 4ac 2a estrarre algoritmi; risparmiare risorse; inventare forme di ragionamento; scoprire controesempi; suggerire le ipotesi giuste: una dimostrazione associata un controesempio, può rilevare assunzioni mancanti; - permettere, raffinare e confermare l’intuizione.