Musicoterapia per i piccoli pazienti del policlinico

COMUNICATO STAMPA
Musicoterapia per i piccoli pazienti del policlinico senese.
Progetto finanziato dalla Fondazione MPS
Quando le parole non bastano ci pensa la musica. Liberare le emozioni, i sentimenti e gli stati
d’animo grazie alle note del pentagramma è una possibilità in più offerta ai piccoli pazienti del
policlinico Santa Maria alle Scotte grazie ad un innovativo progetto di musicoterapia, finanziato
dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e promosso dall’Associazione Insieme per i Bambini,
presieduta dal professor Guido Morgese, direttore del Dipartimento Materno Infantile. Non sempre i
bambini riescono a esprimere gioia, rabbia, dolore, soprattutto in caso di malattie neuropischiatriche
o terminali. La musica perciò, attraverso un lavoro d’équipe, può permettere di aprire un canale di
comunicazione con i bambini e migliorare la relazione medico-paziente. Il progetto, attualmente in
fase di sperimentazione in Neuropsichiatria Infantile, diretta dal professor Michele Zappella, è
realizzato dalla dottoressa Alexandra Patzak, musicoterapista diplomata alla Bristol University. “In
una prima fase – illustra la Patzak – si permette al bambino di essere attivo e creativo, cioè libero di
scegliere lo strumento che meglio esprime le sue inclinazioni. Successivamente invece si imposta il
piano terapeutico, personalizzato e specifico”. L’approccio utilizzato è quello dell’Improvvisazione
Libera cioè non viene proposto al bambino nessun “programma”, la terapia è incentrata sulla
persona, a seconda della risposta emotiva del piccolo paziente. “Abbiamo osservato – continua
Patzak – che i bambini scelgono lo strumento secondo il loro temperamento. I più timidi sono
attirati da strumenti più piccoli e delicati, come la lira. Chi è invece più esuberante è attratto dagli
strumenti più grandi, in particolare dalle percussioni”. Numerosi sono gli effetti che la musica può
avere sui bambini: dà calore ed energia, rasserena, diverte, libera la mente e, in alcuni casi, diventa
l’unico canale di comunicazione possibile. “L’ambiente ospedaliero – conclude Patzak – può
disorientare il bambino, già sotto stress a causa della malattia. Attraverso la musica invece riesce a
condividere e perciò ad attenuare le situazioni di disagio”. In particolare, i bambini con handicap
visivo e varie forme di ritardo mentale trovano singolare giovamento nella musicoterapia. In questi
casi la musica e le onde sonore, riescono a tonificare corpo e anima e a dare energia.