Psicologia dello sviluppo Capitolo 1 Jean Piaget “colloquio clinico” “teoria studiale”:- 1° stadio(15-18m): intelligenza senso-motoria capacità di entrare in possesso di oggetti non direttamente afferrabili -2° stadio: pensiero intuitivo produzione di immagini mentali. Gioco simbolico, imitazione differita (compiuta un po’ di tempo dopo),linguaggio verbale. -3°stadio(6-11anni): pensiero reversibile e operatorio -4°stadio(12 anni): pensiero formale( ipotetico deduttivo) pensiero più indipendente dalla percezione. Sa compiere ragionamenti sulla base di semplici ipotesi, capacità di coordinare ipotesi per prevedere risultati. Lev Vygoskij Contrapposto a Piaget Differenziazioni psicologiche emergenti in dipendenza dai fattori ambientali Coscienza: proprietà della mente umana di appropriarsi di pensiero e forme di un determinato contesto socio-culturale. Contributi alla psico dello sviluppo:- primato del “sociale “ sull’ “ideale” -stimolo-mezzo (strumenti esterni) -area di sviluppo prossimo: area tra prestazione spontanea e prestazione mediata da fattori socio-culturali Le funzioni psichiche tipiche della specie umana sono strettamente dipendenti dalla rete di fattori sociali e culturali entro cui cresce e i sviluppa il bambino. John Bowbly Teoria dell’attacamento: paradigma=_importanza dei legami affettivi _nuova luce sul modo di intendere eziologia dei disturbi mentali Questo attaccamento è geneticamente determinato. Disturbi mentali in età adulta: mancanza di un legame continuo e sereno. Analogia con Freud. Ma i meccanismi nel spiegare il perché sono diversi. Freud:superamento delle fasi edipiche Bowbly:risultato di come gli individui sono stati trattati da piccoli. I comportamenti che provocano o mantengono la prossimità con la madre sono considerati come risultato di processi cognitivi di elaborazione delle informazioni e sono regolati da “sistema di controllo”. Le esperienze affettive influenzano le capacità cognitive di elaborazione delle informazioni. Di conseguenza influenzano il comportamento sociale e le relazioni affettive. Jerome Bruner Posizione di mediazione tra Piaget e Vygotskyj. Per la prima volta la percezione viene studiata come processo interno influenzato dai valori, dalle motivazioni e dalle credenze personali. Percezione= frutto di un’ipotesi inconscia. L’uomo come essere attivo dotato di intenzioni e aspettative.. Capitolo 2 Psicologia dell’età evolutiva: si riteneva l’età adulta come punto d’arrivo per lo sviluppo intellettuale e cognitivo Ma l’età adulta:- non è periodo di stabilità - sono possibili nuove conoscenze - non è l’età in cui i raggiunge sviluppo ottimale e quasi perfetto Infatti anche la vecchiaia deve essere presa in considerazione perché le persone non stanno perdendo le capacità sociali e le facoltà intellettive. 2 motivi:- grande plasticità neuronale : capacità di ristrutturazioni importanti e nuove connessioni - osservazione di anziani sempre più numerosi nella società grazie alle migliori condizioni di vita Psicologia dello sviluppo: prende in considerazione tutti i periodi della vita, dalla nascita alla morte. Lo sviluppo non si identifica con il tempo ma nel “tempo”. Modelli deterministici unicasuali:modelli di spiegazione che facevano risalire ad una o poche cause la spiegazione del comportamento umano Orientamenti che hanno contribuito alla diffusione di modelli: - comportamentismo: S-R (stimolo-risposta) - psicoanalisi: comportamento risultato dell’azione della pulsione. Capitolo 3 Ostacoli dell’approccio ingenuo: - convinzione che il bambino interpreti e rappresenti la realtà in modo simile al nostro - utilizzare i nostri ricordi : anche se sono fedeli ed attendibili sono sempre soggettivi ed individuali - resoconto verbale: ponendo domande dirette nella convinzione di poter cogliere le sue conoscenze e credenze ed i odo i cui si rappresenta la realtà. - dato il poco linguaggio, i bambini cerca di interpretare ciò che l’adulto vuole in base al nonverbale - ripetizione di domanda: porta il bambino a pensar che la prima risposta sia sbagliata. - tendenza all’acquiscienza nelle risposte: perché esiste un asimmetria con l’adulto(al di là del rapporto esistente). Vede l’adulto come detentore di sapere e per compiacenza risponde. Quando si interroga un bambino, la sua risposta dipende da 3 fattori: - proprietà di linguaggio - aspettative che secondo lui l’adulto vuole - contesto Il colloquio può essere usato come metodo d’indagine ma con adeguata preparazione. -osservazione spontanea: imprecisa perché si tende ad osservare i fenomeni più vistosi e non i particolari che possono servire per capire meglio il comportamento del bambino - osservazione casuale ha dei limiti:-fenomeni non correttamente etichettati perché l’osservazione è sporadica e scarsa - tendenza a trovare connessioni casuali anche quando non esistono:associazioni di fenomeni. Metodo sperimentale: Esperimento: divisone in due gruppi 1°: gruppo sperimentale = variabile di cui si vuole verificare gli effetti 2°:gruppo di controllo = variabile assente o in misura ridotta Variabile indipendente: data dall’esperimentatore, può non essere l’unica. Le altre variabili devono essere tenute costanti se no impossibile stabilire differenze tra due gruppi. Variabile dipendente: modificazione del comportamento influenzata dalla variabile indipendente. Per tenere sotto controllo altre variabili,2 metodi: - assicurarsi che i due gruppi siano omogenei nel caso di confronto tra i due diversi gruppi con la tecnica dell’appaiamento.(disegno tra sogg.) - utilizzare stesso gruppo sottoponendolo sia alla condizione sperimentale sia di controllo(disegno entro sogg.) Tecnica dell’appaiamento: misurando le caratteristiche dei soggetti si dividono in 2 gruppi con soggetti che presentano le stesse caratteristiche di base. Questa tecnica non dà pieno affidamento e vale solo con gruppi poco numerosi perché è impossibile misurare tutti i fattori. Assegnazione casuale: selezione e suddivisione a caso monitorando solo la variabili più evidenti come età, sesso.. solo con gruppi numerosi Validità interna: quando i cambiamenti dei soggetti dipendono dal trattamento sperimentale e non da altre variabili Minacce validità esterna: - campione non rappresentativo - artificiosità del luogo degli stimoli e delle procedure adottate - prove estranee all’esperienze quotidiane Problemi su metodi: - condizioni già esistenti e non modificabili - variabili che si possono modificare in teoria ma non in pratica - variabili che non si possono modificare per ordine morale Per esplorare questi problemi si ricorre a due metodi: - disegno quasi sperimentale: prendere le condizioni cosi come sono in natura e sfruttarle per vedere gli effetti. Ma non raggiunge la validità interna degli esperimenti veri. - metodo correlazionale: lo sperimentatore rinuncia a cercare nessi casuali tra le variabili per verificare poi se sono connesse tra loro. Correlazione positiva:cambiamento di due variabili nella stessa direzione Correlazione negativi: aumento di una variabile e decremento dei valori dell’altra Vantaggio del metodo correlazionale : - cogliere il bambino nella complessità del suo sviluppo - possibilità di specificare le relazioni che legano l’individuo e l’ambiente Le analisi correlazionali stabiliscono i rapporti esistenti tra caratteristiche intraindividuali e aspetti culturali e sociali. Questo metodo correlazionale non consente di provare relazionali casuali tra fenomeni. La constatazione che due fattori tendono ad essere in relazione non indica in che modo essi siano casualmente connessi. Osservazione Critica alla sperimentazione: - quanto può essere rappresentativo il comportamento reale? - finalità:obiettivo di fornire le informazioni certe sulla relazione causale dei fenomeni La validità del metodo sperimentale si è incrinata. Il metodo sperimentale è stato affiancato o sostituito dal metodo osservativo Metodo osservativo Metodo complesso che richiede una serie di decisioni, accorgimenti e precauzioni. Il ricercatore deve: - stabilire cosa vuole osservare = ipotesi di ricerca - come osservare = se in ambiente naturale o in situazioni controllate Osservazione naturalistica: rilevazione dei comportamenti cosi come si presentano, registrando la frequenza, la durata, gli eventi precedenti e successivi. Vantaggio: si ha il quadro dettagliato e preciso del comportamento allo stato naturale. Limite: le situazioni in cui si presenta un comportamento possono essere fortuite, possono non essere la stesse per tutti i soggetti. Osservazione controllata: il ricercatore introduce alcune modificazioni per garantire: - maggiore uniformità e omogeneità nelle situazioni - per favorire la comparsa di comportamenti. Problema sulla validità dell’osservazione: influenza dell’osservatore sul comportamento dei soggetti. Esistono diverse strategie: - familiarizzazione con i soggetti - osservazione partecipante - osservazione dissimulata Problemi sull’osservazione -fattori a carico dell’osservatore = info non facili da raccogliere e districare gli aspetti che si vogliono considerare -tendenza a sopravalutare ciò che ci si aspetta. -difficile assegnare i dati a categorie di comportamento. Per contrastare le difficoltà di interpretazione si può: - videoregistrazione - affidare osservazioni ad altre persone - affidare osservazione a due osservatori Infine è fondamentale un sistema di categorie di codifica per suddividere il flusso di comportamento in unità semplici. Metodo longitudinale: si seleziona un gruppo che viene seguito nel corso del tempo Vantaggi: - documentazione precisa e dettagliata - analisi dettagliata dei cambiamenti dei soggetti - consente di documentare la storia dei singoli individui nel corso dello sviluppo, cioè i diversi ritmi di acquisizione di determinate competenze Limiti: - tempi molto lunghi - i soggetti si possono abituare alla ripetizione delle prove - invecchiamento degli strumenti di rilevazione e dei modelli teorici Metodo trasversale: si seleziona tre gruppi di età diverse che vengono osservati nello stesso tempo. Vantaggi: - in tempo molto breve si ottiene una grande quantità di informazioni Limiti: - ci fornisce informazioni legate all’età e non sui cambiamenti che si producono. - si perdono tutte le informazioni sui cambiamenti individuali nel corso del tempo - non si ha la certezza che l’unica cosa che cambia nei gruppi sia l’età. I soggetti di età diverse possono aver fatto esperienze diverse, possono appartenere a diversi coorti ( = gruppo di individui il cui sviluppo è avvenuto nello stesso periodo) Metodo longitudinale-sequenziale: si seleziona due gruppi di età diverse che vengono seguiti longitudinalmente sino a quando l’età dei soggetti del primo gruppo si sovrappone a quella che avevano i soggetti del secondo gruppo all’inizio della ricerca. Strumenti d’indagine: tutti gli strumenti utilizzati in psicologia sono strumenti di misurazione indiretta. Il loro obiettivo non è mai la misurazione dei comportamenti a cui si riferiscono direttamente. Misurano quei comportamenti nell’ipotesi che ci sia una corrispondenza con i processi e le funzioni inosservabili, che cioè non possiamo direttamente misurare. Il loro valore non è garantito in modo automatico ma con attendibilità e validità. Capitolo 4 I riflessi Alcuni riflessi sono risposte automatiche ed organizzate a stimoli specifici. Sono innati e hanno una funzione adattiva. Alcuni riflessi mantengono la loro utile presenza per tutta la vita. I cosiddetti riflessi neonatali sono destinati a scomparire nell’arco dei primi mesi, a mano a mano che le loro funzioni vengono sostituite da azioni volontarie. Il riflesso di rotazione di capo e di suzione servono alla nutrizione. In altri casi, si pensa che i riflessi svolgano un ruolo di preadattamento. Non si tratta comunque di un’evoluzione diretta, in quanto i riflessi scompaiono primi che emergano le attività volontarie. Riflessi assenti o deboli, riflessi esagerati o persistenti dopo i normali tempi di sviluppo, possono segnalare danni al sistema nervoso centrale. La presenza dei riflessi è il rimo indizio del fatto che il bambino reagisce ad informazioni dal modo esterno e non solo alle sensazioni proprio-cettive, ossia quelle che derivano dai suoi stati interni. La percezione La percezione ci fornisce informazioni di prima mano sulla realtà, cioè informazioni limitate a ciò con ci abbiamo a che fare, ma indispensabili per rapportarci alla realtà e per costruire le forme di conoscenza più elaborate. La nostra mente non si limita alla registrazione passiva di informazioni sensoriali, ma lavora attivamente per selezionarle ed organizzarle. Teoria della Gestalt La percezione è sì organizzata, ma non in virtù di un’azione mentale di secondo livello, cioè di un “lavoro” del sistema cognitivo, bensì in virtù di un’innata corrispondenza tra le strutture percettive e la realtà. La percezione è una modalità primaria di esperienza, i cui costituenti sono in larga misura innati e consentono all’essere umano di essere in “sintonia immediata” con il mondo esterno. Gibson Percepire il mondo non richiede un’attività mentale integrativa o riscostruttiva, perché le stimolazioni sensoriali possiedono un ordine intrinseco che l’organismo umano è predisposto a cogliere. Il bambino giunge cosi a cogliere una realtà esterna ricca di “risorse” percettive, ossia di relazioni tra le proprietà degli oggetti e le possibilità di azioni offerte da queste proprietà. Il bambino che nasce ha già iniziato a sperimentare il mondo attorno a sé. Si tratta di un modo molto particolare, costituito dall’ambiente acquatico racchiuso nel piccolo spazio dell’utero materno, ma in quel guscio protettivo, il feto ha modo di sperimentare sensazioni tattili e gustative, succhiandosi il pollice, e di udire dei suoni. Nell’esercizio di alcune modalità sensoriali il neonato ha già un certo allenamento. I neonati hanno anche gusti ben definiti. Per ciò che concerne il mondo dei suoni, i neonati hanno un soglia uditiva più alta. Un sogli percettiva è il limite minimo che uno stimolo deve superare per avere qualche effetto sui nostri sensi : più è alta la soglia, meno si è raggiunti da un dato tipo di stimolo. Un neonato sente semplicemente i suoni in modo un po’ più attutito. I piccoli sembrano attratti dai umori che riescono a sentire e tendono a volgere i loro occhi nella direzione da cui proviene il suono. Il preadattamento ai suoni e ai ritmi del parlato ha un evidente valore funzionale, in quanto tende a porre immediatamente il bambino a contatto con l’universo della comunicazione e agevola l’acquisizione del linguaggio. La vista Oggi siamo in grado di guardare “con gli occhi del bambino”. Sappiamo che alla nascita l’apparato visivo è funzionante ma immaturo. La sua acuità visiva, cioè la capacità di distinguere con precisione i dettagli, è limitata ed egli riesce a mettere a fuoco nitidamente le forme degli oggetti solo a breve distanza. Il bambino reagisce alle differenze di luminosità e al movimento immediatamente dopo la nascita. Dopo pochi giorni riesce a seguire attivamente con lo sguardo la traiettoria di un oggetto in movimento nel campo visivo;probabilmente distingue alcuni colori. Inoltre il lattante dimostra di selezionare attivamente le cose da guardare. Ma la complessità è soltanto una delle caratteristiche visive che risultano più attraenti per i bambini; altre sono la simmetria, la presenza di curve, la mobilità: il volto umano. Guardando il volto della madre ed altre persone che lo circondano, il piccolo riceverà continue stimolazioni intellettive ed affettive, e a sua volta gratificherà chi lo accudisce con un atteggiamento che viene recepito come partecipativo. Il bambino di un mese osserva il volto umano nelle sue parti periferiche. Invece a due mesi i bambini esplorano il viso osservando le parti centrali. Solo verso i 6 mesi un bambino sarà in grado di riconoscere la faccia di una persona anche quando questa muta espressione, o si presenta di profilo; potrà differenziare il significato della principali mimiche emotive e perfino mostrare preferenze per i volti giudicati “attraenti”. Orientamento spaziale Vedere il mondo significa anche individuare le relazioni spaziali tra un oggetto e l’altro e tra sé e l’oggetto. Un fattore cruciale a tale riguardo è la possibilità di coglier le costanze percettive, cioè il fatto che gli oggetti non mutano forma o dimensioni se li guardiamo da angolature o distanze diverse. Grazie a tecniche di condizionamento, sappiamo che dai due mesi in poi i bambini iniziano a riconoscere gli oggetti come entità unitarie, distinte dalla sfondo e costanti: ma il processo che porta l’infante a vedere il mondo proprio come lo vediamo noi adulti è graduale e prolungato. Un aspetto importante di questo processo è la percezione della profondità: da un adeguato riconoscimento degli indizi di profondità dipende infatti la possibilità di spostarsi senza danni nell’ambiente. Esperimento del fosso: i risultati mostrarono che i bambini non si avventuravano sul fosso visivo neppure se incoraggiati a farlo dalle loro madri. Mostrando paura essi rivelavano contemporaneamente di percepire la distanza dal pavimento a scacchi. Capacità basilari di apprendimento Per conoscere i meccanismi più basilari dell’apprendimento,bisogna rivolgerci agli studi di Ivan P.Pavlov. Condizionamento classico: presupposto: i comportamenti innati che possono suscitare stimoli nuovi grazie a ripetute esperienze tramite la procedura di associazione riflesso condizionato(rc) es: cibo( stimolo incondizionato) suscita salivazione (risposta incondizionata). Suono di un campanello( stimolo neutro) suscita una risposta di orientamento( riflesso neutro), associando il cibo al campanello( stimolo condizionato) elicita una risposta di salivazione (riflesso condizionato) Un secondo tipo di condizionamento è quello detto operante (Burrhus). Il condizionamento operante si fonda sulla possibilità di far acquisire o scoraggiare determinati comportamenti mediante rinforzi e punizioni. Rinforzi: aumentano la frequenza di un comportamento Punizioni:la frequenza diminuisce Rinforzi negativi: eventi che agiscono favorevolmente per il soggetto perché sospendono una circostanza negativa. Non vanno confusi con le punizioni. I neonati percepiscono come rinforzi anche stimoli visivi o sonori. L’apprendimento può avvenire anche senza rinforzi. Dal punto di vista cognitivo, la capacità di imitare più complessa di una semplice associazione stimolo-risposta. Ciò richiede un’attenzione selettiva: - individuazione dei componenti - esecuzione accurata della medesima sequenza Presuppone un minimo di intelligenza enso-motoria. Imitazione: base innata. Predisposizione all’imitazione. La memoria L’essere umano è dotato di memoria fin dalle prime fasi di vita. HIP(human information processing): studia la mente come strumento per elaborare informazioni L’essere umano riceve le informazioni dall’apparato percettivo “input”. I dati possono essere abbandonati o conservativi e trasformati generando informazioni in uscita “output”. La memoria: attività di immagazzimento. Le informazioni vengono codificate e trattenute. Attività di recupero: le informazioni sono prima trattenute in u registro sensoriale: alcune vengono perse, altre vengono mandate dalla memoria a breve termine alla memoria a lungo termine. Il recupero può consistere nel riconoscimento o nella rievocazione. Riconoscimento: individuazione di un oggetto come familiare Rievocazione: ricostruzione dell’esperienza passata in pensieri o parole. Questi due processi non sono separati. Nell’età prescolare, le capacità mnestiche si ampliano. Nel periodo tra i 5 e 7 anni si ha un accrescimento della memoria infantile e dei progressi nella rievocazione nella memoria a breve termine. Si può verificare questa capacità tramite un tipo di prova chiamata “span”( ampiezza o lunghezza nello spazio o nel tempo). Nel corso dello sviluppo lo “span” di memoria si amplia. Accrescimento di memoria: aumento di capacità del “magazzino” che è la memoria a breve termine . dipende da due fattori: - aumento di capacità strutturale( maturazione del sistema nervoso): paragonato ad un cambio delle dimensioni del “magazzino” - miglioramento funzionale( esperienza,familiarità con il materiale e diverso modo di registralo e codificarlo): uso sempre più efficiente del “magazzino”. Uso di strategie per la memoria: - reiterazione: ripetizione tra sé e sé - organizzazione: raggruppare in qualche modo più economico gli elementi - elaborazione: costituire un legame tra due o più cose - trasformare un compito di rievocazione in riconoscimento. Memoria e conoscenza Memoria episodica: eventi, fatti, oggetti legati all’esperienza. La sua funzione è di assicurare l’identità e la continuità del sé, conserva la storia personale. Memoria semantica: rappresentazioni dei concetti e delle loro relazioni. La sua funzione è l’acquisizione e l’uso del linguaggio, permette la condivisione di esperienze tra persone della stessa cultura. Sono entrambe collegate e interdipendenti . Nel corso dello sviluppo la memoria episodica anticipa la memoria semantica. L’elemento cerniera tra le due memorie è lo script. Script:tipo di schemi e di rappresentazioni di sequenze di azioni che si ripetono e caratterizzate da ruoli e contesti condivisi. Generalmente si ricordano con più facilità le informazioni di domini in cui si ha maggior esperienza. Il linguaggio Per definire il linguaggio bisogna che abbia: - semanticità: rappresentazioni simboliche di oggetti, eventi e stati emotivi. - dislocazione: riferimento a passato e futuro - produttività: comprensione di frasi nuove e produzione infinta di messaggi coniando espressioni diverse (tenendo conto di regole rigide ed arbitrarie) Burrhus: la comparsa del linguaggio è determinata dall’esperienza e dall’apprendimento. In contrapposizione a Burrhus: Chomsky. Chomsky: acquisizione del linguaggio data da una facoltà mentale specifica inscritta nel patrimonio genetico. Il suo punto di vista è centrato sulla competenza linguistica, sulla padronanza delle regole grammaticali e la capacità di analizzare il materiale linguistico. Non spiega, però, i processi nel loro concreto svolgersi entro contesti reali. Linguaggio e pensiero Il rapporto tra linguaggio e pensiero è stato studiato da Piaget e Vygotskij Piaget: impossibilità di isolare il linguaggio dallo sviluppo dell’intelligenza. Il linguaggio è reso possibile da un più generale sviluppo cognitivo. Vygotskij: il linguaggio e il pensiero hanno radici diverse. Il passaggio da uno all’altro non è automatico ma richiede particolare trasposizione. Il linguaggio prende via nell’ambito interpersonale e nelle interazioni con gli altri. Il linguaggio ha una natura sociale. Bruner: il linguaggio non deve essere studiato solo gli aspetti formali e strutturali ma si devono considerare gli usi concreti in diversi contesti , con vari interlocutori. - essenziale l’apporto degli adulti per lo sviluppo di competenze linguistiche del bambino e anche il modo in cui lo fanno. - le qualità per acquisire il linguaggio nella relazione adulto-bambino - capacità degli adulti di dare significato ai suoni e prime espressioni infantili - possibilità che adulti e bambini rivolgano un’attenzione congiunta ad eventi o oggetti dell’ambiente. In sintesi, l’origine del linguaggio ed il suo sviluppo hanno sollecitato una varietà di spiegazioni che hanno di volta in volta posto in evidenza il ruolo dei meccanismi dell’apprendimento, in particolare del rinforzo e dell’imitazione, quello della base biologica, fondata su predisposizioni innate, l’importanza dei più generali processi cognitivi e la centralità del contesto sociale e comunicativo. Comunicare significa saper usare sia il linguaggio verbale sia quello non verbale. Gesti referenziali( o simbolici): assolvono la stessa funzione delle parole. La produzione della prime parole La comparsa delle prime parole avviene verso gli 11/13 mesi. Le prime parole sono generalmente: nomi usati per indicare classi di oggetti molto familiari(mamma,nonno,animali, giocattoli..) Poi diventano anche parole indicanti azioni abituali (dormire,bere,..) Le prime parole vengono adoperate inizialmente in circostanze specifiche. Per costruire le prime parole, il bambino si avvale di diversi tipi di categorizzazioni: - caratteristiche funzionali degli oggetti - caratteristiche percettive (forme,colori..) I bambini usano: - parole con significato più ristretto: sottoestensione - parole con significato più generalizzato: sovraestensione Non tutti i bambini seguono la stessa strada “sottoestensione/sovraestensione) Spesso le prime parole hanno significato di un’intera frase (olofrasi). Questa circostanza si modifica tra i 18/24 mesi con l’incremento delle parole e con la registrazione di un cambiamento qualitativo ( aumento di verbi, aggettivi..) La tecnica più comune per studiare il linguaggio infantile è la registrazione di espressioni verbali spontanee Le prime frasi sono costruite da 2 grandi gruppi di parole - le parole perno: poche parole che ricorrono spesso e vengono messe in posizione iniziale. - le parole aperte: molto più numerose e di solito vengono messe in secondo posizione. Ricerche più recenti hanno unito la registrazione con l’osservazione di quanto accade nel corso della formulazione. La designazione di un oggetto ha due funzioni: - protoimperativa: per indicare all’adulto che desidera da lui un’azione(es:porgere la palla) - protodichiarativa: il piccolo cerca di convogliare lo sguardo dell’adulto su ciò che in quel momento lo interessa. Dai 2/3anni le frasi diventano più complesse. Dai 3 anni i bambini imparano le regole morfologiche difficili (masc/fem,sing/plu..) ipercorrettivismo: errore infantile. Quando si applica una regola a casi che invece no la seguono (es: il più peggio..) A 4 anni il lessico, oltre che er quantità, si arricchisce anche per contenuti Fattori specifici nell’acquisizione del linguaggio: - fattore biologico: il bambino esprime mimicamente i suoi stati d’animo - fattore socio-culturale: adulto percepisce e definisce verbalmente gli stati d’animo del bambino Per spiegare la comprensione e la produzione del linguaggio: - teorie proposizionali - modelli mentali Tra i 7/8 anni: - capacità di prendere in considerazione le sequenze temporali e rapporti causa-effetto - capacità di rendersi conto se il materiale è lacunoso o incompleto. - Capacità di rilevare inconguenze Un storia deve avere una relazione di connessione semantica tra le parti e la continuità tematica :coesione e coerenza. Questo schema è embrionale a 4/5 anni e subisce una progressione tra i 4/8 anni. Dal linguaggio orale alla lingua scritta Processo di scrittura: - individuazione di un significato - trasformazione del significato in messaggio linguistico - esecuzione = dare al messaggio una forma simbolica Lo sviluppo della pragmatica Pragmatica: prendere consapevolezza del fatto che ogni espressione verbale può essere considerata un atto linguistico. I parlanti compiono un’azione Atti linguistici: - forza locativa - forza illocutiva: funzione di far raggiungere uno scopo attraverso la comunicazione. Nel bambino si individua la capacità di variare il modo in cui parla seconda delle circostanze L’intelligenza senso-motoria Secondo Piaget L’intelligenza : -mezzo efficace di cui l’uomo dispone per agire sulla realtà circostante -eredità specifica: tipo di conoscenza delimitato dalle caratteristiche strutturali del sistema nervoso e sensoriale. -eredità generale:(innata) grazie alla quale si supera i limiti imposti dall’eredità specifica. L’intelligenza è costituita anche da aspetti di adattamento ed organizzazione. Adattamento: - assimilazione:trasformare ciò che prendiamo dall’ambiente in modo da renderlo compatibile per noi. - accomodamento:modificarsi quel tanto che rende possibile l’assimilazione. Gli strumenti che rendono possibile al bambino le prime forme d’adattamento sono gli schemi-motori = sequenze unitarie di percezione ed azioni Dal 2°anno si aggiungono scemi mentali = strutture mentali che assimilano nuovi dati e che si accomodano ad essi. Piaget: concezione dello sviluppo come progressione di stadi: lo stadio senso-motorio è diviso in sei: 1°stadio(0-1m) = bambino dispone di motricità attiva dai riflessi e schemi innati 2°stadio(2-4m) = acquisizione di nuovi schemi che via via si perfezionano. Coordinazione tra alcuni schemi. 3°stadio(4-8m) = bambino più consapevole del mondo e mette in atto comportamenti che producono “spettacoli interessanti” ma non sono ancora volontari e sistematici 4°stadio(8-12m) = distinzione mezzi – fini si delinea. Forte incremento dell’attività esplorativa 5°stadio(12-18m) = caratterizzato dalla variazione degli schemi per un effetto desiderato. Sperimentazione attiva 6°stadio(18-24m) = funzione simbolica: capacità di rappresentare mediante simboli qualcosa che non è presente. Uso del linguaggio. Reazione circolare: meccanismo che alimenta i progressi intellettivi. Tendenza a ripetere. Innata nel bambino. La sequenza ripetuta diventa uno schema senso- motorio Nel primo e secondo stadio: egocentrismo assoluto. non distingue la realtà esterna da sé stesso. Vede dei quadri percettivi. Le tappe di sviluppo senso-motorio rappresentano la progressione con cui il bambino raggiunge la capacità di risolvere problemi di equilibrio cognitivo. La formazione di concetti Concetti: strumenti cognitivi indispensabili per destreggiarsi nel mondo. Per attribuire nomi alle cose:- strategia percettiva = qualità visibili degli oggetti - strategia funzionale = uso dell’oggetto. Verso i 6/7 anni si sviluppa il pensiero operatorio: grazie ad operazioni logiche riesce a classificare e porre oggetti. La potenzialità specifica del pensiero operatorio è la possibilità di annullare l’effetto di un’azione mentale eseguendone un’altra: pensiero reversibile. Capitolo 5 La costruzione sociale delle emozioni Le emozioni del bambino vengono influenzate dal referente sociale( es:madre). Il bambino: - ha la capacità di utilizzare l’emozione della madre per regolare le sue. - fa distinzione tra le diverse espressioni della madre le emozioni per il bambino sono della reazioni agli stessi eventi manifestati dalla figura significativa. L’importanza delle relazioni affettive è influenzata dalle aspettative e dalle esperienze del piccolo in base alla risposta della madre ai suoi segnali.. Emozioni e processi di negoziazione I segnali utilizzati per manifestare uno stato emozionale sono suscettibili di modifiche dovute alle aspettative del bambino. I bambini sono in grado di mostrare segali ambigui cui corrispondono stati emotivi contrastanti.. L’espressione di un emozione ha come funzioni: - comunicare ad altri lo stato interno e preparare l’organismo per azione - processo di negoziazione tra individui. La negoziazione è bidirezionale. L’emozione e la loro regolazione sono esito dell’intreccio tra componenti cognitivi ed emotive tra 2 o più individui. Regole di ostentazione: regole che regolano l’emotività e la sua espressione sulla base degli standard espressivi dei membri del gruppo Teoria dell’attaccamento Il legame tra madre e figlio è il risultato di un sistema si schemi comportamentali a base innata. Bowlby: alla base dell’attaccamento c’è una motivazione primaria basata sulla necessità del piccolo di stabilire un contatto fisico attraverso schemi pre-programmati. È anche pre- programmata la sensibilità della madre a cogliere i segnali del piccolo.. I comportamenti dell’attaccamento sono risposte dell’individuo quando attiva il “sistema di attaccamento” basato su processi si elaborazioni di informazioni che provengono dall’ambiente esterno ed è organizzato secondo un processo omeostatico. I due poli del sistema sono: - la vicinanza della madre - esplorazione dell’ambiente. La teoria dell’attaccamento utilizza un approccio cognitivo quando spiega comportamenti degli individui. Il sistema dell’attaccamento funziona come u sistema di controllo che segnale pericolo sia reale che presunto. La risposta di protezione e l’offerta di conforto permetteranno al piccolo di regolare le sue emozioni e riprendere l’attività di esplorazione. Lo sviluppo del legame di attaccamento è di 4 fasi: 1°(nascita/2m):manifesta comportamenti di attaccamento ma non sono intenzionali né discriminanti . 2°(2m/6-8m):produce segnali verso una o più persone. non compare “ansia di separazione” 3°(6-8m/2anni):contatto preferenziale con la madre attraverso locomozione o altri segnali. Compare “ ansia di separazione”, “paura dell’estraneo”. Utilizza come “base sicura” . si struttura particolare figura e attaccamento vero e proprio. Ciò dipende da: - sviluppo cognitivo - attivazione di predisposizioni (es:paura dell’estraneo) - imprinting filiale: capacità del bambino di fissare, apprendere le caratteristiche della figura elevante 4°(18m):”rapporto corretto secondo lo scopo”: relazione reciproca che ha lo scopo di darsi conforto e mantenere la vicinanza. Apparizioni di modelli operativi interni: rappresentazioni mentali di sé stesso e degli altri. Tipologie di attaccamento madre che rifiuta bisogno d’affetto = attaccamento evitante, legame insicuro di tipo ansioso- evitante - madre imprevedibile = legame ansioso – ambivalente ( comportamenti contradditori) - madre sensibile all’affetto = legame sicuro - legame ansioso- disorganizzato = associato a storie di abuso o maltrattamento o storie di traumi irrisolti della figura di attaccamento. La storia affettiva del piccolo con la sua figura influenza la capacità di regolare le emozioni e la possibilità di mettere in atto comportamenti congruenti con la situazione. I legami ansioso – evitante e ansioso- ambivalente come distorsioni del funzionamento del sistema di attaccamento. - In un legame sicuro si ha una base sicura. Questo legame porta a indici di natura emozionale come: - ansia di separazione - fonte di conforto - base sicura la figura di attaccamento permette di raggiungere un equilibrio emozionale che dà la possibilità di esplorazione e di autonomia. La formazione del carattere Il bambino via via che cresce costruisce una specie di rappresentazione interna della relazione = immagine interna che comprende un modello mentale di sé e della figura di attaccamento. Questi modelli organizzano le azioni del bambino = internal working model La relazione madre- bambino dipende sia dal temperamento sia dall’attaccamento. Le tipologie di attaccamento prescindono dalle caratteristiche temperamentali del piccolo. Il modello mentale interno che ciascun genitore ha della propria figura regola il modo in cui lei si comporta con suo figlio. Tipologie di modelli mentali dell’attaccamento in età adulta Genitori: - liberi, autonomi: legame sicuro - preoccupati, invischiati nell’attaccamento: legame ansioso-ambivalente - svalutanti l’attaccamento: legame ansioso-evitante. I modelli operativi interni sono degli schemi mentali che indirizzano i ricordi e le aspettative e danno luogo al formarsi della personalità. Le caratteristiche dell’attaccamento no si mantengono stabili negli anni per tutti. Vari fattori possono modificare i percorsi dello sviluppo.8u