PROBLEMI ED EQUAZIONI Proviamo a rispondere alla semplice domanda: qual è quel numero naturale che sommato al suo doppio ci dà 51? Sicuramente qualcuno darà subito la risposta facendo mentalmente un semplice calcolo. Possiamo però utilizzare il calcolo letterale e rappresentare questa domanda con un’uguaglianza. Se chiamiamo n il numero che vogliamo determinare, la domanda può essere così espressa: n 2n 51 dove 2n è il doppio di n. Ma, n 2n 3n e quindi 3n 51 e n 51: 3 17 . L’uguaglianza n 2n 51 viene detta equazione; il valore n = 17 è la soluzione dell’equazione; la lettera n viene detta incognita; se sostituiamo il numero 17 (soluzione) al posto della lettera n (incognita) nell’equazione otteniamo: 17 2 17 51 che è un’uguaglianza vera; se invece provassimo a sostituire n con un qualsiasi altro numero l’uguaglianza risulterebbe falsa, ad es con n = 16 avremmo: 16 2 16 51 cioè 48 51. Proviamo adesso a domandarci qual è quel numero a per cui a 1a 1 a 2 1 , non siamo in grado di dare un’unica risposta perché l’uguaglianza è vera per qualsiasi valore di a. Se, ad esempio, poniamo a = 2 otteniamo: 2 12 1 2 2 1 cioè: 3 1 4 1 , 3 3 Oppure con a = 0 si ha: 0 10 1 0 2 1 infatti 1 1 1 e così via. L’uguaglianza a 1a 1 a 2 1 viene detta identità; Diamo le seguenti definizioni: IDENTITA’ è un’uguaglianza tra due espressioni letterali che risulta vera per qualsiasi valore attribuito alle lettere in essa contenute. Un altro esempio di identità è: x 22 x 2 4 x 4 Chiamiamo PRIMO MEMBRO l’espressione che si trova a sinistra dell’uguale, SECONDO MEMBRO, quella che si trova a destra. Un’EQUAZIONE è un’uguaglianza tra due espressioni letterali per la quale ci chiediamo se esistono valori che, sostituiti a una o più lettere, la rendono vera. Ad esempio, se scriviamo 3a 4 10 ? , ci stiamo chiedendo se esiste e qual è quel numero che messo al posto di a rende vera l’uguaglianza. Chiamiamo SOLUZIONI o RADICI quei valori che, attribuiti alle lettere, rendono uguali il primo e il secondo membro. Risolvere un’equazione significa trovare l’insieme delle sue soluzioni. Chiamiamo INCOGNITE le lettere per le quali cerchiamo soluzioni. Esistono diversi tipi di equazioni: Intera, se le incognite non compaiono al denominatore; Fratta, se una o più incognite compaiono al denominatore; Numerica, se non contiene altre lettere oltre alle incognite; Letterale, se contiene altre lettere oltre alle incognite. Ad esempio, se l’incognita è x, 3x 2 1 è numerica e fratta x3 x 2a 5x 1 è letterale intera. 3 EQUAZIONI EQUIVALENTI E PRINCIPI DI EQUIVALENZA Due equazioni si dicono equivalenti se hanno lo stesso insieme di soluzioni. Ad esempio le equazioni: 3x 1 5 3 2 1 5 55 e x4 3 2 24 3 2 ammettono entrambe la soluzione x 2 6 3 2 sono, perciò, equivalenti. Non equivalente alle precedenti l’equazione x 2 4 0 perché ammette, oltre alla soluzione x 2 , anche la soluzione x 2 . Per risolvere le equazioni, le trasformiamo in equazioni equivalenti, ma più semplici. Per fare ciò abbiamo bisogno dei PRINCIPI DI EQUIVALENZA. PRIMO PRINCIPIO DI EQUIVALENZA Aggiungendo o sottraendo ad entrambi i membri di un’equazione uno stesso numero o una stessa espressione letterale, otteniamo un’equazione equivalente. Nell’equazione di prima 3x 1 5 che ha per soluzione 2, se aggiungo 1 a sinistra e a destra ottengo: 3x 1 1 5 1 cioè 3x 6 soluzione x 2 . che ha per SECONDO PRINCIPIO DI EQUIVALENZA Moltiplicando o dividendo entrambi i membri di un’equazione uno stesso numero o una stessa espressione letterale, diversi da zero, otteniamo un’equazione equivalente. Se moltiplico per 3 entrambi i membri dell’equazione 3x 6 ottengo x 2 che è evidentemente equivalente alla precedente. Dai principi di equivalenza conseguono le seguenti regole: Regola del trasporto: data un’equazione, ne otteniamo una equivalente se trasportiamo un termine da una parte all’altra cambiandolo di segno. Regola di cancellazione: data un’equazione, ne otteniamo una equivalente se in entrambi i membri cancelliamo termini uguali. Regola del cambiamento di segno: data un’equazione, ne otteniamo una equivalente se cambiamo segno a tutti i suoi termini. Esempi di soluzioni di equazioni: 1) 5x 3 3x 7 Applicando la regola del trasporto, porto i termini che contengono la x al 1° membro, quelli che non la contengono ( termini noti) al 2° membro. 5x 3x 7 3 Sommo tra loro i monomi simili. 2x 10 Applico il 2° principio di equivalenza: divido 1° e 2°membro per 2 (coefficiente della x). 2 x 10 ottengo x 5 che è la soluzione dell’equazione data. 2 2 2) x2 x2 1 Porto tutti i termini allo stesso denominatore ( il mcm tra tutti 3 2 quelli presenti nei 2 membri). 2 x 4 6 3x 6 Ora, per il 2° principio di equivalenza, posso moltiplicare 1° e 2° 6 6 membro per 6, in modo da eliminare i denominatori. 6 2 x 4 6 3x 6 6 e ottengo 2x 2 3x 6 , ora applico la regola del trasporto 6 6 2x 3x 6 2 sommando ricavo x 4 moltiplico 1° e 2° membro per -1: x 4 che è la soluzione.