Relazioni di equivalenza

Relazioni di equivalenza
Definizione E.1. Sia E un insieme non vuoto e sia R una relazione
binaria su E, cioè un sottoinsieme del prodotto cartesiano E  E.
R si dice relazione di equivalenza su E se è riflessiva, simmetrica
e transitiva, cioè se valgono le seguenti proprietà:
1) proprietà riflessiva: ogni elemento di E è in relazione con se
stesso, cioè  x  E (x, x )  R , (ovvero x R x );
2) proprietà simmetrica: l’ordine in cui si considerano elementi in
relazione è irrilevante, cioè
 x, y  E (x, y )  R  (y, x )  R ,
(ovvero x R y  y R x );
3) proprietà transitiva: se un elemento è in relazione con un secondo
elemento e quest’ultimo lo è con un terzo, allora il primo è in
relazione con il terzo, cioè
 x, y, z  E (x, y )  R  (y, z )  R  (x, z )  R,
ovvero (x R y  y R z )  x R z .
Si noti che il quantificatore universale comporta tutte le possibili
scelte, anche quelle di elementi uguali.
Esempio E.1) Consideriamo in Z la seguente relazione R  Z  Z:
(p, q )  Z  Z
(p, q )  R  2|(p  q )
dove 2|(p  q ) significa “ 2 divide p  q ”, ovvero “p  q è pari”.
 R è riflessiva: per ogni p  Z, si ha p – p  0, quindi 2 divide p  p,
cioè p R p.
 R è simmetrica: infatti, per ogni (p, q )  Z  Z, si ha
p R q  2|(p  q )  2|(q  p )  q R p.
 R è transitiva: infatti, per ogni (p, q, w)  Z  Z  Z, si ha
p R q  q R w  2|(p  q )  2|(q  w )  2|(p  w )  p R w.
Esempio E.2) Sia f : E  E una applicazione. Si consideri la
relazione Rf  E  E definita da:
 (x, y )  E  E
x Rf y  f (x )  f (y ).
Rf è ovviamente di equivalenza perché espressa in termini di
uguaglianza, che è chiaramente riflessiva, simmetrica e transitiva.
Rf prende il nome di relazione di equivalenza determinata dalla
applicazione f.
Definizione E.2. Sia R una relazione di equivalenza su un insieme
E non vuoto. Sia x un elemento di E.
Si dice classe di R-equivalenza di x l’insieme
clR (x )  [x ]R  { y  E | y R x }.
Abitualmente si omette l’indice R, se non vi è possibilità di equivoco.
Ovviamente, per ogni x  E, si ha [x ]  E. Inoltre elementi distinti di
E possono individuare la stessa classe; infatti se y  x, ma y R x,
allora si ha z  [y ]  z R y, e dalla transitività di R segue che z R x,
ovvero z  [x ] e quindi [y ]  [x ].
Analogamente si ottiene [x ]  [y ] e dunque [y ]  [x ].
Più precisamente si ha:
[y ]  [x ]  y R x.
L’implicazione da destra a sinistra è stata appena provata. L’altra è
ovvia; infatti [y ]  [x ]  y  [x ]  y R x.
Esempio E.3) Con riferimento all’ Esempio E.1), si ottengono solo
due classi di equivalenza [0] e [1], costituite rispettivamente
dall’insieme dei numeri pari e da quello dei numeri dispari.
Per l’Esempio E.2), la classe determinata da un elemento x  E è
costituita da tutti gli y  E tali che f(x )  f(y ) cioè [x ]  f -1(f(x )).
Esercizio E.1. Sia f : R  R l’applicazione definita da f(x )  x2.
Si determini, per ogni x  R, la classe [x ], per la relazione di
equivalenza Rf.
Soluzione
Esercizio. Sia R  R  R la relazione definita da
(x, y )  R  R
x R y   k  Z  y x  2k .
R si chiama congruenza modulo 2, si scrive anche x  y (mod 2)
in luogo di x R y, e si legge “x è congruo y modulo 2”.
a) Provare che si tratta di una relazione di equivalenza;
b) determinare le classi di equivalenza [0], [] e [2];
c) descrivere l’insieme quoziente R/ ;
d) provare che R/ è bigettivo a S1, circonferenza unitaria (di raggio
r  1) nel piano euclideo E2  R2.
e) Discutere la cardinalità di R e di R/.
Soluzione