Liceo “S.Pertini” – Genova a.s. 2014-2015 classe 2F 27 gennaio 2015 CARL ROGERS Cosa disse Irene Pozzar (25 genn): parlò dell’importanza della “psicologia umanistica”, sviluppatasi nel XX sec che enfatizzavano il rapporto tra l’individuo e l’ambiente, valorizzando l’unicità dell’esperienza individuale, dell’autenticità, della comunicazione e della relazione. concetto di self-actualization – NON semplice conoscenza di sé MA Conciliare le proprie forze “interne” con l’ambiente COME? Un continuo lavoro di organizzazione e di integrazione che permettono di auto-attualizzarsi Carl Rogers (1902-1987) Rogers creò la cosiddetta “terapia centrata sul cliente” basata su di un clima terapeuta-paziente tale da facilitare al paziente di esprimere il proprio sé e provare esperienze di autorealizzazione Il terapeuta, ricorda cosa disse Irene, “non giudica”. Creò l’esperienza degli “encounter groups” (gruppi di incontro) volti ad aumentare il senso di sicurezza personale, a favorire la crescita personale e l’equilibrio socio-emotivo dei partecipanti. Le persone sono inibite, per Rogers, dalla cultura a cui appartengono, che sono timorose di esprimersi con sincerità, con serenità, spontaneità. Le persone sono bloccate, hanno paura del contatto e di comunicare on gli altri, vivono dietro a delle facciate e a delle barriere. In questi casi sono INAUTENTICHE. Il tentativo dei gruppi è di permettere alle persone di esprimersi liberamente, di manifestarsi. Ognuno può SCOPRIRE il proprio sé. Questa concezione è lontana da quella che pensa che il sé esista, sia privato e che si tratti semplicemente di esprimerlo. Quella di Rogers, in questo senso, è una psicologia del sé. Il conduttore dei gruppi di incontro non è un direttore, ma un “facilitatore”, capace di garantire e creare un buon clima psicologico che permetta a ciascuno di esprimersi in sicurezza e serenità. Rogers si occupò anche di educazione, criticando l’apprendimento nozionistico tradizionale. Parla di “apprendimento significativo” che prevede che le cose che si insegnano agli allievi contino, per loro, entrino nel loro progetto di vita. Siamo nel periodo della contestazione della fine degli anni ’60, quando la protesta culturale contro le forme dell’insegnamento tradizionale è in fermento. Per questo l’educatore accorto, come Rogers, segnala le strade utili e capaci per rispondere a quelle forti critiche, spostando l’attenzione verso un insegnamento che riconosca ciò che per gli studenti risulta importante e che loro caricano di importanza affettiva = > motivazione Il metodo che Rogers propone prevede il coinvolgimento nell’apprendimento: No lezioni cattedratiche (solo se richieste) No compiti a casa (la scuola USA è a tempo pieno) Non prescrive letture No valutazioni critiche (a meno che non venga richiesto un giudizio dallo studente) Non richiesti esami obbligatori, non vengono stabiliti voti dal singolo insegnante Attenzione e cura del rapporto interpersonale – rapporti sinceri e aperti, che non significa perdere il controllo della situazione o venir meno a obblighi istituzionali di ruolo = esperienza educativa favorevole La scuola deve fare attenzione ai problemi reali della vita, capendo gli interessi reali degli studenti. Non farlo = la scuola demotiva e scoraggia / non si dà ascolto a motivazioni ed interessi, curiosità e voglia di mettersi alla prova Offerta di mezzi didattici – trovare “espedienti” per far giungere mezzi e informazioni all’alunno Il lavoro va ORGANIZZATO per favorire l’apprendimento libero e motivato. Gruppi di lavoro, contatto con il docente, autovalutazione, consapevolezza di come potersi valutare in una scala di valutazione. Favorire i “gruppi di incontro” che arricchiscono l’esperienza dei ragazzi. E’ stato criticato per essere stato un critico della scuola ed un educatore intimista, ingenuo e lontano dal discorso generale dell’organizzazione della scuola. E’ improponibile, come sistema, oggi, visto che la scuola di oggi cerca di integrare l’individuo, la cultura, la storia, la vita sociale, ma sottolinea aspetti importanti spesso trascurati relativi a ciò che può fare l’insegnante, al clima scolastico, all’organizzazione.