Titolo rubrica: Parliamone…
Adesso che la moneta cinese è stata rivalutata
il nuovo business del tessile potrebbe spostarsi in India
La moneta cinese che recentemente è stata rivalutata del 2,1% rispetto al dollaro
statunitense e lascia intravedere nuovi e possibili movimenti al rialzo, apre nuovi scenari
economico-finanziari. In particolare, è in ebollizione il mercato mondiale del tessile.
Adesso che i tessuti e i capi di abbigliamento Made in China sono diventati più costosi, in
India si scommette su nuove rivalutazioni dello yuan, dopo quella già avvenuta a fine
luglio, che potrebbero dare un ulteriore impulso all’export indiano del tessile. In sostanza,
l’India ha la possibilità di erodere qualche posizione di mercato alla Cina e di presentarsi
sulla scena mondiale in modo più competitivo.
I produttori indiani in primo luogo sono stati incoraggiati a potenziare la capacità degli
impianti, nonché a modernizzare i macchinari. Da parte sua, anche il governo di New
Delhi si sta attivando.
Ha infatti reso noto un piano per costruire 25 parchi industriali specializzati nelle
produzioni tessili, con l’obiettivo di attirare investimenti privati per oltre 4 miliardi di dollari.
A questo punto, secondo le previsioni, la quota indiana del mercato mondiale potrà
raddoppiare, passando dall’attuale 4% all’8% entro il 2010.
C’è però anche da dire che il confronto tra Cina e India resta come quello tra Davide
contro Golia, senza contare il fatto che la strada della modernizzazione è lunga e incerta.
Grazie a costi del lavoro e dell’energia decisamente più bassi, infatti, Pechino può
produrre un paio di jeans a prezzi inferiori del 30% rispetto ai prezzi indiani. Non per
niente, la Cina può esibire una quota del commercio mondiale di prodotti tessili pari al
20%.
Comunque sia, l’apprezzamento dello yuan sta cambiando scenari che fino a ieri
sembravano scontati. E a trarne giovamento è in particolare l’India.
I grandi importatori occidentali vogliono diversificare le loro fonti di rifornimento. Nessuno
di loro concentra troppo in Cina, in quanto considerato un business troppo a rischio in
caso di nuove rivalutazioni della moneta.
Ecco per cui, nonostante i grandi vantaggi competitivi cinesi, si rivolgono all’India. Tanto
per fare un esempio, uno dei colossi mondiali della grande distribuzione come Wal-Mart
nei prossimi due anni ha intenzione di acquistare prodotti tessili sul mercato indiano fino a
un valore di 10 miliardi di dollari.
Gli esportatori indiani, inoltre, guardano con grande fiducia anche verso la Cina stessa.
E’ infatti atteso un consistente aumento di ordini, complice la nuova forza della valuta
cinese.
Maurizio Scuccato