Meeting Italiano di TeatrO Sociale Settima Edizione Lucca 21, 22, 23, 24 agosto 2014 INKOMUNIKAOS! Nel kaos della comunicazione, comunicare col Teatro Sociale! DESCRIZIONE LABORATORI Laboratorio A: COMUNICARE CON IL PLAYBACK THEATRE: …..superando le barriere! Metodo: Playback Theatre CONDUTTORI: Gigi Dotti e Alessandro Bianchi, Scuola Italiana di Playback Theatre, Milano ORARIO: giovedì 21 agosto 2014 ore 15:00 – 17:00; venerdì 22 agosto 2013 ore 9:30 – 13:00 e ore 15:00 – 18:30; Il Playback Theatre, in Italiano tradotto come TEATRO della RESTITUZIONE, consente di superare la barriera palco-platea per un dialogo profondo e trasformativo. Le differenze si incontrano, le generazioni si ascoltano con una comunicazione che raggiunge la sfera transpersonale. La comunicazioe è efficace quando raggiunge "veramente" l'altro, quando riesce a far vibrare, nell'autenticità, le corde più profonde dell'essenza. Nel laboratorio si esplorerà il rituale del Playback nelle sue diverse implicazioni psicologiche e sociali, individuali, relazionali ed archetipiche, recuperando il bisogno di narrare e di condividere emozioni. Si farà riferimento a esperienze di lavoro con bambini e genitori in cui il Playback Theatre è strumento che aiuta a dialogare, a superare momenti di difficoltà ad affrontare cambiamenti importanti nel ciclo vitale Luigi Dotti, Psicologo e psicoterapeuta, è direttore di psicodramma e playback theatre. E’ responsabile scientifico della Scuola Italiana di playback theatre e membro dell’IPTN (International Playback Theatre Network). Opera da 35 anni nel Servizio Sanitario Nazionale, occupandosi particolarmente di psicoterapia di gruppo, di formazione ed educazione alla salute. Dal maggio 2001 ha aperto il TEATRO DI PSICODRAMMA di Provaglio d'Iseo (Bs), che realizza LE RELAZIONI SULLA SCENA incontri di psicodramma pubblico. E’ conduttore con Laura Consolati della Compagnia del Fare e Disfare, gruppo di playback theatre di Brescia. Ha scritto varie pubblicazioni sugli action methods, tra cui Lo psicodramma dei bambini, Storie che curano, La forma della cura (Franco Angeli, Milano) e Storie di vita in scena (Ananke ed Torino) La Scuola Italiana di Playback Theatre, costituitasi nel 2002, organizza corsi di formazione di diverso livello in Italia e all’estero. La finalità della Scuola Italiana di Playback Theatre è quella favorire lo sviluppo del Playback Theatre in Italia e di diffondere la sua applicazione negli ambiti artistico, educativo, formativo e psicosociale. La SIPT inoltre organizza e realizza eventi pubblici in diversi ambiti con lo scopo di incrementare la ricerca e la sperimentazione delle possibili applicazioni del Playback Theatre. La SIPT lavora per costruire una rete fra le realtà che si occupano di Playback Theatre oltre che per promuovere l’integrazione ed il confronto con altri metodi di intervento con i gruppi ed altri linguaggi espressivi affini. Da circa quattro anni organizza il Corso di Teatro di Sviluppo di Comunità. Per info www.playback-theatre.it – [email protected] Laboratorio B: SOLO MESSAGGI SCRITTI: Ho finito i minuti, ti mando un sms Metodo: Workshop esperienziale - Gestalt CONDUTTRICI: Annarita Traetta e Michela Lopez, Bari ORARIO: giovedì 21 agosto 2014 ore 15:00 – 17:00; venerdì 22 agosto 2013 ore 9:30 – 13:00 e ore 15:00 – 18:30; E’ luogo comune pensare che non si possa vivere senza media: sentiamo continuamente frasi, battute, riferimenti all’impossibilità di fare a meno del computer, del WI-FI, del cellulare. Dunque ci siamo chieste: come sarebbe sperimentarsi senza voce e senza la dimensione di contatto, non solo vocale, ma visivo e corporeo, che è alla base delle nostre relazioni quotidiane? Quali tracce un’esperienza di questo tipo lascerebbe nell’attore, “costretto” ad adeguarsi a nuove regole di comunicazione? E quali tracce nello spettatore? Il laboratorio sarà condotto secondo il modello dei workshop esperienziali di stampo gestaltico: la comprensione di un fenomeno è piena solo se si parte dal fare esperienza diretta dello stesso. Nel lavoro che proponiamo si intrecciano i due piani della comunicazione: relazione e contenuto. Sul piano della relazione verranno svolte attività focalizzate sulla comunicazione in quanto processo; sul piano del contenuto verranno proposti stimoli (testi, oggetti, esercizi teatrali) a partire dai quali i partecipanti costruiranno delle improvvisazioni a tema. L’aspetto innovativo di questo laboratorio è che il contenuto rimane sullo sfondo, mentre ad emergere in figura è il contenitore, la struttura: la modalità di comunicazione utilizzata, che esplorerà canali differenti da quello verbale tradizionale. Ad ogni incontro regole diverse, strumenti tecnologici diversi e differente coinvolgimento dei sensi (vista, tatto, udito) e delle funzioni cognitive (memoria, attenzione, capacità di imitazione, ecc). Lo scopo finale è la costruzione di una breve performance nata da un collage di improvvisazioni, scritte, immagini, foto e video, da condividere con gli altri partecipanti al meeting. Il laboratorio, della durata di 10 ore, si strutturerà in 3 fasi: 1) Leggi e guarda: la videoscrittura, le immagini, l’attenzione visiva 2) Solo Messaggi Scritti: ho finito i minuti, ti mando un SMS 3) Mi manca la voce: confronto di gruppi e ricostruzione del “frammenti” per la performance conclusiva. Ai partecipanti è richiesto: - disponibilità a mettersi in gioco con il caos (fuori e dentro di sé), con la frustrazione e la rabbia, con le difficoltà comunicative e organizzative; - di essere in possesso di un telefono cellulare e disponibili a mandare e ricevere sms; - disponibilità a partecipare alla performance finale. Dott.ssa Michela Lopez, psicologa-psicoterapeuta, specialista in psicologia clinica e psicoterapia della gestalt con particolare esperienza in psicoterapia di gruppo a mediazione teatrale, nell’ambito delle dipendenze patologiche e della formazione nelle scuole primarie e secondarie. Dott.ssa Annarita Traetta, psicologa- psicoterapeuta sistemico-relazionale in formazione, con particolare esperienza in conduzione di gruppi espressivo-teatrali, nell’ambito delle dipendenze patologiche. - Dal 2008, conduttrici di un laboratorio stabile di terapia a mediazione teatrale presso la comunità terapeutica per le dipendenze patologiche Lorusso Cipparoli di Giovinazzo (BA); - Conduttrici di seminari esperienziali di terapia mediazione artistica all’interno di eventi formativi, terapeutici e culturali, tra cui MITOS 2012; - Registe di 3 eventi teatrali realizzati con gli utenti della comunità terapeutica Lorusso Cipparoli e rappresentati in varie manifestazioni culturali della provincia di Bari: “Fra-menti: percorso esperienziale teatrale attraverso le storie” (2008-2009); “Vendo casa”: lezione aperta di teatro-terapia, proposta dai partecipanti al laboratorio agli operatori della comunità (2010); “Partenze: studio teatrale sul viaggio” (2010-2011). Laboratorio C: IO MASCHIO, IO FEMMINA: Laboratorio su ruoli di genere e ruoli sociali Metodo: Psicodramma – Sociodramma – Role playing CONDUTTORE: Ermanno Marogna, Verona ORARIO: giovedì 21 agosto 2014 ore 15:00 – 17:00; venerdì 22 agosto 2013 ore 9:30 – 13:00 e ore 15:00 – 18:30; La parola “kaos” parte del titolo di questo Meeting, ha ispirato il presente laboratorio che ha lo scopo di portare i partecipanti a misurarsi col rapporto che hanno rispetto al ruolo di genere maschile e femminile, soprattutto in relazione al fatto che oggi detti ruoli sono culturalmente molto cambiati rispetto a qualche decennio fa. I ruoli maschile e femminile hanno sempre avuto un’influenza molto importante sia sul piano dei costumi e socio-culturale e sia sul piano dei rapporti umani nel vivere di tutti i giorni. Un tempo i ruoli di genere erano molto rigidi e prevedevano per ciascuno “cose che si potevano fare” e “cose che non si potevano fare”. Il maschio veniva definito come “sesso forte” e la femmina “gentil sesso” e al tempo stesso il maschio non poteva piangere (retaggio che ancora si avverte) e la femmina poteva senz’altro piangere in quanto tale, ma non poteva assumere certi comportamenti o esprimersi in un certo modo. Il figlio maschio era libero di uscire, mentre la femmina molto meno o doveva essere accompagnata. Il ragazzo intraprendente con le ragazze era visto con ammirazione, mentre la ragazza altrettanto intraprendente con i ragazzi, o solo disponibile, come una poco di buono. Un tempo era dato per scontato che ad un uomo interessassero le donne e che alle donne interessate agli uomini, ma non era immaginabile un interesse o una relazione omosessuale. Ed anche non era impossibile andar oltre il genere maschile/femminile, mentre oggi esistono possibilità come quella transessuale (cambio di sesso) e transgender (oltre il genere). Dato tutto questo: - Oggi come sono vissuti i ruoli maschili e femminili? - Le cose sono davvero cambiate o lo sono solo in apparenza? - E’ meglio oggi, oppure “era meglio quando si stava peggio?”. - Oggi possiamo parlare di maggior libertà o invece dobbiamo parlare di caos? Il laboratorio sarà esperienziale e sarà condotto principalmente con la modalità attiva (psicodrammatica, sociodrammatica e role playing). Verranno proposte attività individuali (lavoro fra sé e sé), in coppia, in piccoli gruppi ed anche nel grande gruppo. Verranno esplorati ruoli passati e ruoli attuali ed eventualmente ruoli desiderati, ma non vissuti. Il clima del gruppo sarà ispirato alla giocosità e alla teatralità, all’assenza di giudizio e al massimo rispetto della privacy di ognuno. Ermanno Marogna, counselor e psicodrammatista con formazione in mediazione familiare, da molti anni tiene gruppi sia con la metodologia attiva (psicodramma, sociodramma e role playing) e sia con altre modalità. Nel 2009 ha costituito il gruppo di teatro dell’oppresso “L’altra faccia del dado” che propone forum pubblici che hanno come tema le oppressioni e le discriminazioni che toccano le persone omosessuali, bisessuali, transessuali e loro famiglie. Segue un gruppo sulla genitorialità omosessuale ed uno sull’elaborazione del lutto. Cura le formazione di operatori che si occupano di counseling telefonico (telefono amico), accoglienza e gestione di gruppi sia in associazioni e circoli e sia in cooperative sociali ed Asl. Laboratorio D: IL TEATRO DELL’OPPRESSO: uno strumento per la trasformazione sociale Metodo: Teatro dell’Oppresso CONDUTTORI: Simone Scapinello e Elisabetta Bonizzi, “Mas que nada Teatro”, Torino ORARIO: giovedì 21 agosto 2014 ore 15:00 – 17:00; venerdì 22 agosto 2013 ore 9:30 – 13:00 e ore 15:00 – 18:30; Il Teatro dell'Oppresso è un metodo teatrale creato dal regista brasiliano Augusto Boal ed ispirato alle idee di Paulo Freire, padre dell'educazione popolare, ed al suo famoso libro, la Pedagogia degli Oppressi. Nato nel contesto delle lotte sociali sudamericane, questo metodo teatrale é oggi utilizzato in campo pedagogico, sociale, culturale, politico e terapeutico, per il grande potenziale delle sue tecniche. L'obiettivo principale del Teatro dell'Oppresso é quello di riflettere sulle relazioni di potere, attraverso l'esplorazione collettiva delle storie e delle dinamiche d'oppressione interpersonali e sociali, e la sperimentazione, mediante gli strumenti del teatro, delle strategie per superarle. Il laboratorio é pensato per essere esperienziale e metodologico allo stesso tempo, quindi aperto sia a chi volesse sperimentare il teatro come strumento di trasformazione sociale, sia per chi, lavorando nel settore dell'educazione sociale o dello sviluppo comunitario, lo volesse poi approfondire ed applicare alla propria professione. Il punto di partenza sarà il gioco, il linguaggio non verbale, l'espressione corporea e gestuale, la relazione corpo-mente-emozione e l'improvvisazione teatrale. Nel corso del laboratorio esploreremo l'insieme di esercizi, giochi e tecniche teatrali che compongono parte dell'arsenale del teatro dell'oppresso e, se possibile, arriveremo, come risultato del processo, a costruire una o piú scene di teatro forum. Si utilizzeranno giochi-esercizi finalizzati alla creazione di un clima di fiducia e di ascolto tra i membri del gruppo ed alla demeccanizzazione fisica e mentale, intesa questa come processo di presa di coscienza e superazione di quei “meccanismi” o “schemi mentali”, modi di essere, di pensare e di agire, che sono prodotto del nostro vivere quotidiano in società. Attraverso la tecnica del teatro immagine esploreremo le forme di espressione e di comunicazione non verbale, il carattere polisemico dell'immagine corporea e le differenze tra osservazione ed interpretazione. Con questa tecnica inizieremo anche una prima esplorazione del materiale su cui verranno poi costruite le scene per il teatro-forum. In questa seconda fase, della costruzione di scene di teatro-forum, verranno create e poi rappresentate situazioni di conflitto che risulteranno dalla prima fase del laboratorio, di condivisione ed esplorazione, attraverso il teatro, delle inquietudini, esperienze ed oppressioni individuali e collettive. Si lavorerà sull'improvvisazione, sulla costruzione dei personaggi e del loro componente culturale; indagheremo quali sovrastrutture o forze sociali incarnano i personaggi ed approfondiremo l'analisi dei conflitti e delle dinamiche di potere che si danno nella rappresentazione delle scene. Mediante le tecniche del teatro dell'oppresso e, nello specifico, del teatro-forum, si esploreranno collettivamente le possibili soluzioni ai conflitti proposti, mediante la sostituzione dei personaggi (oppressi) con gli spett-attori (gli altri componenti del gruppo) che vogliano proporre azioni alternative capaci di trasformare la scena, per cercare di superare il conflitto rappresentato. Non si esclude la possibilitá di presentare il risultato del laboratorio in un mini-spettacolo di teatro-forum dove verrà rappresentata la scena (o le scene) creata; in quell'occasione sarà il proprio pubblico di spett-attori che verrà chiamato ad apportare soluzioni ai conflitti rappresentati mediante l'azione fisica in scena, ovvero la sostituzione dei personaggi oppressi, proponendo così alternative nello spazio scenico teatrale, visto da Boal come il banco di prova per poi agire in società, nel momento in cui ci trovassimo a vivere situazioni o conflitti simili a quelli rappresentati sulla scena. Simone Scapinello, Laureato in antropologia culturale, ha studiato il metodo e le tecniche del Teatro dell'Oppresso (dal 2010 al 2012) alla scuola di teatro dell'oppresso "Forn de teatre patothom" di Barcellona. Master in "Teatro sociale e di comunità" presso l'Universitá degli Studi di Torino (2013-2014), attualmente sta conducendo un corso annuale di teatro dell'oppresso presso il Cecchi Point, Torino. Ha condotto, nel corso del 2013/2014, workshop intensivi in associazioni culturali torinesi. Nel corso 2011/2012 a lavorato con il gruppo "Impacta teatre", sempre di Barcellona, nella conduzione di corsi di teatro dell'oppresso con adulti e nelle scuole con studenti. Ha lavorato alla creazione di opere di teatro forum con i gruppi "Impacta teatre" e "La Xixa teatre". Si sta dottorando con una tesi su teatro dell'oppresso e partecipazione cittadina presso l'Università di Lerída, Spagna. Elisabetta Bonizzi, Master di Teatro Sociale e di Comunità presso l'Università degli Studi di Torino Scuola di teatro e laboratori di specializzazione attorale presso la compagnia teatrale Studio Novecento (Milano 2005-2010) Stage annuale sulle tecniche del Teatro dell'Oppresso e del Teatro Sociale presso la compagnia teatrale ImpactaT - Intervenciòns Teatrales. Collaboratrice nel laboratorio di teatro integrato "Diversamente teatro" presso la Cooperativa Santa Rita di Milano e nel laboratorio teatrale della Casa di Reclusione di Bollate con la Cooperativa Sociale E.S.T.I.A. Laboratori di danza contemporanea con Stefania Trivellin Laboratorio E: “CO VOT? CHE VUOI? LO VEDI STO TWITTANDO?”: La comunicazione nell’epoca digitale Metodo: Teatro dell’Oppresso, laboratorio teatrale con musica eseguita dal vivo CONDUTTORI: Massimiliano Filoni e Vanja Buzzini, “Giolli Cooperativa Sociale”, Parma ORARIO: sabato 23 agosto 2014 ore 15:00 – 19:00; Caratterizzata dalla diffusione delle tecnologie digitali e dei social network che, incessantemente, ci connettono ad una rete di contatti e di amicizie virtuali la nostra epoca si distingue anche per la difficoltà a creare relazioni umane, sentimentali, affettive, sociali e lavorative stabili e profonde. Si vive la realtà come una condizione disgregante e provvisoria, difficile da interpretare e da trasformare. Di fronte ai meccanismi che governano il mondo e che lo fanno andare così come va sentiamo, potente, una percezione di inadeguatezza e di frustrazione per l’incapacità di agire. Ai conflitti e ai problemi personali si tende a rispondere con soluzioni posticce e improvvisate. Si è persa la capacità di socializzare i problemi individuali e di ricondurli ad una dimensione collettiva. Il laboratorio, in cui si alterneranno azione e riflessione, intende esplorare i sentieri che possono permettere di ricostruire un sistema comunicativo in grado di ricostituire i fili che collegano singoli individui rendendoli comunità, società. Si utilizzeranno a questo scopo le tecniche del metodo elaborato da regista brasiliano Augusto Boal e noto con il nome di Teatro dell’Oppresso. Massimiliano Filoni, lavora con Giolli dalla sua fondazione nel 1992, ha focalizzato la propria ricerca sull’utilizzo del teatro nella scuola e nelle strutture psichiatriche. Negli ultimi anni sta sperimentando laboratori e spettacoli in cui è rilevante la presenza di musica e narrazione, esplorando i limiti e le potenzialità della cosiddetta Pedagogia dell’Errare, che si concretizza nella valorizzazione dei talenti sopiti, contrapposta al concetto industriale di merito, e nella definizione dello sbaglio come fonte di scoperta. Vanja Buzzini, musicista, burattinaia, attrice, operatrice sociale. Ha fondato nel 1988 la Coop. Sociale Avalon, con cui tuttora svolge il ruolo di educatrice, che si occupa del reinserimento sociale e lavorativo di persone con disagio mentale. Questo non le ha impedito di coltivare il proprio talento artistico che l’ha portata a collaborare con vari gruppi musicali, in particolare con i Modena City Ramblers ; teatrali: Tangram, Giolli, Istarion. Negli ultimi anni si è concentrata sulla ricerca di forme di espressione artistica che, oltre a promuovere e a diffondere la cultura, sappiano recuperare i miti, le leggende, le tradizioni, degli antichi popoli con la speranza che questo permetta un’esistenza in armonia con la terra, con la natura, con tutte le forme di vita. Giolli nasce nel 1992 come associazione in cui confluiscono le esperienze di attori, psicologi, pedagogisti intenzionati a diffondere la pratica teatrale fuori dai teatri, utilizzando prevalentemente il metodo elaborato dal regista brasiliano Augusto Boal e noto con il nome di Teatro dell’Oppresso (TdO) e la pedagogia coscientizzante di Paulo Freire, anche lui brasiliano, incentrata sull’arte maieutica e nota come pedagogia della liberazione. Giolli lavora costantemente da allora proponendo spettacoli, laboratori, corsi di formazione in contesti non consacrati tradizionalmente al teatro: Centri di igiene mentale, carceri, comunità terapeutiche, scuole ( dalle elementari all’Università) promuovendo una cultura del benessere sociale e della partecipazione dei cittadini alla vita della comunità. In particolare gli strumenti usati sono il Teatro – Forum, spettacolo aperto alla partecipazione attiva del pubblico sulla scena e finalizzato alla ricerca di soluzioni ai conflitti e alle oppressioni sociali; il flic dans la tete, rivolto a riconoscere e rompere le oppressioni psicologiche; il Teatro – Giornale, attuale ambito di ricerca, che focalizza la propria azione sulle connessioni tra cultura, informazione e cittadinanza attiva. Nel 2008 Giolli si è trasformata in Cooperativa Sociale e ha trasferito la propria sede a Montechiarugolo (PR). Laboratorio F: IO SUONO QUANDO SONO: Un luogo dove non è importante sapere, ma è essenziale esserci Metodo: Teatro delle disabilità CONDUTTORE: Claudio D’Agostino, “Cooperativa Sociale Immaginaria”, Benevento ORARIO: sabato 23 agosto 2014 ore 15:00 – 19:00; Il laboratorio teatrale porta con se l'idea di un luogo senza giudizio. Un luogo dove non è importante sapere, ma è essenziale esserci. Io ci sono per dare forza a me è al gruppo. Per rendere me e il gruppo unici nella loro originalità. Originalità che parte dalle nostre origini. Il nostro passato diventa libro di studio , per continuare a scriverlo con una maggiore calma e serenità. E sopratutto coscienza. Prendere coscienza del corpo, dei limiti, per affrontarli con decisioni. Il laboratorio teatrale porte con se l'idea di trasformazione. Trasformare il mio io senza mostrarmi diverso da quello che sono. Senza mentire riesco ad essere universale, perché io sono diverso ed uguale in tutto il mondo. Il mio cuore batte, la mia energia vibra, il mio corpo parla, così come battono, vibrano e parlano i tanti esseri umani. Per tutto questo il laboratorio teatrale si pone l'obiettivo e lo scopo di essere un luogo di apertura, a chi vuole provare, a chi è curioso, a chi è annoiato, a chi crede nella forza del gruppo e della società. Non è necessario portare con se le proprie abilità, non è necessario averle, non è necessario dimostrare. Quando ci sono sono già bello così. Piccola Bio - Claudio D’Agostino Claudio nasce, cresce e vive a Benevento. Nasce nel febbraio del 1982. Un autentico acquario, freddo, razionale ed idealista. Cresce in una famiglia di sei persone. Una madre, un padre, un fratello, una sorella ed una zia. Vive con la sua compagna, ed una bambina ancora piccola ma già grande e spera un domani di poter avere tanti figli in una piccola casa. Il tetro è stato sempre la sua passione. Ora vuole trasformarlo in lavoro. Negli anni ha viaggiato per studiare teatro, senza mai voler seguire un’ unica scuola o pensiero teatrale. Si è formato ricevendo nozioni e sudando nei numerosi esercizi attoriali. Ha avuto la fortuna di incontrare diversi maestri, persone che parlano con la semplicità dei bambini, ma esprimono chiari ed entusiasmanti nozioni. Peter Brook, Bruce Mayer, Hassan Kuoyatè, Lilo Baur, Si è innamorato della poesia di Antonio Viganò e della brutalità di Pippo del Bono. Ha deciso che il teatro non può essere parte della tua vita se non lo vivi. Per viverlo lo devi fare. Sudare, guardare, toccare le persone che ti affiancano, esserci nel luogo che ti ospita. Il teatro è per tutti e di tutti, un luogo sacro ma profano, scena di bestemmie e giuramenti. Il teatro non è chiuso. Il teatro non è finzione. Il teatro è verità, la verità dei corpi e la saggezza della mente. Piccola Bio – Cooperativa Immaginaria La Cooperativa “Immaginaria” di Benevento opera in Campania e in tutto il Sud d’Italia in ambito teatrale e nell’organizzazione di eventi ed è formata da un gruppo eterogeneo di operatori in campo artistico e della comunicazione. L’esigenza che ha spinto i membri ad associarsi nasce dalla volontà di unire le proprie conoscenze e professionalità per creare una realtà fortemente innovativa nel campo della promozione culturale. La formazione prevalentemente teatrale costituisce una base di partenza per trovare ed attuare, in tutti i settori socio-culturali, differenti metodi e strumenti artistici in grado di veicolare e promuovere messaggi culturali. L’Associazione si pone, quali scopi principali: La promozione di percorsi di animazione territoriale e di autonomia culturale dei luoghi La promozione di forme innovative di educazione teatrale ed, in particolare, di teatro civico La tutela e promozione della qualità del territorio e delle produzioni tipiche La formazione finalizzata alla cittadinanza attiva La sensibilizzazione ai temi della disabilità Laboratorio G: DAL MONOLOGO AL DIALOGO: Cosa voglio dirti? Metodo: Arte performativa CONDUTTRICE: Anais Coumine, Firenze ORARIO: sabato 23 agosto 2014 ore 15:00 – 19:00; Il titolo del laboratorio da me proposto è Dal monologo al dialogo. Cosa voglio dirti? Il titolo evidenzia la possibilità, attraverso il laboratorio, in primo luogo di esprimersi e in secondo luogo di comunicare ciò che vogliamo dire a qualcuno in modo da instaurarsi un dialogo ed uno scambio tra i partecipanti. L'accento è messo sulla parola voglio, in quanto dietro ogni messaggio ci deve essere l'intenzione di comunicare qualcosa e quindi di scambiare col proprio interlocutore. La disciplina di Teatro Sociale di riferimento è l'Arte performativa. Il laboratorio sarà così strutturato. I partecipanti verranno accolti e saranno loro proposti vari esercizi di riscaldamento e di coesione del gruppo. Mano a mano sarà introdotto il tema del laboratorio, i partecipanti saranno invitati a provare esperienze di comunicazione e saranno introdotti vari modi di comunicare, il linguaggio parlato, il linguaggio non verbale, la danza, il mimo, il canto, la performance, la musica, il video, ecc. In seguito verranno riprese le forme di comunicazione esposte e sarà data possibilità ai partecipanti di sperimentarle. In seguito i partecipanti saranno divisi in gruppi e ognuno sceglierà una modalità espressiva e il contenuto di ciò che vuole dire e creerà in questo modo una performance teatrale da rappresentare in seguito al resto del gruppo. I gruppi saranno quindi uniti a due a due e ogni coppia di gruppi dovrà creare una performance teatrale che unisca le due performance di partenza e porti ad un dialogo e una comunicazione tra i gruppi. Se avanzerà tempo sarà proposto di unire tutti i gruppi in un'unica performance teatrale. Anais Coumine è laureata in Psicologia clinica e della salute ed iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, è Psicoterapeuta diplomata all'Istituto Gestalt Firenze, esercita privatamente la libera professione. Comincia l'attività teatrale in giovane età partecipando ad un laboratorio con Manu Lalli e Daniele Bacci. E' diplomata presso la scuola Teatro A Manovella (Teatro Everest, Firenze), con cui ha collaborato per successivi due anni, e presso la scuola di Teatro Sociale ed Arti Performative Isole Comprese Teatro (Firenze). Ha frequentato le scuole Laboratorio 9 (Teatro della Limonaia, Sesto Fiorentino) ed Accademia Teatrale di Firenze. Ha seguito per due anni un laboratorio teatrale integrato con pazienti psichiatrici. E' autrice della performance You're beautiful and so blasèe più volte rappresentata ed ha vinto il Premio Nazionale di Microdrammaturgia Mai Detto, M'Hai Detto con l'opera Demone. E' stata assistente alla regia nello spettacolo Io e Amleto (progetto e regia di Alessandro Fantechi ed Elena Turchi, drammaturgia di Laura Bucciarelli) ed ha collaborato con la Compagnia della Fortezza di Armando Punzo per la realizzazione di Volterrateatro 2008, ha preso parte come attrice allo spettacolo Pinocchio (regia di Armando Punzo). E' stata attrice in varie compagnie teatrali e conduttrice di vari laboratori di teatro, tra cui ha partecipato all'edizione di MITOS 2012. Ha partecipato come performer alla Notte Bianca di Firenze 2013 e alla Notte Bianca di San Giovanni Valdarno 2013. Laboratorio H: TEATRO E PRESENZA: La forza dell’ascolto per migliorare le capacità di interazione con gli altri Metodo: Setting Teatrale per la creazione di un Atto Creativo CONDUTTRICE: Livia Rosato, “Teatro degli Orbitanti”, Milano ORARIO: sabato 23 agosto 2014 ore 15:00 – 19:00; “Le emozioni hanno relazioni con l'apparato cognitivo perchè si lasciano modificare dalla persuasione”. (Aristotele) “Ciò significa che la nostra emotività può essere educata e, se vogliamo una società migliore, deve essere educata”. (Umberto Galimberti) Il laboratorio teatrale è un'esperienza stimolante, sociale e socializzante, aiuta a conoscersi sé stessi e gli altri, affina il giudizio, l'osservazione, lo spirito critico e la sensibilità artistica. Attraverso la pratica dei mezzi espressivi legati alla persona, alla gestualità, al corpo, all'immedesimazione, alla voce, allo sguardo, al rapporto con lo spazio e con gli altri, è possibile creare un percorso di riscoperta individuale e collettiva. Il laboratorio è organizzato come percorso sull’uso dei linguaggi verbali e non verbali ed offre la sperimentazione di tecniche creative e della comunicazione, finalizzate all’ascolto ed al rafforzamento delle attitudini all’interazione sociale. Gli esercizi teatrali preposti saranno volti alla creazione di uno spazio “ludico” e di fiducia nella quale tutti potranno sentirsi a proprio agio. Superare il proprio egocentrismo permette di creare attraverso un'attività ludica la condivisione di obiettivi comuni attraverso un'abitudine all'ascolto, all'osservazione, alla tolleranza e ad un reciproco rispetto. Il teatro ha delle potenzialità straordinarie in quanto costituisce un invito alla riflessione, recupera spazi di autonomia ed è un luogo di crescita umana, momento di cultura e di vita indispensabile per valorizzare le potenzialità e le risorse di tutti. Livia Rosato inizia a studiare Animazione Teatrale a Milano nel 1978 con Maia Cornacchia. Dal 1980 studia e diventa integrante del gruppo teatrale Comuna Baires. Studia metodo dell'attore con Renzo Casali, Acrobatica con Edoardo de La Cuadra e con Hector Beacon. Il suo metodo di studio è una sintesi dei maestri quali Stanislaskij, Mejerchold, Stasberg e Grotowski. Ha vissuto in Argentina per otto anni, per la costruzione del progetto di scambio tra Italia e Argentina dell'Istituto Antropologia Teatrale di Milano. Ritorna in Italia nel 1994 ed inizia a seguire corsi e stage con diversi insegnanti tra cui Rena Mirezka (allieva di Grotowski), Carlos Alsina (sulla pratica del metodo Stanislaski), Roberto Anglisani (sulle tecniche di narrazione), Guy Callan (su "La commedia dell'Arte" e "la narrazione nel teatro africano"). Il metodo d'insegnamento utilizzato è l'insieme di più tecniche, che col tempo sono state rielaborate e che vedono nel teatro uno dei mezzi più significativi per una presenza "scenica" psico-fisica, per la comunicazione, la socializzazione, l'espressione individuale: "il teatro è ciò che si vede, si sente e ti fa pensare". Livia Rosato insegna teatro nelle scuole, segue progetti di formazione per adulti e realizza spettacoli/ narrazioni per bambini. Per Edizioni Erga nel 2008 ha pubblicato “Teatro con I Promessi Sposi” per secondo ciclo scuola primaria e scuola secondaria di 1° grado. Laboratorio I: TEATRO IN VISTA: siamo sicuri che il cieco sia io? Metodo: Ipovisione CONDUTTORE: Luigi Marangoni e Davide Buda, “Dinamiciteatri”, Genova ORARIO: sabato 23 agosto 2014 ore 15:00 – 19:00; Il laboratorio “Siamo sicuri che il cieco sia io?” nasce dall’idea di avvicinare e coinvolgere maggiormente il pubblico allo spettacolo teatrale Alone, in cui si racconta la storia vera di un ragazzo ipovedente che si è fatto strada nella vita: troppo spesso le parole cecità e ipovisione risultano difficili da comprendere perché le malattie legate alla vista sono svariate e aventi livelli di gravità molteplici. Il laboratorio, già testato in alcune sue parti e particolarmente apprezzato dagli studenti dell’Università Scienze della Formazione di Genova, (avvalorato dai crediti ECM) risulta essere per i partecipanti un veloce e profondo viaggio in un mondo spesso distante e sconosciuto: lavoreremo attraverso storie di persone direttamente coinvolte che hanno deciso di raccontarsi con ironia e gioco; inoltre, grazie a bende e “speciali occhiali” che riducono il campo visivo, gli iscritti si proietteranno in una esperienza sensoriale che contribuirà ad arricchire la loro idea riguardo l'ipo-nonvisione. L’esperienza sarà legata al buio, alla luce, alla relazione. Per finire, un momento di condivisione sarà dedicato al feedback che come sempre regalerà spunti originali e utili ad apprezzare maggiormente il nostro quotidiano. Partecipare al laboratorio “Siamo sicuri che il cieco sia io “significa in molti casi aver voglia di tornare a vedere la nostra realtà e quella degli altri senza aver paura di vivere un nuovo punto di vista, una nuova vita. SINTESI DEI PARERI DEGLI STUDENTI DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE DELL’UNIVERSITA’ DI GENOVA IN MERITO AL LABORATORIO Laboratorio: “Siamo sicuri che il cieco sia io?”; solo ora, a fine lavoro, posso affermare di aver compreso davvero il titolo. Un’interessantissima esperienza, non solo al fine universitario, ma un vero insegnamento di vita. Mi hanno trasmesso, e non solo a me penso, quel loro “qualcosa in più”, ciò che loro hanno guadagnato da ciò che hanno perso. Ho visto con i loro occhi, e ho visto di più che con i miei! Quello che mi è stato fatto è stato un regalo davvero prezioso, che mi porterò nella vita. L’ipovisione mi ha insegnato a vedere meglio. Un ultimo GRAZIE a tutti quelli che hanno presentato questo fantastico laboratorio, un grazie davvero di cuore. Irene E’ stata un’esperienza bellissima che non dimenticherò mai, perché ho potuto realmente capire come vede un ipovedente camminando, parlando, ridendo e relazionandomi con il mondo esterno. Che dire non ci sono parole..anzi si.. una ci sarebbe..GRAZIE per questo bellissimo Laboratorio! Avete cambiato il mio modo di vedere le cose! Veronica Devo dire che questo laboratorio non è stato per niente come me l'aspettavo. E' stato meglio! Di solito dietro ad un titolo accattivante si nasconde qualche assistente frustrato e demotivato che ci trascina nel limbo della noia...mai mi sarei aspettata invece di venire arricchita, sorpresa e spiazzata Luigi Marangoni si diploma alla Bottega Teatrale di Vittorio Gassman di Firenze nel 1993.Lavora in Italia e all’estero con Teatri Stabili e Compagnie di Ricerca . E’ aiuto regista di Isabella Sandri nel film Il mondo alla rovescia per la Gaundri Film di Roma e l’Istituto Luce, selezionato in molti Festival Internazionali. Per Il Narratore audiolibri dà voce a capolavori della letteratura mondiale. Nel 2007 interpreta il monologo da lui stesso ideato The other side – Rimbaud & Jim Morrison prodotto dal XIII Festival Internazionale di Poesia di Genova e dal Piccolo Teatro Il Sipario Strappato, con il quale inizia una collaborazione e con cui vince il premio per il miglior spettacolo al concorso nazionale ‘Linea d’ombra’ al Teatro Spazio Uno di Roma. Scrive e dirige un gruppo di lavoratori in Appunti per uno spettacolo sul 30 giugno 1960, grande rivolta antifascista di Genova, con il sostegno dell’Autorità portuale e la Rai Sede Regionale per la Liguria. Conduce laboratori nella Casa Circondariale di Venezia e di Rovigo che lo portano, come regista, alla creazione dello spettacolo Il rumore dell’amore di Vito Alfarano del Gran Prix al The International Sergei Diaghilev Competition of Choreographic Art a Lodz in Polonia. Nel 2010 è ideatore della videoinstallazione Autoritratti dal carcere ospite del Festival Edge 2011 del Centro Europeo di Teatro e Carcere di Milano e nel 2012 della I Rassegna Nazionale di Teatro in carcere di Firenze. E’ ideatore e interprete di Odissea con dj ospite del Teatro Fabbricone Stabile della Toscana e del Teatro Litta di Milano. Nel 2013 è co-autore e attore per RAI5 del docu-film in 10 puntate “Idro-Il Viaggiatore”, regia di Mattia Costa.