ULIVO n. O1, O2, O3… O17 scheda descrittiva del 23 ottobre 2005 _______________________________________________________________________________________ STORIA La pianta dell’ulivo è originaria dell’ Asia Minore; si è quindi diffusa prima in Egitto, quindi a Creta, in Grecia ed infine in Italia. I Romani hanno poi diffuso la coltivazione in Spagna e nel Nord Africa. E’ conosciuta da circa 9.000 anni e l’olio che se ne ricava è uno degli alimenti fondamentali dell’alimentazione umana. Sono poi necessarie ogni anno altre tre operazioni: la potatura, la concimazione e la protezione dalle malattie che possono colpire l’olivo. La potatura serve a regolare la lunghezza dei rami in modo che la chioma conservi una forma abbastanza armonica e ad eliminare i rami secchi ed esausti, che potrebbero altrimenti soffocare la crescita di quelli vivi e la nascita dei nuovi. Oltre alla potatura occorre anche la concimazione, con la quale si fanno penetrare nel terreno delle sostanze nutritive che integrano il nutrimento della pianta. Questa è un’operazione che si compie, come la potatura, prima della fioritura della pianta, che avviene in primavera. La terza operazione, quella della protezione dalle malattie, è necessaria invece nel momento in cui i fiori si sono mutati in olive, cioè da giugno in poi. E’ infatti questo il momento in cui il contadino deve stare più attento alla salute delle piante poiché, man mano che nella polpa delle olive aumenta l’olio, esse divengono un alimento prelibato per vari tipi di insetti. Per difenderle dai loro attacchi occorre usare fitofarmaci (on bisogna mai esagerare nel loro uso, alrimenti si rischia di rovinare le olive e inquinare l’ambiente). Generalmente, alla fine di ottobre, quando le olive iniziano a maturare, arriva il momento della raccolta, che si protrae L’OLIVOCOLTURA per tutto il periodo della maturazione. I metodi sono vari: in Da giovane, il tronco dell’olivo si presenta grigio argenteo alcune zone si usano macchine che afferrano il tronco e lo con una superficie liscia e regolare. Più tardi, con scuotono per far cadere le olive su dei teli precedentemente l’accrescimento anche diametrale della pianta, la corteccia stesi per terra, metodo pratico ma che rischia di essere si screpola in rilievi verticali tipici, che prendono il nome troppo violento per le olive. Altrove si attende che cadano in di corde, le cui squame esterne saranno progressivamente terra in modo naturale ma ciò avviene, ovviamente, quando eliminate. I suoi rametti terminali sono morbidi e le foglie, non sono più né giovani né fresche e pertanto l’olio che ne a forma di lancia, sono piccole e non cadono mai tutte ricava è meno buono. Ci sono poi dei luoghi, come la Sabina contemporaneamente poiché gli olivi sono piante ad esempio, dove le olive vengono staccate delicatamente sempreverdi. La fioritura avviene da aprile a giugno, dall’albero con l’aiuto di un attrezzo che si chiama pettine, quando i fiori, bianchi e piccoli, si trasformano in olive. simile ad un rastrello. Questo rappresenta senza dubbio il Durante l’estate, poi, queste ultime crescono, diventando metodo migliore. Successivamente esse vengono adagiate in prima sempre più verdi e poi più scure in autunno, cassette munite di fori per farle respirare e quindi trasportate dapprima a chiazze e infine completamente. Tra i mesi di al più presto al frantoio, dove avviene la macinazione. ottobre e novembre, quando le prime zone del frutto Al frantoio la prima operazione è quella del lavaggio, con iniziano a cambiare colore, è il momento giusto per la quale vengono eliminati i residui dei fitofarmaci, le foglie, iniziare la raccolta e avviare la produzione dell’olio. i ramoscelli ed altro affinché le olive siano pulite e pronte Tra le varie operazioni che il contadino deve compiere la per la spremitura, alla quale sono condotte tramite una prima è quella che aiuta la pianta a trarre dal suolo le speciale scala mobile. Già in epoca romana si faceva molta sostanze nutritive ed è la lavorazione del terreno, che attenzione al processo estrattivo dell’olio. Le difficoltà del sarà di diversa profondità a seconda della stagione e degli processo stimolarono l’invenzione di apparecchi speciali, obiettivi che si vogliono ottenere (ad esempio in inverno come il trapetum costituito da due macine semisferiche sarà più profonda per fornire alle radici la possibilità di fissate ad un palo posto al centro di una vasca (termine estendersi alla ricerca del nutrimento, che in tale stagione è ancora oggi in uso, ad esempio in molise, con “trappìte” , più scarso). Molto importante è anche l’irrigazione, in che significa, appunto, frantoio). La pasta che derivava dallo quanto l’acqua è l’elemento essenziale per il buon schiacciamento delle olive veniva posta su dischi porosi di assorbimento delle sostanze nutritive fondamentali. fibra vegetale, chiamati fìscoli, che venivano sottoposti a ______________________________________________________________________________________________________ n. O1, O2, O3… O17 scheda descrittiva del 23 ottobre 2005 FRUTTETO _________________________________________________________________________________________________________________ pressione per far si che all’interno la parte solida della pasta si separasse da quella liquida (composta dall’olio e dal liquido acquoso) che veniva poi conservata in recipienti e tenuta a riposo. Dopo qualche ora l’olio, più leggero del liquido acquoso, che invece restava sul fondo, veniva in superficie ed era raccolto con dei mestoli a forma di piatto detti sfioratori e quindi travasato. Già intorno al 50 a.C. si distinguevano diversi tipi di olio a seconda della loro qualità o dello stato di maturazione raggiunto dalle olive al momento della spremitura: e l’olio migliore era considerato quello ottenuto dalla prima spremitura delle olive mature. Attualmente vi sono vari metodi di spremitura. Il metodo più noto è quello della molazza, che ricorda l’antico trapetum, sebbene sia costruita con materiali diversi e al posto dei cavalli siano oggi utilizzati dei motori elettrici per far girare le ruote di pietra. Un’altro è quello del frangitore a martelli, costituito da un sistema di bracci rotanti ad alta velocità che spingono le olive contro una griglia forata provocandone la rottura. Successivamente la pasta oleosa ottenuta è sottoposta alla gramolatura che ha per scopo il suo mescolamento per favorire la separazione dell’olio dal liquido acquoso. A questo punto si giunge alla vera e propria fase di estrazione, quando finalmente si ricava l’olio e che può avvenire in due modi differenti. Il primo è quello tradizionale, che prevede ancora l’uso del torchio e dei fìscoli, e l’impiego di macchine chiamate centrifughe funzionanti come i cestelli di una lavatrice, che permettono di separare l’olio dalla parte acquosa (acqua di vegetazione). Ciò che resta nei fìscoli costituisce la sansa, che viene avviata ai sansifici per la produzione dell’ olio di sansa, un’olio più scadente che, a seconda della qualità, può trovare uso nell’alimentazione oppure venire usato come concime, come combustibile o per lubrificare. Il secondo metodo di estrazione è il sistema continuo mediante centrifugazione grazie al quale si elimina l’uso del torchio e dei fiscoli. Questo sistema ha il pregio di ridurre il bisogno di manodopera ma porta ad un aumento del consumo di energia elettrica. SCHEDA SINTETICA Nome comune Nome scientifico Famiglia Nota da Vive fino a Originaria Diffusione Olivo 9.000 anni 4.000 anni Asia Minore Egitto, Grecia, Italia, Spagna Nordafrica Oliva Aprile - giugno Ottobre – novembre frutto Fioritura Raccolta Sfoltire i rami dopo produzione abbondante Potatura Concimazione Inverno Terreno: lavorazione irrigazione Parassiti malattie / Evitare ristagni di acqua Insetti / uccelli Rogna o tubercolosi da batteri: tagliare i rigonfiamenti Occhio di pavone: poltiglia bordolese Cure ______________________________________________________________________________________________________ DRE