AIOM NEWS NEWSLETTER SETTIMANALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DI ONCOLOGIA MEDICA Editore Intermedia - Direttore Responsabile Mauro Boldrini Anno II – numero 41 – 2 novembre 2004 Speciale Congresso Esmo 01. NUOVA TERAPIA COMBINATA VINCENTE CONTRO IL TUMORE DEL COLON 02. COLON; IL PIÙDIFFUSO IN UE. IN ITALIA 30 MILA CASI ANNO 03. TUMORI: AL VIA PARTNERSHIP TRA ONCOLOGI EUROPEI E CINESI 04. UNA TASK FORCE ESMO PER I PAESI IN VIA DI SVILUPPO 05. RIDUZIONE DELLE MALATTIE CORONARICHE CON TRATTAMENTO A BASE DI TAMOXIFENE 06. VACCINO PER IL CANCRO AL POLMONE: UNA PROMESSA DELLA RICERCA 07. TEST GENICO PER IDENTIFICARE PAZIENTI CON CANCRO DEL SENO A RISCHIO DI METASTASI 08. IL RALOXIFENE RIDUCE L’INCIDENZA DEL CANCRO AL SENO NELLE DONNE IN POSTMENOPAUSA Ricerca 01. PROSTATA, TROVATO GENE CHE RENDE CELLULE PIÙ SENSIBILI A CHEMIO News 01. PRIMO OK EUROPEO PER ANTI-CANCRO COLON DI ROCHE 02. MELANOMA: ITALIANI POCO INFORMATI, PREVENZIONE ANCORA TRASCURATA 03. FRANCIA; TUMORE AL SENO CASI RADDOPPIATI IN 20 ANNI 04. PROSEGUE IL DIBATTITO SULLA CURA DI PADRE ZAGO A BASE DI ALOE Concorsi e Bandi Agenda: i prossimi appuntamenti Aiom SPECIALE CONGRESSO ESMO Vienna, 29 ottobre – 2 novembre 2004 01. NUOVA TERAPIA COMBINATA VINCENTE CONTRO IL TUMORE DEL COLON Nuove speranze per la cura del tumore al colon, che rappresenta la prima causa di tumore in Europa e che in Italia conta circa 18 mila nuovi casi l’anno: fino al 40% dei pazienti con tale patologia in fase precoce può infatti essere trattato con successo grazie ad una nuova ‘terapia combinata’ che prevede il ricorso alla chirurgia seguita da una speciale chemioterapia cosiddetta adiuvante con l’utilizzo di schemi di combinazione. La validità del nuovo approccio terapeutico è stata confermata dallo studio internazionale MOSAIC i cui risultati, recentemente pubblicati sulla rivista internazionale New England Journal of Medicine, sono stati presentati oggi a Vienna in apertura del 29/o Congresso della Società europea di oncologia medica (ESMO). Secondo gli oncologi, i risultati di questo studio (che ha considerato un campione di 2.246 pazienti con tumore del colon in 20 paesi del mondo) rappresentano un “significativo passo avanti” verso la potenziale guarigione da questa patologia. Medici e pazienti lanciano però al contempo un appello: la diagnosi precoce resta fondamentale al fine di sconfiggere tale malattia. “I risultati dello studio MOSAIC - ha affermato Aimery De Gramont, primario di oncologia dell’ospedale Saint Antoine di Parigi e tra i principali coordinatori dello studio dimostrano che l’asportazione chirurgica del tumore seguita dalla nuova chemioterapia può essere il primo passo verso la guarigione per molti pazienti colpiti da tumore del colon in fase iniziale”. La combinazione con la chemioterapia adiuvante ha infatti dimostrato, ha sottolineato l’esperto, di poter ridurre il rischio di recidiva e decesso nei pazienti del 25% rispetto all’attuale terapia standard. Lo studio ha anche evidenziato un aumento significativo della sopravvivenza in assenza di malattia nei pazienti cui è somministrata la nuova terapia, che presenta anche il vantaggio di ridotti effetti collaterali. Una nuova speranza per un grandissimo numero di persone: “negli Usa - ha osservato il direttore del dipartimento di oncologia umana dell’Allegheny Cancer Center di Pittsburgh, Norman Wolmark - fino al 40% dei pazienti presenta un tumore al colon in fase iniziale e le cifre in Europa sono simili; ciò significa che circa 120 mila su 305 mila pazienti europei cui viene diagnosticato ogni anno un tumore del colon potrebbero essere trattati con la nuova terapia combinata”. Anche in Italia, ha sottolineato il chirurgo oncologo dell’Università di Milano, Marco Montorsi, “il tumore del colon rappresenta uno tra i maggiori ‘big killer’: è infatti il tipo di cancro più frequente negli uomini dopo quella della prostata e registra un’alta mortalità ‘un big killer’ contro il quale, ha ricordato Montorsi, si è mobilitato anche il ministero della salute che ha dato il via a programmi di prevenzione mirati. Un grande passo avanti, però, ha commentato, “è appunto la nuova terapia combinata, che ha dimostrato un notevole miglioramento nel livello di sopravvivenza di questi pazienti”. Nonostante i progressi, concordano però gli esperti, è necessario fare di più sul fronte della diagnosi precoce e per incentivare le nuove terapie: “Esistono ancora idee sbagliate sulla chemioterapia - ha commentato Wolmark - come quella che sia utile solo in tumori avanzati o con metastasi. In realtà, nel caso del cancro al colon, se individuato precocemente e trattato con la nuova terapia combinata, il paziente ha possibilità di sopravvivenza e guarigione estremamente buone”. D’accordo anche Jola Gore-Booth, direttrice del Colon Cancer Concern, tra le principali istituzioni benefiche del Regno Unito all’avanguardia nella campagna per la lotta a questo tipo di tumore: “La mancanza di consapevolezza - ha detto - è una delle ragioni principali per cui il cancro del colon resta una malattia letale. Attorno a questa malattia c’è infatti ancora una notevole mancanza di informazione e grande imbarazzo. Dobbiamo dunque trasmettere il messaggio - ha concluso l’esperta inglese - che il tumore del colon, se preso in tempo con una diagnosi precoce e trattato in maniera adeguata con le nuove terapie, è curabile, incoraggiando i pazienti ad agire per contrastare i sintomi della malattia il prima possibile”. INDICE 02. COLON; IL PIÙDIFFUSO IN UE. IN ITALIA 30 MILA CASI ANNO Il tumore del colon è il tipo di cancro più diffuso in Europa, con 304 mila 687 nuovi casi diagnosticati ogni anno, e anche in Italia è considerato tra i maggiori “big killer”: è il tipo di tumore più frequente negli uomini, dopo quello della prostata, e registra circa 18 mila nuovi casi l’anno. Si stima che nell’arco della propria esistenza una persona su venti nel mondo svilupperà questa forma di cancro ed i numeri riferiti a tale patologia, hanno sottolineato oggi gli oncologi riuniti a Vienna per il congresso ESMO, impongono di correre ai ripari soprattutto promuovendo la diagnosi precoce e il ricorso alle nuove terapie. Il cancro del colon è, infatti, la terza causa di tumore a livello mondiale (con 945 mila nuovi casi l’anno) ed è la quarta causa di morte per cancro a livello mondiale, essendo responsabile dell’8% di tutti i decessi dovuti a cancro. Nella classifica dei cosiddetti ‘big killer’, il primo posto è occupato dal cancro al polmone, che uccide nel mondo ogni anno 1 milione 103 mila 119 persone (810 mila 419 uomini e 292 mila 700 donne), seguito dal tumore allo stomaco, 646 mila 567 decessi l’anno e dal cancro al fegato (548 mila 554 decessi); al quarto posto, appunto, il tumore del colon che fa registrare una mortalità pari a 492 mila 411 decessi annuali (254 mila 800 uomini e 237 mila 600 donne). In Italia i nuovi casi l’anno sono circa 17 mila e 800 fra gli uomini e 15 mila e 500 tra le donne. Tra i fattori di rischio per questa patologia, hanno sottolineato gli oncologi, figurano l’età (oltre il 90% dei casi si verifica dopo i 50 anni), la storia familiare, la dieta (il cancro al colon è associato a una dieta ricca di grassi e gli studi suggeriscono un aumento del 15% del rischio nei soggetti in sovrappeso e un aumento del 33% di rischio in quelli obesi) e l’esercizio fisico (si è registrata una riduzione del rischio fino al 50% negli uomini che esercitano una costante attività fisica). Sotto accusa, infine, anche il fumo: dati recenti, avvertono gli oncologi, indicano infatti l’esistenza di una correlazione tra il fumo di sigaretta e un aumentato rischio di cancro del colon. INDICE 03. TUMORI: AL VIA PARTNERSHIP TRA ONCOLOGI EUROPEI E CINESI Fare della medicina tradizionale cinese una ‘nuova alleata’ nella lotta ai tumori: nasce anche con questo obiettivo la partnership tra gli oncologi europei ed i loro colleghi cinesi, annunciata oggi in occasione del Congresso della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO) in corso a Vienna. L’ESMO e la Società cinese di oncologia clinica hanno infatti posto le basi per una collaborazione che miri a migliorare la cura dei tumori anche beneficiando di una maggior conoscenza della medicina tradizionale, largamente diffusa in Cina. Tra gli obiettivi della partnership: sviluppare programmi comuni di formazione in campo oncologico, intensificare gli scambi scientifici e avviare sperimentazioni cliniche a livello internazionale. Ma la nuova ‘alleanza’ punta anche a far conoscere maggiormente in Occidente i potenziali benefici della medicina tradizionale cinese, promuovendo ricerche che possano chiarire in che modo la medicina tradizionale possa affiancarsi alle terapie comunemente utilizzate in Europa. “Abbiamo intenzione di inviare in Europa i nostri oncologi - ha affermato il presidente della Società cinese di oncologia, Da Tong Chu - per approfondire la conoscenza nel campo dell’oncologia clinica”. I membri dell’ESMO a loro volta, potranno visitare gli ospedali cinesi specializzati nel trattamento delle neoplasie per acquisire nuove conoscenze sulle terapie utilizzate in Cina: “L’ESMO - ha sottolineato il suo presidente, Paris Kosmidis - è rappresentata in tutto il mondo; per questo siamo interessati a conoscere lo stato dell’oncologia medica , dell’istruzione, della ricerca e della cura del paziente in ogni Paese”. La Cina, ha proseguito Kosmidis, “è un Paese con una lunga tradizione medica che, negli ultimi anni, ha conosciuto importanti sviluppi. Per questa ragione ci scambieremo conoscenze ed esperienze, a vantaggio sia dei pazienti sia degli oncologi”. Ma una maggiore collaborazione, ha affermato l’oncologo Tony Mok della Chinese University di Hong Kong, “contribuirà anche ad infrangere i pregiudizi dell’Occidente nei confronti della medicina cinese, mentre noi cinesi potremo adattare le tecniche occidentali ai trattamenti tradizionali, perchè i due approcci possono funzionare efficacemente fianco a fianco ed oggi - ha concluso - il nostro obiettivo è integrare con successo le due tradizioni”. INDICE 04. UNA TASK FORCE ESMO PER I PAESI IN VIA DI SVILUPPO La Società Europea per l’Oncologia Medica da sempre intende il suo ruolo in un contesto globale, e ora ha scelto di focalizzare ulteriormente l’attenzione sulle necessità dei pazienti tumorali e dei medici dei Paesi in via di sviluppo, con la costituzione della nuova Task force. A sottolineare la nascita di questa nuova entità, il prof. Håkan Mellstedt del Karolinska University Hospital di Stoccolma, presiederà il primo Simposio congiunto ESMO-Paesi in via di sviluppo in occasione del 29simo Congresso ESMO a Vienna, Austria. Nel corso del simposio, il dott. Donald Parkin dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (International Agency for Research on Cancer, IARC) renderà nota la previsione del prossimo futuro secondo cui nei Paesi in via di sviluppo si assisterà ad una importante crescita dei casi di tumore. Nel 2000, oltre la metà dei nuovi casi di tumore nel mondo (circa 10 milioni) si è registrata nei Paesi in via di sviluppo di Asia, Africa e Americhe. In futuro questa cifra è destinata ad aumentare per varie ragioni: i successi ottenuti nel controllo di altre malattie, gli aumentati rischi di contrarre tumori comuni e, soprattutto, i cambiamenti demografici. Si stima infatti che l’invecchiamento della popolazione triplicherà l’incidenza del cancro nei Paesi in via di sviluppo, dove si verificheranno quasi tre quarti dei nuovi casi di tumore. L’iniziativa ESMO nasce dal fatto che i membri extraeuropei dell’associazione rappresentano oggi oltre il 25% del totale. La task force risponderà alle specifiche esigenze formative del personale sanitario che si occupa di oncologia medica in questi Paesi. «I Paesi in via di sviluppo desiderano collaborare strettamente con la ESMO. Sono infatti convinti che essa sarà in grado di soddisfare le loro esigenze in campo oncologico meglio di qualsiasi altra organizzazione», ha spiegato il prof. Mellstedt. L’ESMO potrà essere di grande aiuto specialmente attraverso le sue Raccomandazioni cliniche minime (Minimum Clinical Recommendations), una serie di linee guida cliniche che fissano i requisiti del trattamento standard che, secondo la ESMO, deve essere garantito a livello internazionale. «Affinché l’oncologia possa consolidarsi nei Paesi in via di sviluppo, è fondamentale che le associazioni mediche presentino alle autorità sanitarie le raccomandazioni cliniche minime per determinati tipi di tumore. Ogni nazione potrà così adottare i provvedimenti più appropriati in campo oncologico e assicurare che i pazienti possano essere curati in modo ottimale e i medici ricevano una formazione adeguata», ha aggiunto il prof. Mellstedt. INDICE 05. RIDUZIONE DELLE MALATTIE CARDIACHE CORONARICHE CON TRATTAMENTO PER CINQUE ANNI A BASE DI TAMOXIFENE Il tamoxifene, la sostanza terapeutica utilizzata per il cancro al seno, riduce di più di un terzo i casi di mortalità per malattie cardiache coronariche nelle donne cui sia stato somministrato per almeno cinque anni. Il risultato è stato presentato da un gruppo di ricercatori svedesi. Il Dr. Bo Nordenskjöld e i suoi collaboratori hanno seguito pazienti trattate con questo farmaco al fine di studiarne gli effetti “salvavita”. «Una terapia prolungata a base di tamoxifene – sostiene il dr. Nordenskjöld – provoca una riduzione del tasso di mortalità, sia per tumore del seno che per tumori di altra natura». Nel 1996, il Dr. Nordenskjöld e altri ricercatori dello Swedish Breast Cancer Group avevano già dichiarato che un periodo di cinque anni di trattamento con tamoxifene prolungava la sopravvivenza nelle donne in post-menopausa affette da cancro del seno rispetto a una durata del trattamento di soli due anni. Oggi, dopo altri cinque anni di osservazioni su 4.175 donne, i ricercatori hanno constatato che i decessi da malattia cardiaca coronarica all’interno del gruppo trattato per un periodo di cinque anni sono inferiori del 30% rispetto a quelli nel gruppo di donne trattate per due anni. Le donne appartenenti al gruppo trattato per cinque anni hanno rivelato un’incidenza inferiore di tumore al seno controlaterale. In questo gruppo si è rilevato un aumento del rischio di cancro dell’endometrio, anche se il numero delle donne decedute per questo tipo di malattia è risultato complessivamente piuttosto basso, cinque nel gruppo trattato per due anni e sei nel gruppo trattato per cinque anni. «Il tamoxifene – ha affermato ancora Nordenskjöld – previene le malattie cardiache coronariche. I dati in nostro possesso sono fortemente orientati a sostegno dell’impiego del tamoxifene nel trattamento adiuvante delle pazienti affette da cancro al seno». Questi risultati possono avere implicazioni nelle decisioni relative al trattamento da somministrare alle pazienti. Il Dr. Nordenskjöld sostiene che «il trattamento con i più recenti inibitori dell’enzima aromatasi produce livelli di estradiolo inferiori e ancor meno casi di recidiva del tamoxifene, tuttavia i dati relativi alla sopravvivenza non sono ancora disponibili. L’ottimizzazione dell’impiego di tamoxifene e inibitori di aromatasi richiede un’osservazione dei tassi di mortalità dovuta a tumore al seno e a tumori di altra natura». INDICE 06. VACCINO PER IL CANCRO AL POLMONE: UNA PROMESSA DELLA RICERCA Un vaccino in grado di aiutare il sistema immunitario a individuare e attaccare le cellule del cancro del polmone potrebbe protrarre la sopravvivenza dei pazienti affetti dalla malattia in stadio avanzato. Ad affermarlo è il dr. Charles Butts del Cross Cancer Institute di Edmonton, Canada, che ha presentato al congresso i risultati di una sperimentazione di Fase II condotta su 171 pazienti con la collaborazione di Biomira Inc. di Edmonton, Canada e di Merck KGaA di Darmstadt, Germania: Risultati che si sono rivelati sufficientemente incoraggianti da giustificare una sperimentazione di Fase III maggiormente estesa che si prevede avrà inizio il prossimo anno. «Risultati particolarmente soddisfacenti – afferma il Dr. Butts – riguardano un sottogruppo di pazienti affetti dalla malattia loco-regionale in fase localmente avanzata, ovvero troppo avanzata per consentire l’intervento chirurgico, ma comunque non estesa a organi periferici. È questo gruppo di pazienti che ha dimostrato di trarre il massimo vantaggio dall’uso del vaccino durante la sperimentazione». Il vaccino può essere assimilato alle cosiddette terapie mirate. In questo caso, l’obiettivo del vaccino è una molecola gluteo-proteinica che si trova sulla superficie di molte cellule (MUC-1) e diventa anomala nelle cellule tumorali. Il vaccino rappresenta un tentativo di indurre il sistema immunitario del paziente a riconoscere questa molecola anomala e attaccare in modo specifico quelle cellule che la trasportano. Nel corso di questo studio, 83 pazienti affetti da cancro del polmone non a piccole cellule allo stadio IIB o IV stabile o responsivo dopo la chemioterapia, hanno ricevuto la migliore terapia di supporto disponibile, mentre 88 pazienti sono stati trattati anche con il vaccino, denominato LBLP25. Il vaccino è stato somministrato settimanalmente per otto settimane, seguito da dosi di richiamo ogni sei settimane. Nel complesso, il tempo medio di sopravvivenza è stato di 17,4 mesi per i pazienti che hanno ricevuto il vaccino, a fronte dei 13 mesi per coloro che erano stati trattati con le migliori terapie di supporto a disposizione. Tra i pazienti affetti da malattia loco-regionale, la sopravvivenza media in quelli trattati con terapia di supporto è stata di 13,3 mesi, mentre la sopravvivenza media nei pazienti trattati con il vaccino non è stata verificata, con il 60% dei pazienti in vita dopo 24 mesi. La durata massima di somministrazione di un vaccino a uno stesso paziente nel corso di questa sperimentazione è stata di 43 mesi (3,5 anni). Secondo il Dr. Butts, «Risultati così positivi nei pazienti affetti da cancro localizzato regionalmente ci hanno indotti a pianificare una sperimentazione di Fase III più determinante in questa specifica popolazione di pazienti. Stiamo attualmente elaborando le informazioni relative allo studio con la prospettiva di procedere nel corso del 2005.» INDICE 07. TEST GENICO PER L’IDENTIFICAZIONE DELLE PAZIENTI AFFETTE DA CANCRO DEL SENO A RISCHIO DI METASTASI Un gruppo di ricercatori olandesi ha sviluppato un potente strumento genetico volto a individuare quelle pazienti malate di cancro del seno nelle quali è presente una maggior probabilità di diffusione della malattia, uno sviluppo che potrebbe avere un impatto significativo sul tipo di trattamento somministrato alle pazienti. In base alla tendenza attuale, circa l’80% delle donne con cancro al seno che non abbia prodotto infiltrazione nei linfonodi è candidato a ricevere terapie adiuvanti chemioterapiche o endocrine successive all’intervento. In realtà, in circa il 60–70% di queste pazienti con linfonodo sentinella negativo (LNN, Lymph Node Negative), la cura potrebbe essere completata con il solo intervento chirurgico, ma non esiste attualmente un metodo affidabile per la loro identificazione. «Il trattamento delle pazienti LNN con una terapia adiuvante – ha affermato il Dr. John Foekens, ricercatore presso l’Erasmus Medical Center di Rotterdam, Olanda – costituisce nella maggior parte dei casi un ‘eccesso terapeutico’. È quindi molto importante individuare le pazienti che sono effettivamente ad alto rischio di recidiva e che necessitano assolutamente di terapia sistemica dopo la chirurgia primaria. Data la criticità della questione – aggiunge Foekens – sono stati effettuati numerosi tentativi per scoprire nuovi marcatori e per identificare le pazienti in cui sia presente il potenziale per una progressione del cancro del seno. Tuttavia, solamente un numero esiguo di questi marcatori è stato utilizzato nella pratica corrente, a causa della scarsa applicabilità su larga scala. La scarsità di possibili marcatori individuali può essere motivata dal carattere eterogeneo del tumore della mammella, la cui progressione dipende da più eventi genetici». Per superare questo problema, il dr. Foekens e i suoi collaboratori, hanno sviluppato un’analisi del profilo di espressione genica finalizzata a definire la prognosi delle singole pazienti LNN. I ricercatori olandesi hanno individuato un’impronta di 76 geni in grado di identificare le pazienti LNN ad alto rischio di recidiva, indipendentemente dall’età, dalle dimensioni e dalla fase del tumore. «L’impronta – conclude Foekens – ha identificato le pazienti che avrebbero a lungo termine sviluppato una metastasi, con una percentuale di precisione superiore al 90%. È significativo osservare che, rispetto ai criteri correnti, utilizzando l’impronta a 76 geni, la percentuale di pazienti che avrebbe dovuto subire cure chemioterapiche non necessarie, e i relativi effetti collaterali, sarebbe stata ridotta del 30-40%». Attualmente, il profilo è stato testato solo su tessuti tumorali disponibili presso l’Erasmus Medical Center. Prima dell’applicazione clinica di routine, è comunque necessaria la conclusione di studi di conferma attualmente in corso presso centri diversi. INDICE 08. IL RALOXIFENE RIDUCE L’INCIDENZA DEL CANCRO AL SENO NELLE DONNE IN POST-MENOPAUSA Il raloxifene è efficace nella riduzione del rischio di cancro invasivo al seno nelle donne in postmenopausa affette da osteoporosi, indipendentemente dal fatto che sia stata loro precedentemente somministrata una terapia ormonale sostitutiva (HRT, Hormone Replacement Therapy). A sostenerlo è stato un gruppo di ricercatori britannici guidati dal prof. Trevor Powles, professore emerito di oncologia del seno presso l’Institute of Cancer Research di Londra. Le donne affette da osteoporosi sono, secondo il prof. Powles, trattate spesso con terapie ormonali sostitutive che comportano un rischio associato di aumento della comparsa di cancro del seno. È importante appurare se questo trattamento può aver compromesso l’efficacia della successiva assunzione di raloxifene per la riduzione del rischio di insorgenza del carcinoma mammario in questa parte rilevante della popolazione. L’analisi è stata condotta su un sottogruppo nell’ambito della sperimentazione CORE, volta a determinare se il raloxifene fosse efficace nella riduzione del rischio di cancro del seno nelle donne in post-menopausa sofferenti di osteoporosi. «Nel corso di questa analisi – Spiega il dr. Powles – abbiamo dimostrato che il raloxifene è ugualmente efficace nella riduzione del rischio di cancro al seno nel caso di queste pazienti, indipendentemente dal loro precedente trattamento con HRT. È confortante sapere che il ricorso a HRT in passato non ha compromesso l’effetto di riduzione del rischio di tumore della mammella associato al raloxifene. In ogni caso, allo stato attuale, la somministrazione del raloxifene dovrebbe aderire alle indicazioni di impiego autorizzate come prevenzione e trattamento dell’osteoporosi nelle donne in post-menopausa. Nonostante la sua bassa tossicità rispetto all’HRT, l’assenza di effetti collaterali negativi sull’utero, nonché la segnalazione di riduzione delle manifestazioni cardiache nelle donne ad alto rischio cardiaco, la diminuzione dei casi di frattura della colonna vertebrale nelle donne affette da osteoporosi e la riduzione del rischio di cancro del seno, il raloxifene comporta effettivamente un maggior rischio di tromboembolia, analogo a quello associato alle terapie ormonali sostitutive, contraccezione orale e tamoxifene». INDICE Ricerca 01. PROSTATA, TROVATO GENE CHE RENDE CELLULE PIÙ SENSIBILI A CHEMIO Per combattere meglio il cancro della prostata basta ‘spegnere’ un gene. In questo modo si rendono le cellule tumorali più sensibili alla radioterapia e ad alcuni tipi di chemioterapia. Il gene in questione si chiama IGF1R, “e si può silenziare usando la tecnologia dell’Rna interferenza (RnaI) grazie alla quale piccolissime molecole bloccano l’espressione dei geni che si vogliono spegnere”, spiegano su Cancer Research i ricercatori del Weatherall Institute of Molecular Medicine di Oxford. Grazie all’RnaI “è possibile disabilitare i geni che hanno smesso di lavorare come dovrebbero e che quindi con il loro comportamento anomalo favoriscono lo sviluppo e la proliferazione del cancro”. I risultati ottenuti dagli scienziati sono stati positivi proprio su quelle forme tumorali divenute indipendenti dai tassi ormonali e quindi molto più difficili da trattare. “In più - aggiunge Val Macaulay, che ha coordinato lo studio - lo stesso gene IGF1R è in grado di suggerire, con il suo comportamento, quale terapia è la migliore per il paziente. Dunque rappresenta uno dei bersagli chiave per possibili nuovi approcci contro il tumore della prostata ma anche altre forme di cancro”. INDICE News 01. PRIMO OK EUROPEO PER ANTI-CANCRO COLON DI ROCHE Primo ‘ok’ europeo per l’impiego di bevacizumab, anticorpo monoclonale anti-angiogenesi, indicato nel trattamento del tumore al colon retto in fase metastatica. Il prodotto, ‘targato’ Roche, ha infatti ricevuto l’approvazione dell’European Committee for Medicinal Products for Human Use (CHMP). La commissione - riferisce una nota dell’azienda - ha infatti espresso parere positivo sull’utilizzo del bevacizumab in combinazione con 5-fluorouracile/leucovorin o con 5-fluorouracile/ leucovorin/irinotecan per via endovenosa come trattamento di prima linea dei pazienti con tumore del colon-retto metastatico. La raccomandazione positiva del comitato di esperti dell’EMEA sarà ora sottoposta per l’approvazione finale alla Commissione Europea. Il via libera si basa sui dati di uno studio registrativo di fase III che ha dimostrato come i pazienti trattati con bevacizumab più chemioterapia hanno un incremento della sopravvivenza del 30% rispetto a quelli trattati con la sola chemioterapia. Inoltre, l’aggiunta di bevacizumab aumenta del 71% la durata del periodo in cui i pazienti vivono senza progressione della malattia, rispetto a quelli che ricevono la sola chemioterapia. Poiché il meccanismo d’azione di bevacizumab potrebbe avere un ruolo in numerosi tumori maligni, Roche, in collaborazione con Genentech sta anche valutando il potenziale beneficio clinico di bevacizumab per altre forme di cancro, inclusi il cancro al polmone non a piccole cellule, al pancreas, al seno e al rene. Ci si aspetta che possano essere arruolati circa 15.000 pazienti nelle sperimentazioni cliniche nei prossimi anni a livello mondiale. INDICE 02. MELANOMA: ITALIANI POCO INFORMATI, PREVENZIONE ANCORA TRASCURATA Gli italiani sono poco informati sui rischi di melanoma. E anche le persone con un grado di istruzione alto e un lavoro considerato ‘a rischio’ fanno poca prevenzione. Lo dimostrano i dati di un vasto studio realizzato sul personale di volo dell’Aeronautica militare italiana, in collaborazione con la Clinica dermatologica dell’Università La Sapienza di Roma. La ricerca su prevenzione diagnosi e terapia del melanoma è stata realizzata su 1.162 militari tra i 20 e i 50 anni, e rappresenta la prosecuzione di una precedente indagine del 2001 su 8.690 reclute tra i 18 e i 20 anni. “Si tratta - ha detto Stefano Calvieri, direttore del Dipartimento di Malattie cutanee-veneree e Chirurgia plastica ricostruttiva de La Sapienza - di uno dei più vasti studi mai realizzati sull’argomento: 9 mila persone esaminate in tutto, tra giovani e adulti. E purtroppo il risultato è lo stesso. Dopo anni di impegno per informare sui rischi del melanoma, solo una piccolissima elite sa qualcosa su questo tumore, che è più diffuso nelle popolazioni di razza bianca. E pochissimi si proteggono adeguatamente dai raggi del sole o controllano le lesioni sospette sulla pelle”. La ricerca ha dimostrato che i piloti militari sono ben protetti, in quota, dai raggi nocivi del sole grazie a abbigliamento adeguato e aerei schermati. Ma per quanto riguarda gli stili di vita e la prevenzione le cose cambiano. La metà del campione (53%) è a conoscenza di campagne informative, ma solo il 55% usa creme solari e il 73% non si fa controllare mai i nei. E anche quelli che lo fanno (27%) non sempre si rivolgono alle persone giuste. Se l’80%, infatti, va dal dermatologo, il 4% sceglie figure professionali che nulla hanno a che fare con la medicina (l’estetista, l’istruttore della palestra o il responsabile di solarium). Chi fa più prevenzione è sensibile all’argomento soprattutto perché ha avuto casi di melanoma in famiglia, è stato colpito direttamente o, in alcuni casi, è stato informato dai figli che hanno partecipato alle campagne di informazione nelle scuole. Dalla ricerca emerge anche che il 9% del campione considera addirittura pericoloso farsi togliere i nei mentre il 53% ammette di non sapere se ci siano pericoli in questo tipo di interventi. Sull’intero campione - composto sia da personale navigante sia di altre specializzazioni di sette diversi stormi dell’Aeronautica distribuiti in tutta Italia - il 44% ha avuto più di una scottatura della pelle prima dei 18 anni: un elemento che per i dermatologi rappresenta un importante fattore di rischio. Eppure, tra questi, il 57% ha dichiarato di non essere a conoscenza di campagne informative sull’argomento. I risultati dimostrano che fino a oggi i mezzi utilizzati per informare sui rischi di melanoma non sono stati sufficienti: non basta lo ‘skin cancer day’ (giornata dedicata alla prevenzione) e le altre iniziative già attuate. Ci vogliono nuove idee per comunicare con i cittadini. INDICE 03. FRANCIA; TUMORE AL SENO CASI RADDOPPIATI IN 20 ANNI Il tumore al seno, in Francia, colpisce sempre di più donne giovani e attive, è la forma di cancro più spesso mortale tra le donne e il modo migliore per curarlo è la prevenzione: sono questi i dati più importanti resi noti dal bollettino epidemiologico settimanale dell’Istituto di vigilanza sanitaria francese. Secondo le stime fornite dalla Rete francese dei registri del cancro (Francim) sono stati 41.845 i nuovi casi di malattia nel 2000, ossia il 35,7% dei tumori femminili. Nello stesso anno, su 57.734 morti complessive di cancro, 11.637 sono state provocate da quello al seno, pari al 20,2%. Inoltre, sono spesso le donne giovani e ancora attive ad essere colpite: alla metà delle pazienti, nel 2000, il tumore è stato diagnosticato quando avevano meno di 61 anni, e tra le vittime 4.354 ne avevano solo 65. “Il solo mezzo di combattere questa malattia, al di fuori dei progressi terapeutici - sottolineano gli autori dello studio - è di fare una diagnosi precoce, poiché la sopravvivenza è fortemente associata allo stadio del tumore al momento della diagnosi”. “Il numero di nuovi casi è praticamente raddoppiato in 20 anni: 21.211 casi nel 1980 e 41. 845 casi nel 2000”, mentre il numero delle morti è rimasto pressoché invariato, con un aumento dello 0,42%. L’incremento è dovuto senz’altro a vari fattori, “senza che si possa determinare la parte reale dei differenti fattori di rischio, che siano genetici, ormonali e/o ambientali”. INDICE 04. PROSEGUE IL DIBATTITO SULLA CURA DI PADRE ZAGO A BASE DI ALOE È noto a tutti gli oncologi che le terapie non convenzionali in oncologia sono molto diffuse ed è quindi prevedibile che di tanto intanto qualcuna di queste venga portata alla discussione sui giornali o sulle televisioni. La percezione che la chemioterapia sia sempre tossica e spesso inefficace è anche molto diffusa nella popolazione, anche perché pochi pazienti che sono guariti con la chemioterapia e che non hanno avuto alcun effetto collaterale sono disposti a parlarne o comunque vengono poco invitati alle trasmissioni televisive o a parlarne sui media. Rinchiudersi nella torre d’avorio della scienza o dell’oncologia ufficiale per non volersi immischiare in dibattiti ritenuti di basso profilo, come quelli per esempio dell’aloe o di altri trattamenti non convenzionali di cui non si è ancora parlato, ma che per diversi motivi assurgono all’onore delle cronache di tanto in tanto, ritengo non sia un comportamento giustificato da parte degli oncologi. La presenza dell’oncologo in una trasmissione televisiva di questo genere non penso serva a legittimare chi propone terapie alternative, l’eventuale legittimazione dipende invece da chi conduce la trasmissione e da quali sono i suoi veri fini. L’audience è certamente l’obiettivo principale di chi organizza una trasmissione televisiva, ma questo vale per tutte le trasmissioni alle quali siamo eventualmente chiamati a partecipare, ad esempio sull’uranio impoverito o sull’elettrosmog o sugli OGM o su altri argomenti dei quali si discute e che hanno a che fare con il cancro. Invece partecipare ad una trasmissione di questo genere potrebbe essere un’occasione da sfruttare per ribadire ad un pubblico piuttosto vasto, quale potrebbe essere quello del Maurizio Costanzo Show o di un Porta a porta, in maniera pacata ma chiara e comprensibile a tutti quali sono i risultati delle terapie del cancro, sia i successi che gli insuccessi, senza quel trionfalismo che spesso anima alcuni di noi, con grande vantaggio per la diffusione di informazioni corrette che purtroppo spesso mancano sui giornali e sulle televisioni. Per esempio dopo l’ultima puntata del Maurizio Costanzo Show a cui ho partecipato, la redazione è stata sommersa di e-mail, fax e telefonate di persone che riferivano di essere guarite con la chemioterapia o comunque di non avere avuto alcun effetto collaterale dalla chemioterapia stessa, ecc. Maurizio Costanzo è stato molto determinato a voler condannare queste pratiche assurde di terapie non convenzionali in alternativa a quelle convenzionali e di questo gli va dato atto. (Umberto Tirelli). INDICE Concorsi e bandi MASTER UNIVERSITARIO DI I LIVELLO PER DATA MANAGER – COORDINATORI DI SPERIMENTAZIONI CLINICHE – Bando definitivo Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” – Cattedra di Oncologia Medica Direttore: prof. Oscar Alabiso Rete Oncologica Piemontese e della Val d’Aosta Presidente: dr. Giovanni Monchiero Corrdinatore: dr. Oscar Bertetto Gruppo Oncologico Nord-Ovest Presidente: dr. Marco Merlano Scadenza 30 novembre 2004 Da oggi è disponibile il bando definitivo. Per le informazioni clicca qui INDICE PREMIO DI RICERCA: IL RUOLO DEGLI ANALOGHI DELLA SOMATOSTATINA NELLA GESTIONE DELLE MALATTIE NEUROENDOCRINE Italfarmaco bandisce 2 premi di ricerca clinica da assegnare a Laureati in Medicina e Chirurgia di età non superiore a 40 anni, operanti presso Strutture Sanitarie del nostro Paese. I premi saranno dell’importo di 5.000 € cadauno. Verranno premiati i due lavori originali che avranno prodotto i risultati più interessanti in tema di miglioramento della prognosi e della terapia del paziente affetto da patologia neuroendocrina. I lavori saranno valutati da una apposita commissione costituita da sei membri specialisti in Endocrinologia ed in Oncologia (Prof. A.Angeli, Prof. E.Ghigo, Prof. A.Giustina, Dr. R.Labianca, Prof. G.Lombardi, Prof. E.Martino) e da un Rappresentante dell’Azienda. Scadenza 30 giugno 2005 Scarica il Bando INDICE MANAGEMENT IN ONCOLOGIA Nuovo insegnamento nella formazione universitaria dei medici. La Scuola di Specializzazione in Oncologia dell’Università di Padova, diretta dal Prof. Alberto Amadori, ha inserito come insegnamento “Il Management in Oncologia”. Scopo della nuova introduzione - la prima in Italia - è rendere più completa la formazione degli specializzandi integrandola con elementi manageriali, soprattutto alla luce delle nuove terapie biologiche fortemente impegnative anche sul versante economico. Per informazioni, contattare la Segreteria al tel 049.8215804. E-mail:[email protected] INDICE AGENDA: I PROSSIMI APPUNTAMENTI AIOM Le segnalazioni che ci perverranno delle iniziative locali Aiom verranno pubblicate in questo spazio DONNE OLTRE LA MALATTIA – CONOSCERE E AFFRONTARE IL TUMORE AL SENO Milano, 5 novembre 2004 - Aula Magna Istituto Tumori di Milano - Via Venezian, 1 Segreteria scientifica: Carmela Sigari, Fulvia Gariboldi Segreteria organizzativa: S.MA.IL Tel: 02.95299070 - email: [email protected] Per scaricare il programma clicca qui DALLA DESCRIZIONE MORFOLOGICA ALLE CARATTERISTICHE MOLECOLARI NELLE MALATTIE LINFOPROLIFERATIVE: UN ESEMPIO DELL’EVOLUZIONE DIAGNOSTICA E TERAPEUTICA IN MEDICINA Roma, 8-10 novembre 2004 Mediterranean School of Oncology - Cattedra di Oncologia Medica - University G. D’Annunzio Tel. 0871.3556765 – Fax 08713556707 – Email: [email protected] Corse Coordinator: Mrs. Valeria Cannavicci - E-mail: [email protected] Info: www.unich.it/mso.cinbo IL CANNOCCHIALE ONCOLOGICO IL CARCINOMA MAMMARIO. POSSIBILITÀ DI STRATEGIE TERAPEUTICHE ALLA LUCE DEI FATTORI PROGNOSTICI E PREDITTIVI Novara, 12 novembre 2004 - Auditorium Banca Popolare di Novara (Via Negroni, 12 – Ore 10) Presidenza: Luigi Dogliotti - Coordinamento: Oscar Alabiso Segreteria organizzativa: MC Medical Congress Tel. 0321.331215 – email: [email protected] Per scaricare il programma clicca qui CORSI DI PSICONCOLOGIA PER ONCOLOGI MEDICI Baveno (Verbania), 12-13 Novembre – Grand Hotel Dino Direttore del corso: Riccardo Torta, Professore di Psicosomatica alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino, ricercatore al dipartimento di Neuroscienze di Torino, responsabile del Servizio di Psiconcologia dell’ASO S.Giovanni Battista di Torino. Inoltrata la richiesta di accreditamento al Ministero della Salute. Segreteria Organizzativa al seguente: [email protected] Per scaricare la locandina clicca qui LA SEDAZIONE NEL MALATO TERMINALE: COME, QUANDO E PERCHÉ Milano, 13 novembre 2004 – Sala Conferenze Ospedale San Paolo (Via Di Rudinì, 8) Segreteria Scientifica: prof. Paolo Frua; dr.ssa Laura Piva Azienda Ospedaliera San Paolo (Milano) Tel. 02.50323085 Segreteria Organizzativa EPB – Tel. 02.4989818 – email: [email protected] Per Scaricare il programma clicca qui XIV CONGRESSO NAZIONALE SIURO (SOCIETÀ ITALIANA DI UROLOGIA ONCOLOGICA) MAIN TOPIC: LE NEOPLASIE DEL RENE E DEL SURRENE Trieste, 9-12 dicembre 2004 – Palazzo dei Congressi (Stazione Marittima) Segr. Scientifica: 051.6362421 – [email protected] Segr. Organizzativa: 051.235993 – [email protected] IL CARCINOMA DELLA PROSTATA Genova, 18-19 Febbraio 2005 – Salone Congresso Ente Ospedaliero Ospedale Galliera – Via Volta, 8 Info: Francesca Marangoni (European School of Oncology) – Tel. 02.43359611 – [email protected] Info: Alessandra Vagge (E.O. Ospedali Galliera) – Tel. 010.5634863 – [email protected] 3RD INTERNATIONAL CONFERENCE FUTURE TRENDS IN THE TREATMENT OF BRAIN TUMORS Padova, 11-12 Marzo 2005 - Aula Morgagni , Policlinico Via Giustiniani, 2 Chairperson: Alba A. Brandes, GICNO - Gruppo Italiano Cooperativo Neuro-oncologia Segreteria organizzativa: Studio E. R. Congressi: 051.4210559 [email protected] Per scaricare la locandina clicca qui ALTRI APPUNTAMENTI SONO DISPONIBILI SUL SITO DELL’AIOM ALLA PAGINA http://www.aiom.it/news/news.asp Supplemento ad AIOM Notizie – Direttore Responsabile Mauro Boldrini - Redazione: Gino Tomasini, Carlo Buffoli Consulenza scientifica: Alain Gelibter (Divisione Oncologia Medica “A” Istituto Regina Elena di Roma), Laura Milesi (U.O. Oncologia Medica, Ospedali Riuniti di Bergamo) Editore Intermedia - Reg. Trib. di BS n. 35/2001 del 2/7/2001 Intermedia: Via Costantino Morin 44 Roma Tel. 06.3723187- Via Malta 12/b Brescia Tel. 030.226105 Per contattare la redazione e commentare le notizie clicca qui: redazione Questa pubblicazione è resa possibile da un educational grant di Roche – innovazione per la salute INDICE