6. ONCOLOGIA: INT Milano, biomarcatore spia per cure cancro seno più mirate Dalla ricerca italiana un nuovo passo avanti verso cure più mirate e su misura contro il cancro al seno. Uno studio firmato dall'Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, pubblicato su 'British Journal of Cancer', mostra infatti che livelli elevati di un particolare biomarker chiamato 'miR-30e*' riducono di circa 8 volte il rischio di metastasi nelle pazienti colpite da tumore mammario di tipo luminale: una forma che interessa 7 donne con cancro al seno su 10, e che comprende sia pazienti con un'ottima prognosi sia malate che vanno incontro a una probabilità maggiore di ricadute locali o metastasi nei 10 anni successivi. Una buona notizia nella settimana che Expo 2015 dedica alle donne, sottolineano dalla Fondazione Irccs di via Venezian. Il lavoro è stato condotto dagli scienziati dell'Unità biomarcatori del Dipartimento di oncologia sperimentale e medicina molecolare dell'Int, grazie a fondi dell'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc). Lo studio - spiega la nota riguarda uno dei 5 sottotipi di tumore al seno individuati per scegliere al meglio le terapie molecolari: quello luminale, appunto. Dalla ricerca emerge il ruolo chiave di un microRna, il miR 30e*, che permette di individuare - tra le donne con carcinoma mammario luminale senza coinvolgimento dei linfonodi ascellari, quindi a uno stadio iniziale della malattia quelle per le quali il rischio di sviluppare metastasi a distanza è minimo a parità delle altre variabili, come il grado di coinvolgimento della risposta immunitaria, valutata come espressione dei geni. "Lo studio - evidenzia Maria Grazia Daidone, direttore del Dipartimento di oncologia sperimentale e medicina molecolare dell'Int, coordinatrice del progetto insieme alla ricercatrice biologa Vera Cappelletti - non si limita a valutare il ruolo prognostico di alcuni microRna, piccole molecole di Rna che" come interruttori "regolano l'espressione genica e sono alterate nei tumori. Cerca anche di stabilire quanto queste molecole contribuiscono a definire il rischio di metastasi, anche in presenza delle informazioni già fornite da età della paziente, dimensione e grado istologico del tumore e presenza di malattia nei linfonodi ascellari. Dati già presenti nel foglio della diagnosi".