Lettura Agevolata dalla presenza del cane I bambini leggono ai Read Dog di Riccardi Barbara - Didattica Laboratoriale Mentre il Ministero attiva la riuscita del varo della Buona Scuola,e in attesa di avere delucidazioni su come funzionerà invece il bonus dei 500 euro per la formazione di ogni docente, arriva nelle scuole la proposta di un progetto comprovato da risultati più che ottimi. "Read dog" (cani in ascolto) è un Progetto la cui idea è nata negli Stati Uniti con il Progetto Reading Education Assistance Dog (R.E.A.D.), poi è stato importato in Gran Bretagna nelle biblioteche, ed ora anche l'Italia brevetta la validità dei risultati nelle scuole di Varese, Bergamo, Verona e Milano. Si tratta della Lettura Agevolata dalla presenza del Cane, per i bambini. Quali migliori uditori più dei cani? I "Read Dog" non sono cani qualsiasi, sono stati educati e formati per accompagnare i bambini durante la lettura, sono cani dal temperamento giocoso e che sanno comportarsi negli ambienti scolastici con affidabilità e tranquillità, per poter essere toccati ed abbracciati tranquillamente. E' un'iniziativa che sta funzionando e i risultati si vedono fin da subito, perché i cani, di tutti le razze, con la loro presenza attiva e attenta, aiutano i piccoli a rafforzare l'autostima. Come? I bambini sono invogliati a leggere ad alta voce per i cani che sono lì per loro, ad ascoltarli, senza giudicare, senza ridere di loro se sbagliano, cosa che invece accade in classe appena c'è un tentennamento, un errore, con le conseguenti sensazioni di disagio e vergogna. Tra i bambini e i loro amici a quattro zampe si crea così un'atmosfera armoniosa che permette di superare le paure e le difficoltà che i bambini incontrano quando imparano a leggere. Perché è bene leggere ai cani? (dal sito www.http://readitalia.weebly.com/) 1. Perché i bambini potranno avere un co-ascoltatore "peloso", che non ha intenzione di giudicare come fa un ascoltatore umano, e parteciperà alla "sessione di lettura" appassionatamente. 2. Poiché la lettura è un atto ludico e divertente, attraverso la presenza del cane verrà stimolata la motivazione, la concentrazione e la fantasia del bambino, in maniera del tutto naturale e rilassata. 3. Perché i bambini amano i cani e i cani i bambini. Entrambi godono della loro reciproca presenza, creando un ambiente caldo e confortevole, in cui l'apprendimento avviene senza difficoltà o pressione. 4. Perché incoraggia l'interazione e la comunicazione. E' stato dimostrato che la presenza di un cane promuove la partecipazione e la socializzazione dei bambini. 5. Perché i benefici della sessione si mantengono anche dopo la loro conclusione; perché promuove interesse per il mondo "d'oggi". Si propongono anche letture che hanno come soggetto il cane, argomento per molti bambini affascinante che risveglia la loro curiosità. Ciò comporta un aumento dell' abitudine alla lettura, perché il bambino vuole saperne di più sui suoi amici "pelosi". Se poi posseggono un cane, si è visto che proseguono le proprie sessioni di lettura a casa, leggendo ad alta voce al loro animale. 6. Aiuta il bambino a diventare un lettore felice e sereno: proponiamo letture che possano essere d'interesse per motivare, entusiasmare e divertire. 7. Perché le sessioni si svolgono leggendo ad alta voce, aumentando così la concentrazione, la comprensione del testo, consentendo la trasmissione emozionale del racconto e migliorando, di conseguenza, il parlare. 8. Perché lo sviluppo delle sessioni è estremamente flessibile, sempre adattato alle esigenze di ogni bambino, in termini di livello di lettura, di gusti del lettore ... Ogni bambino è motivato da qualcosa di diverso. 9. Perché alla fine, il cane è l'elemento che fa la differenza. È l'incentivo per l'apprendimento, perché crea un ambiente caldo, rilassante, confortevole, sicuro, motivante e molto divertente. Come si sa il divertimento è la bacchetta magica per l'apprendimento perché fa avvicinare allo studio in modo positivo e questo legame magico tra bambini e cani fa nascere la voglia e il piacere della lettura e la voglia di imparare. Dopo la Pet Therapy, ora anche i Read Dog a scuola come formatori a sostegno di una didattica innovativa, inclusiva, e dai grandi risultati. (A Loiuse, intelligenza senza forma). di Barbara Riccardi docente I.C. Via Frignani, Spinaceto - Roma, Counselor della Gestalt Psicosociale e Giornalista pubblicista di Francesca Mugnai, presidente di Antropozoa Il cane a scuola? Si può. E fa bene a tutti Chissà quante volte avete dovuto lottare con le lacrime dei vostri figli che volevano portare il cane di famiglia con sé a scuola. Un capriccio che fa sorridere e racconta i grandi affetti che possono nascere tra un cucciolo di uomo e un cucciolo di animale. Ma spesso i cani entrano davvero nelle scuole. Lo fanno per terapia, simpatici ‘esperti’ a quattro zampe che arrivano in classe e portano allegria a tutti, ai piccoli studenti con problematiche varie per i quali sono utilizzati come forma di co-terapia, ma anche per tutti gli altri bambini, gli insegnanti e il personale. Perché il cane, si sa, è portatore sano di sorrisi! Come associazione spesso veniamo chiamati dalle scuole per intervenire con la pet therapy per lo più bambini disabili. Infatti questo intervento è molto efficace di fronte a casi di autismo, psicosi, per ragazzi con disturbi pervasivi o con sindrome di down. In questo anno scolastico stiamo seguendo all’interno di istituti scolastici circa 30 bambini e ragazzi con età che vanno dai 2 ai 22 anni. Ognuno di loro crea un legame speciale con gli animali che incontra per circa tre mesi. C’è chi poi li conosce ormai da anni e ha una grande familiarità con i cuccioli Antropozoa, Pippi, Mirtillo, Budino, Muffin Jinny. I bambini da noi seguiti vengono accompagnati a partire dalla prima elementare, a volte anche la scuola materna fino alle scuole medie. Il compito del nostro cane-terapeuta e dell’operatore che lo affianca in ogni fase, è di lavorare sulla loro comunicazione, sul loro senso di cura rivolto verso il quattro zampe. Grazie alla pet therapy, i bambini con queste tipologie di problemi possono migliorare la loro qualità di vita a scuola a partire dall’aspetto cognitivo: la co-terapia con un operatore e un animale permette di migliorare alcune abilità mentali come la capacità di memorizzazione e il pensiero riflessivo o induttivo, di acquisire una capacità di lettura con l’utilizzo di linguaggi convenzionali e simbolici, tramite per esempio l’uso delle immagini e delle azioni degli animali. Dal punto di vista emotivo favorisce l’aumento di vissuti positivi e combatte emozioni negative, promuove la crescita affettiva e fa superare le tendenze egocentriche tipiche dell’infanzia, oltre a stimolare l’autostima. Dal punto di vista comportamentale, favorisce il rilassamento corporeo, diminuisce l’iperattività e l’aggressività, aiuta ad acquisire regole e comportamenti adattivi. Inoltre migliora la capacità di comunicazione e la relazione e permette di intervenire su alcuni tipi di fobie. Nei bambini in particolare il rapporto con l’animale porta a una parziale identificazione: si incanalano i valori o le caratteristiche dell’altro imitandone il comportamento, facendo propri i suoi sentimenti ed esternandoli. Il bimbo si proietta sul cane, acquisisce sicurezza e stabilità emozionale. Si creano dunque legami speciali che vanno avanti per tanto tempo e che accompagnano i bambini fino al superamento della quinta elementare o all’esame di terza media. Spesso il lavoro con questi bambini è un occasione anche di partecipazione con la propria classe, dopo un percorso dove i piccoli imparano il controllo, alcuni esercizi, l’accudimento e anche la differenza comportamentale e fisica delle diverse razze, poi in una o più giornate di dimostrazione vengono coinvolti anche i compagni di classe. Spesso i cani diventano argomento di esami e di compiti entrando così a far parte del percorso didattico. Insomma, il cane ancora una volta è un bene per tutti. Anche in classe. Education Pet therapy in classe: a Pordenone il compagno di banco è un labrador All’istituto “Marchesini” di Pordenone in classe ci sono anche Atma e Birba, due labrador che aiutano i ragazzi con difficoltà a fare progressi nell’apprendimento Alex Corlazzoli 5 aprile 2016 Avete mai avuto per compagno di banco un cane? All’istituto “Marchesini” di Pordenone i ragazzi da qualche tempo fanno lezione con Atma e Birba, due labrador che sono saliti in cattedra per aiutare le relazioni tra i ragazzi. Si chiama “pet therapy” e spesso viene usata, insieme ad altre terapie, per la cura delle disabilità psichiche, fisiche e i disturbi dell’apprendimento. La mission è la formazione della persona nel pieno rispetto della diversità e delle necessità di ciascuno. Professori a 4 zampe Lo psichiatra infantile Boris Levinson fu il primo a coniare il termine “pet therapy” per descrivere l’uso di animali da compagnia nella cura di malattie psichiatriche. Levinson aveva notato come alcuni dei propri pazienti stabilissero con sorprendente facilità legami affettivi e cognitivi con il proprio cane. L’animale aveva la funzione di aiutare il bambino ad abbassare le proprie barriere emotive, fornendo un interessante spunto di comunicazione tra paziente e terapista. Al “Marchesini” ci stanno provando grazie ad un esperimento in una classe pilota dove i “professori a quattro zampe” faranno una serie di incontri con gli alunni in sedute singole e collettive. Atma e Birba, addestrate e “diplomate”, sono state accolte dagli studenti con entusiasmo. Un modo diverso di fare scuola che in Italia è usato già in alcuni istituti primari. Leggere al cagnolino fa bene Negli anni scorsi alla scuola “San Leonardo Murialdo” nelle classi seconde, grazie all’ente nazionale cinofilia italiana, sono entrati in classe Lucky, un pastore belga con esperienze di relazione con bambini affidatari in una casa d’accoglienza; Kira, Eddy, Alice e Pico. L’attività è servita ad aumentare l’attenzione e la concentrazione durante il lavoro in classe; a favorire le interazioni di gruppo tra gli alunni attraverso delle attività ludiche fatte con l’animale così come a sviluppare il senso di condivisione dell’esperienza con i compagni. E’ ormai riconosciuto anche in letteratura il ruolo della “pet therapy”. La presenza degli amici a quattro zampe è persino di sostegno alle difficoltà di lettura: leggere “al cane” è un’attività che viene sempre più spesso utilizzata nelle scuole perché abbassa il livello di stress, crea un ambiente più familiare e dà maggiore sicurezza al bambino, che invece di rinforzare una difficoltà la supera con maggiore fluidità. Tramite un lavoro progettato in squadra multidisciplinare, i cani possono aiutare anche bambini con disturbi specifici dell’apprendimento sia durante le sedute dagli psicoterapeuti sia in classe. Curare un animale aumenta la responsabilità A Cesena, lo scorso anno, il progetto di “pet therapy” è stato promosso nelle scuole dall’amministrazione comunale per stimolare la consapevolezza dei doveri connessi al possesso di un animale. Gli amministratori per trasmettere ai ragazzi il concetto di responsabilità hanno puntato sui cani: prendendosi cura dell’animale, i bambini hanno sviluppato il senso di rispetto per l’altro grazie alla reciprocità della relazione che si viene a creare. Un’innovazione per la scuola italiana, poco aperta fino ad oggi, ad ospitare cani, gatti, cavalli o altri animali.