A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 1 Anno Accademico 2002/2003 I anno –II sem. :Corso di Laurea in Ing. Elettrica Corso di Fondamenti di circuiti elettrici (prof.G.Lupò) Dettaglio degli argomenti svolti Rinvii ai testi Testi di riferimento: [1] F. GASPARINI – Fondamenti di Elettrotecnica – (draft) [2] G. LUPO'- Note integrative distribuite durante il corso Sito di riferimento: www.elettrotecnica.unina.it Testi di consultazione: [1] C.MENCUCCINI –V. SILVESTRINI – Fisica II – Elettromagnetismo – Ottica – Liguori Editore 1998 [2] L. DE MENNA - Elettrotecnica ed. Pironti, Napoli 1994 e successive [3] I. D. MAYERGOYZ – W. LAWSON – Elementi di Teoria dei Circuiti Elettrici – UTET 2000 [4] L.O. CHUA, C. DESOER, E. KUH, Circuiti lineari e non lineari, ed. Jackson, Milano, 1991 [5] G. MIANO – Introduzione ai circuiti – Versione in rete per allievi TLC [6] S. BOBBIO, E. GATTI, Elettromagnetismo e Ottica, ed. Boringhieri, Torino, 1991 [7] F. BAROZZI, F. GASPARINI, Fondamenti di Elettrotecnica - Elettromagnetismo, ed. UTET, 1989 [8] G.MIANO, Lezioni di Elettrotecnica,ed. CUEN 1998 Testi di esercizi: [9] S. BOBBIO, Esercizi di Elettrotecnica, ed. CUEN, Napoli, 1995 [10] G. FABRICATORE, Esercizi di Elettrotecnica, ed. Liguori, Napoli, 1977 [11] S. BOBBIO, L. DE MENNA, G. MIANO, L. VEROLINO Esercizi di Elettrotecnica, ed. CUEN 1998 875077324 1 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 2 Lezione n.1 del 10/3/03 (2h) Introduzione al Corso, collegamenti con le altre discipline Fenomenologia e modelli dell' elettromagnetismo. Carica – Campo elettrico Corrente elettrica –Intensità– Amperometro ideale Rappresentazione di circuiti elettrici Definizioni fondamentali: Corrente Elettrica : fenomeno di migrazione (deriva, drift) di cariche elettriche; tale “moto medio” (che avviene a velocità dell’ordine di 0.1 mm/s) va nettamente distinto dal moto di agitazione termica (con valori istantanei della velocità anche di km/s); il detto moto medio viene indicato come corrente elettrica di conduzione (in altri casi possono aversi correnti di convezione o come vedremo, correnti di spostamento); al fenomeno possiamo quindi associare il campo vettoriale di velocità di migrazione v delle particelle. Conduttori : materiali in cui possono aver luogo significativi fenomeni di migrazione di carica; i conduttori più diffusi sono metallici; possono tuttavia manifestarsi rilevanti fenomeni di conduzioni in altri materiali solidi, in liquidi ed in particolari condizioni anche nei gas. Isolanti : materiali che non consentono significativi fenomeni di migrazione di carica; gli isolanti possono essere solidi, liquidi e gassosi; l’isolante ideale è il vuoto assoluto. Lezione n.2 del 17/3/03 (2h) Riferimenti per la valutazione dell’intensità della corrente elettrica – Amperometro ideale Definizioni fondamentali: Tratto di circuito filiforme: conduttore la cui lunghezza è molto maggiore della dimensione media trasversale; nel caso di tratto a sezione costante, si può ammettere che il campo di velocità v sia parallelo all’asse del conduttore. Intensità della corrente elettrica nei circuiti filiformi: si considera una sezione retta S del conduttore filiforme, per la cui normale si fissi un orientamento arbitrario n; si considera la carica totale q che attraversa S in un generico intervallo di tempo 875077324 2 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 3 t1; il limite per t che tende a zero del rapporto q /t, se esiste2, è per definizione la intensità I della corrente elettrica attraverso la sezione considerata secondo il riferimento n. 3 Misura della corrente elettrica nei circuiti filiforme: l’amperometro ideale Il calcolo di q/t può essere pensato effettuato da uno strumento ideale (amperometro ideale) a due morsetti 1-2, inseriti idealmente nella sezione S ed ordinati in modo che 2 segua 1 nel verso di n. Lezione n.3 del 19/3/03 (2h) Il Sistema internazionale di Misura Moto stazionario di carica in migrazione in conduttore filiforme Effetto Joule – Potenza dissipata Tensione elettrica, funzione potenziale Voltmetro ideale Bipoli – Convenzioni sui bipoli Legge di Ohm Definizioni fondamentali: Moto stazionario di cariche in migrazione in conduttore filiforme: indipendenza dell’intensità della corrente dalla sezione considerata, fissati riferimenti congruenti. Se il caso non è stazionario, occorrerà considerare, per ogni sezione, il valore istantaneo dell’intensità della corrente i(t)S= limt0 =q/tS. Se il caso è stazionario, non vi è variazione media della carica in moto in ogni volume; in ogni punto è costante la velocità v di migrazione (non considerando il moto di agitazione termica e il moto vario nell’intervallo tra due interazioni4. Si può quindi ritenere che sia nulla, in media, la risultante delle forze che agiscono sulla carica q in movimento, nel nostro caso la forza qE nel senso del moto ed una “forza d’attrito equivalente” – kv diretta in senso opposto alla prima. Effetto Joule: l’interazione tra le cariche in moto con le altre particelle comporta (tranne nel caso dei “superconduttori”) una cessione di energia. Il tratto di conduttore si riscalda; la quantità di energia ceduta e trasformata in calore nell’intervallo di tempo t dipende dalla carica trasportata e dalla natura e geometria del tratto. Se q è la carica che ha attraversato ogni sezione S del tratto A-B il lavoro compiuto dalle forze del campo è £=q E lAB [ = q (VA-VB) se il campo è conservativo]. ovviamente la carica q si intende “letta e pesata” secondo il riferimento n: si valutano con un coefficiente (+1) le cariche che si muovono attraverso S nel verso di n, con un coefficiente ( –1 ) le cariche che si muovono nel verso opposto; ogni carica ha e mantiene ovviamente un proprio segno. 2 Se il rapporto è indipendente da t la corrente elettrica viene detta stazionaria. 3 Se avessimo considerato un riferimento n’=-n avremmo ovviamente calcolato una intensità della corrente elettrica secondo il riferimento n’, per cui l’intensità della corrente sarebbe stata I’=-I. 4 per il rame tale tempo è dell’ordine di 10-14 s 875077324 3 1 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 4 Potenza dissipata: la potenza messa in gioco dalle forze del campo e trasformata (in questo caso) in calore si ottiene dal rapporto tra lavoro svolto e il tempo di osservazione : P= £/t =q (VA-VB) /t= (VA-VB) I. Tensione elettrica tra due punto A e B lungo una curva : è l’integrale del campo elettrico tra A e B lungo la linea e si indica con VAB; se tale integrale non dipende dalla particolare curva, il campo è conservativo e quindi VAB= VAB coincide con la differenza di potenziale (VA-VB). Voltmetro ideale: è lo strumento che realizza il calcolo della tensione elettrica; l’indicazione dello strumento dipende in generale dalla curva su cui esso si immagina “disteso”5. bipolo : caratterizzazione del funzionamento di una regione di spazio interessata da corrente elettrica accessibile da due punti A-B (primo e secondo morsetto o terminale) e per cui possa essere fissato un riferimento per la valutazione dell'intensità di corrente I [ IAB oppure IBA] e un riferimento per la tensione V [VAB oppure VBA]. Convenzioni: per un bipolo qualsiasi A-B è possibile abbinare in quattro modi i riferimenti I e V; definiamo convenzione dell'utilizzatore l'abbinamento VAB-IAB o l'abbinamento VBA-IBA e convenzione del generatore l'abbinamento VAB-IBA o l'abbinamento VBA-IAB. Caratteristica di un bipolo: legame V=f(I) oppure I=g(V), fissati gli abbinamenti di cui sopra. Tale legame può essere anche non analitico. Legge di Ohm : per un tratto A-B di conduttore metallico filiforme operante a temperatura costante si verifica sperimentalmente con buona approssimazione la relazione VAB=R IAB con R numero positivo (al limite nullo) e costante in un ampio intervallo di valori di IAB. Il tratto A-B viene classificato come resistore; in termini commerciali per resistore si intende un componente per le applicazioni circuitali ed industriali (stufe, forni, scaldabagni, ...). Considerando sempre il parametro R0, la legge di Ohm si scrive anche nel seguenti modi: VAB=-R IBA VBA=-R IAB VBA=R IBA 5 una realizzazione di voltmetro ideale potrebbe essere ottenuta distendendo una fibra ottica tra A e B lungo la curva assegnata: la caratteristiche di una luce polarizzata entrante in A sono modificate dalla presenza del campo elettrico lungo il percorso; la luce uscente da B contiene quindi una informazione correlata all’integrale del campo elettrico lungo il percorso. I voltmetri reali sono molto meno sofisticati e realizzati su più semplici principi (legge di Ohm,..). 875077324 4 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 5 Lezione n.4– 24/03/2003 (2h) Resistore ideale Resistenza - Resistività Conduttanza - conducibilità Resistività dei materiali Classificazione dei bipoli Esempi di bipoli ideali Generatore ideale di tensione Generatore ideale di corrente Resistore ideale: Bipolo ideale A-B di caratteristica V=R I ( oppure I = G V) se viene adottata la convenzione dell'utilizzatore o di caratteristica V= - R I (o I = -GV) se viene adottata la convenzione del generatore sul bipolo A-B . Le costanti positive R e G vengono chiamate resistenza e conduttanza del bipolo e si misurano in ohm [] e siemens [S] rispettivamente. Resistenza - Resistività (vedi nota A): nel caso di un tratto A-B di conduttore filiforme omogeneo a sezione costante S di lunghezza lAB e a temperatura costante ed uniforme, si valuta che la resistenza R del tratto, è proporzionale alla lunghezza lAB ed inversamente proporzionale alla sezione S. Il coefficiente di proporzionalità costituisce la resistività (si indica con la lettera greca -eta- oppure -rho- e si misura in ohm per metro [m]); il suo inverso viene chiamato conducibilità (si indica con la lettera greca -gamma- oppure -sigma- e si misura in siemens/metro[S/m]). Occorrerà valutare opportunamente R nel caso che il conduttore non sia omogeneo ovvero non sia a sezione costante. Classificazione dei bipoli: - bipoli pilotati in tensione : nella caratteristica I=g(V) ad ogni valore della tensione corrisponde un solo valore dell'intensità di corrente; - bipoli pilotati in corrente : nella caratteristica V=f(I) ad ogni valore dell'intensità di corrente corrisponde un solo valore della tensione; - bipoli pilotati in tensione ed in corrente: caratteristica invertibile. - bipoli simmetrici: caratteristica simmetrica g(V)=-g(-V) ovvero f(I)=-f(-I); - bipoli inerti: la caratteristica passa per l'origine: g(0)=0 ovvero f(0)=0; - bipoli lineari : se ad esempio V'=f(I') e V"=f(I"), si ottiene V=V'+V"=f(I')+f(I"); Esempi di bipoli ideali: - bipolo resistore ideale : caratteristica lineare, inerte, simmetrica, invertibile. - bipolo corto-circuito ideale: per ogni valore di I, qualunque sia la convenzione adottata, la tensione è nulla (caratteristica coincidente con l'asse delle I); tale caratteristica lineare, inerte, simmetrica, non invertibile (bipolo pilotato in corrente); 875077324 5 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 6 - bipolo aperto (o circuito aperto) ideale: per ogni valore di V, qualunque sia la convenzione adottata, l'intensità di corrente è nulla (caratteristica coincidente con l'asse delle V); tale caratteristica lineare, inerte, simmetrica, non invertibile (bipolo pilotato in tensione). Generatore ideale di tensione E' un bipolo ideale caratterizzato da una tensione ai morsetti A-B indipendente dalla corrente I, qualunque convenzione sia stata adottata. La caratteristica è quindi una retta parallela all'asse delle I. Il simbolo comunemente adoperato è un pallino con un contrassegno (*,+,1, etc.) su un morsetto ( trattasi quindi di bipolo ordinato) con indicazione numerica E, che indica il valore della tensione valutata tra il morsetto contrassegnato (primo morsetto) e l'altro (secondo morsetto). Il valore E può essere positivo, negativo o nullo; al proposito si pone in evidenza che un generatore di tensione nulla è equivalente ad un bipolo cortocicuito ( la caratteristica è la stessa). Generatore ideale di corrente Trattasi di bipolo fondamentale, duale del generatore di tensione ideale, con caratteristica I=I* (costante) qualunque sia la tensione ai morsetti. Il generatore di corrente è un bipolo normale (non lineare) e non simmetrico. Si rappresenta in genere con un cerchietto con barra trasversa e morsetti "ordinati". Equivalenza di bipoli Un bipolo A-B è equivalente ad un altro bipolo A’-B’ se, fissate due convenzioni omologhe V-I e V’-I’ (ad esempio si considerano i riferimenti VAB-IAB per il primo bipolo e VA’B’-IA’B’ per il secondo bipolo), i due bipoli hanno caratteristiche uguali. Lezione n.5– 31/03/2003 (2h) Bipoli isteretici Collegamento di bipoli - Punto di lavoro Collegamento resistore-generatore Collegamenti in serie e in parallelo di bipoli Casi patologici Generatore reale di tensione Generatore reale di corrente Bipoli isteretici La caratteristica V-I di questi bipoli si presenta disegnata da una traiettoria complessa che dipende dalla “storia” subita (ad esempio se tensione o corrente stanno crescendo o decrescendo) e dai valori massimi assunti . Tale caratteristica è tipica dei componenti che fanno uso di materiali ferromagnetici o ferroelettrici. Collegamento di bipoli – Punto di lavoro 875077324 6 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 7 Collegare due bipoli significa considerare una identificazione formale dei morsetti. Ad esempio il bipolo AB potrà essere collegato al bipolo A’B’ considerando A=A’ o A=B’ o B=A’ o B=B’ ovvero (A=A’ e B=B’) ovvero (A=B’ o B=A’). In questi ultimi due casi si costituisce un circuito semplice. Note le convenzioni V-I, V’-I’ assunte sui due bipoli e le relative leggi caratteristiche tensione-corrente, è possibile valutare se esistono una o più soluzioni compatibili con il collegamento previsto. Risoluzione grafica: si riportano “congruentemente” su uno stesso piano la caratteristica V-I del primo bipolo e la caratteristica V’-I’ del secondo bipolo, considerando che può essere V=V’ e I=I’. Nel caso di collegamento generatore ideale di tensione E-resistore R si ha sempre un solo punto di lavoro di coordinate I=E/R V=R. Nel caso di collegamento generatore ideale di tensione E – generatore ideale di corrente J sia ha un solo punto di lavoro V=E, I=J. Nel caso di collegamento generatore ideale di tensione – lampada a scarica si hanno due soluzioni se E<V*, una soluzione nel caso E=V*, nessuna soluzione per E>V* (fig.5.1). Nel caso di collegamento di due generatori ideali di tensione E ed E’, si avranno infinite soluzioni (l’intensità di corrente può essere qualsiasi) se V=V’=E=E’, non si avrà nessuna soluzione se EE’. Nel caso di collegamento di due generatori ideali di corrente J ed J’, si avranno infinite soluzioni (la tensione può essere qualsiasi) se I=I’=J=J’, non si avrà nessuna soluzione se JJ’. Poiché i casi con nessuna soluzione o con infinite soluzioni non hanno riscontro fisico ( un sistema fisico stazionario ammette sempre una soluzione, salvo distinguerla da altre possibili6, in base alla “storia” subita dal componente reale ed eventuali criteri di stabilità). Tali casi si definiscono patologici. Ricordiamo al proposito che un generatore ideale di tensione non può essere cortocircuitato, ovverosia collegato ad un bipolo cortocircuito ideale, così come un generatore ideale di corrente non può essere aperto, ossia collegato ad un bipolo aperto. Principio di sostituzione Se il punto di lavoro P della connessione tra un bipolo B1 ed un bipolo B2 è unico, esso può essere identificato anche sostituendo ai bipoli suddetti due bipoli B1* e B2* le cui caratteristiche comprendano il punto P e questi rappresenti ancora l’unico punto di lavoro. Ad esempio, in una connessione generatore ideale di tensione(E)resistore ideale(R) che ha come punto di lavoro il punto P di coordinate (E, E/R), si può sostituire al resistore un generatore di corrente ideale I*=E/R; il punto di lavoro P* della nuova connessione ha le stesse coordinate del punto P. Le sostituzioni sono sempre ammesse se il punto di lavoro è unico prima e dopo la sostituzione. Attenzione quindi ai casi patologici. Serie e parallelo di bipoli Due (o più) bipoli si dicono in serie diretta o semplicemente in serie se è possibile stabilire per essi riferimenti congruenti per l’intensità di corrente I e riportabili l'uno L’insieme delle soluzioni o è finito (come nel caso delle lampade a scarica) o costituisce un insieme numerabile (come nel caso dei bipoli isteretici). 875077324 7 6 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 8 all'altro per continuità; in tal caso i valori dell’intensità di corrente sono uguali; se sono riportabili per continuità riferimenti opposti, i valori sono opposti e la serie si dirà contrapposta. Se due o più bipoli in serie sono contigui, potrà essere valuatata la tensione V* ai capi della serie e si potrà considerare un bipolo equivalente di caratteristica V*-I. Due (o più) bipoli si dicono in parallelo diretto o semplicemente in parallelo se è possibile stabilire per essi riferimenti congruenti per la tensione V; in tal caso i valori della tensione sono uguali; se i riferimenti sono opposti, i valori della tensione sono opposti e il parallelo si dirà contrapposto. Se due o più bipoli in parallelo sono contigui, potrà essere valuatata l’intensità di corrente I* ai morsetti di ingresso del parallelo e si potrà considerare un bipolo equivalente di caratteristica V-I.*. Generatore reale di tensione Nel tratto generatore di un circuito semplice si hanno interazioni tra le cariche in migrazione e le altre particelle; si avrà quindi comunque una dissipazione analoga a quanto avviene nei resistori. Inoltre c’è un campo “impresso” (campo motore) di natura meccanica, chimica, nucleare, … ma comunque non elettrostatica Se non c'è migrazione ed il campo motore è diverso da zero, questo campo tiene separate le cariche e crea quindi, all’esterno, un campo “elettrostatico”: ai morsetti del generatore misureremo una tensione VAB = VABo (tensione a vuoto) . Se annulliamo la tensione ai capi del tratto generatore, collegando i morsetti ad un bipolo cortocircuito ideale o considerando “fusi” i morsetti A e B, potremo misurare una corrente I=Icc (corrente di cortocircuito). Il generatore reale di tensione è caratterizzato dalla serie di un generatore ideale di tensione di valore pari alla tensione a vuoto VABo, e del resistore di resistenza Rg = VAbo/Icc (resistenza interna del generatore). In realtà tale schematizzazione ha una validità abbastanza limitata per i componenti reali. Il generatore reale di corrente è caratterizzato dal parallelo di un generatore ideale di corrente di valore pari alla corrente di corto circuito Icc, e del resistore di resistenza Rg = VAbo/Icc (resistenza interna del generatore). E’ chiaro quindi che ogni generatore reale di tensione può essere rappresentato con un generatore reale di corrente e viceversa. I due schemi sono equivalenti ai morsetti A-B. Un generatore reale di corrente può essere cortocircuitato così come un generatore reale di corrente può essere aperto. 875077324 8 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 9 Lezione n.6 (2/4/2003) 2h Argomenti Bipolo equivalente alla serie o al parallelo di bipoli Partitore di tensione Partitore di corrente Bipolo equivalente alla serie e parallelo di bipoli Se consideriamo un bipolo AB ed un bipolo A’B’ connessi in serie dalla coincidenza A’=B, assunti per i due bipoli riferimenti congruenti per l’intensità di corrente, ad esempio tali che IAB=I=I’=IA’B’, il bipolo A-B’ equivalente alla serie AB-A’B’ (la serie si indica anche con il simbolo ABA’B’) avrà la caratteristica I[IAB=I’=IA’B’],V[=VAB+V A’B’] Se consideriamo un bipolo A’B’ ed un bipolo A”B” connessi in parallelo dalla coincidenza A’=A” e B’=B”, assunti per i due bipoli riferimenti congruenti per la tensione, ad esempio tali che VA’B’=VA”B”, il bipolo A-B’ equivalente al parallelo A’B’-A”B” (il parallelo si indica anche con il simbolo AB//A’B’) avrà la caratteristica I[IA’B’+IA”B”],V[=VA’B’=VA”B”]. Partitore di tensione Se consideriamo due resistori A’-B’ e A”B” di resistenza R’ ed R” in serie (B'=A"), il bipolo equivalente ai morsetti A’-B” ha resistenza pari a R= R’+R” (resistenza equivalente alla serie). Detta V la tensione tra A’ e B”, la tensione V’ tra A’ e B’ è pari a [V R’/R], la tensione V” tra A” e B” è pari a [V R”/R]. In generale, la tensione V si “ripartisce” tra resistori in serie secondo la relazione (detta del partitore di tensione) [Vk=fVV] essendo Vk la tensione sul resistore k-mo; fV vien detto fattore di partizione e vale Rk/R (dove R è la somma delle resistenze); il segno dipende dalla scelta del riferimento Vk rispetto a V. Partitore di corrente Se consideriamo due resistori A’-B’ e A”B” di conduttanza G’=1/R’ e G”=1/R” in parallelo (A’=A”=A,B’=B”=B), il bipolo equivalente ai morsetti A-B ha conduttanza equivalente pari a G=G’+G” (resistenza equivalente pari a R=R’R”/[R’+R”]). Detta I l’intensità della corrente in ingresso al parallelo A-B, l’intensità della corrente I’ tra A’ e B’ è pari a I’=I G’/G=I R”/R, l’intensità I” tra A” e B” è pari a I”=I G”/G= I R’/R. In generale, l’intensità di corrente I si “ripartisce” tra resistori in parallelo secondo la relazione (detta del partitore di corrente) [Ik=fII] essendo Ik la corrente nel resistore k-mo; fI vien detto fattore di partizione e vale Gk/G, , dove G è la somma delle conduttanze; il segno dipende dalla scelta del riferimento Ik rispetto a I. 875077324 9 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 10 Lezione n.7 (7/4/2003) 2h Argomenti Reti elettriche Topologia delle reti: lati, nodi, maglie, grafo albero, coalbero Sistema fondamentale Equazioni ai nodi indipendenti ( I principio di Kirchhoff) Equazione alle maglie indipendenti (II principio di Kirchhoff) Reti elettriche Connessione significativa di bipoli elettrici. Topologia delle reti Lato: costituito da un bipolo o, volendo, dal bipolo equivalente alla serie di più bipoli Nodo: punto di connessione di più di due bipoli (si parla di nodo degenere se si considera la connessione di due bipoli) Maglia: definita dalla connessione di bipoli lungo un percorso chiuso Grafo (non orientato): mappa della connessione dei bipoli; il grafo si dirà ridotto se non vi sono connessioni in serie o in parallelo (o si sono considerati i bipoli equivalenti); un grafo si dirà completo se è prevista la connessione tra tutti i nodi (un grafo potrà essere sempre completato considerando bipoli aperti in luogo delle connessioni mancanti). Un grafo ridotto e completo poggiante su n nodi ha un numero di lati pari a L=[n (n-1) /2] Albero: struttura fondamentale della rete, che collega tutti gli n nodi della rete, senza dar luogo a maglie; l’albero ha quindi (n-1) rami. Coalbero: parte della rete complementare all’albero; il coalbero ha quindi L-(n-1) lati. Sistema fondamentale Considerata una rete di L lati (su ognuno dei quali vi sia un bipolo per ognuno dei quali è fissata la caratteristica V-I), risolvere la rete significa trovare i valori delle 2L incognite tensioni e intensità di corrente. Occorre quindi definire un “sistema fondamentale” risolvente; è necessario che questo sistema sia costituito da 2L relazioni indipendenti. Un “pacchetto” di L relazioni indipendenti è dato dalle stesse relazioni caratteristiche. Le altre relazioni saranno collegate ad elementi topologici della rete (nodi e maglie); saranno quindi chiamate “equazioni topologiche”. Equazioni ai nodi indipendenti ( I principio di Kirchhoff) Ai singoli nodi si può esprimere un bilancio di carica: in condizioni stazionarie non vi può essere accumulo di carica in ogni volume che comprende il nodo. Facendo 875077324 10 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 11 riferimento ad un fissato intervallo di osservazione, potremo esprimere quindi un bilancio di intensità di corrente: la somma “ponderata” delle intensità di correnti che interessano il nodo deve essere nulla, dove per “ponderare” le intensità basterà moltiplicare per un coefficiente (+1) [ oppure (-1)] l’intensità I se il riferimento è uscente dal nodo e per un coefficiente (-1) [(+1)] se il riferimento è entrante. Se si considera l’albero, è immediato costatare che le prime (n-1) equazioni ai nodi che si scrivono sono indipendenti, mentre l’ultima è combinazione delle altre. Equazione alle maglie indipendenti (II principio di Kirchhoff) Per le singole maglie si può esprimere l’irrotazionalità del campo elettrico in condizioni stazionarie. Potremo esprimere quindi un bilancio di tensioni considerando l’annullarsi della circuitazione del campo elettrico lungo una maglia percorsa in senso orario [antiorario]: la somma “ponderata” delle tensioni incognite che interessano la maglia deve essere nulla, dove per “ponderare” le tensioni basterà moltiplicare per un coefficiente (+1) la tensione V se il riferimento assunto per la tensione è congruente con la circuitazione che si sta eseguendo e per un coefficiente (-1) nel caso contrario. Se si considerano le maglie ottenute appoggiando all’albero i singolo lati del coalbero, si ottengono [L-(n-1)] equazioni alle maglie indipendenti; si può costatare che ogni altra equazione ottenuta considerando altre maglie è combinazione delle equazioni suddette. Lezione n.8 (9/4/2003) 2h Argomenti Scrittura delle equazioni indipendenti alle maglie. Sistema fondamentale completo: soluzione Esempi con bipoli normali e non. Reti con bipoli normali : principio di scomposizione. Sistema fondamentale completo: soluzione Una volta scritte le L equazioni caratteristiche e le L equazioni topologiche, ci si chiede se il sistema fondamentale ammette soluzioni. Atteso che le equazioni topologiche sono semplicissime equazioni lineari, potremo affermare che, se le caratteristiche sono “normali”, il sistema ammette una ed una sola soluzione. Se vi sono bipoli non lineari, occorrerà esaminare caso per caso le non linearità. In molti casi il sistema ammette una ed una sola soluzione (e ad essa potrà pervenirsi analiticamente con diversi metodi, ad esempio per sostituzione), in altre casi occorrerà procedere per via numerica (esempio: metodo di Newton-Raphson) o con altri metodi iterativi. In altri casi possono presentarsi soluzioni dipendenti dalla “traiettoria” nel piano V-I. 875077324 11 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 12 Teorema di scomposizione – Sovrapposizione degli effetti Consideriamo una rete sostituita da bipoli “normali” (ossia a caratteristica rettilinea nel piano V-I). In tal caso il sistema fondamentale è un modello algebrico lineare. Se il sistema è lineare, può essere considerata una qualsiasi scomposizione del vettore-colonna dei termini noti e “scomporre” la soluzione X in tante soluzioni Xi. Una utile scomposizione consiste nel considerare uno alla volta i termini noti relativi ai singoli generatori, in quanto è molto più semplice risolvere una rete lineare alimentata da un solo generatore. Quest’ultimo procedimento prende comunemente il nome di sovrapposizione degli effetti. Lezione n.9 (14/4/2003) 2h Argomenti Esercitazione sulla sovrapposizione degli effetti Lezione n.10 (28/4/2003) 2h Argomenti Generatore equivalente di tensione (Teorema di Thévénin) Generatore equivalente di corrente (Teorema di Norton) Generatore equivalente di tensione (Teorema di Thévénin) Consideriamo una rete costituita da bipoli attivi e passivi accessibile ai morsetti A-B (bipolo attivo A-B). Al fine di valutare la caratteristica della rete suddetta ai morsetti A-B ( ossia valutare il legame tensione corrente V-I), nel caso che la rete sia costituita da bipoli normali, può essere considerato un bipolo elementare costituito da un generatore reale di tensione ossia dalla serie di un generatore ideale di tensione Vo e di una resistenza Req (bipolo equivalente di Thevenin) dove Vo è la tensione V “a vuoto” cioè immaginando di collegare A-B ad un bipolo aperto ed Req è la resistenza equivalente della rete “vista” ai morsetti A-B quando nella stessa rete sono stati spenti tutti i generatori. Il punto di lavoro effettivo è stabilito dal confronto della caratteristica del bipolo equivalente di Thevenin con la caratterista del bipolo “esterno” (che può essere un bipolo elementare [anche non lineare] o un altro bipolo equivalente [ovviamente lineare]). Generatore equivalente di corrente (Teorema di Norton) Consideriamo di nuovo una rete costituita da bipoli attivi e passivi accessibile ai morsetti A-B (bipolo attivo A-B). 875077324 12 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 13 Al fine di valutare la caratteristica della rete suddetta ai morsetti A-B ( ossia valutare il legame tensione corrente V-I), nel caso che la rete sia costituita da bipoli normali, può essere considerato un bipolo elementare costituito da un generatore reale di corrente ossia dal parallelo di un generatore ideale di corrente Icc e di una resistenza Req (bipolo equivalente di Norton) dove Icc è la “intensità della corrente di cortocircuito” cioè immaginando di collegare A-B ad un bipolo cortocircuito ed è Req la resistenza equivalente della rete “vista” ai morsetti A-B quando nella stessa rete sono stati spenti tutti i generatori. Il punto di lavoro effettivo è stabilito dal confronto della caratteristica del bipolo equivalente di Norton con la caratterista del bipolo “esterno” (che può essere un bipolo elementare [anche non lineare] o un altro bipolo equivalente [ovviamente lineare]). I bipoli di Thevenin e Norton sono ovviamente equivalenti tra loro; i tre parametri equivalenti sono legati dalla relazione Icc = Vo/Req e quindi il terzo si potrà dedurre dalla conoscenza dei primi due. Lezione n.11 (30/4/2003) 2h Argomenti Prova individuale informale con correzione ed autovalutazione. Lezione n.11 (5/5/2003) 2h Argomenti Conservazione della potenza nelle reti elettriche Potenze virtuali – Teorema di Tellegen Teorema di Reciprocità Applicazione al ponte di Weathstone Conservazione della potenza nelle reti elettriche Considerato che in regime stazionario la tensione su un lato posto tra i lati r ed s può essere espressa come differenza di potenziale ( Vrs = Vr - Vs ) e che vale la legge di Kirchhoff ai nodi r ed s, si può facilmente dimostrare che è nulla la somma - estesa a tutti i lati - delle potenze valutate con la stessa convenzione. Quindi è nulla la somma delle potenze assorbite da tutti i lati ed è nulla la somma delle potenze generate da tutti i lati. Se non si è adottato per tutti i bipoli la stessa convenzione, la somma delle potenze assorbite - estesa a tutti i lati per cui si è fatta la convenzione dell'utilizzatore - è pari alla somma delle potenze erogate - estesa a tutti i lati per cui si è fatta la convenzione del generatore -. Potenze virtuali - Teorema di Tellegen 875077324 13 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 14 Se si considerano due reti con ugual grafo (in sostanza con lo stesso numero di nodi) e con le stesse convenzioni sui lati omologhi (r-s,r'-s'), possiamo ugualmente dimostrare che la somma delle potenze virtuali VrsIr's' estesa a tutti le possibili connessioni è nulla (I teorema di Tellegen). Teorema di reciprocità Come applicazione del teorema di Tellegen consideriamo da un lato una rete resistiva R alimentata da un generatore di tensione Ea (per semplicità, ideale) situato nel lato a e l’intensità di corrente Ib in un ramo b (per semplicità: un cortocircuito) e dall’altro la rete R’ modificata rispetto alla precedente solo nella posizione del generatore Eb’, che trovasi nel lato b’ omologo di b ed in cui si prende in considerazione l’intensità di corrente Ia’ nel lato a’ omologo di a. La convenzione tra Ea e Ia’sia congrua con la convenzione tra Eb’ e Ia (ad es. del generatore). Applicando il teorema di Tellegen alle due reti avremo: ' Vk I k' 0 Ea I a' Vk I k' 0 Ib' lati V I ' k k lati 0 0 I a Vk' I k Eb' I b ' dove la sommatoria con apice è estesa a tutti i lati delle reti meno i lati a e b (a’ e b’); per questi lati, costituiti dagli stessi resistori; sarà VI’=RI I’=RI’ I=V’I e quindi Ea I’a = E’b Ib (teorema di reciprocità) In particolare se i due generatori erogano lo stesso valore della tensione, le due intensità di corrente sono uguali. Posso quindi calcolare la corrente in un ramo di una rete alimentata da un solo generatore “spostando” il generatore proprio in quel ramo e calcolando l’intensità di corrente nel ramo dove si trovava originariamente il generatore. Si può riscrivere il teorema rimuovendo le ipotesi semplificative anzidette ed anche considerando l’alimentazione con un generatore di corrente. Quale applicazione del teorema di reciprocità consideriamo una figura “a ponte di Weathstone” in cui non si riscontrano configurazioni serie o parallelo di resistori. R2 R1 R 5 I5 R3 R4 V + E 875077324 14 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 15 R2 R1 I’1 R 5 I’5 E’5 + I’3 R3 R4 I’ Per il calcolo della corrente I5, basta considerare il secondo schema in cui il generatore è stato posizionato proprio nel ramo 5. Se poniamo E’5=E avremo quindi che il valore cercato è l’intensità della corrente I’. Essendo nel secondo schema R1 in parallelo con R2 e R3 in parallelo ad R4, avremo, applicando la regola del partitore di corrente, R2 E ' R2 R4 R4 ' 5 I 5 I ' I 1' I 3' I 5' R1 R2 R3 R4 ReqE5' R1 R2 R3 R4 R2 R3 R1 R4 E R3 R4 R1 R3 R2 R3 R1 R4 R2 R4 R1 R2 R5 R1 R2 R3 R4 E R2 R3 R1 R4 R1 R3 R5 R2 R3 R5 R1 R4 R5 R2 R4 R5 R1 R3 R2 R1 R3 R4 R1 R2 R4 R2 R3 R4 L’intensità di corrente I5 è nulla se R2R3=R1R4 . Anche la tensione V5 è nulla. Questa condizione (“ponte bilanciato”) può essere utilizzata per la misura di resistenza, avendo a disposizione due resistori di resistenza nota, un reostato ( resistenza variabile) , oltre al resistore di resistenza incognita. La condizione di “ponte bilanciato” assicura che anche al variare di E non vi è sollecitazione elettrica sul bipolo R5 anche se trattasi di bipolo generico, attivo o passivo. Quindi in tali condizioni non vi è “interferenza” tra il lato o diagonale di alimentazione ed il lato o diagonale di “rivelazione” (contenente R5 o qualsiasi altra apparecchiatura rappresentabile con un bipolo). Per quanto detto sulla reciprocità, un generatore posto sulla diagonale di rivelazione non determina sollecitazione sulla diagonale di alimentazione. Lezione n.12 (7/5/2003) 2h 875077324 15 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 16 Argomenti Rendimento energetico e massimo trasferimento di potenza (adattamento). Proprietà di non amplificazione delle tensioni. Proprietà di non amplificazione delle correnti. Bipoli in regime variabile (quasi stazionario): il resistore ed il condensatore Rendimento energetico e massimo trasferimento di potenza Considerato un circuito semplice costituto da un generatore reale di tensione [ tensione a vuoto E e resistenza Rg, equivalente alla rete a monte di due morsetti accessibili ] e da un utilizzatore (“carico”) di resistenza Ru, la potenza erogata del generatore ideale E e quella assorbita dal carico Ru valgono rispettivamente E2 E2 2 PE Pu Ru I u Ru Rg Ru ( Rg Ru ) 2 Il rendimento nel trasferimento di potenza vale: P Ru u ( ) PE RE Ru Nel caso di trasmissione dell’energia elettrica per uso industriale o civile, conviene che tale rendimento sia elevato e quindi per quanto possibile prossimo all’unità: tale condizione è soddisfatta se la resistenza equivalente del generatore è molto piccola rispetto alla resistenza dell’utilizzatore. Se quindi considero un impianto già realizzato, per ottenere valori elevati del rendimento dovrò considerare valori della resistenza di carico almeno dieci volte maggiore della resistenza equivalente del generatore; se viceversa è assegnata la resistenza di carico, l’impianto dovrà essere progettato in modo che la resistenza equivalente sia di valore inferiore al 10% di quello della resistenza di carico. La potenza trasferita ad un carico resistivo è nulla nei casi di circuito aperto e di cortocircuito; per gli altri valori della resistenza di carico tra zero ed infinito tale potenza è positiva e quindi avrà almeno un massimo; si può verificare che si ha un solo massimo per Rg=Ru (condizione di adattamento); per tale valore il rendimento è del 50%. La condizione di adattamento è importante in elettronica (le potenze in gioco sono piccole); essa è chiaramente proibitiva nel caso di trasmissione dell’energia elettrica dove i rendimenti devono essere molto elevati. Non amplificazione delle tensioni Considerata una rete di bipoli di cui uno solo attivo, si può dimostrare che la tensione ai capi del bipolo attivo è, in valore assoluto, la tensione più elevata. Consideriamo infatti i lati interni tra un node r (non appartenente quindi al generatore) e gli adiacenti nodi s’,s”,…; per tali lati passivi avremo che la potenza assorbita è non negativa ( Vrs Irs 0). Poiche, per ogni r, la somma (su s) delle correnti Irs è nulla (riferimenti tutti uscenti dal nodo r), alcune intensità di corrente saranno positive ed altre negative (escludendo il caso banale); pertanto le corrispondenti tensioni saranno positive o negative. Poiché le tensioni possono esprimersi come 875077324 16 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 17 differenza dei potenziali dei nodi r ed s, potremo sempre trovare un nodo s’ a potenziale Vs’ maggiore di Vr ed un nodo s” a potenziale Vs” minore di Vr . Tale “scaletta” si arresta quando, variando r, si esauriscono i nodi “interni”. Se poi prendiamo r coincidente con un morsetto del generatore, il corrispondente nodo di tipo s sarà l’altro morsetto del generatore: per tale lato la potenza assorbita sarà negativa (per la conservazione delle potenze) e quindi non potrà essere “allungata” la scaletta (infatti, ad esempio, se Irs è negativa è Vr > Vs ossia Vr è il potenziale massimo ). Non amplificazione delle correnti Considerata una rete di bipoli di cui uno solo attivo, si può dimostrare che l'intensità di corrente erogata dal bipolo attivo assume, in valore assoluto, il valore più grande rispetto alle intensità di corrente negli altri lati. Consideriamo infatti due nodi r ed s a potenziali “adiacenti” nella scaletta dei potenziali prima costruita. Raggruppiamo in una “nuvola superiore” tutti i nodi a potenziale maggiore di Vr ed in una “nuvola inferiore” tutti i nodi a potenziale inferiore a Vs. Evidenziamo i collegamenti tra i nodi della nuvola superiore e quelli della nuvola inferiore ed orientamoli verso la nuvola inferiore; le intensità di tutte le correnti valutate con tali riferimento sono per costruzione non negative (per la passività dei bipoli) tranne l’intensità relativa al lato del generatore, che sarà necessariamente negativa. Essendo l’unica ad essere negativa, non sarà superata (in modulo) dalla altre. Il ragionamento potrà essere esteso agli altri lati. Bipoli in regime variabile (quasi stazionario): il resistore ed il condensatore ideali . Se le grandezze sono variabili nel tempo, ma possiamo sempre parlare di una unica determinazione per l’intensità della corrente e della tensione, parleremo di bipoli in regime variabile quasi stazionario. Definiamo resistore ideale in tali condizioni il bipolo per cui valga la relazione v(t)=Ri(t) qualunque siano i valori di tensione e corrente e qualunque sia t. Definiremo condensatore ideale in condizioni quasi stazionarie il bipolo per cui valga la relazione i(t)=dq/dt=Cdv/dt7 dove la i è correlata alla variazione della carica q sulle armature del condensatore; il condensatore è un bipolo dinamico, in quanto abbiamo una relazione differenziale tra tensione e corrente. Il coefficiente C può essere in prima approssimazione considerato pari al rapporto tra carica e tensione in condizioni stazionarie (Capacità del condensatore). Lezione n.13 (12/5/2003) 2h Argomenti 7 Nel caso di capacità variabile la caratteristica vale ic 875077324 d (Cvc ) dv dC C c vc dt dt dt 17 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 18 Bipoli in regime variabile (quasi stazionario): il condensatore (II) Bipoli in regime variabile (quasi stazionario): l’induttore ideale Grandezze di stato Bipoli in regime variabile (quasi stazionario): il condensatore ideale . L’ intensità di corrente in un condensatore è in relazione differenziale con la tensione. Tale relazione è lineare, ma non è sufficiente a fornirci le informazioni per risalire al valore della tensione; infatti, considerando la convenzione dell’utilizzatore, si ha in un generico istante t1 t1 dvc (*) ic C vc t1 ic dt vc t o dt t0 dove to è un qualsiasi istante di riferimento. Si vede quindi che posso conoscere la tensione in un certo istante t1 solo se conosco il valore della stessa in un istante precedente e l’andamento dell’intensità della corrente nell’intervallo tra gli istanti to e t1. La tensione ai capi di un induttore è in relazione differenziale con l’intensità della corrente. Tale relazione è lineare, ma non è sufficiente a fornirci le informazioni per risalire al valore dell’intensità di corrente; infatti, considerando la convenzione dell’utilizzatore, si ha in un generico istante t1 t1 di (**) v L L L i L t1 v L dt i L t o dt t0 dove to è un qualsiasi istante di riferimento. Si vede quindi che posso conoscere l’intensità della corrente in un certo istante t1 solo se conosco il valore della stessa in un istante precedente e l’andamento della tensione nell’intervallo tra gli istanti to e t1. Grandezze di stato Si deduce dalle (*)-(**) che se le tensioni applicate agli induttori e le intensità di corrente nei condensatori sono limitate (come nei casi reali), la tensione sui condensatori e la corrente negli induttori sono grandezze continue. Infatti se consideriamo la condizione t1 to , avremo che gli integrali nelle (*)-(**), estesi ad intervalli infinitesimi, sono infinitesimi. In altri termini avremo lim vc t 0 vc t 0 lim vc t 0 vc t 0 vc t 0 0 0 0 0 lim i L t o i L t o lim i L t o i L t o i L t o La tensione sul condensatore è in ogni istante legata all’energia elettrostatica immagazzinata dal condensatore e l’intensità di corrente nell’induttore è legata all’energia magnetica immagazzinata dall’induttore 1 1 2 2 wes (t ) Cvc wm Lil 2 2 875077324 18 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 19 Tali grandezze sono legate quindi allo stato energetico del bipolo e per tale motivo vengono spesso indicate come “grandezze di stato”. Tali grandezze di stato sono continue: se non lo fossero, avremmo discontinuità dell’energia, o meglio una variazione finita dell’energia in un intervallo infinitesimo; ciò implicherebbe la capacità del bipolo di assorbire o erogare potenza illimitata; ciò non è concepibile nei casi pratici. Generatori di potenza infinita saranno introdotti formalmente, come vedremo nel seguito, per l’analisi più ampia dei transitori nelle reti con modelli lineari. Lezione n.14 (14/5/2003) 2h Argomenti Grandezze periodiche Le funzioni periodiche del tempo a(t) sono caratterizzate da un periodo T tale che, per ogni t, sia a(t)=f(t+kT) con k intero qualsiasi. L’inverso del periodo f=1/T viene detto frequenza; f si misura in hertz [inverso del secondo]. Le funzioni periodiche sono caratterizzate da un valore massimo (o picco positivo) e da un valore minimo8, da un valore medio nel periodo e da un valore medio quadratico ( rms: root mean square) o valore efficace nel periodo Amedio 1 T t 0 T t0 a (t )dt Arms Aeff A 1 T t0 T a 2 (t )dt t0 Le funzioni periodiche a valor medio nullo si dicono alternative. Una funzione alternativa rettangolare ha il valore efficace coincidente con il valore massimo. Una funzione sinusoidale del tipo 2 a(t ) AM sen t AM sen2ft AM sent T è periodica di periodo T, frequenza f e pulsazione , fase iniziale , è alternativa ed il suo valore efficace è pari a A Aeff M 0,707... AM 2 Il punto di nullo più prossimo allo zeo è l’istante t*=-/. Pertanto se =0 la funzione è tipo seno, se =/2 la funzione è del tipo coseno. Una funzione b(t)=BMsen(t+) è sfasata dell’angolo (-) rispetto ad a(t); se tale angolo è positivo, b(t) è sfasata in anticipo rispetto a a(t), se è negativo è sfasata in ritardo rispetto ad a(t); se il suddetto angolo di sfasamento è nullo, le due grandezze si dicono in fase, se l’angolo di sfasamento è le due grandezze si dicono in opposizione di fase, se l’angolo è /2 le due grandezze si dicono in quadratura (in anticipo o ritardo). 8 Ovviamente una funzione costante è un caso banale di funzione periodica. 875077324 19 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 20 Lezione n.15 (19/5/2003) 2h Argomenti Metodo simbolico Operatori complessi Circuito R-C in regime sinusoidale Metodo simbolico Osserviamo che se consideriamo la somma o la differenza di due funzioni sinusoidali della stessa pulsazione otteniamo una grandezza sinusoidale della stessa pulsazione; moltiplicando una funzione sinusoidale per una costante positiva [negativa] abbiamo una funzione sinusoidale della stessa pulsazione in fase [in opposizione di fase]; derivando rispetto al tempo una funzione sinusoidale abbiamo una funzione sinusoidale della stessa pulsazione in quadratura in anticipo. Poiché il sistema fondamentale prevede relazioni del tipo anzidetto, se ne deduce che una soluzione sinusoidale di pulsazione è compatibile con un sistema in cui i generatori (i termini noti) siano sinusoidali della stessa pulsazione; applicando il principio di identità dei polinomi trigonometrici, si può anche concludere che la soluzione è unica; tutte le grandezze incognite hanno pulsazione . Le grandezze si diversificano quindi solo per l’ampiezza e la fase iniziale; possiamo quindi stabilire una corrispondenza biunivoca tra le funzioni sinusoidali e le coppie ordinate di numeri reali (numeri complessi) ossia i punti del piano cartesiano: a(t ) AM sent ( AM , ) A( Ax AM cos , Ay AM sin ) AM e j Ax jAy L’operatore di Eulero ej, formalmente definito come (cos+jsen), è un operatore di rotazione: applicandolo ad un vettore Ā (fasore) del piano della rappresentazione – corrispondente della grandezza sinusoidale a(t)- si ottiene un vettore ruotato di α. Se in particolare α=/2, si ha ej=j; un’altra rotazione di /2 porta al vettore opposto ad Ā: infatti ej=j2=-1; una ulteriore rotazione di /2 ci porta ad una rotazione complessiva ej3=j3=-j corrispondente ad una rotazione (“negativa”) di -/2: e-j/2=j=1/j; una ulteriore rotazione di /2 ci riporta sul vettore originario: ej2=j4=1 Alle operazioni di addizione, sottrazione e moltiplicazione per costante nel dominio nel tempo corrispondono addizione, sottrazione e moltiplicazione per costante nel dominio della rappresentazione simbolica. All’operazione di derivazione corrisponde una moltiplicazione per jω ovvero una rotazione di /2 ed una modifica dell’ampiezza. N.B. Nella corrispondenza la coppia ordinata di numeri reali può essere sostituita (per tutti i fasori) da un valore univocamente legato all’ampiezza (ad esempio il valore efficace) e da un riferimento angolare qualsiasi. Operatori complessi In generale le operazioni tra fasori corrispondono ad una rotazione e modifica di ampiezza. L’operatore che le descrive avrà la forma M M e j M x jM y M cos jMsen con M modulo dell’operatore, argomento dell’operatore. 875077324 20 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 21 Circuito R-C in regime sinusoidale Se consideriamo un circuito semplice costituito da un generatore ideale di tensione e(t)=EMsen(ωt+), un resistore di resistenza R ed un condensatore di capacità C, potremo ricavare per la corrente erogata dal generatore l’espressione e(t ) v R (t ) vc (t ) E VR Vc v R Ri R VR RI dvc I c jCVc dt X jarctg c EM E R I I M e ja e ic (t ) 2 2 R jX c R Xc ic C EM R X 2 2 c sen(t arctg Xc ) R dove Xc=1/ωC è la reattanza capacitiva. Lezione n.16 (21/5/2003) 2h Argomenti Impedenza ed ammettenza Nel metodo simbolico, il legame tra tensione e corrente per un bipolo si esprime nella forma (legge di Ohm alle grandezze simboliche): (***) V Z I oppure I YV (operatori di impedenza e di ammettenza) V VM e j VM j ( ) Z e Ze j R jX j I IM IM e I I 1 R X Y M e j ( ) Ye j e j G jB 2 j 2 2 V VM Z R X R X2 L’argomento φ, per motivi che vedremo in seguito, prende il nome di angolo di potenza. La parte reale R dell’operatore di impedenza è l’operatore di resistenza, il coefficiente della parte immaginaria X è l’operatore di reattanza. L’impedenza si misura in ohm. La parte reale G dell’operatore di ammettenza è l’operatore di conduttanza; il coefficiente dell’immaginario è l’operatore di suscettanza. L’ammettenza si misura in siemens. Da notare che G non è l’inverso di R e B non è l’inverso di X. Nel caso del resistore ideale si ha Ż=R+j0, Y G j 0 , con R=1/G pari al valore di resistenza. La tensione è in fase con l’intensità di corrente. Nel caso dell’induttore ideale si ha Ż=0+j(XL), Y 0 j ( BL ) , dove XL=L è la reattanza induttiva (mentre BL=1/L è la suscettanza induttiva). La tensione è in quadratura ed in anticipo rispetto all’intensità di corrente. Nel caso del condensatore ideale si ha Ż=0+j(-XC), Y 0 j ( BC ) , dove XC=1/C è 875077324 21 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 22 la reattanza capacitiva (mentre BC=C è la suscettanza capacitiva). La tensione è in quadratura ed in ritardo rispetto all’intensità di corrente. Queste considerazioni inducono ad interpretare l’operatore di impedenza come una “serie” formata da un resistore ideale R e da un reattore ideale X (=XL-XC), ovvero, con un grado di libertà, come un circuito RLC serie; l’operatore di ammettenza può essere a sua volta interpretato come un “parallelo” formato da un resistore ideale di conduttanza G e da un reattore ideale di suscettanza B (=BC-BL), ovvero, con un grado di libertà, come un circuito RLC parallelo. Data la relazione tra i due operatori, si deduce che ad ogni circuito RLC serie corrisponde un circuito RLC parallelo9. I casi X=0 e B=0 corrispondono ai circuiti risonanti (serie e parallelo) equivalenti a resistori ideali. Se R=X=0 siamo in presenza di un bipolo corto-circuito ideale. Se G=B=0 siamo in presenza di un bipolo aperto ideale. La (***) può essere scritta per qualsiasi bipolo formalmente rappresentabile, non solo del tipo RLC. Può essere scritta anche per un generatore reale o ideale: in tal caso il bipolo non può essere ricondotto ad un circuito equivalente RLC.10 Lezione n.17 (26/5/2003) 2h Argomenti Potenze in regime sinusoidale Consideriamo un bipolo di morsetti r-s funzionante in regime sinusoidale. Consideriamo la potenza istantanea assorbita dal bipolo: p rs t v rs t irs t VMrs sin t rs I Mrs sin t rs VMrs I Mrs cos rs rs cos2t rs rs 2 Vrs I rs cos rs rs cos2t rs rs Vrs I rs cos rs cos2t 2 rs rs Pmrs p frs (t ) La potenza istantanea quindi in genere non è una grandezza sinusoidale, ma è caratterizzabile da un valore medio Pm (detto potenza media, attiva o reale) e da una potenza fluttuante sinusoidale a pulsazione doppia. L’energia assorbita da un bipolo in un intervallo t pari ad un multiplo intero di periodi risulta pari a Pmt, in quanto il contributo della potenza fluttuante è nullo. Se l’intervallo t non fosse esattamente pari ad un multiplo intero di periodi, il contributo all’energia assorbita fornito dalla potenza fluttuante sarebbe tanto più trascurabile quanto più t è grande rispetto al periodo. La potenza fluttuante è tuttavia significativa. Basti pensare che essa ha un valore massimo superiore o uguale alla potenza media e che, considerando un bipolo reale, 9 Ovviamente con diversi valori di R,L,C (>0) e con un grado di libertà sulla scelta di L e C. Può tuttavia essere sostituito da un circuito RLC se risulta R0, G0. 875077324 10 22 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 23 le sollecitazioni meccaniche sono legate alla potena istantanea. Ad esempio all’albero di un motore potrebbe essere applicata una coppia istantanea anche superiore alla coppia media; ciò porterebbe ad una sollecitazione di torsione intollerabile ovvero ad una sollecitazione “a fatica” che limiterebbe le prestazioni meccaniche a lungo termine. Nel caso di bipoli resistivi, la potenza media è pari a RI2, dove I è il valore “efficace” (come se considerassimo un caso stazionario), mentre nel caso di bipoli induttore (=π/2) e condensatore (=-π/2) la potenza media è nulla . Per un circuito RLC l’angolo di potenza è compreso tra –π/2 e π/2 ed il fattore di potenza cos tra 0 ed 1. Se risulta cos<0 siamo sicuramente in presenza di un generatore o di un bipolo attivo (un bipolo si dirà passivo se in ogni condizione di funzionamento la potenza media assorbita risulterà negativa). La potenza apparente (che compare sulla targa dei dispositivi) è definita come prodotto del valore efficace della tensione per il valore efficace della corrente; essa è una quantità positiva ed è da intendersi come potenza di dimensionamento, in quanto il suo valore è proporzionale al volume occupato dal dispositivo (la distanza tra i morsetti è proporzionale alla tensione mentre la sezione dei conduttori è proporzionale all’intensità della corrente) e quindi al suo costo. Per ogni bipolo si può introdurre una grandezza complessa formale, detta potenza complessa, che abbia come modulo la potenza apparente e come argomento l’angolo di potenza . Essa si può ottenere moltiplicando il fasore della tensione per il coniugato del fasore dell’intensità di corrente ~ Prs Vrs I rs Vrs e j rs I rs e j rs Vrs I rs (cos rs jsen rs ) Prs jQrs La grandezza Qrs prende il nome di potenza reattiva. Poichè la potenza complessa è una potenza virtuale (le correnti coniugate sodddisfano per loro conto al 1° principio di Kirchhoff), per il teorema di Tellegen essa si conserva. Ne consegue la conservazione delle potenze reattive in una rete. Lezione n.18 (28/5/2003) 2h Argomenti Wattmetri Rifasamento Per la misura di potenza (anche virtuale) in regime stazionario o quasi stazionario, occorre considerare uno strumento ideale a quattro morsetti ordinati di cui due (1a2a) per la misura dell’intensità di corrente (linea amperometrica) e due (1v-2v) per la misura della tensione. + + + W 1a + 1v 2a W 2v 875077324 23 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 24 Nel caso stazionario, se consideriamo le linee interessate dalla intensità di corrente I e dalla tensione V relative allo stesso bipolo, lo strumento (wattmetro) indicherà la potenza assorbita o erogata (a seconda dei riferimenti scelti) dal bipolo. Se tensione e corrente non si riferiscono allo stesso ramo, lo strumento misurerà una potenza formale (o virtuale) pari al prodotto delle due grandezze. Analogamente, nel caso di grandezze variabili nel tempo, lo strumento costituirà un misuratore di potenza istantanea ( registratore, se dotato di memoria analogica o digitale). Se le grandezze sono sinusoidali si dar luogo alla lettura del valore medio in un intervallo pari ad un multiplo del periodo (o anche in un intervallo grande rispetto al periodo), utilizzando l’inerzia di un equipaggio mobile o operatori digitali: è questo il più diffuso impiego del wattmetro; con opportuna modifica, gli stessi strumenti posono dar luogo alla lettura della potenza reattiva (varmetri). Rifasamento La potenza reattiva Q assorbita da un bipolo è, in genere, dello stesso ordine di grandezza della potenza media P; nel caso di bipolo passivo, la potenza reattiva ci dà indicazione se il bipolo è prevalentemente di tipo ohmico-induttivo (Q>0) o di tipo ohmico-capacitivo (Q<0). Il dimensionamento di un bipolo è legato alla potenza apparente A VI P 2 Q 2 Per ottimizzare tale dimensionamento – a parità di potenza media in gioco e quindi di energia – occorrebbe che fosse Q=0. Tutti i bipoli dovrebbero essere modificati in maniera da avere tensione e correnti in fase. Ciò è in linea di principio possibile se tutti i generatori ideali sono in fase o in opposizione di fase. In tal caso sarebbe possibile “aggiungere” (in serie o in parallelo) una reattanza tale che la reattanza (o suscettanza) equivalente sia nulla, ossia i bipoli siano risonanti (rifasamento locale serie o parallelo). In genere questa soluzione risulta molto gravosa. Dal punto di vista industriale, un compromesso si ottiene considerando l’utenza (quasi sempre di tipo ohmico induttivo con angolo di potenza >26°) nel suo complesso ed inserendo un bipolo (condensatore in parallelo al carico) in maniera che l’Ente fornitore “veda” un fattore di potenza cosL>0,9 (L<26°). Dal bilancio di potenza complessa o da considerazioni sul diagramma vettoriale delle grandezze simboliche otteniamo che il valore della capacità necessaria a rifasare un carico di potenza P sotto tensione V vale P(tg tg L ) C V 2 Lezione n.19 (4/6/2003) 2h Argomenti Esercitazione collettiva sul regime sinusoidale Lezione n.20 (9/6/2003) 2h Argomenti 875077324 24 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 25 Introduzione ai sistemi trifase Chiusura del corso Sistemi trifase I sistemi trifase si inquadrano nella teoria generale degli n-poli, dove i “morsetti” sono n>2 (per n=2 si ritorna ai bipoli). Rinviando al prossimo corso per l’analisi e le sintesi degli n-poli (ed in particolare degli n-bipoli), si da qui un cenno sui sistemi di connessione di tripoli attraverso tre connessioni (linee o fasi 1-2-3 [RST nella nomenclatura ENEL], da cui la dizione di sistema trifase). Si individuano immediatamente tre correnti di linea I1,I2,I3 e tre tensioni concatenate V12,V23,V31. Le tre correnti di linea sono tra di loro dipendenti (come le tre tensioni concatenate). La loro somma è nulla. Sul piano della rappresentazione complessa le tre grandezze danno luogo ad una figura chiusa (triangolo in genere scaleno). Generatore Utilizzatore Generatore 2 2 Utilizzatore 1 1 3 3 0 Ou Og Il generatore trifase può essere rappresentato con tre generatori indipendenti di tensione stellati, ossia avente un morsetto collegato ad un unoco punto Og detto centro stella del generatore. Anche l’utilizzatore può essere rappresentato da una stella di impedenze di centro stella Ou. Se non c’è collegamento ulteriore tra i due centri stella il sistema si dirà puro. In questo caso la tensione tra i due centri stella è in genere diversa da zero e può essere calcolata attraverso la formula di Millman, a sua volta ricavata applicando il teorema di Norton. Le correnti di linea si ricavano di conseguenza. Un ulteriore collegamento può essere realizzato tra i due centri stella attraverso un conduttore (conduttore 0 o neutro) che qui consideriamo ideale. In 875077324 25 A. A. 2002/2003 Fondamenti di circuiti per allievi elettrici (I anno II sem.) – G.Lupò pag. 26 presenza del neutro la tensione tra i centri stella è nulla e le correnti dipendono dal generatore e dall’impedenza della singola linea (è la soluzione adottata in campo civile per l’utilizzazione dell’energia elettrica in bassa tensione, per avere carichi in funzionamento indipendente). Nel collegamento senza neutro il sistema si dice puro, in presenza del neutro si dice spurio. Se le tensioni dei generatori sono simmetriche (uguale valore efficace e sfasamento mutuo di 120°) e le impedenze sono uguali (carico equilibrato) la tensione tra i centri stella è nulla anche nei sistemi puri. Il sistema trifase è equivalente a tre sistemi monofasi I vantaggi dei sistemi trifase possono così sintetizzarsi: a) a parità di potenza media assorbita dall’utilizzatore, nel sistema simmetrico ed equilibrato si risparmia il 50% dei conduttori (nei sistemi spuri il 33%); b) la potenza istantanea assorbita da un sistema trifase simmetrico ed equilibrato risulta essere pari alla potenza media; vengono così evitate i gravosi inconvenienti (soprattutto di natura meccanica ) connessi con la potenza fluttuante. 875077324 26