PROVA SCRITTA DI ELETTROTECNICA DEL 10 MAGGIO 2017
Prof. Luigi Verolino
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Matricola:
Codice esame:
PIN:
 è l’ultima cifra non nulla della matricola:
Esercizio 1
Assumendo 𝑅 = 𝛼 e 𝑋𝐢 = 2, si determini il valore del determinante della matrice
delle impedenze per il doppio bipolo mostrato in figura.
Esercizio 2
Si determinino tutte le radici del polinomio
𝑃(π‘₯) = π‘₯ 4 − 3π‘₯ 3 + 3π‘₯ 2 − 3π‘₯ + 2 .
Esercizio 3
Supponendo che rete di figura sia forzata dal generatore di tensione
𝑒(𝑑) = 𝐸[1 − u(𝑑)] con 𝐸 = 𝛼 ,
si determinino le tensioni ai capi dei due condensatori in ogni istante di tempo,
assumendo che 𝑅𝐢 = 𝛼 π‘šπ‘ .
Valutazione della prova scritta
Esercizio 1
Esercizio 2
Esercizio 3
Complessivo
Valutazione della prova orale
Domanda 1
Domanda 2
Domanda 3
Voto finale
Esercizio 1
Si osserva preliminarmente che, anche se nella figura non viene riportata alcuna
convenzione, verrà fatta la convenzione dell’utilizzatore ad entrambe le porte e
si supporrà che il doppio bipolo sia rappresentato dalle due relazioni
{
𝑉1 = 𝑍̇11 𝐼1 + 𝑍̇𝑀 𝐼2 ,
𝑉2 = 𝑍̇𝑀 𝐼1 + 𝑍̇22 𝐼2 .
Essendo il dispositivo in prova assegnato costituito da bipoli passivi, per la
reciprocità, si può affermare che la matrice delle impedenze è simmetrica.
Orbene, se si apre la porta secondaria, ponendo 𝐼2 = 0, e si immagina di
alimentare la rete dalla porta primaria con un generatore di corrente non nulla
𝐼1 ≠ 0, si può scrivere che
𝑍̇11 =
𝑉1
𝐼1
= 𝑅 − 𝑗𝑋𝐢 = 𝛼 − 2𝑗 , 𝑍̇𝑀 =
𝑉2
𝐼1
= −𝑗𝑋𝐢 = −2𝑗 .
Similmente, se si apre la porta primaria, ponendo 𝐼1 = 0, e si immagina di
alimentare la rete dalla porta secondaria con un generatore di corrente non
nulla 𝐼2 ≠ 0, si ottiene
𝑍̇22 =
𝑉2
𝐼2
= −2𝑗𝑋𝐢 = −4𝑗 .
In definitiva, non è difficile concludere che il determinante associato alla matrice
delle impedenze risulta pari a
𝑍̇
| 11
𝑍̇𝑀
𝛼 − 2𝑗
𝑍̇𝑀
|=|
−2𝑗
𝑍̇22
−2𝑗
| = −4 − 4𝑗𝛼 .
−4𝑗
Esercizio 2
Adoperando la regola di Ruffini, risulta immediato verificare che
π‘₯ 4 − 3π‘₯ 3 + 3π‘₯ 2 − 3π‘₯ + 2 = (π‘₯ − 1)(π‘₯ − 2)(π‘₯ 2 + 1) .
Pertanto, si conclude che le quattro radici richieste valgono
π‘₯1 = 1 , π‘₯2 = 1 , π‘₯3 = −𝑗 , π‘₯4 = 𝑗 .
Esercizio 3
La rete è a regime per 𝑑 < 0, per cui i due condensatori si comportano come due
circuiti aperti e nella rete non circola alcuna corrente: le tensioni sui
condensatori sono costantemente pari ad 𝐸, sicché
𝑣1 (0) = 𝑣2 (0) = 𝐸 .
Per 𝑑 > 0, il generatore di tensione diventa un cortocircuito e risulta
{
𝑅𝑖 + 𝑣1 = 0 ,
𝑣1 = 𝑅𝑖2 + 𝑣2 ,
𝑖 = 𝑖1 + 𝑖2 = 𝐢 (
𝑑𝑣1 𝑑𝑣2
+
).
𝑑𝑑
𝑑𝑑
Eliminando le correnti, questo sistema diventa
𝑑𝑣1 𝑑𝑣2
+
) 𝑖 + 𝑣1 = 0 ,
𝑑𝑑
𝑑𝑑
{
𝑑𝑣2
𝑣1 = 𝑅𝐢
+ 𝑣2 ,
𝑑𝑑
𝑅𝐢 (
che, nel limite per 𝑑 → 0+ , fornisce i valori delle derivate
𝑑𝑣1 (0+ )
𝐸
𝑑𝑣2 (0+ )
=−
= −1 ,
=0.
𝑑𝑑
𝑅𝐢
𝑑𝑑
Eliminando la prima tensione
𝑣1 = 𝑅𝐢
𝑑𝑣2
+ 𝑣2 ,
𝑑𝑑
si ottiene immediatamente il seguente problema di Cauchy
𝑑 2 𝑣2
3 𝑑𝑣𝐢
𝑣𝐢
+
+
=0,
(𝑅𝐢)2
𝑑𝑑 2
𝑅𝐢 𝑑𝑑
𝑣2 (0) = 𝐸 = 𝛼 ,
𝑑𝑣2 (0+ )
=0.
{ 𝑑𝑑
Si tratta di risolvere un’equazione differenziale omogenea a coefficienti costanti,
la cui equazione caratteristica
πœ†2 +
3
1
πœ†+
=0
(𝑅𝐢)2
𝑅𝐢
presenta un discriminante positivo
βˆ†=
9
4
5
−
=
>0.
(𝑅𝐢)2 (𝑅𝐢)2 (𝑅𝐢)2
Le due radici reali e negative, pertanto, valgono
πœ†1 = −
3 + √5
−3 + √5
, πœ†2 =
.
2𝑅𝐢
2𝑅𝐢
Segue che l’integrale generale risulta pari a
𝑣2 (𝑑) = 𝐾1 eπœ†1𝑑 + 𝐾2 eπœ†2𝑑
ed, imponendo le due condizioni iniziali, si ottiene il sistema algebrico
{
πœ†2
πœ†1
𝐾1 + 𝐾2 = 𝐸 ,
→ 𝐾1 = −
𝐸 , 𝐾2 =
𝐸,
πœ†1 𝐾1 + πœ†2 𝐾2 = 0 ,
πœ†1 − πœ†2
πœ†1 − πœ†2
da cui è possibile ottenere l’andamento della tensione ai capi del secondo
condensatore
𝑣2 (𝑑) =
𝐸
𝐸
(πœ†2 eπœ†1𝑑 − πœ†1 eπœ†2𝑑 ) =
[(5 + 3√5)eπœ†1𝑑 + (5 − 3√5)eπœ†2𝑑 ] .
πœ†2 − πœ†1
10
Per derivazione, infine, si ottiene la tensione sul primo condensatore
𝑣1 = 𝑅𝐢
𝑑𝑣2
1
+ 𝑣2 =
[(1 − π›Όπœ†2 )eπœ†1𝑑 − (1 − π›Όπœ†1 )eπœ†2𝑑 ] .
𝑑𝑑
πœ†2 − πœ†1