Comitato economico e sociale europeo Bruxelles, 20 novembre 2009 ASSEMBLEA PLENARIA DEL 4 E 5 NOVEMBRE 2009 SINTESI DEI PARERI ADOTTATI Il presente documento è accessibile nelle lingue ufficiali sul sito Internet del CESE al seguente indirizzo: http://eesc.europa.eu/activities/press/summaries_plenaries/index_fr.asp Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp Rue Belliard/Belliardstraat 99 — 1040 Bruxelles/Brussel — BELGIQUE/BELGIË Tel. +32 25469011 — Fax +32 25134893 — Internet: http://www.eesc.europa.eu IT -1- INDICE 1. RISOLUZIONE ............................................................................................................................ 2 2. STRATEGIA DI LISBONA ......................................................................................................... 4 3. AMBIENTE E CAMBIAMENTO CLIMATICO...................................................................... 7 4. TRASPORTI ED ENERGIA ..................................................................................................... 12 5. COESIONE SOCIALE .............................................................................................................. 14 6. GIUSTIZIA, LIBERTÀ E SICUREZZA .................................................................................. 15 7. ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE .......................................................... 16 8. INTEGRAZIONE E CITTADINANZA ................................................................................... 17 9. SALUTE E PROTEZIONE DEI CONSUMATORI ............................................................... 19 10. ALIMENTAZIONE SOSTENIBILE ........................................................................................ 21 11. POLITICA MARITTIMA ......................................................................................................... 23 12. POLITICA REGIONALE ......................................................................................................... 24 13. ECONOMIA FINANZIARIA .................................................................................................... 25 14. MERCATO INTERNO .............................................................................................................. 27 Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… -2L'Assemblea plenaria del 4 e 5 novembre 2009 è stata caratterizzata mercoledì dalla presenza del Presidente del Parlamento europeo Jerzy BUZEK, dalla consegna del premio CESE 2009 per la società civile organizzata, nonché da un dibattito tematico sulla strategia di Lisbona e la crescita economica. La sessione plenaria è proseguita giovedì con l'adozione di una risoluzione sui cambiamenti climatici e con un dibattito tematico sulla conferenza di Copenaghen. Nel dibattito sono intervenuti Jöran HÄGGLUND, sottosegretario di Stato presso il ministro svedese delle Imprese e dell'energia, Jo LEINEN, membro del Parlamento europeo, presidente della commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare, e Olivier DELEUZE, direttore dell'Ufficio di collegamento presso l'Unione europea, Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP). Seguono il testo della risoluzione e la sintesi dei pareri adottati dal Comitato. 1. RISOLUZIONE Riferimento.: risoluzione Indietro non si torna - CESE 1676/2009 fin Ecco il testo della risoluzione sul tema I cambiamenti climatici adottata dal Comitato economico e sociale europeo: "Il Comitato economico e sociale europeo (CESE), in qualità di rappresentante istituzionale della società civile organizzata a livello dell'Unione europea, invia il seguente messaggio ai governi, ai leader, ai negoziatori e agli altri soggetti coinvolti nei negoziati di Copenaghen sui cambiamenti climatici nonché nella definizione e nell'attuazione delle politiche in questo campo: I cambiamenti climatici stanno già producendo in molte parti del mondo effetti negativi e forse irreversibili. Si tratta di problemi che nei prossimi anni potranno solo peggiorare, se i gas a effetto serra continueranno ad accumularsi nell'atmosfera terrestre al ritmo attuale. Le analisi scientifiche del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) e di altre fonti autorevoli mostrano molto chiaramente che, se si vogliono mantenere gli aumenti di temperatura entro i livelli di guardia, i paesi sviluppati dovranno ridurre le loro emissioni di gas a effetto serra di oltre l'80% entro il 2050. Per avviare il pianeta su un cammino realistico che lo porti a raggiungere questi obiettivi, le emissioni di tali paesi dovranno essere ridotte del 25-40% già entro il 2020 e i paesi emergenti e quelli in via di sviluppo dovranno compiere anch'essi sforzi significativi. L'imminente Conferenza di Copenaghen riveste al riguardo un'importanza cruciale. Un suo successo potrebbe infatti avviare nei prossimi anni le economie di tutto il mondo sulla strada della riduzione delle emissioni e del mantenimento degli aumenti di temperatura su livelli gestibili. Viceversa, un suo fallimento potrebbe condurre il pianeta su una strada ancora più pericolosa, ossia verso l'accelerazione del riscaldamento globale e i disastri ecologici che ne deriverebbero. Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… -31. In questo momento cruciale, il Comitato economico e sociale europeo invita i governi, i leader e i negoziatori a raddoppiare gli sforzi per raggiungere un accordo universale e vincolante che unisca tutti i paesi e i loro cittadini in un'azione comune per ridurre i livelli delle emissioni nei prossimi anni e salvaguardare così il pianeta che è la nostra dimora e quella delle generazioni future. 2. L'Unione europea si è offerta di impegnarsi a ridurre le emissioni del 30% entro il 2020 se anche altre economie compiranno sforzi analoghi. L'Europa ha ripetutamente invocato un impegno simile da parte dei paesi terzi sviluppati e ha chiesto ai paesi emergenti - che stanno rapidamente eguagliando o addirittura superando il primato di quelli sviluppati in fatto di emissioni - di compiere anch'essi degli sforzi significativi. Il Comitato chiede alle istituzioni dell'Unione europea di mantenere con fermezza tale posizione. 3. Il Comitato esprime la sua profonda preoccupazione per il fallimento dei negoziati finora condotti per imprimere la svolta fondamentale necessaria. Quali che siano gli sviluppi finali della Conferenza di Copenaghen, il Comitato esorta le istituzioni dell'UE a non cedere alla tentazione di addurre a pretesto un eventuale sostegno insufficiente da parte di paesi terzi per ridimensionare le ambizioni dell'Unione o per ridurne l'impegno al livello che a Copenaghen emergerà eventualmente come il minimo comune denominatore globale. Questo, infatti, sarebbe un fatto estremamente negativo tanto per l'Europa quanto per il resto del mondo. Anche se a Copenaghen non vi è ancora una condivisione universale degli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni proposti dall'Europa, il Comitato esorta le istituzioni europee a mantenere l'impegno dell'Unione su tali livelli e ad adoperarsi, mettendo in atto le misure necessarie, per stringere una robusta coalizione con tutti i paesi terzi, sviluppati e in via di sviluppo, disposti a impegnarsi su obiettivi altrettanto ambiziosi. 4. L'Unione europea dovrebbe continuare a portare avanti le trasformazioni industriali e sociali necessarie per conseguire l'obiettivo di una riduzione del 30% entro il 2020, in quanto elemento centrale della transizione della sua economia verso un nuovo modello ecosostenibile e a basse emissioni di carbonio. Abbiamo bisogno di uno sforzo senza precedenti di ricerca e sviluppo nel settore energetico per poter offrire alternative tecniche credibili ai cittadini, alle imprese e alle autorità pubbliche. Sul piano dell'azione politica, la crisi ecologica non può più essere scissa da quella sociale. Entrambe, infatti, ci dovrebbero spingere a definire un nuovo modello di produzione e di consumo. Occorre considerare questa trasformazione non come un male necessario, bensì come una sfida per creare una nuova ondata di quelle innovazioni tecnologiche e sociali che in futuro costituiranno la migliore garanzia di posti di lavoro sostenibili, di vantaggi competitivi e di benessere sociale. Il Comitato insiste affinché questo obiettivo sia posto al centro della nuova strategia dell'Unione europea per il 2020, destinata a integrare i principali obiettivi di quelle esistenti in materia di sviluppo e crescita sostenibile, di clima e di energia. 5. Per molti paesi in via di sviluppo, e soprattutto per quelli meno sviluppati, l'aggravarsi dei cambiamenti climatici determina una situazione di grande difficoltà. Pur avendo le minori Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… -4responsabilità per tali cambiamenti, i più poveri di detti paesi sono spesso fra quelli più gravemente colpiti. Perché la Conferenza di Copenaghen sia un successo, il mondo sviluppato deve offrire a quello in via di sviluppo solide garanzie di nuove e cospicue fonti di finanziamento supplementare per aiutarlo a far fronte ai gravi problemi dell'adattamento ai cambiamenti climatici e ad attuare tempestivamente le misure necessarie a mitigarli. La Commissione europea ha di recente presentato proposte significative riguardo ai livelli di sostegno che l'Europa deve garantire nel quadro di questo partenariato nonché ai modi in cui tale sostegno dovrebbe essere gestito. Il Comitato esorta le istituzioni dell'UE a pervenire in tempi rapidi alla fase in cui tali proposte potranno essere presentate al tavolo dei negoziati come un'offerta irrevocabile e utilizzate per stimolare offerte analoghe da parte di altre economie sviluppate. 6. I cambiamenti climatici interessano l'intera società civile. Imprese, sindacati e altre organizzazioni della società civile dovranno pertanto essere tutte coinvolte in tutti gli sforzi da compiere per mitigare gli effetti di tali cambiamenti e adattarsi ad essi. In quanto rappresentante della società civile organizzata, il Comitato ha potuto constatare in tutta Europa una crescente consapevolezza dell'entità di questa sfida e una crescente disponibilità ad affrontare i cambiamenti da apportare ai nostri modelli di produzione e consumo e al nostro stile di vita. Il Comitato esorta i leader e i negoziatori dell'Unione europea a guidarci con decisione su questa strada. Indietro non si può, non si deve tornare". 2. STRATEGIA DI LISBONA La strategia di Lisbona dopo il 2010 Relatore generale: Wolfgang GREIF (Lavoratori - AT) Riferimenti: parere esplorativo richiesto dalla futura presidenza spagnola - CESE 1722/2009 Punti chiave: Il CESE è favorevole alla prosecuzione di una strategia globale e integrata dopo il 2010. Tuttavia è anche dell'avviso che né un "Ritorno a Lisbona 2000" né un "Proseguimento della stessa strategia eventualmente con una maggiore attenzione all'ambiente" siano la risposta adeguata alle sfide attuali. Queste sfide, per esempio la crisi finanziaria ed economica e i problemi sociali che ne derivano, la globalizzazione dell'economia, la necessità di migliorare il funzionamento del mercato interno, la politica energetica e il cambiamento climatico, le tendenze demografiche e i flussi di migrazione, richiedono a livello europeo una nuova e ampia strategia post 2010, la quale: a) faccia fronte a dette sfide, b) ponga rimedio alle carenze a livello di attuazione, c) venga promossa nel quadro di una responsabilità comune europea e d) sia in grado di coniugare in modo coerente tutte le strategie dell'UE (piano di ripresa economica, strategia di Lisbona, sviluppo sostenibile, lotta al cambiamento climatico). Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… -5- Il CESE propone di evidenziare il nuovo orientamento strategico, per esempio ribattezzando la nuova strategia europea con un nome diverso. Il parere contiene un lungo elenco di raccomandazioni politiche, che invitano i responsabili politici a pensare in modo europeo e agire in base a progetti europei; seguono alcune raccomandazioni relative agli obiettivi della strategia di Lisbona e infine alcune raccomandazioni in materia di governance. Persona da contattare: Gilbert Marchlewitz (Tel. 0032 25469358 - E-mail [email protected]) Energia e clima - Strategia di Lisbona Relatrice generale: Ulla SIRKEINEN (Datori di lavoro - FI) Riferimenti: parere di iniziativa - CESE 1717/2009 Punti chiave: Il CESE sottolinea che l'UE deve fare tutto il possibile per raggiungere un accordo internazionale sui cambiamenti climatici che crei condizioni uniformi a livello mondiale, compreso un sistema di scambio internazionale di quote di emissione o sistemi compatibili. La società civile e le parti sociali devono partecipare attivamente all'enorme sforzo di ristrutturazione delle nostre economie. Il CESE è disposto e pronto a fare la propria parte. La strategia di Lisbona rinnovata deve includere un piano d'azione per un'economia a basso tenore di carbonio. Ciò deve avvenire nel rispetto dei tre pilastri dello sviluppo sostenibile (economico, ambientale e sociale) e senza perdere di vista l'obiettivo globale della competitività, della crescita e dell'occupazione. Persona da contattare: Juri Soosaar (Tel. 0032 25469628 - E-mail [email protected]) Dimensione esterna della strategia di Lisbona rinnovata Relatore generale: Luca JAHIER (Attività diverse - IT) Riferimenti: parere di iniziativa - CESE 1718/2009 Punti chiave: Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… -6Le sfide poste dall'emergere delle nuove potenze globali e dalla crisi finanziaria ed economica internazionale evidenziano la necessità per l'Europa di dotarsi di una rinnovata strategia esterna complessiva, più coerente e incisiva. Il CESE ritiene che per consentire il migliore sviluppo e assicurare un consenso politico diffuso su un progetto così impegnativo e assertivo della propria agenda esterna, l'UE necessiti di un deciso rafforzamento del ruolo delle parti sociali e della società civile organizzata, sia in Europa che nei paesi terzi. Il CESE propone che un adeguato piano d'azione dell'UE debba essere finalizzato a rafforzare la presenza dell'Europa e il suo ruolo nel nuovo scenario della globalizzazione: sviluppando le politiche esterne dell'UE e gli aspetti esterni delle altre politiche dell'Unione, secondo una logica strutturale, rafforzandone la coerenza complessiva e accrescendo l'unità d'azione degli Stati membri, garantendo un'apertura equilibrata dei mercati, attraverso la conclusione del ciclo di Doha e un dialogo strutturato con i propri partner privilegiati, consolidando il proprio ruolo di potenza normativa internazionale e perseguendo una politica internazionale basata sulla promozione dei diritti, rafforzando la dimensione internazionale dell'euro, assumendo l'obiettivo di costruire un'ampia zona di sviluppo e crescita economica privilegiata, che potremmo chiamare "EurAfrica: un'alleanza per il progresso reciproco", obiettivo legato al rapido completamento dell'allargamento dell'Unione, alla politica di vicinato, all'Unione mediterranea e a un partenariato rafforzato con l'Africa. Il CESE ha tutti gli strumenti per svolgere un ruolo sempre più significativo nel consolidamento e nello sviluppo di sistemi partecipati di monitoraggio e coinvolgimento attivo della società civile in quasi tutte le aeree del mondo. Persona da contattare: Juri Soosaar (Tel. 0032 25469628 - E-mail [email protected]) Università per l'Europa Relatore generale: Joost VAN IERSEL (Datori di lavoro - NL) Riferimenti: parere di iniziativa - CESE 1719/2009 Punti chiave: Il CESE è dell'avviso che alle università spetti un ruolo essenziale all'interno del triangolo della conoscenza, composto dall'istruzione, dalla ricerca e dall'innovazione. Inoltre, le Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… -7università dovrebbero essere considerate fondamentali per assicurare uno sviluppo socioeconomico sostenibile in Europa. Il CESE evidenzia la necessità di giungere a una metodologia europea comune per valutare i risultati e raccogliere dati comparabili. Il CESE è inoltre favorevole alle piattaforme di consulenza in materia di istruzione a livello europeo e nazionale, alle quali devono partecipare anche rappresentanti della società civile. Il CESE sostiene altresì l'integrazione coerente delle università nella strategia di Lisbona rinnovata, nell'ambito dello Spazio europeo dell'insegnamento superiore (SEIS) e dello Spazio europeo della ricerca (SER). Persona da contattare: Juri Soosaar (Tel. 0032 25469628 - E-mail [email protected]) 3. AMBIENTE E CAMBIAMENTO CLIMATICO Verso un accordo organico sui cambiamenti climatici Relatore: Thomas MCDONOGH (Datori di lavoro - IE) Riferimenti: COM(2009) 39 def. - CESE 1705/2009 Punti chiave: Il CESE raccomanda, in linea con i dati scientifici, un obiettivo di lungo periodo (per il 2050) di 2 tonnellate di CO2-eq all'anno pro capite allo scopo di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2° C. Il CESE afferma che l'UE dovrebbe prefiggersi come obiettivo chiaro e inequivocabile una riduzione intermedia, entro il 2020, di almeno il 30% delle emissioni globali di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990, a condizione che vi siano riduzioni comparabili da parte degli altri paesi sviluppati e dei paesi in via di sviluppo economicamente più avanzati. I paesi sviluppati dovrebbero impegnarsi a ridurre le emissioni di gas serra, entro il 2050, di almeno l'80% rispetto ai livelli del 1990. Il CESE concorda con l'opinione della Commissione secondo cui i paesi in via di sviluppo dovrebbero impegnarsi collettivamente (ad eccezione dei paesi africani meno sviluppati) a contenere l'incremento delle emissioni, entro il 2020, tra il 15% e il 30% in meno rispetto alla progressione prevista. Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… -8Nei negoziati che si svolgeranno a Copenaghen dovrebbero essere incluse le emissioni di gas a effetto serra generate dal trasporto aereo e marittimo. Occorre mettere a disposizione risorse finanziarie adeguate per le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (RS&D) in materia di cambiamenti climatici a livello mondiale (e regionale). La crisi economica attuale non deve essere addotta a pretesto per non prendere misure decisive e urgenti in materia di lotta ai cambiamenti climatici. Persona da contattare: Robert Kaukewitsch (Tel. 0032 25462366 - E-mail [email protected]) Prospettive della strategia per lo sviluppo sostenibile Relatore: Ernst Erik EHNMARK (Lavoratori - SE) Riferimenti: parere esplorativo - CESE 1706/2009 Punti chiave: Il CESE conviene con la Commissione sulla necessità che nel prossimo periodo la strategia dia la priorità a interventi in quattro ambiti principali: un’economia a basse emissioni di carbonio, la protezione della biodiversità, le risorse idriche e le altre risorse naturali, la promozione dell'inclusione sociale e il rafforzamento della dimensione internazionale dello sviluppo sostenibile. Il Comitato si rammarica tuttavia che la Commissione non abbia sviluppato maggiormente l'analisi e formulato proposte specifiche circa gli obiettivi, i calendari e le azioni in questi ambiti. Per essere efficace, la strategia dell'UE per lo sviluppo sostenibile (SSS) richiede una struttura di governance interamente nuova, con un'adeguata dotazione di personale e di fondi, e meccanismi che permettano di controllare l'attuazione della strategia. Il CESE invita il Consiglio e la Commissione a fare della SSS dell'UE una metastrategia per tutte le politiche dell'Unione. Tutte le altre strategie dell'UE che hanno orizzonti temporali più brevi devono contribuire al raggiungimento degli obiettivi di una futura SSS dell'UE. Numerose politiche che vengono decise adesso avranno delle ripercussioni per i prossimi decenni. Le misure a breve termine non devono compromettere le opportunità di sviluppo delle generazioni future. La Commissione dovrebbe essere invitata a predisporre la nuova strategia di Lisbona (o strategia di Lisbona per il 2020) in modo tale da dimostrare chiaramente in quale modo le azioni proposte nel quadro di tale strategia appoggeranno la transizione a lungo termine Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… -9verso un modello di sviluppo più sostenibile e verso gli obiettivi specifici della strategia per lo sviluppo sostenibile. Analogamente si dovrebbe esigere che le future prospettive finanziarie, i fondi strutturali, la PAC, i programmi quadro per la R&S e tutte le altre principali strategie e programmi a livello europeo dimostrino in quale modo contribuiscono alla realizzazione degli obiettivi della strategia per lo sviluppo sostenibile. Il PIL nella sua forma attuale non può continuare ad essere un parametro decisivo ai fini della definizione delle politiche. Il progresso e il benessere umano andrebbero misurati in maniera differente rispetto a quanto fatto sinora. Il CESE sostiene con forza lo sviluppo e l'applicazione di indicatori di progresso che vadano oltre il PIL. In tale contesto occorre condurre anche una discussione sui valori che l'UE intende promuovere. Persona da contattare: Annika Korzinek (Tel. 0032 25468065 - E-mail [email protected]) L'adattamento ai cambiamenti climatici: verso un quadro d'azione europeo (Libro bianco) Relatore: Frederic Adrian OSBORN (Attività diverse - UK) Riferimenti: COM(2009) 147 def. - CESE 1707/2009 Punti chiave: Il CESE ritiene che ad alcune delle azioni proposte dalla Commissione non sia stata attribuita la necessaria urgenza e che esse non siano sufficientemente specifiche. In particolare, il Comitato raccomanda vivamente di: rafforzare il ruolo della strategia europea di coordinamento che riunisce una serie di strategie nazionali di adattamento, prevedere un calendario più serrato per il successivo sviluppo della strategia, dando particolare rilievo alle questioni o agli ambiti che possono richiedere l'adozione di misure più urgenti di adattamento, istituire un comitato od organo indipendente ad alto livello con il compito di monitorare i progressi compiuti in Europa in materia di mitigazione e adattamento nonché di richiamare l'attenzione del pubblico sugli ambiti in cui tali progressi sono insufficienti, attivarsi precocemente per quantificare il livello delle spese di adattamento che saranno probabilmente necessarie in Europa (paragonabile ai lodevoli sforzi già compiuti dalla Commissione per quantificare le esigenze dei paesi in via di sviluppo a tale riguardo), Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 10 potenziare gli sforzi tesi a coinvolgere il pubblico e la società civile nella messa a punto di piani ed azioni in materia di adattamento. Persona da contattare: Annika Korzinek (Tel. 0032 25468065 - E-mail [email protected]) Finanziamenti internazionali per il clima: una proposta europea in vista di Copenaghen Relatrice generale: Lavinia ANDREI (Attività diverse - RO) Riferimenti: COM(2009) 475 def. - CESE 1708/2009 Punti chiave: Il CESE accoglie con favore queste proposte tempestive e invita le istituzioni ad esaminarle con urgenza, in modo che esse possano effettivamente contribuire al buon esito della conferenza di Copenaghen. La comunicazione della Commissione costituisce un buon punto di partenza, dato che sinora i paesi industrializzati non hanno voluto fornire cifre relative all'impegno finanziario. I finanziamenti per il clima non vanno considerati come aiuti volontari ma come un obbligo, sancito dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), di fornire ai paesi in via di sviluppo risorse finanziarie nuove, complementari, adeguate e prevedibili. I paesi industrializzati sono obbligati a rispettare il principio, contenuto nella Convenzione, della responsabilità comune ma differenziata. Come l'UE ha riconosciuto nel quadro della Convenzione, i paesi in via di sviluppo necessitano di aiuti consistenti per lottare contro i cambiamenti climatici. Il CESE è favorevole alla proposta dell'UE, di un finanziamento rapido da parte dei paesi industrializzati, dell'importo di 5-7 miliardi di euro all'anno per il periodo che va fino al 2013. Il Comitato apprezza anche l'approccio positivo della Commissione riguardo ad azioni volte a fare dei trasporti aerei e marittimi una fonte di finanziamento. D'altro canto, già si segnala chiaramente che l'offerta dell'UE è troppo modesta. Molte organizzazioni non governative e vari economisti delle Nazioni Unite hanno osservato che, in base ad una stima prudente, il necessario finanziamento dei paesi in via di sviluppo da parte di quelli sviluppati ammonterebbe approssimativamente a 150 miliardi di dollari (circa 110 miliardi di euro) all'anno per il periodo di impegno 2013-2017. Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 11 Il CESE è preoccupato anche per la visione dell'UE in merito agli investimenti privati nazionali nei paesi in via di sviluppo, dato che l'UE non ha trovato un modo per assicurarsi che gli Stati membri utilizzino i proventi del suo sistema di scambio dei diritti di emissione per investimenti nel campo delle energie pulite. Persona da contattare: Robert Kaukewitsch (Tel. 0032 25462366 - E-mail [email protected]) Trasformare la crisi economica in un'opportunità per una nuova era energetica Relatore: Frederic Adrian OSBORN (Attività diverse - UK) Riferimenti: parere esplorativo richiesto dalla presidenza svedese - CESE 1700/2009 Punti chiave: Quest'anno il Consiglio e il Parlamento hanno adottato un fitto programma in materia di clima ed energia, il cui obiettivo è ridurre le emissioni del 20-30% entro il 2020. Tuttavia, tale programma deve ancora essere messo in atto e saranno presto necessarie altre azioni per avvicinarsi all'obiettivo fissato per il 2050. Esiste un margine non trascurabile per adottare una strategia ecoefficiente, con effetti positivi su tutti i fronti (win-win), che contribuirà alla ripresa economica, a una maggiore competitività dell'economia e alla creazione di nuovi posti di lavoro, e al tempo stesso trasformerà la base di approvvigionamento energetico e ridurrà le emissioni in misura significativa. Il CESE propone che la Commissione e le altre istituzioni concentrino i loro nuovi sforzi su un numero limitato di sfide specifiche. Il Comitato ha individuato in particolare tre trasformazioni: il passaggio all'energia solare e ad altre fonti energetiche rinnovabili, il passaggio all'automobile interamente elettrica, il passaggio alla casa a zero emissioni di CO2. Il CESE propone inoltre di introdurre un nuovo tipo di eurobbligazioni "verdi" che fornirebbero risorse finanziarie supplementari per sostenere alcuni di questi cambiamenti. Il CESE esorta a far sì che una nuova iniziativa per l'ecoefficienza, lungo le linee tracciate nel parere, sia posta al centro della nuova strategia di Lisbona per orientare il progresso verso un futuro più sostenibile. Persona da contattare: Sébastien Occhipenti (Tel. 0032 25468424 - E-mail [email protected]) Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 12 - 4. TRASPORTI ED ENERGIA Orientamenti comunitari per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti (rifusione) Parere di categoria C Riferimenti: COM(2009) 391 def. - 2009/0110 (COD) - CESE 1701/2009 Persona da contattare: Sébastien Occhipenti (Tel. 0032 25468424 - E-mail [email protected]) Controllo dei trasporti su strada di merci pericolose Parere di categoria C Riferimenti: COM(2009) 446 def. - 2009/0123 (COD) - CESE 1702/2009 Persona da contattare: Georgios Karageorgos (Tel. 003225468754 - E-mail [email protected]) Relazione sui progressi nelle energie rinnovabili Relatrice: Lavinia ANDREI (Attività diverse - RO) Riferimenti: COM(2009) 192 def. - CESE 1698/2009 Punti chiave: L'UE e i suoi Stati membri dovrebbero continuare a promuovere attivamente una politica ambiziosa per il clima. L'uso di risorse rinnovabili potrebbe rappresentare uno degli strumenti principali per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e anche per assicurare all'Europa l'indipendenza energetica e la sicurezza degli approvvigionamenti. Il Comitato giudica poco probabile che l'UE riesca a conseguire gli obiettivi stabiliti per il 2010 dalla direttiva 2001/77/CE e dalla direttiva 2003/30/CE, e sollecita gli Stati membri ad adottare misure responsabili e ad adoperarsi al massimo per realizzare gli obiettivi convenuti entro il 2010. Il CESE fa presente la necessità che l'UE disponga di un'unica strategia energetica di lungo periodo. Inoltre, il mercato dell'elettricità necessita di un quadro normativo a lungo termine stabile e prevedibile. Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 13 Il settore delle energie rinnovabili offrirà molteplici possibilità per la creazione di posti di lavoro in Europa e per lo sviluppo regionale. I produttori agricoli e le PMI potrebbero svolgere un ruolo chiave in questo settore. Il Comitato rammenta che nel settore dei trasporti l'efficienza energetica dovrebbe costituire la priorità assoluta, seguita eventualmente dall'uso dei biocarburanti, sempre che per questi si arrivi a un metodo di produzione sostenibile. Per conseguire i loro obiettivi gli Stati membri dovrebbero diversificare le tecnologie. Visti i timori circa un eccessivo sfruttamento delle foreste, il CESE raccomanda che provvedimenti e decisioni importanti riguardo alla biomassa utilizzata per la produzione di energia vengano adottati solo dopo che sarà stato instaurato un sistema di monitoraggio appropriato. La Commissione dovrebbe prendere in considerazione lo stanziamento di fondi adeguati per sensibilizzare maggiormente il pubblico ed educare i cittadini dell'Unione europea sulla problematica dell'energia. Per le prossime relazioni sui progressi in questo campo, la Commissione dovrebbe considerare anche l'opzione del monitoraggio e di relazioni sul trattamento e sul riciclaggio delle attrezzature connesse alla produzione di energia da fonti rinnovabili che abbiano raggiunto la fine del loro ciclo di vita. Persona da contattare: Sven Dammann (Tel. 0032 25469366 - E-mail [email protected]) Diritti per le misure di sicurezza dell’aviazione Relatore: Marius Eugen OPRAN (Datori di lavoro - RO) Riferimenti: COM(2009) 217 def. - 2009/0063 (COD) - CESE 1699/2009 Persona da contattare: Aleksandra Klenke (Tel. 0032 25469899 - E-mail [email protected]) Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 14 5. COESIONE SOCIALE Inclusione sociale Relatrice: Brenda KING (Datori di lavoro - UK) Riferimenti: parere esplorativo richiesto dalla presidenza svedese - CESE 1711/2009 Punti chiave: Il CESE: accoglie con favore l'ambizione della presidenza svedese di adottare misure volte a ridurre al minimo la disoccupazione, diminuire il numero di persone escluse, favorire il reinserimento nel mercato del lavoro di coloro che sono disoccupati, e creare posti di lavoro sostenibili e duraturi, ritiene che la strategia dell'Unione europea per la crescita e l'occupazione dovrà rivolgere una maggiore attenzione agli obiettivi della coesione sociale. L'occupazione non consente automaticamente di evitare l'esclusione e di scongiurare il rischio della povertà, ma resta comunque il modo migliore per promuovere l'inclusione sociale, ritiene che si debba dedicare maggiore attenzione alle persone che sono più distanti dal mercato del lavoro, intensificando in particolare gli sforzi per l'attuazione dei principi comuni sull'inclusione attiva approvati dal Consiglio nel dicembre 2008, raccomanda di utilizzare il metodo aperto di coordinamento per individuare le migliori pratiche per quanto riguarda le transizioni nella vita, nonché per affrontare gli ostacoli strutturali al mercato del lavoro e alla partecipazione sociale in generale, è consapevole del ruolo che svolgono la protezione e i servizi sociali per tutti i cittadini e ne sottolinea la particolare importanza per i gruppi svantaggiati come i poveri, i meno qualificati, gli immigrati, le minoranze etniche e culturali, i disabili, coloro che vivono isolati e le persone che dispongono di alloggi inadeguati o che sono senza fissa dimora, raccomanda vivamente che il diritto di partecipare e di accedere alle attività di apprendimento e formazione lungo tutto l'arco della vita venga effettivamente riconosciuto a tutti i cittadini, in considerazione dell'importanza che tali attività rivestono ai fini del miglioramento dell'occupabilità dei cittadini, insiste sull'importanza del coordinamento e della cooperazione a livello nazionale e locale, con il coinvolgimento delle autorità pubbliche, delle parti sociali e della società civile, non solo in ambito occupazionale ma anche nel campo degli alloggi, della sanità e dell'inclusione territoriale, sottolinea il ruolo del dialogo interculturale per la sua capacità di creare fiducia in un futuro comune e in valori civili quali l'equità, la tolleranza, il rispetto per la libertà e la democrazia, l'uguaglianza di genere, la solidarietà e la responsabilità sociale, e per la creazione di un senso di appartenenza e di riconoscimento reciproco. Persona da contattare: Judite Berkemeier (Tel. 0032 25469897 - E-mail [email protected]) Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 15 - Servizi di interesse economico generale: come ripartire le responsabilità tra l'UE e gli Stati membri? Relatore: Raymond HENCKS (Lavoratori - LU) Riferimenti: parere di iniziativa - CESE 1696/2009 Persona da contattare: Ágota Bazsik (Tel. 0032 25468658 - E-mail [email protected]) 6. GIUSTIZIA, LIBERTÀ E SICUREZZA Diritti fondamentali nelle politiche e nella legislazione europea in materia di immigrazione Relatore: Luis Miguel PARIZA CASTAÑOS (Lavoratori - ES) Riferimenti: parere di iniziativa - CESE 1710/2009 Punti chiave: Il CESE ha deciso di elaborare un parere di iniziativa per proporre che le politiche e la legislazione dell'UE in materia di immigrazione e frontiere rispettino adeguatamente i diritti umani e mettano la libertà e la sicurezza di tutte le persone al centro delle loro preoccupazioni. Con molte difficoltà politiche in sede di Consiglio, l'UE si sta dotando di un quadro legislativo comune in materia di immigrazione che offre diritti e garanzie sovranazionali e che va oltre le legislazioni soggette a modifiche (e a volte restrittive) degli Stati membri. Il CESE considera positivi i progressi fatti. Tuttavia, il carattere di armonizzazione minimalista di molte di queste norme rende ardua e limitata l'applicazione di garanzie piene e adeguate per la protezione dei diritti umani. Il CESE sostiene che la politica e la legislazione in materia d'immigrazione debbano essere basate sul pieno rispetto dei diritti umani di tutte le persone, sulla parità di trattamento e sulla non discriminazione. I diritti fondamentali dovrebbero essere riconosciuti a tutte le persone e non soltanto ai cittadini dell'Unione. Persona da contattare: Pierluigi Brombo (Tel. 0032 25469718 - E-mail [email protected]) Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 16 - Spazio di libertà, sicurezza e giustizia (Stoccolma) Relatore: Luis Miguel PARIZA CASTAÑOS (Lavoratori - ES) Correlatore: Cristian PÎRVULESCU (Attività diverse - RO) Riferimenti: COM(2009) 262 def. - CESE 1714/2009 Punti chiave: Le politiche in materia di sicurezza e giustizia devono proteggere i valori della libertà. Il CESE ritiene che il punto di partenza di queste politiche debba essere la protezione dei diritti fondamentali garantiti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Il CESE propone che la nuova Commissione europea consideri le politiche di immigrazione e asilo come strettamente legate alla protezione dei diritti fondamentali nell'ambito di uno stesso approccio politico. Con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, le politiche concernenti lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia disporranno di basi giuridiche più ampie e, di conseguenza, il CESE ritiene che l'Unione europea avrà la possibilità di raggiungere obiettivi più ambiziosi di quelli proposti dalla Commissione. 7. Persona da contattare: Pierluigi Brombo (Tel. 0032 25469718 - E-mail [email protected]) ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE Nuove competenze per nuovi lavori Relatrice: Vladimíra DRBALOVÁ (Datori di lavoro - CZ) Riferimenti: COM(2008) 868 def. - CESE 1712/2009 Punti chiave: Il CESE concorda sulla necessità di creare capacità e meccanismi di previsione delle competenze in funzione delle esigenze del mercato del lavoro, a livello sia degli Stati membri che dell'UE. Il miglioramento delle competenze a tutti i livelli è una condizione essenziale tanto per un rilancio a breve termine dell'economia quanto per uno sviluppo più a lungo termine e per aumentare la produttività, la competitività e l'occupazione, nonché per garantire pari opportunità e la coesione sociale. Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 17 - Il CESE appoggia ulteriori miglioramenti delle capacità di previsione, a livello europeo, delle competenze necessarie, come ad esempio il miglioramento di metodi e banche dati e parallelamente - l'aggiornamento delle previsioni di offerta e domanda che consentono di analizzare le disparità. Il CESE raccomanda di ampliare ulteriormente la definizione di "competenze" in relazione alle diverse prassi in uso negli Stati membri. Va tuttavia constatato che non esistono strumenti che consentano di prevedere a colpo sicuro le esigenze future e che, nel quadro della globalizzazione, anche la divisione mondiale del lavoro non è stabile nel medio termine, mentre la durata delle formazioni corrisponde, con tutta probabilità, proprio a questo "medio termine". Il CESE invita a sfruttare pienamente le potenzialità già esistenti sui mercati del lavoro, a rafforzare l'adattabilità dei lavoratori, a migliorare la qualità dei posti di lavoro attuali e a creare nuovi posti di lavoro produttivi, nonché a sviluppare le potenzialità del nuovo mercato cosiddetto "verde". Il CESE approva pienamente l'idea di un partenariato e di una cooperazione tra tutte le parti interessate. Riconosce in particolare il contributo delle parti sociali, in quanto attori principali del mercato del lavoro, e della società civile. Il CESE pone l'accento in particolare su una cooperazione stretta ed efficace tra gli istituti di istruzione e le imprese, che dovrebbe portare a cambiamenti costruttivi dei sistemi di istruzione, alla diminuzione dei casi di abbandono scolastico precoce e ad un aumento della capacità di attrazione delle materie tecniche. Tale cooperazione dovrebbe anche portare al miglioramento qualitativo degli apprendistati, dell'istruzione generale di base impartita agli studenti e della formazione per gli insegnanti, nonché al potenziamento dei sistemi di orientamento per lo sviluppo delle carriere. Infine, occorre tenere conto in particolare delle esigenze specifiche delle PMI. 8. Persona da contattare: Ewa Kaniewska (Tel. 0032 25468117 - E-mail [email protected]) INTEGRAZIONE E CITTADINANZA Anno europeo del volontariato 2011 (supplemento di parere) Relatrice generale: Soscha ZU EULENBURG (Attività diverse - DE) Riferimenti: COM(2009) 254 def. - 2009/0072 (CNS) - CESE 1716/2009 Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 18 - Punti chiave: Il CESE accoglie con favore la proposta di proclamare il 2011 "Anno europeo del volontariato". Bisognerebbe far leva su uno stretto collegamento con due altri Anni europei, il 2010 (dedicato alla lotta alla povertà e all'esclusione sociale) e il 2012 (dedicato all'invecchiamento attivo e alla solidarietà intergenerazionale), per realizzare sinergie sostenibili. Andrebbe stabilita un'agenda politica e si dovrebbe creare la relativa infrastruttura per la promozione del volontariato negli Stati membri dell'UE. Il CESE ritiene necessario realizzare condizioni quadro favorevoli, in modo da assicurare il sostegno e l'infrastruttura necessari per il volontariato a livello locale, regionale, nazionale ed europeo e rendere possibile la partecipazione dei cittadini. Il Comitato è favorevole alla creazione di strutture sostenibili a livello europeo. Una piattaforma dei soggetti direttamente interessati al volontariato potrebbe contribuire al raggiungimento di tale obiettivo. Per realizzare gli obiettivi dell'Anno europeo del volontariato, si dovrebbero aumentare le risorse finanziarie e bisognerebbe tenere in debito conto la dimensione locale. Agli attori interessati si deve dare il tempo necessario per poter preparare questo Anno europeo e garantirgli un'effettiva attuazione. La pertinente relazione di valutazione dovrebbe sfociare in un Libro bianco, onde assicurare il follow up dell'iniziativa ed evidenziare le tappe e le misure supplementari da realizzare a livello europeo. Persona da contattare: Ewa Kaniewska (Tel. 0032 25468117 - E-mail [email protected]) L'impatto dei siti di social network sui cittadini/consumatori Relatore: Jorge PEGADO LIZ (Attività diverse - PT) Riferimenti: parere d'iniziativa - CESE 1697/2009 Punti chiave: Il CESE riconosce l'importanza culturale, politica e sociale dei siti di social network (SN) e mette in risalto gli aspetti positivi legati al loro sviluppo. Allo stesso tempo, si associa a Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 19 coloro che esprimono preoccupazioni giustificate per il rischio di un uso illecito e abusivo dei SN, specialmente da parte dei minori. Il CESE accoglie favorevolmente le recenti iniziative della Commissione, in particolare quelle condotte dalla DG Società dell'informazione e media e dalla DG Giustizia, libertà e sicurezza, al fine di operare un'armonizzazione degli operatori di tali network attraverso codici di condotta o di buone prassi. Ritiene tuttavia necessario rafforzare l'intervento dell'UE e degli Stati membri al fine di garantire una maggiore informazione dei cittadini in generale sui rischi legati all'uso dei SN e sulle buone prassi da adottare. Pertanto, il Comitato raccomanda agli Stati membri di rafforzare il coordinamento delle loro politiche nazionali e chiede ai parlamentari europei di collocare queste nuove realtà al centro della loro agenda politica. Inoltre, il CESE chiede alla Commissione di continuare ad analizzare in modo approfondito il fenomeno dei SN al fine di garantire una conoscenza completa di questa realtà, in particolare dei suoi effetti culturali, sociali ed economici, e propone che la Commissione elabori un Libro verde sui siti di social network per analizzare in profondità il loro impatto e le principali opzioni dei lavori futuri. Le varie organizzazioni e associazioni della società civile dovrebbero partecipare a questo processo. Il Comitato giudica inoltre opportuno che i giovani siano totalmente educati in questo campo sin dai primi anni di scuola. Considera altresì necessario dare un sostegno più ampio alle famiglie, sviluppare strumenti tecnici per bloccare o filtrare gli accessi a tali network e assicurare una repressione più efficace delle prassi illecite o nocive in questo settore. Infine, raccomanda di studiare la possibilità di ampliare ed integrare le competenze degli organi comunitari esistenti al fine di creare a livello comunitario la figura di un mediatore (Ombudsman) responsabile di tutte le questioni legate alla difesa della dignità umana, alla privacy e alla protezione dei dati nel settore delle comunicazioni elettroniche audiovisive. 9. Persona da contattare: Georgios Karageorgos (Tel. 0032 25468754 - E-mail [email protected]) SALUTE E PROTEZIONE DEI CONSUMATORI Ricorso collettivo dei consumatori (Libro verde) Relatore: Edwin CALLEJA (Datori di lavoro - MT) Riferimenti: COM(2008) 794 def. - CESE 1693/2009 Punti chiave: L'accesso a un'efficace tutela giurisdizionale rappresenta un diritto fondamentale di cui i consumatori dovrebbero godere, nel rispetto dei limiti imposti dal Trattato e delle differenze Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 20 esistenti sul piano giuridico tra gli ordinamenti processuali e costituzionali dei singoli Stati membri. L'adozione di misure legislative comunitarie in materia di ricorso collettivo permetterebbe di rafforzare la protezione dei consumatori, soprattutto nelle transazioni transfrontaliere. Qualsiasi sistema di ricorso collettivo che venga introdotto a livello europeo dovrebbe prevedere di investire il giudice, che esamina in via istruttoria le ragioni delle parti in una causa di ricorso collettivo, del potere di bloccare qualsiasi abuso e di assicurarsi che i ricorsi proposti siano fondati. L'adozione di un meccanismo di ricorso giudiziario collettivo non compromette la possibilità di ricorrere a sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di consumo. Il CESE raccomanda alla Commissione di intraprendere ulteriori iniziative per incoraggiare le imprese a mettere a punto sistemi interni di gestione dei reclami, nonché per sviluppare ulteriormente i meccanismi alternativi già esistenti di composizione delle controversie e le misure di controllo pubblico. I consumatori potrebbero ricorrere a questi sistemi alternativi prima di adire le vie giudiziarie. Persona da contattare: Luis Lobo (Tel. 0032 25469717 - E-mail [email protected]) Ambienti senza fumo Relatore: Eugen LUCAN (Attività diverse - RO) Riferimenti: COM(2009) 328 def. - 2009/0088 (CNS) - CESE 1715/2009 Punti chiave: La "efficace protezione dall'esposizione al fumo di tabacco" deve limitarsi a fare riferimento ai luoghi di lavoro, soprattutto agli ambienti chiusi che non dispongono di zone specifiche per fumatori, e a tutti i luoghi pubblici che sono frequentati da bambini o adolescenti di età inferiore ai 18 anni. Il Consiglio dovrebbe valutare la possibilità di introdurre un termine di adozione più breve rispetto ai tre anni proposti dalla Commissione per comprendere l'attuale generazione di adolescenti della scuola secondaria di secondo grado (14-18 anni), che è esposta al rischio di passare dal fumo passivo al fumo attivo. Le strategie educative e di consulenza realizzate negli istituti di insegnamento primario e secondario dovrebbero garantire che ogni bambino o adolescente venga regolarmente Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 21 informato in modo corretto ed esauriente su ciò che è realmente il tabacco e sulle sue conseguenze nocive, anche per quel che concerne gli effetti cancerogeni dell'esposizione al fumo ambientale. Occorre integrare le politiche antifumo con iniziative di sostegno, tra cui: l'estensione del campo di applicazione della direttiva 2004/37/CE relativa all'esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro, in modo da includervi anche il fumo ambientale, un rafforzamento delle prescrizioni relative alla protezione dei lavoratori contro il fumo di tabacco stabilite nella direttiva 89/654/CEE (divieto di fumare in tutti i luoghi di lavoro), la modifica della direttiva concernente le sostanze pericolose (67/548/CEE) affinché il fumo ambientale venga classificato tra gli agenti cancerogeni, un appello agli Stati membri e alla Commissione affinché adottino ufficialmente la denominazione "fumo ambientale cancerogeno" al posto di quella di "fumo ambientale", l'elaborazione di strategie educative per garantire ai bambini e agli adolescenti un'informazione regolare, corretta ed esauriente sugli effetti del tabacco e del fumo ambientale. Occorre aggiungere alla fine dell'art. 4 della proposta di raccomandazione la frase "…e quello della protezione dall'esposizione al fumo di tabacco in ambienti pubblici frequentati da bambini e da adolescenti" (parchi gioco all'aria aperta per bambini, luoghi di svago, discoteche all'aperto o al chiuso, circoli, bar frequentati da bambini o da adolescenti di età inferiore ai 18 anni o altri spazi loro destinati). Nella definizione dei centri di riferimento nazionali per la lotta al tabagismo occorre aggiungere le parole "… e per il controllo o l'eliminazione dell'esposizione della popolazione al fumo ambientale". 10. Persona da contattare: Ewa Kaniewska (Tel. 0032 25468117 - E-mail [email protected]) ALIMENTAZIONE SOSTENIBILE Strategia per un programma di ricerca agricola Relatore: Franco CHIRIACO (Lavoratori - IT) Riferimenti: COM(2008) 862 def. - CESE 1703/2009 Punti chiave: Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 22 Il CESE condivide l'approccio proposto dalla Commissione, che si basa sul concetto di programmazione congiunta, e propone che siano previsti adeguati meccanismi per garantire, anche nel settore privato, il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, in particolare delle imprese, nella definizione degli obiettivi della ricerca. Il CESE raccomanda alla Commissione e al Consiglio di provvedere ad elaborare una proposta di regolamento che costituisca la base giuridica per l'organizzazione ed il funzionamento del nuovo comitato permanente della ricerca agricola (SCAR), cui è affidato il compito di coordinare sia la promozione delle iniziative congiunte a livello europeo che la mappatura delle competenze nel quadro delle iniziative di ricerca che vengono promosse. Persona da contattare: Arturo Iñiguez Yuste (Tel. 0032 25468768 - E-mail [email protected]) I prezzi dei prodotti alimentari in Europa Relatore: József KAPUVÁRI (Lavoratori - HU) Riferimenti: COM(2008) 821 def. - CESE 1704/2009 Punti chiave: Le attività volte a migliorare la catena di approvvigionamento alimentare e a renderla più efficiente e competitiva non dovrebbero proporsi di abbassare i prezzi dei prodotti alimentari, poiché ciò equivarrebbe a proseguire sul percorso errato seguito finora. Occorre far sì che il rapporto qualità/prezzo rimanga a un livello realistico. La previsione di prezzi bassi nella catena di produzione riduce in ultima istanza gli investimenti e la capacità innovativa dei fornitori agroalimentari, nonché la scelta dei consumatori. La Commissione deve tener conto di questi fattori e dei loro effetti collaterali nel medio e lungo periodo e rinunciare a focalizzarsi soltanto sui benefici immediati dei prezzi bassi. Sarebbe sbagliato affermare che prezzi molto contenuti dei prodotti alimentari siano nell'interesse dei consumatori dal momento che, al contrario, i consumatori traggono beneficio da prezzi realistici che garantiscano una qualità, una quantità e un servizio all'altezza delle loro aspettative. Tuttavia un approccio inteso a ridurre l'ampiezza della volatilità dei prezzi risulta adeguato, visto che permette di accrescere l'affidabilità e la prevedibilità della catena di approvvigionamento alimentare. L'Unione europea ha interesse a far sì che, nel lungo periodo, i consumatori possano beneficiare pienamente dei vantaggi offerti da alimenti sicuri. Questo richiede un grado elevato di autosufficienza. D'altro canto, la sostenibilità dell'agricoltura può essere garantita solo dalla R&S, dall'innovazione e dallo sviluppo tecnologico, tutti fattori per i quali le risorse della PAC sono fondamentali. L'accesso a queste risorse va tuttavia organizzato in modo da incoraggiare gli operatori del settore ad adattarsi alle condizioni del mercato, Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 23 rendere obbligatorie la messa a disposizione di informazioni e la cooperazione, nonché promuovere un'attenta considerazione delle questioni legate allo sviluppo rurale. Il CESE sostiene l'iniziativa di creare il gruppo ad alto livello sulla competitività del settore agroalimentare. Il Comitato attende i risultati del lavoro del gruppo, uno dei cui obiettivi principali dovrebbe essere quello di rendere quanto più possibile stabili i mercati agroalimentari 11. Persona da contattare: Maarit Laurila (Tel. 0032 25469739 - E-mail [email protected]) POLITICA MARITTIMA Spazio europeo del trasporto marittimo/Formalità di dichiarazione delle navi Relatore: Edgardo Maria IOZIA (Lavoratori - IT) Riferimenti: COM(2009) 10 def., COM(2009) 11 def. - 2009/0005 (COD) – CESE 1695/2009 Punti chiave: La riduzione e la razionalizzazione delle formalità amministrative sono indispensabili per migliorare il traffico in entrata e in uscita dai porti. Il miglioramento delle attività portuali potrebbe portare ad una razionalizzazione del trasporto merci, il quale dovrebbe confluire dal trasporto terrestre a quello marittimo, rafforzando l'intermodalità tra mare, ferrovia, vie navigabili interne e strada. Il CESE chiede di riflettere attentamente sul rilascio di certificati di esenzione di pilotaggio, perché ritiene che questa misura non sia né utile né proporzionata. Il CESE considera indispensabile pervenire alla definizione di una base giuridica comunitaria per consentire alle navi che trasportano merci "comunitarie" tra due porti dell'Unione di godere dello stesso trattamento delle altre modalità di trasporto. Il CESE è molto favorevole all'iniziativa relativa all'istituzione dello "sportello unico" e alle altre misure di razionalizzazione, quali la programmazione delle visite ispettive da parte delle diverse autorità portuali e doganali nonché la possibilità di trasmissione dei documenti amministrativi per via elettronica, senza però che vengano compromesse le attività di lotta alla criminalità condotte dalle autorità doganali. Il CESE invita la Commissione a valutare la possibilità di riconoscere le stesse prerogative alle navi che svolgono attività tra due porti dell'UE toccando uno scalo extra-UE. Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 24 - Infine, l'adozione dell'inglese come lingua comune del trasporto marittimo renderebbe molto più agevole l'adempimento delle pratiche e delle formalità amministrative. 12. Persona da contattare: Sébastien Occhipenti (Tel. 0032 25468424 - E-mail [email protected]) POLITICA REGIONALE Ammissibilità degli interventi in materia di alloggi - comunità emarginate Relatore generale: Angelo GRASSO (Attività diverse - IT) Riferimenti: COM(2009) 382 def. - 2009/0105 (COD) - CESE 1720/2009 Punti chiave: Da molti anni il CESE invoca la semplificazione amministrativa della legislazione comunitaria e il suo adattamento alle realtà quotidiana: per questo motivo condivide la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sull'ammissibilità degli interventi in materia di alloggi. Il CESE si permette tuttavia di aggiungere qualche osservazione: la proposta dovrebbe applicarsi a tutte le comunità emarginate dell'UE, non solo a quelle esplicitamente menzionate, e per principio in tutti gli Stati membri dell'Unione, non solo nei nuovi. Il CESE ritiene inoltre utile precisare che le disposizioni contenute nella proposta dovrebbero applicarsi sia alle nuove costruzioni che al rinnovo di abitazioni esistenti. Il Comitato mette infine in guardia dalle modifiche troppo frequenti delle regole nel corso del periodo di programmazione, in quanto ciò provoca incertezza nelle parti interessate. Persona da contattare: Marco Thyssen (Tel. 0032 25468411 - E-mail [email protected]) Semplificazione di requisiti relativi alla gestione finanziaria Relatore generale: Carmelo CEDRONE (Lavoratori - IT) Riferimenti: COM(2009) 384 def. - 2009/0107 (AVC) - CESE 1721/2009 Punti chiave: Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 25 Da molti anni il CESE invoca la semplificazione amministrativa della legislazione comunitaria. Per tale ragione il Comitato approva le diverse proposte contenute nel documento della Commissione che rispondono a quest'auspicio. Il CESE approva le proposte dirette a semplificare le disposizioni e le procedure amministrative, ma mette in guardia le parti contro le modifiche troppo frequenti delle regole e delle disposizioni amministrative nel corso del periodo di programmazione, perché ciò provoca incertezza nelle parti interessate. Per quanto riguarda la proposta di rinunciare al principio del cofinanziamento nazionale di progetti e attività sostenuti dal Fondo sociale europeo (FSE), il CESE l'appoggia senza riserve. Il Comitato mette però in guardia contro un prefinanziamento troppo consistente negli anni 2009 e 2010, sostenendo che non è sicuro, al momento, che la situazione economica presenterà un miglioramento strutturale alla fine del 2010. Il CESE ritiene, pertanto, che un flusso regolare di investimenti sostenuti dal FSE avrebbe, alla fine, un impatto più positivo sull'intero periodo di programmazione rispetto ad un'accelerazione per il 2009 e il 2010 seguita da alcuni anni di attività ridotte per mancanza di risorse. 13. Persona da contattare: Marco Thyssen (Tel. 00 32 2 546 84 11 - E-mail [email protected]) ECONOMIA FINANZIARIA Impatto dei fondi di investimento sull'industria Relatore: Peter MORGAN (Datori di lavoro - UK) Correlatore: Ion POP (III categoria - RO) Riferimenti: parere d'iniziativa - CESE 1709/2009 Punti chiave: Il suddetto parere si prefigge lo scopo di esaminare l'impatto che hanno sulle trasformazioni industriali i fondi sovrani di investimento (sovereign wealth fund) e i fondi di investimento alternativi (vale a dire, i fondi comuni di investimento chiusi - private equity - e i fondi comuni speculativi - hedge fund). Il CESE ha commissionato uno studio in proposito alla società di consulenza "Wilke, Maack und Partner" (WMP), la quale ha elaborato una relazione di 87 pagine. Il parere esamina il contesto in cui operano i fondi di investimento alternativi e i fondi sovrani di investimento. Poiché l'internazionalizzazione dei mercati dei capitali ha assunto dimensioni molto significative, gli istituti di investimento hanno raccolto portafogli azionari su scala mondiale e hanno favorito le fusioni e le acquisizioni a livello internazionale. Le Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 26 imprese e le autorità di regolamentazione sono state messe sotto pressione per trasferire i diritti di voto dal consiglio d'amministrazione (CdA) agli azionisti. Lo spauracchio delle operazioni di fusione e acquisizione e la minaccia dell'attivismo degli azionisti hanno indotto il CdA delle società dell'UE ad avviare trasformazioni industriali su larga scala. In una certa misura, questa situazione ha compromesso le relazioni tra il CdA e i soggetti direttamente interessati e ha accorciato gli orizzonti temporali del CdA in generale. I gestori di fondi d'investimento istituzionali convenzionali, che sono responsabili di fondi pensione, fondi assicurativi e fondi comuni di investimento a capitale variabile (mutual fund), hanno costantemente a che fare con i gestori di fondi di investimento alternativi. La prima categoria di gestori è, in ultima analisi, all'origine di qualsiasi politica ambientale, sociale e di governance che la seconda attua, e svolge il ruolo opposto a quello dei gestori di fondi di investimento alternativi. Il parere esamina ciascuno dei suddetti fondi di investimento e il modo in cui essi influenzano le trasformazioni industriali. Per ogni fondo viene presentata anche un'analisi dei punti di forza e di debolezza, delle opportunità e dei rischi (SWOT Analysis - Strengths, Weaknesses, Opportunities and Threats). Le raccomandazioni del CESE possono essere suddivise in tre categorie: regolamentazione e trasparenza, modifica della legislazione sociale in vigore e responsabilità dei gestori di fondi di investimento istituzionali convenzionali. Il CESE condivide i sei principi di alto livello per la regolamentazione degli hedge fund proposti nel giugno 2009 dall'Organizzazione internazionale delle commissioni sui valori mobiliari (International Organisation of Securities Commissions - IOSCO). I principi di Santiago concordati dai fondi sovrani di investimento costituiscono una base per migliorare la trasparenza e la governance di questi fondi. Tuttavia rimane ancora molto da fare. Il CESE chiede alla Commissione di continuare a fare pressione sul gruppo di lavoro internazionale dei fondi sovrani (International Working Group of Sovereign Wealth Funds IWG) perché esso porti avanti i lavori necessari. Il CESE raccomanda che la direttiva 2001/23/CE sui diritti acquisiti sia estesa ai casi di acquisizione da parte di hedge fund e fondi di private equity al fine di salvaguardare i diritti dei lavoratori interessati. Per tenere conto della situazione creata dagli hedge fund e dai fondi di private equity, il CESE propone che la direttiva 94/45/CE del Consiglio riguardante l'istituzione di un comitato aziendale europeo e la direttiva 2002/14/CE che istituisce un quadro generale relativo all'informazione e alla consultazione dei lavoratori siano modificate per assicurare diritti di consultazione più concreti prima della conclusione di accordi con i fondi di private Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp …/… - 27 equity, nel corso dei processi di ristrutturazione, e prima che i fondi si ritirino dall'investimento. 14. Persona da contattare: Amélia Muñoz (Tel. 0032 25468373 - E-mail [email protected]) MERCATO INTERNO Beneficiare pienamente del mercato interno attraverso una più stretta cooperazione amministrativa Relatore: Bernardo HERNÁNDEZ BATALLER (Attività diverse - ES) Riferimenti: COM(2008) 703 def. - CESE 1694/2009 Punti chiave: Il CESE dà il proprio sostegno all'approccio decentrato e transfrontaliero del Sistema d'informazione del mercato interno (IMI). Le associazioni della società civile organizzata possono svolgere un ruolo attivo e rilevante contribuendo all'opera di divulgazione dell'IMI e di sensibilizzazione al suo funzionamento. L'IMI mira ad agevolare l'applicazione degli atti legislativi relativi al mercato interno che richiedono uno scambio di informazioni tra le amministrazioni degli Stati membri. Questo sistema sarà applicato in un primo tempo alla direttiva sui servizi e a quella sulle qualifiche professionali, ma il suo ambito di utilizzo sarà poi esteso ad altri settori. Persona da contattare: Jean-Pierre Faure (Tel. 00 32 25469615 - E-mail [email protected]) _____________ Greffe CESE 119/2009 FR/EN/EN-PET/Ton/TON/Pet/cp