Storicamente
La mia storia artistica inizia a quattordici anni quando inizio a suonare la batteria con il mitico
Bruno la Roccia. A dire il vero mio padre, Giordano aveva cercato di iscrivermi all’età di 5 anni nel
gruppo Ballerini folk Cicognani. Un fallimento. Poi mi perdo nella strada della sfida sportiva prima
con il calcio, l’atletica leggera, il motocross, l’equitazione, finché per amore all’età di 22 anni inizio
a danzare.
Jazz, danza moderna e contemporanea mi portano sul palcoscenico con il primo musical tutto
amatoriale Il fantastico mondo di OZ dove sono un improbabile mago di colore.
Prendo il palcoscenico per il petto, fondo la compagnia “E perché no?” e come regista metto in
scena un Aggiungi un posto a tavola rivisto e corretto alla catto comunista. Trovo cinquanta pazzi
che mi seguono e la seconda impresa amatoriale diventa un successo di provincia 20 repliche in un
anno e mezzo.
Nel frattempo mi laureo in legge. Per fare questo il sostentamento derivava dalla mia professione
di assicuratore prima e formatore di venditori dopo per cui e mi iscrivo ad un Master di psicologia
del lavoro che terminerò un anno più tardo. Un eccesso di stimoli mi porta ad un time out di sei
mesi in sud america.
A carta di credito vuota rientro, con la scala dei miei valori rovesciata dove il denaro è oramai
all’ultimo posto fra le priorità, per cui sono pronto per entrare nel precario mondo dello spettacolo.
Il master di Psicologia mi da il titolo di esercitare il mestiere di formatore aziendale ma nel tanto
tempo libero inizio a studiare seriamente teatro nella scuola biennale di formazione dell’attore di
Nino Campisi. Esco dalla scuola e inizio a fare i primi spettacoli. Tradimenti di Harold Pinter, La
febbre del Sabato sera. Poi incontro un grande attore, Franco Mescolini e frequento per due anni i
suoi laboratori. Arrivano i primi lavori con il teatro di strada con l’Accademia dei Remoti e con il
cinema, protagonista nel film “La controra”. Poi il lungo metraggio “Il confine di vetro”. Alcune
piccole parti in fiction rai e finché perso in inutili provini e in tentate vendite di me stesso nel 2002
decido di lavorare su un mio progetto di scrittura. Nell’ anno successivo sono regista, attore e
autore di “Indifferenti. Ma vissero comunque felici e contenti”. Nel 2005 vinco il premio di
scrittura teatrale sulla responsabilità sociale d’impresa organizzato dal teatro Giocosa di Ivrea
Da qui parte l’avventura del progetto compagnia PonteSeccodiSopra. Nel frattempo gestisco
percorsi formativi e laboratoriali sul teatro d’impresa con la società Forma del tempo con la quale
quest’anno creo il progetto E’teatro con il quale produciamo spettacoli su misura e giochi
formativi per le azienda. Attualmente sto realizzando “Ultima Chiamata” una nuova produzione
teatrale della compagnia PonteSeccodisopra.