XXVIII CONFERENZA ITALIANA DI SCIENZE REGIONALI LA RICERCA DI RELAZIONI STRUTTURALI NEL MODELLO ESA Antonio DALLARA LEL - Laboratorio di Economia Locale, Facoltà di Economia, Università Cattolica del Sacro Cuore sede di Piacenza, Via Emilia Parmense n. 84, 29100 Piacenza, Italia Tel. 0523 599.311 Fax 0523 599.437 e-mail: [email protected] SOMMARIO Il paper è la sintesi di parte del lavoro di ampliamento metodologico del modello ESA (economia società ambiente) presentato in tre recenti contributi (Ciciotti, Dallara, Rizzi, 2006; Dallara, 2005a; Dallara, 2006). Il modello ESA descrive la dimensione economica, sociale e ambientale di ogni provincia italiana, portando ad evidenza elementi di sintesi relativi ad aspetti strutturali, prestazionali e strategico/volontaristici di ognuna delle tre dimensioni. Gli elementi di sintesi si ottengono per aggregazione di variabili elementari. La provincia viene identificata con il sistema economico sociale territoriale (SEST). In queste pagine si presenta il metodo di ricerca delle relazioni tra i fattori di sintesi delle variabili elementari. La ricerca delle relazioni può essere condotta in vari modi e a vari livelli: matrici di correlazione, singole equazioni tra macro-variabili di ciascuna dimensione, sistemi di equazioni tra macro-variabili delle tre dimensioni considerate congiuntamente. Con le matrici di correlazione e con le singole equazioni si analizzano in modo efficace le relazioni tra le componenti di ciascuna dimensione del SEST considerata singolarmente e autonomamente dalle altre due dimensioni. Nello svolgimento di questa prima parte dell’attività è emersa la significatività dei legami tra le variabili, e quindi si è fatto strada il convincimento che fosse opportuno analizzare le tre dimensioni dei sistemi locali in modo congiunto e simultaneo. Per l’analisi congiunta si propongono singole equazioni in cui si verifica la rilevanza delle relazioni tra elementi della società con elementi dell’economia e dell’ambiente. Successivamente la bontà dei test di queste regressioni e l’evidente complessità dei SEST hanno indotto all’applicazione dei metodi di analisi strutturale al modello ESA. E quindi dall’analisi in componenti principali (Acp) con cui si è costruito il modello ESA si è passati all’approccio Lisrel. Mentre con l’Acp mediante logiche di aggregazione si definiscono le “saturazioni” delle macro-variabili partendo da variabili elementari, e tra la massa di dati disponibili sono portate ad emersione e rese evidenti le variabili latenti (in ESA macro-variabili), invece con l’analisi delle relazioni strutturali si dispone in partenza delle variabili latenti. L’applicazione della procedura porta ad evidenza l’esistenza di un sistema di equazioni simultanee che descrive relazioni significative, sia in termini statistico-econometrici sia in termini socioeconomici, tra gli elementi costitutivi di un sistema locale territoriale (SEST). Economia, società e ambiente in ogni SEST sono legati da relazioni funzionali. 1. Il modello ESA: uno strumento di descrizione dei sistemi locali Il punto di partenza del lavoro che viene qui presentato è il modello ESA e le macro-variabili che lo compongono. Il modello ESA è uno schema d’analisi costituito da variabili quantitative che descrivono le province italiane. Le variabili che compongono il modello vengono dette macrovariabili, e sono state ottenute aggregando con tecniche di statistica multidimensionale (tra cui analisi in componenti principali, analisi di transvariazione, analisi di fattorializzabilitá) variabili elementari rilevate da istituzioni pubbliche (Istat, Unioncamere, Infocamere, in primis). Le aggregazioni hanno lo scopo di sfruttare la maggior quantità possibile di informazioni disponibili, facendo in modo di comprimere l’informazione in un numero contenuto di variabili di sintesi. Lo schema d’analisi è a geometria variabile perché può essere arricchito ulteriormente con altre variabili oppure può essere ridotto di dimensione togliendo a seconda delle necessità alcuni elementi costitutivi. Gli elementi costitutivi sono le variabili elementari (rilevate con cadenze periodiche dalle Istituzioni di statistica) e le macro-variabili, ottenute per aggregazione di variabili elementari. Variabili elementari e macro-variabili descrivono i sistemi territoriali, e consentono di cogliere le dimensioni economiche, sociali e ambientali di ogni SEST. La provincia viene identificata con il sistema economico sociale territoriale (SEST) (Ciciotti, 1997; LEL, 1999). Ciascuna dimensione (economia, società, ambiente) si articola in macro-variabili, quindi presenta più aspetti, ciascuno dei quali è un elemento costitutivo della realtà socioeconomica. L’analisi prende le mosse da una “array multiway” così strutturata X p , d , d1 (d) , v [ d1 (d) ], t , dove: p indica l’ambito territoriale di riferimento (province); d indica le dimensioni in cui si articola il sistema provinciale (economia, società, ambiente); d1 (d) rappresenta le sub-dimensioni (struttura, prestazioni, strategie pubbliche, strategie private) che caratterizzano ciascuna delle dimensioni d; v indica le variabili elementari, che vengono aggregate per descrivere le sub-dimensioni d1 (d) e le dimensioni d; t sono i tempi di osservazione. La procedura porta alla selezione di variabili. Le variabili elementari selezionate sono la base di partenza per la costruzione delle macro-variabili di sintesi di ciascuna delle tre dimensioni, “economia”, “società” e “ambiente”, e di ciascuna delle componenti costitutive delle tre dimensioni: “struttura”, “prestazioni”, “strategie”. Tabella 1 Prestazioni delle dimensioni Economia - Società - Ambiente Prestazioni ECONOMIA SOCIETA’ 1.Natalità imprenditoriale 1.1.tasso di sviluppo medio 1.Prestazioni demografiche 1.1.tasso di crescita naturale popolazione residente 1.2.speranza di vita 1.3.tasso migratorio netto 2.Prestazioni di bilancio aziende 2.1.ROE 2.2.MOL/OF: Margine operativo lordo/Oneri finanziari 2.Prestazioni di salute 2.1.tasso di mortalità per tumori 2.2.n.malati di Aids 2.3.tasso di mortalità per malattie cardiocircolatorie 2.4. tasso di mortalità per malattie respiratorie. AMBIENTE 1. Pressione 1.1.auto in circolazione 1.2.produzione rifiuti urbani 1.3.abusivismo edilizio 1.4.consumi elettrici domestici 1.5.consumi carburanti 3.Internazionalizzazione 3.1.propensione all'export 3.2.IDE esteri Strategie Strategie Tabella 2 Strategie delle dimensioni Economia - Società - Ambiente ECONOMIA SOCIETA’ AMBIENTE 1.Innovazione 1.1.n. brevetti presentati all'EPO (per milione di abitanti) 1.Strategie relazionali 1.1.tassi di criminalità 1.2.n.di aborti per abitante 1.3.n.di volontari su popolazione 1.Risposta 1.1.sistema di monitoraggio aria 1.2.raccolta differenziata (% rifiuti raccolti in modo differenziato) 1.3.piste ciclabili 1.4.zone a traffico limitato 1.5.isole pedonali 1.6.capacità di depurazione acque reflue 2.Networking 2.1.% addetti in gruppo sul totale addetti del territorio 2.Strategie personali 2.1.n.di suicidi su popolazione 2.2.n.di separazioni coniugali su popolazione 3.Investimenti sociali pubblici 2.Strategie private 2.1.industrie certificate Iso 14000 3.Internazionalizzazione 3.1.IDE italiani in uscita 3.Investimenti ambientali pubblici 4.Investimenti economici pubblici Questi fattori di sintesi consentono di compiere tre importanti processi di analisi socioeconomico e propedeutica alla definizione-valutazione ex ante e ex post di politiche economiche-socialiambientali. Innanzitutto con le macro-variabili del modello è possibile clusterizzare i territori. È poi possibile individuare punti di forza e punti di debolezza, opportunità e minacce sia interni a ciascun contesto locale sia comparati tra province e tra cluster di province. Tabella 3 Struttura delle dimensioni Economia - Società - Ambiente Struttura ECONOMIA SOCIETA’ AMBIENTE 1.Imprese e addetti 1.1.dimensione media imprese 1.2.unità locali distrettuali 1.3.anzianità delle imprese 1.4.peso delle imprese high tech 1.5.specializzazione produttiva 1.6.debt equity 1. Demografia e capitale umano 1.Patrimonio naturale 1.1.indice di concentrazione 1.1.verde urbano fruibile territoriale della popolazione residente 1.2.indice di dipendenza totale 1.3.tasso netto migratorio 1.4.laureati iscritti all'anagrafe da altra provincia o dall'estero per 100 laureati cancellati 1.5.occupati per grado di istruzione: laurea 2.Mercato del lavoro 2.1.tasso di disoccupazione 2.2.tasso di attività femminile 2.3.costo del lavoro su valore aggiunto 2. Cultura 2.1.indice di dotazione di strutture per l'istruzione 2.2.indice di dotazione di strutture culturali e ricreative 2.3.n. rappresentazioni ogni 100mila abitanti 2.4.biglietti venduti ogni 100mila abitanti 2.5.spesa del pubblico per abitante 3.Sistema del credito 3.1.tasso di interesse 3. Tempo libero 3.1.n.società sportive ogni 100mila abitanti 3.2.n. operatori delle federazioni sportive ogni 100mila abitanti 3.3.n. praticanti delle federazioni sportive ogni 100mila abitanti 4.Dotazione di infrastrutture economiche 4.1.indice infrastrutturale 4. Sanità 4.1.degenze per medico negli istituti di cura 4.2.durata media della degenza negli istituti di cura 4.3.tasso di utilizzazione dei posti letto negli istituti di cura 4.4.indice di dotazione di strutture sanitarie 2.Emissioni 2.1.concentrazione PM 10 2.2.concentrazioni biossido azoto Ma è anche possibile compiere altre analisi: in questo paper si presentano i metodi con cui si ricercano relazioni tra macro-variabili. Le tecniche utilizzate per ricercare relazioni tra variabili sono: - matrici di correlazione tra fattori di sintesi di ciascuna delle tre dimensioni (economia, società, ambiente) e tra variabili elementari selezionate nel corso delle procedure di costruzione dei fattori di sintesi delle “macro-variabili” di ciascuna delle dimensioni - un sistema di equazioni lineari tra i fattori di sintesi delle singole componenti, ciascuna analizzata indipendentemente dalle altre due dimensioni - un sistema di equazioni lineari che descriva in modo simultaneo le relazioni tra le tre dimensioni “economia”, “società”, “ambiente” di un SEST. È interessante notare che se date variabili risultano essere facilmente aggregabili in fattori di sintesi (ad esempio con la tecnica dell’analisi delle componenti principali), allora tra queste variabili elementari implicitamente già esistono relazioni positivamente o negativamente definite, più o meno accentuate. E gli strumenti statistici lo hanno già portato in evidenza, con la creazione del fattore. Rendere esplicite e portare ad evidenza queste relazioni mediante analisi semplici di correlazione prima e di regressione poi in genere non è particolarmente oneroso. Nel descrivere le relazioni tra i fattori di sintesi delle variabili elementari si vogliono cogliere legami manifesti esistenti tra variabili quantitative socio-economiche-ambientali territoriali. In alcuni casi le relazioni individuate sono evidenti e percepibili anche dalla semplice esperienza acquisita nella vita quotidiana (per esempio: strategie pubbliche possono concorrere a contenere le pressioni esercitate dai singoli e dalla collettività locali sui sistemi socioeconomici territoriali locali), in altri casi le relazioni individuate trovano rispondenza nella letteratura economica consolidata (per esempio: prestazioni economiche e strategie private economiche condizionano positivamente la struttura economica di un sistema locale. 2. Le relazioni interne a ciascuna dimensione del modello ESA Le prime relazioni che si possono ricercare sono quelle tra le macro-variabili che compongono ciascuna dimensione (economia, società, ambiente). Le macro-variabili di sintesi di ogni dimensione sono: struttura, prestazioni, strategia. A ben guardare la ricerca di relazioni interne potrebbe richiamare alla memoria le vicende storiche del paradigma di base dell’economia industriale e alcune delle discussioni in merito alle relazioni unidirezionali e bidirezionali tra gli elementi costitutivi, proprio anche in quel caso struttura-prestazioni-strategie. Ipotesi per la ricerca delle strutture regressive tra le variabili del modello ESA La ricerca di una struttura regressiva comporta la verifica delle seguenti ipotesi: 1. assenza di errori di specificazione. Questo presuppone che non vi siano omissioni di variabili nei modelli. In più si ipotizza che tra le variabili vi siano relazioni di tipo lineare 2. assenza di errori di misurazione nella determinazione delle variabili 3. assenza di combinazione lineare perfetta tra le variabili indipendenti (multicollinearità) 4. ipotesi sui residui (ui): -la media dei residui sia nulla E(ui) = 0 - la varianza dei residui sia costante, var(ui) = E(ui 2) = u2 quindi si operi in condizione di omoschedasticità degli errori - i residui abbiano distribuzione normale - i residui non siano affetti da autocorrelazione, quindi la covarianza tra gli errori sia nulla, che in termini formali, può essere così espresso: Cov(ui , uj) = 0 - le variabili esplicative dei modelli siano non correlate con i residui Cov(ui , xi) = 0. Regressioni tra variabili latenti Un tema importante e delicato alla base della ricerca di relazioni strutturali tra le macro-variabili del modello ESA è quello dell’uso di variabili latenti sia come variabili esplicative sia come variabili regredite. In genere il ricorso alle latenti viene raccomandato in econometria per ovviare a problemi di multicollinearità, tra l’altro frequenti nelle analisi spaziali. Rari sono i casi di utilizzo di latenti e di variabili ottenute dall’Acp come variabili spiegate da modelli e/o endogene. Esempi si hanno in lavori recenti di Banca d’Italia (risalenti al 2004, con un contributo anche di Pellegrini G.) e in altre fonti (si vedano tra gli altri: Jolliffe, 2002 (p.180 e seg.), Rawlings, Pantula, Dickey, 2001 (p.471 e 479), Moral, Valderrama, 1997). 2.1 Le relazioni tra le variabili di sintesi della dimensione “economia” All’interno della dimensione economia è possibile verificare l’esistenza di legami tra le variabili di sintesi. Lo schema a blocchi di seguito riprodotto descrive le relazioni maggiormente significative ottenute con l’utilizzo di regressioni lineari (di tipo ordinary least squares, abbreviato con l’acronimo Ols) tra i fattori. Nello schema la lettera P indica il coefficiente della relazione e la lettera t è la statistica di Student (t di Student). Con l’espressione riprodotta tra parentesi tonde (var=1,000), che accompagna ogni fattore, si vuole indicare che la variabile a cui si riferisce è stata ottenuta con l’analisi in componenti principali (che per costruzione ha media nulla e varianza unitaria). Dalla lettura dei risultati emerge che le province in cui la struttura economica è migliore sono anche le province che riescono a realizzare le migliori prestazioni economiche. La struttura viene descritta da elementi caratteristici delle imprese e degli addetti e peculiarità proprie di ciascun sistema produttivo locale (definite in dettaglio dalle seguenti variabili elementari: dimensione media, distrettualità, anno di costituzione, tecnologia, specializzazione produttiva, solidità patrimoniale), dal mercato del lavoro (definito da: tasso di disoccupazione, tasso di attività femminile, costo del lavoro), costo del denaro, dotazione di economie esterne (infrastrutture economiche). Le prestazioni sono ottenute aggregando informazioni puntuali relative alla natalità imprenditoriale, profittabilità delle imprese in forma societaria (Roe e Mol), livello di esportazione, capacità di attrarre nuove sedi di imprese estere (Ide esteri). La struttura economica è migliore dove migliori sono le prestazioni economiche e dove migliori sono le strategie del settore privato in tema di economia. I territori più dinamici per natalità imprenditoriale, per capacità di generare profitto, per capacità di collocare prodotti sui mercati esteri, e i territori con le imprese maggiormente innovative, caratterizzate da appartenenza a strutture di networking di tipo produttivo, e capaci di aprire nuove unità operative all’estero (Ide italiani in uscita) sono gli stessi territori che sono caratterizzati dalle migliori strutture economiche in termini di imprese, mercato del lavoro, sistema del credito, dotazione infrastrutturale. Tabella 4 Le variabili costitutive della “Dimensione Economia” e le relazioni tra le componenti (P e t sono ottenute con regressioni lineari; P è il coefficiente, t è il test di Student) ECONOMIA var=1,000 P = 0,822 (t = 14,519) STRUTTURA DELL’ECONOMIA var=1,000 PRESTAZIONI var=1,000 P = 0,559 (t = 8,008) STRATEGIE PRIVATE P = 0,378 (t = 5,427) var=1,000 Le relazioni presentate nello schema a blocchi si possono riassumere nelle seguenti due equazioni (tra parentesi al di sotto di ogni regressore sono riportate le statistiche t di Student): Struttura economica 0,559 Prestazion i economiche 0,378 Strategie economiche private ( 8, 008) R 0,750 2 E.S. 0,505 F 149,81 sig 0,000 Prestazion i economiche 0,822 Struttura economica ( 5, 427) (1) (2) (14, 519) R 2 0,676 E.S. 0,572 F 210,79 sig 0,000 Le medesime relazioni si possono descrivere anche con i seguenti grafici a dispersione. In più il grafico a dispersione consente di individuare la geografia delle relazioni. Nel primo grafico (fig.1) il legame si presenta molto forte lungo l’intera nube di punti, che appare molto affusolata lungo una traiettoria ben definita. Presenta valori contenuti nelle province meridionali, mentre i valori sono molto alti per le province e le regioni del nord. All’estremo superiore si notano Torino, Milano, Cuneo, Reggio Emilia, Vicenza, Verona. Aree ricche, strutturalmente forti, in grado di generare nuova ricchezza. Aree di tradizione industriale, che da tempo hanno avviato processi di ridefinizione dei propri sistemi produttivi. All’estremo inferiore Enna, Reggio Calabria, Cosenza, Crotone, Catania. Struttura e prestazioni economiche Figura 1 Struttura e prestazioni dei2003-1999) SEST (1999-2003) deieconomiche SEST (periodo TO 2 MI BZ TV CN PR BO MC PE BS TN SI MN FI PI MO VI CH BG AP LUPC BI RN FO AL RE VR TE AT PO RM RA SO AQ PD LC PN PS AO CR AN BL LO PV VC CO NO LT PT FE AVAR GR IS UDVA RI SV PG RO TS IM GO LI VE VB GE BN TP MS PZ BR SR TR FR CB BA SA SPVT OR NU RGPAMT FG TA CA SS LE KR ME CT VV CE NAAG 1 struttura economica 0 -1 -2 CZCL RC EN CS -3 -3 -2 -1 0 1 2 3 prestazioni economiche Per il secondo grafico a dispersione, che pone in relazione la struttura economica con le strategie economiche degli attori privati, valgono le medesime considerazioni sviluppate per il primo. Struttura e strategie economiche private Figura 2 Struttura e strategiedei economiche private dei SEST (1999-2003) SEST (periodo 2003-1999) TO 2 MI BZ CN TV PR MC PE BS TN PI SI MNFI VIBG MO AP CH LU FO BI PC VR RNAL ATPO AQ TESO PS PN RE RA LC CRAO ANPDBL LO PV VC CO NO AVLTPTAR GR FE VA RI UD IS PG SV RO IM GO LI TS VE VB GE BN TP MS PZ BR SR TR CB FR BA SASP VT OR NU RG MT PA TA FG LE SS CA KR ME CT VV AG CE NA 1 0 struttura economica -1 -2 BO RM CL CZ RC ENCS -3 -3 -2 -1 0 1 2 3 strategie economiche private Dall’analisi dei grafici a dispersione e dalle regressioni lineari sopra riprodotte emergono in modo evidente alcune relazioni significative tra i fattori di descrizione del SEST. Sulla base di questi risultati si è pensato che le due relazioni descritte potessero essere inserite contemporaneamente in un sistema di equazioni lineari. Il risultato ottenuto si è rivelato statisticamente significativo. Non viene qui riportato perché l’obiettivo del lavoro è costruire un sistema di equazioni delle tre dimensioni del SEST (economia, società, ambiente), non un sistema per la sola “economia”. Ma è stato un punto di partenza importante per proseguire il lavoro di ricerca di un sistema di descrizione e di analisi delle relazioni tra gli elementi costitutivi del SEST. Esistono relazioni significative e interessanti anche tra le variabili elementari che compongono i fattori di sintesi. Sono stati costruiti schemi di sintesi di queste relazioni, che qui però non si inseriscono, perché l’obiettivo è costruire indicatori di sintesi. 2.2 Le relazioni tra le variabili di sintesi della dimensione “società” Anche per la dimensione “società” è possibile verificare l’esistenza di relazioni tra le componenti struttura, prestazioni, strategie. La struttura sociale viene descritta da quattro aspetti, tra di loro eterogenei per tematiche affrontate: demografia e capitale umano, cultura, tempo libero, sanità. Le macro-variabili cultura, tempo libero e sanità sono descritte racchiudendo in sé variabili elementari che si riferiscono sia alla domanda sia all’offerta (di servizi e di strutture culturali, di centri ricreativi e per il tempo libero, di servizi sanitari). È come reinterpretare alcune componenti della dimensione sociale dei contesti locali secondo logiche tipicamente economiche che descrivono i momenti di produzione e di scambio di beni e di servizi nei sistemi di mercato in cui interagiscono domanda ed offerta. Demografia e capitale umano è il titolo di una macro-variabile (tabella 1) che descrive la densità abitativa del territorio, il grado di anzianità della popolazione, il tasso migratorio, i laureati attratti nel territorio e il peso degli occupati con un diploma di laurea. La macro-variabile cultura descrive la dotazione di strutture culturali e per l’istruzione, l’offerta di iniziative culturali, eventi, manifestazioni artistiche e teatrali, e contemporaneamente racchiude in sé anche dati informativi relativi alla domanda del pubblico locale in termini di spesa procapite e di affluenza alle manifestazioni in programma. Il tempo libero è descritto dall’offerta di associazioni sportive, dalla presenza sul territorio di operatori di settore (lato offerta) e dalla domanda locale per lo svolgimento di attività sportive. La sanità è riassunta in una variabile di sintesi che descrive in modo significativo la dotazione strutturale sanitaria presente in ogni territorio, il livello di servizio che il sistema sanitario locale è in grado di assicurare al cittadino (con la proxy “degenze per medico”), i tempi di degenza, il tasso di utilizzo delle strutture sanitarie da parte dei cittadini. Struttura sociale è una variabile latente che riesce ad addensare in sé tutte queste informazioni, conservando un buon livello di variabilità e assicurando test di significatività statistica di rilievo. Se si mettono in relazione (mediante regressioni lineari ai minimi quadrati) le variabili quantitative che descrivono i comportamenti sociali, le prestazioni sociali e la struttura sociale dei sistemi locali è possibile notare alcuni legami significativi non solo in termini statistici ed econometrici, ma anche di rilievo in chiave socioeconomica e sociologica. Tabella 5 Le variabili costitutive della “Dimensione Società” e le relazioni tra le componenti (P e t sono ottenute con regressioni lineari (Ols); P è il coefficiente, t è il test di Student) P = - 0,699 (t = - 9,825) STRUTTURA DELLA SOCIETA’ var=1,000 PRESTAZIONI var=1,000 P = - 0,493 (t = - 7,110) P = 0,480 (t = 5,505) STRATEGIE PRIVATE P = - 0,430 (t = - 6,207) SOCIETA’ var=1,000 var=1,000 La struttura sociale delle province italiane è in relazione sia con le prestazioni sociali sia con il comportamento dei singoli individui e quello delle famiglie (strategie private). Anche prestazioni sociali e strategie private sono in relazione. Dove migliori sono le prestazioni demografiche (tasso di crescita naturale) e migliori sono i livelli di salute dei residenti (espressi in termini di malati di tumore, tassi di mortalità per malattie cardiovascolari e per malattie degli apparati respiratori) si registrano anche i minori livelli di strategie relazionali (tassi di criminalità e aborti) e minori livelli di comportamenti verso se stessi (suicidi e separazioni coniugali). Nel sud Italia, dove migliori sono i comportamenti verso gli altri (in termini di criminalità e aborti) e dove minori sono i suicidi e le separazioni, si hanno le prestazioni sociali più consistenti. Nel contempo i dati rivelano che nelle province dove la struttura sociale è più solida e “ricca” in termini di dotazioni infrastrutturali minori sono le prestazioni sociali. E vale anche la relazione inversa: dove migliori sono le prestazioni sociali e migliori i comportamenti verso se stessi e verso gli altri (strategie private: minore criminalità, minori suicidi, minori separazioni coniugali) peggiore è la struttura sociale. Il segno negativo che caratterizza il legame “struttura” e “prestazione” è riconducibile al fatto che le città dotate di una buona struttura sociale sono anche quelle con le prestazioni sociali peggiori. Considerando le variabili elementari costitutive dei fattori di sintesi, dove migliori sono le macro-variabili che descrivono la dotazione di capitale umano, la qualità del capitale umano presente sul territorio, dove la dotazione di strutture culturali e per l’istruzione è più consistente, dove strutture per il tempo libero sono maggiori in numero e gli utenti sono altrettanto numerosi, dove il servizio sanitario è migliore in termini di offerta e di grado di utilizzo da parte della popolazione, in questi stessi territori le prestazioni sociali sono le più contenute e le meno dinamiche. Quindi trainate da altri elementi, diversi dagli aspetti strutturali e prestazionali sociali. L’equazione (4) mostra che le prestazioni sociali sono legate alle strategie private, come già commentato in precedenza. Struttura e prestazioni sociali deisociali SEST (periodo 2003-1999) Figura 3 Struttura e prestazioni dei SEST (1999-2003) 3 RM TS 2 FI BO MI PR SI RE 1 0 struttura sociale -1 AO VR BZ RA TN PI PD FO GO PG GE MO BS AN LU VI VB TO BI VA CNUD VE RN TR SV IM VT PC TV FE BG PV AT MC PS PO BLNO CO GR MN CRLC PN AL APLI PE AQ AR SP VC LO RI SO LT CA TE CT PT ISRO MS SS CH ME FR PA SA CB RCBACZ OR TP CE AV LE BN RG CS PZ SR NU TA ENMTBR CL FG KR AG VV -2 NA -3 -3 -2 -1 0 1 2 3 prestazioni sociali Il grafico a dispersione precedente consente di individuare immediatamente la netta ripartizione duale tra le province italiane. Le province di Bologna, Reggio Emilia, Firenze, Parma sono tra le prime per struttura sociale, ma tra le ultime per prestazioni sociali. Le province di Crotone, Vibo Valentia, Agrigento, Siracusa, Enna sono le prime per prestazioni sociali, ma ultime per struttura sociale. Nel grafico successivo la struttura è posta in relazione con le strategie sociali. Si nota ancora evidente il legame negativo tra le due macro-variabili e soprattutto la netta spaccatura del territorio nazionale tra nord e sud in tema di sociale. Struttura e strategie private sociali Figura 4 Struttura e strategie private sociali dei2003-1999) SEST (1999-2003) dei SEST (periodo 3 RM TS 2 AO FI MI BO PR VR TN BZ PI GO FO PD PG RE SIBS MO LU UD VIAN TO VBCN BI VA IM RN VE SV TR VTTV PC FE PV PO AT PS COBGMC BLNO GR MN PN CR LC LI AL PE AQ AR AP SPVC LO RISO CA LT CT TE RO PT IS MS NASS CH FR PA ME SA BA CBCZ OR RC TP LE AV CEBN RG CS PZ SR TABR CL MT EN FG RA GE 1 0 struttura sociale -1 NU AGKR VV -2 -3 -3 -2 -1 0 1 2 3 strategie sociali private Le equazioni seguenti mostrano primi passi nella ricerca di relazioni tra le macro-variabili. Presentano i legami già discussi nella pagina precedente. Si tratta di equazioni autonome le une dalle altre, non risolte come fossero un sistema. Struttura sociale - 0,493 Prestazion i sociali - 0,430 Strategie private sociali ( 6, 207) (-7,110) R 0,63 2 E.S. 0,61 (3) F 85,46 sig 0,000 Prestazion i sociali 0,480 Strategie private sociali (5,505) R 0,23 E.S. 0,88 2 (4) F 30,30 sig 0,000 Prestazion i sociali - 0,699 Struttura sociale (-9,825) R 0,48 E.S. 0,72 2 F 96,53 (5) sig 0,000 2.3 Le relazioni tra le variabili di sintesi della dimensione “ambiente” Anche le macro-variabili della dimensione ambiente sono in relazione le une con le altre. Dallo schema a blocchi sotto riprodotto si evince che lo stato dell’ambiente viene influenzato dalle politiche pubbliche poste in essere dagli amministratori locali a tutela dell’ecosistema e del patrimonio naturalistico del proprio ambito territoriale di riferimento (strategie pubbliche). Le pressioni sono condizionate dalle politiche pubbliche. Nei territori con alti livelli di inquinamento gli enti locali intervengono maggiormente, non così i privati, che sono più attivi dove minori sono le pressioni. Le pressioni peggiorano lo stato dell’ambiente: dove alto è l’inquinamento minore è la qualità ambientale. Tabella 6 Le variabili costitutive della “Dimensione Ambiente” e le relazioni tra le componenti (P e t sono ottenute con regressioni lineari (Ols); P è il coefficiente, t è il test di Student) P = - 0,409 (t = - 4,325) STRATEGIE PUBBLICHE var=1,000 STATO DELL’AMBIENTE (negativo) var=1,000 P = 0,233 (t = 2,610) COMPORTAMENTO COMUNITA’ LOCALI var=1,000 P = - 0,343 (t = - 3,624) P = - 0,268 (t = - 2,280) AMBIENTE var=1,000 STRATEGIE PRIVATE var=1,000 Poiché esistono relazioni significative tra i fattori di descrizione del SEST (come risulta evidente dallo schema sopra riprodotto), allora si è pensato che le relazioni rappresentate nello schema riportato appena sopra potessero essere inserite contemporaneamente in un sistema di equazioni lineari. Il risultato ottenuto è statisticamente significativo. Non viene qui riportato perché l’obiettivo del lavoro è costruire un sistema di equazioni delle tre dimensioni del SEST (economia, società, ambiente), non un sistema per il solo “ambiente”. 3. Le interdipendenze tra le componenti delle tre dimensioni del modello ESA In questo paragrafo si prendono in considerazione le relazioni maggiormente significative sia in termini econometrici sia socioeconomici tra le tre dimensioni del SEST (economia, società, ambiente). Vengono così descritti i legami tra le macro-variabili (struttura, prestazioni, strategie) di ciascuna dimensione dei sistemi locali (SEST), e le interdipendenze tra aspetti strutturali, prestazionali e strategici economici, sociali e ambientali. Non si prendono però in considerazione le determinanti delle strategie pubbliche e private. Si vuole proporre in queste pagine l’ipotesi che le strategie, pubbliche o private, siano esogene al sistema. Determinate mediante meccanismi che non è dato conoscere. Per l’ambiente si descrivono le determinanti delle strategie pubbliche, ma solo perché si tratta di politiche definite localmente dalle amministrazioni comunali o al più provinciali. Ma comunque nel proseguimento del lavoro non si utilizzerà la relazione descritta. Anche le strategie pubbliche per l’ambiente sono considerate variabili esogene. 3.1 L’“economia” e le sue relazioni con le altre dimensioni del modello ESA Nelle pagine precedenti si era giunti al risultato che le macro-variabili della dimensione economia del modello ESA sono legate insieme da alcune relazioni, tanto semplici quanto significative sia in termini econometrici sia in termini socioeconomici e politici. Si era riusciti ad individuare che le prestazioni economiche sono determinate dalla struttura economica (equazione 2), e che la struttura è determinata da prestazioni e strategie private (equazione 1). Ora si ricercano eventuali altri legami prendendo in considerazione le altre dimensioni del SEST (società e ambiente). Le prestazioni economiche Quando si sono analizzate le relazioni interne alle singole dimensioni del SEST, soffermando l’attenzione alla dimensione “economia”, tra prestazioni economiche e struttura economica si è colta una relazione statisticamente e economicamente significativa, secondo la quale prestazioni economiche e struttura economica sono interdipendenti ((equazione 2). Prendendo le mosse da questa relazione è possibile, procedendo per tentativi, inserire macro-variabili di sintesi delle altre due dimensioni, “società” e “ambiente”. Si è così cominciato provando ad inserire le macrovariabili della dimensione “società” all’interno delle relazioni tra le macro-variabili delle dimensione “economia”. È risultato che le prestazioni economiche non sono determinate in modo significativo dalla struttura sociale, neppure dalle prestazioni sociali, ma sono condizionate dalle strategie private sociali. Se nelle relazioni tra le macro-variabili economiche si inseriscono le macro-variabili della dimensione “ambiente”, si scopre che lo stato dell’ambiente non determina le prestazioni economiche, come neppure le pressioni esercitate sull’ambiente, neppure le risposte pubbliche, né quelle private. La dimensione ambiente non condiziona, con nessuno dei suoi aspetti, le prestazioni economiche. Però a ben guardare è possibile arricchire l’equazione in esame. Infatti con la variabile “strategie private economiche” migliorano i test di stima. Se poi si inseriscono le “strategie pubbliche ambientali” si nota che, con un livello di significatività contenuto, queste strategie/politiche pubbliche locali riducono le “prestazioni economiche” (in parentesi la t-Student): Prestazion i economiche 0,737 Struttura economica 0,231 Strategie private sociali ( 8, 484) ( 3, 543) 0,330 Strategie private economiche (6) (3,581) - 0,099 Strategie pubbliche ambientali (-1,367) R 0,731 2 R adj 0,720 E.S. 0,529 2 F 66,55 sig 0,000 La struttura economica Come per le prestazioni economiche anche per la struttura economica è già stata definita una prima relazione, limitata alle componenti della dimensione economia del SEST. Da questa relazione si evince che le determinanti economiche della struttura della dimensione “economia” sono sia le prestazioni sia le strategie degli attori privati (equazione 1). Inserendo in questa equazione, oltre alle determinanti della struttura economica, anche le altre componenti del modello ESA, si nota che la struttura sociale condiziona la struttura economica. Ma dalla lettura dei test si può vedere che diventa meno significativo il ruolo delle “strategie private economiche”. Se invece al posto della “struttura sociale” si inseriscono le “prestazioni sociali” le relazioni si arricchiscono, senza dover rinunciare ad alcune già individuate e inserite con efficacia. Inserendo poi la dimensione ambiente, si scopre che la struttura economica dei SEST è determinata in maniera positiva e rilevante dalle politiche pubbliche locali a tutela dell’ambiente: Struttura economica 0,452 Prestazion i economiche 0,217 Strategie private economiche (7) ( 7 ,188) ( 3,196) - 0,267 Prestazion i sociali 0,133 Strategie pubbliche ambientali (-4,518) R 0,820 2 R adj 0,813 2 E.S. 0,432 (2,208) F 111,00 sig 0,000 Le strategie private per l’ambiente agiscono positivamente, anch’esse, sulla struttura economica, ma con una significatività molto ridotta. 3.2 La “società” e le sue relazioni con le altre dimensioni del modello ESA Le prestazioni sociali Sia data la relazione che descrive le determinanti sociali delle prestazioni sociali. Si tratta di una relazione recuperata dalle analisi condotte in precedenza all’interno delle singole componenti del SEST, in cui risulta che le prestazioni sono determinate dalla struttura, in modo inversamente proporzionale. Partendo da questo risultato, si cerca di arricchirlo inserendo eventuali relazioni significative tra le componenti della dimensione sociale e le componenti delle altre due dimensioni del SEST, economia e ambiente. Le prestazioni sociali sono legate alla struttura sociale, e rivelano collegamenti significativi con componenti economiche e ambientali, come si nota di seguito: Prestazion i sociali - 0,418 Struttura sociale - 0,532 Struttura economica (-5,260) (-3,167) 0,380 Strategie private economiche - 0,152 Strategie pubbliche ambientali (3,204) (-1,760) (8) - 0,143 Pressioni ambientali (-1,355) R 0,652 2 R adj 0,634 E.S. 0,605 2 F 36,39 sig 0,000 La struttura sociale Allo stesso modo per arricchire le relazioni che spiegano la struttura sociale, si può cominciare dalla la dimensione “economia”. In questo caso si nota che la struttura sociale è determinata in modo significativo dalla struttura economica, non dalle prestazioni economiche. Inserendo poi la dimensione ambiente si nota come le pressioni sull’ambiente siano maggiori dove più rilevante è la struttura sociale. Queste considerazioni scaturiscono dalla seguente relazione: Struttura sociale - 0,123 Prestazion i sociali - 0,224 Strategie private sociali (-1,584) ( 3, 473) 0,278 Struttura economica 0,405 Pressioni ambientali (3,672) R 2 0,762 R 2 adj 0,752 E.S. 0,498 (5,229) (9) F 78,42 sig 0,000 3.3 L’“ambiente” e le sue relazioni con le altre dimensioni del modello ESA Lo stato dell’ambiente Analizzando le componenti della sola dimensione “ambiente” si era notato in precedenza che lo stato dell’ambiente è determinato in modo positivo e significativo dalla “risposta pubblica” in tutela dell’ambiente (intesa come insieme delle strategie pubbliche per la salvaguardia del patrimonio naturale e paesaggistico locale). Partendo da questa relazione, si evince che nei territori in cui lo stato ambientale è peggiore le prestazioni sociali sono migliori: Stato dell' ambiente 0,497 Strategie pubbliche ambientali - 0,214 Prestazion i sociali (-2,241) (5,203) (10) R 2 0,422 R 2 adj 0,411 E.S. 0,768 F 36,52 sig 0,000 Le pressioni ambientali Una seconda equazione rivela che le pressioni ambientali sono legate negativamente alle strategie private per l’ambiente. Ciò sta a significare che se si migliorano le “risposte” private in termini quantitativi allora diminuisce la pressione esercitata sull’ambiente. A questo punto si possono inserire le altre dimensioni del SEST, economia e società. Innanzitutto si scopre che le pressioni ambientali sono determinate dalla struttura economica, dalla struttura sociale e in più si nota che dove sono migliori i comportamenti sociali verso se stessi e verso gli altri (espressi dalle strategie private sociali) minori sono le pressioni sull’ambiente. Pressioni ambientali 0,004 - 0,227 Strategie private ambientali 0,157 Struttura economica (1,871) (-2,161) 0,547 Struttura sociale - 0,180 Strategie private sociale (5,460) R 2 0,688 R 2 adj 0,675 (11) (-2,365) E.S. 0,570 F 54,04 sig 0,000 Le strategie pubbliche ambientali Le strategie pubbliche in materia di ambiente sono tanto maggiori quanto più consistente è la struttura sociale e la struttura economica del SEST. Ulteriori analisi rivelano che esiste un legame lineare diretto molto consistente tra “struttura sociale” e “pressione ambientale”. Basti per comprenderlo considerare il coefficiente di correlazione di Pearson, pari a 0,804. Questo legame si esprime in una multicollinearità elevata nel caso si cerchi di inserire la “pressione” esercitata dalla società sull’ambiente. Quindi l’equazione che descrive le determinanti della “strategie pubblica ambientale” si può modificare. Poiché però il test t di Student è pressoché insignificante per la struttura sociale, si è deciso di elidere dall’equazione la “struttura sociale”, in questo modo la “risposta pubblica” per la tutela dell’ambiente è determinata dalla seguente relazione: Strategie pubbliche ambientali 0,42 0 Struttura economica 0,369 Pressioni ambientali (4,087) (4,644) R 0,508 2 4. R adj 0,498 2 E.S. 0,709 F 51,59 sig 0,000 (12) La sintesi degli impatti delle strategie sulle componenti del modello ESA Nello schema seguente vengono riprodotti alcuni legami emersi dalle analisi di regressione sviluppate nelle pagine precedenti. In particolare si è scelto di mettere in evidenza su quali macrovariabili del SEST agiscono le strategie. In alto in orizzontale sono riportate le tre dimensioni del SEST (economia, società, ambiente). In verticale sono riportate le articolazioni di ciascuna delle tre dimensioni. Quindi leggendo lo schema in verticale, sotto l’economia, si trova la “struttura economica”, poi “le prestazioni economiche” e le “strategie private economiche”. Lo stesso per la società e l’ambiente. Il segno che precede la freccia prima di raggiungere il box, indica se l’impatto della strategie sulla struttura o sulle prestazioni è positivo o negativo. Ad esempio le “strategie pubbliche ambientali” hanno impatto positivo sullo “stato dell’ambiente”, le “strategie private sociali” hanno un impatto negativo sulle “pressioni ambientali”, nel senso che favoriscono a ridurle. Per ipotesi che le strategie siano esogene, determinate da fattori esterni al sistema socioeconomico, e si considera la relazione tra le strategie e le altre due componenti (struttura e prestazioni) di ciascuna delle tre dimensioni (economia, società, ambiente) considerate congiuntamente. Tabella 7 Gli impatti delle strategie pubbliche e private sulle componenti costitutive del SEST Economia Società Ambiente struttura struttura stato + + + - prestazioni + strategie private + + prestazioni + pressioni - - strategie private - strategie private strategie pubbliche Nb: alcune frecce sono tratteggiate solo per rendere più leggibile lo schema. 5. Il sistema di equazioni per descrivere le relazioni tra le dimensioni del modello ESA Partendo dalle equazioni lineari descritte nelle pagine precedenti, ottenute mediante regressioni dei minimi quadrati, è possibile costruire un sistema di equazioni che le unisca tutte e le metta tutte in relazione le une con le altre. In questo modo si mettono in relazione contemporaneamente tutte le variabili di descrizione del SEST e tutte le determinanti delle tre dimensioni (economia, società, ambiente) e delle singole componenti (struttura, prestazioni, strategie). Le equazioni stimate nelle pagine precedenti, e fino ad ora mantenute indipendenti le une dalle altre, ora si fanno interagire simultaneamente. Si tratta di ricercare un sistema di regressioni multiple simultanee e di definire un sistema di equazioni strutturali tra le macro-variabili del modello ESA. I modelli di equazioni strutturali fondono tre approcci dell’analisi multidimensionale dei dati: analisi delle variabili latenti (analisi fattoriale), analisi delle relazioni causali, e path analysis. Metodi sviluppati nella teoria statistico-econometrica negli anni Trenta, ma diffusisi solo di recente grazie agli elaboratori. L’identificazione del sistema di equazioni lineari Uno degli aspetti maggiormente problematici nella costruzione di sistemi di equazione oltre alla specificazione delle equazioni costitutive è sicuramente l’identificazione del sistema stesso. Sia dato un sistema di equazioni lineari simultanee costituito da G variabili endogene, K variabili esogene e quindi, per costruzione, G equazioni, che, espresse in forma strutturale, assumono la forma: (13) B Y X u (G x G) (G x P) ( G x K) (K x P) (G x P) dove: - B è la matrice dei coefficienti delle variabili endogene - Y è la matrice delle osservazioni, contenute nei vettori di variabili endogene rilevate sulle unità statistiche (nel caso in esame le P province) - è la matrice dei coefficienti delle variabili esogene - X è la matrice costituita dalle K variabili esogene osservate sulle unità statistiche (le P province) - u sono i residui delle G equazioni. Si consideri la i-esima equazione del sistema Y i i (1 x G) (G x P) X ui (1 x K) (K x P) (14) (1 x P) Si faccia l’ipotesi che delle G variabili endogene e delle K variabili esogene del sistema nella iesima equazione compaiano: - G* variabili endogene e K* variabili esogene (significa che sono inserite nell’equazione) - con G** variabili endogene nulle e K** esogene nulle, quindi escluse dall’equazione in modo che siano verificate le seguenti uguaglianze: G = G* + G** e K = K* + K**. Tenendo in considerazione l’ipotesi che alcuni elementi dell’equazione siano nulli, e indicando gli elementi nulli con le lettere G** e K**, la i-esima equazione del sistema (13) diventa i* Y * (1 x G*) (G* x P) i ** Y ** (1 x G**) (G** x P) i * X * i ** X ** u i (1 x K*) (K* x P) (1 x K**) (K** x P) (1 x P) (15) in cui ** = 0 e ** = 0 per ipotesi. Il sistema lineare in forma ridotta si può scrivere in questo modo: Y = X + v, dove = - B-1 , da cui si ottiene (16) B - (G x G) ( G x K) (G x K) in cui la i-esima equazione è i i (17) (1 x G) (G x K) (1 x K) Tenendo in considerazione i termini nulli che per ipotesi sono presenti in ogni equazione, il sistema assume la seguente forma *,* *,** * * * **,* **,** * * * (18) moltiplicando blocco a blocco, con ** e ** nulli si ottiene il sistema lineare seguente di (K*+K**=K) equazioni in (G*+K*) incognite * *,* - * (1 x K*) (1 x G*) (G* x K*) * *,** 0 (1 x G*) (G* x K**) (1 x K**) (20) Se le due equazioni ammettono un’unica soluzione per * e *, la i-esima equazione è identificata. Se e solo se r (*,** ) G* -1 allora nella seconda equazione del sistema (20) vi è un’unica soluzione per *. Nella prima equazione invece, avendo ottenuto una soluzione unica per * e conoscendo a priori i coefficienti della forma ridotta *,* allora si ha una soluzione unica per *. Da queste due considerazioni si evince il criterio di identificazione, articolato in due condizioni, una detta d’ordine e l’altra detta di rango. La condizione d’ordine è necessaria, e afferma che un’equazione in un sistema è identificata se il numero delle variabili escluse dall’equazione è maggiore o uguale al numero di equazioni del sistema meno uno. La condizione di rango si enuncia in questi termini: condizione necessaria e sufficiente affinché la i-esima equazione del sistema [ BY *,** * + X=u ] sia identificata è che r ( ) G -1 , e poiché *,** è di dimensioni (G* x K**), deve aversi K** > G*-1. Le prime stime del sistema di equazioni Nella prassi la verifica dell’identificazione può essere resa più semplice rispetto all’impostazione teorica appena fornita. Il primo test di identificazione del sistema viene superato: il numero di “informazioni” (pari a 55) è superiore al numero dei parametri da stimare (pari a 36). Il numero delle informazioni viene determinato in base al solo numero di variabili manifeste inserite nel sistema di equazioni (valore ottenuto applicando la seguente espressione: n. variabili manifeste x (n. variabili manifeste 1) / 2, è superiore al numero dei “parametri” da stimare (in questo caso 36) costituite dai coefficienti da stimare e dalle varianze e dalle covarianze delle variabili esogene. Dopo le prime iterazioni però si notano alcuni problemi, dovuti al mancato superamento di alcuni test. Da qui l’esigenza di o aumentare il numero di equazioni, o eliminare alcuni regressori nelle singole equazioni, o inserirne altri. Leggendo gli esiti dei test degli “indici di modificazione” (noti anche come moltiplicatori di Lagrange), si scopre che i test del sistema di equazioni e delle singole variabili in esso inserite, possono migliorare apportando alcune modifiche alle singole equazioni, in particolare mediante l’inserimento: nelle determinanti dello “stato dell’ambiente” delle “pressioni ambientali”; nelle determinanti della “struttura economica” della variabile di sintesi della “struttura sociale”; nelle determinanti delle “prestazioni sociali” della componente “prestazioni economiche”; nelle determinanti delle “prestazioni economiche” della macro-variabile “prestazioni sociali”. Ma si verificano due problemi: innanzitutto ricalcolando le regressioni semplici con le Ols delle equazioni prese singolarmente, si nota che le variabili proposte dai moltiplicatori di Lagrange nelle singole Ols (ordinary least squares) hanno test t di Student bassi e poco significativi; in secondo luogo ricalcolando la procedura (si è utilizzata la proc “calis” di Sas) con le equazioni arricchite mediante l’inserimento dei regressori sopra elencati, ciascuno inserito nell’equazione indicata, i test sostanzialmente non migliorano in modo significativo. Allora si decide di procedere con l’eliminazione di alcuni regressori, cominciando da quelli con le t di Student meno significative, inferiori a 1,96 in valore assoluto. Leggendo i test, l’equazione più debole in termini econometrici appare quella che descrive le determinanti della “struttura economica” del SEST. Allora dall’equazione che descrive le determinanti della “struttura economica” si decide di eliminare le “prestazioni economiche”, le “prestazioni sociali”, le “strategie pubbliche per l’ambiente”. In più occorre eliminare nell’equazione delle “pressioni ambientali” il regressore “struttura sociale”, e dalla lettura dei moltiplicatori di Lagrange si ricava l’informazione che nell’equazione della “struttura sociale” è conveniente inserire le “strategie private economiche” e le “strategie private sociali”, mentre nell’equazione delle “pressioni ambientali” conviene inserire le “strategie private sociali” e le “strategie economiche sociale”. Dopo alcune modifiche apportate alle singole equazioni descritte in precedenza, il sistema di equazioni assume la seguente struttura, ancora intermedia: Struttura economica 0,59 Strategie private economiche 0,28 Strategie pubbliche ambientali 1,00 E 1 ( 7 , 639) (3,557) Prestazion i economiche 0,74 Struttura economica 0,33 Strategie private economiche - 0,10 Strategie pubbliche ambientali 0,23 Strategie private sociali (8,670) ( 3, 697) (-1,398) (3,620) 1,00 E 2 Pressioni ambientali 0,31 Struttura economica 0,27 Strategie pubbliche ambientali - 0,33 Strategie private ambientali - 0,35 Strategie private sociali ( 3, 700) ( 3, 310) ( 3, 000) ( 4 ,817) 1,00 E 3 Stato dell' ambiente - 0,17 Prestazion i sociali 0,51 Strategie pubbliche ambientali - 0,32 Strategie private ambientali 1,00 E 4 ( 2 , 078) ( 5, 984) ( 2 , 400) 0,63 Pressioni ambientali 0,68 Prestazion i sociali - 0,28 Strategie private sociali 1,00 E 5 Struttura sociale 0,70 Struttura(5,economica 448) ( 4 ,811) ( 3, 442) ( 3, 001) - 1,16 Struttura sociale 0,74 Strategie private economiche 1,00 E 6 Prestazion i sociali -0,47 Struttura( 3economica , 718) ( 6 , 741) (5,558) In questo sistema di equazioni alcuni regressori andrebbero eliminati, per dare senso compiuto alle relazioni descritte, in particolar modo: - nella terza equazione le “pressioni ambientali” non possono aumentare se si incrementano le strategie pubbliche a tutela dell’ambiente - nella quarta equazione risulta che lo “stato dell’ambiente” peggiora se i privati adottano strategie di tutela ambientale - nella quinta equazione risulta che la struttura sociale peggiora se si adottano strategie private sociali. Tenendo conto di queste considerazioni è possibile modificare il sistema. Aggiustamenti alle prime stime del sistema di equazioni Dopo aver apportato al sistema di equazioni le modifiche elencate qui sopra, si ottiene: - un numero di informazioni (55) superiore al numero dei parametri (33) da stimare (questo soddisfa una condizione di base di identificazione del sistema di equazioni) - 10 variabili (tutte manifeste) di cui 4 esogene, le strategie private e pubbliche di ciascuna delle tre dimensioni del SEST - un sistema di equazioni convergente in una soluzione significativa 2 - il test del ancora alto e con prob = 0,0002, mentre occorre che sia prob > 0,50 2 - alta significatività del sistema. A parte , gli altri test sono significativi, in particolare quelli di Goodness of Fit Index (GFI), GFI Adjusted for Degrees of Freedom (AGFI), Bentler's Comparative Fit Index, Bentler & Bonett's (1980) Non-normed Index, Bentler & Bonett's (1980) NFI. È possibile seguire le indicazioni fornite dai “moltiplicatori di Lagrange” per ottenere ulteriori 2 perfezionamenti, in particolare il test del può migliorare inserendo: - nelle “pressioni ambientali” le “strategie pubbliche per l’ambiente” - nella “struttura sociale” le “strategie private economiche” e le “strategie private sociali” - nelle “pressioni ambientali” le “strategie economiche private”. La prima indicazione è coerente con il sistema di equazioni riprodotto in precedenza, perché in quel sistema il test del era risultato peggiore (e quindi migliorerebbe se si inserisse di nuovo la variabile “strategie pubbliche per l’ambiente” nell’equazione), ma poiché questa indicazione non è coerente in termini socioeconomici, non viene seguita. La struttura sociale non può essere 2 2 determinata dalle “strategie private sociali” così come indicato dal segno del parametro, perché è preceduta da un parametro con segno negativo: quindi anche questa seconda indicazione viene abbandonata. Vengono invece accolte favorevolmente le indicazioni seguenti: - inserimento delle “strategie private economiche” nella “struttura sociale” - inserimento delle “strategie private economiche” nelle “pressioni ambientali”. 2 Questi due inserimenti sono significativi nelle due equazioni in cui sono proposti, il però non si 2 annulla ancora e rimane significativo. Si ricorda che in base al un sistema di equazioni è significativo se il perde di significato. Allora si prova ad effettuare altri due inserimenti: - nell’equazione che descrive le determinanti delle “pressioni ambientali” si aggiungono le “strategie economiche private” 2 - nella medesima equazione si aggiunge poi anche la macro-variabile che descrive la “struttura sociale” dei SEST. Al termine delle modifiche appena descritte il sistema di equazioni assume la struttura riportata nella pagina seguente. Analizzandolo con attenzione si nota che solo apparentemente appare simile al sistema riprodotto la pagina precedente. In realtà in quest’ultimo, riprodotto nella pagina seguente, sono state eliminate le incoerenze socioeconomiche, conservando la validità dei test. Il sistema di equazioni simultanee per la descrizione del SEST Il sistema di equazioni, ottenuto mediante tutti i miglioramenti descritti nelle pagine precedenti, presenta la seguente struttura: Struttura economica - 0,40 Pressioni ambientali 0,77 Strategie private economiche 0,41 Strategie pubbliche ambientali 1,00 E 1 (-2,907) (6,836) (4,299) economica 0,07 Stato dell' ambiente 0,33 Strategie private economiche - 0,13 Strategie pubbliche ambientali Prestazion i economiche 0,73 Struttura (0,992) (8,491) ( 3, 634) (-1,641) 0,24 Strategie private sociali 1,00 E 2 (3,750) economica - 0,37 Strategie private ambientali - 0,32 Strategie private sociali 1,00 E 3 Pressioni ambientali 0,63 Struttura ( 7 , 215) ( 3, 083) ( 4 ,168) Stato dell' ambiente - 0,21 Prestazion i sociali 0,50 Strategie pubbliche ambientali 1,00 E 4 ( 2 , 268) ( 5, 280) 0,51 Pressioni ambientali 0,20 Prestazion i sociali 0,41 Strategie private economiche 1,00 E 5 Struttura sociale 0,23 Struttura(1,economica 827) ( 5, 645) (1, 293) ( 4 , 629) - 0,74 Struttura sociale 0,52 Strategie private economiche - 0,16 Strategie pubbliche ambientali 1,00 E 6 Prestazion i sociali - 0,50 Struttura( 4economica , 734) ( 3, 901) (3,374) (-1,900) Il sistema di equazioni simultanee descrive le determinanti di ciascuna delle tre dimensioni del SEST. Alcune relazioni sono di vero interesse. La struttura economica è positivamente determinata dalle strategie economico-imprenditoriali private, dalle politiche pubbliche a tutela dell’ambiente, mentre è danneggiata dalle pressioni esercitate sull’ambiente dagli operatori economici e sociali. Le prestazioni economiche sono determinate positivamente dalla struttura economica, dalle strategie economiche private, dalle strategie sociali e dallo stato dell’ambiente (anche se con significatività molto scarsa). Sono invece compresse dalle politiche pubbliche a difesa dell’ambiente. Le pressioni ambientali sono determinate dalla struttura economica, ma sono ridotte per effetto delle strategie private per l’ambiente e dalle strategie private sociali. Lo stato dell’ambiente è migliorato dalle politiche pubbliche per la tutela ambientale e peggiorato dalle prestazioni sociali. La struttura sociale è determinata dalla struttura economica, dalle pressioni ambientali, dalle prestazioni sociali e dalle strategie private per l’economia. Le prestazioni sociali sono determinate positivamente dalle strategie private per l’economia, invece la struttura economica e quella sociale le condizionano in termini negativi, così come le politiche pubbliche per l’ambiente. Le scelte a tutela dell’ambiente da parte degli enti pubblici comprimono le prestazioni economiche e le prestazioni sociali. Ma le stesse politiche pubbliche portano i loro benefici in termini strutturali all’economia e all’ambiente stesso. La qualità dell’ambiente può favorire le prestazioni economiche. Le strategie imprenditoriali per l’economia migliorano le prestazioni economiche e la struttura economica, ma hanno impatti positivi anche sulla struttura sociale. Nei box seguenti sono riportati alcuni dei test prodotti dalla procedura “calis ©” del software Sas, per la stima del sistema di equazioni del SEST. In questo primo box sono indicate le variabili esogene e endogene del sistema. Per gli altri il titolo che li accompagna è sufficientemente esauriente per comprendere il contenuto. The CALIS Procedure Covariance Structure Analysis: Maximum Likelihood Estimation Observations Variables Informations 103 10 55 Model Terms Model Matrices Parameters 1 4 37 Optimization Results Iterations Jacobian Calls Objective Function Lambda Radius 10 11 0.282689822 0 0.0000791144 GCONV convergence criterion satisfied. Function Calls Active Constraints Max Abs Gradient Element Actual Over Pred Change 14 0 1.0018875E-6 1.1106205371 The CALIS Procedure Covariance Structure Analysis: Maximum Likelihood Estimation Fit Statistics Fit Function Goodness of Fit Index (GFI) GFI Adjusted for Degrees of Freedom (AGFI) Root Mean Square Residual (RMR) Parsimonious GFI (Mulaik, 1989) Chi-Square Chi-Square DF Pr > Chi-Square Independence Model Chi-Square Independence Model Chi-Square DF RMSEA Estimate RMSEA 90% Lower Confidence Limit RMSEA 90% Upper Confidence Limit ECVI Estimate ECVI 90% Lower Confidence Limit ECVI 90% Upper Confidence Limit Probability of Close Fit Bentler's Comparative Fit Index Normal Theory Reweighted LS Chi-Square Akaike's Information Criterion Bozdogan's (1987) CAIC Schwarz's Bayesian Criterion McDonald's (1989) Centrality Bentler & Bonett's (1980) Non-normed Index Bentler & Bonett's (1980) NFI James, Mulaik, & Brett (1982) Parsimonious NFI Z-Test of Wilson & Hilferty (1931) Bollen (1986) Normed Index Rho1 Bollen (1988) Non-normed Index Delta2 Hoelter's (1983) Critical N 0.2827 0.9499 0.8470 0.0453 0.3800 28.8344 18 0.0504 798.12 45 0.0768 . 0.1269 1.0959 . 1.2892 0.1883 0.9856 26.8864 -7.1656 -72.5908 -54.5908 0.9488 0.9640 0.9639 0.3855 1.6418 0.9097 0.9861 104 Squared Multiple Correlations Variable 1 2 3 4 5 6 ecostruttp ecopresta ambcomport ambstatop socstrutt prestasoc Error Variance Total Variance R-Square 0.48441 0.26659 0.43058 0.57788 0.25717 0.36873 1.01608 1.02462 0.97455 0.99842 0.99362 0.99523 0.5233 0.7398 0.5582 0.4212 0.7412 0.6295 Distribution of Asymptotically Standardized Residuals Each * Represents 1 Residuals ----------Range---------2.75000 -2.50000 -2.25000 -2.00000 -1.75000 -1.50000 -1.25000 -1.00000 -0.75000 -0.50000 -0.25000 0 0.25000 0.50000 0.75000 1.00000 1.25000 1.50000 1.75000 2.00000 2.25000 2.50000 2.75000 3.00000 Freq Percent 2 0 0 2 6 1 4 3 0 3 4 13 3 4 1 0 0 4 4 0 0 0 0 1 3.64 0.00 0.00 3.64 10.91 1.82 7.27 5.45 0.00 5.45 7.27 23.64 5.45 7.27 1.82 0.00 0.00 7.27 7.27 0.00 0.00 0.00 0.00 1.82 -2.50000 -2.25000 -2.00000 -1.75000 -1.50000 -1.25000 -1.00000 -0.75000 -0.50000 -0.25000 0 0.25000 0.50000 0.75000 1.00000 1.25000 1.50000 1.75000 2.00000 2.25000 2.50000 2.75000 3.00000 3.25000 ** ** ****** * **** *** *** **** ************* *** **** * **** **** * Variances of Exogenous Variables Variable Parameter ecostratpriv ambstratpub ambstratpriv socstrategiepriv E1 E2 E3 E4 E5 E6 varecostratpriv varambstratpub varambstratpriv varsocstrategiepriv varE1 varE2 varE3 varE4 varE5 varE6 Estimate Standard Error Valore t 1.00000 1.00000 0.31781 1.00000 0.26659 0.48441 0.25717 0.36873 0.43058 0.57788 0.14003 0.14003 0.04450 0.14003 0.03733 0.09514 0.06331 0.05726 0.06485 0.08092 7.14 7.14 7.14 7.14 7.14 5.09 4.06 6.44 6.64 7.14 Covariances Among Exogenous Variables Var1 Var2 Parameter Estimate ecostratpriv ecostratpriv ambstratpub ecostratpriv ambstratpub ambstratpriv ambstratpub ambstratpriv ambstratpriv socstrategiepriv socstrategiepriv socstrategiepriv Cecostratprivambstratpub Cecostratprivambstratpriv Cambstratprivambstratpub Csocstrategieprivecostratpriv Csocstrategieprivambstratpub Csocstrategieprivambstratpriv 0.63577 -0.00401 -0.02767 -0.58571 -0.45563 0.11656 Standard Error Valore t 0.11733 0.05582 0.05589 0.11475 0.10881 0.05700 5.42 -0.07 -0.50 -5.10 -4.19 2.04 Conclusioni Il modello ESA offre una chiave di lettura della competitività e della sostenibilità dello sviluppo dei sistemi territoriali. Pone in evidenza alcuni temi di rilievo per l’analisi dei contesti locali. Se è possibile, come statisticamente si rivela significativo, costruire variabili di sintesi per la descrizione dei territori, queste stesse variabili possono essere messe in relazione le une con le altre. Emerge così una strumentazione per l’analisi dello sviluppo locale che fonda le sue basi nella teoria regionalista ed in particolare in alcuni modelli di causazione circolare cumulativa alla Myrdal e alla Hirschman. Bibliografia Banca d’Italia (2004), Economia locali, modelli di agglomerazione e apertura internazionale, Roma Berndt E. (1991), The practice of Econometrics: Classic and Contemporary, Reading, MA Addison-Wesley Bohrnstedt G. W., Knoke D. (1994), Statistica per le scienze sociali, Il Mulino, Bologna Bossel H. (1998), Earth at a crossroads: paths to a sustainable future, Cambridge University Press, Cambridge Camagni R., Capello R., Nijkamp P. 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Because of the statistical relevance of these analyses, we decided to study in conjunct way the three dimensions (economic, society, environment). So it is possible to obtained a simultaneous equations system that describes the relationships among relevant elements of a TSES. Economy, Society and Environment in each TSES are linked together with functional relationship.