Istituto d’istruzione superiore Soleri – Bertoni Liceo delle Scienze Umane Saluzzo (CN) Plaia Alice Classe 4^B Sezione: il sociale come scienza Docente referente: Prof.ssa Nadia Miretto La sindorme di Pan,il panico e i suoi rimedi. Altre fonti: -“Mai più attacchi di panico e di ansia” Linda Manassee Buell Sarebbe bello avere un pulsante dietro la nuca, un piccolo sportellino da cui estrarre la paura, i brutti pensieri e le preoccupazioni che generano ansia. “Ansia”, parola sempre più diffusa nella nostra società attuale. Molte delle nostre esperienze passate, positive e non, trascorse nell’infanzia,lasciano un enorme solco dentro di noi. Se questi eventi sono stati negativi o traumatici, i segni si percepiscono andando avanti con gli anni scaturendo nei soggetti disturbi da panico, e per riconoscerne le cause, bisogna appunto, andare a scovare nei cassetti del passato. Molte volte si sottovaluta la patologia ansiosa pensando che probabilmente sia frutto dello stress o semplicemente una condizione temporanea. E’ decisamente errato questo comportamento,bisogna approfondirne le cause e trovarne una soluzione. L’ansia si può curare attraverso due tipologie di trattamento; La terapia farmacologica e la psicoterapia. Quando si parla di cura farmacologica legata all’ansia, subito si scatenano i pregiudizi, poiché si pensa che sia nettamente migliore il semplice limitarsi alla psicoterapia. Ovviamente la scelta spetta al paziente, è un fattore strettamente personale, anche se sono lampanti gli ottimi risultati che possono dare entrambi i componenti se ben equilibrati. Ovviamente i medicinali vanno prescritti da un medico, e hanno una durata ben determinata (non è consentito l’abuso, poiché ne potrebbe creare una dipendenza). Può rivelarsi vantaggiosa la terapia farmacologica nelle prime fasi di gestione del disturbo dopodiché entra in scena la psicoterapia. La psicoterapia si basa su teorie, metodi e tecniche d’indagine, diagnosi e cura delle malattie mentali; Combina due forme di terapia estremamente efficaci: La psicoterapia comportamentale, che aiuta a modificare la relazione fra le situazioni che creano difficoltà e le abituali reazioni emotive e comportamentali che la persona ha in determinati momenti attraverso l'apprendimento di nuove modalità di pensieri attraverso i quali agire. La psicoterapia cognitiva,invece, aiuta ad individuare certi pensieri ricorrenti del soggetto, certi schemi fissi dell’interpretazione della realtà a correggerli, ad arricchirli con altri pensieri più oggettivi e più funzionali al benessere della persona. Gli attacchi di panico sono la manifestazione più forte del disturbo d'ansia. Chi ne è colpito prova un vero e proprio panico che gli rende quasi impossibile affrontare situazioni anche assolutamente banali . Facendo riferimento ad alcune esperienze personali, posso ammettere e garantire che anche una semplicissima azione come andare a comprare il pane, o fare la spesa,per un soggetto che soffre di questa patologia, è una vera e propria “catastrofe”. Chi soffre di ansia o di attacchi di panico si sveglia già al mattino con una vaga ma spiacevole sensazione di apprensione, e già dal momento in cui apre gli occhi comincia a preoccuparsi per la giornata che lo aspetta. La sua giornata gli sembra faticosa, stressante e piena di doveri; L’ansioso si preoccupa di non riuscire a fare quello che dovrebbe, a rendere come vorrebbe. La mente degli ansiosi cronici rimugina in continuazione pensieri negativi: le sfide della vita quotidiana vengono amplificate e drammatizzate, si tende a vedere dappertutto problemi e difficoltà. Basta un piccolo malessere fisico e si comincia a chiedere se per caso non abbia qualche grave malattia,un ritardo di una persona cara e chi soffre d'ansia immagina che il proprio caro giaccia gravemente ferito su un letto d'ospedale. Le preoccupazioni degli individui che soffrono di questa patologia possono vertere sulle più svariate tematiche: lavoro, salute, soldi, figli, famiglia, ma molto spesso il problema più comune è quello di non essere all'altezza della situazione, di deludere le aspettative degli altri e quindi di poter essere rifiutati. Facendo riferimento ad alcune esperienze personali, posso ammettere e garantire che anche una semplicissima azione come andare a comprare il pane, o fare la spesa,per un soggetto che soffre di questa patologia, è una vera e propria “catastrofe”. Entra in gioco il problema di non sentirsi all’altezza della situazione, ci si pone mille e passa domande, iniziano i primi sintomi d’ansia, fino ad arrivare al punto di rinunciare di compiere delle semplicissime e ordinarie azioni quotidiane, chiudendosi nel proprio guscio dell’angoscia. Per chi vive in un costante stato di tensione, l'ansia è un grosso problema, per gli psicologi, invece, l'ansia, per quanto possa essere debilitante, non è il problema: ma è un sintomo, esattamente come la febbre può essere il sintomo di un infezione. Infatti, quando l' l'ansia è presente in maniera forte, indica che la persona non è in armonia con se stessa, con i suoi bisogni e desideri. In particolare, molti ansiosi cronici soffrono per il divario fra quello che sono e quello che vorrebbero essere. Le persone che soffrono di ansia cronica combattono una guerra contro se stesse e i propri sentimenti per cercare di adeguarsi ad uno standard di perfezione autoimposto: le emozioni, i pensieri, gli atteggiamenti che non sono compatibili con tale modello, vengono considerati inaccettabili e relegati nell'inconscio. Molti ansiosi sono caratterizzati dalla ricerca della perfezione, inconsciamente nutrono la convinzione di poter essere accettati dagli altri solo se brillanti, vincenti, sempre all'altezza della situazione. Dal momento, che nutrono delle aspettative irrealistiche e troppo elevate nei confronti di se stessi, si sentono costantemente inadeguati e non all'altezza. Nei disturbi d'ansia possono rientrare molto comunemente anche le fobie,infatti, a cominciare dalla più comune: l'agorafobia. Si tratta di una forma d'ansia che si scaturisce in particolare negli spazi aperti, soprattutto se sono affollati, dai quali si ritiene difficile, se non impossibile, allontanarsi senza provare imbarazzo. Accanto a questa si colloca la fobia sociale, a volte indicata come ansia sociale, che può essere legata a molte situazioni diverse o a una sola situazione. L'ingrediente immancabile, però, è la presenza degli altri. Infatti, i soggetti che soffrono di fobie d’ansia, tendono a chiudersi in se stessi, creandosi un proprio “nido” dove potersi sentire protetti e sicuri in ogni momento. Questo atteggiamento è palese, però, che sia considerato molto negativamente, poiché si finisce così in baratro dove non si trova più via d’uscita, dove il cossi detto “tepore” del proprio nido degenera nel gelo più assoluto della solitudine. Credo che si sottovaluti molto la patologia dell’ansia e degli attacchi di panico, poiché se vengono presi sottogamba possono trascinare l’individuo in questione in un lungo tunnel buio dal quale può essere tremendamente difficile uscire. Quando si arriva al punto di voler evitare di VIVERE, per la mancanza delle forze necessarie per poter affrontare le normali questioni della vita, credo che sia arrivato il momento di prendere in mano le redini della propria vita e farsi aiutare da professionisti che con il dialogo e con le dovute cure possano restituire un paio di ali nuove a tutti coloro che le hanno spezzate con la paura e con l’ansia, in modo da poter ricominciare a sognare, ma soprattutto a vivere, vivere veramente . Sitografia: http://www.dica33.it/argomenti/psicologia/ansia/ansia10.asp?p=34 -Wikipedia Altre fonti: -“Mai più attacchi di panico e di ansia” Linda Manassee Buell