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PARLAMENTO EUROPEO
2009 - 2014
Documento di seduta
A7-0337/2011
10.10.2011
RELAZIONE
sulla raccomandazione del Consiglio relativa alla nomina di un membro del
comitato esecutivo della Banca centrale europea
(14862/2011 – C7-0312/2011 – 2011/0806(NLE))
Commissione per i problemi economici e monetari
Relatore: Sharon Bowles
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Unita nella diversità
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INDICE
Pagina
PROPOSTA DI DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO ............................................ 3
ALLEGATO 1: CURRICULUM VITAE DI JÖRG ASMUSSEN ........................................... 4
ALLEGATO 2: RISPOSTE DI JÖRG ASMUSSEN AL QUESTIONARIO ........................... 6
ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE ............................................... 44
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PROPOSTA DI DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sulla raccomandazione del Consiglio relativa alla nomina di un membro del comitato
esecutivo della Banca centrale europea
(14862/2011 – C7-0312/2011 – 2011/0806(NLE))
(Consultazione)
Il Parlamento europeo,
– vista la raccomandazione del Consiglio in data 4 ottobre 2011 (14862/2011)1,
– visto l'articolo 283, paragrafo 2, secondo comma, del trattato sul funzionamento
dell'Unione europea, a norma del quale è stato consultato dal Consiglio europeo
(C7-0312/2011),
– visto l'articolo 109 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per i problemi economici e monetari
(A7-0337/2011),
A. considerando che, con lettera del 4 ottobre 2011, il Consiglio europeo ha consultato il
Parlamento europeo sulla nomina di Jörg Asmussen alla funzione di membro del comitato
esecutivo della Banca centrale europea con un mandato di otto anni a decorrere dal 1
novembre 2011;
B. considerando che la commissione per gli affari economici e monetari ha valutato le
qualifiche del candidato proposto, segnatamente in relazione alle condizioni di cui
all'articolo 283, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea e
all'imperativo di indipendenza totale della BCE quale risultante dall'articolo 130 del
trattato; che, nell'ambito di tale valutazione, la commissione ha ricevuto dal candidato un
curriculum vitae nonché le sue risposte al questionario scritto che gli era stato trasmesso;
C. considerando che la commissione per gli affari economici e monetari ha poi proceduto, il
10 ottobre 2011, a un'audizione del candidato della durata di un'ora e mezza, nel corso
della quale egli ha rilasciato una dichiarazione preliminare e ha risposto alle domande
rivoltegli dai membri della commissione;
1. esprime parere positivo sulla raccomandazione del Consiglio di nominare Jörg Asmussen
membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea;
2. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente decisione al Consiglio europeo, al
Consiglio e ai governi degli Stati membri.
1
GU L 0 del 0.0.0000, pag. 0.
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ALLEGATO 1: CURRICULUM VITAE DI JÖRG ASMUSSEN
Curriculum Vitae
Jörg Asmussen
Nato a Flensburg nel 1966
Segretario di Stato presso il ministero federale tedesco delle Finanze
Carriera professionale
Da luglio 2008
marzo 2003 giugno 2008
Direttore della direzione generale VII
Politica dei mercati finanziari
ottobre 2002 febbraio 2003
Direttore della direzione generale E A
Responsabile delle questioni centrali in materia di affari europei;
questioni finanziarie generali relative agli affari europei
luglio 1999 ottobre 2002
Capo di gabinetto e segretario particolare
del ministro federale delle Finanze
1998 - 1999
Segretario particolare del Segretario di Stato
Le responsabilità del Segretario di Stato includono gli affari europei, le
questioni monetarie e relative al credito, nonché la politica finanziaria e
monetaria internazionale
1996 - 1998
Funzionario nel dipartimento per lo sviluppo economico e monetario
internazionale, il Fondo monetario internazionale e i vertici economici
dal 1996
Ministero federale delle Finanze, Berlino
1994 - 1996
Responsabile di progetto nell'ambito della politica economica, sociale e
del lavoro europea presso l'Institut für Sozialforschung und
Gesellschaftspolitik GmbH, istituto di ricerche sociologiche con sede a
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Segretario di Stato presso il ministero federale delle Finanze,
responsabile delle seguenti direzioni generali:
Direzione generale I (Politiche fiscali e questioni macroeconomiche)
Direzione generale VII (Politiche dei mercati finanziari)
Direzione generale E (Politiche europee)
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Colonia
Cariche e mandati
-
Membro del comitato economico e finanziario dell'Unione europea e del gruppo di lavoro
"Eurogruppo"
Rappresentante delle Finanze tedesco al G7 e al G20
Membro del Consiglio per la stabilità finanziaria
Sostituto governatore presso la Banca mondiale
Sostituto governatore presso la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo
Presidente del consiglio generale dell'autorità federale tedesca di vigilanza finanziaria
Membro del consiglio di vigilanza di Deutsche Telekom AG
Membro del consiglio di vigilanza della Deutsche Gesellschaft für Internationale
Zusammenarbeit (GIZ)
Sherpa f.f. della Germania nel quadro del G20
Presidente del gruppo di lavoro del G20 sul Sistema monetario internazionale (SMI)
Forum economico mondiale: membro del comitato direttivo per il progetto concernente il
futuro del Sistema monetario internazionale
Membro del gruppo di amministratori dei principi per la stabilità dei flussi di capitali e
un'equa ristrutturazione del debito
Istruzione
1991 - 1992
Master in Business Administration all'Università Bocconi, Milano
1988 - 1994
Studi di economia presso l'Università di Gießen e l'Università di Bonn.
Laurea in economia (Diplom-Volkswirt); specializzazione in politica
monetaria
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ALLEGATO 2: RISPOSTE DI JÖRG ASMUSSEN AL QUESTIONARIO
A.
1.
Esperienze personali e professionali
Illustri i principali aspetti della Sua esperienza professionale in ambito monetario,
finanziario e commerciale.
Nella mia carriera professionale mi sono occupato di vari aspetti delle questioni
monetarie, finanziarie e commerciali, a causa delle diverse cariche che ho ricoperto.
Prima di entrare al ministero delle Finanze tedesco, nel 1996, ho lavorato come
responsabile di progetto presso l'Institut für Sozialforschung und Gesellschaftspolitik
GmbH, istituto di ricerca e consulenza con sede a Colonia. Ho diretto progetti PHARE
nei paesi in via d'adesione nell'Europa orientale e nei paesi baltici. La prima posizione
che ho ricoperto presso il ministero delle Finanze (1996-1998) era all'interno del
dipartimento per le questioni relative all'economia mondiale, al FMI e al G7 nel periodo
della crisi asiatica. Dal 1999 al 2002, sono stato dapprima segretario personale di un
segretario di Stato, per poi diventare segretario particolare e capo di gabinetto del
ministro. Nell'ottobre del 2002, ho assunto la guida della sottodirezione per le politiche
europee, e nel marzo del 2003, sono stato promosso direttore generale della
sottodirezione per le politiche dei mercati finanziari, mantenendo tale posizione per più
di cinque anni.
Fin dalla mia nomina a segretario di Stato per il ministero delle Finanze, nel luglio del
2008, ho esercitato ampie responsabilità relativamente alle questioni monetarie,
finanziarie e commerciali. Attualmente sono responsabile di tre direzioni (su nove):
Direzione I - politiche fiscali e questioni macroeconomiche, politica finanziaria e
monetaria internazionale, funge da think tank interno del ministero per la Politica
economica e ha inoltre la responsabilità di incarichi operativi, come l'assegnazione dei
fondi del pacchetto di stimolo economico del 2009 e l'amministrazione del sistema di
garanzia federale. La sottodirezione internazionale, in particolare, è responsabile per le
procedure del ministero delle Finanze per il G7 e per il G20, per le questioni relative al
FMI, per le relazioni bilaterali al di fuori dell'Europa, per le banche multilaterali per lo
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sviluppo e per la ristrutturazione del debito.
Direzione VII - politiche dei mercati finanziari, si occupa della regolamentazione del
mercato finanziario nel settore bancario, assicurativo, della gestione del risparmio e dei
titoli a livello internazionale (FSB e G20), europeo e nazionale. Inoltre, la direzione VII
è responsabile per la supervisione dell'Agenzia tedesca del debito (Finanzagentur), del
gruppo bancario KfW, dell'agenzia federale per la stabilizzazione dei mercati finanziari
(FMSA) e dell'autorità di vigilanza tedesca sui servizi finanziari (BaFin).
Direzione E - politiche europee, è la direzione preposta ad affrontare l'attuale crisi del
debito sovrano in alcuni paesi periferici dell'area dell'euro. È responsabile per l'Unione
monetaria europea, comprese le questioni relative alla BCE e le relazioni bilaterali in
Europa. In aggiunta, la direzione E gestisce tutte le questioni relative al bilancio delle
politiche europee e della Banca europea per gli investimenti (BEI).
Da novembre 2009 a gennaio 2011 sono stato inoltre responsabile della sottodirezione
per le aziende federali, in particolare per il settore immobiliare federale, nonché
responsabile post-Treuhandanstalt (agenzia per le privatizzazioni).
Inoltre, ho ricoperto vari incarichi nei consigli di amministrazione di aziende e agenzie
tedesche. Sono attualmente membro del consiglio di vigilanza di Deutsche Telekom AG
e della Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit GmbH (GIZ - l'agenzia del
governo federale per la cooperazione economica e lo sviluppo). Presiedo il comitato
direttivo interministeriale dell'agenzia federale per la stabilizzazione dei mercati
finanziari (FMSA), che è stata istituita alla fine del 2008 come sistema di salvataggio
delle banche tedesche. Il comitato direttivo è responsabile delle decisioni politiche per la
stabilizzazione dei mercati finanziari e la ristrutturazione delle banche. Sono presidente
del consiglio generale dell'autorità di vigilanza tedesca sui servizi finanziari (BaFin) e
membro del comitato di esperti del governo per le questioni relative al mercato
azionario (Börsensachverständigenkommission).
Dopo aver assunto la guida di una sottodirezione, nel 2002, mi sono state affidate
rilevanti responsabilità dirigenziali relative all'organizzazione del ministero, al suo
personale e al bilancio. Le tre direzioni nell'ambito della mia sfera di competenza sono
formate da sette sottodirezioni, con 43 divisioni e circa 370 dipendenti.
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2.
Illustri i principali aspetti della Sua esperienza a livello internazionale ed europeo.
Ho lavorato in un contesto internazionale ed europeo fin dal primo giorno della mia carriera.
Per i dettagli si prega di far riferimento alla domanda 1.
A partire dal 2003, quando sono diventato direttore generale per le politiche dei mercati
finanziari (che a quel tempo comprendeva la sottodirezione per la politica finanziaria e
monetaria internazionale), e in misura ancora maggiore da quando sono diventato segretario
di Stato nel 2008, sono stato membro di diversi comitati internazionali ed europei di alto
livello, rappresentando la Germania in particolare nelle seguenti funzioni:
-
Rappresentante per le finanze al G7,
-
Rappresentante per le finanze al G20,
-
Facente funzioni di Sherpa al G20 per il Cancelliere tedesco, nel 2011,
-
Membro del comitato economico e finanziario (EFC),
-
Membro del gruppo di lavoro Euro (EWG),
-
Membro del consiglio direttivo del Fondo europeo per la stabilità finanziaria (EFSF),
-
Membro del consiglio per la stabilità finanziaria (FSB), membro del comitato
permanente dell'FSB per l'applicazione delle norme,
-
Vicegovernatore della Banca mondiale,
-
Vicegovernatore della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS),
-
Membro del gruppo di lavoro n. 3 (WP 3) dell'OCSE.
In qualità di direttore generale per la politica del mercato finanziario, sono stato membro del
Financial Services Committee (FSC), e ho presieduto un gruppo di lavoro ad-hoc
sull'integrazione finanziaria nel 2003/04.
Ho accompagnato il ministro delle Finanze tedesco agli incontri a livello ministeriale di
Eurogruppo, ECOFIN, BEI, BERS, del G7, G8 e G20, nonché di IMFC al FMI,
rappresentandolo più volte in tali incontri quando non gli è stato possibile parteciparvi.
In qualità di direttore generale per le politiche dei mercati finanziari, sono stato responsabile
per le relazioni bilaterali con tutti i paesi al di fuori dell'UE. In quel caso mi sono concentrato
in particolare su Stati Uniti, Cina e paesi africani. Come segretario di Stato, sono stato
responsabile per tutte le relazioni bilaterali del ministero delle Finanze all'interno e al di fuori
dell'Europa. Allora, ovviamente, mi sono focalizzato soprattutto sugli Stati membri dell'UE,
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ma ho continuato a mantenere legami stretti in particolare con gli Stati Uniti e con i paesi
africani, ogni volta che il tempo lo permetteva.
Nel 2011 sono diventato copresidente del gruppo di lavoro del G20 (composto da funzionari
del Tesoro e da banchieri centrali) per la riforma del sistema monetario internazionale. Sono
membro del consiglio direttivo del progetto del Forum economico mondiale sul futuro del
sistema monetario internazionale e sono stato nominato per il gruppo di amministratori dei
"Principles for Stable Capital Flows and Fair Debt Restructuring".
3.
Evidenzi gli aspetti fondamentali della sua formazione universitaria e le pubblicazioni
più importanti sugli aspetti monetari e relative alla politica economica e alle questioni
di regolamentazione finanziaria.
Ho studiato economia presso le università di Gießen e Bonn dal 1988 al 1994,
specializzandomi in politica monetaria e del tasso di scambio presso l'istituto di politica
economica internazionale di Bonn. Ho conseguito la laurea a Bonn con una tesi su "Le
implicazioni dell'inflazione per la crescita - un'analisi teorica ed empirica" ("Die Implikationn
von Inflation für Wachstum – eine theoretische und empirische Analyse"). Nel 1991/92 ho
preso parte a un programma MBA presso la scuola di direzione aziendale della Bocconi, a
Milano, Italia, specializzandomi in strategia e organizzazione.
Ho pubblicato i seguenti articoli e contributi:
-
Asmussen, Jörg; Bruch, Eva: Nobelpreis für die Spieltheorie: Die Methoden der
Spieltheorie und ihre Anwendung auf Arbeitsmarktfragen, 1995
-
Asmussen, Jörg; Schneider, Carsten: Haushaltskonsolidierung heißt Gerechtigkeit für
kommende Generationen, 2002
-
Asmussen, Jörg: Rating-Agenturen und Finanzaufsicht;
Betriebswirtschaftliche Forschung und Praxis, Heft 3/2005
-
Asmussen, Jörg; Mai, Stefan; Nawrath, Axel: Zur Weiterentwicklung der EUFinanzmarktintegration; Zeitschrift für das gesamte Kreditwesen 4/2004
-
Asmussen, Jörg: Ein Jahr Pfandbriefgesetz aus Sicht des Bundesministeriums der
Finanzen;
Immobilien & Finanzierung, luglio 2006
-
Asmussen, Jörg: Verbriefungen aus Sicht des Bundesfinanzministeriums;
Zeitschrift für das gesamte Kreditwesen 19/2006
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-
Asmussen, Jörg: Politische Antworten auf die Finanzmarktkrise;
Neue Gesellschaft Frankfurter Hefte 11/08
-
Asmussen, Jörg: Politische Antworten auf die Finanzmarktkrise;
WPg - Die Wirtschaftsprüfung 15 novembre 2008
-
Asmussen, Jörg: Der Pfandbrief - eine Stütze des deutschen Finanzsystems;
Immobilen & Finanzierung 23 - 2008
-
Asmussen, Jörg: Mastering Global Financial Crises: A German Perspective;
The Washington Quarterly, luglio 2009
-
Asmussen, Jörg: Finanz- und wirtschaftspolitische Herausforderungen für Deutschland
und Europa;
ifo Schnelldienst 4/10, 26 febbraio 2010
-
Asmussen, Jörg: Die KfW als Partner des Bundes und der Wirtschaft in der Krise;
Unternehmermagazin 3/2010, giugno 2010
-
Asmussen, Jörg: Restrukturierungsverfahren für Kreditinstitute;
Die Wirtschaftsprüfung 13/2010, 1 luglio 2010
-
Asmussen, Jörg: Neue Eigenkapital- und Liquiditätsvorschriften;
VDMA-Nachrichten, ottobre 2010
-
Asmussen, Jörg: Die Verhandlungsziele der Bundesregierung bei der EU-Umsetzung
von Basel III;
Recht der Finanzinstrumente 2/2011, 21 marzo 2011
-
Asmussen, Jörg: Umbruch im Weltwährungssystem: Sollte die Zeit freier
Wechselkurse beendet werden?;
ifo Schnelldienst 7/11, 8 aprile 2011
-
Asmussen, Jörg: Position des BMF zur Reform der EU-Einlagensicherungsrichtlinie;
Zeitschrift für das gesamte Kreditwesen 15/2011, 1 agosto 2011
Inoltre, ho pubblicato articoli su vari giornali, e al momento sto lavorando a due contributi per
pubblicazioni collettive. Uno verte sull'euro ("The Euro: Past, Present and Future") per una
panoramica delle diverse valute, a cura di Sara Eisen di Bloomberg e in corso di
pubblicazione per McGraw Hill alla fine del 2011. L'altro riguarda la crisi finanziaria e i paesi
in via di sviluppo per una panoramica degli aiuti allo sviluppo, la cui pubblicazione è prevista
per il 2012.
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4.
Quali sono state le decisioni più importanti cui ha partecipato nella Sua vita
professionale?
Ho preso parte a diverse decisioni a livello nazionale, internazionale ed europeo relative a
questioni di natura economica e finanziaria; le più importanti sono state:
-
Dallo scoppio della crisi del debito sovrano in alcuni paesi periferici dell'area
dell'euro, ho avuto un ruolo molto attivo nella gestione della crisi, compresa, tra l'altro,
la creazione dell'EFSF, la riforma della governance economica dell'area dell'euro e la
preparazione dell'ESM.
-
All'indomani del crollo di Lehman Brothers nell'autunno del 2008, ho coordinato,
insieme a Jens Weidmann, che a quel tempo lavorava presso l'ufficio del Cancelliere,
la risposta del governo tedesco alla crisi finanziaria, comprese tra l'altro la
stabilizzazione della banca Hypo Real Estate (HRE), la stesura della legge sulla
stabilizzazione dei mercati finanziari, la creazione del Fondo per la stabilizzazione dei
mercati finanziari e, in seguito, l'agenzia (SoFFin/FMSA), diventando presidente del
suo comitato direttivo interministeriale. In tale veste, mi sono occupato, tra le altre
cose, dei casi WestLB e Commerzbank. Tale incarico ha interessato, comunque, non
solo il livello nazionale, ma anche quello europeo (come gli aspetti relativi agli aiuti di
Stato) e il coordinamento internazionale della risposta.
-
Per contrastare le ricadute della crisi finanziaria sull'economia reale, il governo
tedesco ha deciso nel 2009 di creare un nuovo pacchetto di stimolo; sono quindi stato
nuovamente coinvolto nella sua progettazione e attuazione, inoltre sono stato membro
del comitato direttivo interministeriale del cosiddetto Fondo per la Germania
(Deutschlandfonds). In tale ottica, mi sono occupato tra le altre cose del salvataggio
della Opel, la filiale tedesca della General Motors.
-
Ho preparato e ho partecipato a tutti i vertici dei leader del G20, occupandomi
soprattutto dell'agenda della riparazione e della riforma finanziaria a seguito della crisi
finanziaria. Importanti, prima di questi, sono stati i vertici del G8 del 1999, a Colonia,
incentrato sul tema della cancellazione dei debiti bilaterali, e il vertice del G8 di
Gleneagles del 2005, che si è occupato della riduzione del debito multilaterale. Al G20
di Seoul, nel 2010, ho avuto parte attiva nella riforma del pacchetto del FMI.
-
Per quanto riguarda la regolamentazione dei mercati finanziari, vorrei sottolineare la
mia responsabilità nella definizione della posizione della Germania per la
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negoziazione a livello europeo, per esempio, delle direttiva sul mercato degli strumenti
finanziari, della direttiva sulle offerte pubbliche di acquisto e sui servizi di pagamento
durante la presidenza del Consiglio tedesca nel 2007. A livello nazionale ho guidato
l'attuazione dei progetti precedenti e di Basilea 2.
5.
Ha partecipazioni finanziarie in un'impresa o impegni di altra natura suscettibili di
confliggere con le Sue future funzioni? Sussistono altri fattori di rilievo, personali o
di altra natura, di cui il Parlamento dovrebbe tenere conto in sede di valutazione della
Sua nomina?
No.
6.
In che modo pensa di mantenere la sua indipendenza, provenendo direttamente dal
dipartimento di Schäuble?
Esistono diversi banchieri centrali di successo che hanno iniziato la loro carriera nel Tesoro o
in altro ministero, e la cui autonomia come banchieri centrali è tuttavia indiscutibile. In
Germania, è questo il caso, in particolare, di Hans Tietmeyer e Jürgen Stark, o, per fare un
esempio recente, del presidente della Bundesbank Jens Weidmann, entrato in carica
provenendo direttamente dall'ufficio del Cancelliere. Un altro esempio recente è rappresentato
da Klaas Knot, diventato governatore della De Nederlandsche Bank, provenendo direttamente
dal ministero tedesco delle Finanze, nel luglio del 2011. A livello europeo, si può pensare a
Jean-Claude Trichet e Mario Draghi, ma anche al di fuori dell'Europa non è insolito passare
da un ruolo nel governo alla banca centrale, esempi recenti sono forniti dal governatore della
Banca del Canada e il suo vice, Mark Carney e Tiff Macklem. Un altro esempio è Lesetja
Kganyago della sudafricana Reserve Bank.
Sono convinto che sia cruciale, nel momento in cui si assume un qualsiasi ufficio pubblico,
far proprio il mandato dell'istituzione, il contesto e la cultura istituzionale, nonché il
background storico dell'istituzione. Io ho molta familiarità con tutti questi aspetti della BCE
come istituzione, dal momento che ho cooperato strettamente con la BCE e con il personale
della BCE in vari gruppi, comitati e scenari, fin dalla sua creazione, e anche prima, con
l'Istituto monetario europeo. Se diventerò un membro del consiglio della BCE, la mia fedeltà
apparterrà all'euro e alla BCE.
7.
Quali sarebbero gli obiettivi guida che perseguirebbe durante il suo mandato alla
Banca centrale europea?
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Il principio guida sarà il mandato della BCE come previsto dal trattato, con particolare
riguardo agli obiettivi e compiti della BCE. Questo significa che l'obiettivo primario è
mantenere la stabilità dei prezzi e - senza pregiudizio della stabilità dei prezzi - di sostenere la
politica economica generale dell'Unione. Inoltre, vorrei mettere in evidenza il compito della
BCE di contribuire alla stabilità del sistema finanziario, come previsto dal trattato, come
ulteriore obiettivo guida.
Agirò autonomamente, in linea con il mandato della BCE previsto dal trattato, agendo
nell'interesse generale dei cittadini dell'Unione europea e in particolare dell'area dell'euro nel
suo complesso. Sono pienamente consapevole del fatto che nessun membro della BCE
dovrebbe agire come rappresentante dello Stato membro del quale è cittadino/cittadina.
Tengo in massima considerazione la competenza, la chiarezza, la coerenza e la credibilità.
B.
8.
Politica monetaria della BCE
Come valuta la politica monetaria attuata dal Sistema europeo di banche centrali
(SEBC) negli ultimi 12 anni? Quali cambiamenti intende eventualmente promuovere?
Il Trattato conferisce alla BCE il mandato di mantenere la stabilità dei prezzi sul medio
termine, per la zona euro nel suo complesso. Guardando l'inflazione media da quando la BCE
ha iniziato a guidare la politica monetaria, non si può non concludere che la BCE abbia avuto
grande successo. Il tasso medio di inflazione nella zona euro si aggira intorno al 2 % rispetto
ad un tasso d'inflazione medio intorno al 3 % del marco tedesco durante i suoi ultimi 30 anni
di vita. Tale successo è stato raggiunto nonostante i molti venti contrari nella zona euro, dai
cospicui aumenti dei prezzi dei prodotti di base, alla spinta dell'inflazione verso il basso,
derivante dall'acuirsi della recessione economica globale.
Ciò che è ancora più importante, è la forte e inequivocabile fiducia dell'opinione pubblica e
dei mercati finanziari nel fatto che la BCE raggiunga il suo obiettivo. Le aspettative di
inflazione sono rimaste ancorate ai livelli compatibili con l'obiettivo del consiglio direttivo di
mantenere l'inflazione su livelli inferiori, sebbene vicini, al 2 % nel medio termine. Anche nel
periodo più acuto della crisi economica, con il tasso d'inflazione divenuto negativo per alcuni
mesi nella zona euro, le aspettative di inflazione a medio termine sono rimaste ancorate, in
linea con gli obiettivi del consiglio direttivo della BCE. Questo testimonia il grado, molto
elevato, di credibilità della politica monetaria della BCE, che rappresenta il valore più
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importante per una banca centrale. Non vedo alcuna ragione per cambiare questo corso di
successo della politica monetaria.
9.
Si sente spesso dire che a causa dei cambiamenti strutturali che hanno interessato
l'economia mondiale, l'inflazione si sia spostata dai prezzi al consumo ai prezzi delle
attività. Sulla base della lezione dell'attuale crisi, dovrebbe la BCE ignorare le
evoluzioni dei prezzi delle attività?
Il declino nel livello e nella variabilità del prezzo dell'inflazione di beni e servizi è
chiaramente un fatto stilizzato che caratterizza gli sviluppi economici degli ultimi 30 anni in
tutto il mondo. Un importante fattore alla base di questi sviluppi è il decisivo miglioramento
nella qualità delle istituzioni incaricate di definire le politiche, nonché nella diffusa
accettazione della stabilità dei prezzi come valore sociale da preservare nell'interesse dei
cittadini. Il cambiamento strutturale, anche in forma di globalizzazione delle economie
mondiali, ha probabilmente contribuito al raggiungimento della stabilità dei prezzi, ma la
definizione di solide politiche rimane il punto di riferimento fondamentale.
Tuttavia, la politica monetaria non può dare per scontata la stabilità dell'inflazione dei beni e
dei servizi nazionali. È opportuno uno stretto monitoraggio di tutti gli sviluppi.
Allo stesso tempo, la crisi finanziaria iniziata a metà 2007 è solo l'ultimo episodio, seppur
estremamente grave, che conferma l'importanza per le banche centrali di monitorare
l'andamento dei prezzi delle attività. Il dibattito internazionale sulla crisi finanziaria ed
economica, sia quello accademico sia tra i responsabili della politica economica, per come
l'ho osservato, è approdato a una visione diffusa e proattiva del ruolo dello Stato e delle
banche centrali quando si giunge ad aberrazioni macroeconomiche, a un livello generale e a
un andamento sfavorevole dei prezzi delle attività, in particolare. La strategia di "aspettare e
vedere" è stata chiaramente rivista o, come il professor Ottmar Issing ha recentemente
evidenziato: "La domanda su cosa fare quando scoppia una bolla, rimane. Ma dovrebbe venire
solo in un secondo momento, nel caso in cui lo sviluppo di una bolla importante, malgrado
tutti gli sforzi, non dovesse essere evitata".
Ciò non attiene tanto alla determinazione dei prezzi di determinate attività, quanto piuttosto
ad evitare che sviluppi insostenibili del prezzo delle attività possano degenerare in una crisi
finanziaria a tutti gli effetti che - anche in un lontano futuro - potrebbe ostacolare la capacità
della banca centrale di mantenere la stabilità dei prezzi e potrebbe, pertanto, risultare molto
costosa in termini di produzione e stabilità dei prezzi.
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La politica monetaria della BCE incorpora le dinamiche dei prezzi delle attività nelle sue
decisioni politiche, non come obiettivi, quanto piuttosto come indicatori che guidano la futura
attività economica tramite il loro impatto sulla ricchezza, il costo del capitale e le posizioni di
bilancio dei vari settori dell'area dell'euro. Inoltre, l'orientamento a medio termine delle
politiche monetarie della BCE, permette di prendere in considerazione i rischi per la stabilità
finanziaria, che normalmente si profilano su un orizzonte più a lungo termine rispetto ad altri
shock economici. In particolare, nell'ambito dell'analisi monetaria della BCE, è possibile
seguire le interazioni tra la formazione dei prezzi nel mercato delle attività e del credito, e la
creazione di liquidità nel settore finanziario, non da ultimo perché anche gli squilibri
finanziari sono spesso accompagnati da una crescita monetaria e creditizia eccessiva. Queste
informazioni contribuiscono alla valutazione complessiva che dà forma alla prospettiva di
medio e lungo termine della BCE per l'andamento dei prezzi.
Nel complesso, l'orientamento a breve termine della strategia monetaria della BCE e il ruolo
di primo piano assegnato all'analisi monetaria all'interno del più ampio quadro della BCE
orientato alla stabilità, per la politica monetaria, garantisce che le conseguenze degli squilibri
finanziari e il disallineamento dei prezzi delle attività, per il loro dipanarsi, siano prese nella
debita considerazione nella formulazione delle decisioni di politica monetaria adottate dalla
BCE.
10.
Come valuta le conseguenze dell'aumento dei prezzi dei prodotti di base sulla politica
monetaria? Vi è un conflitto, in termini di politica monetaria, tra il lottare contro la
recessione e il rimanere vigili riguardo all'inflazione (aspettative)?
Per rispondere a questa domanda, è essenziale distinguere tra effetti transitori e duraturi
dell'aumento del prezzo dei prodotti di base e valutare se essi rischino di produrre effetti
secondari. Nel caso di effetti transitori, la politica monetaria non ha bisogno di giocare un
ruolo attivo, considerando l'orientamento a medio termine della politica monetaria. Gli
aumenti del prezzo dei prodotti di base, comunque, assumono una rilevanza in termini di
politica monetaria nel caso di tendenze durature all'aumento del prezzo dei prodotti di base,
oppure nel caso in cui gli effetti, inizialmente secondari, comincino a tradursi in effetti
secondari sull'inflazione dei prezzi al consumo attraverso la regolazione dei salari e dei prezzi,
o a più elevate aspettative di inflazione. Ciò potrebbe avvenire, per esempio, sulla base
dell'indicizzazione dei salari e dei prezzi all'inflazione pregressa, o più in generale influenzare
le aspettative di inflazione. In questi casi potrebbe rendersi necessario un aggiustamento della
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politica monetaria, volto a ripristinare una situazione di stabilità dei prezzi, nonché delle
aspettative di inflazione ben ancorate sul medio termine.
Quanto alla seconda parte della domanda, non esiste un bilanciamento a più lungo termine tra
crescita e inflazione. Mantenere la stabilità dei prezzi sul medio termine è il contributo
fondamentale e necessario che la politica monetaria può offrire per promuovere una crescita
economica sostenibile e la creazione di occupazione per l'economia dell'area dell'euro.
11.
Qual è il suo punto di vista sull'eterogeneità delle condizioni monetarie nella zona
euro e il suo impatto sull'uniformità della politica monetaria della BCE?
Un certo grado di eterogeneità è normale in un'unione monetaria. L'attuale eterogeneità delle
condizioni monetarie all'interno dell'area dell'euro - con la quale presumo vi riferiate alle
differenze in termini di inflazione e crescita economica - è principalmente il risultato della
correzione di sviluppi macroeconomici insostenibili in alcuni paesi che erano stati spesso
caratterizzati da boom del prezzo delle attività, disavanzo delle partite correnti e da un settore
bancario e privato caratterizzato da un'elevata leva finanziaria.
La politica monetaria della BCE è orientata alla stabilità dei prezzi sul medio termine per la
zona euro nel suo complesso. Effetti della situazione specifica di un paese sulla conduzione
della politica monetaria possono sorgere solo nella misura in cui tali sviluppi (si prevede)
influenzino anche gli sviluppi a livello dell'area dell'euro, riflettendosi su altri paesi, attraverso
il normale canale commerciale, tramite contagio o perdita di fiducia, in un modo che può
influenzare negativamente la stabilità dell'area dell'euro sul medio termine. L'esistenza stessa
di una politica monetaria unica, e di conseguenza di una politica che persegue un tasso
d'interesse uniforme nei paesi dell'area dell'euro, non permette di utilizzare la politica
monetaria per influenzare le specifiche evoluzioni di un paese. Questo è compito di altre
politiche economiche, di una vasta gamma di politiche strutturali e di politiche fiscali, nonché
delle politiche salariali.
12.
Ritiene che ci sia stato un eccesso di fiducia nelle banche dell'area dell'euro, quanto
all'erogazione di liquidità da parte della BCE?
Come sapete, ad ottobre 2008 in risposta all'acuirsi della crisi finanziaria dopo il fallimento di
Lehman Brothers, la BCE ha introdotto un serie di misure di politica monetaria non
standardizzate basate sulle banche (considerando la struttura finanziaria dell'area dell'euro),
comprese procedure di attribuzione del tasso fisso in tutte le sue operazioni di
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rifinanziamento. Tali procedure implicano che le banche dell'area dell'euro sono libere di
chiedere quantità illimitate di liquidità dall'Eurosistema a propria scelta, a fronte di un tasso
fisso, a patto che queste banche siano in grado di fornire un numero sufficiente di garanzie
idonee. In linea di principio, la BCE non giudica una banca in base al suo comportamento
relativamente ad operazioni di rifinanziamento, poiché l'erogazione di liquidità è uno dei
compiti principali di una banca centrale. Inoltre, a causa della struttura del sistema finanziario,
la domanda delle banche in qualunque operazione di questo tipo può subire variazioni
significative. Allo stesso tempo, a causa di difficoltà di finanziamento esterno, il sistema
bancario di diversi paesi dell'area dell'euro mostra in questo momento un insolito grado di
fiducia nelle operazioni della BCE. Nei casi più gravi, vi sono programmi di adeguamento
economico in atto che dovrebbero condurre, nel tempo, a una graduale riduzione dell'elevata
domanda di liquidità alla banca centrale da parte delle banche di questi paesi. Il consiglio
direttivo della BCE sta monitorando la situazione molto da vicino, al fine di garantire che il
sostegno alla liquidità non ostacoli l'attuazione della politica monetaria attraverso una
gestione a breve termine dei tassi d'interesse, in linea con l'orientamento di politica monetaria.
13.
Fatto salvo l'obiettivo della stabilità dei prezzi, in che modo ritiene che la BCE
debba soddisfare gli obblighi secondari previsti dal trattato (contribuire alla crescita
economica e alla piena occupazione) e di quali strumenti può servirsi?
Esiste un ampio consenso sul fatto che il mantenimento della stabilità dei prezzi nel medio
termine sia il contributo migliore che la politica monetaria possa dare alla crescita economica
sostenibile e alla creazione di occupazione. È ormai acquisito che una banca centrale non può
incidere in modo sostenibile sulla crescita economica modificando l'offerta di denaro. La
stabilità dei prezzi, per esempio, migliora la trasparenza dei prezzi relativi, riduce i premi per
il rischio di inflazione nei tassi d'interesse, e riduce le distorsioni dei sistemi fiscali e
previdenziali. Pertanto, la stabilità dei prezzi è il più importate contributo che la politica
monetaria possa offrire per realizzare un ambiente economico favorevole e un elevato livello
di occupazione. Per dirla brevemente: la stabilità dei prezzi è a fondamento della crescita.
L'articolo 127 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea assegna all'Eurosistema
l'obiettivo primario di mantenere la stabilità dei prezzi. La stabilità dei prezzi, dunque, non è
soltanto l'obiettivo primario della politica monetaria della BCE, ma anche un obiettivo
dell'UE nel suo complesso. Il consiglio direttivo della BCE ha stabilito un chiaro punto di
riferimento numerico per il raggiungimento della stabilità dei prezzi. Si prefigge di mantenere
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l'inflazione al di sotto, ma vicina, al 2 % sul medio termine, e questo obiettivo è stato
conseguito appieno fin dall'inizio.
Senza pregiudizio dell'obiettivo della stabilità dei prezzi, il trattato prevede per la BCE
obbligazioni secondarie a sostegno delle politiche economiche generali dell'Unione, che
includono una crescita equilibrata e la piena occupazione. In tal modo, i trattati stabiliscono
una chiara gerarchia di obiettivi per l'Eurosistema, che evidenziano come un credibile
raggiungimento della stabilità dei prezzi promuova la più generale stabilità a livello
macroeconomico, rendendo l'economia il più possibile impermeabile alle conseguenze di
shock imprevisti. Infatti, durante la crisi finanziaria, la politica monetaria ha reagito alla crisi
economica e finanziaria con l'appropriato orientamento a medio termine, assicurando un
solido ancoraggio delle aspettative di inflazione e stabilizzando l'andamento
macroeconomico. La BCE ha fornito un costante sostegno all'economia, perseguendo una
politica monetaria molto conciliante, senza influire negativamente sulle prospettive di medio
termine, in modo da ancorare saldamente le aspettative di inflazione a medio termine.
14.
Cosa pensa del "pacchetto sulla governance economica" recentemente adottato?
Quali passi ulteriori le sembrano necessari per rafforzare la governance economica
dell'Unione europea?
Accolgo con favore la recente adozione del pacchetto sulla governance economica, un anno
dopo la pubblicazione delle proposte legislative della Commissione, che hanno inviato un
segnale positivo di fiducia ai cittadini dell'UE e al mercato finanziario, importante soprattutto
nella situazione attuale. Non vi può essere alcun dubbio sul fatto che le misure concordate
rappresentano un passo nella giusta direzione per rafforzare ed estendere la sorveglianza
economica. Una questione chiave sta a questo punto nella rigorosa applicazione della nuova
legislazione e delle dichiarazioni di accompagnamento (come la 'comply or explain' rule), non
solo nella lettera ma anche nello spirito. Questo richiede che tutte le autorità nazionali
competenti si assumano la responsabilità delle regole concordate. La clausola di revisione
inclusa nella legislazione rappresenterà l'occasione per migliorare ulteriormente la governance
economica dell'UE e dell'area dell'euro, consentendo di rafforzare il sistema di regole e di
correggere alcune residue debolezze della governance economica.
Per rafforzare ulteriormente la governance economica, gli Stati membri dovrebbero porre in
essere solide strutture fiscali a livello nazionale, come i "freni del debito", recependole nelle
costituzioni nazionali. Ulteriori riforme istituzionali dovrebbero essere realizzate per
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rafforzare la governance dell'area dell'euro, come fornire ad EFC/EWG un presidente a tempo
pieno. Oltre a ciò, gli impegni previsti dal patto Euro Plus e dalla strategia Europa 2020
potrebbero essere delineati nell'ambito di una legislazione secondaria e resi vincolanti, sotto
forma di un "patto di competitività europea". Ulteriori progressi nell'attuazione del mercato
unico, in particolare nel settore dei servizi, per aumentare il potenziale di crescita dell'UE,
sono anch'essi importanti. Infine, un ulteriore progresso verso l'unione economica sarebbe
impensabile senza dei passi in direzione di una più ampia dimensione europea nella
regolamentazione e vigilanza dei mercati finanziari dell'UE, e in particolare nella zona euro, e
con particolare riguardo agli strumenti finanziari di gestione della crisi (fondo di risoluzione,
schemi di garanzia del deposito). L'unione economica dovrà essere integrata da un adeguato
progresso verso un'unione fiscale e un'unione politica più integrate, che richiedono modifiche
del trattato.
15.
Quali ruoli, rapporti e sfide intravede per la BCE e il futuro meccanismo europeo di
stabilità?
Il meccanismo europeo di stabilità (MES) e la Banca centrale europea (BCE) hanno mandati
diversi cui adempiere. Il MES sarà attivato se si rivelerà indispensabile per salvaguardare la
stabilità dell'area dell'euro nel suo complesso, fornendo un supporto in termini di stabilità in
condizioni adeguate, a vantaggio dei membri del MES, e in quanto tale avrà un ampio
orientamento macrofinanziario. La BCE ha l'obiettivo fondamentale di mantenere la stabilità
dei prezzi nella zona euro nel medio termine. I mandati della BCE e del MES sono pertanto
tra loro complementari, non da ultimo perché la stabilità dei prezzi è una precondizione per la
più ampia stabilità macroeconomica.
Inoltre, il trattato MES chiama in causa la BCE nel meccanismo europeo di stabilità (MES) in
quattro aree principali.
In primo luogo, a seguito di una richiesta di assistenza finanziaria da parte di uno Stato
membro dell'area dell'euro, la BCE agirà di concerto con la Commissione e il FMI per
valutare se vi sia un rischio per la stabilità finanziaria dell'area dell'euro nel suo complesso,
tale da giustificare l'attivazione del MES.
In secondo luogo, laddove l'attivazione del MES sia giustificata, la BCE agirà di concerto con
la Commissione e il FMI per valutare l'effettiva necessità di finanziamento dello Stato
membro in questione.
Terzo, il personale della BCE contribuirà, con le relative competenze tecniche, alla
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negoziazione dei protocolli d'intesa che contengano un'adeguata condizionalità politica, e al
conseguente monitoraggio e attuazione di tali protocolli.
Quarto, in linea con le conclusioni del vertice dell'area dell'euro del 21 luglio, si prevede che
l'attivazione di interventi sul mercato secondario da parte del MES avverrà sulla base di
un'analisi della BCE che riconosca eccezionali circostanze del mercato finanziario e un
rischio per la stabilità finanziaria.
Si prevede che i titoli emessi dal MES si qualifichino come garanzie idonee per le operazioni
di politica monetaria della BCE, come nel caso della EFSF. Tuttavia, in considerazione del
divieto di finanziamento monetario previsto dall'articolo 123 del TFUE, il MES non sarà
eleggibile come controparte per le operazioni di politica monetaria della BCE.
L'obiettivo primario della BCE è e rimane il mantenimento della stabilità dei prezzi nella zona
euro. Tutte le attività relative al funzionamento del MES sono, in ogni caso, di natura
ausiliaria e accessoria, e verrebbero adottate dalla BCE sotto la chiara condizione che resti
inteso che esse non pregiudicano l'adempimento della BCE al suo mandato, come previsto dai
trattati dell'UE.
16.
Recentemente è stata ventilata l'idea di coinvolgere la BCE nelle operazioni di leva
finanziaria della EFSF. Qual è il suo punto di vista su tale questione?
Vi è un ampio consenso sul fatto che le risorse EFSF debbano essere utilizzate nel modo più
efficiente possibile. Ciò serve al duplice obiettivo di massimizzare il beneficio per la zona
euro nel suo complesso, spendendo ogni euro come parte del programma di un qualsiasi
paese, proteggendo al contempo il denaro dei contribuenti europei. A tale riguardo è anche
essenziale che i governi attuino rapidamente i nuovi strumenti della EFSF in linea con le
decisioni dei capi di Stato e di governo del 21 luglio. È importante che la EFSF abbia la
capacità di adempiere alla sua funzione di salvaguardare la stabilità finanziaria in modo
efficace ed efficiente.
Per quanto riguarda il coinvolgimento della BCE nelle operazioni di leva finanziaria della
EFSF, dal mio punto di vista dovrebbe essere chiaro che la BCE si atterrà sempre strettamente
sia allo spirito che alla dimensione legale del divieto di finanziamento monetario contenute
nel trattato.
Poiché la EFSF ha il solo scopo di fornire finanziamenti agli Stati membri dell'area dell'euro
che versano in difficoltà finanziarie, coinvolgere la BCE in tale finanziamento significherebbe
contravvenire al divieto di finanziamento monetario contenuto all'articolo 123 del TFUE. In
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ogni caso, indipendentemente da tale valutazione di ordine legale, il finanziamento della
EFSF tramite la BCE sarebbe percepito come una violazione da parte della BCE dello spirito
delle disposizioni del trattato, mettendo a rischio la credibilità e la reputazione della BCE. Per
via della percezione che la politica monetaria sarebbe sottomessa alle esigenze della politica
fiscale, il principio chiave che è stato il segno distintivo della moderna intelaiatura della
politica monetaria moderna della banca centrale - ovvero l'indipendenza della banca centrale sarebbe infranto, e la capacità delle autorità monetaria di assicurare la stabilità dei prezzi
sarebbe di conseguenza compromessa.
17.
Che cosa comporterebbe per la governance dell'area dell'euro l'emissione di
eurobond?
"Eurobond"è un termine che contiene una quantità di idee diverse. Le proposte di eurobond
differiscono l'una dall'altra per la loro struttura di garanzia, di capitale, e di governance,
quindi le implicazioni in termini di governance non sono uniformi.
Detto questo, tutte le proposte di eurobond implicano l'emissione di un debito comune da
parte degli Stati membri dell'area dell'euro e una qualche forma di garanzia reciproca.
Laddove tale garanzia sia condivisa da molti, sarebbe preclusa dal trattato così com'è. Più in
generale, tale garanzia reciproca disincentiverebbe necessariamente i paesi partecipanti dal
perseguimento di solide (e macro) politiche fiscali. È fondamentale che la struttura della
governance di tali accordi garantisca che tali effetti, che indeboliscono gli incentivi, siano
adeguatamente compensati da altri meccanismi. Le attuali proposte non sembrano prevedere
tale quadro di incentivi, senza apportare cambiamenti sostanziali alla struttura della
governance dell'UE (comprese modifiche al trattato). Inoltre, nella misura in cui tale
emissione equiparerebbe i tassi d'interesse tra gli Stati membri partecipanti, creerebbe un
implicito rapporto di sovvenzione tra Stati membri fiscalmente solidi e quelli non fiscalmente
solidi, indebolendo ulteriormente gli incentivi fiscali nella disciplina nell'ambito dell'EMU.
18.
Ritiene che la BCE avrebbe bisogno di ulteriori strumenti per far fronte alla crisi
dell'area dell'euro?
In primo luogo, permettetemi di dire che la BCE ha fornito al sistema bancario dell'area
dell'euro un sostegno di elevatissimo livello in termini di liquidità durante la crisi finanziaria
ed è impegnata nel continuare a farlo tanto a lungo quanto il sostegno sarà necessario. A
partire da ottobre 2008, le banche dell'area dell'euro hanno avuto la possibilità di ottenere, a
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fronte di una vasta gamma di titoli eleggibili come secondari, e a fronte di un tasso fisso, una
quantità illimitata di liquidità dalla banca centrale (in qualsiasi operazione di rifinanziamento
della BCE ad intervalli di scadenza da 1 settimana agli attuali tre mesi). Questa procedura di
attribuzione del tasso fisso ha effettivamente fornito alle banche una garanzia contro il rischio
di crisi di liquidità, ad un costo relativamente basso. La domanda di tale garanzia è, nelle
attuali circostanze, elevata, ed è impossibile o molto costosa da ottenere sui mercati
interbancari.
Pur enfatizzando la natura transitoria di tale strumento, la BCE ha già stabilito che tali misure
rimarranno in vigore tanto a lungo quanto sarà necessario, comunque almeno fino all'inizio
del 2012. La BCE è in processo di continua revisione della situazione esistente.
Infine, nella misura in cui gli attuali problemi dei mercati finanziari nella zona euro vanno
oltre i limiti di liquidità da parte delle banche solventi e piuttosto legate a preoccupazioni di
solvibilità, è necessario cercare soluzioni altrove, in particolare i governi nazionali che
dovrebbero fornire misure di sostegno per la ricapitalizzazione, in linea con i risultati dei
recenti test di stress, se non è possibile ottenere alcun finanziamento di mercato per le banche
interessate. Le cause principali degli attuali problemi, tuttavia, non possono e non dovrebbero
essere affrontate con gli strumenti di intervento della banca centrale. Pertanto non credo siano
necessari nuovi strumenti da parte della BCE.
19.
Quale ruolo dovrebbero avere i rating nazionali, dal suo punto di vista, sulla politica
della BCE? Ritiene che la BCE dovrebbe affrontare come regola tutti i titoli
governativi dell'area dell'euro?
Nella valutazione degli standard di credito per i prodotti di base idonei a operazioni di politica
monetaria, il rating delle agenzie di rating rappresenta uno dei contributi presi in esami, ma
non l'unico. L'Eurosistema tiene conto anche di altre caratteristiche, atte a garantire un'elevata
protezione dal rischio. Nel caso di un paese che stia affrontando un programma di revisione,
la conformità del paese al programma e la valutazione delle BCE in merito a tale programma
rivestono importanza cruciale.
Per quanto riguarda i bond dell'area dell'euro, al pari di tutti gli altri titoli, l'Eurosistema ha
fissato gli standard nel suo "Eurosystem Credit Assessment Framework". L'Eurosistema si
riserva giustamente il diritto di determinare se una questione, un emittente, un debitore o un
garante soddisfino i suoi requisiti di elevati standard di credito, sulla base di qualunque
informazione che sia considerata rilevante, e ciò potrebbe risultare in una limitazione nell'uso
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delle attività oppure nell'applicazione di scarti di garanzia supplementare, allo scopo di
assicurare un'adeguata protezione dal rischio per l'Eurosistema, in conformità dell'articolo 18
punto 1 dello statuto dell'ESCB.
20.
Qual è il Suo parere riguardo un'agenzia europea di rating del credito?
La possibile creazione di una nuova agenzia europea di rating del credito può apportare
potenziali vantaggi, in particolare aumentando la concorrenza tra le agenzie di rating,
conducendo così a migliori valutazioni, riuscendo probabilmente a tenere in maggiore
considerazione alcune peculiarità finanziarie europee. Tuttavia, una simile agenzia dovrebbe
essere pienamente indipendente da influenze politiche o di altro genere. Potrebbe essere
necessario del tempo affinché una simile agenzia possa emettere valutazioni rigorose,
affidabili, continue e soggette a convalida sulla base dell'esperienza storica, e tutto
conformemente alle specifiche richieste dal regolamento CRA.
Detto ciò, ritengo sia importante sottolineare il fondamentale problema dell'eccessiva
dipendenza da valutazioni esterne. L'FSB, la Commissione UE e il comitato di Basilea per la
vigilanza bancaria (BCBS) al momento stanno lavorando duramente su questo aspetto.
21.
Qual è la Sua opinione rispetto al programma per il mercato dei titoli finanziari
(Securities Market Programme, SMP)? In particolare, secondo Lei, esso trasforma la
BCE in un attore fiscale di fatto rischiando di comprometterne l'indipendenza?
Il programma per il mercato dei titoli finanziari, come comunicato dalla BCE, è stato
introdotto a maggio 2010 per sostenere la trasmissione delle decisioni di politica monetaria
relative a segmenti del mercato finanziario a rischio di paralisi, nell'ottica di garantire la
stabilità dei prezzi nella zona euro nel suo complesso. La decisione di ricominciare ad
acquistare titoli ad agosto 2011 è stata adottata in vista del significativo rischio di paralisi di
alcuni mercati dei titoli di debito pubblico e delle tensioni che si sarebbero diffuse verso altri
mercati in caso di mancato intervento. Mercati dei titoli a rischio di paralisi, e in particolare i
mercati dei titoli di Stato, possono avere gravi effetti collaterali sulla trasmissione
dell'orientamento della politica monetaria all'economia reale (e infine ai prezzi). Da un punto
di vista esterno, è quasi impossibile giudicare se e in quale misura tali effetti collaterali si
ripercuotano effettivamente sulla trasmissione della politica monetaria all'economia reale. Le
pubblicazioni della BCE, ad esempio il bollettino mensile, dovrebbero fornire la maggiore
quantità di informazioni possibile. Dal mio punto di vista, è essenziale che l'SMP sia solo di
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natura temporanea e limitata e che si preveda di terminare il programma quando l'EFSF potrà
intraprendere operazioni secondarie di mercato. Un secondo importante aspetto è che le
operazioni secondarie di mercato siano completamente sterilizzate in modo da non ostacolare
l'attuazione della politica monetaria indirizzando i tassi di interesse del mercato monetario a
breve termine in linea con l'orientamento della politica monetaria.
La BCE mira solo a stabilizzare quei mercati che avevano smesso di funzionare normalmente.
Tuttavia, la prima ed essenziale condizione per il successo è che i governi accelerino il
consolidamento fiscale e che non mostrino esitazione nell'attuare le rigide misure che sono
indispensabili. Le disorganizzazioni di mercato, nel caso dei mercati dei titoli di alcuni Stati
membri, sono dovute al fatto che i governi, individualmente, devono ancora garantire la
propria piena credibilità nei mercati, e che la sorveglianza reciproca richiesta dal patto di
stabilità e crescita non è stata esercitata correttamente. È incontestabile il fatto che la BCE è
stata a volte l'unico portatore di interesse nella zona euro pienamente in grado di agire, in ogni
caso la politica fiscale e monetaria deve essere chiaramente distinta per questione di principio.
Pertanto, la zona euro deve agire e attuare i prerequisiti necessari (misure di adeguamento a
livello nazionale, EFSF, ESM migliorati, migliori strutture di governance) al fine di
riconquistare la piena capacità di agire e consentendo così alla BCE di ritirarsi da simili
attività, non appena le condizioni di mercato lo permettono.
22.
Quando prevede l'effettiva uscita della BCE dalle attuali misure non convenzionali?
Le misure di politica monetaria non convenzionali della BCE sono state adottate per
migliorare il processo di trasmissione della politica monetaria, in considerazione dei mercati
finanziari compromessi. L'uscita da tali misure è pertanto collegata all'evoluzione delle
condizioni dei mercati finanziari nel corso del tempo, che a sua volta dipende in gran parte
dall'elaborazione e attuazione di politiche nazionali appropriate. Un consolidamento fiscale
decisivo e riforme strutturali in paesi finanziariamente stressati limiterebbero i premi di
rischio nel rendimento dei titoli. Misure decisive per la ricapitalizzazione di banche con
problemi finanziari contribuirebbero sostanzialmente a rilanciare l'accesso di queste banche ai
mercati monetari, consentendo alla BCE di ridurre il proprio ruolo di intermediario.
L'SMP, come tutte le altre misure non convenzionali di politica monetaria adottate dalla BCE
in risposta alla crisi, è di natura temporanea. È di natura complementare piuttosto che
supplementare alle decisioni del consiglio direttivo sui tassi di interesse chiave, in quanto
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migliora il processo di trasmissione della politica monetaria. Come tutte le misure non
convenzionali di politica monetaria, l'SMP dovrebbe essere gradualmente rimosso appena
possibile, una volta venute meno le condizioni che hanno condotto all'avvio del programma.
23.
Prevede un cambiamento di posizione della BCE riguardo la forte opposizione alla
ristrutturazione del debito greco?
Per quanto riguarda la questione della ristrutturazione del debito in Grecia, la BCE ha
costantemente insistito su tre messaggi fondamentali. Innanzitutto, la BCE ha stabilito che
qualsiasi partecipazione da parte del settore privato doveva essere di natura volontaria, e
questo sta avvenendo. In secondo luogo, la BCE ha dichiarato che era necessario evitare un
"evento creditizio" ed è probabile che anche questo venga evitato. Terzo, la BCE ha anche
esortato ad evitare un'"'insolvenza selettiva" in modo che la Grecia adempia ai propri obblighi
di debito e aderisca rigorosamente al programma concordato e, così facendo, contribuisca a
garantire che i costi in termini di perdite, ricadute e contagio sui propri pari dell'area dell'euro
siano ridotti al minimo. Le decisioni adottate dai capi di Stato e di governo il 21 luglio
comprendono le precauzioni necessarie per affrontare le preoccupazioni della BCE a tal
riguardo.
Per quanto riguarda il coinvolgimento specifico del settore privato previsto per la Grecia, i
capi di Stato e di governo dell'area dell'euro hanno riconosciuto il 21 luglio che l'approccio
seguito per la Grecia era di natura unica ed eccezionale, in risposta a una situazione unica ed
eccezionale. Tutti gli altri paesi dell'area dell'euro ribadiscono solennemente la ferma
determinazione ad onorare pienamente il proprio debito sovrano, così come gli impegni a
garantire un consolidamento di bilancio sostenibile e una riforma strutturale. La BCE ritiene
che questa ferma determinazione sia assolutamente fondamentale e considera la credibilità di
tutto il debito sovrano un elemento decisivo per garantire la stabilità finanziaria nella zona
euro nel suo complesso.
In vista del secondo programma zona euro/FMI per la Grecia, che è stato deciso in linea di
principio il 21 luglio, la Troika deve fornire un'analisi della sostenibilità del debito. Il
programma e il coinvolgimento del settore privato devono essere progettati in modo da
mantenere o raggiungere una situazione di debito sostenibile per la Grecia. La BCE fa parte
della Troika e seguirà il suo orientamento nel garantire la stabilità finanziaria nella zona euro
nel suo complesso.
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24.
Come vuole assicurare la trasparenza in relazione all'SMP e al programma per
l'acquisto di obbligazioni garantite?
La BCE sottoscrive completamente i principi di trasparenza e apertura. Ci sono, tuttavia,
situazioni che richiedono di deviare da questi principi. La comunicazione di maggiori dettagli
sulle transazioni condotte nel contesto dell'SMP e del CBPP potrebbe danneggiare la loro
efficacia ed efficienza. Potrebbe consentire agli operatori dei mercati finanziari di anticipare
gli acquisti dell'Eurosistema e di sviluppare strategie di trading che consentirebbero loro di
beneficiare degli interventi della BCE. Di conseguenza, l'Eurosistema avrebbe la necessità di
acquistare quantità maggiori di obbligazioni per ottenere gli effetti desiderati. In relazione agli
acquisti nel contesto dell'SMP, che sono ancora in corso, la BCE fornisce mensilmente
informazioni su base aggregata relative alle quantità per le quali interviene sul mercato
obbligazionario.
25.
Come valuta la crescita delle attività e passività dei membri della BCE correlate a
Target II?
I flussi transfrontalieri di grandi quantità di denaro tra banche nella zona euro sono una
caratteristica normale dell'unione monetaria. Prima della crisi finanziaria i flussi tra i paesi
tendevano generalmente a bilanciarsi: il sistema bancario di un paese era in linea di massima
in grado di compensare le uscite di denaro associate all'importazione di beni e servizi o
all'acquisizione di proprietà all'estero con l'afflusso di denaro raccolto sul mercato
interbancario transfrontaliero. Ciò non si è più verificato a seguito delle crisi finanziarie e del
debito sovrano: per i sistemi bancari di alcuni paesi dell'area dell'euro (come Grecia,
Portogallo e Irlanda), il deflusso di denaro è maggiore dell'afflusso dei capitali, mentre
avviene il contrario per altri paesi dell'area dell'euro (quali la Germania). I sistemi bancari di
alcuni paesi, a causa dello squilibrio dei flussi transfrontalieri di denaro, hanno bisogno di
maggiore liquidità proveniente dalla banca centrale rispetto ad altri, ove affluisce il denaro
delle banche commerciali. Ne risulta uno squilibrio della distribuzione netta di liquidità
nell'Eurosistema: alcune banche centrali nazionali forniscono una maggiore liquidità di altre
(in relazione alla grandezza del sistema bancario del proprio paese). Ciò determina il
costituirsi di saldi interni all'Eurosistema: alcune BCN sono creditrici della BCE, altri
debitrici. Nei bilanci delle BCN, i conti Target II sono a credito o a debito perché gli squilibri
dei flussi di pagamenti tra paesi emergono nel sistema di pagamento utilizzato per processare
e compensare tali flussi in moneta di banca centrale, che per l'Eurosistema è Target II.
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Gli squilibri dei conti Target II delle BCN (la cui somma complessiva è pari a zero) riflettono
pertanto l'ineguale distribuzione della liquidità della banca centrale presso le BCN
dell'Eurosistema. Questa ineguale distribuzione interna all'Eurosistema consente il
raggiungimento della stabilità, poiché permette alle banche solide da un punto di vista
finanziario - anche quelle nei paesi che soffrono di una situazione di stress finanziario - di
coprire i propri bisogni di liquidità offrendo idonee garanzie. Ciò contribuisce all'effettiva
trasmissione della politica monetaria all'interno delle economie dell'area dell'euro, e pertanto a
mantenere al suo interno, nel medio periodo, la stabilità dei prezzi.
Nell'Unione economica e monetaria, i crediti di una BCN nel conto Target II non riflettono, di
per sé, l'esposizione della stessa a rischi di natura finanziaria. L'esposizione al rischio
dell'Eurosistema è collegata all'apporto di liquidità alle banche, e pertanto alle operazioni di
politica monetaria in quanto tali. Un solido quadro di gestione del rischio consente di
diminuire il rischio operativo, e ogni rischio residuale è, di norma, suddiviso tra le BCN
dell'Eurosistema in rapporto alle rispettive quote nel capitale della BCE; non è collegato alle
posizioni sul conto Target II delle singole banche centrali.
26.
Quali sono, a Suo avviso, gli obiettivi principali per il 2020 della strategia per la
crescita e l'occupazione? In che modo la BCE e gli strumenti di coordinamento della
politica economica contribuiscono al successo di questa strategia? Indichi per favore
in ordine di importanza le riforme strutturali che ritiene fondamentali per l'UE e
giustifichi la sua scelta.
Tutti gli Stati membri dell'area dell'euro devono realizzare riforme strutturali sostanziali e
complete per rafforzare la propria competitività, aumentare l'occupazione, la flessibilità delle
rispettive economie e il potenziale di crescita nel lungo periodo. Per ridare fiducia sono
indispensabili riforme strutturali ambiziose.
Occorrono strumenti di coordinamento della politica economica in grado di sostenere questi
obiettivi. I programmi di stabilità e convergenza e quelli di riforma nazionale, inclusi gli
impegni assunti nell'ambito del patto Europlus, sono ora, con l'introduzione del semestre
europeo, proposti e valutati contemporaneamente per rafforzare la coerenza delle
raccomandazioni politiche a livello europeo. È ora fondamentale che sia dato completamente
seguito alle raccomandazioni politiche emanate specificatamente per ogni paese. Gli Stati
membri dell'area dell'euro dovrebbero proseguire nell'anticipare riforme ambiziose. Inoltre,
con la nuova "procedura per gli squilibri eccessivi", gli Stati membri che accumulano rilevanti
squilibri economici e fiscali saranno obbligati a correggerli realizzando appropriati
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provvedimenti di politica economica e fiscale. È pertanto cruciale che gli strumenti di
sorveglianza sulle politiche degli Stati membri recentemente concordati siano realizzati con
forza per sostenere gli obiettivi della strategia per il lavoro e la crescita. La BCE, inoltre,
assicurando la stabilità dei prezzi e contribuendo alla stabilità finanziaria, aiuta lo sviluppo di
condizioni favorevoli alla crescita.
In tema di riforme strutturali, in considerazione della competizione con paesi sviluppati ed
emergenti a livello globale, dovrebbe essere fornita massima priorità agli obiettivi di
rafforzamento della competitività e del potenziale di crescita dell'Unione europea. Ciò
dovrebbe avvenire in molti settori: educazione, servizi, mercato del lavoro, sostenibilità,
ricerca e sviluppo e rafforzamento del mercato interno. Affrontare contemporaneamente tali
tematiche potrebbe alimentare l'intero processo e determinare effetti positivi reciproci. Misure
concrete in queste aree potrebbero essere:
-
nel campo dell'educazione investimenti pubblici adeguati, accessibilità
indipendentemente dalla posizione sociale e riconoscimento transfrontaliero delle
lauree.
-
nel settore dei servizi ulteriori liberalizzazioni, per esempio nell'ambito delle
professioni e dei mestieri chiusi. Anche nella sanità sono presenti grosse potenzialità
di sviluppo.
-
nel mercato del lavoro un'ulteriore liberalizzazione transfrontaliera. Comunque, vale la
pena ricordare che il lavoro ha caratteristiche multidimensionali. Non è solamente un
fattore di produzione, ma anche un importante strumento di partecipazione e
inclusione sociale. Non può essere posta in dubbio la contrattazione collettiva;
tuttavia, dovrebbero essere abolite tutte le forme di calcolo delle retribuzioni basate
sugli indici.
-
in tema di sostenibilità, quella fiscale è fondamentale in relazione al cambiamento
demografico. L'invecchiamento della società, l'immigrazione e la mobilità del mercato
interno e transfrontaliero pongono sfide alla sostenibilità del sistema di sicurezza
sociale. Deve migliorare l'efficienza e l'efficacia del settore pubblico.
-
nella ricerca e nello sviluppo dovrebbe essere semplificato l'accesso al capitale di
rischio.
-
per rafforzare il mercato interno dovrebbero essere ulteriormente rimosse le barriere
commerciali aperte e chiuse, mentre contemporaneamente dovrebbe essere mantenuto
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un livello elevato di protezione dei consumatori, specialmente nel settore dei servizi
finanziari.
27.
Qual è la Sua opinione riguardo al ritmo con cui i nuovi Stati membri dovrebbero
aderire all'unione monetaria e adottare l'euro, considerati tutti i criteri di
convergenza e la partecipazione al meccanismo di cambio (ERM II)?
Premetto che l'Unione economica e monetaria (UEM) non è un circolo privato, come ha
recentemente mostrato l'esempio dell'Estonia.
Gli Stati membri che si sono uniti all'UE a partire dal 2004 si sono impegnati, al momento
della sottoscrizione del trattato, ad adottare l'euro. Il quadro di convergenza contenuto nel
trattato e nel protocollo sancisce che gli Stati membri possono adottare l'euro quando hanno
raggiunto un elevato grado di convergenza sostenibile; ciò implica l'inesistenza di scadenze
predefinite per entrare nella zona euro.
Sottolineo peraltro, non per ultimo, che sulla scorta di 13 anni di esperienza dell'UEM, il
trattato, oltre ai quattro criteri di convergenza nominale, prende in considerazione una serie
ulteriore di fattori, ossia "l'integrazione dei mercati, della situazione e dell'evoluzione delle
partite correnti delle bilance dei pagamenti, di un esame dell'evoluzione dei costi unitari del
lavoro e di altri indici di prezzo" (articolo 140 TFUE). Questi aspetti, come anche la
sostenibilità della convergenza raggiunta, svolgeranno nella valutazione un ruolo importante.
La partecipazione ad ERM II costituisce un elemento cruciale del processo di convergenza.
Essa dimostra la capacità o meno di uno Stato membro di raggiungere obiettivi politici chiave,
come il mantenimento della stabilità dei prezzi, la disciplina fiscale e la competitività,
rispettando contemporaneamente i margini di normale fluttuazione senza gravi tensioni - e, in
particolare, senza svalutazioni di propria iniziativa del tasso centrale bilaterale nei confronti
dell'euro - almeno nei due anni precedenti all'esame della convergenza.
28.
Qual è il Suo parere riguardo alla tassazione delle transazioni finanziare a breve
termine? Ritiene che una tassa sulle transazioni valutarie che coinvolgono l'euro
possa avere effetti positivi, ad esempio stabilizzando i tassi di cambio dei paesi che
vorranno aderire alla zona euro in futuro?
Il dibattito attuale riguarda numerose tipologie di attività finanziarie o tasse: la tassa sulle
transazioni finanziarie (TTF), la tassa sulle attività finanziarie (TAF) o la tobin tax. L'utilizzo
di una qualsivoglia tassa deve essere valutato in relazione al suo obiettivo di orientare i
comportamenti e in relazione alla funzione delle entrate.
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Personalmente sosterrei l'introduzione di una tassa comprensiva sulle transazioni finanziarie
(TTF). Questa tassa dovrebbe essere, preferibilmente, introdotta a livello globale. Ciò sembra
irrealizzabile nel breve periodo in considerazione dell'approfondito dibattito che si è svolto su
questo problema al vertice del G20 tenutosi a Toronto. La seconda opzione potrebbe
prevedere la sua introduzione nell'Unione europea, la terza l'introduzione nella zona euro.
In relazione alla funzione di orientamento coloro che propongono qualsivoglia tipologia di
tassa sulle attività finanziarie spesso evidenziano la speranza di ridurre la volatilità; la
maggioranza delle analisi teoriche ed empiriche dimostra l'infondatezza di tali speranze. In
realtà, l'aumento dei costi delle transazioni così determinatosi dovrebbe ridurre la liquidità dei
mercati e ciò potrebbe condurre ad un aumento della volatilità.
La TTF non può pertanto agire isolatamente. Deve essere considerata uno tra gli strumenti per
rafforzare la regolamentazione, in modo particolare, degli scambi ad alta frequenza e valutata
al cospetto di mezzi alternativi a disposizione degli Stati membri (o in futuro, possibilmente,
dell'Unione europea) per aumentare le entrate. In relazione al bilancio sono in attesa delle
proposte legislative che la Commissione dell'UE presto effettuerà.
29.
A Suo avviso, quali sono i ruoli del Consiglio e della BCE in termini di
rappresentanza esterna dell'area dell'euro?
La rappresentanza esterna dell'area dell'euro riflette l'organizzazione istituzionale dell'UEM;
le politiche monetarie e dei tassi di cambio sono di competenza dell'Unione e pertanto sono
rappresentate dalle istituzioni europee (la BCE per la politica monetaria, il Consiglio dell'UE
insieme alla BCE nella zona euro per la politica dei tassi di cambio). La rappresentanza della
politica economica non è invece unificata, e ciò riflette la circostanza che le competenze in
tale materia sono rimaste in larga parte nelle mani dei governi nazionali; essi la rappresentano
nelle sedi esterne (per esempio all'interno del FMI).
Ciò premesso, stiamo attualmente assistendo, come lezione fondamentale della crisi
economica e finanziaria in atto, a uno sforzo maggiore per sviluppare una integrazione
economica più profonda nella zona euro, che è anche lo scopo del pacchetto di governance
economica recentemente adottato e di ulteriori proposte che sono attualmente in fase di
sviluppo. A mio parere sarà necessario, nel tempo, riflettere nella rappresentanza esterna
l'accresciuta "dimensione europea" delle decisioni di politica economica, per esempio facendo
leva sull'articolo 138 TFUE che stabilisce che il Consiglio, dopo avere consultato la BCE, può
adottare posizioni comuni e provvedimenti appropriati per garantire una rappresentanza
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unificata nell'ambito delle istituzioni e conferenze finanziarie internazionali. Ovviamente
questa è una decisione politica che non spetta alla banca centrale.
30.
Come valuta la recente evoluzione del tasso di cambio USD/EUR?
Le autorità responsabili della fluttuazione delle valute più importanti condividono l'interesse
ad avere un sistema finanziario internazionale forte e stabile, caratterizzato da tassi di cambio
che riflettono i fondamentali economici. Ciò è stato oggetto di numerosi comunicati del G7.
La volatilità eccessiva e i movimenti disordinati dei tassi di cambio hanno implicazioni
negative sulla stabilità economica e finanziaria.
Il tasso di cambio USD/EUR è stato estremamente volatile sin dall'inizio dell'anno. Ciò è stato
causato principalmente dalle elevate incertezze delle politiche e dello sviluppo
macroeconomico, in particolare in relazione alla risoluzione delle problematiche tributarie, su
entrambe le sponde dell'Atlantico. A dimostrazione di ciò, il livello di volatilità
eccezionalmente elevato ha caratterizzato i mercati dei tassi di cambio in genere, e non
solamente il cambio USD/EUR.
31.
Come valuta la recente evoluzione del tasso di cambio CNY/EUR? Crede che le
banche centrali siano in grado di lottare adeguatamente contro l'eccessiva volatilità?
Ritiene che il ruolo internazionale dell'euro debba essere incoraggiato?
Il renminbi, dalla fine dell'ancoraggio che di fatto esisteva con il dollaro americano nel giugno
2010, al luglio 2011 si era apprezzato di quasi il 6 % nei confronti dello stesso, mentre si era
deprezzato del 9 % nei confronti dell'euro e del 5 % in termini nominali effettivi. Dallo
scoppio della recente tempesta finanziaria il dollaro americano si è apprezzato
significativamente nei confronti dell'euro e, quale effetto collaterale, il renminbi si è
rafforzato nei confronti dell'euro, in termini nominali effettivi raggiungendo il livello di
giugno 2010. Noi incoraggiamo ovunque le autorità cinesi a utilizzare la flessibilità offerta dal
nuovo quadro politico per consentire un graduale apprezzamento del renminbi in termini
effettivi.
La comunità internazionale, come ripetutamente detto nei vertici del G20, è concorde
nell'affermare, in relazione alle economie dei mercati emergenti che hanno avanzi delle partite
correnti e tassi di cambio insufficientemente flessibili, che sia l'utilizzo progressivo di sistemi
che permettano al mercato di determinare i tassi di cambio sia il rafforzamento della stabilità
dei tassi di cambio in modo tale da riflettere i fondamentali economici sottostanti
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rappresentano un interesse di queste economie e della comunità internazionale. Ai vertici di
Toronto e Seul, le economie emergenti con avanzi delle partite correnti hanno concordato di
intraprendere riforme per rafforzare la flessibilità dei tassi di cambio; ulteriori sforzi da parte
delle autorità politiche cinesi in questa direzione sarebbero apprezzati.
In relazione al tema dell'eccessiva volatilità abbiamo un interesse condiviso, assieme alle
autorità responsabili della fluttuazione delle altre maggiori valute, ad avere un sistema
finanziario forte e stabile e a sostenere un sistema che faccia determinare al mercato i tassi di
cambio. La volatilità eccessiva e i movimenti disordinati dei tassi di cambio hanno
implicazioni negative sulla stabilità economica e finanziaria. Per questo motivo, l'attività sui
mercati dei cambi ha bisogno di consultazioni reciproche e cooperazione.
La letteratura indica che in circostanze eccezionali la cooperazione può essere efficace, per
esempio attraverso interventi sui cambi valutari, specialmente se essi sono concertati, coerenti
rispetto ai fondamentali e alle comunicazioni ufficiali, e assunti quando i disallineamenti dei
tassi di cambio sono evidenti. È ampiamente condiviso a tale riguardo che gli interventi
concertati delle economie del G7 (come quelli del 2000 sull'euro e del 2011 sullo yen)
abbiamo ottenuto successo.
In relazione al ruolo internazionale dell'euro, prendo atto della posizione neutrale assunta
dalla BCE nel 1999, che non prova a impedire o incoraggiare il suo uso internazionale.
L'utilizzo internazionale delle valute dovrebbe essere il risultato di un processo guidato dal
mercato. Comunque questa politica potrebbe essere riesaminata, in quanto il sistema
monetario internazionale è in una fase di transizione verso un sistema di valute multipolare.
32.
Come valuta i risultati del G20? Qual è il Suo parere riguardo al livello di
coordinamento attuale?
Il G20, quale principale forum di governance economica, ha svolto un ruolo cruciale fornendo
un impulso politico di massimo livello al contenimento della crisi, alla sua gestione e alla
prevenzione di quelle future. La coesione del G20 deve essere assicurata anche quando la crisi
sarà superata. È per questo motivo che accolgo con molto favore il fatto che i leader del G20
abbiano sottolineato l'importanza della continuazione della cooperazione politica
internazionale per affrontare le cause alla base della crisi finanziaria e porre le fondamenta di
una robusta crescita economica globale. Posso affermare, avendo partecipato a molti incontri
dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali del G20, di essere
incoraggiato dall'elevato livello di responsabilità collettiva dei membri del G20.
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Tra i vari temi dell'agenda del G20 desidero sottolineare i seguenti:
1) Sotto la presidenza francese di quest'anno, è stato fatto molto lavoro per rafforzare il
funzionamento del sistema monetario internazionale. Insieme al collega messicano, ho copresieduto un gruppo di lavoro del G20 sull'argomento. Abbiamo raggiunto progressi, tra
l'altro, nel rafforzamento della sorveglianza, nell'ideazione di conclusioni coerenti sulla
gestione dei flussi di capitale, così come nel monitoraggio e nella valutazione della liquidità
globale. Considero un risultato importante il raggiungimento tra i paesi del G20 di un accordo
sulla regolare sorveglianza di entrambe le aree - come anche delle tematiche relative ai tassi di
cambio e ai motori dell'accumulo delle riserve - in considerazione delle esternalità potenziali
che la politica dei paesi in queste aree può determinare nei confronti di altri. In relazione al
tema della liquidità globale desidero sottolineare che è oltremodo importante iniziare un
processo di regolare monitoraggio e valutazione e che le banche centrali dispongono, nel
contesto delle strutture cooperative tra le banche centrali della BRI a Basilea, dei migliori
strumenti per monitorare gli sviluppi della liquidità globale. Nel G20 sono iniziate discussioni
sulle riserve di liquidità successive a gravi shock; esse continueranno nel FMI e serviranno a
valutare se e come rafforzare ulteriormente il pacchetto di strumenti per i prestiti del FMI.
2) I leader del G20 hanno approvato i cardini della riforma normativa globale, includendo i
lavori svolti dal comitato di Basilea e dal consiglio per la stabilità finanziaria. È ora
fondamentale per i membri del G20 effettuare ulteriori progressi relativi alla realizzazione
degli accordi raggiunti e assumere comportamenti esemplari in relazione all'attuazione degli
impegni presi. Le questioni fondamentali includono: (a) l'attuazione completa di Basilea II e
III nel rispetto dei termini concordati; (b) l'attuazione del quadro del BCBS per le banche di
importanza sistematica e l'estensione del quadro per comprendere tutte le SIFI; (c) l'accordo
sulle raccomandazioni per rafforzare il controllo, la supervisione e la regolamentazione del
sistema bancario ombra; (d) l'attuazione completa e coerente delle raccomandazioni relative ai
derivati OTC. Altre importanti aree di interesse sono quelle della riduzione dell'eccessiva
dipendenza dalle agenzie di credito e il rafforzamento della loro regolamentazione e
supervisione come anche il rafforzamento della governance e delle risorse del consiglio per la
stabilità finanziaria.
3) Il quadro del G20 per la crescita forte, sostenibile ed equilibrata rappresenta un
meccanismo chiave della cooperazione multilaterale. Lo scopo di questo quadro è sia quello
di aiutare la gestione del passaggio dalla fase della risposta alla crisi alla fase dell'ideazione di
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modelli di crescita globale forte, sostenibile ed equilibrata, sia quello di affrontare gli squilibri
globali che hanno contribuito all'insorgere della crisi finanziaria. È ora importante che tutti i
membri del G20 attuino gli impegni presi all'interno di questo quadro. Da questo punto di
vista sono fondamentali provvedimenti ben delineati per salvaguardare la sostenibilità fiscale
e riforme strutturali ambiziose.
C.
33.
Stabilità e vigilanza in ambito finanziario
In che modo considera il ruolo futuro della BCE nella vigilanza bancaria?
La costituzione di tre autorità europee di vigilanza (ESA) rappresenta un fondamentale
progresso. Consente di ampliare le esperienze e i lavori condotti dai comitati di livello 3 di
Lamfalussy, che hanno svolto un ruolo importante nell'incoraggiare la convergenza delle
attività di vigilanza in Europa e nell'instaurazione di rapporti di reciproca fiducia tra le
autorità di vigilanza nazionali. La costituzione delle ESA vuole essere di rimedio a una delle
grosse debolezze di questi comitati, ossia la natura non vincolante delle proprie linee guida.
La possibilità di emanare normative tecniche giuridicamente vincolanti sulla base di
regolamenti/direttive adottati dal Parlamento e dal Consiglio in codecisione consentirà di
creare un insieme di norme riguardanti i servizi finanziari dell'UE che potranno promuovere
condizioni di parità e contribuire alla adeguata protezione di depositanti, investitori e
consumatori in Europa.
Relativamente al possibile ruolo della BCE in tema di vigilanza bancaria possono essere
svolte le seguenti considerazioni. In primo luogo, in generale, l'esperienza della crisi
finanziaria ha rafforzato gli argomenti a favore del coinvolgimento delle banche centrali nelle
attività di vigilanza prudenziale. All'interno di un sistema finanziario interconnesso e basato
sui mercati, i fattori di turbamento hanno probabilmente effetto sui meccanismi fondamentali
di mercato, come la distribuzione della liquidità, e implicazioni transfrontaliere più
imprevedibili. Per avere valutazioni adeguate di tali dinamiche è necessario disporre di
prospettive sistemiche transfrontaliere come anche di risorse appropriate e competenze
nell'analisi della stabilità finanziaria, che possono essere fornite dalle banche centrali. Inoltre,
durante la crisi finanziaria, le sinergie tra le banche centrali e le funzioni di vigilanza sono
state evidenti, con particolare riguardo alla raccolta e alla valutazione delle informazioni.
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In secondo luogo, facendo un bilancio delle esperienze maturate durante la crisi, in un certo
numero di Stati membri si è notevolmente rafforzato il ruolo delle banche centrali nell'attività
di vigilanza prudenziale. Questi sviluppi possono, nel tempo, facilitare l'ulteriore
considerazione del ruolo istituzionale della BCE e favorire la possibilità, prevista dal trattato,
di conferire alla BCE incarichi specifici nel settore della vigilanza prudenziale, anche alla luce
di un possibile ulteriore allargamento dell'area dell'euro.
Il quadro istituzionale dell'Eurosistema si basa su un approccio operativo decentralizzato che
consente di utilizzare integralmente le competenze delle autorità nazionali e le infrastrutture
esistenti. Ciò ha dato prova di efficacia nella gestione degli impegni istituzionali assegnati dal
trattato anche nel contesto della crisi finanziaria. Esso può fornire un quadro appropriato per
l'esercizio di responsabilità di vigilanza.
La vigilanza microprudenziale è integrata dal ruolo della BCE all'interno del CERS, di nuova
costituzione, che effettua attività di vigilanza macroprudenziale.
D. Funzionamento della BCE, responsabilità democratica e trasparenza
34.
Secondo il Suo parere, le differenti responsabilità dei membri del comitato dovrebbero
cambiare nel corso del tempo, in linea con i cambiamenti che avvengono per gli
impegni e le priorità della BCE?
L'articolo 12 dello statuto del SEBC e della BCE ("lo statuto") stabilisce le responsabilità del
comitato esecutivo della BCE. L'articolo assegna al comitato esecutivo il compito di attuare la
politica monetaria in accordo alle decisioni prese dal consiglio direttivo e di preparare gli
incontri del consiglio direttivo. Inoltre, ai sensi dell'articolo 11 dello statuto, il comitato
esecutivo è responsabile della gestione degli affari correnti della BCE, senza tuttavia fornire
alcuna precisa definizione della terminologia "gestione degli affari correnti".
Entrambi gli articoli fanno riferimento a tutto il comitato esecutivo e non assegnano compiti
specifici ai suoi singoli membri, in considerazione del fatto che esso è un organo decisionale
collegiale. Ciò significa che le decisioni sono prese dall'intero comitato esecutivo e non dai
suoi singoli membri. I problemi sono inoltre spesso correlati e le decisioni devono tenere in
considerazione tutti gli aspetti relativi agli stessi, per esempio di ordine legale, operativo e
strategico. Il risultato di tutto ciò è che i membri del comitato esecutivo hanno interessi e sono
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coinvolti in tutte le aree di competenza del comitato (politica monetaria, sistemi di
pagamento, banconote. ecc.).
Allo stesso tempo, per facilitare l'efficiente trattamento amministrativo delle pratiche, risulta
esternamente che ai singoli membri del comitato esecutivo sia stata assegnata una specifica
area di attività della BCE; ciò, tuttavia, non determina alcuna deroga dalle responsabilità
collegiali dell'intero comitato esecutivo.
Questa organizzazione offre vantaggi addizionali in quanto consente di utilizzare al meglio le
conoscenze di ciascun membro del comitato esecutivo. Periodicamente viene riesaminata
l'allocazione delle aree di attività, in particolare in caso di cambiamenti nella composizione
del comitato esecutivo. Inoltre, rimescolare di tanto in tanto l'assegnazione delle competenze
tra i membri del comitato esecutivo contribuisce al rafforzamento della collegialità.
35.
Quale sistema ritiene appropriato al fine di garantire un equo avvicendamento dei
membri nel comitato esecutivo della BCE anche per quanto riguarda la nazionalità e
il genere?
Il trattato fa riferimento esclusivamente a criteri di esperienza professionale e competenza che
devono essere tenuti in considerazione allorché vengono selezionati i membri del comitato
esecutivo. Esso statuisce che i membri del comitato esecutivo della BCE "sono nominati tra
persone di riconosciuta levatura ed esperienza professionale nel settore monetario o bancario".
L'unica considerazione in relazione alla nazionalità - e ciò è pressoché ovvio - è che viene
richiesto ai potenziali membri del comitato esecutivo di possedere la nazionalità di uno dei
paesi della zone euro. Nelle normative non viene volontariamente fissato qualsivoglia altro
prerequisito relativo alla nazionalità o al genere poiché ciò sarebbe pressoché incompatibile
con l'utilizzo di criteri di selezione basati sulla qualificazione. A prescindere da queste
considerazioni giuridiche personalmente ritengo importante il ruolo della diversità all'interno
delle istituzioni; ciò in riferimento alla nazionalità, al genere, all'età, alla preparazione
professionale e alle esperienze personali.
Inoltre, le decisioni della BCE, che è una istituzione sopranazionale, devono essere prese
esclusivamente tenendo in considerazione l'intera zona euro, e ciò esclude chiaramente la
possibilità di fare riferimento a interessi nazionali particolari. Un punto fondamentale della
costruzione dell'Eurosistema è che i membri degli organismi decisionali della BCE
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partecipino alle decisioni in quanto individui, senza rappresentare gli Stati membri da cui
provengono.
La circostanza che la procedura di nomina attribuisca al Parlamento europeo un ruolo
prominente assicura lo svolgimento di una procedura obiettiva in accordo con i criteri stabiliti.
36.
Che cosa pensa in relazione alla necessità di raccogliere nel comitato esecutivo la
migliore squadra (ossia il collettivo meglio funzionante) piuttosto che i migliori
individui?
Il quadro giuridico stabilisce chiaramente quali sono le qualificazioni richieste per i membri
del comitato esecutivo e sarebbe piuttosto pericoloso inventare ulteriori criteri "soft", difficili
da misurare e realizzare. Il comitato esecutivo è un organo collegiale con responsabilità
collegiali per tutte le decisioni assunte ed è per questo un prerequisito la sua capacità di
lavorare efficacemente in quanto squadra. Ci si può ragionevolmente attendere che le persone
proposte come candidati per il comitato esecutivo posseggano, oltre alla riconosciuta levatura
ed esperienza professionale nel settore monetario o bancario, anche le qualità personali che
loro permettano di agire in squadra. Non esiste pertanto alcun conflitto in quanto tale tra una
forte esperienza/formazione professionale individuale e la capacità di integrarsi in un
collettivo funzionante in modo eccellente. La mia esperienza professionale - e ciò è stato
anche dimostrato nei corsi della business school di Milano - è che in media le squadre di
lavoro sono più creative e migliori degli individui nell'ideare soluzione durevoli (ciò potrebbe
essere differente in caso di individui particolarmente brillanti, che però sono rari).
37.
Che cosa pensa della necessità di incrementare la varietà di esperienze rappresentate
nel comitato della BCE anziché affidarsi esclusivamente ai banchieri centrali?
Anche riguardo a ciò il trattato e lo statuto non affermano nulla. Ovviamente una persona "di
riconosciuta levatura ed esperienza professionale nel settore monetario o bancario" non deve
essere stata per forza un banchiere centrale. Non è comunque sorprendente la rilevanza,
spesso, di una cospicua esperienza in una banca centrale che deve essere tenuta in
considerazione. Tuttavia, io stesso dimostro che una esperienza professionale differente, nel
mio caso quella al ministero delle Finanze, può anche fornire l'esperienza necessaria per
qualificarsi quale membro del comitato esecutivo della BCE. La mia esperienza professionale
e le conoscenze acquisite mi serviranno certamente anche nell'ambito della BCE.
Ciò dimostra chiaramente che anche altre esperienze professionali e formative possano essere
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estremamente preziose. I curriculum e le esperienze professionali dei membri passati e
presenti del comitato esecutivo dimostrano che le differenti esperienze e competenze
aggiungono contributi preziosi al processo decisionale.
38.
Quale sarà il Suo approccio personale al dialogo sociale nella BCE?
Credo che un sano dialogo sociale sia uno dei fattori chiave per il successo di una
organizzazione bene funzionante. Questo è stato da me sperimentato nello svolgimento della
mia attuale attività presso il ministero delle Finanze tedesco. Mi confronterò con impegno con
il personale della BCE e con i relativi rappresentanti e mi attendo confronti fruttuosi e
costruttivi, per esempio in relazione alle condizioni di lavoro e ad altre questioni di interesse
sociale.
Sostengo, in particolare, un approccio nel quale l'informazione con i rappresentanti del
personale sia condivisa e le consultazioni su questioni importanti vengano iniziate fin da
subito. Questo approccio richiede apertura e senso di responsabilità di entrambe le parti, al
fine di raggiungere l'obiettivo finale che è quello di assicurare risultati eccellenti della BCE al
servizio degli interessi dei cittadini dei paesi che hanno adottato l'euro e dell'intera Unione
europea. Mi impegnerò certamente a cooperare con spirito di apertura, di fiducia, di
partenariato e di rispetto.
Per esempio sono convinto che, a livello del SEBC, ove la BCE mantiene un dialogo con i
rappresentanti del personale delle banche centrali nazionali e delle federazioni di sindacati ai
quali sono affiliati, gli incontri che si tengono due volte all'anno a Francoforte tra la BCE, i
rappresentanti dei lavoratori e le federazioni dei sindacati consentano di sviluppare
discussioni sui progetti del SEBC/Eurosistema utili e pregnanti di contenuti. Questi scambi
offrono inoltre l'opportunità di promuovere la cooperazione all'interno del sistema e lo spirito
di squadra, che personalmente incoraggio con piena convinzione.
39.
Sarebbe favorevole a una procedura di conferma da parte del Parlamento europeo
(nonostante gli interrogativi che tale modifica solleverebbe a livello costituzionale)?
Il trattato stabilisce una chiara procedura di nomina per i membri del comitato esecutivo della
BCE. Essi devono essere nominati "tra persone di riconosciuta levatura ed esperienza
professionale nel settore monetario o bancario". Il trattato prevede un ruolo consultivo per il
Parlamento europeo. In sostanza, la commissione per i problemi economici e monetari
(ECON) organizza un'audizione pubblica con il candidato (i candidati) proposti dal consiglio.
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L'esperienza passata ha dimostrato che queste disposizioni sono efficaci. Sin dalla fondazione
della BCE hanno assicurato una procedura di nomina semplice e credibile e la selezione di
persone di grande competenza, indipendenza e integrità. In considerazione di questi
precedenti non è giustificato a parere mio alcun cambiamento alla attuale procedura. Sono le
parti responsabili degli emendamenti al trattato a dovere prendere posizione qualora in alcune
sue fasi questa procedura dovesse essere rivista.
40.
Qual è la sua posizione in relazione al problema delle "porte girevoli" tra organismi
di vigilanza o di controllo e istituzioni private dello stesso settore? Pensa che dovrebbe
esserci un periodo di interruzione tra lo svolgimento di attività professionali in
istituzioni pubbliche e private?
Il tema dell'esistenza di conflitti di interesse tra i membri del consiglio direttivo e del comitato
esecutivo della BCE è stato riconosciuto e affrontato. Per quanto riguarda i membri del
consiglio direttivo, le norme di natura etica dello stesso prevedono un periodo di interruzione
di un anno dopo la cessazione delle mansioni in caso di nuova attività privata o professionale
in relazione alle quale possa insorgere un conflitto di interessi. Per i governatori della BCE
potranno essere fissate norme addizionali nelle condizioni di lavoro e occupazione con le
rispettive banche centrali. Le condizioni di lavoro e occupazione dei componenti del comitato
esecutivo stabiliscono l'impegno a non accettare qualsivoglia posizione di dipendente,
manageriale o di consulenza, remunerata o meno, per qualsivoglia società o entità che assume
una posizione di controparte del SEBC nella politica monetaria o in operazioni sui cambi
valutari, o per qualsivoglia società o entità che faccia parte del gruppo consolidato di tale
società o entità, per il periodo di un anno dalla cessazione delle mansioni presso un ufficio
soggetto a decisione del consiglio direttivo. In definitiva considero appropriato il periodo di
interruzione di 12 mesi.
41.
Può esprimere il Suo parere in merito al concetto di responsabilità democratica per
quanto riguarda la BCE e le banche centrali in generale?
Considero indipendenza e responsabilizzazione "due facce della stessa medaglia".
L'indipendenza della banca centrale è un elemento indispensabile dei regimi di politica
monetaria delle nostre economie moderne in generale, e della "costituzione monetaria"
dell'UEM in particolare. Contemporaneamente una banca centrale indipendente, al fine di
mantenere la propria legittimità, deve essere responsabile per l'attività svolta in relazione alla
realizzazione del proprio mandato di fronte alle istituzioni democratiche e all'opinione
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pubblica. In altre parole, essa deve spiegare e giustificare le sue decisioni ai cittadini e ai loro
rappresentanti in modo appropriato.
Il concetto di responsabilità democratica è al centro delle relazioni della BCE con il
Parlamento europeo, l'istituzione che rappresenta direttamente la popolazione europea.
Espletando i propri obblighi di responsabilità, la BCE va ben al di là degli obblighi di legge. E
ciò si verifica, ad esempio, con la presenza trimestrale del presidente della BCE di fronte alla
commissione ECON, con la presentazione al Parlamento europeo della relazione annuale
della BCE e con la partecipazione dei membri del comitato esecutivo ad audizioni ad hoc su
specifici argomenti.
Responsabilità e trasparenza sono anche promosse, tra l'altro, tramite le conferenze stampa
mensili della BCE e le dichiarazioni introduttive del suo presidente, il bollettino mensile della
BCE, discorsi e interviste dei membri del comitato esecutivo. Nel complesso ritengo che la
BCE abbia dimostrato nei primi 13 anni il suo elevato impegno in relazione al tema della
responsabilità democratica. Intendo continuare ad assumere questi comportamenti se e quando
mi unirò all'istituzione.
42.
A quali conclusioni giunge confrontando le politiche di trasparenza seguite dalla
Federal Reserve Bank e dalla BCE? Cosa pensa della pubblicazione da parte della
Fed o della Banca d'Inghilterra dei verbali delle loro riunioni? Ritiene che tale
politica possa essere applicata alla BCE?
La trasparenza presuppone che la banca centrale spieghi chiaramente come interpreta il
proprio mandato e come applica la propria strategia di politica monetaria per valutare lo stato
dell'economia e per adottare decisioni di politica monetaria. Questo non solo aiuta il pubblico
a monitorare e valutare il rendimento della banca centrale, ma contribuisce anche a ridurre
l'incertezza rispetto alle azioni politiche future e, in tal modo, a ridurre la volatilità
dell'inflazione. In generale, la trasparenza e la chiarezza delle comunicazioni hanno
contribuito a una migliore comprensione di una politica monetaria che punta alla stabilità dei
prezzi, rendendo la politica monetaria maggiormente credibile ed efficace.
In un confronto a livello internazionale, la BCE figura tra i maggiori contendenti al mondo
per quanto riguarda la trasparenza delle banche centrali. La BCE ha annunciato una strategia
di politica monetaria formale e spiega le decisioni di politica monetaria che applicano questa
strategia. Nell'ambito di tale strategia, la BCE ha chiaramente specificato in termini
quantitativi cosa si intende per stabilità dei prezzi. Il chiaro e inequivocabile obiettivo del
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mantenimento della stabilità dei prezzi rappresenta un solido punto di riferimento per tutte le
decisioni della BCE e costituisce un punto focale per il coordinamento delle aspettative del
settore privato. Mentre la Fed, visto anche il suo duplice mandato, non è stata esplicita in
passato, le ultime comunicazioni suggeriscono alla Fed di definire la stabilità dei prezzi in
maniera analoga alla BCE.
Una banca centrale deve avere diverse opzioni per spiegare le proprie decisioni, per indicare
le proprie intenzioni politiche e per rivelare la diversità nel processo di politica monetaria.
Dalla letteratura accademica ed esperienza pratica non emerge sempre chiaramente quale
modalità di trasparenza sia più appropriata in determinate circostanze. A tal proposito, la
pubblicazione dei verbali potrebbe fornire informazioni aggiuntive sulla diversità della
commissione e sul ragionamento alla base della decisione. Per il comitato di politica
monetaria (MPC) della Banca d'Inghilterra, che applica il principio della responsabilità
individuale, è perfettamente logico pubblicare i verbali delle riunioni di politica monetaria. La
BCE ha un diverso regime di responsabilità, ovvero i membri del consiglio direttivo sono
collettivamente responsabili per le proprie decisioni. Inoltre, lo statuto obbliga la BCE a
mantenere riservate le delibere del consiglio direttivo, escludendo la possibilità di pubblicare i
verbali delle riunioni. Ciò consente al consiglio direttivo di adottare decisioni di politica
economica in piena indipendenza e di sottolineare la responsabilità collettiva della
commissione. La BCE fornisce altri strumenti informativi che possono essere paragonati ai
verbali delle altre banche centrali citate. In particolare, la dichiarazione introduttiva del
presidente in occasione della conferenza stampa fornisce una sintesi completa della
valutazione dell'evoluzione economica, rilevante ai fini politici. Inoltre, la conferenza stampa
mensile prevede una sessione di domande e risposte che offre l'opportunità di spiegare al
pubblico le decisioni di politica monetaria e diversità interna in modo tempestivo e
imparziale.
43.
Qual è la Sua opinione riguardo al dialogo monetario con il Parlamento europeo? I
membri del comitato della BCE potrebbero discutere della politica monetaria e delle
sue decisioni con altri soggetti politici o ciò potrebbe mettere a rischio l'indipendenza
della banca?
Le audizioni trimestrali del presidente della BCE di fronte alla commissione ECON sono una
componente fondamentale della responsabilità democratica della BCE. Rappresentano
un'occasione molto importante per la BCE per spiegare e giustificare le proprie politiche
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contribuendo così a migliorare la comprensione delle decisioni della BCE in Europa, ma
anche per i rappresentanti della popolazione europea per porre domande e chiedere
spiegazioni alla BCE. Hanno reso possibile un dialogo approfondito e fruttuoso tra le due
istituzioni, non solo su questioni economiche e monetarie ma anche su importanti dossier
legislativi (ad esempio, la riforma del quadro di vigilanza dell'UE, il pacchetto sulla
governance economica).
La BCE intrattiene stretti rapporti con altri responsabili politici UE come, ad esempio,
l'Eurogruppo, il consiglio ECOFIN e, a un livello inferiore, il Comitato economico e
finanziario e il Comitato di politica economica dell'UE. Infine, la BCE ha un ruolo specifico
chiaramente definito nella gestione dei quadri di assistenza finanziaria e gestione della crisi di
recente istituzione.
Tutti questi contatti avvengono nel pieno rispetto del mandato e indipendenza della BCE.
Tuttavia, non ritengo che discutere della politica monetaria e delle sue decisioni con questi
attori comprometta l'indipendenza della BCE.
E.
44.
In generale
Quali ritiene siano i rischi e le sfide più importanti per la BCE?
La BCE affronta molte sfide in questi tempi straordinari. Mi limiterò a citarne tre che sono
collegate tra di loro:
Inizierò con il principale obiettivo della BCE, il mantenimento della stabilità dei prezzi a
medio termine nella zona euro. Nel contesto attuale, questo è tutt'altro che semplice vista la
forte incertezza e i compromessi canali di trasmissione della politica monetaria. I tassi di
riferimento della BCE devono essere fissati per mantenere la stabilità dei prezzi per la zona
euro nel suo complesso sul medio termine. Misure di politica monetaria non convenzionali
devono sostenere il funzionamento del meccanismo di trasmissione di politica monetaria in
modo che i tassi di interesse della BCE influenzino l'economia e, in definitiva, i prezzi più o
meno nello stesso modo. Vista l'elevata incertezza degli sviluppi macroeconomici, all'estero e
nella zona euro, e le mutevoli condizioni finanziarie collegate alla crisi del debito sovrano,
questo è un arduo compito che richiede attenzione continua e audaci azioni politiche qualora
necessarie. Allo stesso tempo, in linea con gli orientamenti a medio termine della propria
politica monetaria, la BCE deve guardare avanti ed essere pronta a ritirare le misure
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straordinarie una volta normalizzate le condizioni del mercato finanziario.
Contribuire alla salvaguardia della stabilità finanziaria rappresenta un'altra sfida fondamentale
per la BCE. La crisi finanziaria, attraverso le sue diverse fasi, ha portato in primo piano queste
sfide. Sostenere efficacemente l'azione dell'ESRB è e continuerà ad essere un compito
impegnativo, che richiede una continua individuazione e valutazione delle fonti di rischio
macroprudenziale, e gli strumenti esistenti possono anche essere impiegati a tal fine. Sarà
importante garantire che non si generi confusione riguardo i mandati assolutamente distinti
dell'ESRB e del consiglio direttivo della BCE: in particolare, occorre rilevare che non esiste
un compromesso fra l'obiettivo della stabilità dei prezzi e il ruolo che la BCE può svolgere
nella promozione della stabilità finanziaria. A tal riguardo, la crisi finanziaria ha fatto sorgere
una serie di interrogativi in merito al rapporto che intercorre tra politica monetaria e stabilità
finanziaria. A questo proposito, è essenziale avere una migliore comprensione del ruolo del
settore finanziario nel meccanismo di trasmissione.
Infine, e collegato a quanto detto, lo sviluppo complessivo dell'Europa, e dell'area dell'euro in
particolare, rappresenta una fondamentale sfida. La crisi del debito sovrano ha messo in luce
debolezze nella governance economica dell'Europa, a cui deve essere urgentemente posto
rimedio. Esistono enormi vantaggi nel far parte dell'Unione economica e monetaria, ma essi
non sono gratuiti. L'appartenenza all'Unione economica e monetaria presuppone una forte
volontà politica da parte dei governi dell'area dell'euro di adempiere agli impegni e rispettare
le norme comuni. I governi degli Stati membri direttamente interessati dalla crisi del debito
sovrano devono innanzitutto sistemare i propri affari interni. Inoltre, i fondamenti istituzionali
dell'UEM devono essere rafforzati, sia a livello nazionale sia europeo, per riflettere meglio
l'elevato livello di integrazione delle economie nella zona euro. L'Unione monetaria deve
essere completata attraverso una maggiore integrazione verso un'unione fiscale e politica, per
la quale è necessario apportare modifiche al trattato UE. Questo dovrebbe contribuire ad
evitare un rinnovato accumulo di squilibri. Il modo in cui queste sfide saranno affrontate è
importante per la BCE in quanto influisce sull'ambiente in cui la BCE opera. Anche dal punto
di vista personale, in quanto europeo convinto consapevole del grande contributo dato
dall'Unione europea e dall'euro al benessere dei cittadini, questa tematica mi sta molto a
cuore.
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ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE
Approvazione
10.10.2011
Esito della votazione finale
+:
–:
0:
Membri titolari presenti al momento
della votazione finale
Sharon Bowles, Udo Bullmann, Pascal Canfin, Nikolaos Chountis,
George Sabin Cutaş, Leonardo Domenici, Jean-Paul Gauzès, Sven
Giegold, Sylvie Goulard, Gunnar Hökmark, Jürgen Klute, Werner
Langen, Íñigo Méndez de Vigo, Antolín Sánchez Presedo, Olle
Schmidt, Peter Skinner, Ivo Strejček, Ramon Tremosa i Balcells, Corien
Wortmann-Kool
Supplenti presenti al momento della
votazione finale
Elena Băsescu, Iliana Ivanova, Danuta Jazłowiecka, Olle Ludvigsson
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