Il funzionalismo e Talcott Parsons (1902-1979) Origini del funzionalismo Le origini del funzionalismo possono essere rinvenute in Durkheim e nell'antropologia sociale. ◦ Secondo Emile Durkheim, la funzione di un'istituzione sociale consiste nella corrispondenza tra tale istituzione e le esigenze dell'organismo sociale. ◦ Bronislaw Malinowski, antropologo britannico di origine polacca, propose l'analisi funzionale come rimedio alla tendenza ad interpretare le situazioni sociali attraverso l'intuizione e la psicologia individuale piuttosto che attraverso l'osservazione scientifica. Per Malinowski, la cultura consiste nella capacità dell'uomo di “creare beni e valori al di là delle sue facoltà animali ed organiche”, ed essa deve essere intesa “come mezzo per raggiungere un fine, cioè funzionalmente”. Quindi per Malinowski l'analisi funzionale dinanzi a qualsiasi fenomeno sociale (istituzioni, oggetti materiali, idee) deve chiedersi quale funzione esso adempie nell'ambito di questa cultura; questo perché ogni singolo tratto culturale contribuisce al mantenimento dell'intera cultura, quindi all'integrazione. L'integrazione dunque costituisce il nucleo centrale della teoria funzionalista. ◦ Radcliffe Brown afferma che la funzione di ogni attività ricorrente consiste nel contribuito che essa dà al mantenimento della continuità strutturale. Vediamo dunque come gli esponenti del funzionalismo muovono dal presupposto della coesione e della stabilità sociale più che da quello della tensione e del conflitto. Talcott Parsons e La struttura dell'azione sociale (1937) L'orientamento sociologico di Parsons, in particolare, sembra essere in rapporto con le esigenze pratiche della società nordamericana; non si tratta di un tentativo di giustificazione ideologia di uno status quo, ma piuttosto di individuare i requisiti minimi dell'integrazione in una società composta di gruppi etnici diversi, in cui appunto l'interazione appare come una difficile meta da raggiungere. Talcott Parsons tende però a elaborare schemi esplicativi della realtà sociali validi al di là della specificità storica. L'approccio di Parsons viene chiamato “struttural-funzionalista”, nel senso che si propone di individuare la struttura di fondo della società e di comprenderla mostrandole funzioni che le sue parti assolvono. Si può definire però anche un approccio“sistemico”; quello di sistema è un concetto cruciale delle ricerche di Parsons. Parsons pubblica nel 1937 La struttura dell'azione sociale. In questa opera, Parsons si oppone alla concezione positivistica dell'azione secondo cui essa va intesa in termini di reazione a uno stimolo esterno, e mette invece in evidenza gli aspetti teleologici dell'azione stessa. Elementi necessari per la presenza dell'atto: ◦ L'attore, colui che compie l'atto; ◦ Un fine, una situazione futura verso cui è orientata l'azione; ◦ Una situazione iniziale, diversa dalla situazione finale verso cui è orientata l'azione, in cui vi sono le condizioni, elementi non trasformabili dall'atto, e i mezzi, trasformabili dall'atto; ◦ Un orientamento normativo dell’azione, che porta l’attore a preferire certi mezzi ad altri e certe vie ad altre, tuttavia basandosi sul sistema morale vigente nella sua società. Le norme sono il collegamento tra la personalità e l'insieme sociale di cui l'individuo fa parte. A loro volta sono l'espressione di un insieme di valori, cioè di una “cultura”. Per scegliere i mezzi adatti al raggiungimento del fine, è necessario adeguarsi a determinate norme, che vanno anch'esse assunte come elemento imprescindibile dell'atto. Dunque, l'aspetto normativo è quello che da concretezza al fine, e diventa fondamento nella teoria volontaristica dell'azione in Parsons: “non si ha azione se non come sforzo per conformarsi alle norme”. Si nota come P. si sforzasse in questa visione di contrastare da un lato il comportamentismo, la tendenza cioè a ridurre l’azione umana a mero meccanismo di risposta a stimoli, togliendo ogni ruolo alla volontà; dall’altro l'utilitarismo, che spiega tutte le azioni in base a un interesse eliminando il ruolo dell’orientamento normativo. Il sistema sociale (1951) L'azione, secondo Parsons, può essere analizzata (solo analiticamente) da tre punti di vista diversi. In ognuno dei tre casi si può parlare di sistema: l'individuo non agisce in termini casuali ma secondo principi ben definiti. Questi sistemi devono essere congruenti ed equilibrati tra loro affinchè ci sia integrazione. ◦ Sistema della personalità (psicologia). L'individuo ha determinate aspettative sia nei confronti degli altri individui che degli oggetti. ◦ Sistema della cultura (antropologia). I segni e i simboli comuni permettono l'interazione. La cultura diventa direttamente costitutiva della personalità mediante il processo di interiorizzazione. Parsons pensa, come Durkheim, alla socializzazione come a un processo di condizionamento in cui i soggetti apprendono passivamente dei valori condivisi, ma ne approfondisce la dinamica psichica, ricollegandosi esplicitamente alla psicanalisi freudiana. Dunque un sistema sociale richiede personalità formatisi in grado di agire nel sistema mediante l'interiorizzazione dei principi della cultura. ◦ Sistema della società (sociologia). Vi è una rete di rapporti tra gli attori, che agiscono in base alle posizioni a essi assegnati all'interno di tale rete. L'azione può anche essere studiata dal punto di vista delle esigenze dell'attore sociale. ◦ Elemento catettico: in ogni azione c'è la motivazione di raggiungere conseguenze positive e evitare conseguenze negative; ◦ Elemento conoscitivo: questa motivazione può esserci solo qualora si abbia una sufficiente conoscenza della situazione; ◦ Elemento valutativo: esigenza di scegliere tra le diverse alternative presenti nella situazione. Il sistema sociale è definito in termini di interazioni e rapporti in termini di status e ruoli tra individui. Esso dunque è un insieme di rapporti considerato non in relazione ai singoli individui, ma in relazione a: ◦ Status: diverse e interrelate posizioni sociali. Lo status definisce la posizione del soggetto sociale rispetto agli altri soggetti nell'ambito di un sistema di relazioni considerato come struttura. Lo status è definito indipendentemente dalla personalità. ◦ Ruoli: attività del soggetto agente collegate al suo status. Il ruolo è ciò che l'individuo compie nelle sue relazioni con gli altri. Sono due elementi a garantire l'ordine sociale: ◦ la motivazione del vantaggio esterno; ◦ l'interiorizzazione dei modelli culturali. Un soggetto (ego) avrà sempre delle aspettative riguardo al comportamento dell'altro (alter, l'altro generalizzato di Mead); ego e alter tenderanno a conformasi alle aspettative l'uno dell'altro, in relazione agli specifici ruoli che essi esercitano. Le aspettative dunque sono relative ai ruoli, e questa reciprocità delle aspettative relative ai singoli ruoli costituisce l'istituzione, che Parsons definisce “un'unità di struttura sociale di ordine più elevata del ruolo”, in quanto composta da una pluralità di modelli di ruolo interdipendenti e dai loro componenti (proprietà privata). I sistemi si differenziano tra di loro in seguito alle alternative che si presentano al soggetto agente. Nel corso della sua azione, possono presentarsi diverse alternative al soggetto (elemento valutativo dell'azione), ma sempre in numero limitato: sono quelle che Parsons chiama “variabili strutturali”. ◦ Neutralità affettiva-affettività. L'attore sociale sceglie la prima quando mette da parte i propri sentimenti, giudicando strumentalmente la situazione; altrimenti, sceglie per l'affettività (rapporti di lavoro/amicali). ◦ Interessi privati-interessi collettivi: riguarda le scelte del soggetto tra il proprio tornaconto e quello della collettività. ◦ Universalismo-particolarismo. Se l'attore decide di giudicare un oggetto fisico o sociale partendo da criteri relativi a tutti gli oggetti della stessa categoria, opta per l'universalismo. Se invece considera l'oggetto secondo criteri che si applicano solo a quell'oggetto e a condizioni particolari, opta per il particolarismo (prof/simpatia, padre/figlio). ◦ Realizzazione-attribuzione. L'attore sociale sceglie se trattare l'oggetto alla luce delle sue realizzazioni, cioè per ciò che fa, o se dare maggiore importanza alle sue qualità, cioè per ciò che è (modernizzazione-prestazione, ascrittivi). ◦ Specificità-diffusione. L'attore sociale può rapportarsi agli altri considerandone solo aspetti specifici oppure si può orientare agli altri in maniera globale, considerando la persona nel suo complesso. Queste scelte non si combinano tra loro in modo casuale, ma seguendo certe regole, perchè in sistema deve avere un certo grado di coerenza per mantenersi nel tempo. E' necessario che siano adempiuti alcuni “requisiti funzionali”: per l'esistere di un sistema sociale come la famiglia, è necessario che i ruoli siano affettivi, particolaristici, attributivi, diffusi, mentre in un'azienda neutrali, universalistici, realizzativi, specifici. La moderna società industriale è costituita da un sistema di ruoli universalistici, specifici, realizzativi, neutrali. Ogni sistema sociale, per sussistere, deve risolvere un fondamentale problema funzionale, il problema dell'assegnazione, che ha tre aspetti: ◦ L'assegnazione del personale (dei soggetti agenti) tra i ruoli; ◦ L'assegnazione delle risorse; ◦ L'assegnazione delle ricompense. Opere posteriori Nelle sue opere posteriori, Parsons abbandona in parte il suo schema di spiegazione fondato sulle variabili strutturali ed elabora uno schema di quattro prerequisiti funzionali: lo schema AGIL. Parsons distingue quattro sottosistemi che intervengono nell'azione sociale: ◦ la personalità; ◦ la cultura. ▪ Essa in Parsons assume un carattere normativo, anziché adattivo come era prima considerata. La cultura viene definita come l'insieme de modelli di comportamento che la comunità sociale ritiene valida. ▪ Questo aspetto normativo connette la cultura alle componenti motivazionali dell'azione degli individui: assume quindi una funzione regolativa, di bussola per il comportamento. ◦ il sistema sociale; ◦ l'organismo biologico. La distinzione viene fatta in base alle funzioni che ognuno di questi sottosistemi svolge: ◦ L'organismo biologico svolge la funzione dell'adattamento (Adaption), cioè stabilisce un rapporto con l'ambiente fisico sia trasformando l'ambiente in base ai bisogni dell'azione sia adattandosi ai suoi vincoli. La funzione adattiva ci porta dunque ad indagare il sottosistema economico, cioè il funzionamento delle strutture che concorrono alla produzione delle risorse intese in senso lato (beni materiali, tecnologie, capitali, informazioni, conoscenze, etc.) e la divisione del lavoro che lo caratterizza. ◦ La personalità svolge la funzione del conseguimento (Goal-attainment), ovvero mobilita le energie e risorse psichiche necessarie a raggiungere gli scopi definiti; pone, come la precedente, il sistema in rapporto al suo contesto esterno, ma riguarda la distribuzione e l'impiego delle risorse in riferimento ai fini prioritari che vengono perseguiti. In tal senso possiamo dire che la funzione del raggiungimento dei fini dà il sottosistema politico. ◦ Il sistema sociale svolge la funzione dell'integrazione (Integration), in quanto stabilisce le forme della coesione e della solidarietà. Essa riguarda dunque l'ordine, la certezza di funzionamento delle strutture sociali, il rispetto delle aspettative reciproche, ma anche l'utilizzo razionale delle risorse. Concorrono a tale risultato le strutture che presiedono alla formulazione delle norme, che ne controllano il rispetto da parte dei sottosistemi e dei membri della società, e che ne sanciscono negativamente la violazione (sottosistema giuridico, religioso). ◦ La cultura, infine, svolge la funzione della latenza (Latency): fornisce all'attore sociale la motivazione il senso dell'azione attraverso i valori, le idee, le norme che gli individui interiorizzano durante la fase di socializzazione. Le strutture che concorrono alla socializzazione dei giovani sono la famiglia (socializzazione primaria), la scuola, le istituzioni di carattere etico-religioso, le strutture di apprendistato lavorativo. Proprietà peculiare del sistema AGIL è che funziona in base al concetto di gerarchia cibernetica, che Parsons attinge dalla teoria cibernetica: le parti di di un sistema dispongono in gradi diversi di energia ed informazioni; le parti che possiedono meno energia sono più ricche di informazioni e viceversa. Le parti più ricche di informazioni possono controllare le parti più ricche di energia. In questo modo, la gerarchia diventa questa: ▪ Sistema culturale; ▪ Sistema sociale; ▪ Personalità; ▪ Organismo biologico. Socializzazione e famiglia L'evoluzione della società comporta normalmente: ◦ differenziazione (processo di moltiplicazione dei ruoli) ; ◦ specializzazione (ruoli sempre più differenziati hanno compiti sempre più ristretti e quindi sempre più efficaci). Insieme, differenziazione e specializzazione comportano una maggiore complessità del sistema sociale. La famiglia rispetto al passato perde alcuni compiti tradizionali, come la cura della salute, la produzione dell'autoconsumo, e si differenzia e specializza nello svolgimento del compito di aiutare la socializzazione dei bambini e di stabilizzare la personalità degli adulti. La famiglia moderna ha delle caratteristiche peculiari: ◦ è nucleare, cioè genitori e figli, che risiedono in un'abitazione indipendente. ◦ il ruolo di moglie/madre è quello di casalinga e di leader espressiva, cioè dirige la dimensione affettiva; ◦ il marito/padre è colui che procura il denaro e gestisce i rapporti della famiglia con l'esterno. La posizione della famiglia all'interno della società dipende dalla professione del padre; ◦ I ruoli di madre e padre sono complementari e sostengono uno la personalità dell'altro. I genitori cooperano alla socializzazione dei figli attraverso il loro esempio, che i bambini osservano e apprendono. Questa descrizione è appropriata per la famiglia media americana del tempo, ma non coincide perfettamente con quelle di altri luoghi. Critiche a Parsons Critica frequente a Parsons è uella di considerare quasi esclusivamente i problemi dell'integrazione e dell'ordine sociale, piuttosto che i problemi del mutamento sociale e del conflitto. C. W. Mills accusa Parsons di essere un “grande teorizzatore”, di muoversi a un livello di pensiero così generale che chi lo pratica non può logicamente scendere a quello dell'osservazione; l'eliminazione magica del conflitto e il miracoloso instaurarsi dell'armonia eliminano da questa teoria ogni possibilità che si debba scontrare con i mutamenti sociale e con la storia. Parsons ebbe un enorme successo grazie al fatto che la sua sociologia forniva una grande teoria capace di dare un punto di riferimento unitario alle ricerche empiriche. Per molti anni quello di Parsons fu il “pensiero ortodosso” del pensiero sociale, ma fu bersaglio di molte critiche. Innanzitutto i limiti del funzionalismo: concentrandosi solo su ciò che è funzionale al sistema sociale, non ne considera i conflitti, visti solo come disfunzioni. Parsons infatti non riesce a dare una spiegazione chiara ai motivi del mutamento sociale. Per molti Parsons ha creato uno specchio degli ideali della società americana del tempo. Le teorie sulla modernizzazione parte dal fatto che tutte le società devono prima o poi conformarsi alle società occidentali prese come modello e che quindi la modernizzazione sia sempre uguale. Questo significherebbe anche che i paesi in via di sviluppo dovrebbero avere lo stesso percorso di quelli sviluppatisi prima. La teoria della dipendenza, invece, basata su studi dei paesi dell'America latina, fa emergere che questi paesi sono vincolati ai paesi più sviluppati che hanno puntato sullo sfruttamento,e rimangono ancora oggi nella loro morsa. Valide rimangono invece le “variabili strutturali”, che una volta ripulite dalla visione incentrata sugli stati uniti, possono essere applicate a studi sul campo rivelandosi ottimi strumenti per la descrizione delle varie società. Di buono Parsons fece anche la constatazione che la famiglia è un nucleo sempre in mutamento e in evoluzione nella storia. Ma la famiglia di Parsons assomiglia troppo a quella americana, bianca, di ceto medio nordamericana. Le famiglie raramente nel mondo sono così. Forti critiche gli vennero mosse dal femminismo in quanto P. relegava la donna a figura secondaria in quanto chi non ha indipendenza economica è meno libero. Per Parsons, chi non è simile al suo modello, è “anormale”. Infine Parsons parla di “azione” come se fosse una cosa, un qualcosa con un inizio e una fine, da scomporre per descriverla, ma difficilmente si può dire quando un'azione veramente è iniziata o finita, siamo piuttosto immersi in una catena di azioni. L'interpretazione dell'azione passa in secondo piano. Inoltre si limita alle azioni razionali rispetto allo scopo. Comunque, proprio dalle critiche mosse a Parsons, sono nati alcuni degli orientamenti contemporanei più interessanti, e lo sforzo teorico di Parsons è di un livello altamente ambizioso.