P SI C O L O G I A Nuova e Nostra - N° 15-16/2016 26/2011 10 e Vita S i parla spesso di come la nostra quotidianità venga costantemente bombardata da input provenienti dall’esterno, spesso negativi, fonte di preoccupazioni e stress. Erroneamente si crede che ad essere vittime di queste situazioni stressanti siano soltanto gli adulti alle prese con i “problemi reali”, con i pensieri e le ansie che la vita adulta comporta. Tuttavia, anche i più piccoli, coloro che si pensa dovrebbero essere immuni da preoccupazioni e ansie, possono essere vittime dello stress. Agli occhi dell’adulto, infatti, l’infanzia rappresenta il periodo d’oro, l’età della spensieratezza, alla quale si guarda con una sorta di bonaria invidia, di malinconia per quella fase della vita comunemente associata alla serenità e al gioco. Purtroppo però, l’infanzia non è per tutti un periodo avulso da sofferenze, e anche nel caso di quelle più naturali, piccole crisi a cui tutti grandi e piccoli sono inevitabilmente sottoposti nell’arco di vita, i bambini possono non essere preparati. Nel bambino lo stress interferisce con il gioco, lo studio, la salute, e quindi con il loro stato di benessere in generale. Se nell’adulto però è più semplice riconoscere i primi segnali dello stress, per via della capacità e della pos- di Manuela Russo, psicologa LO STRESS NEL BAMBINO sibilità dell’adulto di riuscire ad esprimere verbalmente le sue preoccupazioni, nel bambino tale processo diviene più complesso. I segnali da decifrare nel bambino sono meno espliciti e si presentano con caratteristiche differenti rispetto all’adulto. In primo luogo, avendo il bambino delle capacità di pensiero astratto e di autoriflessione meno mature rispetto a quelle dell’adulto, avrà difficoltà non solo nel decifrare e comprendere i suoi stati d’animo e le relative sofferenze, ma anche nel dare loro voce. La verbalizzazione di un vissuto, soprattutto nel caso della sofferenza o dello stress, può essere un’operazione complessa. Possiamo quindi immaginare come per un bambino diventi difficile vivere e subire (come avviene nella maggior parte dei casi) delle emozioni e delle situazioni di cui non riesce a cogliere il significato. Dare parola a delle sensazioni spiacevoli, alla tristezza, alla paura, alle situazioni stressanti è quasi impossibile. È per tale motivo che stress e sofferenza verranno espressi dal piccolo attraverso dei canali alternativi, il corpo in primo luogo, e più in generale, il comportamento. I sintomi più comuni di stress nel bambino sono di natura somatica: mal di testa, mal di stomaco, incubi notturni e sonno disturbato, calo dell’appetito e altre variazioni delle abitudini alimentari. A livello comportamentale invece si riscontrano una maggiore tendenza al pianto, alle lamentele, alle preoccupazioni, un comportamento più aggressivo e tendenza alla litigiosità, sia con gli adulti che con gli altri bambini. Ma quali sono le maggiori fonti di stress per un bambino? Agli occhi degli adulti lo studio, la scuola in generale, e il rapporto con gli amici risultano essere le maggiori cause di ansia. Spesso però il genitore non si rende conto che le ansie del bambino nascono in primo luogo all’interno della famiglia. L’ambiente domestico infatti si rivela il luogo dove è più naturale per il bambino andare incontro ad eventi difficili. Una difficoltà in famiglia viene vissuta dal genitore e trasmessa, anche in maniera inconsapevole, al bambino. Problemi di natura economica, relazionale fra i genitori, una separazione, una malattia, la morte di un membro vicino al nucleo familiare (ad esempio un caro amico, uno zio o un nonno per il bambino) comportano necessariamente una crisi. Se il genitore non è in grado di affrontare il momento di difficoltà, il bambino, a sua volta, non avrà le armi per difendersi da emozioni spiacevoli come la tristezza o la rabbia, e dai relativi vissuti di sofferenza. Lo stress nel bambino cresce in misura maggiore se non viene riconosciuto. Se è vero dunque che la famiglia può essere la prima e più grande fonte di stress per il piccolo, essa è anche il luogo dove le crisi possono essere risolte e le difficoltà superate. La famiglia possiede le risorse per sostenere il bambino. Quella che in psicologia viene chiamata resilienza, ovvero la capacità di far fronte alle difficoltà, viene costruita all’interno della famiglia. Sono le relazioni affettive che generano e nutrono le capacità del piccolo di resistere agli eventi difficili e allo stress. Sono dunque i genitori a dover aiutare i figli a imparare a gestire lo stress. La qualità del tempo speso insieme è fondamentale per il bambino affinché questi riesca a costruire il ricordo, il vissuto di serenità, ed il senso di sicurezza che lo dovrà accompagnare nei momenti di stress. Inoltre un bambino ansioso avrà più alte probabilità di divenire un adulto ansioso. Da genitore quindi l’aiuto da dare al piccolo è quello di imparare ad esprimere le proprie paure, ed incoraggiarlo ad affrontarle, concentrandosi e facendo leva sulle componenti positive delle situazioni e di se stessi. Infine, il genitore deve essere d’esem- Nuova e Nostra - N° 15-16/2016 11 di Elena Bongiorno IL DOLORE TORACICO U n sintomo che frequentemente induce i pazienti a rivolgersi al medico o a recarsi presso un’area di emergenza è il dolore toracico; in presenza di questa condizione si tende sempre a pensare di essere di fronte ad una emergenza o ad una urgenza clinica, pensando ad un infarto o ad un’angina instabile. - po sufficientemente lungo da provocare morte cellulare si parla di infarto del miocardio. La dissecazione aortica: è LE CAUSE una condiSebbene nell’infarto acuto del miocardio zione molto il dolore toracico sia in genere il sintomo grave in cui principale e che lo caratterizza, vi sono si lacera la molte condizioni patologiche, cardiologiparete delche e non, che si appalesano in maniera l’aorta, quel grosso vaso che origina più o meno simile. dal cuore e che trasporta sangue arterioso, cioè ossigenato. La parete di Fra le condizioni cardiologiche ricorquesto vaso si lacera (immaginiamo un diamo: tessuto molto delicato che si strappa) - L’angina pectoris e l’infarto del miocardio: con comparsa di un dolore lancinante, la cardiopatia ischemica è nella grande “a pugnalata”, improvviso che spesso si maggioranza dei casi secondaria ad irradia alla schiena. aterosclerosi dei vasi coronarici. - La pericardite: è una infiammazione del Quando si è in presenza di un’inadepericardio, che è la membrana che riguata perfusione il miocardio, cioè il veste il cuore; può essere causata da muscolo cardiaco, non riceve sufficienvirus, batteri, può manifestarsi in corso te ossigeno: la presenza di placche atedi patologie autoimmuni come il lupus rosclerotiche a livello delle coronarie eritematoso sistemico. In questo caso (vasi arteriosi che irrorano il cuore), il dolore si accentua con gli atti del reprovoca non solo un ispessimento delspiro e con i movimenti del tronco e le pareti, ma anche una stenosi, cioè un spesso si hanno febbre, malessere gerestringimento del lume dei vasi con nerale, dolori articolari diffusi. conseguenti problemi di perfusione dei tessuti a valle, che non ricevono Fra le condizioni non cardiologiche: sangue in quantità idonee; la sintoma- - Malattia da reflusso gastroesofageo: è tologia in genere è caratterizzata da un una patologia dell’apparato digerente dolore molto forte al centro del torache si manifesta con difficoltà di digece con irradiazione al braccio sinistro stione e una sensazione di bruciore di ed alla mandibola. C’è la sensazione di stomaco e dolore toracico. oppressione, ansia, spesso sudorazione - Ulcera gastrica: la sintomatologia doloed affanno. Quando l’ischemia miocarrosa si manifesta in genere a stomaco dica è transitoria e non c’è un danno vuoto e tende a migliorare dopo aspermanente si parla di angina, quando sunzione di cibo. invece l’ischemia persiste per un tem- - Spasmi esofagei: sono contrazioni dell’esofago che provocano dolore; piuttosto frequenti nelle persone anziane, pio. Il bambino sarà ansioso e stressaspesso sono causate da reflusso gato se vede i genitori ansiosi e stressastroesofageo, con irritazione dell’esoti. Con l’osservazione di un modello fago per la presenza di materiale acido. positivo, il piccolo riuscirà ad appren- Polmonite: in presenza di febbre, dolore dere dei comportamenti sani ed equitoracico che si accentua con la tosse librati, attraverso i quali imparare a ried in seguito ad inspirazioni profonde solvere i problemi. è possibile ci sia una polmonite con coinvolgimento della pleura, cioè della membrana che riveste i polmoni. - Embolia polmonare: è una condizione in cui un embolo blocca un’arteria polmonare, ostacolando il flusso del sangue al suo interno. Si caratterizza per comparsa di dolore accompagnato a difficoltà respiratorie. RIVOLGERSI SEMPRE AL MEDICO In presenza di dolore toracico bisogna sempre consultare il medico, che dovrà interpretare la sintomatologia e porre la corretta diagnosi; se è nota una storia di cardiopatia ischemica, o se ci sono fattori di rischio come ipertensione arteriosa, diabete mellito, ipercolesterolemia, bisogna subito recarsi al pronto soccorso per gli opportuni accertamenti. L’ELETTROCARDIOGRAMMA L’elettrocardiogramma è un esame strumentale che si esegue insieme ad una visita cardiologica quando si sospetta un problema al cuore. Si esegue rapidamente, è indolore, non è costoso. Consente di valutare l’attività elettrica del cuore: le variazioni elettriche, che si verificano durante i diversi momenti connesse con l’attività del muscolo cardiaco, vengono registrate su carta millimetrata. Si possono valutare eventuali disturbi del ritmo, problemi connessi a deficit dell’ossigenazione, disturbi che riguardano il muscolo cardiaco.