lo stress nel bambino

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P SI C O L O G I A
Nuova e Nostra - N° 15-16/2016
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e Vita
S
i parla spesso di
come la nostra
quotidianità venga
costantemente bombardata da input provenienti
dall’esterno, spesso negativi, fonte di preoccupazioni e stress. Erroneamente si crede che ad essere vittime di queste situazioni stressanti siano
soltanto gli adulti alle prese con i “problemi reali”,
con i pensieri e le ansie
che la vita adulta comporta. Tuttavia, anche i più
piccoli, coloro che si pensa dovrebbero essere immuni da preoccupazioni e ansie, possono essere vittime dello stress.
Agli occhi dell’adulto, infatti, l’infanzia
rappresenta il periodo d’oro, l’età della
spensieratezza, alla quale si guarda con
una sorta di bonaria invidia, di malinconia per quella fase della vita comunemente associata alla serenità e al gioco.
Purtroppo però, l’infanzia non è per
tutti un periodo avulso da sofferenze, e
anche nel caso di quelle più naturali,
piccole crisi a cui tutti grandi e piccoli
sono inevitabilmente sottoposti nell’arco di vita, i bambini possono non essere preparati.
Nel bambino lo stress interferisce
con il gioco, lo studio, la salute, e
quindi con il loro stato di benessere in
generale. Se nell’adulto però è più semplice riconoscere i primi segnali dello
stress, per via della capacità e della pos-
di Manuela Russo, psicologa
LO STRESS NEL BAMBINO
sibilità dell’adulto di riuscire ad esprimere verbalmente le sue preoccupazioni, nel bambino tale processo diviene
più complesso.
I segnali da decifrare nel bambino sono
meno espliciti e si presentano con caratteristiche differenti rispetto all’adulto. In primo luogo, avendo il bambino
delle capacità di pensiero astratto e di
autoriflessione meno mature rispetto a
quelle dell’adulto, avrà difficoltà non solo nel decifrare e comprendere i suoi
stati d’animo e le relative sofferenze, ma
anche nel dare loro voce.
La verbalizzazione di un vissuto, soprattutto nel caso della sofferenza o dello
stress, può essere un’operazione complessa. Possiamo quindi immaginare come per un bambino diventi difficile vivere e subire (come avviene nella maggior parte dei casi) delle emozioni e
delle situazioni di cui non riesce a cogliere il significato.
Dare parola a delle sensazioni spiacevoli, alla tristezza, alla paura, alle situazioni
stressanti è quasi impossibile. È per tale
motivo che stress e sofferenza verranno espressi dal piccolo attraverso dei
canali alternativi, il corpo in primo luogo, e più in generale, il comportamento.
I sintomi più comuni di stress nel
bambino sono di natura somatica:
mal di testa, mal di stomaco, incubi notturni e sonno disturbato, calo dell’appetito e altre variazioni delle abitudini alimentari.
A livello comportamentale invece si riscontrano una maggiore tendenza al
pianto, alle lamentele, alle preoccupazioni, un comportamento più aggressivo e tendenza alla
litigiosità, sia con gli
adulti che con gli altri bambini.
Ma quali sono le
maggiori fonti di
stress per un bambino? Agli occhi degli adulti lo studio, la
scuola in generale, e
il rapporto con gli
amici risultano essere le maggiori
cause di ansia. Spesso però il genitore
non si rende conto che le ansie del
bambino nascono in primo luogo all’interno della famiglia.
L’ambiente domestico infatti si rivela il luogo dove è più naturale per il
bambino andare incontro ad eventi difficili. Una difficoltà in famiglia viene vissuta dal genitore e trasmessa, anche in
maniera inconsapevole, al bambino. Problemi di natura economica, relazionale
fra i genitori, una separazione, una malattia, la morte di un membro vicino al
nucleo familiare (ad esempio un caro
amico, uno zio o un nonno per il bambino) comportano necessariamente
una crisi.
Se il genitore non è in grado di affrontare il momento di difficoltà, il bambino,
a sua volta, non avrà le armi per difendersi da emozioni spiacevoli come la
tristezza o la rabbia, e dai relativi vissuti di sofferenza. Lo stress nel bambino
cresce in misura maggiore se non viene
riconosciuto. Se è vero dunque che la
famiglia può essere la prima e più grande fonte di stress per il piccolo, essa è
anche il luogo dove le crisi possono essere risolte e le difficoltà superate. La
famiglia possiede le risorse per sostenere il bambino. Quella che in psicologia viene chiamata resilienza, ovvero la
capacità di far fronte alle difficoltà, viene costruita all’interno della famiglia.
Sono le relazioni affettive che generano e nutrono le capacità del
piccolo di resistere agli eventi difficili e
allo stress. Sono dunque i genitori a dover aiutare i figli a imparare a gestire lo
stress. La qualità del tempo speso insieme è fondamentale per il bambino affinché questi riesca a costruire il ricordo,
il vissuto di serenità, ed il senso di sicurezza che lo dovrà accompagnare nei
momenti di stress. Inoltre un bambino
ansioso avrà più alte probabilità di divenire un adulto ansioso.
Da genitore quindi l’aiuto da dare al
piccolo è quello di imparare ad esprimere le proprie paure, ed incoraggiarlo
ad affrontarle, concentrandosi e facendo leva sulle componenti positive delle
situazioni e di se stessi.
Infine, il genitore deve essere d’esem-
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di Elena Bongiorno
IL DOLORE TORACICO
U
n sintomo che frequentemente
induce i pazienti a rivolgersi al
medico o a recarsi presso un’area di emergenza è il dolore toracico; in
presenza di questa condizione si tende
sempre a pensare di essere di fronte ad
una emergenza o ad una urgenza clinica,
pensando ad un infarto o ad un’angina
instabile.
-
po sufficientemente lungo da provocare morte
cellulare si
parla di infarto
del
miocardio.
La dissecazione aortica: è
LE CAUSE
una condiSebbene nell’infarto acuto del miocardio
zione molto
il dolore toracico sia in genere il sintomo
grave in cui
principale e che lo caratterizza, vi sono
si lacera la
molte condizioni patologiche, cardiologiparete delche e non, che si appalesano in maniera
l’aorta, quel grosso vaso che origina
più o meno simile.
dal cuore e che trasporta sangue arterioso, cioè ossigenato. La parete di
Fra le condizioni cardiologiche ricorquesto vaso si lacera (immaginiamo un
diamo:
tessuto molto delicato che si strappa)
- L’angina pectoris e l’infarto del miocardio:
con comparsa di un dolore lancinante,
la cardiopatia ischemica è nella grande
“a pugnalata”, improvviso che spesso si
maggioranza dei casi secondaria ad
irradia alla schiena.
aterosclerosi dei vasi coronarici. - La pericardite: è una infiammazione del
Quando si è in presenza di un’inadepericardio, che è la membrana che riguata perfusione il miocardio, cioè il
veste il cuore; può essere causata da
muscolo cardiaco, non riceve sufficienvirus, batteri, può manifestarsi in corso
te ossigeno: la presenza di placche atedi patologie autoimmuni come il lupus
rosclerotiche a livello delle coronarie
eritematoso sistemico. In questo caso
(vasi arteriosi che irrorano il cuore),
il dolore si accentua con gli atti del reprovoca non solo un ispessimento delspiro e con i movimenti del tronco e
le pareti, ma anche una stenosi, cioè un
spesso si hanno febbre, malessere gerestringimento del lume dei vasi con
nerale, dolori articolari diffusi.
conseguenti problemi di perfusione
dei tessuti a valle, che non ricevono Fra le condizioni non cardiologiche:
sangue in quantità idonee; la sintoma- - Malattia da reflusso gastroesofageo: è
tologia in genere è caratterizzata da un
una patologia dell’apparato digerente
dolore molto forte al centro del torache si manifesta con difficoltà di digece con irradiazione al braccio sinistro
stione e una sensazione di bruciore di
ed alla mandibola. C’è la sensazione di
stomaco e dolore toracico.
oppressione, ansia, spesso sudorazione - Ulcera gastrica: la sintomatologia doloed affanno. Quando l’ischemia miocarrosa si manifesta in genere a stomaco
dica è transitoria e non c’è un danno
vuoto e tende a migliorare dopo aspermanente si parla di angina, quando
sunzione di cibo.
invece l’ischemia persiste per un tem- - Spasmi esofagei: sono contrazioni dell’esofago che provocano dolore; piuttosto frequenti nelle persone anziane,
pio. Il bambino sarà ansioso e stressaspesso sono causate da reflusso gato se vede i genitori ansiosi e stressastroesofageo, con irritazione dell’esoti. Con l’osservazione di un modello
fago per la presenza di materiale acido.
positivo, il piccolo riuscirà ad appren- Polmonite: in presenza di febbre, dolore
dere dei comportamenti sani ed equitoracico che si accentua con la tosse
librati, attraverso i quali imparare a ried in seguito ad inspirazioni profonde
solvere i problemi.
è possibile ci sia una polmonite con
coinvolgimento della pleura, cioè della
membrana che riveste i polmoni.
- Embolia polmonare: è una condizione in
cui un embolo blocca un’arteria polmonare, ostacolando il flusso del sangue al suo interno. Si caratterizza per
comparsa di dolore accompagnato a
difficoltà respiratorie.
RIVOLGERSI
SEMPRE AL MEDICO
In presenza di dolore toracico bisogna
sempre consultare il medico, che dovrà
interpretare la sintomatologia e porre la
corretta diagnosi; se è nota una storia di
cardiopatia ischemica, o se ci sono fattori di rischio come ipertensione arteriosa,
diabete mellito, ipercolesterolemia, bisogna subito recarsi al pronto soccorso
per gli opportuni accertamenti.
L’ELETTROCARDIOGRAMMA
L’elettrocardiogramma è un esame
strumentale che si esegue insieme
ad una visita cardiologica quando si
sospetta un problema al cuore. Si
esegue rapidamente, è indolore, non
è costoso.
Consente di valutare l’attività elettrica del cuore: le variazioni elettriche,
che si verificano durante i diversi
momenti connesse con l’attività del
muscolo cardiaco, vengono registrate su carta millimetrata. Si possono
valutare eventuali disturbi del ritmo,
problemi connessi a deficit dell’ossigenazione, disturbi che riguardano il
muscolo cardiaco.
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