Omelie per un anno
Volume 1 - Anno “B”
Anno “B”
1ª DOMENICA DI AVVENTO
 Is 63,16b-17.19b; 64,1c-7 - Se tu squarciassi i cieli e scendessi!
 Dal Salmo 79 - Rit.: Fa’ splendere il tuo volto e salvaci, Signore!
 1 Cor 1,3-9 - Aspettiamo la manifestazione del Signore nostro
Gesù Cristo.
 Canto al Vangelo - Alleluia, alleluia. Mostraci, Signore, la tua
misericordia e donaci la tua salvezza. Alleluia.
 Mc 13,33-37 - Vegliate: non sapete quando il padrone di casa
ritornerà.
Come una sentinella
L’uomo, proprio perché impegnato nella storia, in un certo senso è
condannato a scrutare il futuro. L’idea che ci facciamo del domani
condiziona, volenti o nolenti, le nostre decisioni dell’oggi. È da
meravigliarsi se la scienza rende questo bisogno di previsione sempre
più preciso? I futurologi costruiscono, per estrapolazione, dei
probabili “modelli” del futuro.
Nel campo della fede, il passato, il presente e l’avvenire sono fra loro
legati e rimandano l’uno all’altro. Ma i brani della Bibbia proposti dalla
liturgia odierna sono agli antipodi della nostra moderna “scienza del
futuro”. Vi si tratta della fedeltà di Dio (1ª e 2ª lettura) e del ritorno
improvviso di un uomo partito per un viaggio (Vangelo). Ciò significa
che per il credente la storia è dominata da una promessa divina che
esige dall’uomo una speranza attiva e sempre vigile.
Il tempo dell’Avvento celebra la nostra attesa. Per noi Gesù non è
solamente un personaggio del passato di cui si rievoca il ricordo. In
forza del suo Spirito, egli è un Vivente che si rivolge agli uomini di
tutti i tempi. L’avvenire cui ha dato inizio con la sua risurrezione
comincia qui e ora se ognuno compie il proprio dovere di servo e
vigila come il portiere ricordato nel Vangelo. Aspettare operando:
questa è la vocazione specifica del cristiano, fedele alla terra, ma con
gli occhi fissi verso una nuova aurora. Come afferma J. Moltmann,
“non si può semplicemente sperare nel futuro dominio del Cristo
1ª domenica di Avvento “B” • © Elledici, Leumann 2005
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glorioso: questa speranza costruisce anche la vita, l’azione e la
sofferenza nella storia presente della società. Non basta affermare
che il regno di Dio riguarda soltanto le persone, perché da una parte
la giustizia e la pace del regno promesso interessano le relazioni degli
uomini fra di loro e con le cose, e d’altra parte l’idea di una
personalità non sociale dell’uomo è un’astrazione”. Tanto più che la
speranza cristiana non si riduce ad una specie di doppione mistico
della ideologia marxista. Il contrasto fra cristianesimo e marxismo
rivela al cristiano un vizio redibitorio: lottando per una società più
giusta e meno oppressiva, infatti, i credenti aspettano qualcuno,
mentre i marxisti realizzano un programma e verificano una teoria.
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