Ghiozzo puntato o panzarolo
Orsinigobius punctatissimus
(Canestrini, 1864)
Codice lista italiana: 301.0.003.0
Priorità: 11
RARITÀ GENERALE: valore = 3: il panzarolo è inserito nella Lista Rossa dello IUCN tra le “specie
vulnerabili”, cioè quelle per le quali non vi è un rischio di estinzione in natura in un futuro prossimo
ma per le quali il pericolo potrebbe divenire tangibile a medio termine.
COROLOGIA: valore = 2: specie endemica dell’Italia settentrionale, particolarmente legata agli
ambienti di risorgiva, il panzarolo si trova in Lombardia, Veneto, Friuli e Emilia.
FRAGILITÀ: valore = 2: elementi di fragilità della specie risiedono nella sua circoscritta corologia.
CONSISTENZA DEL POPOLAMENTO REGIONALE: valore = 2: In Lombardia, negli ambienti vocati ad
ospitare la specie si riscontrano situazioni diverse. Nel corso per esempio di un recente censimento
ittico effettuato negli ambienti laterali del Fiume Ticino - canali e rogge a lento decorso della bassa
pianura milanese e pavese - è stata riscontrata la presenza di popolazioni sia numericamente esigue
che piuttosto abbondanti.
SELETTIVITÀ AMBIENTALE: valore = 2: pur non essendo ben nota la biologia della specie, pare che il
panzarolo sia legato ad ambienti con scarsa escursione termica, acque a lento decorso, limpide, con
fondali sabbiosi e ricche di vegetazione.
CRITICITÀ: valore = 2: il territorio regionale riveste un ruolo piuttosto importante per la
conservazione della specie dal momento che la corologia della specie, piuttosto circoscritta, e la sua
selettività ambientale la vedono legata ad ambienti che in buona parte si trovano all’interno dei suoi
confini.
STRATEGIE DI CONSERVAZIONE: per la conservazione del panzarolo si ritengono necessarie:
un’adeguata azione di monitoraggio [C]; azioni sulla componente sociale [D].
TIPOLOGIE DI INTERVENTO: dovranno essere effettuati: il monitoraggio della consistenza, della
struttura e dello stato di salute delle popolazioni su cui non sono ancora stati effettuati studi
specifici e sulla cui biologia devono essere approfondite le conoscenze [C1]; la definizione delle
potenzialità faunistiche dell’ambiente in cui la specie vive [C4]; il monitoraggio della qualità
chimica e biologica delle acque [C10]. Sulla componente sociale occorrerà intervenire: con azioni
di educazione ambientale localizzata [D2].
COSA NON FARE: per la conservazione della specie occorre innanzi tutto evitare il prosciugamento
degli ambienti di risorgiva e l’artificializzazione degli ambienti acquatici.
FATTORI CRITICI: il prosciugamento degli ambienti di risorgiva.
Piccolo Gobide dal corpo cilindrico, il panzarolo non supera i 55 mm di lunghezza totale.
Il capo è appiattito dorsalmente, con gli occhi in posizione dorso-laterale, molto ravvicinati; la
bocca è obliqua con labbra carnose; la pinna dorsale è doppia; la pinna caudale è a ventaglio; le
pinne pettorali sono ampie e quelle ventrali sono unite a formare un disco pelvico.
Nella specie è forte il dimorfismo sessuale con il maschio ben distinguibile dalla femmina per il
colore più scuro della livrea, solcata lungo tutto il corpo da striature scure trasversali piuttosto ben
delineate e per la presenza di un ocello nero sulla membrana interposta tra gli ultimi due raggi della
prima pinna dorsale, invece appena accennata nella femmina.
Specie endemica dell’Italia settentrionale, particolarmente legata agli ambienti di risorgiva, il
panzarolo si ritrova in Lombardia, Veneto, Friuli e Emilia.
Non si sa molto della sua biologia, se non che è legato agli ambienti con scarsa escursione termica,
acque a lento decorso, limpide, con fondali sabbiosi e ricche di vegetazione. Nei tratti con substrato
a ghiaia e ciottoli, negli stessi ambienti esso è sostituito dal ghiozzo padano (Padogobius martensii)
con il quale comunque si può trovare in associazione.
Si nutre di invertebrati catturati sul fondo.
Il periodo riproduttivo si estende per tutta la durata della primavera. Il maschio costruisce un nido
con sassi e legnetti, ricoprendolo poi di sabbia, verso il quale attira la femmina con un rituale
corteggiamento in cui emette anche suoni. Una volta deposte, in numero di poche centinaia per
femmina, le uova sono curate dal maschio fino al momento della schiusa.
Negli ultimi anni si è registrato un forte decremento della specie in tutto il suo areale, soprattutto
dovuto alla degradazione e alla scomparsa degli ambienti di risorgiva.
Cesare Puzzi & Stefania Trasforini
Bibliografia
Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P., Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane.
Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.